(sa)tiro sulla sirena
specie in estinzione di paolo seletti
L’allenatore di pallacanestro femminile è stato inserito tra i 3 mestieri in via d’estinzione dall’Osservatorio sui Lavori più Derelitti del Mondo assieme allo straccivendolo e al domatore di dromedari. Prontamente è arrivata la smentita della FIP, “I numeri sono in aumento, la pallacanestro italiana sta benissimo”, ha detto il nuovo addetto stampa della Federazione, in pregiato legno massello e dal naso prominente. Il sospetto rimane, dopo il video diventato virale su YouTube in cui un allenatore, allo Zoo di Verona, viene perculato a pacche sulle spalle da due Panda Giganti. Nel mentre sono state prese alcune misure cautelari. “Finalmente è stato tolto il tesseramento in esclusiva che ti costringe a cercarti un lavoro vero?” No, però c’è stata una stretta sul bracconaggio. È consentito percuotere gli allenatori solo in certi periodi dell’anno, nelle immediate vicinanze degli impianti e previa dichiarazione alla Arci Caccia. Mossi da indomito spirito giornalistico abbiamo rintracciato alcuni allenatori, che hanno preferito mantenere l’anonimato perché a casa dicono da vent’anni di avere un lavoro serio e ben retribuito e un ufficio open-space (soprattutto se il custode smonta la rete da pallavolo), altrimenti la moglie li lascia. Con loro abbiamo ricostruito la stagione di un coach del femminile in un reportage a puntate che spieghi i motivi di questo calo di vocazioni.
Agosto: uscito dal letargo estivo, tu, giovane coach di basket femminile fresco di corsi a Bormio, per i quali hai venduto la macchina della povera nonna e hai gettato il diploma nel barbecue, cui è stata affidata la Serie A perché l’allenatore precedente è andato a fare la controfigura di Napo-Orso-Capo a Mirabilandia, chiami in sede, e risponde la segreteria telefonica, che però è una lunga pernacchia e ti insospettisce. Il Pres e il D.S. d’altronde sono in vacanza a Porto Torres fino alla seconda di campionato. Apprendi dai giornali che il quintetto dell’anno precedente è in effetti stato rifirmato, ma da un’altra squadra, perché gli “appartamenti logisticamente confortevoli” promessi dal Presidente sono le casette della Chicco del parco giochi e le ragazze sono stanche di usare il wi-fi del McDonald’s e lavarsi nelle pozzanghere assieme alle verruche. Allora inizi a fare reclutamento, con gli strani soldi che ti ha lasciato il DS, coi quali compri Viale Monte Rosa, costruisci un albergo su Vicolo Stretto e vai alla grande, poi capiti su Tassa di Lusso e devi ipotecare casa. Ti arrangi allora con buoni pasto e boeri (“si vince sempre”, puoi dire alle ragazze fingendo di parlare delle ambizioni della società, che in realtà spera di “retrocedere in B per poi scambiare il titolo con una C e potersi iscrivere per eccesso di ribasso alla Promozione, dove le 4 Under14 che abbiamo convinto a venire da noi possono stare in quintetto” cit. UnDirigenteACaso) Trovi le nuove atlete alle scuole medie, o in una agenzia interinale, e dopo venti giorni di ricerche che ti fanno saltare la preparazione (il Preparatore viene dal Bridge e il Fisio ha seguito un corso serale in riabilitazione del cane, quindi meglio così) ne metti assieme 6 che tengono la palla in mano e 4 che “fanno numero”, quindi la palla la prendono nei denti ma col sorriso. Fisso, e dovuto alle ripetute pallonate alla testa. Il D.S. poi ti consiglia “una bravissima”, che scopri è la nipote, gioca come un nano della Loacker con la labirintite e faceva calcetto fino a martedì, ma deve stare in campo 32’ a partita, se no la nonna chi la sente. Settembre: amichevoli. Per iniziare col piede giusto le organizzi contro squadre di altre federazioni. Ne prendi 20 da un quartetto di curling di Bassano reduce da intenso happy hour e vieni esonerato una prima volta, ma reintegrato: tutti gli allenatori Over 70 hanno già una panchina, e gli Under 70 sono ritenuti troppo inesperti per subentrare in corsa.
Ottobre: campionato. Ti sei preparato per 8 giorni, allenandoti in 7, quindi sei arrivato al massimo al 4 contro 3 o al 5 contro 2 e hai un solo gioco, contro la uomo. Gli avversari entrano a triangolo e due, guidati da un certo Bonaparte N. Al tuo secondo time out nel primo minuto di gioco per disegnare un gioco visto su un numero di “Assist” del ’94, le ragazze vanno in panico e sbagliano 22 tiri aperti consecutivi, poi organizzano un sit-in di protesta in area.