PINK BASKET N.30

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editoriale

NON CI BASTA! DI silvia gottardi

Chi si accontenta gode, dice il proverbio. Scusate, ma io non ci sto! Parliamo dell’estate appena trascorsa. Un’estate sportiva in cui il mondo si è tinto d’azzurro: ori europei nel calcio e nella pallavolo, ori olimpici compresi quelli storici di Jacobs e Tamberi nell’atletica. L’argento di Vanessa Ferrari nella ginnastica. La finale di Berrettini a Wimbledon. E noi del basket? Per carattere tendo a vedere sempre il bicchiere mezzo pieno, ma a volte bisogna essere realisti. Noi consideriamo un grande traguardo già solo essere arrivati alle Olimpiadi, sia con la Nazionale maschile che quella femminile di 3x3. Certo, imprese bellissime che ci hanno scaldato il cuore e fatto emozionare, considerando soprattutto come sono arrivate (battendo la Serbia in casa sua per gli uomini e con un buzzer beater per il 3x3). Imprese che però, paragonate a quelle elencate sopra (e potremmo aggiungerne altre), risultano decisamente ridimensionate. In passato, lo ammetto, tendevo a vedere i successi delle altre discipline come qualcosa di negativo per il basket. Oggi il mio obiettivo ha oltrepassato i limiti del campanilismo, ed è più ambizioso: promuovere in generale lo sport per le donne e soprattutto la parità di genere nello sport. E quindi gioisco per qualsiasi oro azzurro. Però mi piacerebbe tanto che il basket femminile potesse tornare almeno ai livelli degli anni ’90, e vedere tantissime ragazze in palestra… Scusate, è più forte di me! Così come è più forte di me pensare che molto, moltissimo, dipenda dalla visibilità. Lo so che le società, grandi e piccole, in queste settimane stanno facendo un lavoro incredibile sul territorio per far ripartire le iscrizioni nelle giovanili dopo un anno e mezzo di Covid, ma... a volte sembra di combattere con una pistola ad acqua contro chi ha a disposizione dei cannoni. Dobbiamo ammetterlo, altri sport al femminile sono riusciti a far diventare alcune loro atlete dei veri e propri personaggi da copertina che spopolano sui social. E noi? Noi abbiamo Zandalasini – che ora sarà anche voce di “Diana Taurasi” alias White Mamba in Space Jam 2 – ma non basta più solo lei. Mi direte: D’Alie e compagne sono state viste dal grande pubblico delle Olimpiadi; in A1 sono arrivate nuove straniere di valore assoluto; abbiamo aumentato la presenza nelle coppe europee; gli investimenti della Virtus Bologna confermano che le società maschili entrate nel femminile fanno sul serio; l’A2 è sempre un bel serbatoio di giocatrici e di passione. Tutto vero. Ma l’ho scritto all’inizio: non vogliamo accontentarci. Direte: mancano i risultati, il movimento è in crisi da anni, c’è il Covid… Ma è proprio quando le cose vanno male che bisogna investire in pubblicità, è una legge del mercato. Quando va tutto bene si innescano meccanismi virtuosi e la visibilità viene da sé. Purtroppo, o per fortuna, viviamo in un periodo in cui l’apparenza conta. Attenzione! Non sto parlando dell’immagine senza contenuti, ma della capacità di valorizzare la sostanza, che ci deve essere ma da sola non basta a fare promozione! Allora cavalchiamola, questa apparenza/immagine: facciamo promozione, creiamo personaggi! Così arriveranno le ragazze in palestra e di conseguenza gli sponsor, e poi anche la possibilità di formare tecnici di valore, che a loro volta cresceranno campionesse. Noi di Pink, nel nostro piccolo e con tutti i problemi e le difficoltà, anche quest’anno continueremo a raccontarvi il basket femminile e le sue protagoniste, in attesa di tornare a vedere il bicchiere pieno!


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