24oreNEWS Magazine Luglio-Agosto 2022

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Anno 12 - Luglio/Agosto 2022 • Periodico di Cultura e Società

RICKY TOGNAZZI “La voglia matta di vivere”

LEGGENDE La bella ‘Mbriana

DURAN DURAN in Italia per i 40 anni di Rio



STORIA, MITI E LEGGENDE

‘A BELLA ‘MBRIANA A cura di PAOLO MINOTTI

“B

onasera bella ‘mbriana mia cca’ nisciuno te votta fora”: inizia così una nota canzone che Pino Daniele dedicò alla guardiana di tutte le case napoletane, o almeno di quelle le cui famiglie credono in questa storia. La cultura napoletana è piena di spettri, spiriti e personaggi del mondo occulto. Sebbene la fede comunemente attribuita alla città sia quella cattolica, Napoli non rinuncia alle sue antiche tradizioni né alla sua natura esoterica. Molte sono infatti le figure che popolano il suo mondo spettrale, alcune tra queste incutono terrore, ma non tutte. Quello della Bella Mbriana, ad esempio, è uno spirito buono che ama stare in compagnia. Ha l’abitudine d’introdursi nelle abitazioni altrui: niente paura, è spinta da un fine nobile e benevolo, ossia quello di portare doni e armonia in casa. Ma conosciamo la sua storia. La leggenda narra di una bellissima principessa napoletana, tanto bella quanto infelice: la giovane donna, infatti, era stata abbandonata sull’altare. Disperata per quell’amore mai giunto al compimento, finì per perdere il senno e iniziò così a vagare senza meta, vestita da sposa, tra le vie di Napoli. I napoletani, che hanno sempre avuto un cuore grande, offrivano alla ragazza del cibo e protezione temporanea. Il re, per assicurarsi che la figlia non corresse pericoli, la faceva seguire e faceva recapitare ricchi doni in maniera anonima a tutte le famiglie che le offrivano ristoro e si mostravano gentili con lei. Per questa ragione, si narra che lo spirito porti salute e fortuna e lasci doni qua e là nelle case delle persone oneste. Oggi ‘A Bella ‘Mbriana’ è considerata la protettrice

della casa e della famiglia. Viene anche chiamata Meriana o ‘Mmeriana, dal latino “meridiana”, proprio per identificare la donna come un’ombra sotto la quale ci si può riparare. La sua figura è parte integrante della tradizione popolare: ad essa sono infatti dedicati numerosi componimenti, tra racconti, sonetti e canzoni. Ancora oggi le persone più anziane, ogni qualvolta entrano o escono dalla propria residenza, le rivolgono un gioviale saluto e sperano nella sua bontà per uscire da situazioni di indigenza. Ma attenzione: è bene sempre lasciare in casa una sedia libera perché potrebbe entrare ‘A bella ‘Mbriana e sedersi per riposare. Se tutte le sedie fossero occupate lei potrebbe andare via, con conseguenti sciagure derivanti dalla mancata ospitalità! La tradizione vuole anche che lei si manifesti in forma di geco o farsi vedere tra le tende mosse dal vento in una giornata di sole. Si può anche non credere alle leggende, ma come diceva il grande Peppino De Filippo: «Non è vero… ma ci credo!». 24oreNews

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Anno 12 - N. 6 Luglio/Agosto 2022

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Ricky Tognazzi: ‘La voglia matta di vivere’

ARTE E CULTURA

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‘Fotografe!’ daglia archivi Alinari ad oggi Roberto Bolle and Friends Tour Duran Duran in Italia per i 40 anni di Rio

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Estate al mare… con il “ciclo”

COME DTAI? SCOPRI L’ITALIA

FASHION

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Personaggi in cerca di storie, amori e… sapori

BEAUTY I consigli di Marina Mazzolari

HI-TECH Novità dal mercato Gli abiti che creano energia elettrica

RUOTE & MOTORI

Amalfi vince la 66ª Regata Storica Vele d’epoca nel Golfo dei Poeti

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Milano Moda Uomo - P/E 2023 Bianco al mare e in città

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Il vero e il falso sui cibi

Vacanze a Livigno: il “piccolo Tibet” d’Europa Favara e dintorni. Cinque itinerari per l’estate

Nuova Jeep Grand Cherokee I vincitori della 1000 Miglia 2022

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VERO & FALSO

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PERSONAGGIO

ITALIA DA GUSTARE CINEMA

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”Elvis“ di Baz Luhrmann

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La nostra vetrina

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Bere “Rosa” piace a tutti

LIBRI VINI & VINILI

MARE & MOTORI

SPECIALE MILANO Appuntamenti al Teatro alla Scala Milano in mostra Milano in concerto

Edizioni Le Roy srl - Milano | Roma redazione@24orenews.it redazione@le-roy.it www.24orenews.it

MILANO INCONTRA Vittorio Vaccaro: la cucina è arte… Rolling Stone: 57mila emozioni a San Siro 36° MiX Festival

DESIGN 60° Salone del Mobile: un’ottima ripartenza!

VIAGGI Danzica: Sopot e Gdynia in viaggio nella “Tricity” Seychelles: benvenuti nel paradiso terrestre

DIRITTI & DOVERI Doppio cognome, era proprio così urgente?

AMICI A 4 ZAMPE E NON SOLO Proteggiamo i nostri amici dal caldo L’inaspettata storia evolutiva dei pesci luna

ERBARIO MAGICO Reishi: il fungo dell’immortalità

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Direttore Responsabile Dario Bordet Direttore Editoriale Alessandro Trani Art Director Patrizia Colombo Impaginazione Milano Graphic Studio S.r.l. Hanno collaborato Ferdinando Asnaghi Ranuccio Bastoni Roberto Bonin Patrizia Colombo Valerio Consonni Evelina Flachi Teobaldo Fortunato Carlo Kauffmann Antonello Martinez Aldo Martini Marina Mazzolari Luca Medici Andrea Pitrelli Anna Lisa Zitti

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EDITORIALE

VOGLIA DI VACANZE Luglio e Agosto tradizionalmente sono per noi Italiani i mesi delle vacanze. Quest’anno una “bella sosta” si impone per tutti, giovani e meno giovani. Due anni di pandemia a volte con settimane molto dure, due anni di DAD con milioni di studenti privati della loro vita sociale, due anni di cinema, teatri, concerti, manifestazioni sportive sospese. A questa pandemia abbiamo reagito con un grande carattere che forse non sapevamo nemmeno di avere. Guardavamo alle nostre vacanze con timore ma anche con fiducia ed eccoci qui. È vero non è finita, è scoppiata una irragionevole guerra in Europa che pensavamo non potesse mai più capitare accanto a noi. Non credete non siamo diventati improvvisamente cinici, abbiamo semplicemente l’esigenza non solo fisica di riappropriarci della naturale voglia di vivere. L’Italia aspetta di nuovo milioni di turisti stranieri e italiani sui nostri ottomila chilometri di coste, sulle nostre splendide montagne, nella quantità incredibile di città d’arte e di borghi, vere gemme di bellezza presenti in ogni regione del nostro Bel Paese. Abbiamo bisogno di “svuotare” la testa dalle sofferenze, abbiamo bisogno di ricaricare cervello e anima di bellezza, di positività, abbiamo bisogno di musica e di sport, abbiamo bisogno di respirare aria nuova! In fondo noi Italiani siamo fortunati, possiamo ricaricarci sapendo che da un comune all’altro cambiano cibo, vini, frutti, dolci, ma non solo cambiano le feste della tradizione, i costumi, le musiche. Il teatro Italia è pronto a riaprire e a mettere in scena il più grande spettacolo dell’estate. Torneremo in settembre più ricchi per quanto avremo visto e imparato e ascoltato e assaggiato!!! Buone vacanze a tutti. Carlo Kauffmann 24oreNews

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PERSONAGGIO

RICKY TOGNAZZI

‘LA VOGLIA MATTA DI VIVERE’ A cura di ALESSANDRO TRANI

A

ttore e regista cinematografico. Figlio dell’attore Ugo Tognazzi e di Pat O’Hara, frequenta fin da piccolo i set cinematografici. Classe 1955, nato a Milano, trascorre gli anni della sua adolescenza in Inghilterra, poi ritorna in Italia e si diploma all’Istituto di Stato per la cinematografia. Inizia a lavorare come aiuto regista per Luigi Comencini, Pupi Avati e Maurizio Ponzi. Dedica la prima metà degli anni ‘80 all’attività di attore, collezionando grandi e piccoli ruoli. Il suo esordio come regista risale al 1987, quando dirige “Fernanda”, episodio di “Piazza Navona”, film tv ideato da Ettore Scola. Da quel momento, inizia un’attività piuttosto prolifica come regista, passando con disinvoltura dietro la macchina da presa e davanti. Nel 1994 Ricky recita in “Maniaci sentimentali”, di Simona Izzo, che sposerà nel ‘95: da allora, nel corso delle rispettive carriere, hanno sempre lavorato l’uno al fianco dell’altra. Ha firmato la regia del docufilm ‘La voglia matta di vivere’ dedicato a papà Ugo, che quest’anno avrebbe compiuto cento anni.

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Ricky Tognazzi

Ugo Tognazzi in compagnia del figlio Ricky nel 1965

Cominciamo con la tua più recente fatica registica dedicata al grande Ugo Tognazzi, a 100 anni dalla nascita. Sì, quest’anno è uscito il libro “La vita, gli amori e gli scherzi di un papà di salvataggio” che ho fatto insieme ai miei fratelli, e io ho realizzato un documentario “La voglia matta di vivere” che richiama un titolo di Luciano Salce. Ho fatto questo documentario, con la collaborazione di Gianmarco, di Maria Sole e di Thomas, che è un ritratto molto intimo: l’affettuoso ritratto di un uomo che non ha mai tentato di camuffare le sue debolezze. Sto portando il ricordo e la memoria di papà in giro per i piccoli e grandi festival in tutt’Italia. Anche se è ben vero che gli artisti non muoiono mai perché continuano a vivere nelle loro opere, è anche vero che col passare degli anni e il ricambio generazionale l’attenzione anche mediatica tende inevitabilmente a scemare, e quindi va rinnovata. Respiri Cinema sin da ragazzino. Da ragazzino vivevo con mia madre a Milano prima di andare a studiare in Inghilterra. In un’epoca in cui io ero l’unico con i genitori separati, in classe ero visto come una mosca bianca. Fatto sta che d’estate andavo da mio papà e quindi passavo gran parte delle mie vacanze a seguirlo sui set dove giravano, spesso in posti meravigliosi. Ho vissuto l’infanzia e la mia adolescenza vivendo dentro questo spettacolare mondo del Cinema, da dentro. Per un bambino tutto era

affascinante, la macchina da presa era una bestia grande così, poi c’erano i bruti, così si chiamavano i carrelli, e tutto era straordinariamente felliniano. Era un ambiente dove il Cinema si respirava. Noi abbiamo avuto il Grande Cinema italiano e io ho avuto la fortuna di viverlo, di condividere la mia vita non solo con papà ma anche con quelli della sua generazione. Avresti voluto fare qualcos’altro oltre al Cinema? Nemmeno potevo immaginare di fare qualcos’altro, dopo quelle estati meravigliose. Mio padre non mi ha incoraggiato a fare l’attore come professione anche se mi ha sempre coinvolto ad andare sul set a fare “suo figlio”. A tutti noi diceva «Non dovete fare gli attori» «Io ho avuto successo, ma uno su mille ce la fa». Di tutti e quattro solo Gianmarco ha fatto l’attore. Io sono stato il primo a fare una bella carriera; poi in ogni carriera ci sono alti e bassi. Comunque, ce l’abbiamo fatta tutti. Un insegnamento importante di papà Ugo. Non so se l’ho imparato, ma quello

che trasmetteva lui era il grande entusiasmo, la grande passione che metteva in ciò che faceva. E lui faceva tutto con un grande spirito, con una voglia matta di farle, con entusiasmo oppure con l’incazzatura, perché quando si arrabbiava era terribile. E, se non gli piaceva una cosa, combatteva fino a che la si facesse come diceva lui. È noto che gli piacesse cucinare e che tenesse molto ai giudizi degli ospiti. Papà era un appassionato, gli piaceva cucinare e ha scritto 6 libri di cucina. Però come carattere era uno sperimentatore, come nei film. Quindi, se aveva ospiti a tavola e magari era tornato da un viaggio con dell’ippopotamo, della balena o altre cose insolite, amava sperimentare a costo e a rischio di fare magari “una grandissima cagata”, come diceva il buon Villaggio. Al giudizio però teneva tantissimo. Erano note le sue “ultime cene”. La cena si doveva chiudere con una votazione segreta: distribuiva dei foglietti e chiedeva un giudizio. Queste le possibilità per ogni piatto: straordinario, ottimo, buono, 24oreNews

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PERSONAGGIO/Ricky Tognazzi

Ricky Tognazzi con la moglie Simona Izzo

sufficiente, cagata, grandissima cagata. Una volta su una pasta e fagioli uscì “grandissima cagata” e Ugo si offese da morire. Naturalmente quasi sempre si scherzava, però sulla cucina l’umorismo non gli veniva tanto bene. Però era un papà divertente. Raccontaci qualche aneddoto, dai ricordi d’infanzia. Io sono cresciuto fino all’età di 12 anni convinto che mio papà facesse le uova. Non era esattamente uno scherzo, si trattava un numero che mi faceva spesso, mentre eravamo seduti a tavola a pranzo, al ristorante o a casa. Così cominciava a fare “co co co”, il verso della gallina. Avevo 5, 6, 7 anni e lo guardavo meravigliato, poi papà si alzava dicendo “È venuto bene, tieni!” e mi regalava l’uovo. E io rimanevo basito ogni volta. Vai a spiegare ai compagni di scuola che mio padre faceva le uova… ho fatto 8

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la figura del deficiente per anni! Parliamo del Richy attore. Fare l’attore è un lavoro serio, molto difficile, un lavoro che impegna. È il tuo strumento di lavoro, è il tuo fisico, è la tua voce, è la tua psiche che devi mettere in scena. Ho fatto un film sul mestiere dell’attore che si chiamava “Piccoli equivoci”, con Castellitto. Ed era non a caso una storia di nevrosi, perché Sergio diceva che “un verduraio quando chiude il negozio la domenica rimane sempre un verduraio, mentre un attore che non lavora, un attore che non ha il suo personaggio, è un uomo a metà”. Io però lo faccio con uno spirito molto giocoso e quando faccio l’attore mi diverto. Cosa ci dici di Richy regista? Dico che il mestiere del regista ti regala tante soddisfazioni ma dopo tanta fatica. Perché è un mestiere realmente molto faticoso: ore e ore

di lavoro, di incertezze, di dubbi… Poi non vai mai sul set tranquillo. Io non ho mai dormito la notte prima di andare sul set e ancora oggi, anche se devo fare un carosello o uno spot, la notte precedente non dormo o mi addormento alle 5 o alle 6 del mattino. Poi mia moglie di solito è la sceneggiatrice dei miei film: litighi con lei fino a mezzanotte, all’una, alle due. Una moglie come regista c’è complicità tra voi? Certo! Noi lavoriamo e abbiamo fatto quasi tutto insieme. Lei è come una specie di pappagallo su un trespolo mentre sto girando. Mi suggerisce e mi dice anche perché magari ha scritto lei stessa quella scena, per cui si aspetta cose che io non vedo. Capita talvolta di mettere in scena una visione molto parziale delle cose, che non corrisponde necessariamente con quella dello sceneggiatore, tantomeno di un altro regista che poi putacaso è pure tua moglie. Per cui c’è la sua idea, c’è la mia idea, la discussione, il dibattito… e poi si fa una cosa che spesso è l’una o l’altra e a volte una via di mezzo. Un sogno nel cassetto? I sogni sono brevi quelli del cinema … il sogno è sempre riuscire a fare un altro film dopo. Il successo è questo, poi alla fine, il successo è riuscire a continuare a lavorare e ad ottenere la libertà di fare quello che ti piace veramente piuttosto che quello che ti viene chiesto di fare. Per cui il sogno è continuare a lavorare più liberamente possibile.



ARTE E CULTURA/Mostre

FOTOGRAFE!

Firenze - Villa Bardini | Forte Belvedere Dal 18 giugno al 2 ottobre

DAGLI ARCHIVI ALINARI A OGGI A cura di FRANCO DÊALESSANDRO

D In alto: Bettina Rheims, Madame Jacquot, Ritratto dell’attrice Charlotte Rampling - Parigi: Marzo 2009 - Archivi Alinari, Firenze; sopra: Alba Zari, Reimagining the family archive, 2017 Hahnemühle natural paper - Mat Hemp Rag. Nella pagina a fianco in senso orario: Federica Belli, The lens (Through Which We See Ourselves), 2018 - Stampa digitale Fine Art ai pigmenti di colore su Hahnemuhle Photo Rag; Sofia Uslenghi, ART noJECT #12, 2021 - stampa digitale Fine Art ai pigmenti di colore - ©Sofia Uslenghi, Courtesy Galleria Valeria Bella, Milano; Helene Magdalena Hofmann, Sand am Main 1870 Grado 1956 - Tre uomini alzano i cappelli in segno di saluto - post 1904 aristotipia - Archivi Alinari - Firenze 10

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all’800 a oggi Firenze celebra le ‘Fotografe!’, questo il titolo della mostra che, inaugurata lo scorso 18 giugno, si potrà visitare a Villa Bardini e Forte Belvedere fino al 2 ottobre. Un nuovo e ambizioso progetto espositivo che ha per protagoniste assolute le fotografe di ieri e di oggi. La rassegna unisce le sale delle due sedi ospitanti in un unico itinerario, ricco e suggestivo, che propone opere originali degli Archivi Alinari a produzioni contemporanee. Partendo dagli esiti della ricerca negli Archivi Alinari, il progetto espositivo crea un percorso che intreccia e ripropone in maniera sincronica una storia che dalla fotografia delle origini attraversa il Novecento e arriva ai nostri giorni, affiancando i primi procedimenti fotografici alle sperimentazioni contemporanee. La mostra non segue quindi un andamento cronologico, ma è costruita per analogie, differenze, suggestioni, per temi e generi, primo tra tutti il ritratto fotografico, mettendo insieme in un unico percorso fotografie e fotografe nate in epoche, luoghi e contesti sociali diversi: l’intento è non tanto e non solo la ricerca di uno specifico e quanto mai ipotetico ‘sguardo femminile’, quanto l’individuazione della centralità di alcune personalità -


spesso sottostimate - nello sviluppo della ricerca fotografica sin dai suoi albori. La presenza delle autrici contemporanee costituisce un ulteriore momento di riflessione che investe le pratiche artistiche odierne, a partire dal rapporto con il passato e con la memoria, siano esse individuali o collettive, all’interno di un mondo in continuo mutamento, dove anche i ruoli sociali e i paradigmi ad essi legati sono in costante divenire. Esposti dalle ‘vintage prints’ album e negativi dagli Archivi Alinari, opere provenienti dalle diverse collezioni di più di quaranta fotografe, in molti casi inedite, a partire da quelle delle prime dagherrotipiste degli anni ’40 dell’Ottocento, come la francese Bernardine Caroline Théodora Hirza Lejeune (Parigi 1824-1895). Le stampe originali di Julia Margaret Cameron, Dorothea Lange, Margaret BourkeWhite, Lucia Moholy, Maria Mulas, Ketty La Rocca, Lisetta Carmi, Diane Arbus, Bettina Rheims, per citarne solo alcune, si confrontano con le produzioni di dieci autrici italiane, Eleonora Agostini, Arianna Arcara, Federica Belli, Marina Caneve, Francesca Catastini, Myriam Meloni, Giulia Parlato, Roselena Ramistella, Sofia Uslenghi, Alba Zari, rappresentanti della più giovane generazione, nata dopo il 1980,

che va affermandosi in questi anni sia sul piano nazionale che su quello internazionale, presenti con opere che interagiscono con il patrimonio storico Alinari. Le autrici innescano dunque una conversazione ideale con le fotografie storiche e con l’archivio stesso, così da esaltarne la matericità e l’aura, proponendo in questo modo anche nuove chiavi di lettura alle immagini provenienti da un passato talvolta lontanissimo. Grazie a Calliope Arts, ente no profit con sede a Firenze e Londra, nato per valorizzare e salvaguardare il patrimonio culturale delle donne attraverso il suo progetto ‘Restoration Conversations’, la mostra si arricchisce di due sezioni dedicate a fondi degli Archivi Alinari: quello delle sorelle Wanda Wulz (Trieste 1903-1984) e Marion Wulz (Trieste 19051990) e quello di Edith Arnaldi (Vienna 1884-Roma 1978), nota soprattutto come scrittrice ed artista di area futurista con lo pseudonimo di Rosa Rosà, che è tra le artiste selezionate per la mostra della Biennale Arte di Venezia curata da Cecilia Alemani. La mostra, a cura di Emanuela Sesti e Walter Guadagnini, è promossa dalla Fondazione Alinari per la Fotografia e dalla Fondazione Cr Firenze, in collaborazione con il Comune di Firenze. 24oreNews

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ARTE E CULTURA/Danza

ROBERTO BOLLE AND FRIENDS TOUR A cura di ALDO MARTINI

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ieci anni dal primo sold out all’Arena di Verona: Roberto Bolle portò per la prima volta il suo Gala “Roberto Bolle and Friends” nel 2012 all’Arena, scommettendo su se stesso e sulla danza. Da allora, si è tramutato in un appuntamento regolare e amatissimo. La sua folgorante carriera, iniziata giovanissimo dopo il diploma alla Scuola di Ballo del Teatro alla Scala e l’ingresso nella compagnia scaligera, gli inviti nei più importanti teatri del mondo conteso come guest star, il corteggiamento mediatico di magazine e tv, la presenza da protagonista e testimonial ai grandi eventi internazionali, fanno di Roberto Bolle un caso unico di ballerino che riesce a portare al balletto, come nessun altro, grandi folle e trepidanti entusiasmi. Forte della sua esperienza sui palcoscenici più importanti del mondo l’artista riesce a rendere ognuno di questi spettacoli unico nel suo genere ricreando un’atmosfera magica che celebra la bellezza, l’eleganza di questa forma d’arte. Creato nel 2008 allo scopo di portare la danza classica in luoghi inediti, iI Galà “Roberto Bolle and Friends”, di cui Roberto non è solo interprete ma anche Direttore Artistico, è diventato uno straordinario strumento di diffusione della danza e delle sue eccellenze ad un pubblico trasversale. Per i ballettomani dei nostri giorni un Galà è un prezioso appuntamento: per assecondare quell’amore per il virtuosismo, esibizionistico e sottilmente esaltante, intrinseco all’arte del balletto, e per appagare l’adorazione divistica che le sue star sanno suscitare. Per i neofiti della danza, trovare riuniti i brani più belli e famosi del repertorio ottocentesco e novecentesco, insieme ai migliori ballerini del momento, è invece l’occasione per accostarsi con facilità e in un’unica serata all’universo del balletto. Accanto a Bolle alcuni ballerini appartenenti alle più importanti compagnie di danza internazionali per realizzare

un programma sorprendente, in grado di affascinare un numero di spettatori sempre più vasto ed eterogeneo. Roberto infrange costantemente i tabù che costringono il balletto ad arte di nicchia portando sullo stesso palco grandi classici e coreografie nuove e innovative scegliendo di esibirsi con il meglio della danza mondiale. La nuova tournée estiva è partita in giugno nella sua città di adozione, Milano, presso il Teatro degli Arcimboldi. A luglio sarà il turno di Roma, alle Terme di Caracalla il 12, 13 e 14, per proseguire con le tappe di Firenze sabato 16, in Piazza della SS. Annunziata, mercoledì 20 all’Arena di Verona, il 27 a Genova presso i Parchi di Nervi, e concludersi venerdì 29 luglio al Teatro Antico di Taormina. 24oreNews

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ARTE E CULTURA

DURAN DURAN IN ITALIA PER I 40 ANNI DI RIO A cura di RANUCCIO BASTONI

«È

bello, dopo due anni di segregazione a causa del covid, ritrovarci sul palco, davanti ad un pubblico vero, in carne e ossa, e soprattutto in Italia. Adoriamo l’Italia, dove migliaia di fan ci seguono e ci amano da tempo immemorabile. Abbiamo portato vecchie canzoni e successi mondiali, tratti dal nostro secondo album “Rio”, ma anche qualcosa

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24oreNews

di nuovo e di inedito, dal nostro ultimo disco “Future past”. Sì, stasera nel Parco Bussoladomani a Lido di Camaiore (Lucca), per il Festival “La Prima Estate”, festeggeremo il nostro ritorno in mezzo alla gente e il quarantesimo compleanno dalla nascita di “Rio”». Simon Le Bon, il “capo” dei Duran Duran, il gruppo inglese che quarantadue anni fa conquistò il mondo, parla dal gigantesco palcoscenico costruito in mezzo al

parco a un centinaio di metri dal mare, in Versilia, davanti a una folla oceanica che lo ascolta attenta, mentre migliaia di telefonini lampeggiano in una specie di rutilante balletto di luci. Accanto a lui il gruppo storico: John Taylor, Nick Rhodes e Roger Taylor. È l’unico concerto in Italia del gruppo musicale che finalmente ha ripreso il suo girovagare per mezzo mondo tornando a cantare dal vivo, sempre attenti però alla prevenzione:


Photo Credit New Reporter Press

Musica

la pandemia è sempre in agguato e se venissero colpiti dal coronavirus, anche se in modo superficiale, la conseguente micidiale quarantena manderebbe all’aria la prosecuzione del tour. In Italia sono arrivati preceduti dalla notizia che erano entrati a far parte della celebre “Rock and roll Hall of Fame”, fondazione nata a Cleveland negli USA nel 1986 e che, come è noto, raccoglie singoli artisti, o gruppi, solamente dopo che sono trascorsi almeno 25 anni dalla pubblicazione della loro prima incisione. Le nomine sono rivolte esclusivamente a coloro che hanno giocato un ruolo di significativa influenza nella storia del rock. A Los Angeles, per la presentazione del calendario della band per l’estate 2022, a chi gli chiedeva di commentare questo importante riconoscimento, Simon aveva risposto scuotendo la testa. «Sì - aveva ammesso - i Duran Duran hanno fatto molto e bello, ma non hanno mai cercato di ottenere premi importanti. Se arrivano, siamo felici, ma noi siamo una band di tutti, della gente. E per noi è sempre stato fondamentale fare musica che ci raccontasse, per regalare momenti indimenticabili a tante persone. Non abbiamo mai creato con l’obiettivo di avere targhe importanti, ma solo perché ci piaceva suonare, divertirci e trasmettere questo nostro entusiasmo alla gente». Per quasi due ore Simon Le Bon canta e dialoga col pubblico. Salta da un capo all’altro dell’immenso palcoscenico, duetta coi compagni, senza sosta. Quando le luci sulla platea gremita si abbassano e sfavillano le centinaia di riflettori che sparano lame di luci

sul palco, dagli altoparlanti si levano le note dell’attacco della canzone “Wild boys”, un profondo boato sale dal pubblico e cominciano a scattare i flash dei cellulari. Ragazze e ragazzi giovanissimi ballano nella fitta folla mischiandosi a più attempati ammiratori ed eleganti signore: la macchina del tempo della musica ha riportato tutti agli anni Ottanta e Simon Le Bon avverte il profondo brivido che sale dalla pista e lo travolge mentre sull’enorme fondale scorrono potenti immagini coloratissime. È la rivoluzionaria coreografia voluta dai Duran Duran per questa esibizione: nessun ingombro sul palco, nessuna infrastruttura, solo dei giganteschi schermi dove una intelligenza artificiale dà vita a uno spettacolo nello spettacolo, ispirandosi ai testi ed alle note della band. A Los Angeles Simon aveva già annunciato che la band non sarebbe rimasta insensibile ai momenti tragici che sta vivendo e stanno insanguinando l’Europa: la guerra in Ucraina… «Vogliamo dedicare la prossima canzone, “Ordinary world”, al popolo ucraino, colpito dalla guerra» dice infatti dal palco prima di intonare la celebre canzone, a circa metà concerto. «Nonostante tutto quello che sta accadendo, non dobbiamo mai rinunciare alla speranza. Cerchiamo sempre la pace». Uno stormo di colombe bianche si materializza sul palco e fluttua sulle note della canzone; il battito delle ali le sottolinea e volano, volano le colombe entrando ed uscendo dalla scena, inseguendosi. È la speranza della pace, la fine del conflitto, il ripudio della guerra, secondo Simon Le Bon e i Duran Duran.

LA PRIMA ESTATE Questo insolito festival a Lido di Camaiore, ideato da Mimmo D’Alessandro con Alessandro Galli, titolari dell’agenzia di spettacolo fra le più importanti d’Europa, è al debutto, in mezzo al Parco Bussoladomani, dove negli anni Settanta Sergio Bernardini, dopo aver lanciato il music-hall in Italia alla celebre Bussola di Focette, aveva fatto sorgere uno “chapiteau” dedicato ai grandi eventi musicali e artistici. Coraggioso esperimento che in breve tempo fece diventare Lido di Camaiore e la Versilia un polo di attrazione internazionale proponendo i nomi più famosi delle sette note, del teatro e del varietà da Donna Summer a Barry White, a Renato Zero. Fu qui che nel 1978 Mina dette l’addio ai concerti dal vivo con una serie di recital rimasti nella memoria di tutti.

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Etro

Zegna

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Prada

Giorgio Armani

MILANO MODA UOMO - ESTATE 2023 16

A cura di PATRIZIA COLOMBO

Quanto visto sulle passerelle di Milano Moda Uomo nei giorni appena trascorsi è un invito a guardare avanti, a proiettarsi verso il futuro. Le Collezioni maschili per la Primavera Estate 2023 ci lasciano un desiderio di leggerezza, serenità, ottimismo che si traduce in un guardaroba più confortevole e rilassato, qualcosa di «credibile e rassicurante», per usare le parole di Giorgio Armani. «È vero che è bello vedere un uomo vestito bene, ma è altrettanto bello vedere un’evoluzione della moda. Ben venga il classico, che ho sempre fatto, ma anche le novità».


Brunello Cucinelli

bbana Dolce & Ga

Tod’s

Fendi

Versace

Dsquared2

FASHION/Uomo

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FASHION

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Luisa Spagnoli

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Molly Goddard

Altuzarra

CRIDA Milano

Sembrano abiti da sposa, ma fanno parte delle collezione pret-àporter degli stilisti. Alcuni hanno accenni couture, altri sono ipersensuali. Ma tutti sono rigorosamente bianchi e richiamano l’estetica dei wedding dress. Li scegliamo per il mare, proprio perché sono freschi e facili… ma, poi li usiamo anche in città perché basta cambiare gli accessori e oplà li usi night and day: lunghi o corti, larghi o stretti, a ciascuno il suo!

Alberta Ferretti

A cura di PATRIZIA COLOMBO


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CLARINS BODY FIT Crema anticellulite Questa crema agisce sui tre tipi di cellule cutanee che causano la cellulite (adipociti che producono fibre, che bruciano il grasso e che lo accumulano) per tonificare, rassodare e definire ad ogni applicazione. La texture ultra-fresca garantisce un effetto lifting immediato, donando alla pelle una sensazione di leggerezza generale. Body Fit riduce la visibilità dei cuscinetti, affina, rimodella immediatamente e ridisegna la silhouette.

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SENSAI SILKY BRONZE CELLULAR PROTECTIVE CREAM FOR FACE Crema solare Crema solare multi‑protettiva e resistente all’acqua che difende la pelle del corpo dai raggi UV donandole un aspetto setoso. Il Sun Ageing Care Complex uniforma l’incarnato, mentre l’estratto di Tè Bianco protegge dagli effetti ossidanti dei raggi UV, contrastando i segni dell’invecchiamento dovuti all’esposizione al sole. La nuova formula resistente allo sfregamento consente di godere appieno della vita all’aria aperta per tutta l’estate.

CLARINS SUMMER OASIS TERRA & BLUSH + KABUKI Make-up Un trio estivo irresistibile: una terra abbronzante, un illuminante per scolpire i lineamenti e un blush pesca per donare alle guance un piacevole effetto bonne mine. Lucentezza iridescente, fruttata o ambrata: da una tonalità all’altra, divertiti a creare innumerevoli abbinamenti di colori, per straordinari look esotici. È l’accessorio indispensabile per sublimare il colorito con un make-up su misura, perfettamente affine alla pelle.

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HI-TECH by VILLAGGIO TECNOLOGICO www.villaggiotecnologico.it

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SONY WH-1000XM5

HUAWEI MATEPAD PAPER

KIPPY EVO GPS

SLEEPHOHO

Un concentrato di tecnologia e musicalità, che pongono queste cuffie della multinazionale giapponese su un livello davvero elevato di affidabilità. Se in passato si faceva un po’ di fatica a distinguere le varie generazioni solo dall’estetica, le M5 appaiono completamente diverse già ad una prima occhiata. Hanno un design moderno e minimale, con padiglioni grandi e ben imbottiti. Hanno una qualità audio di altissimo livello, con una delle migliori tecnologie per la cancellazione del rumore disponibili al momento. Permettono di isolarsi completamente dal mondo esterno, ma hanno anche funzioni per attivare il passaggio del suono quando serve. Funzionano con qualsiasi dispositivo Bluetooth e sono compatibili con Alexa e Google Assistant. Costi da 369€.

Il nuovo tablet E Ink con display FullView da 10,3 pollici, è l’ultimo arrivato nella famiglia MatePad. La volontà di Huawei è quella di offrire un tablet che serva sia per accedere alle app preferite che per leggere, senza stancare gli occhi, e prendere appunti. Non a caso, MatedPad Paper supporta la penna M-Pencil di seconda generazione per scrivere e disegnare, con un feedback simile a quello del tratto su carta. Ha 4 gb di ram, 64 Gb di memoria interna e, stranamente, nessuna fotocamera per videochiamate o videocall di lavoro. Il dispositivo però include già diversi software atti a sfruttare pienamente la penna, come quelli per firmare i documenti, convertire le note in testo e registrare note vocali mentre si scrive. Costa 499€.

Un super GPS localizzatore per cani e gatti che permette non solo la localizzazione dell’animale in tempo reale ma anche il tracking delle sue attività, insomma un vero e proprio “petsmartphone”. Si adatta ad ogni collare e può essere fatto indossare anche al gatto più schivo e al cane più giocherellone! Grazie alla sua app puoi sapere dove si trova il tuo amico e quanta attività motoria sta facendo. È realizzato con tecnologia all’avanguardia che unisce GPS, GLONASS, Triangolazione celle, WiFi e Bluetooth. In questo modo è in grado di localizzare il tuo amico peloso quando corre libero all’aperto o si aggira curioso per le stanze della casa. Ti basta aprire la app per essere aggiornato in tempo reale sulla sua posizione.

È ideato per aiutare le persone a dormire meglio la notte. Chi ha difficoltà ad addormentarsi, poiché soggetto a risvegli ripetuti o insonnia, è esposto a numerosi problemi che vanno dal diabete all’asma, oppure da cardiopatie ad artriti e depressione. Grazie ad appositi sensori, questo piccolo robot è in grado di rilevare la qualità del sonno e le condizioni ambientali degli occupanti della camera da letto. Monitorando lo stato di sonno, in caso il dispositivo dovesse rilevare alcuni problemi, SleepHoHo entrerebbe in gioco automaticamente con suoni, luci, aromi da diffondere nell’aria o ultrasuoni per allontanare gli insetti e fornendo la soluzione di risveglio più adatta. Si può ancora finanziare il progetto e ricevere un esemplare di robot a 123€, su www.kickstarter.com.

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HITECH/Innovazione&Futuro

Il momento in cui potremo acquistare abiti smart capaci di monitorare il nostro stato fisico o comunicare con gli altri si avvicina sempre di più. E il bello è che a fornire l’energia per alimentare questi dispositivi sarà il nostro stesso corpo. Ce lo spiega il giornalista Romualdo Gianoli.

GLI ABITI CHE CREANO ENERGIA ELETTRICA

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uesta possibilità arriva dallo Sri Lanka, dove l’ing. Ishara Dharmasena e un gruppo di ricercatori dell’Università di Moratuwa hanno sviluppato una nuova tecnica di produzione per creare tessuti che incorporano generatori di corrente piccolissimi, delle dimensioni del miliardesimo di metro, chiamati “nanogeneratori triboelettrici” (TENG). E la cosa bella di questo sistema è che tutti noi possediamo la capacità di far funzionare questi generatori semplicemente grazie al nostro corpo. Quando due corpi di materiale diverso (di cui almeno uno isolante) vengono strofinati fra loro si determina un trasferimento di cariche elettriche: si riesce a generare una tensione elettrica a partire dal movimento. […] La quantità di carica elettrica che si produce può dipendere da tanti fattori come il tipo di materiali, l’ampiezza della superficie di contatto, l’intensità dello sfregamento e così via […]. Se questo è il principio fisico che sta alla base, è chiaro che per renderlo utilizzabile, bisogna sviluppare un’apposita tecnologia ma, soprattutto, renderla abbastanza semplice, facilmente replicabile e sufficientemente economica. Da anni si conducono esperimenti con tessuti in grado di produrre energia ma, finora, i risultati sono stati fortemente limitati dalle caratteristiche dei materiali: eccessivo peso, rigidità e alti costi realizzativi. Al contrario, uno degli aspetti più promettenti della ricerca di Dharmasena è che essa ha dimostrato che si possono trasformare comuni materiali tessili in tessuti che generano energia, usando metodi consolidati come il rivestimento del filato, il rivestimento a immersione e la serigrafia. La tecnica

sperimentata supera i vecchi problemi e permette di realizzare dispositivi con una migliore produzione di elettricità e che soddisfano la maggior parte dei requisiti di comfort e durata richiesti ai prodotti tessili. Insomma, il gruppo di Dharmasena ha dimostrato la possibilità pratica di ottenere un prodotto commerciale in tempi ragionevoli. Ha realizzato un prototipo di tessuto TENG leggero e sottile, delle dimensioni di 4 cm per 4 cm che però è stato in grado di produrre oltre 35 V di tensione, a partire da leggeri movimenti artificiali che simulavano i movimenti lenti del corpo. Con un simile risultato si potrebbero già alimentare dispositivi elettronici a bassa potenza come sensori indossabili per monitorare la salute o sensori ambientali o dispositivi di comunicazione. È solo questione di tempo e di trovare finanziatori disposti a investire in questi progetti. Al momento Dharmasena e il suo gruppo sono alla ricerca di collaborazioni industriali quindi, se qualcuno fosse interessato, può farsi avanti! 24oreNews

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RUOTE & MOTORI

NUOVA JEEP GRAND CHEROKEE TRENT’ANNI E NON SENTIRLI

A cura di LUCA MEDICI

luca@my-home.biz

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no slogan perfetto per la nuova Jeep Grand Cherokee, quinta generazione del suv a stelle e strisce che ha debuttato nel lontano 1992. Questa Jeep top di gamma si pone in diretta concorrenza con marchi blasonati come Range Rover, BMW, Mercedes, ma anche Alfa Romeo, Jaguar e Audi e dunque ci dobbiamo attendere il meglio… Vediamo cosa offre e come affronta la strada questo bestione di quasi cinque metri di

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lunghezza e una stazza che supera i 2.500 kg. Chi legge i miei articoli conosce la mia passione per il design, per le cose ben fatte, ma soprattutto per la ricercatezza dei dettagli che rendono unica un’automobile. Al primo colpo d’occhio la nuova Cherokee dissimula bene la sua mole grazie ad una carrozzeria elegante, ben proporzionata, dove tutto è al posto giusto. Mi piace il frontale, con griglia e gruppi ottici sottili, che contraddistinguono anche il poste-


riore, donando all’insieme leggerezza e modernità. La vista laterale evidenzia la generosità del suo abitacolo, capace di accogliere in modo sontuoso i suoi occupanti, regalando abbondanza di centimetri in ogni direzione. Il baule, ben rifinito, è in grado di trasportare oggetti ingombranti oppure le valigie di tutta la famiglia, sempre comodo il portellone elettrico. L’abitacolo presenta un design nuovo, moderno, e tecnologico. Tutto è stato riprogettato, il layout è funzionale e tutto si trova al posto giusto. L’ergonomia è curata, i dettagli pure con finiture all’altezza della situazione. Quasi opulenta, in perfetto stile yankee, dove tutto è compreso per coccolare i suoi ospiti. Troviamo sedili elettrici e massaggianti, clima bi-zona davanti e regolabile anche per i posti dietro, strumentazione digitale configurabile, schermo da oltre 10 pollici dedicato all’infotainment, un monitor Lcd dedicato al passeggero lato guida dove poter guardare dei film, head-ip display, select terrain con ben cinque impostazioni, materiali pregiati come legno, alluminio e pelle

ovunque e sistemi Adas con guida assistita di livello 2. Si viaggia in un ambiente silenzioso e rilassante grazie alle sospensioni studiate per regalare un comfort di alto livello. Sotto il cofano non troviamo un possente V8, ma un “modesto” due litri quattro cilindri turbo benzina accoppiato a due motori elettrici capace di erogare ben 380 cavalli… niente male! La casa promette circa quaranta chilometri a zero emissioni grazie alla batteria da 17,3 kWh posta sotto al pianale. Per chi desiderasse spingersi in off-road questa nuova Cherokee offre una trazione integrale Quadra-trac e un cambio automatico a 8 marce molto dolce e reattivo, per affrontare in tutta sicurezza anche percorsi impegnativi, sempre che abbiate voglia di portare al limite un’automobile dal valore di circa 100mila euro. L’uscita sul mercato è prevista nel corso di questo terzo trimestre 2022: probabilmente questa nuova Jeep arriverà in Italia solo in un’unica versione, ma ricca di tanta utile tecnologia e tanta voglia di percorrere molti chilometri in tutto relax. 24oreNews

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RUOTE & MOTORI

1000 MIGLIA 2022

ANDREA VESCO E FABIO SALVINELLI SI CONFERMANO CAMPIONI

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er il secondo anno consecutivo la 1000 Miglia ha riacceso i motori alle porte dell’estate. Da mercoledì 15 a sabato 18 giugno, 425 vetture straordinarie hanno fatto rivivere il mito della Freccia Rossa sulle strade d’Italia attraversando circa 250 comuni per quasi 2000 chilometri in 4 giorni. Nata nel 1927 come gara di velocità da un’idea di Giovanni Canestrini, Franco Mazzotti, Renzo Castagneto e Aymo Maggi, la 1000 Miglia è oggi la corsa per auto storiche che attraversa gli scenari unici dell’Italia più bella, una gara definita da Enzo Ferrari come un “museo viaggiante” unico nel suo genere e oggi riconosciuta come “la Corsa più bella del mondo”. L’edizione 2022 ha tagliato il traguardo delle 40 rievocazioni, dalle 2 a cadenza quinquennale del 1977 e 1982, alla biennale del 1984 fin o alle annuali dal 1986 a oggi. Come da tradizione la

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Nell’ultima giornata la gara ha fatto tappa al circuito di Varano de’ Melegari per delle prove cronometrate e all’Autodromo di Monza, dove in contemporanea si è tenuta la seconda edizione del MiMo (Milano Monza Motor Show). La rievocazione della 1000 Miglia e l’Autodromo di Monza sono legati a doppio filo fin dall’edizione 2015, quando la gara fece il suo ingresso nel Circuito per la prima volta nella storia. Fu un passaggio simbolico e a suo modo storico. La leggenda narra infatti di una presunta rivalità tra l’Automobile Club di Brescia e Monza dovuta proprio alla nascita dell’Autodromo, costruito in Brianza a pochi mesi dal primo Gran Premio d’Italia disputato nel settembre del 1921 sul circuito stradale di Montichiari. Una delle ipotesi più accreditate è che la 1000 Miglia stessa sia stata, nel 1927, il modo bresciano per riappropriarsi dei riflettori che dal 1922 erano puntati su Monza.


Corsa storica è tornata a ricalcare le principali città del tragitto originale in 4 tappe, partendo da Brescia e viaggiando attraverso Sirmione, Mantova, Ferrara, Cervia, San Marino, Urbino, Norcia, Terni, Roma (con la consueta passerella su via Veneto), Siena, Viareggio, Parma e Pavia, per poi rientrare a Brescia. Andrea Vesco e Fabio Salvinelli hanno vinto questa edizione 2022. L’equipaggio numero 46, a bordo di Alfa Romeo 6C 1750 SS ZAGATO del 1929, ha fatto il bis del successo ottenuto nell’edizione 2021. Vesco, trionfatore anche nel 2020 a fianco di papà Roberto, ha sfatato il tabù del “non c’è due senza tre”. In 39 rievocazioni, infatti, solo Giuliano Canè era riuscito (tra il 1998 e il 2000) a imporsi in 3 edizioni consecutive della “corsa più bella del mondo”. Al 2° posto, proprio come un anno fa, l’equipaggio numero 40 formato da Andrea Luigi Belometti e Gianluca Bergomi su Lancia Lambda Spider Tipo 221 del 1929. Terzo gradino del podio per l’equipaggio numero 8 formato da Lorenzo e Mario Turelli su O.M. 665 S MM Superba 2000 del 1929. A Silvia Marini e Irene Dei Tos, su Bugatti T40 del 1929, va invece la Coppa delle Dame. La gara, intensa e impegnativa, ha richiesto agli equipaggi grande abilità su 115 Prove Cronometrate e 8 Prove di Media. Come già accaduto nella scorsa edizione, anche la 1000 Miglia 2022 è stata accompagnata dalle auto ad alimentazione alternativa della 1000 Miglia Green, dai modelli del Ferrari Tribute e dalla 1000 Miglia Experience, il format dedicato alle moderne supercar. La 1000 Miglia è stata inoltre l’occasione per rinnovare l’impegno con la Ricerca. Al fianco delle auto storiche ha infatti viaggiato la speciale Pink Car di Fondazione Ieo-Monzino, per promuovere la raccolta fondi a sostegno della Ricerca svolta all’interno di Ieo Women’s Cancer Center, il primo centro in Italia dedicato al mondo dei tumori femminili. Nel corso della gara vi è stata inoltre la partecipazione al volante, per la prima volta nella storia, dei due Sindaci di Brescia e Bergamo, Emilio Del Bono e Giorgio Gori, che hanno percorso un tratto di strada a bordo di una Mercedes-Benz SL AMG GLE 53 per promuovere l’iniziativa Brescia-Bergamo Capitale della Cultura 2023. 24oreNews

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MARE & MOTORI

AMALFI VINCE

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malfi si tinge di blu e festeggia fino a tarda notte la vittoria del suo Galeone alla 66a Regata Storica delle Antiche Repubbliche Marinare. Un’edizione speciale, che arriva dopo 6 anni di attesa, scandita da numeri esaltanti, cifre che scrivono la storia di un evento che rimarrà nella memoria collettiva di tutti. Con la sua 13a vittoria, Amalfi sconfigge anche la cabala: era la 17a volta che la città ospitava la Regata Storica e ha portato bene. Ancora una volta, non una sbavatura: tutti si sono divertiti con compostezza. Dai belvedere e dalle balconate, dalle barche e sui traghetti è esploso il tifo di chi abita Amalfi e delle migliaia di turisti italiani e stranieri. Solo nella giornata del Palio ad Amalfi sono passate circa 22mila persone, oltre 20 le corse delle vie del mare che hanno fatto rotta da

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LA 66ª REGATA STORICA Salerno verso Amalfi e ritorno traghettando una media di 400 passeggeri a tratta. Ogni Repubblica ha portato una rappresentanza di oltre 100 persone: 80 solo i figuranti del Corteo Storico e poi gli equipaggi e le atlete del mini palio. Ma il calore e il senso di comunità arriva anche dalle pagine social legate alla Regata e al Comune di Amalfi dove sono giunti migliaia di messaggi da tutto il mondo, senza dimenticare le visualizzazioni delle dirette che hanno toccato picchi inimmaginabili. Dietro le quinte una macchina organizzativa, che non è mai inciampata, di oltre 40 persone e poi centinaia di giornalisti, troupe televisive e cronisti che si sono immersi nello scenario di una città magica fatta di dedali, scorci mozzafiato, scalinate e case a grappoli fino a perdere la voce al grido di “Amalfi vince”.


MARE & MOTORI

VELE D’EPOCA NEL GOLFO DEI POETI A cura di MOMI SYMON

Ph Credits Paolo Maccione

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lcyone tra gli Yachts d’Epoca, varato nel 1952 su progetto del 1948, Crivizza del 1966 tra gli Yachts Classici e Gioconda del 1973 tra gli Spirit of Tradition. Sono queste le barche a vela che domenica 29 maggio alle Grazie di Porto Venere, nel Golfo della Spezia, si sono aggiudicate la vittoria nella propria categoria in occasione della 4a edizione di “Le Vele d’Epoca nel Golfo”. Le 18 imbarcazioni partecipanti, suddivise in 4 raggruppamenti (Epoca, Classiche, Spirit of Tradition, Vele Storiche) hanno disputato due regate, molto equilibrate e competitive, svoltesi con venti fino a 12 nodi di intensità nel tratto di mare compreso tra la baia di Porto Venere e l’Isola del Tino. La manifestazione, patrocinata dal Comune di Porto Venere, è stata organizzata dall’AIVE (Associazione Italiana Vele d’Epoca, www.aiveyachts.org). I partecipanti a “Le Vele d’Epoca nel Golfo” che regateranno anche al prossimo Trofeo Mariperman alla Spezia dal 17 al 18 settembre, potranno contendersi il neonato “Trofeo Vele d’Epoca nel Golfo dei Poeti” promosso da Assonautica Provinciale della Spezia. In occasione della manifestazione l’AIVE ha aderito all’invito, rivolto dall’AVIS di Porto Venere, di posizionare

sul campo di regata boe di colore giallo con il simbolo dell’associazione per sensibilizzare l’importanza della donazione del sangue per salvare vite. Anche quest’anno lo yacht Barbara del 1923 ha imbarcato un equipaggio interamente femminile al comando dello skipper Vincenzo Zaccagni. Nella giornata di domenica Grifone (1963) della Marina Militare ha regatato inalberando il guidone del Trofeo Alto Tirreno in ricordo dello storico raduno di vele d’epoca svoltosi presso l’Arsenale della Spezia nel 1989. Sempre domenica la nave scuola Amerigo Vespucci della Marina Militare ha onorato con la sua presenza il campo di regata di “Le Vele d’Epoca nel Golfo”, regalando una cartolina d’altri tempi di vela e marineria. 24oreNews

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MILANO

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T E A T R O

A cura di Ramtin Ghazavi

GISELLE

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alla sua creazione, “Giselle” è considerato l’apoteosi o, addirittura, il simbolo del balletto romantico. È Théophile Gauthier che ne suggerisce l’argomento a G. Saint-Georges, ispirandosi a un passaggio del libro di Heinrich Heine “Della Germania”, dove si narra della leggenda delle Willis, ragazze morte per amore alla vigilia delle nozze, che alla notte circondano i viaggiatori imprudenti, coinvolgendoli in girotondi e danze mortali. Una storia d’amore, tradimento e redenzione, tra feste contadine e il bianco stuolo delle Willi, affascinanti e spietate: Giselle continua a commuovere con la sua storia delicata e la sensibilità dell’interpretazione dei protagonisti, nel contrasto fra un mondo solare e un regno oscuro popolato di spiriti. Il balletto romantico di Coralli e Perrot torna nella ripresa di Yvette Chauviré, che con Giselle ha esaltato la tradizione classica in tutta la sua purezza e consegnato la sua fama al mondo.

Dal 9 al 16 Luglio

Adolphe Adam Direttore: Valery Ovsianikov Coreografia: Jean Coralli - Jules Perrot

‘GISELLE’ APPUNTAMENTI Luglio: Sa9|12|13|14|15|Sa16 h20:00

ALTRI APPUNTAMENTI DI GIUGNO Balletto

Opere

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Sa2|Ve8|Lu11 h20 + Rigoletto Giselle | Prima delle prime Me6 h18 +

AfterRite + LORE Ve1|4|6|7 h20

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MILANO

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M O S T R A PODIUM 16. I COMPASSI D’ORO DI OLIVETTI ADI Design Museum | Fino all’11 Settembre Un omaggio ai 16 Compassi d’Oro che hanno premiato i prodotti Olivetti tra il 1954 ed il 2001. Quasi mezzo secolo di presenza costante con la qualità di cui il premio è il metro. Un fenomeno che è solo uno degli aspetti della presenza di Olivetti nella cultura italiana, ma che indica l’attenzione continua e il peso del contributo dell’azienda di Ivrea nel panorama del design. Un’esposizione che vuol essere anche un contributo originale alla comunicazione con il visitatore: come esporre l’oggetto di design in modi non convenzionali, al di là della classica esposizione su un piedestallo? L’allestimento, di Giovanni Maria Filindeu con Giampaolo Scifo e Salvatore Murgia, comprende anche una serie di racconti sonori dell’esperienza Olivetti nel design: una mostra, oltre che da vedere, da ascoltare come una testimonianza viva.

ANTONIO BARRESE. MORPHOLOGY, DALL’OGGETTO ALL’IMMAGINE Fondazione Sozzani | Fino all’11 Settembre Antonio Barrese (Milano, 1945) ha esordito giovanissimo come membro del Gruppo MID (Mutamento Immagine Dimensione), fondato nel 1965 e nel tempo si è dedicato all’Arte cinetica, al design, alla narrativa visuale, alla didattica, alla teoria dell’arte e del progetto, alle ricerche morfologiche, alla fotografia e al cinema sperimentale. Questa incessante ricerca ha condotto Barrese a distillare un personalissimo linguaggio, con tratti caratteristici unici che attraversano territori espressivi differenti, dalla fotografia al design, dall’arte alla comunicazione aziendale. Il focus della mostra è la produzione di immagini, frutto di una complessa interazione tra oggetti cinetici e dispositivi di ripresa, che permette di rappresentare ciò che lo sguardo umano non percepisce e che resterebbe estraneo alla conoscenza. Il nucleo di partenza nasce dalle “Immagini Sintetiche”, che, sviluppate nel corso di sette anni dal 1965 al 1972, riguardavano la produzione di immagini astratte ottenute tramite il mezzo fotografico. GRAZIA VARISCO. PERCORSI CONTEMPORANEI 1957-2022 Palazzo Reale | Fino al 16 Settembre Una mostra antologica dedicata alla straordinaria artista milanese, protagonista della scena contemporanea italiana. Più di centocinquanta opere ripercorrono le ricerche e sperimentazioni praticate in una vita dedicata all’arte, e che rendono questa esposizione la più importante mai realizzata sinora sul suo lavoro. Il progetto, a cura di Marco Meneguzzo, documenta e restituisce oltre 60 anni di attività dell’artista, straordinaria interprete delle arti visive, internazionalmente riconosciuta come una protagonista della nostra modernità, offrendo uno spaccato del ricco e complesso universo di temi e sperimentazioni formali che ne hanno caratterizzato il percorso artistico. La mostra riunisce una preziosa selezione di opere negli ampi e prestigiosi ambienti di Palazzo Reale. 30

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ALDO ROSSI. DESIGN 1960-1997 Museo del Novecento | Fino al 2 Ottobre Per la prima volta esposti, in uno spettacolare percorso, oltre 350 tra arredi e oggetti d’uso, prototipi e modelli, dipinti, disegni e studi progettati e realizzati da Aldo Rossi, architetto, designer, teorico e critico, dal 1960 al 1997. In tutta la sua produzione, fin dai primi mobili realizzati nel 1960 con l’architetto Leonardo Ferrari, Rossi riflette sul rapporto tra la scala architettonica e urbana e quella monumentale e oggettuale. Dal 1979 si apre al mondo della produzione industriale e di alto artigianato, realizzando arredi e prodotti d’uso prima con Alessi, poi con Artemide, DesignTex, Bruno Longoni Atelier d’arredamento, Molteni&C|UniFor, Richard-Ginori, Rosenthal, Up&Up (oggi UpGroup). In quasi vent’anni di lavoro elabora più di 70 arredi e oggetti, molti dei quali ancora oggi in produzione.


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MILANO

C O N C E R T O

Inizio concerti ore 21:00 ACHILLE LAURO Martedì 5 Luglio - Ippodromo Snai-San Siro In occasione del Milano Summer Festival l’artista arriva con il suo “Superstar Electric Orchestra Tour”. Sarà accompagnato da 52 elementi, oltre ai 5 componenti della band, e porterà in scena uno show tutto nuovo, dagli arrangiamenti ai costumi. TREMONTI (ore 20:00) Mercoledì 6 Luglio - Alcatraz Dopo il successo dell’ultimo album “Marching In Time”, la band statunitense fondata nel 2011 dal chitarrista e cantante Mark Tremonti, torna in Europa con questo nuovo tour e fa tappa a Milano per un’unica data italiana. SALMO Mercoledì 6 Luglio - Stadio San Siro Il rapper sardo Salmo e la sua crew tornano in tour con il loro nuovo show per una serie di appuntamenti sui principali palchi italiani durante il quale porterà live alcuni dei brani tratti dal suo ultimo album “Flop”. CAPAREZZA Lunedì 11 Luglio - Ippodromo Snai-San Siro È ripartito il tour del cantautore pugliese che esibisce i brani di “Exuvia”, il suo ultimo album d’inediti pubblicato nella primavera del 2020 e che non ha ancora avuto una trasposizione live, insieme ai successi intramontabili della sua carriera. ALESSANDRA AMOROSO Mercoledì 13 Luglio - Stadio San Siro “Tutto accade a San Siro” il nome dell’evento che celebra il concerto numero 200 nella carriera dell’artista che, dopo tre anni di stop, torna a far cantare il suo affezionato pubblico e a vivere insieme ai fan un’esperienza e indimenticabile.

MAX PEZZALI Venerdì 15 + Sab16 Luglio - Stadio San Siro Il cantautore pavese ripercorrerà, insieme ai fan, i più grandi successi della sua carriera trentennale: da “Nord Sud Ovest Est” a “Come mai”, passando per “Sei un mito” e “Una canzone d’amore” fino ai successi più recenti. GAZZELLE Domenica 17 Luglio - Stadio San Siro Il cantautore romano definisce la sua musica come sexy-pop. Essa suscita attrazione e voglia di scoperta. Gazzelle, pseudonimo di Flavio Bruno Pardini, è tornato ad esibirsi dal vivo con i suoi più grandi successi, e sarà l’occasione per ascolta live i brani di “Ok” e “Ok un ca**o”. QUEEN AT THE OPERA Giovedì 21 Luglio - Teatro degli Arcimboldi Vere star della musica teatrale si alternano sul palco del TAM in uno spettacolare evento rock-sinfonico per rivivere con i fan dei Queen classici senza tempo come We are the champions, Bohemian rhapsody, We will rock you, The show must go on, Radio ga ga, Another one bites the dust. 24oreNews

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MILANO

I N C O N T R A

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ittorio Vaccaro, attore, regista, musicista appassionato di cucina, siciliano d’origine milanese d’adozione, ci svela la sua ricetta dove il talento trova il giusto equilibrio, grazie ad un q.b. (quel quanto basta che spesso nelle ricette ci mette in difficoltà n.d.r.) che lo rendono l’uomo che oggi, si racconta su Discovery per Food Network canale 33 in un programma tutto suo, ‘A casa cucina Papà’. La cucina è il “regno” dove la sua creatività prende forma in piatti che coniugano tradizione ed inventiva. Profondo conoscitore dei territori e dei loro prodotti, ama lavorare ai fornelli sapendo anche improvvisare una cena dell’ultima ora per la famiglia, gli amici o solo per Luna, la sua compagna, perché la cucina - parola di Vittorio - racconA cura di MOMI SYMON ta la nostra storia.

LA CUCINA È ARTE… E UNA PALESTRA DI VITA

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I N C O N T R A

Vittorio attore regista, musicista con una grande passione per la cucina. Qual è il comune denominatore? La ricerca della bellezza e del gusto è il filo conduttore di tutto ciò che amo fare. Quando cucino, sono sempre alla ricerca di un equilibrio tra gli ingredienti, che si esaltano a vicenda, appagando il palato e gli occhi.

Hai una carriera importante legata al mondo dello spettacolo. Oggi in quale direzione vai? Oggi sono arrivato a capire come ci si debba concentrare su un distillato delle nostre ambizioni, verso un obiettivo. Analizzo di più, peso maggiormente le cose. Oggi ho le idee chiare, so chi sono e dove voglio andare e la nuova trasmissione ‘A casa cucina Papà’, in onda dal 3 luglio su Discovery canale 33, è la risposta. In cucina è la tradizione siciliana a prevalere o la tua “milanesità”? Oggi cucino e faccio la spesa, avendo come bagaglio la tradizione della mia terra, la cucina dei miei, ma anche tutto quello che ho osservato e che amo di questa Milano, che ormai mi è entrata dentro. Ovunque, viaggiando, porto con me l’esperienza, i profumi, i sapori

del luogo. Poi studio, ricerco e sperimento, quindi ti rispondo che in cucina, come nell’arte, confluiscono tradizione, ricordi, esperienze. Quindi cucinare è arte? L’arte è un momento irripetibile come un concerto dal vivo, uno spettacolo teatrale e la cucina può essere la stessa cosa. Quando cucino, cerco un’ispirazione, un’idea. Ci porto tutto me stesso, mettendomi in gioco: tra i fornelli come sul palco, sono Vittorio. La differenza tra interpretazione ed esecuzione ha le stesse valenze in cucina: ci si deve mettere la propria umanità, la propria intuizione, il proprio quid, diversamente è solo il copia incolla di una ricetta. Sono sempre stato convinto che la regola sia fondamentale per dare il via alla creazione. Ogni idea, anche in cucina mi stimola alla ricerca, al confronto e alla sperimentazio24oreNews

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ne. L’amore e la passione sono il motore, ma deve esserci la competenza, la conoscenza di base, come nello sport dove non basta il talento ma serve allenamento e applicazione. L’Amore per Milano, che ti ha regalato l’Amore… Ho sempre lavorato a Milano dove ho organizzato un festival d’arte. È stata proprio l’arte a farci incontrare, quando per un evento mi proposero Luna Berlusconi, un’artista e una donna, davvero speciale. Il cibo fu galeotto, con un primo pranzo di lavoro che andò avanti per due ore tra chiacchere e risate. Mi colpì da subito e mentre la sentivo rispondere ad un’intervista, dietro le quinte, pensai che fosse davvero bella. Per due anni non ci siamo più visti, ma ogni tanto ci siamo scambiati qualche messaggio di convenevole, anche se, spesso,

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la ritrovavo nei miei pensieri. Finalmente un’altra intervista e l’occasione per rivederla. Questa volta fu una cena, alla quale seguì un altro appuntamento in cui mi offrii di cucinare per lei a casa sua e da quel momento non ci siamo più lasciati. Posso dire tranquillamente di “averla presa per la gola!” Com’è nata l’idea del programma? Luna è stata il mio pigmalione insieme agli amici che mi hanno “spinto” a pensare un progetto legato alla famiglia e alla cucina, che per me era solo qualcosa di intimo e lontano dallo spettacolo. Una famiglia allargata dei nostri giorni, come la nostra, con un papà come ce ne sono tanti che cucinano per la famiglia, per gli amici. Nasce proprio da lì: sono un papà, a casa cucino io e quindi è arrivato ‘A casa cucina Papà’. Cucinare per

Luna è famiglia, stare insieme a tavola è importante e quando ci siamo tutti è sempre una bella sensazione. Un modo per dire, ti voglio bene, mi piace stare con te: è un bacio, una carezza. Nel programma porto tutto questo, semplicemente. Cosa ti vedremo fare? Ogni puntata ha un tema, da quando arrivano a pranzo i suoceri, oppure gli amici e quindi un menù che viene sviluppato a secondo dell’occasione. Una cena romantica per il proprio compagno o compagna, per i bambini senza trascurare anche le verdure che magari loro amano meno. Associo ai piatti anche i ricordi, perché la cucina racconta la nostra storia. Ogni puntata si chiude sempre con qualche nota di sax, mio fedele compagno di avventura, che in qualche modo è la mia firma.


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MILANO

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ROLLING STONE

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57MILA EMOZIONI A SAN SIRO

randi emozioni a San Siro martedì 21 giugno per il mega concerto dei Rolling Stones, tornati sul palco meneghino dopo ben 16 anni di assenza. Milano è stata l’unica tappa italiana del ‘Sixty Tour’ che celebra i 60 anni di attività del gruppo britannico. La mitica band di Mick Jagger, Keith Richards e Ronnie Wood è tornata ad esibirsi in Europa per la prima volta senza il suo storico batterista Charlie Watts, scomparso nel 2021 e, in omaggio alla sua memoria, la serata è iniziata con i maxischermi che hanno mostrato video e foto della loro storia insieme. Ed ecco, finalmente The Rolling Stones salgono sul palco. Basta l’iniziale ‘Street Fighting Man’ a fugare ogni dubbio sulle condizioni di Mick Jagger, che ha smaltito il Covid in pochi giorni e appare da subito in una forma vocale quasi sorpren-

dente. ‘19th Nervous Breakdown’, un pezzo inserito in tutte le scalette di questo tour che celebra i “Sixty” years della band, ci dà la conferma dell’unicità del frontman, in grado di cantare e muoversi come nessun altro alla sua età di 78 anni. Con i pezzi che hanno fatto la storia del rock, da ‘Tumbling Dice’ a ‘Dead Flowers’, da ‘Wilson Horses’ a ‘Out of time’, lo stadio esplode di gioia. Davanti a 57mila persone, Jagger canta con un cappuccio rosso in testa e il pubblico impazzisce: lo chiama, urla, balla e salta, Con lui ballano e urlano tutti. Il popolo degli Stones non ha età: si vedono capelli fucsia e bianchi, c’è chi non era ancora nato ai tempi del primo disco ‘The Rolling Stones’ uscito nel 1964 e chi confessa di aver appeso sul muro di casa tutti i vinili delle ‘pietre rotolanti’. «Avete cantato benissimo, Milano - ha commen-

tato Jagger - che bello essere qui, anche se è più caldo dell’inferno». Nei bis, grandissimo spazio per una strepitosa Chanel Haynes a duettare sulla pedana con Mick Jagger durante una travolgente ‘Gimme Shelter’ prima dell’anthem rock per eccellenza ‘(I Can’t Get No) Satisfaction’ che ha fatto scatenare anche Paolo Maldini in tribuna. The Rolling Stones hanno dimostrato che il rock non ha età, e in particolare Jagger ha dato una lezione straordinaria a tutte le aspiranti rockstar che si atteggiano senza capire che un rock show presuppone una partecipazione e una preparazione fisica mostruosa, che il frontman inglese è stato in grado di portare avanti per 2 ore e 10 minuti - con una stage production rinnovata e di gran classe - senza mai smettere di incitare un pubblico straordinario ripagato da una serata di pura magia. 24oreNews

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MILANO

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Ph Credit Cosimo Buccolieri

36°MIX FESTIVAL

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rande successo per l’edizione 36 del MiX Festival Internazionale di Cinema LGBTQ+ e Queer Culture: domenica 19 giugno la kermesse si è conclusa registrando complessivamente un record di pubblico online sulla piattaforma Nexo+, accessibile da tutta Italia, e un 30% in più di tessere e quindi di pubblico rispetto al 2021, che per 4 giorni ha affollato le sale del Teatro Strehler del C.A.M. Garibaldi e della Casa degli Artisti, assistendo a 50 proiezioni, di cui 36 in anteprima italiana e internazionale, insieme a tantissimi ospiti e appuntamenti collaterali di musica, letteratura e arte. La cerimonia di premiazione, nella serata di domenica al Teatro Strehler con-

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dotta da Le Rubrichette, è stata preceduta dall’incoronazione di Arisa come Queen of Music, accompagnata dall’intenso live de Le Endrigo e dall’incredibile performance di Italy Bares che ha scatenato il pubblico trascinato dai ballerini sulle note di “Rumore” di Raffaella Carrà e di altre celebri canzoni del pop internazionale. La cantante Arisa ha ringraziato il Festival ricordando il diritto di tutti ad amare e vedere quell’amore riconosciuto. Le tre giurie internazionali, formate da esperti e critici di cinema, hanno assegnato i premi: “Nico” di Eline Gehring come Miglior Lungometraggio, “Tsumu - Where do you go with your dreams?” di Kasper Kiertzner come Miglior Documentario e

“Shams” di Pauline Beugnies come Migliore Cortometraggio. Tra gli altri riconoscimenti, il Premio del Pubblico attraverso l’APP ufficiale “MiX Festival” è andato a “Broadway” di Christos Massalas. Tanti ospiti sul palco del Piccolo Teatro Strehler e per la prima volta sui palchi del C.A.M. Garibaldi e della Casa degli Artisti: dall’intervento audio di Luciana Littizzetto Queen of Comedy a Mina Welby Premio More Love della 36a edizione, da Alessio Viola conduttore della cerimonia inaugurale ai dj che hanno animato il Sagrato dello Strehler. Grande successo anche per gli eventi off del festival, come i due appuntamenti con la letteratura a tematica LGBTQ+.



DESIGN

60° SALONE DEL MOBILE

Un’ottima ripartenza! A cura di LUCA MEDICI www.my-home.biz

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stato il grande ritorno della Milano Design Week. Un’edizione che, dopo le edizioni precedenti in formato ridotto, ha potuto finalmente richiamare un pubblico internazionale interamente in presenza. Milano ha confermato ancora una volta il suo ruolo di preminenza per la design industry mondiale, capitale indiscussa del design: una città vivace e frizzante e attrattiva che ha ospitato oltre 800 eventi sul territorio, registrando numeri con il segno positivo nel settore dell’ospitalità. Già dal taglio del nastro di partenza era chiaro che questa edizione del Salone del Mobile sarebbe stata speciale. Non a caso l’evento che ha trasformato Milano dal 6 al 12 giugno ha registrato un’affluenza record: 262milla presenze tra i padiglioni del polo fieristico di Rho (provenienti da 173 Paesi) e oltre 400mila in giro per tutti gli eventi del Fuorisalone. Motore economico e culturale di questa settimana dedicata al design, il Salone ha attivato un’agenda ricchissima per raccontare, giorno dopo giorno gli eventi organizzati dalle sue aziende da non perdere, in fiera e in città. E il legame speciale che lega Rho Fiera a Milano è stato rimarcato in occasione della serata inaugurale del Salone con Roberto Bolle e l’Orchestra Filarmonica al Teatro alla Scala, oltre che dall’installazione cinematografica sitespecific a Palazzo Reale, sotto la direzione artistica di Davide Rampello, rimasta visibile al pubblico fino al 17 giugno. Quasi 2.200 i brand partecipanti (di cui il 27% esteri e 600 giovani designer) con una presenza pari al 61% di operatori di settore e buyer provenienti dall’estero: Cina e Russia, per i motivi più che noti, sono state le uniche nazioni a non partecipare. Molto soddisfatti anche i rappresentanti del Fuorisalone. Paolo Casati, anima di Brera, ha evidenziato che questo Fuo-

risalone ha superato le aspettative, attirando un pubblico «più attento ed educato, più interessato al prodotto e meno alla festa, che era l’obiettivo che ci eravamo posti». Qualità progettuale, innovazione e sostenibilità sono i tre cardini attorno ai quali si è sviluppato il palinsesto della kermesse, intitolato “Tra Spazio e Tempo”: idee che guardano alle sfide di domani sono state protagoniste dei progetti e delle installazioni svelati durante la settimana. E per festeggiare non sono mancati cocktail, cene e party nei principali distretti. Fra le installazioni scenografiche più apprezzate quella nel cortile di Palazzo Senato di Kohler x Arsham “Divided Layers” che ha vinto il Fuorisalone award lanciato per la prima volta dalla piattaforma, seguita da “Iqos” in via Tortona (secondo posto) e “The house of Lyria” per Alcova (terzo posto). Un prezioso contributo è arrivato dalle aziende della moda, che hanno saputo sfruttare quella che è una vetrina prestigiosa per raccontarsi a un pubblico internazionale, con progetti legati all’arredamento negli spazi di Rho Fiera e in città con storie che hanno puntato sul concetto di circolarità. Tra questi, le iniziative di Armani Casa: presso Armani/Silos una selezione di mobili e complementi di recente creazione accanto a classici consolidati del marchio, espressione di un’estetica che definisce in modo inconfondibile il mondo dell’abitare, fatto di ricerca formale, preziosismo materico, sottile multiculturalismo e un senso unico della rarefazione. Milano, capitale indiscussa della progettazione, meta di professionisti e appassionati di design, è tornata ad essere - al Salone e in città - un crogiolo di idee e prodotti, di persone e di confronto attivo. Il prossimo anno il Salone tornerà a svolgersi nella tradizionale settimana di aprile, dal 18 al 23. Arrivederci al 2023! 24oreNews

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VIAGGI

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luglio le coste italiane sono roventi e oltre i fanatici dei bagni di sole molti preferiscono mete altrettanto soleggiate ma più fresche. Uno dei luoghi ideali è sicuramente il golfo di Danzica, una delle più belle città che si affacciano sul Mar Baltico! Nell’ampia baia, sono tre le città che la caratterizzano: Danzica, Sopot e Gdynia. Esse differiscono in tutto, storia, posizione e dimensioni, come ci racconta Piotr Maciejewski, un giovane avvocato polacco. «Dal momento che le tre città sono strettamente collegate, sono anche note con l’appellativo di “Tricity”: un luogo dove si fondono modernità, cultura, affari e natura. Un patrimonio ricco che unisce la vita multiculturale in una sola, aprendo la baia di Danzica al resto del Mar Baltico». Vale la pena iniziare la visita con una passeggiata o un giro in bicicletta sul lungo mare. Le spiagge di Danzica, il molo di Sopot, Gdynia Orłowo e la scogliera offrono una vista mozzafiato. Danzica ha una lunga lista di monumenti a partire dalla storica “Strada Reale” formata dalla Długa e Długi Targ. Era questo il percorso seguito dai monarchi che visitavano la grande città costiera. Al centro di Danzica è la “Fontana di Nettuno” o la Corte di Artus, ovvero il luogo d’incontro della borghesia più ricca. La bellissima architettura storica della città la distingue dal resto della Polonia. «Lungo il percorso cittadino non è possibile tralasciare il Lungo Argine e la Gru, il Museo della Seconda Guerra Mondiale e il Centro europeo di Solidarnośc». Il 27 luglio si celebra la Fiera di San Domenico (Jarmark św. Dominika), una tradizione che resiste da 750 anni! Nelle 2 settimane successive il centro storico di Danzica è ingombro di di bancarelle con oggetti di artigianato, pezzi d’antiquariato, specialità gastronomiche. Una kermesse di cinema, concerti, spettacoli sotto le stelle. Si tratta

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DANZICA

SOPOT E GDYNIA IN VIAGGIO NELLA “TRICITY” A cura di TEOBALDO FORTUNATO


Danzica di uno dei più grandi eventi del genere in Europa. Un trenino collega ogni 10 minuti Danzica a Sopot, una delle cittadine del turismo balneare d’élite del Baltico; vanta il molo di legno (511 mt) più lungo d’Europa. Soprattutto dalla primavera all’estate, quale centro termale si popola di turisti. Una delle strade più belle è Ulica Bohaterów Montecassino (Via degli Eroi di Montecassino) dedicata ai polacchi che, combattendo nella celebre battaglia di Montecassino, ebbero un ruolo fondamentale nella liberazione dell’Italia dai nazisti. È la strada dello shopping, ricca di bar, pub, ristoranti alla moda, boutique, dove i polacchi vengono a passeggiare e a rilassarsi. Qui, al civico 53, non si può non notare la “casetta storta” (Krzywy Domek), un edificio dalla forma quasi surreale: a guardarla sembra essere ubriachi e da qui viene anche il suo soprannome la casa ubriaca! Visitare Sopot, come ci racconta Lidia Marcola (da poco ha aperto un bellissimo B&B www.fisherhouse.pl) è una tappa inderogabile per chi visita la Polonia del Nord. Sopot è una stazione termale ricca di ristoranti, club e pub. E per una notte da favola, l’indirizzo è il Sofitel Grand Hotel Sopot, inaugurato nel 1927 nel cuore della ridente cittadina con una spiaggia incantevole. Conserva tutto il fascino e lo splendore anteguerra; tra gli ospiti illustri da Fidel Castro a Charles de Gaulle fino allo Shah di Persia ed alle celebrità del jet set internazionale del XX secolo. Gdynia con la sua Piazza Kościuszko collegata al porto, dove ormeggiano navi e yacht sulla riva, non è da meno, come ribadisce Piotr Maciejewski. Le attrazioni di Gdynia includono innumerevoli locali situati nel centro della città. Un grande evento a Gdynia è l’annuale festival “Open’er”, uno dei più importanti d’Europa, così come il “Festival del lungometraggio polacco”. Per la gioia del palato Dove mangiare a Danzica? Al “Winne Grono”, un ristorante moderno e innovativo che offre ai clienti un’eccellente cucina polacca; è un classico con un tocco contemporaneo. Un altro posto da non perdere è il “Wine Bar & Restaurant Literacka”, ricco di storia. Si trova nella sede dell’Unione degli Scrittori Polacchi, in via Mariacka, considerata una delle più belle della città. Il mare ed i laghi sono determinanti per le leccornie gastronomiche da assaggiare, dall’aringa, autentica regina della cucina polacca, al merluzzo, alle anguille, al luccio perca, al pesce persico, affumicati, fritti, sott’olio o sotto sale. E la carne? Dalla “Metka” (salsiccia speziata carne suina finemente macinata, cruda e affumicata, di consistenza morbida, spalmabile sul pane) alla “Kaszanka po kaszubsku” (un insaccato a base di frattaglie di maiale, sangue e orzo perlato, condito con sale, pepe e maggiorana), fino all’Oca di Pomerania arrosto (Ge˛ś pomorska pieczona) cotta al forno, farcita con la frutta (mele, prugne secche e uvetta). Per finire, le “Cialde di Danzica” (Wafle gdańskie) alla vaniglia a forma di cuore, servite con zucchero a velo, marmellata o miele. 24oreNews

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piagge di sabbia bianca e finissima, quasi impalpabile, baciata da acque cristalline dalle mille sfumature di azzurro, nella splendida cornice di una natura lussureggiante e alture ricche di boschi: benvenuti alle Seychelles! L’arcipelago delle Seychelles è composto da decine di isole sparse su una vasta area dell’Oceano Indiano. In un connubio paradisiaco, tra rocce granitiche levigate dal vento che cambiano colore in base alla luce del sole, tramonti da fare innamorare anche i meno sentimentali e incontri ravvicinati con giganti tartarughe, le Seychelles sono un’oasi di pace e tranquillità, dove il sole splende tutto l’anno e la natura esplode incontrastata, unica come lo sono le volpi volanti o il pappagallo nero di Praslin. Ecco per voi due mete tra le principali isole granitiche: Mahè, dove si trova la capitale Victoria, e Praslin, nota soprattutto per la foresta tropicale che ospita il Coco de Mer. Mahé, l’isola principale, è l’unica di tutto l’arcipelago ad avere l’aeroporto internazionale. Vi risiede il 90% dell’intera popolazione del Paese, un “melting pot” di africani, indiani, cinesi ed europei. Sullo sfondo montagne granitiche che sfiorano i mille metri d’altitudine,

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SEYCHELLES BENVENUTI NEL PARADISO TERRESTRE A cura di ELENA FOSSATI

una fauna e una flora inaspettate con specie endemiche uniche al mondo, quali l’albero Medusa, il Nepente carnivoro e l’Orchidea Va-

niglia e soprattutto le mitiche tartarughe giganti delle Seychelles, seconde solo a quelle delle Galapagos. Victoria, la capitale delle


Seychelles

Seychelles, si trova nel nord di Mahé. Vale la pena visitarla per entrare in contatto con l’aspetto più “urbano” delle Seychelles e visitare le sue attrazioni, come la torre dell’orologio, il tempio indù, e il famoso mercato. Quest’ultimo, chiamato Sir Selwyn Selwyn Clarke Market, attira ogni giorno tantissimi visitatori, sia locali che turisti, che vi si recano per comprare pesce fresco, frutta e verdura, spezie e altri ingredienti, souvenir e vestiti. Dedicando alcune ore a Victoria si potranno scoprire i suoi monumenti, le chiese, i musei, le gallerie d’arte, i giardini botanici, e tanto altro ancora. Situata a 45km da Mahé, Praslin si raggiunge con un breve volo panoramico di 15 minuti oppure via mare con confortevoli traghetti che impiegano circa un’ora per la traversata. Narra la leggenda che il Paradiso Terrestre si trovi a Praslin, perché solo su que-

st’isola cresce l’albero del bene e del male di Adamo ed Eva: il “Coco de Mer”, la noce più grande e pesante al mondo. Questa pianta produce frutti che hanno una forma a dir poco singolare, assomigliano infatti uno al pube femminile e l’altro all’organo genitale maschile e crescono su due piante separate che, sempre secondo la leggenda, si accoppierebbero durante le notti di tempesta, mentre occorre circa una decina di anni perché maturi il frutto della loro unione. Si può anche non credere a questo amplesso vegetale, ma le palme del “Coco de Mer” sono davvero una stranezza della natura, da ammirare nell’incantevole Vallèe de Mai, iscritta al patrimonio mondiale dell’Unesco e situata nel cuore dell’isola. Praslin, seconda isola per grandezza dell’arcipelago, mantiene tuttora intatto il suo habitat naturale. Circondata da un mare cristallino abitato da centinaia di specie marine ed arricchito da una stupenda barriera corallina, costituisce un prezioso gioiello della natura terrestre. Qui le piante hanno uno sviluppo veloce e mastodontico: la noce del “Coco de

Mer” femmina contiene i semi più grandi al mondo che arrivano a pesare fino a 20 kg e le foglie assumono proporzioni enormi. Nei vari sentieri che si possono percorrere a piedi per esplorare l’isola, vivono duemila specie di piante tropicali, di cui ottantuno endemiche e uniche al mondo. Il profumo che si sente nell’aria è quello della rarissima Orchidea Vaniglia. Nel ruscello che attraversa la Vallèe de Mai si possono osservare il granchio e il gambero gigante di acqua dolce ed è possibile scorgere il pappagallo nero presente solo qui a Praslin. Numerose sono le splendide e lunghe spiagge di sabbia bianca con i caratteristici macigni di granito. La più conosciuta e fotografata è Anse Lazio, ubicata a nord ovest dell’isola, una lunga e ampia spiaggia di sabbia bianca che si estende tra le acque turchesi e un fitto bosco di palme verdi che dà riparo alle pesanti rocce granitiche. Bellissima e da non perdere la lunghissima spiaggia di Cote d’Or, sulla costa est dell’isola. Insomma, cosa aspettate? Alle Seychelles il Paradiso non può attendere!!! 24oreNews

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DIRITTI & DOVERI Prof. Avv. Antonello Martinez Studio Legale Associato Martinez & Novebaci www.martinez-novebaci.it

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al marzo del 2020 stiamo vivendo la tragedia della pandemia, dal 24 febbraio di quest’anno stiamo assistendo al terrificante dramma della guerra in Ucraina che, a parte lo sterminio e il sangue versato, sta comportando dei disastri anche sulla nostra economia. Detto questo francamente non si sentiva l’impellente necessità della pronuncia della Corte Costituzionale che ha dichiarato illegittime tutte le norme che attribuiscono automaticamente il cognome dei padri ai figli. In sostanza con tale pronunciamento decade l’articolo 262 del Codice Civile, che assegna il solo cognome del padre anche se il figlio viene riconosciuto da entrambi i genitori. Da adesso quindi i nuovi nati assumeranno i cognomi di entrambi i genitori, nell’ordine in cui gli stessi decideranno e salvo che i medesimi non dispongano di comune accordo di attribuire al figlio il cognome di un solo genitore. La Consulta ha motivato la sentenza con gli articoli 2 e 3 della Costituzione sui diritti inviolabili dell’uomo e sulla parità dei cittadini e agli articoli 8 e 14 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo. Tale sentenza ha definito quanto posto in essere sino ad oggi una regola “…discriminatoria e lesiva dell’identità del figlio”. I fatti che hanno portato a tale decisione della Consulta derivano dallo stretto collegamento delle ordinanze sollevate dal Tribunale ordinario di Bolzano (n. 78/2020), dalla Corte stessa (ordinanza di autorimessione n. 25/2021) e dalla Corte d’appello di Potenza (n. 222/2021), con la quale ha disposto la riunione dei giudizi. Entrare nei tecnicismi relativi all’articolata sentenza necessiterebbe di almeno dieci pagine restano gli effetti in forza dei quali, in sintesi, da adesso nel giro di una sola generazione potremo avere che Antonio Uno con Maria Due hanno un figlio che viene chiamato Giovanni Uno Due che poi si sposa con Giulia Tre Quattro i quali hanno un figlio Mario che diventerà Uno Due Tre Quattro, così che i nonni Antonio e Maria avranno un nipotino di nome Giulio e di cognome “Uno Due Tre Quattro Cinque Sei Sette Otto” e, se

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DOPPIO COGNOME

ERA PROPRIO COSÌ URGENTE? avessero la fortuna di diventare bisnonni, il loro piccolo discendente potrebbe avere sedici cognomi. Per onestà la stessa Consulta nella motivazione ha sollecitato in modo veemente l’intervento del Legislatore e, in realtà, già prima della Sentenza in Parlamento erano già depositate ben cinque proposte di Legge contenenti diverse forme di regolamentazione ma allora io mi chiedo (senza voler entrare minimamente nel merito della problematica pur ammettendo di non sentirmi “discriminato” nel portare solo il cognome di mio Padre) che fretta aveva la Consulta di decidere e creare quello che inevitabilmente sarà un vero e proprio caos (è facile prevedere migliaia di cause) visto che l’ordinanza è stata sollevata nel 2021, che l’Art. 262 del C.C. era in vigore con tutto il codice civile dal 1942, che il Legislatore se ne stava già occupando e che la durata media di un procedimento penale dalle indagini preliminari alla Cassazione è di 4 anni e 4 mesi?



AMICI A 4 ZAMPE Dr. Ferdinando Asnaghi Medico Veterinario Specialista in Patologia e Clinica Animali da affezione Centro Veterinario Asnaghi Anselmi Cascina Sedone, 10 - Zerbolò - PV

PROTEGGIAMO I NOSTRI AMICI

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on l’arrivo dell’estate, il caldo si fa sentire sempre di più. Non soltanto per noi, ma anche per i nostri animali domestici. Anche loro, infatti, soffrono per le alte temperature e sono soggetti a diverse patologie come il colpo di calore e il colpo di sole. A differenza di noi uomini, gli animali domestici d’estate non sudano, se non in alcuni punti, come i polpastrelli delle zampe. Per questo motivo disperdono il calore attraverso determinati meccanismi come, ad esempio, ansimare per favorire l’abbassamento delle temperature o leccarsi il pelo per mantenerlo fresco. Calore e umidità, però, mettono a dura prova la salute degli animali in estate. Ci sono dei piccoli accorgimenti che possiamo mettere in pratica per salvaguardare la salute dei nostri animali domestici. Prediligere luoghi ombreggiati e arieggiati, così che la loro temperatura corporea possa scendere. Attenzione però, a non utilizzare troppo l’aria condizionata o il ventilatore quando si è in casa, in quanto potrebbe provocare degli sbalzi di temperatura tra gli spazi interni ed esterni. È importante lasciare sempre a disposizione degli animali una bacinella di acqua fresca, magari in uno spazio in ombra e cambiarla una volta al giorno perché sia sempre pulita. Evitare le passeggiate durante le ore più calde della giornata, l’asfalto potrebbe essere troppo caldo per cui l’animale potrebbe correre il rischio di scottarsi le zampe. Preferire gli orari del mattino, del tardo pomeriggio e della sera per lunghe passeggiate alternate da diverse pause. Evitare di compiere sforzi fisici eccessivi. 46

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In caso di colpi di calore o di colpi di sole è opportuno bagnare l’animale domestico, così che la sua temperatura termica possa scendere. Utilizzare acqua fresca, ma non ghiacciata. I sintomi più comuni sono: respiro affannoso, mucose secche, debolezza, abbondante salivazione, vomito, diarrea, barcollamento, tremori e collasso. Attenzione alle scottature! Per proteggerli esistono in commercio apposite creme solari da applicare sul loro pelo, soprattutto nella zona del naso e delle orecchie, in modo che possano essere al sicuro da eventuali ustioni. È importante, controllare il pelo degli animali con regolarità per assicurarsi che non ci siano zecche, pulci e acari. In caso di conigli e cavie bisogna prestare attenzione all’eventuale presenza di uova di mosche, non soltanto sul loro pelo, ma anche nelle feci e nell’urina. Proprio per questo motivo bisogna mantenere la lettiera pulita, così come il luogo in cui vivono questi animali. Per quanto riguarda gli acquari dei pesci e le gabbiette dei canarini o dei criceti è consigliabile non esporli alla luce diretta del sole. Nel primo caso è importante cambiare spesso l’acqua per mantenerla fresca e pulita. Nel secondo caso, invece, è consigliato posizionare le gabbie in uno spazio all’ombra con ricircolo dell’aria.


NON SOLO 4 ZAMPE

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l recente ritrovamento di un nuovo esemplare di pesce luna (Mene rhombea) nei depositi fossiliferi di Bolca (Monti Lessini, Verona) ha stimolato un nuovo studio paleontologico che ha permesso di ricostruirne l’aspetto e determinarne la dieta e l’habitat. La ricerca, sviluppata da un team italo-irlandese guidato dalla ricercatrice Valentina Rossi della University College Cork, Irlanda e dal Prof. Giorgio Carnevale del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Torino, è stato pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica “Palaeontology”. I sedimenti fossiliferi di Bolca si sono accumulati nell’Eocene (circa 48 milioni di anni fa) in un mare tropicale che un tempo esisteva dove oggi sorgono i Monti Lessini, e sono ora conosciuti in tutto il mondo, da esperti e appassionati di paleontologia, per la straordinaria preservazione dei fossili che in essi sono conservati. L’esemplare studiato appartiene alla famiglia dei menidi, comunemente chiamati pesci luna per via del loro corpo appiattito, che al giorno d’oggi è rappresentata dalla sola Mene maculata, una specie che vive in acque poco profonde nell’Oceano Indo-Pacifico. Un altro aspetto importante dello studio è la comparazione tra il pattern del colore della pelle osservabile nella specie vivente e quello rivenuto nel suo antenato fossile. Il primo è caratterizzato da una livrea maculata mentre il secondo da strie longitudinali e questo suggerisce che nel corso di quasi 50 milioni di anni la linea evolutiva dei menidi si sia diversificata e che le due specie avessero delle abitudini di vita diverse. Nel Mene rhombea, le strie del dorso suggeriscono che l’animale abitasse ambienti di mare aperto, avvicinandosi alla costa solo per predare i piccoli pesci. Ma cosa ha portato a queste differenziazione delle livree? «Variazioni dei geni che controllano la formazione dei pattern della pelle possono avvenire molto rapidamente e sono osservabili nel giro di poche generazioni nei pesci - spiega la ricercatrice Valentina Rossi. Quindi, non è così strano ipotizzare gli stessi processi in due specie morfologicamente simili separate da ben 48 milioni di anni. La cosa incredibile è proprio che abbiamo potuto osservare direttamente un esemplare fossile così ben preservato da offrirci nuovi spunti per la ricerca dell’evoluzione del colore nelle specie ormai estinte».

UN PESCE FOSSILE DI 48 MILIONI DI ANNI RIVELA L’INASPETTATA STORIA EVOLUTIVA DEI PESCI LUNA

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ERBARIO MAGICO Dott. Andrea Pitrelli Farmacista antroposofo Farmacia Duomo www.cofa.it • duomo@cofa.it

REISHI: IL FUNGO DELL’IMMORTALITÀ

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l Ganoderma Lucidum (nome botanico), Ling Zhi (cinese) o Reishi (giapponese) è un fungo saprofita, cioè un organismo che necessita di un substrato legnoso in decomposizione per svilupparsi: predilige il legno di quercia e di castagno. È un fungo officinale utilizzato da secoli in varie tecniche mediche orientali: la cultura cinese e giapponese ha un grande rispetto se non venerazione per il Reishi, da centinaia e anche più di mille anni associato a qualcosa di grande legato alla longevità, alla salute, all’energia, alla potenza sessuale e all’equilibrio fisico e spirituale. Per la sua azione di equilibrio non solo fisico ma anche psicoemozionale veniva utilizzato dai monaci buddisti per favorire la meditazione.

Proprietà e benefici. I principi attivi benefici contenuti nel Reishi sono oltre 150 e per questo motivo gli sono attribuiti numerose importanti funzioni, ognuna attribuita a specifiche sostanze in esso contenute. Ricchissimo di vitamine (C, E e gruppo B), aminoacidi essenziali, acidi grassi, proteine e sali minerali come ferro, zinco, rame, manganese, magnesio, potassio, calcio e germanio, presente, quest’ultimo in elevate quantità che spiega molti dei suoi effetti benefici sulla salute. Ad esempio agisce a livello circolatorio: diluisce il sangue e apporta ossigeno al cervello, migliorando le prestazioni del sistema neurovegetativo, calmando la tensione nervosa e aiutando a prevenire patologie come Alzheimer e Parkinson. 48

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Il Reishi ha effetti benefici anche sul sistema cardiovascolare: l’acido ganoderico in sinergia con l’adenosina, abbassa la pressione sanguigna e riduce il colesterolo “cattivo” e i trigliceridi, migliora la funzionalità epatica e intestinale, riequilibrando la flora batterica. Inoltre, grazie al contenuto di triterpeni, contrasta le patologie che insorgono su base infiammatoria come l’artrite. In Cina è consueto prescrivere integratori a base di Reishi ai pazienti affetti da patologie tumorali: è un efficace antiossidante e antinfiammatorio e ha un’azione potente sulle cellule cancerose: i betaglucani di cui è ricco, stimolano il sistema immunitario e potenziano l’efficacia della chemioterapia. L’estratto del fungo risulterebbe efficace nei casi di tumori alla prostata e alla mammella: in particolare, il Reishi riuscirebbe a inibire il fattore nucleare kappa beta e a prevenire la formazione di metastasi. In cucina. Grazie al suo sapore deciso, si può usare il fungo come aromatizzante di brodi e minestre, in abbinamento a piatti a base di tofu, ortaggi di stagione, spezzatini di soya e seitan. Si trova nei negozi di alimenti naturali sia fresco che essiccato. Inoltre si può acquistare il Reishi nei negozi erboristici o farmacie che trattano prodotti naturali, anche sotto forma di integratore in comode capsule. Prima di assumerlo, è bene chiedere sempre il parere del medico o farmacista di fiducia.


VERO & FALSO/Alimentazione

IL VERO E IL FALSO SUI CIBI A cura di EVELINA FLACHI

Il caffè può avere riflessi positivi sul controllo del peso? Il caffè è stato classificato come “no nutritive dietary components”: ciò significa che non riveste un valore significativo in termini di apporto nutritivo ed energetico. Una tazzina di caffè semplice, senza latte o zucchero, non supera una o due calorie. Da numerose ricerche, fra cui quelle del professor Amleto D’Amicis, dell’Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione (INRAN), emerge come il caffè, assunto nelle abituali dosi (fino al massimo di 4-5 tazzine di espresso al giorno), si stia rivelando un alimento ricco di proprietà antiossidanti, di potassio e di alcune vitamine importanti come la niacina e il suo precursore, la trigonellina. Inoltre, recenti studi hanno dimostrato che se consumato durante un pasto a base di alimenti ad alto potenziale ossidante, come i cibi fritti ricchi di radicali liberi, protegge le lipoproteine a bassa densità (LDL) dall’ossidazione, reazione che sta alla base del processo di aterosclerosi (l’infiammazione della parte più interna delle arterie). Il caffè può avere riflessi molto positivi sul controllo del peso perché la caffeina favorisce l’azione termogenica, cioè la produzione di calore da parte dell’organismo, sia in presenza di un regime normocalorico sia di uno ipocalorico, accelerando il metabolismo basale. È risultato che il caffè può aumentare la termogenesi post-pranzo, e di conseguenza favorire la dispersione dell’energia introdotta tramite i cibi, non rendendola disponibile per essere immagazzinata sotto forma di grasso. Infine, gli studi concordano sul fatto che il caffè, consumato nelle dosi consigliate, può avere anche un leggero effetto anoressizzante aiutando ulteriormente il consumatore a controllare le entrate energetiche.

Seguendo una dieta a basso contenuto di calorie si possono perdere 3 chili di grasso in una settimana? Quasi ogni giorno leggiamo o sentiamo parlare di una nuova dieta miracolosa che ci farà perdere peso in poco tempo. Prima di essere tentati di iniziare una dieta di questo tipo dobbiamo tenere presente che è fisiologicamente impossibile bruciare fino a 3 chili di solo grasso in una settimana. Un calo di peso così consistente si ripartisce in circa 1 chilo di grasso, una buona quantità di acqua e, cosa più preoccupante, in perdita di tessuti muscolari. La perdita di massa muscolare, favorita da diete sbilanciate, iperproteiche e restrittive protratte nel tempo, è in effetti un problema grave, perché i muscoli bruciano calorie durante tutta la giornata, anche quando ci si riposa. Una riduzione del muscolo causa quindi una diminuzione del numero di calorie che il corpo utilizza ogni giorno. Qual è la conclusione? Per perdere 1 chilo di vero grasso dobbiamo ridurre in calorie e/o bruciare con l’attività fisica almeno 7000 kcal! Le diete lampo fanno male alla salute e al metabolismo, favorendo l’effetto yo-yo. Non seguitele.

Tratto dal libro “La dieta del 5” 24oreNews

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COME STAI? Dr. Cristiano Messina Studi Medici Vercelli www.studimedicivercelli.it

ESTATE AL MARE… CON IL “CICLO”

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ome gestire il ciclo mestruale in estate, e ancora di più, al mare? Ogni donna in periodo fertile, non in stato di gravidanza o allattamento, presenta normalmente una mestruazione mensile che necessita di un giusto supporto igienico per raccogliere o assorbire il sangue prodotto (mediamente 35 ml). Rispetto al passato dove esistevano poche alternative, oggi il mercato offre un vasto assortimento: assorbenti di vario tipo (usa e getta, lavabili e riutilizzabili, tamponi interni), raccoglitori (coppetta mestruale e disco mestruale), e persino biancheria specifica. Quali scegliere? Occorre un buon compromesso tra la necessaria ricerca del miglior comfort possibile (che varia, a seconda dell’età, dello stile di vita, delle disponibilità economiche ecc. ecc.), e l’altrettanto essenziale attenzione all’ambiente. Ecco alcune informazioni utili alla scelta metodo più consono alle proprie caratteristiche ed esigenze.

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Assorbenti esterni usa e getta: i più usati igienici mono uso vanno poi gettati e quindi non proprio rispettosi della natura, ne esistono di ogni tipo misura e potere assorbente. I limiti sono la necessità di averne sempre uno di ricambio disponibile di avere un bagno per poterlo cambiare. Ovviamente non consentono di fare il bagno in mare o piscina e possono risultare a volte antiestetici sotto costumi o slip ridotti. Assorbenti lavabili: si torna indietro ad assorbenti in stoffa con la possibilità di prepararseli autonomamente e di riutilizzarli per varie volte diciamo soprattutto ecosostenibili. Assorbenti interni: comodi e invisibili, permettono di fare una vita praticamente normale, vanno sostituiti in luogo idoneo non usabili in ragazze vergini a meno di non usare i mini sempre con un minimo rischio di creare lesioni, non biodegradabili vanno gettati come gli esterni nell’indifferenziata. Non vanno trattenuti per più di 4-5 ore possono per non rischiare problemi gravi di shock tossico. Quindi sono comodi, ma attenzione ad un corretto utilizzo altrimenti potrebbero diventare pericolosi. Spugna mestruale naturale: è una valida alternativa ecologica ed economica, riutilizzabile fino a sei mesi e permette di avere rapporti sessuali nei giorni del ciclo. Forse solo leggermente più complicata da applicare adatte a persone un po’ esperte. Coppetta mestruale: è molto di moda. Ecosostenibile e riutilizzabile, può essere tenuta per 12 ore con vari modelli e varie dimensioni. Permette come gli assorbenti interni e la spugna di fare una vita “normale”. Abbastanza economico (15-20 euro) perché riutilizzabile per molte volte fino a 5 anni. Limiti: la necessità di venir sterilizzato dopo ogni uso. Come la spugna è adatta soprattutto a chi vuol risparmiare ed è attento alla natura e a limitare l’inquinamento ambientale.



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VACANZE A LIVIGNO IL “PICCOLO TIBET” D’EUROPA A cura di SANDRO NOBILI

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ituata nel cuore delle Alpi italiane, Livigno, con i suoi 115 km di piste e impianti di risalita, è nota ai più per la durata della stagione invernale, tra le più lunghe in Italia. Basterebbero i 1816 metri di altezza a rendere questo affascinante borgo della Valtellina la meta ideale di ogni vacanza. Lo dice la scienza: un soggiorno in alta quota migliora la pressione, il battito cardiaco e la qualità del sonno. Livigno è un vero e proprio paradiso per chi ama la montagna in ogni sua sfaccettatura, ma c’è molto di più. A un passo dal confine svizzero, il “Piccolo Tibet” d’Europa, secondo comune più elevato d’Italia, racchiude tutte le attrazioni possibili dedicate agli amanti dello sport e dello shopping. Gli amanti dello shopping e della vita montana non devono far altro che scegliere tra i numerosi locali e i negozi dell’area duty free, incorniciata dalle maestose montagne. Sviluppandosi tra antiche case contadine, con balconi in legno colorati da fiori di campo, la grande shopping mall è perennemente ravvivata da un’atmosfera mondana e festaiola. La zona presenta paesaggi spettacolari che durante la stagione estiva offre molte possibilità di svago con attività sportive e

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ricreative come gite, escursioni, arrampicate in quella che si presenta come una delle aree protette più estese d’Europa. Livigno, infatti, si trova nel punto in cui si incontra il Parco Nazionale dello Stelvio e il Parco Nazionale Svizzero. Una enorme riserva naturale ricca di flora e fauna tra cui si annovera la marmotta, lo stambecco, il cervo, il camoscio, l’aquila reale. Per tutto il periodo estivo, la località turistica valtellinese si anima con un calendario di eventi - sportivi, culturali, musicali e gastronomici - che coinvolgeranno cittadini e visitatori provenienti da tutto il mondo. Livigno si candida come meta estiva ideale, ma non solo per l’ampia varietà di attività da vivere all’aria aperta… Durante i mesi estivi, infatti, la località propone un palinsesto di eventi e iniziative legate a diversi settori - come sport, cultura, musica e gastronomia tradizionale - che sottolineeranno il dinamismo e la vivacità che contraddistinguono la località. Per tutta l’estate, la valle darà il via ad un susseguirsi di eventi che livignaschi e visitatori non potranno perdersi per avere la possibilità di godersi dei momenti di svago indimenticabili, sempre avvolti dal panorama naturalistico delle Alpi lombarde.

LUGLIO

Livigno

2 Luglio - Concerto di Davide Van De Sfroos Un’occasione perfetta per trascorrere una serata all’insegna della musica, cantando e ballando il “Best of” di Davide Van De Sfroos, uno dei cantautori più amati del panorama folk italiano ed espressione dell’anima lombarda.

15 Luglio - Sentiero Gourmet La 6ª edizione dell’evento gastronomico itinerante alla scoperta delle eccellenze della cucina italiana e valtellinese, che si snoda lungo un percorso di 5km, da fare a piedi immersi nella natura della Valle del Vago. Per la prima volta, l’evento vedrà la partecipazione di rinomati chef stellati del nord Italia che prepareranno le sei portate del pranzo.

25-26-27 Luglio - La Milanesiana Tre giornate con ospiti italiani ed internazionali che danno spazio a letteratura, musica, cinema, scienza, arte, filosofia e molti altri argomenti ancora. Remo Galli, sindaco di Livigno, farà i saluti istituzionali durante la prima giornata. L’appuntamento sarà inoltre visibile in streaming su Corriere.it e sul canale La Milanesiana. 29 Luglio - Festa del Costume Livignasco Una serata itinerante per le vie centrali del paese in cui scoprire le tradizioni del Piccolo Tibet. La serata inizia con la sfilata degli abiti caratteristici e originari, mentre a seguire è possibile assistere a rappresentazioni di vita quotidiana, che permettono di approfondire le tradizioni passate e presenti. Non mancherà la possibilità di gustare alcune specialità locali.

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AGOSTO

SCOPRI L’ITALIA/Livigno

10 Agosto - Notte Nera Una serata trascorsa “al buio”, in cui le uniche illuminazioni saranno candele, lanterne e fiaccole disposte in giro per il paese. Grandi e piccini potranno divertirsi con musica e tasting di prodotti locali, lasciandosi trasportare da un’atmosfera magica creata dagli spettacoli con il fuoco di artisti di strada e dal grande falò, che terrà viva la serata. 21 Agosto - Festa dal Fen Perché non trascorrere una domenica alternativa facendo un tuffo nel passato? Il gruppo folkloristico di Livigno anche quest’anno ha organizzato, letteralmente, la Festa del Fieno durante la quale tutti i partecipanti potranno osservare da vicino le più tradizionali tecniche del taglio del fieno. 25 Agosto - 1k Shot e Gara delle Contrade Le vie centrali del Piccolo Tibet si tingono di bianco, creando una vera e propria pista da sci di fondo - con neve vera - lunga un chilometro: questo assaggio di inverno in piena estate è reso possibile dallo snowfarming, un innovativo metodo di conservazione della neve grazie a teli geotermici. La Festa delle Contrade è uno degli appuntamenti più attesi: i livignaschi si sfidano in una gara di sci nordico sulla neve, indossando abiti e attrezzature tradizionali per difendere i colori delle otto contrade cittadine. Ad anticipare questo evento locale, è la 1kShot: una gara su sci stretti a cui prenderanno parte atleti nazionali e internazionali.

Il Ristorante tipico livignasco La Calcheira è la tipica baita di montagna, sita all’inizio della verde vallata della Val Federia e isolato dalla confusione del centro. Il Ristorante La Calcheira cerca di coinvolgervi in un viaggio tra i sapori della tradizione Livignasca. Facilmente raggiungibile in auto in estate, mentre d’inverno, sotterato dalla neve dove il paesaggio diventa quasi lunare. Alla Calcheira si può mangiare dentro o fuori, immersi tra le montagne della Valtellina. Gestito direttamente dal proprietario Davide, che ti farà degustare i suoi cavalli di battaglia della tradizione livignasca: tagliatelle ai funghi porcini e il risotto Sassella, radicchio e bresaola e gli immancabili . Imperdibili, poi, tutti i piatti della tradizione, come lo “Tzigoiner”, cioè una fettina di carne arrotolata su uno spiedo di legno d’Abete e cotta alla brace, uno dei piatti più golosi della Valtellina, e il “taroz” a base di formaggio Casera, patate, fagioli e cipolla. Non potrai non assaggiare le mitiche frittelle di mele!!! www.calcheira.it +39 0342 970503

17-18 Settembre – Alpenfest Il Piccolo Tibet celebra le sue origini contadine con la 7ª edizione dell’Alpenfest, una festa di due giorni dedicata agli agricoltori di Livigno e Trepalle e alla transumanza del bestiame: gli animali scendono dalle malghe - dove hanno trascorso il periodo estivo - e, prima di rientrare nelle stalle in paese, diventano protagonisti di una kermesse. Per maggiori informazioni: www.livigno.eu 54

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FAVARA E DINTORNI Cinque itinerari per l’estate siciliana

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e decidete di trascorrere un periodo di vacanza nell’Agrigentino, non dimenticate di passare da Favara. Negli ultimi dieci anni il borgo ha acquistato grande notorietà soprattutto grazie al Farm Cultural Park, un centro culturale indipendente di nuova generazione con una forte attenzione all’arte contemporanea e all’innovazione. Qui a Favara, a pochi chilometri da Agrigento e dalla Valle dei Templi si trova l’Alba Palace, un antico palazzo ottocentesco costruito attorno a un’abside del ’700, recuperato grazie ad una sapiente opera di restyling profondo ma nel pieno rispetto della tradizione. Non a caso, nel 2017 l’Alba Palace riceve il Premio Internazionale di Architettura e design e l’anno successivo l’architetto Mario Cucinella, curatore del Padiglione Italia, lo seleziona per la Biennale di Venezia. Non stupisce quindi la proposta dell’estate: conoscere il territorio circostante attraverso itinerari tematici culturali. Alla scoperta delle tracce che nel tempo archeologia, letteratura, arte, natura e cibo hanno impresso in questa zona di Sicilia così ricca e suggestiva. 24oreNews

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SCOPRI L’ITALIA Itinerario archeologico, dalla Valle dei Templi a Le Stoai Non si può che partire dall’archeologia per avvicinarsi al territorio agrigentino. Ad appena 15 minuti di auto dall’Alba Palace sorge infatti la Valle dei Templi, il parco archeologico più esteso del mondo. Un territorio vastissimo, 1300 ettari che ospitano i resti ben conservati di 10 templi dorici, 3 santuari e numerose necropoli e fortificazioni. Dal 1998 Patrimonio Mondiale dell’Umanità Unesco, è un’incredibile testimonianza del periodo ellenico, custode di una straordinaria ricchezza monumentale e paesaggistica, a cui appartengono i resti dell’antica città greca di Akragas e il territorio circostante sino al mare. Visitare la Valle dei Templi sarà come fare Tempio della Concordia un tuffo nel passato, nella storia dell’antica cultura greca. L’esperienza sarà ancora più completa partecipando all’esclusivo spettacolo teatrale e musicale de Le Stoai. L’evento, programmato per tutta l’estate 2022, inizia nel giardino tra gli ulivi secolari, per poi spostarsi nella sala interna e continuare con una degustazione di prodotti tipici dell’antica Grecia, oggi alla base della cucina tradizionale siciliana. Il tutto accompagnato da Ambrosia d’Uva, nettare di cui si nutrivano gli dèi. Durante la degustazione gli attori continuano la recitazione tra i commensali, che possono interagire con loro dando vita a uno spettacolo ogni volta unico. La rappresentazione si conclude nella terrazza all’aperto, ancora con la splendida vista sulla Valle dei Templi. Un’esperienza unica, immersiva e interattiva, che si ispira alla storia millenaria dell’antica Grecia, per valorizzare, attraverso l’arte e la cultura, la bellezza attuale del territorio.

Valle dei Templi

Palma di Montechiaro

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Itinerario letterario, da Il Gattopardo a Montalbano Luigi Pirandello, Giuseppe Tomasi di Lampedusa con Il Gattopardo, Leonardo Sciascia. Per arrivare ai giorni nostri con Andrea Camilleri e il suo Montalbano. Sono solo alcuni dei grandi letterati che hanno scritto di questi luoghi legandoli per sempre a personaggi, atmosfere, emozioni. I cercatori della città immaginaria de Il Gattopardo, Donnafugata, possono raggiungere, in meno di mezz’ora d’auto dall’Alba Palace, la città di Palma di Montechiaro che ha ispirato Giuseppe Tomasi di Lampedusa per l’ambientazione di alcune delle pagine più note del libro. La bella Agrigento, nonché sua città natale, è invece al centro delle opere di Luigi Pirandello. Dal centro storico alla Valle dei Templi, spingendosi nei dintorni dell’agrigentino, da Porto Empedocle e Villaseta fino a Comitini e Aragona, tutte località a meno di 15 km dall’Alba Palace. Agrigento e Porto Empedocle, suo paese natale, sono anche i luoghi a cui pensava Andrea Camilleri mentre scriveva i romanzi di Montalbano.


Favara e dintorni

Farm Cultural Park

Itinerario artistico: Farm Cultural Park a Favara Gli appassionati di arte potranno rimanere nella vivace cittadina di Favara che ospita, oltre all’Alba Palace Hotel, anche il Farm Cultural Park. Una galleria d’arte a cielo aperto, nonché vivace cantiere artistico, che ha reso Favara nota come punto di riferimento per l’arte contemporanea del sud Italia. Inaugurato nel 2010, nasce con l’intento di valorizzare il centro storico e di dare nuova vita ai Sette Cortili, all’epoca in stato di abbandono. Oggi questi stessi luoghi sono spazi di socialità e abitare temporaneo e ospitano mostre permanenti di pittura, fotografia, musica ed eventi di ogni genere. Tra gli artisti anche architetti, designer, musicisti e creativi che hanno proposto le loro opere facendo dei Sette Cortili la seconda attrazione turistica della provincia di Agrigento dopo la Valle dei Templi.

La Riserva Naturale Torre Salsa, Oasi del WWF

Itinerario naturalistico, non solo spiagge È normale associare la vacanza nell’agrigentino con il mare e le sue splendide spiagge. Ma dal punto di vista naturalistico c’è molto di più. Il territorio offre una ricca biodiversità che spazia dalla costa alle campagne, fino alla catena dei Monti Sicani con percorsi trekking e passeggiate nel verde. Suggestiva è la Riserva Naturale Torre Salsa, a mezz’ora circa di auto dall’Alba Palace. L’Oasi WWF si estende su un’area di oltre 700 ettari, tra Siculiana Marina ed Eraclea Minoa. Il paesaggio incontaminato si sviluppa lungo 6 km di costa con falesie, dune e spiagge incontaminate. Da visitare sicuramente il famoso Giardino della Kolymbethra, all’interno della Valle dei Templi. Si tratta di un piccolo gioiello naturalistico, rinato grazie al FAI Fondo Ambiente Italiano, caratterizzato da una grande varietà arborea. Dalla tipica vegetazione della macchia mediterranea all’agrumeto con limoni, mandarini e aranci, anche appartenenti ad antiche varietà. Fino a mandorli, carrubi e fichi d’india. Itinerario enogastronomico: Museo della Mandorla siciliana Non si può parlare di Sicilia senza entrare nel campo dell’enogastronomia. Favara stessa è detta la “Città dell’Agnello” per il suo caratteristico dolce tipico a base di mandorle e pistacchi. Del resto, in questo settore l’Alba Palace è un vero specialista! Il ristorante Le Traveggole è presente dal 2014 nella Guida Michelin e inserito Museo della Mandorla siciliana nella selezione delle Eccellenze di Sicilia della Guida di Repubblica. La cucina, affidata alla chef Francesca Restivo, assicura esperienze culinarie esclusive e prodotti di altissima qualità provenienti dal territorio. In uno splendido ipogeo agrigentino trova posto invece la Cantina che custodisce una ricca e pregiata selezione di etichette. Ma rimanendo a Favara, c’è un altro gioiello da scoprire: il Museo della Mandorla siciliana. Fondato da Antonio Alba, permette di conoscere la storia del mandorlo, proprietà, raccolta e lavorazione, fino all’utilizzo del frutto in pasticceria e più in generale in cucina. Promosso da Marzipan, si propone come centro per la promozione delle eccellenze gastronomiche e agroalimentari siciliane. 24oreNews

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ITALIA DA GUSTARE Sotto: Barbara d’Urso; a destra Al Bano e Romina Power

PERSONAGGI IN CERCA DI STORIE, AMORI E… SAPORI

A cura di SANDRO NOBILI

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un tuffo nei favolosi, ruggenti e folkloristici Anni ’60. Il libro “Personaggi in cerca di storie, amori e sapori” di Ranuccio Bastoni, è una lunga carrellata nel mondo della musica del teatro, dell’arte e della cultura negli anni entrati nell’immaginario collettivo di quanti di quel periodo ricordano con languore e nostalgia il clima irruento e immaginifico della vita. Tutti sospinti dalla voglia di fare e dal boom economico che proiettò l’Italia, appena uscita dalla guerra e dalle distruzioni, alla conquista del mondo. Decine di nomi noti del cinema, della canzone e della cultura, incontrati dal giornalista e autore Bastoni, inviato speciale per alcune riviste a grandissima tiratura, intervistati e fotografati, dei quali racconta aneddoti inediti e pubblica numerose e rare fotografie. Con questo libro viene inaugurato anche un modo nuovo e originale di pubblicare le proprie opere. Grazie alla società di crowdfounding

Eppelà di Lucca, è stata indetta una grande campagna per finanziare le spese di stampa e distribuzione dell’opera. È possibile aderire alla campagna per avere una copia del libro autografata dall’autore e, volendo, anche una gigantografia inedita, numerata, stampata su tela di uno dei personaggi a scelta (www.eppela.com/projects/852). L’originalità del volume sta nella caratteristica di questi incontri che, come si può arguire dal titolo, sono molto spesso finiti… in gloria, cioè davanti alla tavola apparecchiata per pranzi privati, nelle case di questi personaggi. Nei loro incontri gastronomici costoro hanno così rivelato le segrete preferenze culinarie. Piatti legati all’infanzia, preparati dalla mamma o dalla nonna, legati quasi sempre al territorio, al paese d’origine, alle sue tradizioni culinarie. Si può anche fare un divertente tour d’Italie, seguendo il fil rouge dei piatti e dei personaggi.


ITALIA DA GUSTARE A destra in senso orario: Mina con Giorgio Gaber; Patty Pravo; Fabrizio De André con Dori Ghezzi

IN LIGURIA CON GINO PAOLI Gino Paoli, il cantautore più amato dagli innamorati per i suoi straordinari versi e le musiche di canzoni come “La gatta”, “Sapore di sale” o “Il cielo in una stanza”. Beh, Gino, ligure, amante del mare e pescatore egli stesso, ha un piatto del cuore, una ricetta legata alla tradizione ed ai sapori della sua terra: “Stocchefisce accomodou”, ovvero lo stoccafisso in umido. Questo piatto viene preparato da centinaia d’anni. Si può gustare in tutta la Liguria, da Levanto nelle Cinque Terre dove 45 anni fa il cantante gestiva un locale con ristorante, bar e sala per spettacoli. OLTREPÒ PAVESE CON MEMO REMIGI Il cantautore degli innamorati è un appassionato cultore e conoscitore del riso. Nell’Oltrepò Pavese va alla ricerca del “riso Carnaroli” a suo dire il migliore per i risotti e per le sue spettacolari insalate di riso estive. Ogni anno infatti, appena può, salta in macchina e vola verso le risaie del vercellese per procurarsi

una scorta della sua passione, il primo riso dell’anno. Durante una di queste trasferte vercellesi confessò che il suo piatto del cuore era l’insalata di riso, ma da quando frequentava le risaie, aveva scoperto una leccornia: la “Panissa”, che può essere vercellese o novarese e allora in quel caso prende il nome di “Paniscia”. Da non confondere mai, soprattutto se parlate con un genovese, con la “panissa” ligure che col riso non ha niente a che fare ed è a base di farina di ceci. «Questo piatto - ci spiega - è a base di riso, fagioli borlotti, cotenne di maiale e “salam d’la duja”, che è un insaccato speciale, spesso d’oca, conservato nello strutto». I due piatti in gara sono la “Paniscia novarese”, il piatto dell’Oltrepò e la “Panissa vercellese”, che ha fra i suoi ingredienti riso arborio (quello dei minestroni), fagioli teneri di Saluggia, salamino, salsiccia e cotenne di maiale. I MOSCARDINI CARI A MINA In Versilia la vita notturna e quella diurna si alternano senza soluzione

di continuità. Giorno e notte ristoranti, pizzerie, grand gourmet richiamano folle di nottambuli e di degustatori. Molti che furoreggiavano negli Anni ’60 oggi non ci sono più; altri hanno cambiato nome. Però certe raffinatezze sono rimaste. Frequentando il ristorante di Carlo Lemmetti, lo “Squalo Charlie”, Mina scoprì alcune ricette di pesce, semplici ma saporitissime, come la “Zuppa di piccoli moscardini”. Piatti che, quando in piena notte, dopo i suoi spettacoli, si fermava a cena, chiedeva a Carlo di prepararglieli. E per finire, alle tre della notte, le interminabili partite a “scala 40” che spesso si svolgevano nel salone dell’albergo Savoia proprio davanti al ristorante “Lo Squalo”, si concludevano con due “spaghettini” aglio e olio che Carlo le faceva trovare al dente, pronti nel piatto. Lo ha confermato Carlo in un libro di aneddoti e ricette raccolti nel suo ristorante. Oggi la “zuppa di piccoli moscardini” la si può gustare a Viareggio, in pieno centro, dallo chef e gourmet Romano, dello stellato ristorante omonimo. 24oreNews

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`fkbj^ A cura di VALERIO CONSONNI

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ELVIS

di Baz Luhrmann

trepitoso, ipnotico, ubriacante, erotico. Sembra di stare su una polveriera di luci ed energia. Un’esplosione di carisma, suoni, colori, sinuosi movimenti di bacini che traboccano fuori dallo schermo e sommergono come un fiume di lava gli spettatori. Non è solo un film, è un’esperienza visiva e sonora nei labirinti di un mito senza tempo. Parliamo di Elvis di Baz Luhrmann (Moulin Rouge! Romeo + Giulietta, Il Grande Gatsby), un ritratto anti-biopic del grande rocker americano Elvis Presley. Un ritratto mistico di Elvis quello che il regista offre attraverso il ricordo del Colonello Parker (un eccezionale Tom Hanks, irriconoscibile), ex imbonitore di carnival americani (le fiere con attrazioni e freak) che si è reinventato manager di musicisti. Vede le potenzialità del giovane rocker Presley, che canta come un nero. Gli fa firmare un contratto. Tra i due nasce un rapporto quasi “faustiano”, che diventerà di amore e odio. Il film sembra ripercorrere una tragedia greca: Elvis è un moderno Dioniso, uscito dai ghetti neri della America del sud, che trascina le sue fans-menadi a eccessi di entusiasmi e a perdite di identità. Quando era piccolo spiava i neri ballare fra loro, i loro riti, le feste scatenate, i voodoo. Mostra quanto lo stesso Elvis fosse a suo modo post-moderno, copiando e reinventando la musica dei neri del ghetto. Molti, ascoltandone solo la voce alla radio, pensavano fosse nero. Di-

viene così un predestinato, ma forse lo era sempre stato. Il rocker scala le classifiche, ma i benpensanti vorrebbero arginarne la “carica erotica”. Il Colonnello è sempre per assecondare, con furbizia opportunistica, le autorità. Il Re, invece, segue l’istinto di muoversi ancheggiando… Iper post-moderno, eccessivo, barocco, stordente. Luhrmann Mostra frammenti di vita in versione fumetto o cartoon. Gioca con cartelli al neon, insegne, icone, paratesti con i costumi sfarzosi perché Elvis era amante degli eroi Marvel proprio come lui inguaiate in quelle mantelline e tute coperte di borchie, lustrini, pietre colorate. Assistiamo alle stelle e alla polvere in cui si ritrova. La morte dell’amatissima mamma, l’arresto, il servizio militare in Europa, l’amore viscerale per Priscilla (Olivia DeJonge), poi tradita, e per la figlioletta Lisa Marie. Il successo sul grande schermo, come attore di Hollywood. Infine, il declino e ancora la risalita. Forse il film è un po’ troppo lungo causa una parte centrale dove si perde il ritmo travolgente della prima parte, ma poco importa perché l’energia tracima poi nuovamente e ci trascina ancora una volta sul palco con il “Re”. Ma è d’obbligo ora menzionare Austin Butler, il giovane attore che impersona la star: un tornado di bravura, senza di lui il film sarebbe stato impensabile. Austin è veramente Elvis! Eccezionale e grandioso! Buona visione e… preparatevi a ballare!


LIBRI

NOVE GIORNI E MEZZO

LA LIBRERIA SULLA COLLINA

“I sogni son desideri” e se ci credi veramente a volte si realizzano. Ambientato in un minuscolo paesino italiano di 180 splendide anime questo memoir narra la storia della “Libreria Sopra la Penna” e della caparbietà della sua titolare. Una libreria microscopica in un paesino sperduto sulle colline toscane, Lucignana, poche case sull’Appennino lucchese, ma portentosa come una scatola del tesoro. Le giornate nella “Libreria” sono ricche di calore, di vite e storie, fili di parole che legano per sempre: una stanza piena di libri è l’infinito a portata di mano. Alba Donati (Einaudi)

Una commedia gialla dal tono brillante e dal ritmo sostenuto, ambientata tra Milano e il piacentino che si legge con piacere crescente, fino alla conclusione. Sandra Bonzi parte bene, con una leggera prolissità che lascia qualche dubbio sul suo stile, ma poi ingrana la marcia e fila via che è una meraviglia. Il suo libro conquista col passare delle pagine, facendosi via via sempre più divertente, un po’ apertamente folle, piacevole. Sandra Bonzi (Garzanti)

CANOE

Le voci ci guidano, ci confortano, sono onnipresenti, le voci sono tutto. Provate a chiudere gli occhi e a concentrarvi, e ve ne accorgerete. Come agili canoe dei grandi laghi, le voci delle donne che attraversano questi otto racconti di Maylis de Kerangal compongono un originalissimo romanzo della voce umana. Maylis de Kerangal (Feltrinelli)

IL ROSMARINO NON CAPISCE L’INVERNO

Le eroine di questo libro non hanno nulla di eroico, sono persone comuni, potrebbero essere le nostre vicine di casa, le nostre colleghe, nostra sorella, nostra figlia. Fragili e forti, docili e crudeli, inquiete e felici, amano e odiano, perché considerano l’amore l’occasione decisiva. Cadono, come tutti, eppure resistono, come il rosmarino quando sfida il gelo dell’inverno. Un romanzo in cui si intrecciano storie, che ci toccano, ci interrogano, ci commuovono. Matteo Bussola (Einaudi)

LA CASA DI MARZAPANE

La casa di marzapane è senza ombra di dubbio il romanzo più atteso degli ultimi anni. È un romanzo elettrizzante e commovente che ci parla di noi oggi, della ricerca di autenticità e significato in un mondo dove ricordi e identità non sono più privati e dove le nuove tecnologie aprono continuamente ulteriori, inquietanti scenari. Jennifer Egan (Mondadori) 24oreNews

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VINI & VINILI

BERE “ROSA” PIACE A TUTTI A cura di ANNA LISA ZITTI

B

envenuti cari lettori nel mese di luglio, il mese del sol leone, del caldo, del mare, della voglia di leggerezza. Oggi vi proporrò un vino leggero: il rosè. Considerato in Italia per molto tempo il “vino degli indecisi” o “il vino delle donne”, da qualche anno il rosé fa tendenza e ha conquistato una sua dignità nel panorama enologico. Tannico ma senza l’astringenza tipica dei vini rossi, fresco ma senza l’acidità spinta tipica dei vini bianchi, il rosato è ottimo come aperitivo ma è abbinabile a quasi tutti i piatti. Un mito da sfatare sul rosato è quello che lo vuole come il risultato della mescolanza tra vino bianco e rosso: il rosé è infatti un metodo di produzione: si parte da uve a bacca rossa che si fanno vinificare in bianco. Per la nostra degustazione abbiamo scelto il Bardolino Chiaretto, prodotto sulla sponda veronese del Lago di Garda. Inizialmente questo vino era di un rosa intenso

ma dal 2014 cambia stile e tendenza. Non viene più usata la tecnica del salasso, com’era più usuale un tempo, ed è stata assolutamente bandita la pratica dell’appassimento delle uve: pertanto il Chiaretto deve essere prodotto solo con uve fresche. Ecco che, grazie alla Pink Revolution, diventa di un colore rosa più tenue, con note floreali nei profumi. La tradizione del rosé sulle rive del Garda, nelle ville rustiche della Gallia Cisalpina, risale all’epoca romana e deriva dall’uso del torchio il quale, non prevedendo macerazione delle bucce, non rilasciava la giusta tonalità di colore e quindi il vino prendeva una colorazione rosa pallido anziché rossa. La stessa vinificazione venne introdotta dai Romani anche nella Gallia Transalpina (l’attuale Provenza) quindi si può dire con sicurezza che l’origine storica del Chiaretto sia paragonabile a quella dei vini rosé provenienti dalla Provenza.

Il Vinile che abbiamo abbinato a questo vino allegro, che bevuto fresco dà una sferzata di energia ed allegria, è “Chromatica” della cantante statunitense Lady Gaga. Pubblicato il 29 maggio 2020, Chromatica è un album pieno di colori ed emozioni, dove spicca il rosa in tutte le sue declinazioni. Lo abbiamo scelto perché Lady Gaga assomiglia molto al Chiaretto di Bardolino. Un po’ per il carattere e un po’ per il suo essere eclettica come lo è questo vino. Un tripudio di emozioni e sensazioni che vertono in un’unica direzione: l’armonia. Buona estate a tutti!

C.I. CHIARETTO DI BARDOLINO Colore: rosa tenue Profumo: floreale (rosa, ibisco) e frutti di bosco Gusto: fresco e vivace, di buona acidità e sapidità Bicchiere: calice da bianco o spumante. Temperatura: 10/12°

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