24oreNEWS.it Magazine Ottobre 2022

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Anno 12Ottobre 2022 • Periodico di Cultura e Società JOVANOTTI In 60mila sul Volo JPB 2022 MARILYN MONROE Storia di un mito intramontabile A TRIESTE Tra arte, natura e... caffè

STORIA, MITI E LEGGENDE

CRISTOFORO COLOMBO E LE “CUR’I ZIFUNE”

Era il 12 ottobre 1492 quando Cristoforo Co lombo sulle tre caravelle approdava nell’isola nelle Bahamas che battezzò San Sal vador. Quella spedizione nelle Americhe nasconde aspetti affascinanti su cui la storiografia scolastica non si sofferma. Sono in pochi, difatti, a parte i mag giori esperti della biografia di Colombo, a conoscere la serie di aneddoti riguardanti il viaggio profetico che il noto esploratore compì con coraggio, dopo quaranta giorni di navigazione, senza mai dover af frontare nell’oceano alcuna tempesta. Ma i viaggi successivi non ebbero tutti la stessa sorte fortunata. Ecco come Colombo descrisse l’uragano che si trovò ad affrontare in una delle spedizioni che seguirono: «Mai prima occhi avevano visto mari così grossi, ar rabbiati e coperti di schiuma. Fummo costretti a ri manere al largo, in questo mare assetato di sangue, che ribolliva come una pentola posta su un fuoco assai caldo. Mai prima il cielo mi era parso più ter rificante, e per un giorno e una notte interi si mostrò fiammeggiante come in una fornace. I lampi si sus seguivano con tale furia e in modo così spaventoso che noi tutti pensammo che le navi sarebbero esplo se. E durante tutto questo tempo l’acqua non cessò mai di cadere dal cielo». Era il 16 luglio 1494. No nostante la furia della tempesta Colombo riuscì a mettere in salvo le sue caravelle. Come fece? Salito sulla prua - egli stesso raccontò - fra lo scrosciare dei lampi e della pioggia, prese la spada ed iniziò a “tagliare” il vortice d’aria che si era formato, e con l’altra mano impugnava un crocifisso mentre recitava le prime righe del Vangelo di San Giovanni. Pochi

istanti e la tempesta arretrò per poi scomparire nel nulla. Questa storia, che può risultare assurda anche al lettore più curioso e desideroso di mistero, narra in realtà di un rituale molto praticato sin dall’antichità e che, con grande probabilità, Colombo aveva appreso da alcuni monaci con cui egli era entrato in contatto diplomatico per mezzo del re. Il taglio delle trombe d’aria, che al Sud Italia prendono il no me, in dialetto, di “cur’i zifune” (letteralmente code del tifone), è una vera e propria tradizione antropo logica, molto diffusa tra i pescatori e tra le cosiddette “magare” di campagna, quasi sempre contadine anziane, che ereditavano dalle loro madri la formula e la tecnica per domare i cicloni. La leggenda si tramanda ancor oggi in molte zone d’Italia, in partico lare in Sicilia. La formula religiosa adoperata durante il taglio dei vortici, che, a seconda delle aree geo grafiche di riferimento, può essere dedicata a diversi santi o madonne, si tramanda rigorosamente durante la notte di Natale e solitamente è sempre una nonna a raccontare ai suoi nipoti ed eredi la preghiera. Questi, poi, la imparano a memoria, senza mai avere il permesso di trascriverla.

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Anno 12 - N. 10 Ottobre 2022

PERSONAGGIO

6 Marilyn Monroe: storia e misteri di un mito intramontabile

ARTE E CULTURA

12 79a Mostra Internazionale del Cinema di Venezia

14 Jova Beach Party: a Bresso l’ultima chiamata

16 Teatro Bramcaccio: Sette spose per sette fratelli

18 A Novara: “Milano. Da Romantica a Scapigliata”

FASHION

20 Milano Fashion Week Primavera/Estate 2023

22 MFW 2022: i look visti per le strade

BEAUTY

23 I consigli di Marina Mazzolari

SPECIALE MILANO

25 Appuntamenti al Teatro alla Scala 26 Milanoa teatro 27 Milano in mostra

28 Andy Warhol: la pubblicità della forma 30 Milano in concerto

MILANO INCONTRA

32 Daniela Forcella: “Aritmie”

34 Annalisa Minetti: Here I Am, questa sono io MILANO SI RACCONTA

36 ‘Preserving the Brain’ progetto Human Brains della Fondazione Prada

37 Il Cupra Garage di Corso Como 1

ROUTE & MOTORI

38 Nuovo Citroën DS7: plug-in hybrid alla francese 40 A Torino, il ‘The Golden Age Of Rally’ VIAGGI

42 Fès. Un tuffo nel passato della città imperiale del Marocco

HI-TECH Novità dal mercato Paola Severino: «Bisogna disciplinare subito l’AI anticipando il futuro»

DIRITTI & DOVERI

46 Sussidi di Stato

AMICI A 4 ZAMPE E NON SOLO Il letargo delle tartarughe

ERBARIO MAGICO Il castagno: “l’albero del pane”

VERO & FALSO

50 Bere tantissima acqua fa bene alla salute? COME STAI?

51 I Millennial pensano già al Capodanno! Terapiù: la terapia a portata di smartphone

SCOPRI L’ITALIA

54 Autunno in Salento A Trieste tra arte natura e caffè

LIBRI

60 Kundera e Fellini - L’arte di non incontrarsi 61 La nostra vetrina

VINI & VINILI 62 Lugana D.O.C.

Direttore Responsabile Dario Bordet

Direttore Editoriale Alessandro Trani Art Director

Patrizia Colombo

Impaginazione

Milano Graphic Studio S.r.l. Hanno collaborato Ferdinando Asnaghi Ranuccio Bastoni Roberto Bonin

Patrizia Colombo Valerio Consonni Evelina Flachi Teobaldo Fortunato Carlo Kauffmann Marcello Lazzerini

Antonello Martinez Marina Mazzolari Luca Medici Andrea Pitrelli Anna Lisa Zitti

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EDITORIALE

invecchia e l’attenzione verso i problemi della scuola, dell’università, del lavoro - che riguardano la fascia di età dai 18 ai 30 anni - vengono alla

periodo di tempo si può ben dire quanto i giovani siano stati protagonisti. È bene ricordare che il nostro Paese (come ogni altro Paese del mondo) esce da due anni di pandemia che ovviamente ha avuto gravi ripercussioni

sulla loro vita sociale, sul loro mondo di amicizie, di passioni, di rapporti umani, con una inevitabile “crisi” maggiore di quella vissuta da ognuno

“raccolto” imprese assolutamente censurabili di svariate “Baby gang” spesso influenzate da cattivi maestri (rapper che compongono strofe contro tutto ciò che rappresenta la legalità), o l’esaltazione di comportamenti di

Potremmo continuare con un lungo elenco di comportamenti censurabili per questi nostri “giovani no” ma, come troppo spesso accade, c’è un lungo

Comincio a pensare che sia una brillante scusa della nostra società, della nostra classe politica e dirigente, per non affrontare con il dovuto impegno

pallacanestro, ginnastica ritmica, solo per citarne alcuni, una pioggia di giovani design, di creatori di moda, di ricercatori, di agricoltori, di chef, di enologi, di assoluta qualità anche a livello internazionale! Essendo un “vecchio” innamorato della carta stampata vorrei ricordare a tutti i nostri lettori che il prestigioso “Premio Campiello” di quest’anno è stato stravinto da un giovane di 25 anni!!! Ci sono i “giovani no” che occupano molte pagine di cronaca, ma la Società deve sempre ricordarsi della moltitudine

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MARILYN MONROE

STORIA E MISTERI DI UN MITO INTRAMONTABILE

Sessant’anni anni fa, la notte fra il 4 e il 5 agosto del 1962, nel suo bun galow di Brentwood (Los Angeles) veniva scoper to il corpo inerte di Norma Jeane Mortenson, nome d’arte Marilyn Monroe, attrice, cantante, modella e produttrice cinematografica sta tunitense, tra le più celebri attrici della storia del Cinema. Un mito allora, un mito ancora oggi, cele brato nelle arti, nella letteratura, nella moda, oltreché nel cinema e nel teatro. Come si spiega? Ne par liamo con Loris Pinzani, psicologo e psicoterapeuta, che di questa straordinaria figura di donna ha avuto già modo di occuparsi. «In tanto - ci dice - il mito non tramon ta e lei è una figura archetipa, un talento naturale divenuta la star più famosa al mondo, coraggiosa e fragile, bella e intelligente, un’anima inquieta, schiacciata dai poteri forti. Come si fa a non amar la? È chiaro che di fronte a simili fenomeni scatta un processo di im

medesimazione, che sta nei nostri desideri…». Tanti sono i motivi di fascinazione per i quali Marilyn nella coscienza collettiva è dive nuta un mito. Innanzitutto, il mi stero. Quello della sua morte. E il mistero di ciò che avrebbe potuto ancora fare. E poi c’è l’interesse per una vita davvero difficile fin dall’infanzia, a cui lei ha saputo dare una svolta che l’ha portata ai vertici inimmaginabili che cono sciamo, fino alla caduta. Proviamo a ripercorrerla questa vita difficile e breve, conclusasi a soli 36 anni, in solitudine nel suo bungalow di Los Angeles, uccisa per abuso di psicofarmaci grezzi che le sono sta ti letali. Assunti per quali motivi? Una vita difficile vissuta intensa mente in buona parte sotto i riflet tori. «Ma c’è anche la parte più dura, che le ha dato un back ground affettivo pesantissimo, un’impronta incancellabile. Per tutta la vita ha cercato di colmare un’affettività carente, senza mai riuscirvi» osserva Pinzani.

A cura di MARCELLO LAZZERINI
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Marilyn Monroe

La vita, Hollywood, l’ultimo film Nata il 1 giugno del 1926 a Los Angeles, da Gladys e Pearl Baker, ha solo sette anni quando sua ma dre, Gladys (Monroe) Baker Mor tenson, è ricoverata in ospedale come schizofrenica paranoica. La piccola Norma è sballottata di fa miglia in famiglia, in alcune delle quali subisce abusi. All’età di se dici decide di sposarsi. È il 19 giu gno del ’42, il marito è James Dou gherty che, nel 1943, si arruola nei Marines e il matrimonio finisce. Ma lui sarà l’unica persona che le resterà vicina fino alla fine. Du rante la guerra, Norma Jean lavora alla Radio Plane Company di Van Nuys in California, ma sempre più consapevole della sua bellezza, si iscrive ad un corso di modella. Du rerà pochi mesi, poi la voglia di ci nema prenderà il sopravvento. Hol lywood le apre le porte e il 26 ago sto 1946 firma un contratto della durata di un anno dal valore di 125$ alla settimana, con la Twen tieth Century Fox. È Ben Lyon, re sponsabile del casting, a suggerire ‘Marilyn Monroe’ come nuovo no me. La giovane attrice non appare in nessun film e nel ’48 passa alla Columbia Pictures con la quale avrà un ruolo importante in ‘Eva contro Eva’ (1950) diretto da Jo seph L. Mankiewicz, ma poi torna alla Twentieth dove interpreta 4 film. Nel 1952, la rivista ‘Photo play’ la definisce come “l’attrice più promettente del secolo”… Aveva visto giusto. E Playboy l’aveva mostrata nei suoi primi nu meri, nuda. Uno scandalo per l’America di allora. Che lei, anni dopo, girerà a proprio favore, so stenendo che quegli scatti le erano

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PERSONAGGIO/Marilyn Monroe

serviti per pagare l’affitto. Chi non l’avrebbe compresa? Norma vuole arrivare. Il Cinema si accorge di lei e le assegna il ruolo di sex sym bol che il marito, il campione del baseball Joe Di Maggio, non gra disce. È il 1954. Il matrimonio non durerà neanche un anno. A dare un colpo decisivo alla loro unione la scena di Marilyn che si tiene con gesto divertito la gonna del

l’abito bianco sollevato dal vento della metropolitana di New York. Scena girata due volte per richia mare l’attenzione sul film di Billy Wilder, ‘Quando la moglie è in va canza’. La scena è iconica. Quel l’abito è entrato nella storia del Ci nema sebbene lo stilista William Travilla lo liquidasse con la frase «era solo uno stupido vestitino bianco», un vestitino da oltre 5 mi

lioni di dollari, per molti l’abito più famoso della storia del Cinema. «I miei abiti per Marilyn erano un atto d’amore, l’adoravo», dichia rava lo stilista. Secondo quanto scrisse nella sua autobiografia Bil ly Wilder, quella notte, le urla di una violenta discussione tra Ma rilyn e Joe, arrivarono ai vicini di stanza al St. Regis Hotel, al punto che c’è chi sostenne che Di Maggio avesse picchiato Marilyn. «Forse perché aveva origini italiane e gli italiani sono estremamente gelosi», azzardò George Barris, fotografo di scena. Fatto sta che tre settimane dopo, Marilyn chiese il divorzio. «Le immagini sparirono presto» ricordava Wilder, «ma sono sicuro che un giorno faranno capolino dall’archivio di qualche appassio nato». E infatti eccole riapparire per merito di Jules Schulback, grande fotografo trasferitosi negli Stati Uniti perché, ebreo, doveva fuggire dalla Germania hitleriana. Quel luglio del 1954 Schulback si trovava a New York, dove stavano girando una scena bizzarra e di vertente. Non se la fece scappare. Un filmato di pochi secondi, pub blicato dal New York Times, mo strò una Marilyn impegnata a te nere a bada la gonna del suo abito bianco. Quelle riprese fecero il giro del mondo, lasciandoci della diva un ricordo straordinario. All’epoca, la bellissima Marilyn aveva già operato scelte importanti: la rottura con la Fox, perché stanca dei soliti ruoli, il trasferimento a New York, i corsi all’Actors Studio di Lee e Paula Strasberg e l’apertura di un suo studio, il Marylin Monroe Pro

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ductions. Nel 1956 appare nel film ‘Fermata d’autobus’, poche setti mane prima di sposare il 1° luglio 1956 il noto drammaturgo Arthur Miller. L’intellettuale e la star più famosa del Cinema. Che coppia! Lui, impegnato a denunciare i mali dell’America che, con il maccar tismo, aveva preso di mira scrittori e cineasti democratici, accusati di filocomunismo, anche lo stesso Miller, lei protagonista di pellicole che diverranno cult movies: ‘A qualcuno piace caldo’, ‘Il principe e la ballerina’, ‘Facciamo l’amore’ e altre ancora. Lei era appena ap parsa in ‘Niagara’ che è del ’53 e in ‘Come sposare un milionario’. Lui, aveva messo in scena ‘Cro giuolo’, dramma teatrale sulle ver gini di Salem mandate al rogo, un drammatico momento di caccia al le streghe del ’600, metafora di ciò che avveniva negli Stati Uniti negli anni ’50, quando Miller e altri ar tisti erano “presi sotto osservazio ne” dalla Commissione per le at tività antiamericane, sia sotto la presidenza Truman, che di Eisen hower. Molti di essi dovettero ri correre al falso nome. Woody Al len, racconta questo periodo di at tacco alla democrazia, nel film ‘Il prestanome’. Miller non fece alcun nome e riuscì a proseguire il pro prio lavoro. Il ‘Crogiuolo’ tornerà in scena a ottobre al Teatro Stabile di Torino con la regia di Filippo Dini. Il matrimonio tra lo scrittore e la star va avanti tra alti e bassi per 5 anni. Un’incrinatura si ha dopo la love story con l’attore can tante francese Yves Montand, du rante le riprese del film ‘Facciamo l’amore’ (1960). Lo fecero davvero. E anche il rapporto tra Montand e la Signoret non fu più lo stesso. «Per Marilyn il sesso sostituisce la

carenza affettiva e d’amore», com menta Pinzani. Il divorzio da Mil ler è del ’61. Subito dopo l’attrice entra per breve periodo in una cli nica psichiatrica di New York. Di quell’ anno è il film ‘Gli spostati’, di cui Miller ha scritto la sceneg giatura. Regista John Houston, in terpreti Marilyn Monroe, Clark Ga ble e Montgomery Clift. È l’ultimo film di Marilyn.

Il “mito dei miti”

Il mito di Marilyn è alimentato an che dalle celebri battute che si ri trovano nei suoi film, come nel fi nale di ‘A qualcuno piace caldo’, «Nessuno è perfetto» (battuta non sua). O nella sua seducente frase sulla veste da notte preferita: «Chanel n.5», il celebre profumo parigino, di cui era una fan. Ma il momento più iconico è l’appari zione della diva la sera del 19 maggio del ’62 al Madison Square Garden Gran Gala delle star per raccogliere i fondi a sostegno della campagna elettorale di John Fitz

gerald Kennedy e, insieme, festeg giare il suo 45° compleanno (con un notevole anticipo essendo lui nato il 29 maggio). Molti gli artisti presenti (Ella Fitzgerald e Maria Callas, l’attore Henry Fonda ed Harry Belafonte, che si sarebbero esibiti uno per volta sul palco), ma ciò che rimane di quella serata è l’immagine di una Marilyn così sensuale da stupire tutti, con il suo vestito di tessuto elasticizzato color carne tempestato di 2500 perline luccicanti cucite a mano, creato dal costumista francese Jean Louis. Era così attillato che tutti ebbero la sensazione che fosse nuda. E sotto la veste lo era davvero. Era costato 12mila dollari, ma nel 2016 sarebbe stato venduto all’asta a 4,8 milioni aggiudicandosi il ti tolo di ‘abito più costoso del mon do’. La sua voce sensuale incantò tutti e il suo «Happy Birthday Mr President» viene continuamente riproposto e parodiato nel mondo. Nel back stage Marilyn incontrò i due fratelli Kennedy, John e Bob,

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dei quali - scrissero - è stata l’amante. E qui scatta un altro mo tivo della sua popolarità. Quello di cui parla Pinzani: «l’essersi op posta alla logica implacabile del potere e ai suoi perversi meccani smi, ed esserne poi stata schiac ciata». Del mito di Marilyn anche l’arte si è fatta portatrice, facendosi interprete attraverso di lei, di un’epoca. Realizzata nel 1962 da Andy Warhol, ‘Gold Marilyn Mon roe’ è una delle prime opere che ha creato l’artista in onore della star di Hollywood a seguito della sua scomparsa. Tratta da una pel licola del film ‘Niagara’, è servita al maestro della pop art per le sue riproduzioni seriali, dando al volto di Marilyn un’espressione femmi nile solare e travolgente. Ne sono seguite tante altre allo scopo di tra sformarla in un’immagine sacra e priva di tempo. Una delle sue Ma rilyn si trova al Moma di New York. Fra coloro che hanno alimentato artisticamente il mito di Marilyn c’è anche l’italiano, anzi il fioren

tino Silvano Campeggi, in arte ‘Na no’, colui che - è stato scritto - “ha disegnato il Cinema”, in quanto autore di migliaia di manifesti dei film americani, tra cui i celebri ‘Via col vento’ e ‘Casablanca’ (af fissi anche nella saletta di proie zione del film Premio Oscar di Giuseppe Tornatore, ‘Nuovo cine ma Paradiso’) e moltissimi altri. Nano fu chiamato a Los Angeles dalla Warner Bros a ritrarre dal vi vo Marilyn per il poster del film “Il principe e la ballerina”. «E lei - raccontava Nano - dopo lunga at tesa appare in fondo alla grande sala fasciata da un vestito bianco aderentissimo, avanza con incede sinuoso, gira intorno al cavalletto canticchiando soddisfatta, lusin gata del fatto che un artista italiano sia lì per ritrarla, e quando mi vie ne presentata chiede: «Maestro co me devo mettermi in posa? Ho solo un’ora di tempo». «Generalmente dipingo la modella nuda, l’abito, lo aggiungo dopo - le dico. Lei non risponde, poi lentamente comincia a spogliarsi, sorprendendo tutti. E intanto mi chiede notizie di Firenze e dei suoi artisti. Partecipa al ri tratto. E alla fine, mi saluta con un bacio». Quel dipinto è il manifesto del film per l’Italia. Ma Nano da quell’incontro e dal volto stilizzato della diva disegnato con pochi trat ti, ne ha fatto una sua icona, la sua

Marilyn Monroe

Nella pagina a fianco: una delle Marilyn Monroe della serie di serigrafie “Shot Marilyn” di Andy Warhol

In questa pagina da sinistra: un manifesto cinematografico disegnato da Nano Campeggi e il maestro con un’altra sua opera raffigurante Marilyn

opera più riconoscibile inconfon dibile ed eterna. Anche un altro italiano, il grande drammaturgo Mario Fratti, che dal ’63 vive a New York, e dal cui la voro è stato tratto il musical Nine (7 Tony Award), poi portato sullo schermo da Robert Marshall, ha dedicato a Marilyn, che ha cono sciuto, un “dialogo immaginario” ma non troppo per il programma di Radio Vaticana, “Faccia a faccia improbabili”, ideato e curato da Laura De Luca. Dialogo nel quale, Marilyn conversando confidenzial mente con l’intervistatore (lo stesso Mario), rivela la sua timidezza, il rifiuto di essere solo desiderata, di essersi sentita sola, usata, ignorata, incompresa, in quanto - dice - il sogno di noi donne è avere un uo mo solo, uomo vero, accanto. Sem pre. Quanto c’è di vero in questo ritratto? Forse, di più di quanto non si trovi nei vari libri che sono stati scritti su di lei, o nei film a lei de dicati, l’ultimo dei quali ‘Blonde’ è del 2022, scritto e diretto da An drew Dominik, basato sull’omoni mo romanzo del 1999 da Joyce Ca rol Oates, che narra la vita dell’at trice (anche il nostro Pieraccioni le ha dedicato un film “Io e Mari lyn”). Altri ancora ne usciranno, ma sapranno penetrare il mito di Marilyn, o resterà - come vuole il mito - ancora avvolto nel mistero?

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VENEZIA 79 LA MOSTRA DEL CINEMA CELEBRA I 90 ANNI DI ATTIVITÀ

Sono passati 90 anni e 18 mila film dalla prima edizione del la Mostra Interna zionale d’Arte Cinematogra fica di Venezia (si chiamava così nell’estate del 1932, pri ma di assumere due anni do po, il nome ufficiale di Mo stra), giunta con stile, creatività e coraggio alla sua 79 a edizione che quest’anno ha scelto come madrina la bel lissima Rocío Muñoz Mora les. L’attrice spagnola, ormai italiana di adozione, ha con dotto le cerimonie di inau gurazione e di chiusura (e premiazione) del Festival che si è concluso, dopo 11 gior nate, lo scorso 10 settembre. A vincere il Leone d’Oro è

stato, a sorpresa, il documen tario “All the Beauty and the Bloodshed” della regista sta tunitense Laura Poitras. A convincere la giuria, presie duta dall’attrice Julianne Moore, è stata la storia epica ed emozionante dell’artista contemporanea, fotografa e attivista Lgbt ‘Nan Goldin’, raccontata attraverso diapo sitive, dialoghi intimi, foto grafie rivoluzionarie e rari fil mati della sua battaglia per ottenere il riconoscimento della responsabilità della famiglia Sackler, mecenati ma anche colossali produttori di farmaci, compreso un op pioide che ha causato quasi 500mila morti per overdose.

Un film di denuncia che se gna il secondo Leone d’Oro ad un documentario, a 9 anni dal primo, assegnato nel 2013 a “Sacro GRA” di Gianfranco Rosi. Tempi lon tani, perché quest’anno il Ci nema italiano, con i suoi 5 titoli in concorso, non ha tanto convinto a Venezia.

L’unico è stato Luca Guada gnino, italiano americaniz zato, che ha vinto il Leone

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A cura di FRANCO DÊALESSANDRO

d’Argento, premio alla Regia con il suo carnale “Bones and All”. Il film ha vinto anche il Premio Mastroianni, per la miglior attrice emergente Ty lor Russell, la giovane prota gonista che di fatto spiazza l’altro interprete della storia d’amore cannibale, Timothèe Chalamet. Ancora il Cinema al femminile, della regista Alice Diop - (francese d’origini senegalesi) si aggiudica il Leone d’Argento - Gran Premio della Giuria e il pre mio come Opera Prima “Luigi De Laurentiis”- Leone del Futuro, per il suo “Saint Omer”. Al regista iraniano Jafar Panahi, arrestato e con dannato per propaganda contro il regime del suo Pae se, è andato il Premio Spe ciale della Giura per il suo “(Khers Nist / No Bears)” (Gli orsi non esistono). A vincere per la categoria Oriz zonti, dove sono premiati i film che più rappresentano le nuove tendenze sociali e cinematografiche il film “Jang-e jahani sevom” (Terza guerra mondiale) di Houman Seyedi per quanto ri

guarda la regia, mentre come attrice a vincere è stata Vera Gemma, per il film Vera, del la regista di Bolzano, Tizza Covi, che da ottenuto assie me al suo compagno e co-re gista Rainer Frimmel il pre mio per la miglior regia (nella sezione Orizzonti). Le Coppe Volpi per le migliori inter pretazioni sono andate agli attori Colin Farrell per “The Banshees of Inisherin” e a Cate Blanchett per “Tár”. La 79a Mostra Internazionale del Cinema di Venezia diret ta da Alberto Barbera ha in dossato il suo vestito più luccicante facendo sfilare sul red carpet le star di Hollywood più amate. Sullo storico “tap peto rosso” del Lido hanno sfilato per 12 giorni ospiti e star internazionali, da Brad Pitt a Hugh Jackman, Cate Blanchett, Timothee Chalamet e Ana De Armas, prota gonista del biopic “Blonde”, film che racconta la vita di

Marylin Monroe, dal succes so alla tragica scomparsa av venuta 60 anni fa. E poi, An thony Hopkins e Hugh Jack man, interpreti del lungome traggio di Florian Zeller “The Son” e Colin Farrell, star e interprete di “Gli spiriti dell’isola” diretto da Martin McDonagh. Un’altra star tor nata a Venezia, Penelope Cruz, era presente con ben due pellicole: “L’Immensità” di Emanuele Crialese e “On the Fringe” di Juan Diego Botto. Per il nostro cinema, la cantante Elodie è arrivata a Venezia in veste di attrice con il suo film d’esordio “Ti mangio il cuore” di Pippo Mezzapesa, presentato nella sezione Fuori Concorso di Orizzonti, ispirato all’omo nimo libro scritto dai gior nalisti Carlo Bonini e Giu liano Foschini. Lexus è stata per il sesto anno consecutivo l’auto ufficiale della Mostra. Arrivederci a Venezia 80!

Da sinistra in senso orario: Taylor Russell; Raoul Bova; Rocío Muñoz Morales; Liv Freundlich, Bart Freundlich e Julianne Moore; Hugh Jackman; Todd Field e Cate Blanchett
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A BRESSO L’ULTIMA CHIAMATA DEL VOLO JBP 2022

JOVA BEACH PARTY

opo aver navigato nei mari di tutta Italia, macinando chilometri di musica ed entusia smo, il grande veliero

di Lorenzo Jovanotti è atterrato sull’aeroporto di Milano Bresso per il gran finale, la grande festa di fine estate targata Jova Beach Party. La “città invisibile” di Lo-

renzo - la carovana di entusiasti che ha totalizzato 550mila presen ze, percorrendo 10mila chilometri in 21 tappe in giro per l’Italia - ha concluso il suo viaggio quest’anno

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nel capoluogo lombardo. Con la grande festa conclusiva milanese, il 10 settembre, Lorenzo Cheru bini ha regalato ancora una volta ai 60mila presenti un’esperienza inedita. Qui a Bresso spiaggia non ce n’è, ma come tre anni fa a Li nate è un aeroporto a far ripartire il Volo JBP 2022 - come ha chiamato questo live - lanciato “in di rezione futuro”. Nonostante il gran finale in aeroporto si sia ri velato inferiore alle aspettative, i 60mila richiamati sotto il sole di Bresso dall’ultima chiamata del volo hanno permesso alla tappa lombarda di mettere a bilancio il miglior risultato su singola data dell’intero tour. Nel 2019 a Linate s’erano superate le 74mila presenze «ma quest’anno il pubblico ha fat to una scelta precisa, dalla Lom bardia sono partite migliaia di per sone per andarlo a vedere al mare - ha ricordato l’organizzatore Maurizio Salvadori -. La gente vuole la spiaggia perché lì si diver te di più». Quanto a risultati, nu meri alla mano, la miglior tappa è stata Viareggio con due show per un totale di 85mila spettatori, a seguire Lignano, Roccella Ionica, Barletta, Aosta. Sul palco milane se, per salutare l’estate, con Jova si sono alternati Tommaso Para diso, Elisa, Rkomi, Tananai, per citare solo alcuni degli oltre 160 ospiti che hanno arricchito questa speciale edizione suonando sui tre stage allestiti per l’evento. Sul pal co arriva anche Gianni Morandi, suo grande amico, che con lui can ta “Apri tutte le porte” e “La ola”, “Fatti mandare dalla mamma a prendere il latte”, “C’era un ragaz zo che come me amava i Beatles e i Rolling Stones”. E c’è persino Fa bio Rovazzi che li raggiunge sul finale. Sotto al palco, molti volti

noti tra cui Daniele Bossari, Am bra Angiolini, Nicola Savino, Claudio Cecchetto, Barbara D’Ur so, Pif e tanti altri. A sorpresa ar riva anche Raf che sale a esibirsi con Lorenzo: insieme cantano “Più bella cosa” mescolata a “Se renata rap”.

Jova Beach è la festa più grande, è più di un concerto, è un happe ning per il nuovo tempo. È una intera giornata di musica, sorrisi e intrattenimento voluta e orga nizzata da Lorenzo, il primo DJ Producer Performer che sa come creare un’alchimia magica per rendere la giornata unica e incancel labile. “Ri-party-amo”, la raccolta fondi sviluppata da Jova Beach Party, WWF e Intesa San Paolo ha superato i 3 milioni di euro. I 21 appuntamenti dell’estate sono stati anche l’occasione per il reclu tamento per pulire le spiagge. Con

un sentiment positivo del 95%, e con un engagement complessivo di 11mld di impression - Insta gram 47M engagement e 11.1M views per le IG stories, Twitter 224K conversazioni, TikTok 105M video views, 60K articoli sul web - il Jova Beach Party 2022 si conferma la festa più straordi naria e coinvolgente dell’estate, nonché il party più social di sem pre (dati TIM Data Room). Inar restabile successo anche per “L’estate adesso - Jova Beach Play”, il docubeach a più voci, racconto del dietro le quinte della più grande festa dell’estate, che si è impo sto per tutto il periodo estivo co me la docu-serie più seguita su RaiPlay, collezionando 150mila ore di visione con una media ben superiore al milione di views. Arrivederci, al prossimo Jova Be ach Party 2023!

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Dopo il grande successo dell’ultima stagione, torna al Brancaccio di Roma va in scena la di vertentissima edizione di “Sette Spose per Sette Fratelli” ispirata al celebre film del 1954 di retto da Stanley Donen, con uno sguardo ai personaggi ed alle am bientazioni del mondo ironico dei western di Quentin Tarantino. Questa nuova edizione diretta da Luciano Cannito, con un cast di 22 interpreti, orchestra dal vivo con la direzione musicale di Peppe Vessicchio, vede protagonisti Diana Del Bufalo e Baz, nuovissima coppia del teatro musicale italiano, esplosivi, divertenti, vulcanici, dal talento vocale dirompente. Il gran de impianto scenografico firmato da Italo Grassi e i meravigliosi co stumi di Silvia Aymonino sono stati progettati e creati secondo i canoni estetici e spettacolari di Broadway e di West End.

SETTE SPOSE PER SETTE FRATELLI

AL TEATRO BRANCACCIO 12 AL 30 OTTOBRE 2022

La storia. Siamo nell’Oregon del 1850, in una fattoria tra le mon tagne vivono i sette fratelli Pontipee. Adamo il fratello maggiore, si rende conto che è arrivata l’ora di trovare una moglie che si occupi della casa e della cucina. Conosce Milly, la cameriera della locanda del villaggio e tra i due scocca il colpo di fulmine. Adamo e Milly si sposano e partono per la fattoria. Arrivati a casa Pontipee, Milly ha

la sgradita sorpresa, scopre che do vrà prendersi cura non solo del marito, ma anche dei suoi fratelli, sei rozzi montanari rissosi e refrat tari all’igiene personale e alle buone maniere. Milly mette in riga i sei ragazzi e vedendoli migliorare gra zie alle sue cure, comincia segretamente a progettare di unire i sei cognati con le sue amiche del pae se. L’occasione propizia si presenta nel corso di una festa annuale in cui durante il ballo i sei fratelli Pontipee, puliti e ben vestiti, dan no prova della loro abilità nella danza alle amiche di Milly. La festa vedrà opposte le squadre dei citta dini e dei montanari, degenerando ben presto in una violenta rissa. I fratelli Pontipee tornano sconsolati alla loro fattoria e Milly scopre che i sei ragazzi si sono innamorati del le sue amiche. Sanno però che i genitori delle ragazze non acconsentiranno mai alle nozze, così or ganizzano un rapimento.

16 24oreNews ARTE E CULTURA/ Teatro
DAL

Dopo il successo dell’importante mostra de dicata al Mito di Venezia, che celebrava i 1600 anni della “Serenissima”, Novara si prepara alla nuova bella esposizione au tunnale, questa volta dedicata al capoluogo lombardo. Attraverso una settantina di capolavori eseguiti dai maggiori protagonisti della cultura figu rativa ottocentesca attivi nella città meneghina, la mostra ‘Milano. Da Romantica a Scapigliata’ riper corre il periodo memorabile, tra gli anni ’ 10 e gli anni ’80 dell’Ottocento, che ha reso Milano uno dei centri economici, culturali e artistici più importanti della penisola. Le trasformazioni che già in epoca te resiana avevano iniziato a modificarne sensibilmente l’aspetto monumentale e urbanistico erano proseguite durante gli anni della Repubblica Cisalpina, del Re gno d’Italia, della Restaurazione e del Risorgimento e avevano fatto di Milano una città moderna e bel

lissima, crocevia di genti, di culture, di arte. Una città elegante che avrebbe continuato a rinnovarsi anche nei decenni post-unitari, si pensi alla costruzione della Stazione Centrale, inaugurata nel 1864 dal Re d’Italia Vittorio Emanuele II, alla demolizione del Coperto dei Figini in Piazza Duomo (1864), alla co struzione della Galleria Vittorio Emanuele (1865) e all’ideazione della Piazza del Teatro, nel 1865 bat tezzata Piazza della Scala, all’abbattimento del Re becchino (1875). Una città culturalmente assai vivace, frequentata da viaggiatori stranieri e abitata da un facoltoso ceto borghese, ma allo stesso tempo anche un luogo in cui le differenze sociali cominciavano via via a farsi sempre più marcate e nella quale gran parte della popolazione viveva in povertà. Tra vedute urbane e ritratti, scene di vita quotidiana e soggetti storici, il suggestivo percorso espositivo, allestito se condo un ordine cronologico attraverso sezioni te

MILANO.

18 24oreNews ARTE E CULTURA Novara, Castello Visconteo Sforzesco 22 ottobre 2022 - 12 marzo 2023
DA ROMANTICA

Nella pagina a fianco: Bossoli C. - La commemorazione dei Caduti nelle Cinque Giornate tenuta in Piazza del Duomo il 6 aprile 1848, tempera su carta riportata su tela 71,5 x 100,5 cm; sopra: Francesco Hayez - Imelda de Lambertazzi, 1853, olio su tela, 122 x 126 cm, Collezione privata; a destra: Angelo Inganni - Veduta di Piazza del Duomo con il Coperto dei Figini 1839, olio su tela, 176 x 138 cm, Collezione privata

matiche, ripercorre le trasformazioni della città at traverso la traccia lasciata dagli artisti dell’epoca e se gue l’evoluzione stilistica dell’arte lombarda dal Ro manticismo alla Scapigliatura, fenomeno culturale nato a Milano negli anni Sessanta dell’Ottocento, che coinvolgeva poeti, letterati, musicisti, artisti, uniti da una profonda insofferenza nei confronti delle con venzioni della società e della cultura borghese.

L’esposizione si apre con un’importante sezione de dicata alla “veduta urbana” che vede protagonisti 3 artisti milanesi d’adozione, l’alessandrino Giovanni Migliara, il veronese Carlo Canella e il bresciano Angelo Inganni. Negli incantevoli scorci dei loro di pinti rivivono luoghi oggi profondamente trasformati come i Navigli e Piazza del Duomo e i mestieri della Milano scomparsa. Accanto ai pittori autori di vedute urbane, la Milano romantica vede affermarsi talen tuosi ritrattisti quali Francesco Hayez e Giovanni

Carnovali (detto “Il Piccio”) e grandi cantori della vita quotidiana come i fratelli Domenico e Gerolamo Induno (noti come “pittori soldato”) le cui opere in troducono alla sezione dedicata alla Milano risorgi mentale, in cui le opere di Carlo Canella e le detta gliate tempere di Carlo Bossoli ricordano alcuni degli episodi salienti che portarono alla liberazione di Mi lano dalla dominazione austriaca. La seconda parte dell’esposizione si apre con un omaggio gli artisti della Scapigliatura, come Federico Faruffini, Mosé Bianchi e Filippo Carcano, che verso la metà del secolo indirizzarono la propria ricerca verso lo studio del colore e della luce dando vita a una pennellata mossa, vivace, che disintegra i con torni. Le sperimentazioni linguistiche di quella ge nerazione trovano la massima espressione nell’opera di Tranquillo Cremona e Daniele Ranzoni, presenti in mostra con assoluti capolavori. SCAPIGLIATA.

A cura di FRANCO DÊALESSANDRO
1924oreNews Mostra
A

La Milano Fashion Week Primavera/Estate 2023 ha aperto i battenti con il grande ritorno delle star, sue ospiti nella capitale della moda: non solo i loro outfit, ma anche i beauty look e hairstyle diventano subito trend topic nelle whish-list d’autunno. Ma vediamo cosa abbiamo visto in passerella: leggeri dress di organza fluttuanti, pantaloni cargo di raso e maglieria abbinata a gonne dalla silhouette allungata. Un rigore quasi orientale si sposa a una morbidezza impalpabile.

A cura di PATRIZIA COLOMBO Fendi Alberta Ferretti
20 24oreNews FASHION
N°21
Max Roberto
2124oreNews MILANO FASHION WEEK SS 2023
Mara Dsquared2
Cavalli Emporio Armani Diesel Tom Ford

Certo, Londra e New York sono fantastiche. Ma la Milano Fashion Week è il luogo dove succedono le cose più interessanti. Il mondo della moda si è trasferito in città per qualche giorno di show blockbuster: la temperatura è alta, in tutti i sensi - e così i look. Anche quelli visti per le strade…

MILANO FASHION WEEK STREET STYLE

22 24oreNews FASHION

Dopo una calda estate di blush, ciglia manga ed eyeliner, cosa ci riserverà il make-up autunnale?

Cambiano le atmosfere, l’abbigliamento e con esso cambiano anche le tendenze makeup: vieni a scoprire con noi quali saranno le tendenze trucco dell’autunno appena arrivato, e i profumi che tenderanno ad essere più avvolgenti per riscaldare la stagione fredda.

SHISEIDO

BIO-PERFORMANCE SKIN FILLER

Trattamento Viso

Ispirato alle procedure di medicina estetica, il nuovo trattamento è formulato con l’innovativa tecnologia MolecuShift di Shiseido (prevede 2 fasi grazie a 2 sieri inseparabili notte e giorno) che consente all’acido ia luronico ad alto peso molecolare di penetrare nella pelle mantenendo il suo pieno potere idratante e vo lumizzante. Fornisce risultati rapidi ed efficaci: in un giorno, la pelle appare più giovane e più volumizzata.

INSTITUT ESTHEDERM

INTENSIVE VITAMINE C2

Siero antimacchia illuminante

Siero viso concentrato con due forme di vitamina C per un’azione immediata e progressiva su macchie, mancanza di luminosità e irregolarità dell’incarnato.

Questo trattamento riduce le macchie di pigmentazio ne, ravviva la luminosità dell’incarnato e leviga il mi crorilievo della pelle. Forni sce un potente scudo bio logico contro i radicali libe ri, primi responsabili dell’in vecchiamento cutaneo.

CHANEL LE VERNIS

Smalto unghie Le Vernis de Chanel: un’applicazione ultra-re sistente. Uno smalto di bellezza e protettivo pen sato per far risaltare colori vibranti. Offre un film re sistente, fine e ultra-bril lante, per un effetto lacca assolutamente omoge neo. Lo smalto offre una palette di nuance ispirate allo stile esclusivo Chanel. Le tinte hanno una mag giore tenuta, per uno stile perfetto fin sulla punta delle dita.

Eau De Parfum

Questo ultimo viaggio ol fattivo è la conclusione di un ciclo, il ciclo della poe sia, iniziato con Notturno, un profumo intimista, sof ferto, il profumo di un poeta disperato, di notti insonni e di contrasti fero ci. Luce invece è la sua evo luzione, la calma dopo la tempesta e la serenità rag giunta, è un profumo di retto, semplice, che trova nelle sue note le risposte alle domande di Notturno, non è una luce fisica, ma pensata, una luce della mente e dello spirito.

MAISON FRANCIS KURKDJIAN

724

Eau De Parfum

Luminosa, frizzante, ammaliante e voluttuosa, 724 è un invito a vivere al ritmo della città. Le note di testa presentano un fresco accordo urbano, la sensazione di una freschezza energizzante di pulito come quella emanata dalle lavanderie di New York la mat tina presto. Questa creazione olfattiva, batte al ritmo degli agrumi (bergamotto, mandarino), dei fiori bianchi e dei muschi.

2324oreNews

A di Ramtin Ghazavi

IL PICCOLO PRINCIPE

Dal 14 al 31 Ottobre

Pierangelo Valtinoni | libretto di Paolo Madron Direttore: Vitali Alekseenok | Regia Polly Graham

Per la prima volta il Teatro alla Scala ha commissionato un’opera per ragazzi ad un autore contemporaneo. Il compositore Pierangelo Valtinoni si è ispirato al celebre racconto di Antoine de Saint-Exupéry per creare un nuovo lavoro in prima assoluta con la regia di Polly Graham e i solisti, l’Orchestra e il Coro di Voci Bianche dell’Accademia Teatro alla Scala diretti da Vitali Alek seenok, giovane maestro bielorusso vincitore del Con corso Toscanini 2021. Con la regia di Polly Graham, apprezzata per i progetti educativi ideati e realizzati per Glyndebourne, la English National Opera e la Welsh National Opera.

Ottobre: Do16|22|29|31

FEDORA

Dal 15 Ottobre al 3 Novembre Umberto Giordano

Direttore: Marco Armiliato | Regia Mario Martone

Travolgente vicenda di passione, violen za e tradimento, Fedora è stata presen tata alla Scala da grandi direttori e can tanti: De Sabata con Maria Caniglia; Gia nandrea Gavazzeni prima con Maria Callas e Franco Corelli e poi con Mirella Freni, Plácido Domingo e José Carreras. La nuova produzione è diretta da Mar co Armiliato e si avvale del carisma vocale e scenico di Sonya Yoncheva e Roberto Alagna. Firma lo spet tacolo Mario Martone, interprete ideale della struttura quasi cinematografica del libretto, con le scenografie di Margherita Palli.

+ Scala Città Corpo alla Sa1 h11:30

+

+ Scala

+ Concerto a favore dei 40 anni di Vidas Ma11 h20

+ Do9

2524oreNews ALTRI APPUNTAMENTI DI OTTOBRE ‘IL PICCOLO PRINCIPE’ APPUNTAMENTI
Sa15|16|22|29| h11:00;
h14:30
cura
A TEATRO MILANO Balletto
La
in
-
di Ballo del Teatro
Scala
+ h20 Opera
The Tempest | Prima delle prime Me19 h18 Concerti
Filarmonica della
Ve7|8|9|23 h20
Musica da camera - Ensemble Contemporaneo
h11
‘FEDORA’ APPUNTAMENTI Ottobre: Sa15|18|21|27|30 h20:00; 30 h14:30 Novembre: Gi3 h20

MILANO A TEATRO

OTTOBRE

LE MEMORIE DI IVAN KARAMAZOV

4 - 16 Ottobre: Piccolo Teatro Grassi Umberto Orsini affronta l’ultimo romanzo di Fëdor Dostoevskij: I fra telli Karamazov. Colpevole e innocente insieme, Ivan Karamazov ri torna a parlare, come un uomo ormai maturo che sente di non aver esaurito il proprio compito e, percependo il suo personaggio roman zesco troppo limitato per esprimere la complessità del suo pensiero, cerca di chiarire le esatte dinamiche dei “delitti” e dei “castighi”.

IL MALATO IMMAGINARIO

6 - 23 Ottobre: Franco Parenti - Sala Grande Andrée Ruth Shammah porta in scena la commedia di Molière: pro tagonista a Gioele Dix, attore in grado di interpretare con intelligenza e ironia la paura e la solitudine del nostro tempo. Un “malato im maginario” che rappresenta le fragilità dell’uomo, la consapevolezza del disagio, del bisogno di difendersi dal mondo esterno e di fuggire le responsabilità dell’esistenza.

ROCKY HORROR SHOW

11 - 23 Ottobre: Arcimboldi

Dal 1973 “The Rocky Horror Show” ha sedotto con la sua trasgres sività intere generazioni di spettatori, conquistando anche i benpen santi più integerrimi e trasformandoli in devoti fan con corsetto e calze a rete. Dopo oltre 40 anni, la meravigliosa creatura di Richard O’Brien non smette di travolgere, coinvolgere, sovvertire le regole.

N.E.R.D.S. - SINTOMI

13 - 30 Ottobre: Filodrammatici Siamo sempre più “appassionati” di farmaci, ma di che cosa ci stiamo davvero prendendo cura? Primi in classifica per bisogno di terapia pare siano il nostro cuore, seguito dalla pancia e dalle nostre ansie. Un esercito di insicurezze, appetiti e passioni che cerchiamo di scon figgere e da cui cerchiamo sollievo attraverso la scienza medica, la palestra e il mantra contemporaneo della prevenzione.

14 Ottobre - 7 Gennaio: Nazionale CheBanca!

Torna in scena l’amato musical, con la regia di Chiara Noschese: “Si ster act aiuterà il pubblico a riscoprire quei valori che forse qualcuno ha dimenticato o magari non ha la forza di ricordare più… Attraverso la musica straordinaria, una grande storia, le emozioni e cercando di arrivare “dritto al cuore”, è esattamente lì che io punterò…”.

IL MARITO INVISIBILE

18 - 30 Ottobre: Manzoni Una videochat fra due amiche 50enni che non si vedono da tempo. I saluti di rito, qualche chiacchiera, finché Lorella annuncia a sorpresa: mi sono sposata! La cosa sarebbe già straordinaria di per sé, vista la sua proverbiale sfortuna con gli uomini. Ma diventa ancora più incredibile quando lei rivela che il nuovo marito ha... non proprio un difetto, una particolarità: è invisibile.

DITEGLI SEMPRE DI SÌ

18 - 30 Ottobre: Piccolo Teatro - Teatro Strehler

È uno dei primi testi di Eduardo De Filippo, scritto nel 1927 e messo in scena l’anno successivo da Vincenzo Scarpetta. Un’opera vivace e colorata, una commedia divertente che, pur conservando le sue note farsesche, suggerisce serie riflessioni sul labile confine tra salute e malattia mentale.

A SPASSO CON DAISY

25 - 30 Ottobre: Franco Parenti - Sala Grande Già Premio Pulitzer e film da Oscar, è ora uno spettacolo teatrale. Milena Vukotic dà vita a Daisy in una storia delicata e divertente ca pace di raccontare con umorismo un tema complesso come quello del razzismo nell’America del dopoguerra. La storia dell’anziana si gnora e del suo autista di colore è da sempre un successo.

26 24oreNews

IN MOSTRA MILANO

MAX ERNST

Palazzo Reale | 4 Ottobre - 26 Febbraio 2023 Grazie alla collaborazione di musei, fondazioni e collezioni private di tutto il mondo, la mostra di Ernst, a cura di Martina Mazzotta e Jürgen Pech, ripercorre l’intera carriera del geniale artista evidenziando la vastità e poliedricità della sua produzione. Oltre 400 opere tra dipinti, sculture, disegni, collages, gioielli e libri illustrati ci trasporteranno nel visionario mondo dell’artista tedesco sve landocene i segreti. Il suo percorso artistico è segnato dal contatto con le prin cipali avanguardie storiche del Novecento. Abilissimo pittore, Ernst fu anche un grande sperimentatore di tecniche; realizzò sculture, assemblaggi, collages, introdusse per primo il frottage e si dedicò anche al cinema collaborando con Dalì e Buñuel a L’âge d’or.

MACHU PICCHU E GLI IMPERI D’ORO DEL PERÙ

Mudec | 8 Ottobre - 19 febbraio 2023

Attraverso manufatti plurimillenari, video, ricostruzioni immersive 3D e un allestimento per immagini che rende l’idea di un vero e proprio viaggio nel tempo, la mostra “tra ghetta” il pubblico indietro nei millenni raccontando la storia di una civiltà tanto gloriosa quanto antica e remota e di cui spesso si conosce solo l’ultimo tassello, quello più recente e universalmente reso famoso dal ritrovamento dei resti della grande città sacra di Machu Picchu. In mostra oltre 170 manufatti di straordinaria bellezza: opere in terracotta dalla grande espressività e perfezione tecnica, ma anche ori, argenti e tessuti. Il progetto, a cura di Ulla Holmquist (direttrice del Museo Larco di Lima, da cui provengono i manufatti) e dell’archeologa Carole Fraresso, attraversa la storia ar tistica e la biodiversità andina in tutta la sua ampia dimensione geografica e profondità cronologica, per culminare con un viaggio ideale nella città inca di Machu Picchu.

GABRIELLA BENEDINI. ATHANOR

Gallerie d’Italia | Fino al 6 Novembre

La mostra, a cura di Paolo Bolpagni, è dedicata a Gabriella Be nedini (Cremona, 1932), protagonista della vita culturale milanese fin dall’inizio degli anni ’60. La sua arte è intessuta di memorie e suggestioni: i temi del viaggio (fisico e spirituale), dell’interro gazione delle stelle, della trasmutazione della materia e degli elementi, della sete di conoscenza sono centra li nel lavoro dell’artista. A rivelarlo è anche il ti tolo prescelto per la mo stra - athanor - che ri manda proprio al mon do dell’alchimia ed è ri preso da un racconto di Jorge Luis Borges “La rosa di Paracelso”, che ha per protagonista l’im perscrutabile figura del medico-scienziato tedesco del ’500. Tra opere in mostra figurano le ormai celebri Arpe, sculture polima teriche. Ad esse si accompagnano opere bidimensionali, grandi tavole aggettanti giocate rispettivamente sui toni del blu e del grigio, che richiamano le costellazioni e un ulteriore motivo caro all’artista, quello della musica.

MOMENTI DI MODA A PALAZZO MORANDO.

DAL BUSTO ALLA SALOPETTE Palazzo Morando | Costume Moda Immagine

Un percorso in 7 tappe che racconta l’emancipazione femminile da un singolare punto di vista. Un breve viaggio attraverso le nu merose e radicali trasformazioni della moda del ’900 raccontate dagli abiti e dagli acces sori appartenenti alle collezioni di Palazzo Mo rando, selezionati fra quelli esposti solo negli anni ’80 o del tutto ine diti. La mostra prende le mosse agli inizi del se colo con il busto, un ca po d’abbigliamento an cora considerato fonda mentale, ma la cui elimi nazione sarà uno dei pri mi effetti dell’emancipazione femminile. Dopo essere passato at traverso le flapper, giovani donne disinvolte degli anni ’20, l’ele ganza dei ’30, le difficoltà della Seconda guerra mondiale e la grande sartoria degli anni ’50, il percorso termina con la nascita del prêt à porter italiano negli anni ’70 e una salopette scelta come simbolo delle mode giovanili del periodo.

2724oreNews

ANDY WARHOLLA PUBBLICITÀ DELLA FORMA

Il genio della Pop Art torna in mostra a Mi lano, in una maniera del tutto inedita, dopo una lunga assenza (il 9 marzo 2014 terminava infatti a Palazzo Reale la mostra “Warhol. Dalla collezione di Peter Brant”). Un viaggio nell’universo artistico e umano di uno degli artisti che hanno maggiormente innovato la storia dell’arte mondiale, attraver so una ventina di tele, una cin quantina di opere uniche come se

rigrafie su seta, cotone, carta, oltre a disegni, fotografie, dischi origi nali, T-shirt, il computer Commo dore Amiga 2000 con le sue illu strazioni digitali, la BMW Art Car dipinta da Warhol e altri veri e propri cimeli come le cover origi

nali disegnate e autografate da Warhol. Oltre 300 lavori che rac contano il percorso dell’artista che, attraverso la sua rivoluzione, è stato in grado di innovare la sto ria dell’arte del Novecento, cimen tandosi in diversi ambiti quali mo

A cura di ALDO MARTINI
Ogni cosa ripete se stessa.È stupefacente che tutti siano convinti che ogni cosa sia nuova, quando in realtà altro non è se non una ripetizione. “
Andy Warhol
28 24oreNews IN MOSTRA MILANO

Andrew Warhola, classe 1928, ori ginario di Pittsburgh, dopo la lau rea nel 1949 si trasferisce a New York, trasforma il proprio nome di origine slovacca in Warhol e nei primi anni ’60 è un giovane pub blicitario di successo, che lavora per riviste come ‘New Yorker’, ‘Vo gue’ e ‘Glamour’. L’intuizione che lo renderà celebre e ricco è quella di ripetere una immagine più e più volte, in modo da farla entrare per sempre nella mente del pub blico. “ Thirty Are Better Than One”, la sua prima Monna Lisa ri petuta ben 30 volte, da celebre ed esclusiva opera d’arte, viene tra sformata in una opera di tutti e per tutti, trasformando il linguag gio della pubblicità in arte. L’arti sta muore nel 1987 per una infe zione alla cistifellea. Le sue icone, i suoi personaggi, i suoi soggetti sono riprodotti ovunque, in tutto il mondo, su vestiti, matite, po sters, piatti, zaini. Ha anticipato i social network e la globalizzazio ne degli anni Duemila, ha cambia to per sempre la storia dell’arte, è ancora attualissimo e amato da un pubblico trasversale. La mostra “Andy Warhol. La pubblicità della forma” rappresenta una occasione imperdibile per godere della sua arte unica, coraggiosa, innovativa e traboccante di idee.

IN MOSTRA MILANO

da, musica e imprenditoria. La mostra, a cura di Achille Bonito Oliva con Edoardo Falcioni per Art Motors, partner BMW, documenta questo avvincente percorso storico spaziando dagli anni ’ 50, che lo consacreranno soprattutto come un fine e rispettatissimo disegna tore, agli anni ’60, uno dei periodi più prolifici dell’artista, che di verrà un vero e proprio “commen tatore sociale”, ritraendo icone (come la mitica Campbell’s Soup), fama (Marilyn Monroe, Liz Taylor) e disastri (dai volti di Jackie Ken nedy segnati per il funerale del marito a un Car Crash); dalla serie Ladies & Gentlemen degli anni ’70 dedicata alle drag queen, i tra vestiti, simbolo di emarginazione per eccellenza e considerati alla pari di star come Marilyn, sino agli anni ’80, in cui l’artista, presen tandosi al grande pubblico come il padre spirituale di una nuova generazione di artisti come JeanMichel Basquiat e Keith Haring, realizzerà nuovi simbolismi, spe rimentazioni e omaggi al passato.

Nella pagina a fianco: Ads Rebel Without A Cause, 1985, Serigrafia su Lenox Museum Board, Unique Trial Proof, 96.5 x 96.5 cm, Collezione Privata; Marilyn, 1967, Serigrafia su carta, 189 / 250, 91.4 x 91.4 cm, Collezione Eugenio Falcioni; in alto da sinistra: Andy Warhol’s Velvet Underground featuring Nico, 1970, LP originale autografato, Collezione Privata; Campbell’s Soup (Tomato), 1968, Serigrafia su carta, 58/250, 88.9 x 58.4 cm, Collezione Privata, Monaco; sotto: Untitled (Flowers), ca. 1983-85, Serigrafia su seta, 101.6 x 88.9 cm, Collezione Privata

Milano, Fabbrica Vapore ottobre marzo

2924oreNews
del
22
- 26
2023

IN CONCERTO MILANO

FRANCESCO GABBANI

Sabato 1 Ottobre - Mediolanum Forum

Il cantautore e polistrumentista originario di Carrara è in tour per presentare il nuovo album “Volevamo solo essere felici” da cui prende il titolo anche il suo ultimo singolo.

NEGRAMARO

Sabato 1 e Lun 3 ottobre - Teatro degli Arcimboldi

Due serate in cui Giuliano Sangiorgi e la sua band sapranno entu siasmare il loro affezionato pubblico milanese, con il loro “Unplugged European Tour”.

MARIO BIONDI

Domenica 2 Ottobre - Teatro degli Arcimboldi

Il cantatore catanese dalla “voce black” torna in concerto a Milano con il suo “Gathered Souls”, nell’ambito della rassegna musicale JazzMi.

GIUSI FERRERI

Lunedì 3 Ottobre - Teatro Dal Verme

La tappa milanese di “Cortometraggi live” il nuovo tour della cantante siciliana che esibirà i successi e i brani dal suo ultimo lavoro disco grafico.

MARCO MENGONI

Mercoledì 5 +7+8+10 Ottobre - Mediolanum Forum

Sono 4 le date in programma al Forum di Assago per “Mengoni Live tour” di Marco Mengoni che vedrà l’artista portare sul palco i suoi successi e il progetto Materia.

RAPHAEL GUALAZZI

Domenica 9 Ottobre - Conservatorio Sala Verdi

Il cantautore e pianista Raphael Gualazzi, tra i più abili musicisti jazz-blues italiani, si esibisce a Milano nell’ambito della rassegna musicale JazzMi.

DEEP PURPLE (ore 20)

Lunedì 17 Ottobre - Mediolanum Forum

Il bel tour europeo della band inglese, che ha scritto i momenti più importanti del rock internazionale, fa tappa a Milano con uno show ricco di brani storici.

Inizio concerti ore 21:00

FRANCESCO RENGA

Lunedì 17 Ottobre - Teatro degli Arcimboldi

Una serata tra pop, melodia, rock, e intramezzi orchestrali che da sempre caratterizzano la musica di una tra le voci più apprezzate del panorama musicale italiano.

URIAH HEEP (ore 20)

Martedì 18 Ottobre - Teatro Dal Verme Una fantastica carriera costellata di grandi successi: il tour celebrativo del cinquantennale del gruppo capitanato da Mick Box fa tappa a Milano per l’unica data italiana.

GAIA

Sabato 22 Ottobre - Fabrique La giovane cantante originaria di Guastalla, vincitrice della edizione 2020 di Amici di Maria De Filippi, arriva a Milano per una tappa del nuovo “Alma Tour”.

SANGIOVANNI

Domenica 23 Ottobre - Mediolanum Forum Da Amici 2021 al Festival di Sanremo di quest’anno, una carriera in ascesa quella del giovane cantante che esibisce dal vivo i suoi brani più noti come “Malibu” e “Farfalle”.

STING (ore 20)

Martedì 25 Ottobre - Mediolanum Forum L’amatissimo cantautore britannico, che in Italia è di casa, esibirà live i classici del suo repertorio da solista e di quelli con i Police, e alcuni brani nuovi.

ANNALISA

Venerdì 28 Ottobre - Fabrique Passa da Milano anche il tour “NUDA10Club” della brava cantautrice di Savona. Il suo “Movimento Lento” è entrato ai vertici delle tendenze musicali di YouTube.

JAMES TAYLOR

Venerdì 28 Ottobre - Mediolanum Forum

Oltre cento milioni di dischi venduti nella lunga carriera del pluri premiato cantante americano tornato in Italia per esibire live i suoi più grandi successi.

30 24oreNews

DANIELA FORCELLA

n principio fu il cuore, declinato in mol teplici versioni. Daniela Forcella è spe rimentatrice eclettica di tecniche, forme, materiali. Inizia un percorso di ricerca che la porta, oggi, al terzo ciclo di lavori monocromi presenti in questa mostra. […] Nelle esperienze di Daniela Forcella c’è, in particolare, un viaggio in Israe le che l’ha portata a riflessioni profonde sull’idea di conflitto, di spiritualità, di contraddizioni sociali, e i suoi lavori del periodo ne sono un’autentica testimo nianza. Quando sono entrata nel suo studio per la prima volta me ne ha subito parlato, esprimendo le sue sen sazioni e dicendomi quanto avevano influito sulla sua

ricerca. Con questo spirito si entra a poco a poco in una serie di lavori scuri, neri, grigi, bruni, mossi da segni che a volte sembrano le tracce di pneumatici, ferite che, se osservate da diverse angolazioni, generano delle vibrazioni visive. Linea, luce, ombra, colore e un’ampia possibilità di minime varianti sono il risultato

24oreNews32 INCONTRA MILANO
“ARITMIE” «I 8-18 NOVEMBRE SPAZIO BIG SANTAMARTA Via Santa Marta 10, Milano Ph Credit Valerio Brambilla

INCONTRA MILANO

delle emozioni, degli stati d’animo, ed è per questo che si esprimono attraverso cicli di lavori, come quelli realizzati recentemente in esiti monocromi: bianco, rosso, nero. In alcuni casi la superficie bidimensionale si inarca e crea una volumetria inaspettata, con la pos sibilità di creare anche dittici suggestivi. La pittura diventa, così, esperienza tridimensionale. […] Daniela Forcella racconta le proprie emozioni, quegli stati d’animo che la portano a compiere il gesto animato da una ossessione positiva e costruttiva, quella indispen sabile all’artista per dare vita alla sua interiorità nello spazio che è il luogo mentale e fisico, universo di valori, quelli nei quali l’opera d’arte si significa. Rudolf Ar heim parla della nostra incapacità di pensare uno spa zio chiuso e nello stesso tempo aperto. Noi dobbiamo, dunque, pensarlo, solo astrattamente. L’arte non è un puro esercizio formale. È, invece, un’espressione della mente e, soprattutto, quella che viene definita arte concettuale, possiede al suo interno la volontà dell’ar tista di esprimere un pensiero, cioè di far lavorare la mente e non solo l’occhio. Per questo il segno, così come il colore, ci libera ormai dal vincolo di fermarci ad una immagine, alla descrittività, per quanto l’eser cizio della monocromia è oggi praticato da molti artisti contemporanei che non cercano più una corrispon denza con gli aspetti fenomenici della natura, come fu, invece, per i pittori impressionisti, ma cercano l’es senza. In questa riflessione non voglio certamente escludere a priori dal concettuale la presenza di una figurazione per arrivare a parlare di Cèzanne “astratto o figurativo”, o a sottolineare che l’arte astratta è “con creta”. Daniela Forcella interpreta il proprio tempo, non si guarda indietro, anzi, il suo sguardo si proietta sempre in avanti. La superficie è come una pelle e la pelle è lo specchio, l’identità più visibile della nostra persona. La pelle invecchia con noi, è la nostra carta di identità. I segni che Daniela Forcella muove sulla superficie sono delle impronte, create con diverse tec niche molto elaborate […]». Vittoria Coen

La mostra “Aritmie” di Daniela Forcella, a cura di Vittoria Coen, organizzata in collaborazione con Marco Cerruti e con il sostegno di OMR Group e BIG (Broker Insurance Group), sarà inaugurata a Milano il 7 no vembre alle ore 18, presso lo Spazio Big Santamarta. Si potrà visitare fino al 18 novembre.

Informazioni e contatti: www.danielaforcella.it

3324oreNews

MILANO

ANNALISA MINETTI HERE I AM, QUESTA SONO IO

Annalisa Minetti è una donna tutta da sco prire, anzi da inseguire, perché lei non si ferma mai. Milanese di nascita, roma na di adozione, è una cantautrice, scrit trice, conduttrice e autrice televisiva, atleta paralim pica. Nel 2012 conquista la medaglia di bronzo nei 1500 metri alle Paralimpiadi di Londra, stabilendo il record del mondo per la categoria ‘non vedenti’ e il bronzo ai campionati europei di atletica leggera pa ralimpica. Nel 2013 vince la medaglia d’oro ai cam pionati del mondo di atletica leggera paralimpica negli 800 metri stabilendo il record mondiale; nel 2017 vince la medaglia d’oro alla Maratona di Roma. Un percorso di vita complicato che ha fatto di lei una donna determinata che guarda sempre a nuovi obiet tivi, superando limiti e confini. È tornata alla musica con un nuovo gruppo di lavoro e “cambia pelle” pre sentandosi al suo pubblico con una nuova maturità artistica. Il nuovo singolo, “Déjà Vu”, è un brano elet tro pop dalle sonorità fresche ed accattivanti che mette in luce una nuova espressività vocale e interpretativa e un punto di rottura con il passato sanremese, dove vinse la categoria giovani e big nel 1998. Una donna coraggiosa, energica che - come ama sottolineare - si allena alla vita, perché dopo ogni traguardo c’è una nuova ripartenza ed una nuova sfida.

Qual è il tuo punto di forza Annalisa? Credo sia il mio sorriso, anche quando sono confusa tra la folla, magari con gli occhiali da sole e un cap pellino, la gente dice di riconoscermi dal sorriso. Oggi è un sorriso più vero, più “pieno” perché mi sento in equilibrio. Sono mamma di Fabio Massimiliano ed Elèna Francesca, che hanno reso la mia vita meravi

gliosa. Anche attraverso i loro occhi guardo alla vita con inesauribile curiosità e voglia di fare.

Il sorriso che ti ha contraddistinta, in che modo oggi è più “pieno”, più vero?

Il mio sorriso è sempre stato sincero, ma talvolta, cercato, voluto. Oggi sorrido con spontaneità, con pienezza. Le iniziali del mio nome sono anche “I am”, questa sono

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io. Voglio sentirmi libera di essere me stessa, mostran domi senza filtri. Vi presento la mia anima, senza paura.

Sono fiera di essere quella che sono ed è liberatorio. Hai vinto Sanremo, hai vinto le Olimpiadi, qual cuno direbbe che hai vinto tutto. Cosa ti spinge sempre verso nuovi traguardi?

Ho fatto le Olimpiadi e ho vinto tutto, non dovevo di mostrare nulla, ma nella vita a me non piace togliere, ma aggiungere. Questa è troppo preziosa per non es sere vissuta, respirata a pieni polmoni, senza sciu parne neppure un attimo. Sono l’unica che può limi tarsi, l’unica che può imporsi un fermo. L’ho fatto con la musica, quando ne ho sentito l’esigenza. Ad un certo punto non mi sentivo più a “casa”, non mi cor rispondeva più.

Sei tornata alla grande con un singolo ed un video che dici essere un punto di rottura col tuo passato musicale. È così?

Sono tornata con la voglia di spe

rimentare, con un gruppo di lavoro nuovo che mi ha dato nuova energia e voglia di fare. Déjà Vu è un brano con un pop elettronico e nuovi arrangiamenti in una ricerca di nuovi suoni, che sono la mia nuova sfida. Questo brano è solo il primo di un nuovo percorso ar tistico un vero Déjà Vu del passato e la promessa di quello che voglio essere oggi con e per la musica. Oggi sono tornata a fare musica perché ho qualcosa di nuovo da dire.

Sei sempre in movimento: qual è la tua giornata tipo?

La mattina mi alleno sempre. Con l’atletica avevo vinto tutto e quindi la mia nuova sfida è diventato il Triathlon. Mi sono messa anche a nuotare e devo am mettere con buoni risultati; l’obiettivo è arrivare alle Olimpiadi Paralimpiche di Parigi 2024. Nel pome riggio lavoro al nuovo progetto musicale, ho le inter viste e la preparazione per Io Talent Eu rope, il talent musicale del quale sono direttrice artistica e conduttrice che toc ca diverse città europee, tra cui Londra, Parigi, Valencia, Tirana per chiudere con il gran finale a Roma. Il segreto è di trovare qualcosa che ci appassioni, solo così l’impegno, non sarà solo fatica, ma soddisfazione. Se dovessi dire di te… Sono una donna che non indossa acces sori, né per agghindarmi e neanche nella vita: io sono questa, quella che vedi. Co me nello sport, dopo ogni traguardo cerco una nuova partenza. La vita è atletica ed io mi alleno a vivere tutti i giorni. Alleno la mia mente a farcela sempre. Se così non fosse, la vita mi avrebbe messa in un an golo, tanto tempo fa, nel momento in cui ci si sente invincibili, giovani, forti, io ho fatto i conti con la ma lattia. Sono convinta che questo imprevisto, mi abbia spronata e costretta a “vedere” con il cuore, eserci tando tutta me stessa a fare incetta di emozioni, di sfumature che talvolta, come dice la volpe al Piccolo principe (Saint - Exupéry n.d.r.) “Non si vede bene che col cuore, l’essenziale è invisibile agli occhi”. Possiamo essere tutti specialmente abili e non normali, altrimenti sarebbe una vera noia! Io ho la vita, ma da questa non ho avuto, ho ottenuto, conquistato con la volontà e la determinazione e ne vado fiera.

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FORUM DI PRADA SULLE MALATTIE NEURODEGENERATIVE

S PRESERVING THE BRAIN

i chiama ‘Preserving the Brain’ il 4° capitolo del progetto Human Brains della Fondazione Prada, forum internazionale sulle malattie neurodegenerative composto da una mostra, un convegno a Milano e una serie di workshop online. Fi no al 10 ottobre la sede milanese della fondazione ospita l’esposizio ne curata dallo studio New York 2+4. Il forum è costituito da una mostra che vuole indagare la com plessità della ricerca scientifica, ripercorrendo le fasi che vanno dal la ricerca di base, ai trial clinici, fino alla disponibilità del farmaco per il paziente e un convegno scientifico che intende stimolare un dialogo aperto e critico tra espo nenti della comunità medico scien tifica a livello mondiale sul tema delle patologie degenerative come la Malattia di Alzheimer, la Malat tia di Parkinson, la Sclerosi laterale amiotrofica e la Sclerosi Multipla, ampiamente diffuse, ma che, no nostante i progressi compiuti dalla ricerca scientifica, al momento, so no prive di una terapia risolutiva. Sono quattordici le sezioni super visionate dai 13 centri di ricerca

coinvolti e un ambiente centrale comune creato per creare dialogo e scambio di vedute attraverso con tributi video, oggetti e strumenti tecnologici, testi scientifici e ma teriali visivi. Lo scopo è quello di mostrare le fasi che vanno dalla scoperta dei target terapeutici, alle tappe per la validazione di nuove terapie fino alla disponibilità del farmaco per il paziente, con una attenzione particolare alla medicina personalizzata, approccio che mira a curare la persona affetta da una malattia e non la malattia che si manifesta nella persona, ottimiz zando l’uso dei farmaci e il moni toraggio delle risposte terapeuti che.

Si svolgerà invece il 6 e 7 ottobre il convegno ideato dal neurologo Giancarlo Comi con i tredici isti tuti di ricerca coinvolti nel forum. Termineranno il 4 ottobre gli 11 workshop ospitati dagli istituti par tecipanti disponibili per il pubbli co in streaming sulla piattaforma online humanbrains.fondazione prada.org. «Questa fase del pro getto - ha spiegato Miuccia Prada, che è presidente della Fondazione - è per noi particolarmente signi ficativa perché ci permette di com prendere più da vicino l’impatto che la ricerca scientifica ha sulle nostre vite quotidiane e più in par ticolare sulla scoperta di possibili cure e trattamenti». «‘Preserving the Brain’ dimostra inoltre quanto siano fondamentali la collabora zione e lo scambio di conoscenze all’interno della comunità scienti fica. Questo primo forum interna zionale - ha aggiunto - potrebbe in futuro diventare ricorrente e per mettere ai centri con cui siamo as sociati di aprirsi a un pubblico più ampio, come da loro auspicato, e alla Fondazione di contribuire con cretamente alla ricerca neuro scientifica».

A sinistra: Giancarlo Comi
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IL CUPRA GARAGE

DI CORSO COMO AMBASCIATA MILANESE DELLA URBAN CULTURE

Cosa hanno in comune un unconventional brand automotive e il mondo urban? Oppure cosa hanno in comune un automotive brand irriverente e un urban artist? C’è qualcosa che li accomuna tutti? Per poter dare risposta a tutte que ste domande, rafforzare il proprio impegno a sostegno delle nuove ge nerazioni, e consolidare la passione del brand Cupra per la cultura ur bana, il Cupra Garage Milano di Corso Como 1 è stato nuovamente il luogo di ritrovo per gli amanti dello streetwear. A un anno di di stanza dalla sua inaugurazione uf

ficiale, lo scorso 7 settembre, Cu pra ha organizzato un evento esclu sivo che ha dato inizio alla colla borazione con Plug-Mi (l’urban ex perience milanese che unisce fa shion, musica, arte e sport). L’hap pening è stato anche l’occasione per il brand per anticipare ai propri selezionati ospiti alcuni dei conte nuti e delle attivazioni del Festival e insieme di inaugurare un’irripe tibile mostra temporanea dei mi gliori modelli di sneaker collezio nati da Jacopo De Carli, celebre restauratore delle iconiche calza ture che sono stati in esposizione al Cupra Garage per il grande pub

blico dall’8 all’11 settembre. L’evento ha visto anche la live per formance di Tvboy, all’opera nella customizzazione di una sneaker che è stata poi messa all’asta e il cui ricavato andrà a Officine Buo ne, charity partner di Plug-Mi. È stata anche questa un’occasione per approfondire i legami che ac comunano Cupra, Plug-Mi e la cul tura urbana: ovvero, un’instanca bile ricerca del design che sia la sintesi tra “hype” e performance, l’impulso che spinge il desiderio per cambiare il futuro in meglio e il sapere dare valore ai dettagli. Ma soprattutto, l’amore per la strada.

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NUOVO HYBRID ALLA FRANCESE cura di LUCA MEDICI 7

Il grande SUV francese è fresco di restyling e si pone nella fascia alto di gamma del brand DS, il marchio luxury di Citroën. Comfort, qualità costruttiva e design sono di alto livel lo, ma vediamo insieme le caratteristiche di questa valida alternativa ai marchi tedeschi. Con i suoi 459 cm di lunghezza, la trazione integrale elettrica, cam bio automatico a otto rapporti e le sospensioni con ammortizzatori idraulici a controllo elettronico, ga rantisce viaggi comodi e rilassanti. Adatta alla fa miglia, pur non avendo un baule estremamente ge neroso, la DS 7 è stata studiata per garantire un com fort di alto livello. Sotto il cofano c’è un sobrio quattro cilindri in linea da 1.598 cm3 da 200 CV abbinato ad un sistema ibrido con batterie agli ioni di litio da

14,2 kWh (potenza di 109 CV) per un totale di si stema di 300 CV, sufficienti per garantire riprese di tutto rispetto, ma anche per garantire potenza suf ficiente nei percorsi più difficili. Viene proposta an che con un motore 1,5 litri turbodiesel da 131 CV adatto a chi macina molti chilometri in autostrada. La versione ibrida è più adatta alla città oppure a chi non percorre troppi chilometri in autostrada. La linea si caratterizza per il design scolpito, caratte rizzato da un frontale ricco di elementi di forte im patto visivo, come l’ampia griglia cromata e le due DS light Veil (le due lame di Led ai lati del paraurti e sotto i proiettori) a matrice attiva dalla forte per sonalità. Il posteriore è più sobrio, belli i fanali, sempre a Led, dal taglio sottile ed elegante. Ampio

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RUOTE & MOTORI PLUG-IN
A
luca@my-home.biz DS

Citroën

il portellone elettrico, il baule è ben rifinito e ben sfruttabile grazie alle forme regolari. Gli interni, quasi opulenti, sono in pieno stile DS, ricchi di det tagli, non sempre ergonomici, ma senza dubbio ben fatti e dal design ricercato ed elegante. I sedili sono comodi, ricchi di regolazioni e rifiniti con estrema cura. Il rivestimento di punta consiste in morbidis sima pelle nappa spessa quattro mm, ma la pelle ri veste anche parte della plancia e il volante. A bordo, sia davanti che dietro ci sono prese USB tipo C, ri carica wireless per lo smartphone, uno schermo touch da 12,1 pollici, strumentazione digitale riconfigu rabile da 12”, un orologio a lancette B.R.M.R180 al centro della plancia (si apre all’avviamento) e tanto spazio dove riporre oggetti. Il rapporto

qualità/prezzo è buono, la tecnologia a bordo è tanta e gli ADAS (aiuti elettronici) sono di livello 2. Si può avere il sistema di visione notturna, telecamera a infrarossi che legge i pedoni, ciclisti e animali, una telecamera che individua le buche, e fari adattivi per illuminare a dovere le curve. Il listino prevede la ibrida entry level a € 51.200 (la E-Tense 225 Ba stille Business) ed una top di gamma a € 74.100 (la E-Tense 360 4x4 La Première), la turbodiesel parte da € 42.000 fino ad arrivare alla top di gamma che costa € 51.750. Senza dubbio la DS 7 è una valida alternativa alla concorrenza, caratterizzata da molte soluzioni tecnologiche, un ottimo impianto radio, comfort a 360°, ben rifinita, ma soprattutto ben ac cessoriata… Un’esperienza di guida da provare!

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rrivano a Torino, per la prima volta in mostra, gli esemplari più iconici del rally internazio nale. Un viaggio inedito nella storia dell’epoca d’oro del rally, che il pubblico di appassionati e non solo potrà scoprire dal 27 ottobre al 2 maggio del prossimo anno, nelle sale del Museo Na zionale dell’Automobile, grazie alla col laborazione della Fondazione Gino Ma caluso, una delle più importanti collezioni AGE OF

A cura di SANDRO NOBILI
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A L’EPOCATORINO, D’ORO DEL RALLY THE GOLDEN
RALLY A

Un percorso esperienziale Uno sport che è emozione e adre nalina pura che può essere rac contato solo facendolo vivere. Per questo è stato pensato un percorso esperienziale, attraverso speciali video mapping e scenari esposi tivi, consentirà di immergersi a 360° nel mondo del rally. Piatta forme sceniche realizzate ad hoc simuleranno i manti stradali su cui si sono dati battaglia piloti e vetture, dalla sabbia del Sahara, alla neve del Col de Turini, fino al duro asfalto. Un salto indietro nel tempo, in un’epoca dominata dalla meccanica, dalla velocità, in una sfida ai limiti che ha visto protagonisti auto e piloti leggen dari. Nomi come Biasion, Mäki nen, Kankkunen, Mouton, Pinto, Sainz, delle cui gesta si potrà leg gere in una speciale hall of fame allestita in occasione di questa mostra che, con i suoi diversi fo cus, punta a attrarre e coinvolgere pubblici diversi, offrendo anche nuovi punti di vista a chi questo sport già lo ama.

La collezione che appartenne a Gino Macaluso

Luigi Macaluso, noto come Gino (Torino, 9 giugno 1948 - La Chauxde-Fonds, 27 ottobre 2010), è stato un copilota di rally e manager ita liano, in coppia con Raffaele Pinto ha vinto il Campionato Europeo Rally nel 1972 e con Maurizio Ve rini il Campionato Italiano Rally nel 1974. I modelli provengono dalla collezione di Gino, alla cui memoria nel 2018 la famiglia ha dedicato una Fondazione che porta il suo nome, con lo scopo di valo rizzare l’automobile come oggetto di culto, capace di coniugare in novazione tecnologica e cultura umanistica, tradizione artigianale e bellezza del design d’avanguar dia. A questo scopo, la Fondazione organizza, promuove e partecipa a manifestazioni, raduni, mostre, fie re, convegni, laboratori legati al l’automobile storica, all’automobi lismo e ai suoi protagonisti. Paral lelamente, promuove studi, restauri e pubblicazioni sulle auto storiche. La collezione è tra le più importanti al mondo ed unica nel suo genere per il palmares delle vetture, il pre stigio e l’originalità dei suoi mo delli: automobili storiche che han no fatto la storia del design auto mobilistico e del motorsport, di ventando un punto di riferimento per studiosi, collezionisti e appas sionati.

24oreNews al mondo. Saranno in esposizione le vetture che, tra gli anni ’60 e ’90 del ’900, hanno vinto le più impor tanti gare del campionato, da Mon tecarlo al Rally Safari, dal Mille Laghi in Finlandia a Sanremo. Esemplari mitici, come “Lancia rally 037 evo2” e “Audi Quattro”, protagonisti di sfide ormai diven tate leggenda, che raccontano le imprese di piloti e squadre corse, l’evoluzione tecnologica e l’enorme successo di pubblico che hanno accompagnato questo sport nel cor so dei decenni.
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Ritornare dopo un tempo lungo in una città che ci ha affa scinato per le sue atmosfere, i colori, gli odori nell’aria è una emozione che lascia il segno. È capitato a tanti di noi. L’architetto Maria Ro saria Citarella ci racconta cosa l’ha spinta dopo tanti anni a tornare a Fès (o Fez), una delle città più in teressanti del Marocco. Situata al l’interno di una fertile valle inca stonata tra le colline del Maghreb, a 350 metri sul livello del mare, la città imperiale di Fès è una vera roccaforte della cultura e dell’iden tità del Paese. Entrare qui è come fare un tuffo nel passato: i nostri sensi si perdono fra paesaggi me ravigliosi, suoni particolari, ricchi profumi e tantissimi colori. La città è divisa in tre parti: la Città vecchia o Medina (Fès el Bali), la Città nuova (Fès el Jedid) - dove si tro vano la Stazione, il Palazzo Reale e il Quartiere ebraico - e la Ville Nouvelle, la nuova espansione fran cese. Fondata nel IX secolo, la Me dina, sede anche della più antica università del mondo, raggiunse l’apice a cavallo tra il XIII e il XIV secolo sotto la dinastia dei Merinidi quando sottrasse lo status di capi tale a Marrakech. La medievale Fès el Bali rappresenta la città più este sa e meglio conservata di tutto il mondo islamico ed è un autentico dedalo di viuzze piene di banca relle, negozi e fontane. Orientarsi per le sue oltre 9mila stradine non è agevole, ma è il modo migliore per ammirare ogni angolo della cit

FÈS. UN TUFFO NEL PASSATO DELLACITTÀ IMPERIALE DEL MAROCCO

tà: le porte delle case, delle scuole, delle moschee grazie alle loro forme intarsiate, dipinte costituiscono au tentici capolavori artistici. Le mo schee sono da ammirare solo dal l’esterno, come quella di Al Karo uine: ha 17 porte e colpisce per i decori finissimi esterni che lasciano intendere quelli interni. Sempre dall’esterno è possibile vedere il Palazzo Reale vietato ai turisti: la visione delle porte dorate e decorate con legno di cedro intarsiato e pia strelle è incantevole. A questo pun to, suggerisce l’architetto Citarella, si può pernottare nel riad di Rachid Amrani, Dar Amrani 20 (www.da ramrani20.com), un b&b di char

me, dopo il restauro dell’architetto paesaggista Enrico Auletta. La vista sulla città dal terrazzo-giardino è impagabile: uno dei più begli scorci della Medina. Vicinissimo al Pa lazzo Reale, si trova Mellah (risa lente alla metà del XV secolo), che per secoli è stato il quartiere di re sidenza della comunità ebraica. Meritano una visita anche le Ma drase ovvero antichi edifici per lo studio del Corano, dell’arabo e dell’Islam. Da non perdere, la Ma drasa Bou Inania, uno dei pochis simi complessi sacri islamici ac cessibili ai non musulmani, e l’af fascinante area archeologica delle Tombe Merenidi, ci segnala l’ar

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chitetto. Senza dimenticare il Mu seo Dar Batha, all’interno di un an tico palazzo in stile ispano moresco, che consente di ammirare le più belle collezioni di artigianato ma rocchino: 12 sale custodiscono au tentici tesori d’arte, da ceramiche a ricami in filigrana d’oro, da tap peti a gioielli, da manoscritti an dalusi dell’VIII sec. a libri rilegati in pelle dell’XI sec. Da ricordare vi è anche il quartiere delle Con cerie di Fez, o Chouara, con il loro odore pungente, le enormi vasche di pietra piene di pigmento e le pelli stese ad asciugare una dietro l’altra, famose in tutto il mondo. Qui sono impiegati tutt’oggi i pro

cessi utilizzati nel XVI secolo, quando Fès si è imposta come lea der nella loro produzione, per trat tare le pelli di mucca, cammello, pecora e capra. Il cuore di Fès è costellato di Souk dove è possibile comparare di tutto dai dolci alla frutta fresca e secca, allo street food che in Marocco offre una variegata scelta dal panino con la carne, alla Bissara, una zuppa di fave cotte, cumino, olio di oliva e paprika, ot tima per colazione o il Cuscus, gra nelli di semola di frumento serviti con verdure, pesce o carne. Costi tuisce la più antica ricetta del Ma rocco. Nei locali migliori da assag giare è la Tajine: un piatto di ver

dure e carne esaltate da profuma tissime spezie. Autentica preliba tezza anche se non per tutti i palati, è la Pastilla, preparata con carne di pollo mentre quella della tradi zione è con carne di piccione! La Ville Nouvelle è la zona dove si tro vano i ristoranti, i bar, i caffè, le li brerie ed altri negozi della città. A Fez el Bali e Fez el Jedid ci sono pochi locali aperti solo per pranzo. Tanti piccoli caffè si trovano nella Medina e offrono ottime colazioni e pranzi. Dopo esserci rifocillati e riposati, un pomeriggio in uno dei numerosi hammam tradizionali del la Medina è il giusto rimedio alla stanchezza delle visite ai monu menti: sapone nero e guanti per la varsi è possibile comprarli nei souk e portarli con sé nell’hammam! Ri guardo al soggiorno, durante il no stro lungo weekend nella stupenda Fès, c’è solo l’imbarazzo della scel ta. Si va dai piccoli alberghetti ai meravigliosi riad, fino a strutture da mille e una notte: le abitazioni di lusso in stile arabo-andaluso at tentamente restaurate sono molte e celano stucchi, mosaici, giardini rigogliosi, tessuti berberi e pavi menti piastrellati.

Buon viaggio e… buon tuffo nel passato!

24oreNews Fès
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HI-TECH

È uno smartphone for temente votato all’ima ging, in grado di soddi sfare anche l’utente più esigente. Costruito con un telaio in alluminio ri ciclato al 100% e un re tro in plastica riciclata al 65%, è uno smartphone particolarmente ecolo gico. Inoltre, la rimozio ne del caricabatterie per contrastare i rifiuti elettronici e l’utilizzo di una scatola in carta cer tificata al 100% FSC e ri ciclata al 94% ci consen te di risparmiare sulle emissioni di CO2 dovute al trasporto e di soste nere la Circular Econo my. È dotato di funzio nalità premium, tra cui la migliore esperienza fotografica fino ad og gi: la fotocamera Pure View da 50MP utilizza la stabilizzazione ottica dell’immagine (OIS) e l’intelligenza artificiale per catturare splendidi scatti ultra-grandango lari e notturni.

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ASUS CHROMEBOOK FLIP C434

Asus punta forte sui Chromebook, i dispo sitivi portatili equipag giati con il sistema operativo di Google Chrome OS. Elegante e affidabile dal punto di vista delle presta zioni, punta di dia mante dell’offerta di Asus, il C434 è una so lida via di mezzo tra l’economico e il lusso. Un design di qualità: con cui potrete go dervi anche le vostre serie tv e film preferiti su un luminoso pan nello da 14 pollici a 1080p. Grazie al telaio interamente in allumi nio, con uno spessore di 15,7 millimetri, il portatile pesa solo 1,45 Kg. Risoluzione Full HD, touch ed an golo di visione di 178° completano le caratte ristiche dello schermo. La durata della batte ria non è un problema, grazie alle oltre dieci ore di autonomia.

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ASUS ROG FLOW X13

Con la linea Flow Asus ha lanciato una versio ne più sottile dei suoi portatili da gaming, con particolare attenzione all’integrazione di sche de grafiche esterne (eG pu). Il portatile non ha il classico aspetto di un PC da gioco: spesso 1,58 centimetri, ha un peso di soli 1,3 kg. Le dimen sioni sono praticamente quelle di un ultra legge ro da 13 pollici, eppure all’interno trovano po sto il Ryzen 9 5980HS, uno dei processori per notebook più potenti di AMD, accoppiato alla GPU discreta Nvidia GTX 1650. Vale la pena notare che l’X13 può surriscaldarsi e fare ru more quando viene spinto al massimo, con un impatto negativo anche sulla durata della batteria. Ma per un computer da gaming così portatile e potente, si tratta di un sacrificio necessario.

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Il nuovo Nokia Portable Wireless Speaker 2, completamente imper meabile, offre un audio potente da 5W, impres sionante per le sue di mensioni compatte. È dotato di un design esterno riciclato al 100% e di una batteria con un’autonomia di ben 22 ore. Il microfono inte grato assicura un’acqui sizione audio nitida e cristallina durante le chiamate a casa o in uf ficio, mentre la modalità TWS consente di colle garsi con altri altopar lanti, per un audio an cora più potente. È disponibile a 60€. Gli auricolari Nokia Cla rity Earbuds 2 Pro, sono dotati di una custodia di ricarica realizzata con plastica riciclata al 100% e offrono un’esperienza audio immersiva grazie alla funzione Hybrid Ac tive Noise Cancelling. Disponibili nei colori bianco e nero, al prezzo di 99€

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La professoressa, ex ministro della Giustizia, era intervenuta, qualche mese fa, alla presentazione del libro da lei curato “Intelligenza artificiale. Politica, economia, diritto, tecnologia”. Vi riproponiamo questo interessante articolo della giornalista Alessia Cruciani.

PAOLA SEVERINO:

«BISOGNA DISCIPLINARE SUBITO L’AI ANTICIPANDO IL FUTURO»

ino a poco tempo il tema dell’intelli genza artificiale era riservato a pochi mentre oggi, soprattutto in seguito allo scoppio del conflitto ucraino, sia mo tutti interessati e guardiamo con terrore al ri schio che una macchina intelligente possa scate nare una guerra mondiale solo perché ha male in terpretato un segnale». A sostenerlo è l’ex ministro della Giustizia Paola Severino, attuale presidente SNA e vicepresidente della Luiss Guido Carli inter venendo all’Istituto Affari Internazionali di Roma per la presentazione del libro “Intelligenza artificiale. Politica, economia, diritto, tecnologia” da lei curato. Un’opera collettanea a cui hanno contribuito, oltre alla stessa professoressa, anche il teologo Paolo Benanti, il professore di Computer Science alla Luiss Giuseppe Italiano, il consigliere giuridico del ministro dell’Economia Antonio Malaschini, il filosofo Seba stiano Maffettone, il prorettore della Luiss Stefano Manzocchi, il ricercatore del Cnr Enrico Prati, l’eco nomista Livio Romano.

«Da un punto di vista giuridico, bisogna non solo stare dietro ai tempi di sviluppo dell’AI ma addirittura precederli per capire dove an drà - continua Severino -. Si parla di giu dice robot, auto a guida autonoma ma quali conseguenze ne possono deriva re? La normativa americana ha già di sciplinato l’uso delle macchine da guer ra che usano l’AI, si tratta di una legisla zione molto prudente, che mira a impe

dire che un solo impulso della macchina, non cor relato a un’azione umana, possa far esplodere una guerra nucleare. Bisogna disciplinare in anticipo la regolamentazione dell’AI: dobbiamo essere nel futuro per poter essere giuristi capaci di suggerire norme adatte a sviluppare tutto ciò che di utile può arrivare dal fenomeno». Insomma, i dati dell’AI devono essere utilizzati ma non possono essere la sola fonte di un giudizio. Infatti, soprattutto per quanto riguarda l’uso dell’AI in campo giudiziario, la professoressa Seve rino è sicura «che chiunque preferisca la com pletezza della valutazione umana rispetto a quella di un robot». E conclude con un’invocazione: «La tecnologia sta dan do un grande contributo ma non può sostituire l’uomo che, deve controllare e programmare in maniera corretta: ma deve essere veloce e il suo pensiero de ve essere proiettato in avanti».

Paola Severino
4524oreNews HITECH/ Innovazione & Futuro
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SUSSIDI DI STATO

Dopo la pandemia, il perdurare della guerra in Ucraina e il devastante au mento dei costi del gas e dell’energia elettrica che, dopo aver fatto fare utili incredibili alle già ricchissime società energetiche e creato un immenso valore aggiunto con le supertassazioni in favore dello Stato, quest’ultimo non ha trovato niente di meglio da fare che dare il colpo di grazia alle piccole e medie imprese, che in questi anni hanno tenuto duro e stoicamente sono andate avanti. Al fine di supportare le piccole e me die imprese il nostro Stato ha infatti pensato bene di bastonarle ulteriormente attraverso la concessione del superbonus costituito dalle sanzioni relative al corretto adempimento riguardante gli adempimenti connessi all’applicazione della Privacy. Lo scorso 7 luglio, infatti, presso il Senato della Repubblica l’Au torità Garante per la protezione dei dati personali ha presentato la Relazione sull’attività svolta nel 2021. La Relazione cade nell’anno in cui l’Autorità celebra i 25 anni di attività e rivela, tra le altre cose, che nel 2021 il Garante, avvalendosi della Guardia di Fi nanza, ha riscosso sanzioni per complessivi euro 13.465.148,00. Oltre 13 milioni di euro di sanzioni riscosse all’esito di una stagione in cui sono stati re gistrati 2.071 casi di violazioni di dati ed il Garante ha dato riscontro a 9.184 reclami e segnalazioni ri cevute. Questi numeri ci dicono che l’Ufficio del Ga rante è stato molto attivo, che il tema del trattamento dei dati personali oggi assume primaria importanza e che le sanzioni arrivano, severe e consistenti, e vengono effettivamente riscosse. Occorre pertanto che professionisti ed aziende facciano le giuste ri flessioni, anche sul grado di rischio che intendono tollerare nel non adeguarsi al sistema vigente, ac

cettando poi di vedersi recapitare multe da capogiro. La questione interessa tutti, in Italia come in Europa, e vale per i piccoli, per i medi e per i grandissimi. Oggi, infatti, moltissima parte delle attività si svol gono con l’insostituibile supporto dei sistemi infor matici che consentono di trattare quantità di dati personali prima inimmaginabili e anche per questo è diventato sempre più importante ed urgente ade guare tutti i comportamenti alle regole europee per il corretto trattamento dei dati personali. Purtroppo, a parte i colossi sopra citati, la stragrande maggio ranza delle sanzioni riguarda le piccole e medie aziende, io stesso in Studio ho ricevuto numerosi Clienti che erano stati attinti da importanti sanzioni. In tali circostanze ho però potuto constatare che, purtroppo, buona parte degli stessi aveva utilizzato dei modelli preconfezionati andandoli a prendere da formulari o da internet, invece che, una volta per tutte, farsi seguire e modellare su misura il modello privacy secondo quelle che erano le caratteristiche soggettive della propria azienda ed evitando quindi spese decisamente molto maggiori costituite dalle severe sanzioni che il nostro Stato ci regala. Anche in questo caso è però bene ricordare il vecchio pro verbio che: “prevenire è meglio che curare”.

Prof. Avv. Antonello Martinez Studio Legale Associato Martinez & Novebaci www.martinez-novebaci.it
46 24oreNews DIRITTI & DOVERI

AMICI ANIMALI

Dr. Ferdinando Asnaghi Medico Veterinario Specialista in Patologia e Clinica Animali da affezione Centro Veterinario Asnaghi Anselmi Cascina Sedone, 10 - Zerbolò - PV

IL LETARGO DELLE TARTARUGHE

Siamo arrivati ad ottobre e, con l’arrivo di que sta stagione, molti animali, tra cui alcune specie di tartarughe e testuggini, vanno in letargo (o ibernazione). Rappresenta per la tartaruga il periodo più delicato dell’anno e, se non si prendono adeguate precauzioni, le nostre be stiole rischiano di morire. Il letargo induce le tartarughe a un lungo periodo di sonnolenza e inappetenza che, accompagnato ad un sostanziale calo dell’attività me tabolica, consente alle bestiole di sopravvivere in quei periodi in cui le condizioni ambientali diventano più rigide e viene a ridursi drasticamente l’intensità e la durata (in inverno i giorni sono più corti) dell’irradiazione solare, così importante per la loro esistenza, nonché la disponibilità di cibo: cessa la digestione, si riduce il flusso sanguigno e il sistema immunitario diventa meno efficace o addirittura inesistente. A causa di questi cali metabolici, molte malattie possono svilupparsi senza alcun controllo e piccoli disturbi latenti o cronici possono facilmente degenerare in malattie gravi e provocarne addirittura la morte.

Per queste ragioni, non si deve mai, lasciare andare in letargo tartarughe o testuggini malate o ferite. Ma con il termine letargo, si indica anche, erroneamente, quel periodo in cui le tartarughe nate e cresciute in cat tività, a seguito delle variazioni di umidità e temperatura che precedono l’inverno, cadono in uno stato di sonno lenza ed inappetenza simili a quelle proprie del vero letargo. Il letargo non è strettamente necessario per la salute e il benessere delle tartarughe. Sicuramente, que

sta pratica non si applicherà laddove la temperatura non scende sotto i 10°C (per esempio nella vostra casa) e nel caso di esemplari giovani, per cui risulta troppo pericolosa. L’unica circostanza in cui un allevatore può prendersi seriamente la briga di ibernare le sue bestiole è nel caso in cui abbia l’intenzione di farle riprodurre. Infatti, il letargo svolge un’importante funzione riequi libratrice per il ciclo riproduttivo di tutti i rettili. Ma attenzione, perchè non tutte le tartarughe vanno in letargo!

• Le testuggini terrestri richiedono solitamente un ri fugio con un basso tasso di umidità e al riparo da pioggia o allagamenti.

• Le tartarughe semi-acquatiche presentano di solito una buona tolleranza verso l’umidità ma non soppor tano assolutamente il vento e il freddo.

• Le tartarughe acquatiche richiedono un ampio stagno per poter andare in letargo.

• Le tartarughe esotiche, in genere, non vanno in le targo. Se sentite le vostre testuggini muoversi nella scatola, accertatene subito la ragione. Se una tartaruga dovesse svegliarsi dal letargo prima del tempo, può essere sin tomo che c’è qualcosa che la disturba (occorre spostarla) o che l’animale sia malato (verificatene lo stato di salute generale) oppure che non abbia una sufficiente riserva di grasso per portare a termine il letargo (pesatela: non deve aver perso più dell’1%/mese del suo peso normale): in tali casi occorre interrompere immediatamente l’iber nazione.

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IL CASTAGNO DEL PANE”

Simbolo per eccellenza dell’arrivo dell’autun no, il castagno è una pianta di origine anti chissima. Ha rappresentato nel passato una risorsa di notevole importanza sia per la pro duzione di legname, sia per il suo frutto, la castagna, definito anche “pane dei poveri”. Non a caso lo storico greco Senofonte lo chiamava “albero del pane”. Regine dell’autunno, le castagne sono ricche di vi tamine, fibre, minerali e altre sostanze utili al sistema nervoso, al cuore e all’intestino. Inoltre, poiché sono povere di grassi, vengono utilizzate nelle diete di di magrimento dove sono apprezzate anche per la facile digeribilità e per l’alto valore nutritivo. L’elevato con tenuto di carboidrati le rende un’alternativa al pane, alla pasta o alle farine e, poiché non contengono glu tine, sono adatte anche a chi soffre di celiachia. Con sumare 100gr di castagne ci permette di assumere ca il 9% del nostro fabbisogno giornaliero di ferro, il 10% di potassio, il 16% di zinco, il 14% di magnesio, il 200% di rame, il 20% di manganese, il 26% di vi tamina B6, il 19% di riboflavina (B2), il 16% di folati (B9), il 10% di vit. B5 e il 9% di vit. E. Grazie al contenuto di sali minerali e di carboidrati, chi è alla ricerca di un integratore energetico per sostenere il ritmo frenetico della vita moderna, può trovare nelle castagne un aiuto per combattere gli stati di indebolimento fisico e mentale. Inoltre, dalla ma cerazione in acqua, alcool e glicerina delle gem me di castagno si ottiene il gemmoderivato, un prodotto in gocce dalle proprietà drenanti a livello degli arti in feriori, utile per favorire in modo naturale il benes

sere delle gambe in caso di problemi legati a cattiva circolazione. Il decotto di castagne viene invece uti lizzato come rimedio naturale per vari disturbi e pa tologie da raffreddamento, mentre l’estratto naturale delle foglie ha proprietà antibatteriche utili a com battere germi e batteri e si usa anche per contrastare tosse bronchiale, poiché ha un effetto astringente sulle mucose dell’organismo. Le proprietà antiossidanti della castagna sono sfruttate in campo cosmetico: nel periodo autunnale la pelle sottoposta a stress in seguito all’esposizione al sole dei mesi estivi e irritata dagli sbalzi di temperatura può beneficiare delle sue qualità rigeneranti e rivita lizzanti. L’estratto di castagne è anche un utile ausilio per capelli sfibrati e opachi. In cucina, le castagne si possono utilizzare a tutto pasto, dalle zuppe e minestre ai dessert, il celebre castagnaccio, le marmellate o i marron glacé. Una curiosità: la ricetta di questi ultimi risalirebbe al XVI secolo ma la sua origine crea una disputa tra l’Italia e la Francia. Secondo alcuni i mar ron glacé furono inventati da un cuoco di corte del duca di Savoia Carlo Emanuele I. Secondo altri po trebbero aver avuto origine a Lione. L’assunzione delle castagne non presenta particolari con troindicazioni, tuttavia l’elevato contenuto di amidi può determinare problemi ai sog getti che soffrono di diabete, di obe sità, di colon irritabile: è sempre be ne affidarsi ai consigli del medico o farmacista di fiducia.

Dott. Andrea Pitrelli Farmacista antroposofo Farmacia Duomo www.cofa.it • duomo@cofa.it
ERBARIO MAGICO 24oreNews 49
“L’ALBERO

BERE TANTISSIMA ACQUA FA BENE ALLA SALUTE?

Dipende. Va chiarito che il nostro organismo ha bisogno del “giusto quantitativo” d’ac qua in modo da reintegrare le perdite idri che garantendo così le condizioni ottimali per gran parte dei processi fisiologici. Bere troppa acqua, così come berne troppo poca, è nocivo per la salute perché, tra gli altri effetti, può determi nare la diluizione degli elettroliti nel sangue, spe cialmente il sodio e il potassio, che hanno una fun zione essenziale nel bilancio dei liquidi tra l’interno e l’esterno delle cellule. Segnali di un’assunzione ec cessiva di acqua sono mal di testa, nausea e vomito, aumento della pressione sanguigna, stato confusio nale, sonnolenza, respirazione difficoltosa, stanchezza. Il gruppo di esperti scientifici dell’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) sui prodotti die tetici, l’alimentazione e le allergie, ha di recente ri definito i valori dietetici di riferimento di diversi nu trienti, tra cui l’acqua, raccomandando la quantità che è necessario assumere per godere di buona salute a seconda dell’età e del sesso. I valori di riferimento, che considerano l’acqua assunta complessivamente - sia mediante consumo diretto, sia attraverso alimenti e bevande di ogni genere - in condizioni di moderate temperature ambientali e medi livelli di attività fisica, per le fasce di età di adolescenti, adulti e anziani, ri sultano 2 litri al giorno per le femmine 2,5 litri e per i maschi. I valori sono indicativi; in condizioni di climi caldi e di attività fisiche intense, o altre situa zioni che inducano disidratazione, i livelli di acqua da assumere possono variare sensibilmente (può con siderarsi anche più del doppio delle quantità indi cate). Ciò si verifica anche in condizioni di stress e disturbi gastro-enterici che determinino vomito e diarrea, come per la diarrea del lattante.

Non bere acqua durante i pasti fa dimagrire?

Non è una buona abitudine quella di non bere acqua durante i pasti. Molti credono così di digerire più fa cilmente e dimagrire in modo più rapido. Non è vero! Bere una giusta quantità di acqua (non oltre i 600700 ml) durante il pasto, serve infatti a migliorare la consistenza degli alimenti ingeriti svolgendo quindi un ruolo importante nella digestione. Bevendo un’ec cessiva quantità di acqua, i succhi gastrici vengono diluiti e quindi i tempi della digestione si potrebbero un po’ allungare. Inoltre, l’abitudine di bere solo pri ma e non durante i pasti non ha di per sé alcun effetto dimagrante se non che, favorendo il senso di sazietà, porta a ridurre la quantità di cibo nel pasto. L’acqua svolge un ruolo indispensabile e vitale in quasi tutti i processi biologici del nostro corpo. Occorre prestare attenzione ai bambini, maggiormente esposti al rischio di disidratazione, e alle persone anziane che spesso, pur non avvertendo lo stimolo a bere, devono sforzarsi di farlo frequentemente ed anche al di fuori dei pasti.

Fonte: www.issalute.it

50 24oreNews VERO & FALSO/A limentazione

COME STAI?

I MILLENNIAL PENSANO GIÀ AL CAPODANNO!

Un sondaggio svela i trend di viaggio del prossimo inverno Natura e avventura, meglio se sulla neve: i viaggiatori stanno pianificando le loro prossime vacanze, ma lamentano la mancanza di soldi e tempo

Finita l’estate? Niente paura, è già (quasi) Capodanno! Un’indagine di WeRoad, la sca le-up specializzata in viaggi per Millennial, racconta le tendenze dei traveller per la sta gione autunno-inverno da poco iniziata. Secondo il sondaggio, che ha visto coinvolti più di 1300 viag giatori, solo 3 persone su 10 partiranno in occasione del Ponte per la Festa di Tutti i Santi e dei Morti, men tre il 47% dei rispondenti si è detto più proiettato verso l’organizzazione delle vacanze di Natale e Ca podanno. Un dato sorprendente è che solo il 14% dei rispondenti al sondaggio cerca il relax come prossimo mood di viaggio, e solo il 5% cerca party scatenati e vita notturna. Secondo l’indagine, infatti, tra i più grandi desideri di viaggio c’è il sogno dell’aurora bo reale e di avventure su slitte da neve trainate da renne o da husky. Insomma, dopo essersi riposati sotto l’om brellone in spiaggia, adesso i Millennial desiderano un’immersione completa nella natura selvaggia. Pae saggi incontaminati e di intensa bellezza, in luoghi remoti, puri e incorrotti… ed ecco che la partenza diventa l’occasione per risanare lo spirito e la mente. Tutto bello, ma… il portafoglio piange! Il sondaggio di WeRoad, infatti, vede un 45% di viaggiatori in dif ficoltà nel pianificare il viaggio perfetto a causa di problemi economici. E se la maggior parte dei Mil lennial si lamenta di non avere abbastanza soldi, We Road viene incontro alle esigenze della propria com munity di traveller con una nuova promo: si chiama “No Excuses” e prevede sconti fino a 200 Euro su viaggi in partenza entro marzo 2023 (info su www.weroad.it/promo-noexcuses). Niente scuse dav vero, è arrivato il momento di organizzare il prossimo viaggio.

WeRoad è un’innovativa realtà di viaggi che, con un forte DNA di community, un ampio seguito sui social di oltre 1 milione di follower e la forza di 450 coordinatori, ha portato oltre 40mila viag giatori alla scoperta del mondo e di nuove ami cizie in più di 190 destinazioni in tutto il mondo e in Italia.

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COME STAI?

LA TERAPIA A PORTATA DI SMARTPHONE TERAPIÞ È

semplice, gratuita e personalizzata. Si chia ma TeraPiù ed è la nuova app, ideata e rea lizzata da Bayer Italia per assistere il pa ziente nel seguire correttamente il suo piano terapeutico. In altre parole, aiuta a migliorare la ge stione delle nostre terapie. La scarsa adesione alle prescrizioni del medico è, infatti, un comportamento diffuso (riguarda il 50% dei pazienti), un fattore di rischio che riduce i benefici di prevenzione e di cura e alimenta lo spreco di risorse pubbliche. TeraPiù è un supporto concreto, con servizi e consigli persona lizzati che ci aiutano a migliorare il nostro benessere. In tutta semplicità, con TeraPiù possiamo prendere nota dei valori della nostra salute, come pressione e colesterolo, e monitorare l’evoluzione nel corso del tempo. Non solo, TeraPiù ci ricorda quando dobbiamo assumere farmaci, quando stanno per finire e di riac quistarli in caso di necessità. Il progetto è nato dal confronto diretto con medici, farmacisti e pazienti, in collaborazione con un Tavolo Medico Scientifico di primo livello. Una preziosa alleanza che mette il paziente al centro della progettazione e che risponde alle sfide che l’evoluzione tecnologica richiede anche al mondo sanitario. «Ogni paziente è diverso. L’algo ritmo di Intelligenza Artificiale e le sfide di gamifi cation - spiega Marco Giacosa di Bayer, Responsabile del progetto TeraPiù - declinano interventi di supporto sulla base del profilo psicologico del paziente e dei dati analizzati in tempo reale, per un effettivo incre mento dell’aderenza terapeutica. Il tutto attraverso

una user experience semplice e intuitiva, adatta alle esigenze di fruizione dei pazienti». La nuova app è scaricabile gratuitamente su App Store e Google Play, e si distingue dalle soluzioni presenti sul mercato grazie alle sue funzionalità tecnologiche innovative. Ecco alcune tra le più significative:

▪ Diario dei farmaci - memorizza i farmaci pre scritti in un piano semplice e sempre disponibile

▪ Promemoria - diverse tipologie di alert e remin der ricordano quando assumere le medicine, con che dosaggio e avvisa quando le confezioni stanno per finire o scadere

▪ Valori della salute - tiene traccia di pressione, colesterolo e altri valori utili da monitorare per il controllo della propria salute

▪ Consigli personalizzati - offre contenuti dedicati alla salute e alla prevenzione sulla base delle ca ratteristiche dei pazienti

▪ Attività fisica e peso - aiuta a mantenersi in for ma con il contapassi e il brucia-calorie

▪ Terapia in viaggio - pianifica automaticamente le terapie quando si è fuori casa

▪ Visite mediche - avvisa quando si avvicina la prossima visita medica programmata

▪ I miei contatti - memorizza i recapiti di medici, farmacie e familiari che possono assistere i pazienti nel controllo del piano terapeutico

Informazioni: www.terapiu.it

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AUTUNNO IN SALENTO Un weekend da gustare a 5 sensi!

L’autunno è appena arri vato e soprattutto nel Sud dell’Italia, le gior nate sono ancora tiepi de, ideali per trascorrere un pia cevole weekend. Stavolta abbiamo scelto il Salento, che «geografica mente interessa l’intera provincia di Lecce, gran parte della provin cia di Brindisi e la parte orientale di Taranto», come ci tiene a riba dire Antonio Santese, un pugliese appassionato del territorio in cui da sempre vive con sua moglie, Annamaria Normanno, con cui condivide la passione per le tra dizioni e l’arte. Il paesaggio, pre valentemente pianeggiante, è con traddistinto dalla presenza di

grandi estensioni di vigneti e di oliveti (in questi ultimi, purtroppo in parte disseccati a causa della ‘Xilella fastidiosa’, sono state reimpiantate varietà di olivo più resistenti al batterio). L’itinerario

parte da Lecce, denominata la “Firenze del Sud”, per la grande profusione dell’architettura e dell’arte barocca, che in città rag giunge vertici unici in tutta la re gione, dalla Basilica di Santa Cro

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Salento

ce, al Palazzo dei Celestini, al Duomo, all’imponente Castello di Carlo V. Il basso Salento è l’unica zona d’Italia dove si trovano ben oltre 40, tra Dolmen e Men hir: il modo ideale per visitare zone me no turistiche e antichi borghi an cora oggi ricchi di un caratteristi co fascino. «Da Lecce, percorren do l’entroterra in direzione di Otranto, possiamo visitare Melen dugno, Carpignagno, Uggiano la Chiesa, alcuni tra i paesi con un’alta concentrazione di tali mo numenti preistorici e sacre pietre. Da non perdere una visita al Giar dino Megalitico di Giurdignano, dove è possibile intraprendere un percorso suggestivo alla scoperta di queste opere megalitiche» ci suggerisce la nostra guida d’ec cezione. Otranto con il faro di “Punta Palacia”, rappresenta an che l’estremità più ad Oriente d’Italia. Ripartendo da Otranto, in direzione sud, Antonio ci esorta a visitare Tricase per la chiesa ma trice e il Palazzo dei Principi Gal lone. Sulla strada che da Tricase conduce alle sue spiagge si può notare una maestosa “quercia val lonea” del XII secolo. Da Tricase, seguiamo la strada costiera che offre suggestivi paesaggi, per San ta Maria di Leuca. Qui, merita una visita il santuario, dedicato a San ta Maria de “Finibus Terrae” (così chiamata per la sua posizione al l’estremità sud-orientale della pe nisola italiana), il suo faro, la “Punta Ristola” (l’estremità più

a sud del “tacco d’Italia”) e le bel le ville di fine ’800 che costellano il lungomare. Lasciando la costa adriatica, caratterizzata da pae saggi rocciosi a picco sul mare, risaliamo verso nord lungo la costa ionica, tipica per le distese di spiagge bianche con alle spalle la macchia mediterranea. Lungo il percorso, tanti piccoli paesi tra i più caratteristici: Salve e Ugento con la sua Cattedrale. Concludia mo questo percorso giungendo a Gallipoli. Arrivati al porto un pon te collega la costa all’isolotto della città vecchia circondata dal mare. Gallipoli offre la possibilità di vi sitare la cattedrale con il grande ciclo pittorico in stile barocco. In teressante è la visita di antichi frantoi ipogei. Un soggiorno in una masseria del Salento è un concen trato di esperienze uniche. Le masserie sono gestite dagli stessi proprietari che tutelano la storicità delle strutture e ne celebrano l’im portante ruolo legato alla tradizio ne. E cosa gustare, tra le preliba tezze del Salento? È Annamaria Normanno a guidarci nella scelta: «La tradizione culinaria è alquan to varia, intrecciando piatti di ter ra e di mare: dalle orecchiette alle cime di rape, alle linguine ai ricci

di mare; dalle “sagne torte/ncan nulate” al pomodoro (lasagne, o meglio strisce di pasta fresca di grano duro, attorcigliate prodotte artigianalmente e condite con su go di pomodoro e pecorino locale), al risotto ai frutti di mare; dalle lasagne al forno, agli spaghetti con le vongole; dalla pizza di patate, all’impepata di cozze; dai “coz zi/municeddrhi” in brodetto (piat to povero della cucina salentina, a base di piccole lumachine nere cotte o in bianco con vino ed al loro o con l’aggiunta di pomodo rini e peperoncino), alla frittura di paranza. E ancora dalle “pittu le” (piccole frittelle di pasta lie vitata arricchita con vari ingre dienti come il cavolfiore, il bac calà o un misto di pomodorini, capperi, alici, sottaceti) ai panze rotti (calzoni di piccole dimensio ni ripieni di pomodoro, prosciutto e mozzarella), dalle “fucazze” (pa gnotte basse di pane farcito con olive nere locali e cotte nel forno a legna), alle fritture di calamari e gamberi, alla frittura di alici, ai tubettini al sugo di cernia, agli spaghetti allo scorfano/all’astice. Dalla trippa con le patate e dagli “gnommareddrhi” arrostiti (invol tini di frattaglie di agnello o di ca pra conditi con diversi aromi), alla seppia arrostita, ai gamberoni di Gallipoli arrostiti/al forno e alle varie crudità di mare». Godiamoci in Puglia un weekend in questo giovane autunno, “da gustare a 5 sensi”!

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R A TRIESTE TRA ARTE NATURA E⁄ CAFF˚

espirare il vento, crogiolarsi al sole con il riverbero del mare, ricercare la propria identità in mezzo a tante culture, percorrere i sentieri del Carso scoprendo doline e antichi borghi, assaporare un buon “nero” in un caffè storico o passeggiare tra palazzi di impronta asburgica. Se non siete mai stati a Trieste, è ora tempo di programma re un weekend autunnale tra arte e natura. Trieste offre una moltitudine di esperienze interessanti, vuoi per la sua posizione di mare e di con fine, vuoi per l’essere da sempre crocevia di mondi latini, tedeschi e slavi. Sostenibilità e riqualifica zione degli spazi urbani sono at tualmente le due direttrici che gui dano lo sviluppo della città. Citta dini e turisti possono montare in sella a una bici messa a disposizio ne dal servizio cittadino di bike sharing per raggiungere agevolmen te i più bei luoghi di cultura ed arte disseminati nel centro cittadino. Utile anche la app TriesteMetro (www.triestemetro.eu), grazie a cui è possibile scoprire gli itinerari te matici ideati per i visitatori, da

quello naturalistico a quello storico, da quello architettonico a quello scientifico. Così, con una bici o a piedi, è facile iniziare a scoprire le meraviglie del centro: mete imper dibili soprattutto per chi esplora Trieste per la prima volta sono i pa lazzi storici, la piazza Unità d’Italia, affacciata sul mare, il castello, la Cattedrale di San Giusto. Gli aman ti della mountain bike possono op tare per i tanti percorsi nella natura, tra cui l’uscita lungo il Carso trie stino tra grotte scavate nei millenni, corsi d’acqua e sentieri tra boschi e piccoli borghi in pietra.

STORIE E LUOGHI “SOLITI”

Il centro di Trieste è relativamente raccolto quindi facilmente percor ribile a piedi nella sua interezza. Il cuore della città è senza dubbio Piazza Unità d’Italia: un nome così patriottico che rievoca una storia non poi tanto lontana nel tempo, se pensiamo che Trieste è appar tenuta agli austriaci fino al 1918. È probabilmente la più grande piazza d’Europa affacciata sul ma re, come vantano i triestini. Nata come Piazza San Pietro per la pre senza di una chiesetta, divenne

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Trieste

poi Piazza Grande e infine, dopo la fine della Seconda Guerra Mon diale, prese il nome definitivo. Nella piazza c’è la Fontana dei Quattro Continenti (XVIII sec.), le cui figure sono un’allegoria dei 4 continenti allora conosciuti (Eu ropa, Asia, Africa e America). Il richiamo a figure “straniere” non era gradito a Mussolini quindi nel 1938, in occasione della visita del Duce, la fontana fu rimossa. Da vanti alla piazza si snoda il Molo Audace che prende il nome dalla prima nave che riuscì ad entrare nel porto di Trieste dopo la fine della Prima Guerra Mondiale e l’annessione all’Italia. La rosa dei venti in bronzo presente sul molo è stata ottenuta dalla fusione di una nave austriaca affondata dalla Marina Italiana. Con le sue luci incastrate nel terreno, il Molo Au dace è un braccio di pietra che per 246 metri entra nel mare, quasi che fosse un ponte sull’Adriatico. Anche i castelli meritano una vi sita. Il Castello di San Giusto do mina la città. Il Castello di Mira mare ci dona un’atmosfera da fia ba. Il Castello di Duino, tuttora abitato dai principi della Torre e

Tasso, si trova a pochi chilometri da Trieste e si erge su un ripido costone di roccia a strapiombo sul mare da dove si gode di una ma gnifica vista sul Golfo.

STORIE E LUOGHI “INSOLITI”

La spiaggia del Pedocin. A Trieste tutti la chiamano da sempre Pedo cin (letteralmente, “pidocchietto”), forse a causa del fatto che un tempo centinaia di persone si ammassa vano su questo fazzoletto di terra ed acqua relativamente ristretto. Si tratta di una spiaggia di sassolini situata appena fuori dal porto turi stico, in una zona dal limitato pre gio naturalistico ma molto centrale: è famosa per essere l’ultimo posto in Italia dove la spiaggia è rigoro samente separata tra uomini e don ne. In mezzo c’è un muro alto e li scio, invalicabile. Anche in mare le zone di balneazione dei due sessi sono separate. Ma lì ci si può al meno vedere!

Il Tram de Opcina. Si tratta di una trenovia unica nel suo genere, in funzione a Trieste fin dal 9 settem bre 1902, che con le sue antiche carrozze blu collega la centrale piazza Oberdan con l’altopiano

carsico di Villa Opicina, a 326 me tri sul livello del mare. Il percorso è di oltre 5 chilometri con un tratto di ripida salita; l’originale sistema funicolare è formato da due “carri scudo” che spingono o trattengono il mezzo e il panorama di cui si go de durante il tragitto lo rendono unico e insuperabile in Europa, e forse secondo nel mondo solo alle famose “cable cars” di San Fran cisco.

Grotta Gigante. Sull’altipiano car sico, si può vivere un’altra espe rienza unica: la visita della Grotta Gigante contenente la sala natu rale più grande al mondo, raggiun gibile con un percorso di 850mt e 500 gradini. Il percorso parte da Villa Opicina e, oltre alla Grotta, può includere la sosta in una tipica “osmiza” per uno spuntino a base di prodotti locali e un buon bic chiere di vino.

Le Osmize. Era il 1784 quando l’Imperatore Giuseppe II d’Asburgo emanò un editto con cui consentiva ai contadini la vendita dei loro pro dotti. Il nome ‘osmiza’ deriva dal vocabolo sloveno ‘osem’, che signi fica otto e si riferiva ai giorni con cessi ai contadini del Carso per

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vendere presso le proprie case, in via eccezionale, il sovrappiù deri vato da agricoltura, viticoltura e al levamento. Essi appendevano ‘una frasca’ (un ramo d’edera) sui bivi delle strade principali e in prossi mità della propria abitazione, in modo da segnalare l’osmiza ai vian danti. Tale consuetudine si è man tenuta a tutt’oggi, assumendo va lenze folcloristiche e commerciali. Ad oggi sono circa 50 le osmize aperte e tutt’ora segnalate con una frasca in bella vista. Si tratta di luo ghi molto casalinghi dove vengono serviti pochi alimenti totalmente genuini: tutti i possibili insaccati derivati dal maiale, vino del Carso, un po’ di formaggio - purché pro veniente da aziende agricole della regione - e uova sode. Anche se al cuni offrono anche verdure sott’olio e sott’aceto, olive e dolci. San Spiridione e i luoghi di culto. Era il grande porto dell’impero asburgico, Trieste. Tutti i popoli avevano cittadinanza, e ognuno portava tradizioni, sapori e cre denze. Testimonianza di quell’epo ca cosmopolita sono i tanti luoghi di culto di credi diversi che si pos sono incontrare per le vie della cit tà, come S. Nicolò dei Greci, unica chiesa fronte mare della città, o il grande tempio a pianta greca di San Spiridione, casa della comu nità serbo-ortodossa. I soci volon tari TCI di Aperti per Voi hanno adottato e tengono aperto il Museo della comunità greco-orientale “Costantino e Mafalda Pisani”, te stimonianza della stagione di co smopolitismo della città e riferi mento di una comunità che oggi conta circa 600 persone. Teatri. Trieste, la città più mitte leuropea d’Italia, ospita importanti teatri come il Politeama Rossetti con un interessante calendario di

spettacoli - dal Mercante di Vene zia (dall’11 al 16 ottobre) al Rocky Horror Show (dal 25 al 30 ottobre) - o ancora il Teatro Lirico Giuseppe Verdi che aprirà la stagione 202223 il 4 novembre con Otello. Musei. Tra le novità dell’autunno, il Museo Revoltella celebrerà i 150 anni dalla sua fondazione (18722022) con una mostra dedicata alla scultura da Canova al XXI secolo, in programma dal 3 novembre 2022 al 25 aprile 2023. E ancora, sempre al Revoltella, sarà inaugurata il 19 novembre I Macchiaioli, un’impor tante retrospettiva sul movimento pittorico italiano dell’Ottocento vi sibile fino ad aprile 2023. Il Museo della Bora o Magazzino dei Venti, in Via Belpoggio 9, è una delle tan te chicche che la città offre. È un magazzino bizzarro, una divertente immersione in un piccolo centro di documentazione sul vento dove si scopre tutto su una delle caratteri stiche più famose della città. La “bora in scatola” è un souvenir da non perdere! Da non perdere, inol tre, l’Immaginario Scientifico (Science Centre), un museo speri mentale o in cui trovano spazio ap parati interattivi che permettono ai visitatori di ogni età di “toccare” con mano e scoprire non solo i fe nomeni naturali ma le applicazioni più innovative della scienza e le at tività di ricerca degli enti del siste ma scientifico di Trieste. Dall’otto bre 2020 si trova al Magazzino 26 del Porto Vecchio: il nuovo Imma ginario presenta spazi multimediali, immersivi e coinvolgenti, che si in seriscono armoniosamente nell’edi ficio che li ospita: il ristrutturato Magazzino 26 è un luogo imponente e prestigioso, con elementi archi tettonici, ambienti e atmosfere pro fondamente legati alla storia e alla cultura della città.

Un weekend a Trieste non è com pleto senza una sosta nei suoi Caf fè Storici o nei tanti ristoranti, osterie e buffet dove gustare piatti della tradizione, ma anche propo ste più innovative. Non tutti sanno che Trieste è la città italiana dove si consuma più caffè, con oltre 10 chili a testa contro i 5 della media nazionale. Merito dell’antica tra dizione asburgica che aveva fatto di Trieste il porto principale per ricevere le merci, soprattutto co loniali come il caffé. Da allora la città è il centro della torrefazione dei chicchi in Italia, con alcune delle maggiori aziende italiane. Ma il caffé bevanda a Trieste è le gato intimamente ai caffé intesi come bar. Architettonicamente stupendi, ricchi di fascino e da sempre sede di incontri tra intel lettuali. I nomi? Caffé Tommaseo, il più antico; Caffé degli specchi in piazza dell’Unità; Caffé Terge steo e Caffé San Marco, in stile secessione.

Tra i piatti tipici triestini, da pro vare ci sono la Jota, minestra di fagioli, crauti, patate e salsicce, la minestra de’ bobici (mais e fa gioli), gli gnocchi di pane, di fe gato o con i susini (prugne). Tra i secondi piatti di carne non man cano mai, soprattutto d’inverno, Goulash e agnello al Kren, men tre tra quelli di pesce spiccano canocchie alla busara (pomodoro, pepe, vino), le alici in savore, il baccalà. Tra i tanti dolci triestini, il più amato è sicuramente il pre snitz, sulle cui origini ci sono di verse interpretazioni. Si tratta di una pasta sfoglia arrotolata con un ripieno a base di noci, noc ciole, pinoli, uvetta e rhum. Ter rano e la Vitovska sono due ec cellenti vini tipici della provincia di Trieste.

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Sopra la Grotta Gigante; sotto: i Tram de Opcina; San Spiridione e Piazza dell’Unità D’Italia con il Caffè degli Specchi

A cura di VALERIO CONSONNI KUNDERA E FELLINI L’arte di non incontrarsi

Avolte accade che un libro o un incontro fortunato facciano da ponte e ci conducano in una terra nuova, sconosciuta, dove qualcosa “di nostro” ci stava aspettando. Ed è ciò che mi è capitato quest’estate, quando ho in contrato Stefano Godano ad una pre sentazione di “Kundera e Fellini”. Per me che amo sia il cinema che la let tura, leggere questo libro è stata dav vero una bellissima sorpresa! Ora, piombando nel cuore di Milano con l’ombra di una crisi sempre più im minente, quel racconto mi ricorre so vente, ma è arduo - nelle righe di que ste due colonne - anche solo ammic care alle reazioni che mi ha solleci tato. L’itinerario dell’autore si dipana con un finissimo lavoro di tessitura, senza mai finire sulla via della retorica e con un ritmo ben calibrato, nel ri tratto inedito di Kundera attraverso un’amicizia sotto il segno di Federico Fellini. Kundera considerava Fellini la vetta dell’arte della seconda metà del Novecento e Fellini ricambiava definendolo il più grande scrittore contemporaneo: si scrivevano e si sti mavano ma non si sono mai incontrati, racconta nel libro Godano, giornalista, per molti anni confidente e amico fe dele di Fellini, studioso appassionato dei rapporti tra letteratura e cinema. Nel 2001, qualche anno dopo la scom parsa di Fellini, Godano e la moglie Daniela Barbiani, nipote e assistente del regista, incontrano Milan e Vera Kundera. Da lì nasce una straordinaria

amicizia fatta di lunghe telefonate, let tere e incontri a casa Kundera e nei ristoranti di Saint Germain, a Parigi. Lo scrittore più inaccessibile e irrag giungibile al mondo si confida con l’autore sull’onda di una forte amicizia rafforzata dalla passione per Federico Fellini. Le pagine di questo lungo rac conto scorrono in maniera fluida e lim pida: come in un film immaginavo sce na dopo scena quanto stavo leggendo. Ogni capitolo è arricchito dai disegni a volte inediti di Kundera e Fellini che ci aiutano a raggiungere quei punti creativi e immaginifici che contami nano le loro opere. Entrambi hanno messo al centro di ogni loro opera l’uo mo con una straordinaria capacità poe tica. Vorrei fermarmi qui ricordando una citazione di Kundera quando vuole spiegare meglio l’origine dei suoi per sonaggi svelando la sua leggerezza e le sue paure: «I personaggi del mio ro manzo sono le mie possibilità che non si sono realizzate. Per questo voglio bene a tutti allo stesso modo e tutti allo stesso modo mi spaventano: ciascuno ha superato un confine che io ho solo aggirato… Un romanzo non è una con fessione dell’autore, ma un ‘esplora zione di ciò che è la vita umana nella trappola che il mondo è diventato». Quale migliore sintesi della sua opera! E Fellini, da parte sua, quando un suo amico produttore lo supplicava: «Ma come il film finisce così, senza un filo di speranza, un raggio di sole? Ma dammi almeno un raggio sole!» rispon deva così: «Un raggio di sole? Ma, non so, proviamo…».

L’arte di non incontrarsi Stefano Godano Rizzoli
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I MIEI STUPIDI INTENTI

Questa è la lunga vita di una faina, raccon tata di suo pugno. Fra gli alberi dei bo schi, le colline erbose, le tane sotterranee e la campagna soggio gata dall’uomo, si svela la storia di un animale diverso da tutti. Archy nasce una notte d’inverno, assieme ai suoi fratel li: alla madre hanno ucciso il compagno, e si ritrova a doverli crescere da sola. Gli animali in questo li bro parlano, usano i piatti per il cibo, sto viglie, tavoli, letti, ac cendono fuochi, ma il loro mondo rimane una lotta per la so pravvivenza, dura e spietata, come d’al tronde è la natura. I miei stupidi intenti è un romanzo ambizio so e limpido, ed è sta to scritto da un ra gazzo di soli 27 anni. Come un segno di speranza, di futuro, per chi vive di libri.

Bernardo Zannoni (Sellerio)

LA COSTANZA È UN’ECCEZIONE

Dopo la famosa serie dell’Allieva, che ha fatto ap passionare milioni di lettori e telespettatori alle avventure di Alice Allevi, medico legale con un interesse spiccato per le indagini, l’autrice torna con il terzo libro della trilogia dedicata a Costanza Macallè, anatomopatologa prestata alla paleopa tologia.

Alessia Gazzola (Longanesi)

AL DI QUA DEL FIUME

Al tramonto dell’Ottocento, grazie all’ambizioso progetto della famiglia Crespi, sulle sponde del fiume Adda nasce il villaggio operaio di Crespi d’Adda oggi patrimonio mondiale dell’Unesco. La scrittrice Alessandra Selmi ne ricostruisce le vi cende in un romanzo di ampio respiro che rac conta cinquant’anni di storia italiana.

Alessandra Selmi (Nord)

IL CIELO SBAGLIATO

Con il ritmo narrativo di un grande romanzo sto rico, Il cielo sbagliato è un emozionante affresco sul desiderio di emancipazione. E sul prezzo da pagare per varcare la porta di un mondo che una bimba con i vestiti strappati non avrebbe mai im maginato di sfiorare. «Dora è la nuova eroina della letteratura: una donna giusta sotto un cielo sba gliato» - Massimo Gramellini.

Silvia Truzzi (Longanesi)

BLONDE

L’autore trasforma in romanzo tutte le vite di Ma rilyn Monroe. Molto più di un sex symbol da ca lendario, con le sue contraddizioni e fragilità Ma rilyn è entrata nell’eternità del mito. Da adole scente solitaria a bellezza planetaria, ma anche donna insicura, amante incostante, playmate e ragazza in lotta con lo specchio, attrice venerata e paziente in analisi, donna con molti amanti e poco amore, morta prematuramente ma sempre viva nella memoria collettiva. Joyce Carol Oates (La nave di Teseo)

24oreNews LIBRI
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LUGANA DOC IL GRANDE BIANCO DEL GARDA

Eccoci arrivati ad ottobre. Questo mese ci porta i mille colori dell’autunno ed è legato anche alla rac colta di castagne, noci, nocciole, me le e pere, giuggiole e le ultime pe sche e susine. Ma è anche il mese delle ultime vendemmie, della lavo razione delle uve e della fermenta zione del mosto. Oggi vogliamo in vitarvi a degustare con noi un vino bianco, il Lugana. Il suo nome deriva dall’omonima località situata nel co mune di Sirmione, sulla sponda bre sciana del Lago di Garda. È stato il primo DOC della Lombardia (1967) e tra i primi in tutta Italia. Il Lugana è però un vino “bifronte”, condiviso da Lombardia e Veneto, in quanto viene prodotto nel territorio delle province di Brescia e Verona, nei co muni di Sirmione, Pozzolengo, De senzano del Garda e Lonato, per la parte lombarda, e di Peschiera del Garda, per quella veneta. Il vitigno tipico del territorio è il trebbiano di Lugana detto localmente turbiana. L’attività vitivinicola nella zona di Lugana ha origini molto antiche, ri

salenti addirittura all’Età del Bronzo. Non mancano, nel corso dei secoli, citazioni e testimonianze illustri, a dimostrazione della diffusione della cultura enologica in questa zona. Nel ’500, Isabella d’Este Gonzaga as saggiò e apprezzò tantissimo, a Sir mione, il vino bianco del posto, col pita anche per la capacità delle “bel lissime uve” del Trebbiano di Soave di dare vita ad un tale nettare d’ec cellenza. Ma è nel corso del ’900 che, con il perfezionarsi delle tec niche di produzione, il Lugana rag giunge l’apice del successo. Le ar gille stratificate tipiche del territorio e ricche di sali minerali, si alternano ad una componente più sabbiosa e penetrabile che rendono a questo vi no un’impronta identitaria e difficile da dimenticare. Il Lugana DOC si esprime in 5 diverse tipologie: la versione base e quelle Superiore e Riserva, infine Vendemmia tardiva e Spumante. Rappresenta uno dei bianchi di maggior personalità e suc cesso del Nord Italia, oggi molto ap prezzato anche all’estero, soprattutto sul mercato Europeo.

Il Vinile che abbiamo abbinato al Lugana è “Making Movies” dei Dire Straits, un 33 giri uscito guarda caso il 17 ottobre 1980, che ha consacrato la band nel pa norama musicale internazionale. Un disco che contiene 7 tracce tra cui la famosa Tunnel of Love e la romanticissima Romeo and Juliet. La chitarra di Mark Knop fler (autore di tutti i brani), che si distingue tra mille altre chitar re, per sonorità e stile è affine a questo vino morbido e armonico, da bere sorseggiandolo a poco a poco, come l’ascolto dell’intero album.

C.I. LUGANA DOC

Colore: giallo paglierino

Profumo: ha note agrumate e fruttate

Gusto: fresco, morbido, secco, armonico

Bicchiere: calice da vino bianco o spumante

Temperatura: fermi: 10-12°; spumanti: 6-8°

Abbinamenti: antipasti, pesce, carni bianche

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