Trascrizioni – Interventi di Grandi
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nelle ore gravi e difficili, dei blocchi inscindibili che non permettono il “distinguo saepe” delle discussioni in tempi di bonaccia. Nelle ore drammatiche della storia è puerile di pensare di dosare e sceverare le proprie dalle altrui responsabilità. Siamo tutti fascisti, lo fummo, lo siamo e lo saremo nella buona e nella cattiva fortuna. Questa è l’ora delle responsabilità collettive, ed è appunto per questo che abbiamo insistito per la convocazione del Gran Consiglio e che insistiamo perché il Gran Consiglio, organo supremo del Fascismo prenda stasera deliberazioni gravi e definitive che dovranno impegnarci tutti, dal Capo all’ultimo gregario. Non si tratta di salvare noi stessi, le nostre persone, e neppure il regime o il partito. Si tratta di salvare l’Italia e di salvare in pari tempo gli ideali che animarono la nostra giovinezza fascista e la nostra generazione, ideali che non potranno giammai morire anche se provvisoriamente soffocati dalla ostilità avversaria, dalla deviazione ideologica, dall’interpretazione o applicazione errata, dalla crudeltà degli eventi. Guai se il Gran Consiglio dovesse stasera uscire da questa riunione discorde e diviso. Qualunque saranno per essere le nostre deliberazioni, ad esse obbediremo. Giunti a questo punto taluno potrà domandare: sta bene: accettiamo per un momento la vostra diagnosi di malattia mortale: credete forse di rimediare a questa malattia con la medicina di un ordine del giorno?
18 Che cosa significa il nostro ordine del giorno? Significa che il Gran Consiglio, organo supremo del Fascismo delibera decaduto il regime di dittatura, perché esso ha compromesso i vitali interessi della Nazione, ha portato l’Italia sull’orlo della sconfitta militare, ha tarlato e corroso nel tronco la rivoluzione e il fascismo medesimo. Il Gran Consiglio delibera nello stesso tempo che siano ripristinati (sic) nella loro autorità e responsabilità insostituibile tutte le funzioni statali alle quali la Dittatura si era una dopo l’altra sostituita, attribuendo anzitutto alla Corona, al Gran Consiglio, al Parlamento, alle Corporazioni i compiti e le responsabilità stabilite dalle nostre leggi statutarie costituzionali. Alla Corona anzitutto, restituendo ad essa le prerogative e le responsabilità di comando, di iniziativa, di decisione suprema che lo Statuto alla Corona attribuisce nelle ore in cui è in gioco il destino della Nazione. La Corona, privata delle sue alte prerogative e responsabilità altro non è oggi se non un ostaggio in prigionia