IL "NEMICO INTERNO" A TREVISO DURANTE LA GRANDE GUERRA

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Mons. Longhin si tormentava però non solo al pensiero dei suoi parroci incarcerati e processati per false accuse, ma anche al pensiero dei parrocchiani di questi ultimi. Nel caso di Vallio, scriveva al Santo Padre: Pensi, Eccellenza, che cosa diranno adesso quei buoni villici di Vallio minacciati di carcere perché hanno deposto la verità in confronto di due carabinieri, che a loro giudizio [in corsivo nell’originale, N.d.A.] hanno certamente detto il falso per mandare in carcere il loro amato e benemerito Parroco. È mai possibile che non sorga nella loro anima così profondamente ferita, un senso di esecrazione contro queste odiose persecuzioni sistematiche? […] Mi si dica un po’, è proprio questo il vero modo di tenere alto il morale del nostro povero popolo, che in generale quassù nell’ora del bisogno e dello sconforto, solo dai suoi preti ebbe la parola confortatrice? Per conto mio, lo dissi già più volte, sono dolentissimo di doverlo ripetere un’altra volta, questo è un vero disfattismo dei più disastrosi48.

3.2.3. Don Antonio Passazi, parroco di Casier Don Antonio Passazi49, parroco di Casier, in occasione della messa celebrata per la festività di Ognissanti, il 1° novembre 1917, tenne una predica che si rivelò fonte di non pochi problemi nel corso dei mesi successivi. I confusi giorni che seguirono la disfatta di Caporetto ispirarono al sacerdote un’omelia che venne mal interpretata da un tenente presente alla messa, il quale si recò, in un secondo momento, presso la caserma dei Carabinieri per denunciarlo. Durante la predica in questione, don Passazi ricordò ai suoi fedeli quanto la terra sia una valle di lacrime, ma anche che essa non sarà la patria degli uomini per sempre: Ci troviamo sotto a una bufera ma portiamo pazienza, operiamo, confidiamo in Dio […]. Oh! si avesse ascoltato il Papa non avessimo oggi 48

Ivi, p. 297. Don Antonio Passazi nacque a Castelfranco e diventò parroco di Casier nel 1890, presso la quale parrocchia rimase fino al 1931, anno della sua morte. 49

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Bibliografia

4min
pages 141-146

Conclusioni: Le eredità della guerra

13min
pages 131-140

Castelfranco - San Liberale

4min
pages 127-130

3.3.3. Don Attilio Andreatti, arciprete di Paese

3min
pages 125-126

3.3.2. Don Callisto Brunatti, parroco di Cendon

8min
pages 120-124

Sant’Elena di Silea

5min
pages 117-119

3.3. Sacerdoti arrestati e internati

1min
page 116

3.2.4. Don Francesco Kruszynskj, parroco di Ballò

1min
page 115

3.2.3. Don Antonio Passazi, parroco di Casier

3min
pages 113-114

3.2.2. Don Adamo Volpato, parroco di Vallio

3min
pages 111-112

3.1. Accuse al vescovo

6min
pages 103-106

2.2.4. Altri

5min
pages 95-98

nell’ultimo anno di guerra

6min
pages 99-102

2.2.3. Suddito germanico Hermann Krüll (Treviso

4min
pages 92-94

2.2.2. Barone Ferdinando Bianchi (Mogliano Veneto

4min
pages 89-91

2.2.1. Conti di Collalto (Susegana

9min
pages 83-88

di Paesi nemici

9min
pages 77-82

parroci, personale medico e piccioni

9min
pages 71-76

2.1.3. Censura epistolare e telegrafica

4min
pages 68-70

2.1.2. Addetti ai servizi di poste e telegrafi

4min
pages 65-67

2.1.1. Donne che sposano soldati

4min
pages 62-64

cittadini italiani

3min
pages 60-61

1.1.1. La rivolta nelle campagne

6min
pages 30-33

Introduzione

28min
pages 7-24

la guerra»: i Comitati d’azione per la resistenza interna

15min
pages 47-56

Carabinieri, spie e sudditi di Paesi nemici a Treviso

4min
pages 57-59

1.1. Il dissenso e la protesta popolare in Italia

4min
pages 27-29

1.1.2. Le agitazioni nei centri urbani e nelle fabbriche

9min
pages 34-39

1. Dissenso e protesta popolare

2min
pages 25-26
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