CONCLUSIONI: LE EREDITÀ DELLA GUERRA
Questo lavoro di tesi, e la relativa ricerca archivistica su cui esso si è ampiamente basato, hanno permesso di ricostruire e di mettere in evidenza il grave clima di tensione diffusosi nel territorio trevigiano nel corso della Grande guerra, provocato in special modo dall’assiduo (e reciproco) controllo della vita privata dei civili – prevalentemente attraverso
l’estensione
dell’elemento
del
«sospetto»,
con
il
conseguente uso e abuso dello strumento della denuncia –, e dalla repressione non solo dell’aperto dissenso nei confronti della guerra, ma anche di qualsiasi opinione giudicata contraria all’interesse nazionale; tale risultato è stato ottenuto soprattutto mediante l’individuazione di quei precisi strumenti coercitivi – repressione, sorveglianza, reclusione – messi in atto dalle autorità italiane nel corso degli anni bellici nei confronti di alcune categorie di cittadini, i cosiddetti «nemici interni». Sebbene l’area d’indagine a cui è stato fatto riferimento corrisponda in larga parte alla provincia di Treviso, gli elementi emersi nel corso della ricerca possono offrire alcuni spunti di riflessione di più ampio respiro rispetto alle eredità che si ritiene la Grande guerra abbia trasmesso al primo dopoguerra e al fascismo o comunque, in generale, ai regimi totalitari instauratisi in Europa nei due decenni successivi al conflitto. La crisi del sistema liberale, la polarizzazione ideologica – inaugurate proprio con la Prima guerra mondiale – e il radicarsi di alcuni dei principi che staranno alla base dei totalitarismi degli anni Venti e Trenta sono parte dei temi qui rilevati e trattati, i quali, a loro volta, sono il fulcro del volume del 2007 di Enzo Traverso, A ferro e a fuoco. La guerra civile europea 1914-1945. L’autore, nel suo lavoro, sostiene che la Grande guerra costituisca uno spartiacque nella storia contemporanea europea, poiché con essa si chiuderebbe il XIX secolo 131