evidente che il conflitto non stava colpendo tutti allo stesso modo: le condizioni di vita si fecero via via sempre più drammatiche soprattutto tra le classi popolari e le maggiori perdite di vite umane al fronte si registravano tra le file più umili della popolazione. Non si dimentichi infatti che la mobilitazione e i richiami alle armi colpirono in maniera molto grave la vita contadina, poiché l’esercito, o meglio, la gran parte dei numerosissimi fanti, era composta da contadini che si vedevano costretti ad abbandonare i consueti lavori agricoli e lasciare tutto il peso della gestione familiare in mano alle donne e ai ragazzi.
1.1.1. La rivolta nelle campagne Su una popolazione di 4,8 milioni di uomini di età superiore a 18 anni che lavoravano in agricoltura, 2,6 milioni furono tratti via dai campi per essere inviati al fronte: restarono perciò attivi sulla terra solo 2,2 milioni di uomini con più di 18 anni, più 1,2 milioni di maschi tra i 10 e i 18 anni, contro ben 6,2 milioni di donne di età superiore ai 10 anni12.
Fu in queste difficili circostanze che presero il via gli iniziali disordini che, come si accennava prima, avvennero al momento dei primi richiami alle armi e furono innescati soprattutto da donne e bambini. Tali dimostrazioni di dissenso vennero però velocemente represse dalle forze dell’ordine e, inoltre, col passare delle settimane, apparve chiaro a tutti che nulla poteva impedire le partenze. Dall’inverno 1916-1917, però, le proteste ripresero e, con maggiore violenza, investirono tutto il Paese in maniera omogenea, tanto da mettere in serio allarme le autorità governative. Nonostante fossero manifestazioni per lo più di carattere spontaneo, non era raro che esse sfociassero in azioni di concreta violenza e che venissero di conseguenza represse con brutalità. «La percezione che il conflitto sarebbe proseguito a lungo […] cancellò la rassegnazione con cui era stata all’inizio accolta la guerra, e suscitò uno stato di inquietudine collettiva profonda, che doveva 12
Giovanna Procacci, Dalla rassegnazione alla rivolta…, cit., p. 209.
30