IL "NEMICO INTERNO" A TREVISO DURANTE LA GRANDE GUERRA

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l’insofferenza della popolazione, rafforzandone, allo stesso tempo la determinazione a proteggerli.

1.1.2. Le agitazioni nei centri urbani e nelle fabbriche Se nelle campagne e nei piccoli paesi la situazione della popolazione civile, via via che il conflitto proseguiva, si fece sempre più difficile, nelle città le condizioni di vita furono – soprattutto per quello che riguarda gli approvvigionamenti alimentari – ancora più drammatiche. Nei centri urbani il problema principale della popolazione, specialmente a partire dall’inverno 1916-1917, era infatti la mancanza di cibo, cioè di quei generi alimentari di prima necessità come farina, pane, riso e alcuni tipi di grassi. Inoltre, la diseguale distribuzione di tali alimenti andò ad aggravare il latente malcontento popolare; per di più, a causa dell’aumento dell’inflazione, già dai primi mesi di guerra i prezzi presero ad innalzarsi vertiginosamente. Infine, soprattutto nelle città dell’Italia settentrionale – cresciute a dismisura, in quanto le nuove

lavorazioni

industriali

a

scopi

bellici

richiamavano

numerosissimi immigrati dalle campagne –, vi erano anche altre complicazioni che andavano ad aggravare le cose, come, ad esempio, la mancanza di alloggi, la carenza di combustibili e la generale inefficienza dei servizi: Particolarmente drammatica fu la condizione dei quartieri dove si era maggiormente concentrata la nuova massa di immigrati, affollata in grandi caseggiati, con una intensità spesso di 6-7 persone per stanza […]; in quei quartieri e in quelle zone i disagi della città erano ingigantiti, mentre era contemporaneamente assente l’antico beneficio del campo 20.

A risentire maggiormente di tale situazione erano le famiglie di artigiani e operai, nelle quali molto spesso, durante la guerra, venne a mancare il reddito del capofamiglia; ancora più insostenibile, invece, 20

Giovanna Procacci, Dalla rassegnazione alla rivolta…, cit., p. 73.

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Bibliografia

4min
pages 141-146

Conclusioni: Le eredità della guerra

13min
pages 131-140

Castelfranco - San Liberale

4min
pages 127-130

3.3.3. Don Attilio Andreatti, arciprete di Paese

3min
pages 125-126

3.3.2. Don Callisto Brunatti, parroco di Cendon

8min
pages 120-124

Sant’Elena di Silea

5min
pages 117-119

3.3. Sacerdoti arrestati e internati

1min
page 116

3.2.4. Don Francesco Kruszynskj, parroco di Ballò

1min
page 115

3.2.3. Don Antonio Passazi, parroco di Casier

3min
pages 113-114

3.2.2. Don Adamo Volpato, parroco di Vallio

3min
pages 111-112

3.1. Accuse al vescovo

6min
pages 103-106

2.2.4. Altri

5min
pages 95-98

nell’ultimo anno di guerra

6min
pages 99-102

2.2.3. Suddito germanico Hermann Krüll (Treviso

4min
pages 92-94

2.2.2. Barone Ferdinando Bianchi (Mogliano Veneto

4min
pages 89-91

2.2.1. Conti di Collalto (Susegana

9min
pages 83-88

di Paesi nemici

9min
pages 77-82

parroci, personale medico e piccioni

9min
pages 71-76

2.1.3. Censura epistolare e telegrafica

4min
pages 68-70

2.1.2. Addetti ai servizi di poste e telegrafi

4min
pages 65-67

2.1.1. Donne che sposano soldati

4min
pages 62-64

cittadini italiani

3min
pages 60-61

1.1.1. La rivolta nelle campagne

6min
pages 30-33

Introduzione

28min
pages 7-24

la guerra»: i Comitati d’azione per la resistenza interna

15min
pages 47-56

Carabinieri, spie e sudditi di Paesi nemici a Treviso

4min
pages 57-59

1.1. Il dissenso e la protesta popolare in Italia

4min
pages 27-29

1.1.2. Le agitazioni nei centri urbani e nelle fabbriche

9min
pages 34-39

1. Dissenso e protesta popolare

2min
pages 25-26
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