IL "NEMICO INTERNO" A TREVISO DURANTE LA GRANDE GUERRA

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comune e normale atto amministrativo che doveva precedere l’assunzione di chiunque28. Inoltre, la portata di questo fenomeno, come osservato in precedenza rispetto alle donne che sposarono membri dell’esercito, è considerevole, dato che le corrispondenze simili a quelle sopra descritte sono molto numerose29. Va infine segnalato che, dal 1917, aumentarono in generale le donne che presentarono richiesta di un posto nei servizi postali, per lo più come portalettere nei paesi di provincia, poiché spesso dovevano andare a sostituire il sempre maggiore personale inviato al fronte e, circostanza non trascurabile, contribuire al sostentamento della famiglia.

2.1.3. Censura epistolare e telegrafica I controlli sui cittadini, comunque, non erano eseguiti solo dai Reali Carabinieri, ma anche dagli ufficiali militari addetti alla censura epistolare e telegrafica, i quali, grazie al Regio Decreto del 23 maggio 1915 (n° 689), avevano la facoltà di aprire le corrispondenze chiuse affidate alla posta. Le persone ritenute in qualche modo sospette si vedevano dunque la propria corrispondenza letta da estranei – dalle cartoline alle lettere in busta chiusa – perché fosse sottoposta al vaglio della censura militare; in special modo ciò avveniva, come si vedrà in seguito, se tali persone risultavano essere stranieri di nazionalità nemica, ovvero coloro i quali potevano essere considerati potenziali e pericolose spie. Fu, molto spesso, lo stesso Ufficio Censura a chiedere al Prefetto che venissero compiuti ulteriori controlli relativi ai mittenti e ai destinatari di lettere dal contenuto ambiguo e pericoloso se divulgato. Ad esempio, il 23 aprile 1917, il Maggiore Capo del Servizio Informazioni Sezione “U”30 chiese al Prefetto di fornirgli informazioni

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Si legge spesso, infatti, la frase: «Prego favorirmi le consuete informazioni». Circa una decina al mese dal 1916 al 1918, con percentuali diverse a seconda degli anni. 30 La Sezione ”U” del Servizio Informazioni, con sede a Udine, aveva funzioni di polizia militare e di controspionaggio in zona di guerra e nelle immediate retrovie.

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Bibliografia

4min
pages 141-146

Conclusioni: Le eredità della guerra

13min
pages 131-140

Castelfranco - San Liberale

4min
pages 127-130

3.3.3. Don Attilio Andreatti, arciprete di Paese

3min
pages 125-126

3.3.2. Don Callisto Brunatti, parroco di Cendon

8min
pages 120-124

Sant’Elena di Silea

5min
pages 117-119

3.3. Sacerdoti arrestati e internati

1min
page 116

3.2.4. Don Francesco Kruszynskj, parroco di Ballò

1min
page 115

3.2.3. Don Antonio Passazi, parroco di Casier

3min
pages 113-114

3.2.2. Don Adamo Volpato, parroco di Vallio

3min
pages 111-112

3.1. Accuse al vescovo

6min
pages 103-106

2.2.4. Altri

5min
pages 95-98

nell’ultimo anno di guerra

6min
pages 99-102

2.2.3. Suddito germanico Hermann Krüll (Treviso

4min
pages 92-94

2.2.2. Barone Ferdinando Bianchi (Mogliano Veneto

4min
pages 89-91

2.2.1. Conti di Collalto (Susegana

9min
pages 83-88

di Paesi nemici

9min
pages 77-82

parroci, personale medico e piccioni

9min
pages 71-76

2.1.3. Censura epistolare e telegrafica

4min
pages 68-70

2.1.2. Addetti ai servizi di poste e telegrafi

4min
pages 65-67

2.1.1. Donne che sposano soldati

4min
pages 62-64

cittadini italiani

3min
pages 60-61

1.1.1. La rivolta nelle campagne

6min
pages 30-33

Introduzione

28min
pages 7-24

la guerra»: i Comitati d’azione per la resistenza interna

15min
pages 47-56

Carabinieri, spie e sudditi di Paesi nemici a Treviso

4min
pages 57-59

1.1. Il dissenso e la protesta popolare in Italia

4min
pages 27-29

1.1.2. Le agitazioni nei centri urbani e nelle fabbriche

9min
pages 34-39

1. Dissenso e protesta popolare

2min
pages 25-26
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