di tanti che vivono nell’ansia o nella incertezza per la sorte dei propri congiunti combattenti. Dicesi anche che, in taluni di questi circoli, le “tavole parlanti” giungono a predire con strana precisione i futuri movimenti degli eserciti nemici ed altri avvenimenti di carattere bellico, accrescendo così la loro fama, della quale gli agenti nemici si servono per divulgare le notizie più allarmanti61.
In conclusione, il Ministro dell’Interno, si raccomandava che non solo sugli accennati gabinetti o circoli di magnetismo sia esercitata una rigorosa vigilanza, ma altresì sulle cosiddette “sonnambule” che sulle pubbliche piazze esercitano il loro mestiere e che potrebbero essere ancora più pericolose poiché il pubblico che le attornia è composto di soldati e della parte di popolazione più ignorante e quindi più suggestionabile62.
Chiari indizi del clima di tensione e di allarmismo dell’epoca, tali disposizioni possono far oggi sorridere; tuttavia, esse sono utili per evidenziare come allora si pensasse realmente che il nemico, la spia, potessero essere ovunque e agire dovunque: niente e nessuno poteva essere considerato al di sopra di ogni sospetto. Dopo
questa
presenteranno
nei
introduzione seguenti
di
carattere
paragrafi
le
più
generale,
vicende
di
si
alcuni
«imprenditori» – diremmo oggi – cittadini di Stati nemici i quali, trasferitisi in Italia anni prima dello scoppio della guerra, fecero fortuna nel nostro Paese impiantando qui importanti aziende di vario genere.
2.2.1. Conti di Collalto (Susegana) I sospetti di collaborazione con il nemico, come detto, non risparmiarono nessuno, nemmeno i cittadini stranieri di nazionalità nemica più illustri, ricchi e meglio rispettati dalla popolazione della zona. Anzi, secondo le autorità, il possedere attività commerciali di
61 62
Ibidem. Ibidem.
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