IL "NEMICO INTERNO" A TREVISO DURANTE LA GRANDE GUERRA

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di tanti che vivono nell’ansia o nella incertezza per la sorte dei propri congiunti combattenti. Dicesi anche che, in taluni di questi circoli, le “tavole parlanti” giungono a predire con strana precisione i futuri movimenti degli eserciti nemici ed altri avvenimenti di carattere bellico, accrescendo così la loro fama, della quale gli agenti nemici si servono per divulgare le notizie più allarmanti61.

In conclusione, il Ministro dell’Interno, si raccomandava che non solo sugli accennati gabinetti o circoli di magnetismo sia esercitata una rigorosa vigilanza, ma altresì sulle cosiddette “sonnambule” che sulle pubbliche piazze esercitano il loro mestiere e che potrebbero essere ancora più pericolose poiché il pubblico che le attornia è composto di soldati e della parte di popolazione più ignorante e quindi più suggestionabile62.

Chiari indizi del clima di tensione e di allarmismo dell’epoca, tali disposizioni possono far oggi sorridere; tuttavia, esse sono utili per evidenziare come allora si pensasse realmente che il nemico, la spia, potessero essere ovunque e agire dovunque: niente e nessuno poteva essere considerato al di sopra di ogni sospetto. Dopo

questa

presenteranno

nei

introduzione seguenti

di

carattere

paragrafi

le

più

generale,

vicende

di

si

alcuni

«imprenditori» – diremmo oggi – cittadini di Stati nemici i quali, trasferitisi in Italia anni prima dello scoppio della guerra, fecero fortuna nel nostro Paese impiantando qui importanti aziende di vario genere.

2.2.1. Conti di Collalto (Susegana) I sospetti di collaborazione con il nemico, come detto, non risparmiarono nessuno, nemmeno i cittadini stranieri di nazionalità nemica più illustri, ricchi e meglio rispettati dalla popolazione della zona. Anzi, secondo le autorità, il possedere attività commerciali di

61 62

Ibidem. Ibidem.

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Bibliografia

4min
pages 141-146

Conclusioni: Le eredità della guerra

13min
pages 131-140

Castelfranco - San Liberale

4min
pages 127-130

3.3.3. Don Attilio Andreatti, arciprete di Paese

3min
pages 125-126

3.3.2. Don Callisto Brunatti, parroco di Cendon

8min
pages 120-124

Sant’Elena di Silea

5min
pages 117-119

3.3. Sacerdoti arrestati e internati

1min
page 116

3.2.4. Don Francesco Kruszynskj, parroco di Ballò

1min
page 115

3.2.3. Don Antonio Passazi, parroco di Casier

3min
pages 113-114

3.2.2. Don Adamo Volpato, parroco di Vallio

3min
pages 111-112

3.1. Accuse al vescovo

6min
pages 103-106

2.2.4. Altri

5min
pages 95-98

nell’ultimo anno di guerra

6min
pages 99-102

2.2.3. Suddito germanico Hermann Krüll (Treviso

4min
pages 92-94

2.2.2. Barone Ferdinando Bianchi (Mogliano Veneto

4min
pages 89-91

2.2.1. Conti di Collalto (Susegana

9min
pages 83-88

di Paesi nemici

9min
pages 77-82

parroci, personale medico e piccioni

9min
pages 71-76

2.1.3. Censura epistolare e telegrafica

4min
pages 68-70

2.1.2. Addetti ai servizi di poste e telegrafi

4min
pages 65-67

2.1.1. Donne che sposano soldati

4min
pages 62-64

cittadini italiani

3min
pages 60-61

1.1.1. La rivolta nelle campagne

6min
pages 30-33

Introduzione

28min
pages 7-24

la guerra»: i Comitati d’azione per la resistenza interna

15min
pages 47-56

Carabinieri, spie e sudditi di Paesi nemici a Treviso

4min
pages 57-59

1.1. Il dissenso e la protesta popolare in Italia

4min
pages 27-29

1.1.2. Le agitazioni nei centri urbani e nelle fabbriche

9min
pages 34-39

1. Dissenso e protesta popolare

2min
pages 25-26
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