OPERA OMNIA DI BENITO
MUSSOLINl
DAL DODICESIMO ANNIVERSARIO DELLA
FONDAZIONE DEI FASCI
AL PATTO A QUATTRO (24 MARZO 1931 -7 GIUGNO 1933) LA FENICE- FIRENZE
Tutti i diritti d i uilduzione e di riproduzione (an<"he di semplici brani, tu.sm essi a mezzo di radi odiffusione} sono riservati per tutti i paesi, compresi i Regni di Norvegia, Svezia e Olanda.
TUTTI l DJRJTTJ JUSERVATI
AVVERTE N ZE
Il segno (+) indica omissi one.
1 numeri arabi fra p arentesi i ndicano le pagine alle quali si rimanda p er oppoftun i confronti o pec maggior i pa rticola ri.
G li scritt i anonimi con trassegnati con ( g) sono pubblicati in: Strilli e discorsi di Benito Muswlini. Edizione d efinitiva, vol. VIII - Ulrico Hocpli, Milano, 1934: ·
Il numero di seguito aHa lettera indica la pagina del vo lume nella qual e si trova l'attribuzione.
l o scritto siglato con tre asterischi contrassegnatG con (-wwwwww} è d i Ben ito M ussolini, come risulta dalla Corrdfl!ione Din ale-Susme f, pubblicata nel vol. XX VI dell'Opera Omnia.
Tutte le riunioni del Consig lio d ei mini stri d i cui al presente volume, si tennero a Roma, al Viminale
T utte le riunioni del Gran Consig lio del fascismo di cui al presente ' ·olume, si tennero a Roma, nella 5ede di volta i n volta indicata
ABBREVIAZIONI
USATE N EL SOMMARIO CRONOLOG ICO
=articolo.
=comitato.
= comitato centrale
= commissione.
d. = discorso."
d e = dt>pulato (i)
di. = d ichiarazioni
di. = -disegno (i) di legge.
f. = fasci.
= ( a, i, e).
=messaggio.
= na:lional e (i).
od g = ·ordine del g iorno
po. = popolo.
pr = presentazione.
pref = p refazione.
== ri unione.
= senatori.
SOMMARIO CRONOLOGICO
(2 4 marzo 19}1 ·· 7 giugno 1933)
e/Ime: rlurtt (4)
ATTIVITÀ SCRITTA
UmbertodiS..-
voia(263)
Bacd (263)
Pepe (263)
Turl\11 (264)
ATIIVITA SCRITTA
Oh•laU (253)
Ou t aldi (Wol)
Ol,ri•<l (253)
pru l dentef('· der al lone n. ardfU I talia (264)
( 26!!)
m. dirlgenll fasd· 511 Milano c provlncla(28lil)
Kotta (2e!!)
Badoglio (266)
Anni d'Aosta
m.
OlfWan/ (289)
Ortgorlew (20)
Sodlni (25J)
Pois (267)
ATIIVITA SCRITIA
r.DilDUfl 0 10 11:110 m. glorlficuione p rimi d ue cad uti l ucl sti marca trev!sana(290)
Bottai (267); · pnfetto Pisa (268); Pavollnl (268)
fiduciario gruppo r!onale h · sclsta Mllano Ct sa'rt BatiWi (258)
Brilning eCurtlus (301)
8r6nlng' f -
1: Curtius
1 ; 1 Plamsl (2&.3)
(Balbo (26'lJ
solldo (269)
AITIVITA ORATORIA
Roma ava ngua rd is t i campo Dux (32) '
Roma
Roma r c.permantnte gl (32)
Roma 3!5• r. {33)
16 Roma comandanll repart i mataaeru clopogr' manovre (37)
Roma u duta chiusura ' congressoint erna11io fon deria (37);ca pll gazloni slran\trt q l dlce•lmo cong-resso navls a n e (38)
?,uarantamlla a
3J(Idl (42)
SCRITTA
R.iccl(270)
D'Annun!lo (270)
vusorl-Peronl (270)
m. giovani faschl i (290)
m.quartocongreu o n. antitubrrcolare {291)
;altocommluarloNapoll(271)
vdova Edlson (271)
-1---- 1 - - - - --------Napoli
d irettori l edHali 1 tit o n . (· squadr lsti napolet (47); lat qulnta leg lone unlve taria (47); sedt ba! Napoli (48)
- 1---- 1------- - --
Napoli, Pompei, E rcolano lascia
p o Napoli {48)
l asc:lsU {5 1 - 1-- - - - 1 - ----- --- -
28 Roma 30 Roma
--Roma Roma umtre comn do L u tero ---1 ' 1,.,,""'""""1"
-1-----1 - ----- ---- ----
Rom& 318• r. (53)
Il Roma
12 Roma
R oma
Roma. Otricoli, Narni, Ntra Mont Otv, Arrone, Fcrtntlllo,. Terni luci a Terni
-
j - 1----- 1--- - -di Sa· vola(.54)
usembleagencralec slgllo n. corpornl (55)
po. Tn ni (57)
- 1-----1- ----- - -----1---'l inaugurulont st<ot congreno lst!tutin. sdstl
stduta Inaugurale h
AITIVITA SCRITTA
presldtnte &e-
nato(255) ;pusldente senato
De Sllvntro
triclt t Ancona ·
(Z72);podcstà ,
c.ana rlsparmlo Mi!ano (272)
LOCAUTA COtiSIQLIO ... MltiiSTIU CQtiS IOLIO "" ""'"
ATIIVITA ORATORIA
Roma Roma Roma
23 Milano, Forli
Forli, Muuto Saracrno, Roma
Roma Roma Roma Roma
Roma
Rnma
321•r.(70)
commemora Emanuele Pllibnto di Savola (62)
Insediamento cunsl a mministrazione lsl l o mobiliare i. (64
vlrn:ltorl concorso grano(65)
commemora Salandra (6$)
commemora Corradini (69)
nuovo dirHiorio 1 tllo n fastista(1 t;
rtdallorl PopfJI" rl' /ia scomparsa Arna MuBSOtlnl (TJ)
a. Dtc/aulll
a. D/seor$0 al· I'Amtr/ta (76)
cardinale lej!retarto {213)
Pallotta (273)
d! Sa· vota(273)
Pio X f (274)
aziont {292)
prtf. Albo d' oro tJtl lifCIIrfdfftd· la M.V S N. {79)
Roma Rom• 322' <.(80)
Il Rom.11 commcmou l
__
324a r.(83)
Bon liJ (82)
di Jiontnuovo le· $lo unlto ltgge cotnunaltt i'TGvlnclale (84); dldl.planort· l[o1alore Roma 184)
scritti Garibaldi
Roma tom:mdantlrepa rt tllatl milizia (89) urbt(90)
centenario Goethe
pr.dl.\91)
r.(92)
pruidente senato(257);presi<;knle 5enato
prnilknte se-
n.al o (258)
fotmiglia Corridoui(271); GodeRighl(277)
Karolyl (277} ; Grandi (218)
D' Aroma {278)
m Koprlmento tplgrafcmunumento Dante Na poli (293)
Orlandl (259)
prn ldenta Jen.1to(259)
Del 8 ono(278)
Reba udengo (27M); vedova Bordll (279)
a.Pifrlldd/111rltfo(l2l)
prnl<tente •c· nato(260)
Dollfuss (279)
famiglia Lusana(279)
tamtglla Q:cchcrlnl (271l);Duccl(280)
podH tà Modena(280)
Anguhsola(281)
01 CrullalllflU (260)
f amlgUa Montanarl(281)
GOll e Righi (28 1)
Zoll(282)
pol! (282)
r c. pcrmanent' (127)
duccl(l29) tonvegnodirlgc" federu(onen. si r-rofenlo· (IJU); P' ( 132) .
Insediamento c eldtrlllc. 11/:IICD! a( IJJ)
Roma ,primo congresso dlcol.(l33)
Roma
R oma
RoR\ 3 331· r.(l39)
sedut1inaugura t uneslma r. soc Jclenz,
----
ventlelnqucmlla t hlpartlto n.l {1 34)
delea:azloneasso( nulonalisteung ( 137) n! (138)
assembleastraor• consighon.corp
Tnrln o po Torino.(141)
JlablllmentO F.l (1 4.5)
pc Milano (145:
ln a ugura zl o n • slnd.atat! (\49); lnliUIU fondulone De s trls {1411);au penonalitaM!Ia gerarchi nue (L'iO) po. VIterbo
lt i!IOOI mutuat i tfast lstlurbe
ForU (152) Pavia (1 5 Monn(l!55)
Brucia gttlarlo federa scta(157)
ATTIVITA SCRITTA
·ATilVITA ORATORIA
parol e dopo commemornil)o
pani
municallonl governo(I G5J;pr. d\.(167)
1-
IJS•r.(\68) 1----1---------------
p arole dopo' commemor.nlo> ne de. Vaccllel· pr. di. 1----1------
139•r (l69} pr, di. ( 169) 1----1---
assemblea gtne1 dinarlaau oelul eldA 1. atlonl t 1----1---
pr.dL(Ii:!l)
pr d\ ( 176)
l(tlltTJ slgllon. corpo (11!5) 1----1--
premlazlone vln concorso n. gran
1-----'--1------ ---------
l.«l•r.(l78) d. decennale (In) 1----1------------
parole d opo comiJ\emornionl a lcuni R scomparst(\80)
pr di. (18 1)
14I•r.(l81)
d. l l t(111/l/l {182)
parole dopo ctl tbraz lone quattordlctSI· m o annuale londulonef.!. combattimento (205)
poicristi le<kraU, mac e l arnlglle r sclst!, mutili l utlst1(204)
quattromi l a e 5otlulftclat t lca(20:1)
nianu s!ran ifrt sullaturrroltaliana (200}
a. Pl"da lnttsaepa ct turopru{221)
DAL DODICESIMO ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEI FASCI AL PATTO A QUATTRO
(24 MARZO 1931 -7 GIUGNO 1933)
ALLA CONFERENZA DEL GRANO *
11 25 aprile 1927, aprendo la prima conferenza mondia le del grano, dicevo che intendimento dd mio Governo, nel suggerirne l' idea a ll' Istituto internazionale di ag ricoltura, era stato di agevobre una coopeèazione internazionale organica e cont inuativa, "in un settore ben determinato dell'economia mond iale. •
Oggi vedo, con g1.1n dc comp.iacimcnto - · c vedrete anche vo i tuttiche, mercè le cu re solerti dell'Istituto internazionale d i agricoltura, quell'idea ha dato buoni frutti e l a desiderata coop erazione è in pieno svolgimento. Il mJ.gn ifico consesso o dierno è Il p rova di questa \'olo ntà di lavoro comune da parte degli Stati, in un campo c.he le forze ineluttabili del p rog re dimento sociale dovranno sottrarre agli impulsi sregolati delle economie individue, non solo, ma all' intransigenza delle angustie egoistiche, pe r assoggettarlo alla disciplina ddle intelligenze previdenti e preordina nti, dei propositi di sinte rt:ssati; dei provvedimenti armonici , cui altra cura non muova se non il bene c _l'elevamento dell'umanità laboriosa.
Vi prego di sentire, in questo mio accenno studiatamc:nte rapido, il desiderio e l'augurio che la conferenza affronti il vasto prog ramma ·di lavoro che le sta innanzi con un sen so d i probità spiritua le pari a l suo alto valore scientifico. Troppo, fin <}ui, hanno pesato, sulle pubbliche discussioni nazionali e internazionali, intorno a ll'andamento degli affari economici, logori schemi teoretici, vecchie dottrine o relitti di dottr ine, decrepite beghe scolastirbe. Lungi d a me il p roposito di detrarre, come pure si fa da certuni, al valore dei principi economici; m a voi ben sapete come si adoperi sovente il nome di scienza, non solo a legittimare
• A Roma, nella sede dell'Istituto intc=mazionale di agricoltura la mattina dd 26 mauo 1931, Mussolini inaug ura la conferenza internuionale preparatoria ddla seconda conferenza mondiale de l grano. Jn tale occasione, dopo H discorso del senatore Giuseppe De Michelis, presidente dell'Istituto, il Presidente Jel Con· siglio pronuncia il discorso qui riportato (Da 1l Popolo d'ltalùt, N. 74, 27 marzo 193 1, XVIIQ. l.· XXV.
esigenze, oppostamente interpretate, delle grandi e delle piccole competizioni economiche che, soggette al gioco mutevole degli inte ressi, sono unicarriente materia di arte politica, ma anche a lasciar correre nel mondo imprOvvisazioni e programmi, che, se pure riescono per un poco a farsi largo, non reggono a lungo agli attriti dell'esperìenza.
Oggi sussistono le condizioni perché questa confere nza riesca utile. Permettete che le enwneri.
Primo: la composizione della conferenza medesima, nella quale convergono i delegati dei poteri pubblici delle nazioni aderenti e i rappresentanti più autorevoli degli interessi del commercio granario, come pure i rappresentanti delle maggiori istituzioni internazionali, che già sì sono occupate di tali questioni da diversi aspetti. Val quanto dire - Se si tien conto anche dell'importante suppellettile documentaria apprestata dall'lstituto e del convegno degli esperti già tenutosi in questi giorni e in questa sede stessa - che la conferenza è pienamente istruita delle vi· cende anteriori, dei termini attuali, delle prospettive immediate del mo· vimento economico, per quanto spetta al grano, come altresl dei problemi che vi si riferiscono.· Essa è quindi in grado di condurre un esame ampio e di prospettare quelle soluzioni che varranno a soddisfare la miglior somma di interessi generali qui rappresentati.
Secondo elemento favorevole: la natura. dell'Istituto che ha indetto la cOnferenza e nella cui sede essa si svolgerà: campo assolutamente e superiormente obiettivo, impervio a incidenzè, a suggestioni, a sistemi politici part icolari; quindi luogo quanto mai idoneo d' incrocio delle più varie correnti di pensiero e di conciliazione degli interessi anche i più disparati. E quanto alle ·condizioni esteriori, ognuno può notare due circostanze assai felici in cui si svolgerà la conferenza : il cl ima polit ico più favorevol e e un complesso di segni, i quali sembrano dimostrare che il regrcsso della congiuntura economica si è molto rallentato, se ' non del tutto arrestato, e promette vicino il ravvivamento. Giacché, se è vero - come io tengo per fermo - che sulla vicenda economica hanno forza determinante e predominante le cause di origine agraria, è vero altresl che l'andamento economico dell'agricoltura non può non risentire l'efficacia di un migliorato corso degli atfari.
Dico da ultimo - ma non è la cosa meno importante per il lavoro di questa conferenza - che, per quanto riguarda la posizione dci paesi esportatori di grano dell'Europa orientale e centrale, essa si è notevol· mente. chiarita c agevolata, mercè l'opera valida compiuta, nel febbraio scorso, sotto gli auspici ·della $Qcietà delle nazioni, dalla commissione di studio per l'unione europea.
Consentite or.t che mi domandi : che cosa si aspetta, che cosa si può e si deve aspettare da questa conferenza? Non voglio min imamente
preoccupare le sue deliberazioni, ma non posso esimermi da un rilievo che mi sembra meritare· tutta la vostra attenzione, p erché investe l'argo· mento cardinale del vostro prog runma.
· A proposito della. crisi generale, è stata ed è tuttora viva Ja disputa· se quella dipenda da_ un eccesso di produzione o da una de.fi.cenza di consumo. La stessa controversia si agita nei rispetti della depressione agraria e più specialmente nei rispetti del g rano.
Lasciando stare il soggetto generale, veniamo alla questione che qui ci preme: gli agricoltori coltivano troppo frumento o gli uomini mangiano troppo poco pane? Ebbene, i documenti preparati dail' Istituto e che avrete già esaminati, dimostrano che la più copiosa produzione di grano avutasi negli ultimi anni avrebbe dovuto essere assorbita dalla crescita normale della popolazione irl tutto il mondo. Vuol dunque, che si è rallentato il ritmo del consumo. '
Questo fatto sussiste, e se ne dà anche la spiegazione: Nel migliorato tenore di vita delle moltitud ini urbane e rurali, quale si venne formando. dopo la fine della guerra, il pane ha fatto un po' di posto a cibi più scelti.
N e consegue un'altra questione: si può considerare come permanente o durevole questa tendenza della produzione g rana ria a superare il ritmo dd moVImento demografico per effetlo del declinante consumo di pane? La questione è di gra n momento per la conferenza. Difatti, i vari programmi di restringimento della produzione tendono, qua e là, a trasferirsi dall'àmbito industriale all'àmbito agrario.
Si è g ià fatta una propaganda che in qualche paese. ha assunto l'aspetto di una crociata e da parte di qualche istituto un tono singolarmente apocalittico, ·per indurre g li agricoltori a semiriare meno t erre. Poiché la conferenz.:1 odierna dovrà, fra gli altri temi, trattare principalmente quello dell'ordinamento della Produzione, la questione che vi ho sobriamente accennata sarà discussa in q uesta sede con tutta la desiderabile ampiezza. necessario che essa sia be ne chiarita, prima di iniziare un'azione in grande stile, per la diminuzione del totale delle superfici messe a grano nel mondo. li che non esclude che venga esaminata com· piutamente anche tale estrema possibilità, la quale non può riguardare, del resto, _i paesi dove la più alta è ottenuta· senza aumento sensibile di superficie.
n superflUo, però, ricordare che questa conferenza, oltre gli interessi produzione e deg li scambi, deve curare quelli del consumo, termine ultimo, ragione e norma decisiva di ogni attività economica. Penso che, senza g li accertamenti preliminari cui ho accennato, sarebbe temerario· una limita?. ione delle colture cerealicole, quando vi è ancora nel moi:tdo troppa gente che soffre nella penuria !:! langue nella miseria.
Non vog lio dire di più. Vi ring razio di avermi seguito con attenzione ed aug uro bene ai vostri lavori. Fate che !'autorità vostra riesca, attraverso i vostri voti, Un elemento d i fi ducia per le nazioni, cosl duramente provate dal disagio.
L'abbondanza del grano non deve pesare sulla sorte dei popol i come una maledizione, ma essere i nvocata e benedetta come uno dei più ·consolanti compensi che poss:lÌlO toccare sulla terra alla fat ica millenaria e paziente del genere umano (IJ discor;o di S. E. J\1uiiolini, ;eg11ito dalla più viva al/enzione dei presenti e ;o/Jolinealo da fr equenti approvazioni, è ;lato alla fine co ronalo da vibranti, generali applatJJi, che ;i protraggono per alcuni mimtlt).
RIVOLUZIONE : CLIMA DURO
IL . clima di una rivoluzione profonda che voglia, oltre g li istituti politici ed economici, trasformare gli spiriti ed i costumi,. diventa a un certo momento così « duro » che rende la vita difficile alle seguenti categorie di individui.
Prima di tutto ai vigliacchi in genere e a queiii che hanno il coraggio una volta sola fiella vita. Ci sono sempre i timorosi che si sia andati o si vada troppo o ltre. Che si tiri troppo b. corda. Sono gli stessi. che si domandano amleticamente dubbiosi - se si doveva o no p rorogare, ad esempio, i l T ribunale speciale. .e. ge nte che ha b sciato crescere l'àdipe e nell'atmosfera rivoluzio naria non può più respirare.
Dopo i vigliacchi, .vengono i poltroni. H anno magari lottato, ma ora vocrçbbero godere gli ozi più o meno fac ili di Capua per il .minimo sforzo e per il mass imo ri poso Si lasciano, tutto al pi ù, rimoréhiarc
Il clima della. ri vo luzione dive nta particolarmente duro pe r i « profittatori >>. Costoro sono di va rie specie. Politici, economici, morali. Anche morali. Gen.te cioè che pretenderebbe il riconoscimento di meriti intellettuali che non esistono. Coloro che si proclamano lette rati, avvocati, professori, artisti, poeti, filosofi, mus ici del regime, soltanto perché hanno una tessefa c non l'ingegno, sono dei <c profitt:ttori >>. Anche per costo ro a un certo momento il clima diventa duro e l'artificio della loro posizione si spezza.
Finalmente una categoria non meno interessante è quella d ei cosiddetti « delusi», in buQna e malafede. Delusi perché non si è raggiunta la « perfezione » rivoluzionaria, delusi perché i «mezzi >> adottati sono stati, talvolta, quelli che le circostanze e g li uomini offrivano. O delusi
anche perché .la rivo luzione non si è svolta secondo i modelli e non molte teste -sono rotolate con un lungo periodo di .terrore, o delusi per la ragione opposta, cioè che un po' di terrore c'è stato o ci potrà essere. Delusi perché non tutti gli uomini sono stati sempre all'alteZza della. situazione. In questi spiriti traspare il rancore del genio o dello stratega. mancato.
Queste quattro categorie di individui, anche se sono nel regime, sono da considerarsi « coptrorivoluzionarie ». Più delle necessarie indagini e misure cpurative è il clima che li identifica, il clima duro di tutte le rivoluzioni, il clima - arde nte di entusiasmi e freddp di decisioniper cui non a tutti è concesso di vivere al polo o all'equatore. Un giovane che abbia la disgrazia di appa rtenere a una di queste quattro categorie quanti anni ha? Otta nta.
MUSSOLINI
D a Giofl,niÙ Fauhta, N . 2, 29 marzo lX (1 9H], l.
LA NUOVA ECONOMIA ITALIANA*
Camerati! Signori!
Avete udito un discorso molto interessante, esaur.iente, ammonitore e ton ificatorc ad un tempo, discorso che non chiede lunghe postille. D el resto, sugli aspetti generali della situazione economica nazionale e OlOndiale ho parlato, t re mesi or sono, al Senato del Regno.
Tuttavia, in questo breve lasso di tempo, fatti nuovi si sono verificati (m odus vivc ndi navale, accordi anglo-ind iani di Nuova Delh i, prelimi-. nare intesa dogan:1le ·austro-ted esca) che -possono essere considerati in senso favorevole, a seconda de i loro f u tu ri svilupp i.
Nd complesso, alcuni sintomi di ripresa si possono notare qua e là : movimenti di pattug lia, ma il g rosso, cioè la massa, è ancora ferma. Si attende che entri in gioco, simultaneamente c cumulativamente, il complesso dei fattori di ripresa; in primo luogo i fattori morali, nel qual caso si potrà. parlare di fine del periodo più acuto della crisi. Significativo è il fatto che da tre settimane i prezzi oro mondiali sono stabili e che la è un po' diminuita,
• A Roma, nella. sede della Confederazione dell'industria, il 2 aprile 19 3 1, alle 16, Mussolini p.resenzia l'assemblea generale dell' ASsociazione fra le società ita liane per azioni. Jn tale occasione, dopo la relatione del dottor Pirelli , presid ente d ell'Associazione, sull'economia paese, il Presidente ·d el Consig lio pronuncia il discorso qui riportato. (Da Il N. 80, 3 aprile 193 11 }3°).
Non spetta a me, in <JUesta sede, dire quel il regime ha .fz.tto per alleggeri re le conseguenze della crisi. scritta anche questa pagina di storia. ln questa pagina, accanto ai fatti, alle leggi, ag h interventi di varia ci saranno anche i nomi, e, ad onore dell'Italia fascista, molti nomi. Quelli di coloro, agricoltoti, industriali, banchieri, commercianti, navigatori, che hanno tenuto duro, serrando i denti , di· nanzi aJia tempesta e non hanno mai disperato, perché non si erano mai dati al gioco d'azzardo ed erano stati previdenti, nei tempi della fortuna. Né saranno d imenticati i lavoratori di tutte le categorie ed il popolo itl· liano, che ha dato un perfetto esempio di disciplina. Le poche eccezioni, su masse di milioni di uomini, con fermano Ja regob. ·
Questa consapevole disciplina ha consentito di ridurre il d ivario fra prezzi ali" ingrosso e prezzi al minuto, per cui deve essere dichiarato illu· sorio. ritardare indefinitivamente gli acquisti, per. attendere ul teriori, g randi oscillazioni. Questa politica delle riduz ioni d i salari e stipeOdi, per influir"e sui prcz.zi a l minuto, che noi abbi:uno praticato per i primi, è stata adottata in qulsi tutta l' Europl. 1-fa anche qu i si è, oramai, arri· vatì al limite oltre il quale non si può and:tre, senza correre il pericolo che l'anti doto di venti, a sua volta, veleno.
L'economia italiana, che ha, nella vostra Associazione delle società per azioni, la pi ù gra nde c:sprcssionc, fortificata e tcmpr:1ta dal collaudo di questi ann i asperrim i, potrà affacciarsi al futuro con più gagliarda fed e e prospettive più felici.
E qui vogl io inserire un:1 domanda: se dal 1922 ad oggi le società anonime sono passate da 6850 a 17.424 e il loro cap itale da 21.395 mi· liard i ad oltre ci nqu:tnt:tdue miliardi di lire, non è questa b smentita elo· quentissima e definitiva a q uanti :tccusano il regi me fasc ista d i « » noiziativa privata ?
· Vogli-o sottolineare, infi ne, una a ffe rmazione del vostro presidente Pirelli, il quale merita l'applauso col quale avete salutato il suo dire, e cioè che l'economia fascista corporativa rappresenta la sintesi armo· nica delle due economie antitetiche: la libenle e la socialista
Anche fa .nostra econOmia, nella sua configurazione corporativa, è stata collaudata, poiché essendo stata sottoposta al massimo dello sforzQ, ha dato il massimo rendimento col minimo di inconvenienti. Per convin· cervene, gettate uno sguardo a quel che accade, polit icamente e sindacai· mente, nel vasto mondo.
La mia presenza alla vostra assemblea vuole avere ed ha un chiaro significato di simpatia p er la vostra Associazione, per" l'opera da essa svolta, per l'opera sempre grad ita che svolgerà, di collaborazione e di ausilio con le attività del Governo e vuole dimostrare che tutte le forze vive dd la n:tzione, sempre compatte e concordi, quanto· p iù aspra
è la fatic a, tendono ad un unico fine: superare le difficoltà Odierne, per dare maggior benessere al popolo che lavora e più alta potenza alla nazione. (L"e parole di S. E. MtusolitJi sono frequ entt m el'lle son olineate da approvazioni e la {ù1e. del Sl/.0 dùcorso è acc olta d a 111M grandioJa manifestazione,_ che si fa più intensa, più mlluiastùa, quando il Duct Ji accinge a la.Jciare la sala delle riunioni. I co11vmuti, abbandonati i l oro seggi, si aJJiepano lungo l'ambulacro ed al panaggio del capo del G ot•emo di 11110t'O il grido di « D 11ce, Duce!», Jalutando rom dnamente)
PER L'ESPORTAZIONE*
Tra una rinno vata manif estazione di entusiasmo dei conventJtÌ Ii è quindi /e,·alo a parlare S. E. il capo d el" G o ve rno
Egli ha dello che è tornato ali'Istitulo naziowrle d ell'es portazione per leJtimoniare la !Ila simpatia ed il 1110 compiaciment o ai dirigenti.
L ' Istituto fu creato nel 1926, non p er distaa are fuori dal ministero dell'Economia 11azionale q11ella du si 1-'olrebbe chiamare la direzione generale d el commercio alf!eJtero, cbé -n on 11e valeva la pena, mtJ per avere tm organismo mello, che rispondeue Il determinati fini e ch e ai fini sJeJJi adeguasse la sua costiluzione interna e i suqi metodi di la vo ro.
Il pl'im o cbe diede e1d esso una oJsatura p ratica ed effettiva ftt il dol ior Pirelli, scelto appumo perché viene d d l'i nduslria ed aveva, com e h a, una ·grande esperieiJZd visstttd d i qt1e11i N 011 m eno d otal o di uperienu e di vita viJ wta è stato il mo mccenore, on orevole Jtm g Torna/() qui d op o cinque tln ni, i l capo d el Gove1·no h a constatalo che i fini pratici per i quali l'I stit uto _ fu creat o sono Jfaii pienammte raggiunti e p ertanto ha rit:o/to rm vivo elogio al SII O preJidente, onorevole Jung, ed a lflfli i m oi valoro si coJ/abomfo ri . ( Le parol e d el Duce son o state Jdlutare da una calorosa, entusùtslica -o vazione}.
• A Roma, nella sede dell'lstituto na.Uonale per l'esportazione, la mattina dell'll aprile 19,1, Mussolini presenzia la riunione del Consiglio generale del· l'Istituto. In tale occasione, dopo la relaziOne del de})utato G uido jung, presi· dente dell' btituto, il Presidente _d('l Consiglio fa. l(' dichiarazioni qui r iportate in riassunto. (Da" l/ Popolo d'lta!;.,, N . 88, l2 aprile 1931, XVUI). ·
309" RIUNIONE DEL CONSIGLIO DEl MINISTRI •
Su proposta del capo del Governo, primo miniJtro segretario di Stato, it Consiglio dei minùtri ha approvato uno JChema di diugno di legge con il quale si esJende agli .orfani ed ai congiunti dei caduti per la ca11stt nazionale tutte le ·vigenti norme per l'auùtenza degli orfmri e dei congiunli dei caduti ùz guerra, integrando in tal guùa l'opera benefica che già svolge, in favore dei primi, I'Auocùtzione 1taziontdf f amiglie cttduti fauiJti, ed ttccomunando in rm 1111ico sentimento di riconoscenza nazio,;ale le famigNe di col ol'o che offrirono se JtesJi nei d11ri cimenti della guerra e della rivoluzione· fa JciJta. Il provvedimento integra la 24 dicembre I92J , numero 227J, ed i l regio decreto legge IO ·agosto 1927, numero 15 19, con cui fur ono estese alle famigli e d ei caduti per la ca11sa nazionale, COI!le ai cittadini dh·enuti invalidi per la causa steJM, le. norme m/le Pensioni e sugli assegni privilegiati di guerra,· e si collega, altresì, costituendone il logico, doveroso completamento, alla legge 2 4 marzo 1930, numero 454, con cui, nei degli invalidi anzidetti, è stata anche stabilita l'estemione delle n orme sulla assistenza d egli invalidi di guerra.
Su((pJÌVttnlente, Jfl proposta del capo del GOverno, ministro de/J'Jnterno, J f.?110 stati approvati dai Coruìglio i seguenJi provvedimenti:
I. - f!n disegno di legg e recan te m odifica alle· vigmti di!posì -
• L'll aprile 1931, alle 15, Mussolin i era partito in idrovolante dall'idroscalo di Ostia alla volta di Gaeta, « ove travasi la divisione di esploratori leg· geri. Con questa visita, il capo del Governo ha inteso dimostrare al\'a.mmirng lio comandante della divisione, ai comandanti delle navi, agli Stati Maggiori ed agli equipaggi, la 'propria alta soddisfazione per il modo con il qua:e è stata compiuta la campagna oceanica. Il capo del Governo, appma amm:uato, si è recatO, con i ministri Sirianni e Balbo e con il seguito, a bordo dell'esploratore UJodimare, ove è stato ricevuto dagli ammiragli Bucci e Bernotti, da tutti.·i comandanti della divisione leggera e da quelli della seconda divisione Quindi ha passato in rivista gli equipaggi schierati nel piazzale del porto dei sommergibili Alle ore 17.25, S. E. Mussolini, con i ·ministri dell'Aeronautica e d ella Marina, ripartiva, in idrovolante per Ostia, ave ha ammarato alle 18.20. L'apparecchio del capo del G overno era pilotato dal ministro Balbo e scottato da due grupp i di idrocaccia ». Il 15 apiile (ore 10-12.;0), presiede la riunione del Consiglio dei minis tri della qUale è qui riportato il resoconto (Da Il Popolo d'Italia, Nn 88, 91, 12, 16 aprile l9:H, XVIll),
zioni per la tutela c io sviluppo delle stazioni di cura, soggiorno e turi!mo. Con tale_ provvedimento si re'nde pouibile da parte dei comuni dithùJrali stazione di cura, soggiorno e turismo, l'applicazione delle imposte di ·soggiorno anche a car_ico di coloro che vi dimorino meno di ·cinque giorni.
2. - Uno schema di provvedimento legiilativo, in virtù del quale si concede al comune di Nervna un contributo governativo di duecentocinquantamila lire. 11 contributo, che ha carattere eccezionale, e viene conceuo una volta tanto, è giustificf1:10 dalla neceJJ!là "di venire incollfro ai bisogni delle stremate finanze di quei comune, il cui territorio ha subìto gravi danni a catua della guerra e recememente è stato devastalo da un forte tidone.
3. - Uno schema di provvedimento leg islativo coi i comuni del Consorzio per l'{ùquedotlo del Simbrivio vengono autorizzati a contrarre con la Cassa e prestiti i mutu( i11tegrativi occorrenti per condurre a termin"e la (Ostruzione dell'acquedotto. Lo Stato concorrerà alla relativa spesa, assumendo a suo carico ;t totale onere degli in!e. reui dei mutui predetti fino alla concorrenza della somma capitale di q11indici milioni. In tal modo, viene assimrata la realizzazione di una importante opera diretta a soddisfare le esigenze igieniche .dì venti comuni delle provincie di Roma e di Frosinone, con tma popolazione complessiva di circa centovenlimila abitanti.
4. - Uno schema di provvedimento legislativo col quale il comune d i Molinella viene autorizzato .a contrarre con la Cassa d epositi e prestiti il mutuo occorrente per il 'jù1anziamento delle opere di costmzio.'le · dell'acquedotto. Lo Stato concorrerà alla ri!Jativa spesa, asillmendo a suo carico iltot1;/e onere "degli intereui di!l mutuo fino alla concorrenza della SQ11171M capita/t! di quaJJro miliQ1li e mezzo. Il provvedimento allesta il vigile ed efficace inlereuamenlo del .Governo fascista per la soluzione dd problema idrico ù( quel comune.
5. - Uno schema di · decreto recante modificbe aJ/a costituzione ed. al funzio_namento dei regio Istituto fisioterap i co ospitaliero di Santa M aria e Sangallicano in Roma. Il p,-ovvedimento è diretto a dare un nuovo, definitivo auetto all'Istituto, ·disting11endolo in due enti: l'« Istituto ospitaliero dermosifilopatico di Sa 11/a Maria e SangaJJicano » e l'« Istituto per io studio e la cura del cancro». Di essi, il primo tsercilerà, con la pirì _proficua attività, le fu nzioni di studio e di ·cura delle ma/atJie veneree e della pelle,' mentre il secondo, paralLelamente ad u na azione d i ricerche e di indagini scientifiche intorno alle origini e ai mezzi di difesa contro il cancro ed i /timori maligni, .Jvo/gerà anche tm'opera di assistenza agli infermi, cOnformandosi, in tal modo, ad una sentita necessità sociale ed alle prerise finalità che il- Governo ha voluto
peruguire con le pro vvidenze di ordine economico, coi regio decreto 23 luglio 1926, numero 1427, per la .tutela ;anitaria del paese . L'«liJiluto per lo ;tudio e la cura del cancro » avrà sede in un nuovo edificio, ormai (jllasi ullimato, che .sorgerà · nella zona della città universitaria.
6. - U no uhema di decreto col quale JÌ autorizza H ministero "dell'Interno ad elevare da seuanlaquaJiro a Jetlan/aui il numero dei posti di vicnegrelario, da con f erirli ai ·partecipanti al concorso per esami, btmdito con decret o ministeria/e del ) aprile 1930 e lui/ ora in corso di ; volgimento. . .
7. - Uno srhemd di provvedimento legillativo in virltì del q u41e l'integrazione a carico dello Stato dei bilanri dell'amministrazione provincùzle di Zara e dei comuni d ella provincia stessa, già autorizzata, fino ·all'anno 1930, coi regi decreti legge 9 novembre 1924 e 28 ago.sto 1930, 1111meri 19.58 e 1.3(56, viene prorogata a IN/lo l' anno 1931: ( +)
AI DIRIGENTI AGRICOLI *
1/ Duce, che aveva seguito i lavori del com•egno odierno, co JÌ come l'o pera della Confederazione, ,1elle .JIIe varie numife.rlazioni quotidiaue, ha Jributato un elogio ai dirigenti dei siudMali fascisti de/i'agricoltura per la loro azione ed ha manifntato la ma approvazione pel pre.sidente della Confederazione, la wi attività è .stata imesa a realizzare le direttive del regime ne l campo dei lavoratori ag ricoli.
* A Roma,""'nel salone del Mappamondo di palazzo VMezia, il 24 aprile 19} 1, alle 12, Mussolini riceve «.i dirigenti provinciali dei sindacati fascisti dell'agricoltura e i membri dei Direttort della Confedeu.2ione e delle Federa2ioni mezzadri, braccianti e piccoli coltivatori diretti. Accompagnavano questi dirigenti S. E. Bottai, ministro delle Corporazioni, e S. E Marescalchi, in rappresentanza del ministro dell'Agricoltura. L'on. Razza,, presidente della Cooredera.zione na· · zionale dei fas cisti dell'agricoltura, ha esposto al Duce le decisioni adottate dal convegno naz.ionale che si è svolto in questi g iorni a Roma ed h a fatto una breve relazione sull'opera della Confederazione così al centro come alla periferia. Ha poi accennato al problema del bracciantato, che particolarmente interessa l'organizzazione sindacale dei lavoratori, la quale sta avvisando, in con· corso con la corporazione dell'agricoltura, se<:ondo le decisioni adottate in proposito dal Gran Consiglio, ai metodi più idonei atti ad avviare verso la solu· zione questo assillante problema, Ha concluso avvertendo che i d irigenti dei sindacati fascisti, vecchie, fedeli camide nere, si considerano sempre, agli ordini del capo per la difesa e lo sviluppo della rivoluzione». Indi il Presidente del Consiglio rivolge ai presenti le parole q ui riportate in riassunto. (Da li Popolo d'IIitlilt, N. 98, aprile 193 1, XVIII).
11 Dtue ha poi traccia/o delle direttir;e a cui devo ho informare la /oro i dirigmti ·sindacali, d'ordine morale e le mieo, che prima dot e deil'organizzatore deve eJJere la sincerità aJJoluta di ai suoi organizzati.
Ha poi in vitato a i contatti Con gli organizzati e a studiare i problemi, perché l'epoca de/l'o1·ganizzatore paro/aio e retorico è fmita, per dare il posto ad nn tip o di capo che Jtudia ed es11mina i fenomeni economici ed allume dei dali e -d ei fatti ritrova la soluzione Jicura dei pmblemi sindacali. (Le par(Jie del Duce, il quale invitò, a concùniont>, i dirigenti sindacali a recare il suo salllto cordiale e aflet· tuoso ai lavoratori agricoli, sono siate accolte da applausi e da evviva al capo e dal canto di «Giovinezza))).
310' RIUNIONE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI*
Su proposta del capo del Govemo, "primo ministro, segretario di Stato, J·t Consiglio ha approvato i·segnenli pro vvedimenti:
Un diJegno di legge per la proroga termi11e relatiilo al fun zionamen/o del Tribunale speciale per "la dife sa dello Stttlo.
Un disegno di legge per la concessione di un asugno ilitalizio alla vedova de/l'on, Armando Casaiini.
U no uhcma di provvedimenlo che m odifica l'articolo 9 regolamento legislativo 16 sellembre 1926 riguardante la composizione del Comig/iQ ccmmlJivo dell'Opera naziond!e P" i romba/lenti: ( +)
PRESENTAZIONE DI UN DISEGNO DI LEGGE**
Ho ronore di presentare alla Camera j} seguente disegno di Jegge : modificazione delle vigenti disposizioni relative alla vigilanza governativa m llc- pellicole cinematografiche.
• Tenutasi il 5 maggio 1931 (ore 10- 12 20). (Da Il Popolo d'l!JitZ, N 107, 6 maggio 1931, XVIII).
•• Parole p ronunciate alla Camera dei deputati, nella tornata del 12 maggio 193 1 (ore 16-18.20). (Dagli A t ti del PMiamrnto italiano. Camera dei tlepu. Jali, LtgirlaJura XXVIII. Seuio11e 1929.'31. DiuusJioni. Volume IV : di:/. 12 f ebbraio al 30 magghJ 1931 - Roma, Tipografia de'Ila Camera dei deputati, -· 19} l , pas. 4631).
TOMMASO. DI SAVOIA*
Il Governo si associa all'alto discorso commemorativo pronunciato dal Presidente della vostra Assemblea. Il principe saggio e silenzioso, che durante g li anni tormentosi e gloriosi della guerra fu luogotenente generale di Sua Maestà il re, sarà lungamen te e de\•otamcnte ricordato dal popolo italiano
LINO VITALE DOMENEGHINI**
Sedici anni or sono, il camerata che oggi ricordiamo era uno di quei ragazzi che partecipav;:u'\O alle dimostrazioni interventiste in quel màggio Che più si allontana dalla storia e più per noi diventa radioso. Era il maggio durante il quale finiva la storia -dei professori e cominciava la storia del popolo italiano.
N aturalmente, il buon interventista è quegli che è intervenuto.
E Domeneg hini intervenne e fu ferito una prima volta nel 1916. Nell'ottobre d el '17, quando le parole criminose della« inutile strage», del « prossimo inverno non più in trincea » ave_vano già prodotto i loro effetti deleteri soprattutto nelle retrovie, il nostro camer:1ta comandava un reparto al passo di Z1gradano. Vi resistette a lungo con due compagni, finché, restato senza munizioni e ferito gravemente alla testa, cade.va prigioniero. Fu intcrn:to in Germania. Tentò di fuggire, fu ripreso, intern1to in una fortezza Sul Baltico. To rnò .a fuggire e finalmente ci riusd.
Tutte queste cose evidentemente qualcuno di voi le ig norava e certamente le ignoravano quei giornali che oggi hannO dedicato in piccolo corpo sei delle notizie inconcludenti a lla morte di questo nostro ca-
"' Parole pronunciate al Senato, nella. tornata del 18 maggio 1931 (ore 1616.20), dopo la commemorazione di Sua Altez2a Reale il principe Tommaso di Savoia fatta dal senatore Luigi Feder20ni, Presidente. (Dag li A tti prrr/amenJari della Cam ua dei Jefldl01'i. DisruH ioni. XXVIII Ugislalura. 1a. SeJSione . 1929·'31. Volume Ili : dal 9 dicembre 1930 ai 6 giugno 1931 - Roma, Ti pografia del Senato, 1931,. pagg. 3668·3669).
•• Discorso pronuncialo alla Camera dei deputati, nella tornata del 19 maggio 193 1 (ore in commernoraz.ione di Lino Vitale Domeneghini (15 mano 1899- 18 maggio 193 1). (Dagli Atti del Parlament o it.Uiano. dei "deputati. Session e rif Legisltltllrd rit, Dimmioni V olume IV, pag 4752).
merata; il quale, dopo la grande guerra, volle continuarla in Libia, poi la continuò nella rivoluzione fascista, squadrista della Disperala; nomi beJiissimi che non hin no ancora perduto il loro significato. E fu ferito.
Poi fu organ-izzatore sindacale c, siccome era lautamente sti pend iato: ha lasciato t re figli c la moglie in una squallida miseria!
Altre cose vorrei dire, ma il tempo delle parole declina.
MAGGIO 1915
Nel ma&gio del 1915 tutta l'ltalia vivente fu percorsa e incendiata da una passione come rare volte accade nella storia dci popoli e come non era mai accaduto nei molti, t roppi secoli durante i quali l'Italia fu serva e divisa. Dal 5 mJggio,. discorso del Poeta a Quarto, al 24, dichiJrazione di guerra, il popolo italiano rimase in quello «stato di grazia » che è lo stato di eccezionalità necessario alle grandi imprese ed ai rischi supremi. Fu quella -del maggio 1915 una autentica e vittoriosa insurrezione di popolo e come tale, quella del 1915, prepara l'insurrezione del 1922, ed entrambe costituiscono le fasi di quella profonda rivoluziocie in atto che si chiama fascismo.
Molti, moltisSimi protagonisti' delle g iornate del ' 15 caddero com· battendo; soprattutto nelle prime, sanguinose avanzate tra Gorizia e la torre di Monfalcone, e la loro memoria splende nei nostri spiriti; pochi si 'sono dispersi o sono passati, nel d opoguerra, al nCmico; gli altri, nella quasi totalità, sono oggi ·raccolti all'ombra del Littorio. Il sacrificio del popolo italiano è stato grande e nel sangue e ·nelle fortune, ma non è stato vano, anche se la pace non è adeguata alla vittoria. La portata immensa degli eventi degli anni angosciosi è in primo luogo di natura morale: è la fu sione degli spiriti realizzata fra tutti g li italiani; è la prova data al mondo del loro coraggio in terra, in mare, in cielo; è il riscatto da secoli di avvilimento e di imbellicosità che . pesavanO gra• vemcnte sulla coscienza e ci diffamavano fra gli stranieri; è la parola · «patria >> finalmente ha avuto un senso, un volto, un· grido, un battesimo di fuoco e di sangue. ·
Oggi le parole Carso, San Michele, Sabotino, Oslavia, Hermada, Monte Nero, Monte Grappa, Pasubio, Pàsso Buole, Adamello, Piave," Montello e infinite altre, suonano nel cuore di milioni di italiani, dalle città ai villaggi, come una campana di gloria velata dal l'impianto severo, dalla profonda nostalgia; mentre l'orgoglio di chi ebbe la véntura di «esserci » passa da padre a figlio, dilatandosi sino ai confini presenti e futuri della razza. Coi . nomi dei luoghi, i nomi degli uomini!
Quanti e quali mirabili prove di eroismo. Corridoni e Battisti1 Sauro e Fulcieri, Raggi e Baracca; i figli del popolo e quelh dell'aristocrazia; i colti e gli gli adolescenti appena usciti dai licei e gli uomini giunti al crepuscolo; e tutti coloro, noti ed ignoti, che morendo per la patria non l'hanno soltanto difesa ed accresciuta nel territorio, ma l'hanno onorata, consacrata, ingigantita!
QUesta grande trasformazione di cose e di spiriti ebbe inizio nel 1915 da un moto di popolo - guidato dai Fasci di Azione Ri\'oluzionariache impose _la sua _volontà, dettò la sua legge più dura, rovesciò le urne di un Parlamento infellonito, sba ragliò i vecchi uomini, le loro clientele, _i loro compromessi filistei e passò oltre col popolo in armi.
Tutta la storia italiana del ventesimo secolo si svilupperà su linee fatali da quel maggio 1915, che fu una testimonianza, un prodigio e la conquista del popolo su se stesso.
Ora la gioventù del Littorio, come quella del ' 15, non attende il destino, ma gli va incontro col freddo ardimento delle nuove zioni decise a piegarh
MUSSOUNI
Da GioventÌI P41chta, N. lO, 24 maggio 1931, I.
AUSPICIO
C;ro Federzoni, mentre stai per assumere la direzione effettiva della Nuo va Anto: loèa, vog.lio che ti giunga, insieme al mio saluto cordiale, l'espressione del mio compiacimento per la nuova, alta fatica alla quale ti accingi. - Fatica alla quale sei· perfettamente preparato e dalla lunga, coerente, feconda tua milizia politica, e dalla viva esperienza che h ai Ùcumulato durante _gli anni di prove e di responsabilità nell'opera di Governo, e dalla tua vasta cultura, sbocciata nelJc lettere ma poi arricchitasi lungo la via in ·molti altri campi del pensiero.
.E quindi non probabile, ma sicuro che la Nuova A ntologia, sotto la tua ·direzione, diventerà quella grande rivista che fu in altri teinpi. Che la l:Juova .Antologia possa «riprendere-» , lo ha dimostrato il periodo di direzione tenuto ultimamente da Tommaso Tittoni. Che una rivista tipo Nuova .Antologia, ma sempre più organica, attuale, aggiornata, rispondente ai bisogni dello spirito italiano e alle esigenze delJ'attuale periodo storico fascista; che una ri\'ista di tale natura sia U:na necessità e possa attingere la p iù grande . diffusione, io lo credo fermamente. Che la Nuova Antologia possa raccogliere attorno a sé quanto
di meglio vi è in Italia, nel campo degli studiosi òperanti, è mia pro· fonda convinzione.
La Nuova Ahtologia deve dimostrare .e· dimostrerà quanto sia falsa l' asserzione di un'Italia che il fascismo abbassato nella cultura, meOtre invece dalla storia al diritto, dalla sCienza alJe arti, dal romanzo alla critica, l'Italia oggi può regge re al confronto con tutte le nazioni del mondo ln fatto di «produzione>> intellettuale. In parecchi Settori · siamo all'avanguardia. E quel che più è consolante è ciò che si può intravedere dagli accenni e dai tentativi delle nuove generazioni, le quali, matur,ate nel clima storico del fascismo,. sono ansiose di ulteriori, ancor più ardim"entose avanzate.
Come vedi, la Nuova Antologia ha, secondo me, un compito di primo ordine : aumentare la potenza spirituale della nazione Sono sicuro chi: tu lo assolverai. ·
Roma, 26 maggio I X { 1931 } .
Dalla N IIOtla Anto/og;a, fascicolo 1421, l si ugno 1931, 660."'
FASCISMO E AVVOCATI**
S. E. il Capo del Governo, nel riJpondere al .saluto deJJ'avvocato Crisostomi , h a ricordato le prove di saldo patriolliJm o d ate dalla classe forense d urante la guerra. ·
H a q uindi me.sso i n rilievo N compito delicato ed importantt del· l'av vo cato, specie in regime faHis ta, compito che ·si J1lolge ,Jon soltanto soJJo . la fo rma di 'efficace . ali' opera delta .giustiZia, . ma anche di v_olgarizzazione delle leggi. del regi me.
Ed a p ropoiilo di quei/e leggi, S E. il capo del Governo ha o.sservat o come fra un mese entreranno in tJigore due nuovi codici intonati ai principi f ondamentali dello Stato fascista e' che costituiuono_ u na vera e profowda conquista nd campo . generale del diritto.
• N ttotJtS Antologia, rivista d i lettere, scienze ed arti, si pubblicava a Roma.
*'" A Roma, nella salii. del Mappamondo di palazzo Venezia, la mattina del · 27 maggio 193 1, Mussolini riceve «duecentocinquantadue avvocati, rappresentanti i centoventisei sindacati costituiti pressO ci:acuna .sede di Tribunale e partecipanti al primo Consiglio nazionale dei sindacati forensi -.. AI saluto rivoltogli dall'avvocato Crisostomi Marini, segretario regiona le del sindacato fascista avvocati e procuratori, il Presidente del Consiglio risponde con le parole qui riportate in riassunto. (D.l Il Popolo N. 126, 28 1931, XVIU). ·
S. E. il capo del Governo ha com:!Jno il mo dire constatando che la manifestazione di stamane è vals.t a disperdere le ultime ù ebbie che ancora Potevano ;ussistere intorno ai veri sentimenti degli avvoctt/Ì italiani verso il regime. (l/ discorso del Duce, più 1Jo/Je ifllerrotto da enltlfiastiri applatui, è J/ato alla {me accolto da vibra "Ili e prolungalis!ime ovazioni e da grida di; «Viva U Duce!)>. Prima di lasciare la sala del Mappam ondo, il segretario del sindacato fascilla degli avvocati di Napoli ha off.erto, a nome di quel foro, un dùti11tivo profeuionale al D11ce).
PROBLEMI GRANARI •
Il capo del Governo ha esaminato ampiameme tuili i 'termint e i punii del compleuo problema che in veste la neanità di auimrare al.l 'ttgrkoltura 111M equa rimtinerazione del prodotto granm"io, senza per a/Jro P"lurbare l'equ;/ibrio dei prezzi e ili genere l'equilibrio detl'eronomia nazionale
Il capo del Governo ha anzitutto uartato la pouibilità di adozione di alcune misure d elle quali htt fallo tma analiJi particolareggiat a, che o non sono realizzttbili e non Jarebbe possibile aiJuare per ragioni giuridiche di ordine internazionale, o non avrebbero wmunq11e pratica e fficacia, specialmelll e nelle attuali condizioni del mercato mondial e (dazio, scala mobile, conlingentamento dell'importazione del grano nei meJi i mmediatamente Jucceuivi al racco/Jo, temporanea e!portazione del grano ,Jazionale, comorzi per l'importazione).
I ndi ha dichiarato che il Govemo, rùervandoJi di intervenire, se del caso, con altre tempestive 'mii11re, adol/erà. immediatameme Ire ordini di provvedimenti.
n primo di essi rig uarda la decisione già presJ. dal mi nistr? della Guerra di acquistare, per i servizi delle Forze Armate, cinquecentomila quintali grano nazionale, concentr:mdo gli acquisti nei mesi di luglio e nei primi giorni d i agosto. Gli acquisti saranno fatti direttamente presso i produttori, con pagamento iri contanti per Je piccole partite e mediante
• A Rome., a palnzo Venezia, la mattina del 6 giugno J9H, Mussolinì presiede la riunione d el Comitato permanente d el grano. In tale occasione, dopo la relatione del ministro Giacomo Acerbo, il Presidente del Consiglio pronuncia il disCorso qui riportato in riassunto. (Da Il Popolo d'Italia, N. 135, 7 g.iugno 1931, XVJII).
vaglia da emettersi dai commissariati appena effettuato il collaudo per le partite maggiori.
11 secondo si riferisce al rafforzamento dell'azione creditizia La ra· gione principale che determina nei 4c1 raccolto la del mercato e l'esuberanza della offerta, consiste, come è noto, nell'wgente bisogno di mezzi monetari che preme in quell'epoca sugli agricoltori. li credito agrario può quindi costituire un efficace freno alla vendita del nuovo raccolto e al consecutivo tracollo dei prezzi. L'anqo scorso if credito agrario a favore dei produttori ha funzionato con buoni risultati in tutta Italia, anzi in talune regioni, specialmente dell' Italia settentrionale, i mezzi messi a disposizione degli agricoltori non sono stati interamente assorbiti. Quest'anno sono stati tempestivamente invitati gli istituti di credito a predisporre i fondi destinati a sorreggere i produttori di g rano nella fas e più critica, ordinando in pari tempo opportuni criteri di semplificazione nella procedura e raccomandando di mantenere il saggio dell'interesse alla più tenue misura possibile. n terzo importante provvedimento concern e l'obbligo ai mug nai di adoperare una determinata percentuale di grano nazionale nella fabbricazione delle farine ed ha il fine di limitare indirettamente l'affluenza di grano estero e di stimolare, specialmente nei periodi più critici, la domanda di g rano nazionale in modo da rianimare il mercato interno; Il provvedimento in parola è stato già adottato con buoni risultati i n Germania e in Francia. Quanto alli tenue difficoltà di controllare la rigorosa obbedienza da parte dei mug nai alla disposizione stessa, è d a osservare che sono pochi i muli ni che macinano grano estero. Essi po· tranne pertanto essere più faci lmente sottoposti ad un controllo, i l quale sarà effica cemente affidato al corpo della Guardia ·di Finanza. l a determinazione della percentuale verrà lasciata al ministero dell' Agri· coltura, che ·potrà, se del caso, come è accaduto all'estero, far variare opportunamente nel tempo la percentuale stessa. I n tali sensi è stato predisposto uno schema di decreto legge, che sarà. sottoposto all'ap· provazione del Consiglio dei ministri nella t ornata del 9 corrente e andrà in. vigore il 20 giugno.
311" RIUNIONE DEL CONSIGLIO DEI MIN ISTRI •
In principio di seduta, il capo del Governo si è f elicitato con l'on. Balbo, per avere_ brilla11temente superato un g ra ve incidente di v olo , Quindi 111 proposta del capo del Governo; primo ministfo, di Stat o, il Consiglio dei ministri ha approvato: .
1. - Uno schema di disegno di legge per il quale gli impiegati civili d ello Stato, i militari del regio Esercito , della regia Marina e della regia A eronautic'!, gli appartenenti alla Milizia Volonlarùt per la- Simrezza Nazi01Mie e agli altri Corpi Armati dello Stato, i salariati di moli morti o rn i permanentemente inabili al servizio, per uu11a dei terremoto del Vulture dcJ 23 IHgli o 1930, verrttmJo comiderati , per -gli · effetti delle dispotizioni della legge ;ul/e pemioni, morti o ret i inabili a cau;a di u rvizio. La dùpo;izione si applica anche per il perro nale delle Ferrovie e de/Je altre amministrazioni statali con ordin11mento autono mo.
2. - Uno schema -di provvedimento con wi la Etposizione Jriennale internazionale delle arti decorative ed induJtria/ì moderne, promoua dal Comorzio Milano-Monz.a-Umanitaria per /'UniverJilà delle arti decorative, viene tra;formata in « EspoJizione triennale intemazionale d'arie appli cala e dì architellura moderna» e se né affida l'organizzdzione ad un appo;ilo Ente dutonomo, con pt·opria pertonalità giuridica, ro;ì come è Jtato già fatt o, con buoni risultat i, per altre comìmili manifntazioni Alla Esposizione viene aJJegnata una ude permanente 'nel. palazzo per le arti e l e scieuu da erigeni in Milano, con la do nazione di cinque milioni f alla a Ja!e JCopo d al ·_compianto Jenal ore Bernocchi. All' uopo, con il mede1imo provvedimento, JÌ Jta bilisce, che aJ/a coJJruzione e gestione del palazzo anzidetto ·provvederà app osita fon dazione, da -erigersi in Ent e morale
3. - Un o schema d i provvedimento concemente l'obbligo per i molini di im piegare una determinala percentuale di grano nazionale nella produzione di f arine e stmo/ini per 1110 alimen/are. Il provvedimento, annuncialo dal capo del Go vuno nell'adunanza d el 6 corrente del Comitato permanente del grano1 ha per Jcopo di soJ/enere il mercato dtl grano nazionale. Per equilibrare la domanda ali'offerta, il provvdi ment o impone ai m olini etiJtenli nel Jerritofio dog.anale dèl R egno, i quali
"Tenqta.s.i il 9 giugno 1931 ( ore 10-12). (Da Il Popolo d'llalill, N. 137, 10 giugno 193 1, XVIII).
macinano frumef?IO di ·provenieiJZ.tt e;Jera per la pMduzione di fa rine e umoJini per UJO alimentare, l'obbligo di impiegare in tale produzione JJna percentuale di frumento nazionale, da determinarli dal miniJtero de/J'Agricoltura e Fornte, il quale ·potri fart oppo rtunamm te nei t empo la percentuale Jleua e potrà aYiche per ta/une regioni o zone, in rapporto alla produzione locale, determinare le varietà di fr ummto che d ebbon o esJere malite e le rùpeuive perceut11ali. Per osservanza queste che trovano riscontro in quelle a11aloghe ado/late in Francia e ò Germania, il provvedimento dùpone l'obbligo , da parte degli eurcenti di mulini che impiegano f rtime nto estero per la panificazione o per altri JJJÌ alimentari, di denunciare al prefetto le quantità di frumento ndzionale ed estero e;ùtenti nei rùpettivi molini e mdgazzini aJI'entrata in vigore del pro vvedimento ;teSJo, nonché, quindicinalmente, i quantitati vi inlrodoJJi JucceJ.tivammte e quelli macinati. Il controlto, che sartl f acilitato dai registri di carico e ';carico che i mugnai vengono obbli gati a tenere, nonché dal numero non rilevanJe di molini da · controllare, sarà effeuuato a mezzo della regia Guardia di Findnza. Severe penalità ;ono comminate a 'carico dei contravventori. Con qll,eJia disposizione viene dato un efficace ;ol/ievo al mercatO granario ttaziontde, influendo in modo benefico sopra 111/te le colture che col frumento Ji avvicendano nella rotazione*·
PER IL CONSORZIO DEL CREDITO AGRARIO DI MIGLIORAMENTO**
li capo del Governo ;i è compiaciuto con l'amministrazione del Con;orzio per l'opera da eJJO fin qui ; volta in conformità d et/e · opportune direllive del minÌJJro de/J'Agricoltura_ ed ha altentaniente romiderat o le aaennate richie;te.
• Nella 312"- riunione, tenutasi il 10 giugno 19 31 (ore 10.12), il Consiglio dei ministri appr.overl provvedimenti per jJ p iano reg olatore dell'Urbe, l'assetto edilizio universitario di Bologna, il trattamento dei maestri elementari am, messi a corsi speciali, la tutela dei castagneti ». (Da Il Popolo d'Italia, N. 138, 11 giugno 193 1, XVllJ).
• • A Roma, a palazzo Venezia ( ?), il 3 l uglio 1931, Mussolini i componenti i l ·comitato esecutivo del Consorzio del credito agrario di miglioramento. Il d eputato Giuseppt frignani, presidente dd comitato, presenta al Presidente del Consiglio il r esoconto dell'esercizio 6na112iario 1930 ed alcune richieste di provvedimenti atti ad agevolare al Consoni() il raggiungimento dei suoi com· piti. Al d eputato, Mussolini risponde con le parole qui riportate in riassunto: (Da Il Popolo d'Italia, N 158, 4 lug lio 193 1, XVIII).
OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI
In particolare, il cap o del Governo si è solfennato sulla questione riguardanJe il m em:to delle obbligazioni del Consorzio, già favorevo/. m enle avvialo ed ha ritcmuto che il collocamento di nu, affidato prin dpalmente ttd un sindacato rostituito preuo l'Istituto di credito delle· Ca.ru di risparmio italiano, debba essere in spuial modo cumto dalle Casu_ di risparmio, la cui azione in questo ctlmpo ;n tanto appare, veramente benemerita conforme ai loro fini istituzionali, in quanto dà loro modo di collaborare decisamente per il rnggiungimento dei fi ni di pç/itica agraria persegTJiti dal regime.
Da ultimo, S. E. il capo del Governo ha tenuto a tJ/. /'on. Frignani ed ai suoi collaboratori che il Co marzio nazionale per il credito di miglioramento merita il Jtto plawo, e li ha i nvitati a continuare néll'optra Ivolta finora con omlat.t prudenza e JÙ ttra competenza.
ELOGIO Al . REALI DI BULGARIA*
- Il vostro saggio re è l'orgoglio del vostro paese. La sua rara intellìgem::a, le sue perfette cognizioni in tutti i campi della vita, il suo patriottismo. la sua corrispondenza ai desideri del popolo bulgaro, la sua esempla re modestia, ed altre ancora molte belle qualità , che ho avuto occasio ne di apprezzare personalmente durante alcuni nostri incontri, sono veramente una fortuna della qu:tle altri popoli vorrebbero gioire.
La vostra regina Giovanna di Savoia discende da una famiglia in cui Ja modestia e la nobiltà, la religiosità e l'ainore verso il prossimo, grandeggiano fino a divenire un culto. Educata nello spirito di queste virtù, essa è degna compagna del re di Bulgaria. Il suo cuoie sta vicino a quello del popolo bulgaro.
Riguardo alla situazione italiana, il Duce ha soggiunlo:
Voi probabilmente fuori d'Italia avrete sentito critiche severe contra l'attuale regime; a queste critiche contrapporremo soltanto i risultati del nostro regime.
• Intervista concessa a Roma, al giornaJista bulgaro GregorieW, nei primi giorni di luglio del 1931. (Da Il Popolu d'!Jdlia, N. 160, 7 luglio 1931 , XVJJI).
313" .RIUNIONE DEL CONSIGUO DEI MINISTRI *
Su proposta del capo d ei Governo, primo ministro, segretario d i Stat o, il c Omiglio d ei ministri ha ap pro vato U llO schema di disegno di legg'e fO IU emenl e J'estemione all'av voftttura dello Stato nel divieto di co stituire aSJociazioni, sancita d alla Legge mila disciplina giuridica dei rapport i f ollettivi del lavo ro, in f onfronto dei magistrali d ell' ordine gùtdiziario ed d ei profesro fi e d ei funzion ari, im piegati ed agmti miniJteri d e/J'Intem o, d egli EJteri e delle Colo nie: ( +) **
PER L'ACQUEDOTTO DI RAVENNA***
Camicie nere di Ravenna!
Sento che nel saluto, col quale mi avete accolto, c'è qualche cosa di più del saluto convenzionale ; c'è qualche cosa di intimo e di p rofon do. Voi sapete che io sono legato alla vost ra terra d al vincolo indistruttibile del sangue materno (a pplauii); né posso entrare in questa vostra millenaria imperiale cit_tà senza che molti ricordi della mia prima fanciullezza ritorni no nel mio sp irito che non dimentica Sono venuto per manifes tare il mio compiacimento ai gerarchi del fa scismo raveonate ed alle camicie nere della vostra t erra. Da quindici secoli Raven na attendeva l'acqua. Si sono ricordati in q uesti giorni i nomi venerabili,
• Tenutasi il 9 luglio 1931 (ore 10- 12 45). (Da Il Popolo d'ltali.t, N. 163, lO 19 31, XVIII).
•• Nella 314• ri unione, ttnutasi 1'11 luglio 1931 (ore 10-12.20), il Con· siglio dei ministri .approverà «importanti deliberazioni per l'Educazione nazionale » . (Da Il Popolo d' lialia, N . 12 luglio 1931, XVIII).
•n U 27 luglio 1931, verso le 13, M.ussolini eu. arrivato in auto a Riccione. « Appena giunto, il Duce, dopo aver baciato i figlioli Vittorio e Bruno, che lo attendevano unit:unente al nipote Vito, si "è recato sulla spiaggia, ed. insieme col tiglio Bruno è sceso in acqua, ove è rimasto parecchiD ttmpo, nuotando conti. nuamente. (+)Verso le 17, il capo del Governo è tornato in mare, ed h a f atto una lunghissima nuotata, percor rendo altri tre chilometri. ( +) Sali to poi su un pattino, il Duce si è portato a ll'altezza della colonia d ella Federazione fascis t:a di Bologna, ed sceso a terra» p er visitarla V erso le :w era rientrato All'al· .bergo. Il 28 lug lio, ·aveva visitato Bertinoro e Fiumana. La mattina del 29 lu· glio, gi orno in cui ricorr eva il suq q uarantottesimo compleanno, aveva inaugu-
ma lontani ,- degli imperatori romani. Passarono i secoli, si susseguirono le generazioni, cambiarono i governi, le signOric, le dominazioni, ma la realtà era sempre lontana dal sogno. Solo il fa scismo J'ote:va fare questo, poiché il fascismo è sopra tutto al presente ìl verbo volere. {Applausi proltmga/1). Così nel 1915 abbiamo voluto l'intervento, spazzando dalla scena tutte le larve del tempo passato, nel '17- abbiamo vOluto la resistenza, nel ' 18 abbiamo voluto la vittoria, nel '22 abbiamo voluto la rivoluzione fascista,- nel '25 abbiamo voluto stroncare l'Aventino. Se qualche volta la freccia scoccata dall'arco della nostra volontà ·non arriva al segno, non importa. L'essenziale è di e pertinacemente volere. (App!atm). t stato un atto di grande significazione J?Orale chela grande torre dell'acquedotto sia stata de dicata ai cadut i in guerra. lo li ho visti al comb:1.ttimento ed in trincea, i fanti d ella pianu(a ,vennate-, dal Podgora a Monfalcone. Lo so, perché li ho come essi abbiano crQicamente combattuto ed abbi:1no saputo non meno ·eroi· camente morire
Ma, questo detto, io voglio aggiungere che il Go"erno fascista, il regime fascista , i fascisti vogliono la pace. La vogliamo con tutti gli Stati,- con quelli lontani, con quelli vicini, con qudli vicinissimi. ."(//arità1 mormorii). La vogliamo non già perché temiamo i rischi d ella guerra
rato il Pron to S<!Ccorso di Predappio Nuova. Poi si era «là dove sorgerà la chiesA parroahiale, opera su progetto dell'accademico d'Itlilia Cesare Tutto il clero si era raccolto a ricevere il Duce, che rapo del Genio G \':ile ha avuto pre<ise informazioni sull'opera cJ h:t ordìn.1 to si di· sponga p er l'immediato inizio dei lavori. Seguìto dal prefetto, d3II'on. Fossa dal podestà, il capo del Governo si è recato al cimitero di San Cassiano. dove riposa la mamma sua, sull:t tomba d ella quale ha deposto dei hori, rimanendo a lungo in profondo raccog limento. Si è poi soffermato ad esaminare i lavori del nuovo camp osanto f! della chiesa, che per opera della Sovraìntendmza ai monu· menti .si .sta ripristinand o su ll'originale stile romanico-bizantino, e quindi si d1· retto alla Rocca delle Camlnate (+). Nel pomeriggio, accomp.-.gnato dal prefetto, S. E. Borri, d al commissario federale, on. Fossa, e dal podest.ì di Forlì, cavalier Fabbri, il Duce si recato nella località scelta per la: costruzione del nuovo grande sanatorio ontitubercola.re. S. E. il capo del G overno ha quindi proseguito per Faenza per esamioare i lavori del nuovo Joggiato della piazza di quella dtd » Il 30 luglio, aveva visitato il campeg,c;io Sand ro Murw· lini, posto .sulle peodici del colle di Bertinoro, e la colonia sita in loca· lità Marebello di Rimini. Il 31 lug lio, aveva trascorso la giornata a Riccione nuotando e veleggiando al largo. « Posda è rietltrato in .a.Jbcrgo, <:!onde, verso le ore 17 30, è ripartito in automobile alla volta di Carpena Il 10 agosto, alle giunge in au to a Ra\·enna per inaugurare il n uovo acquedotto. In tale il Presidente- d el Consig lio pronuncia H d iscorso q ui riportato. (Da li Popolo d' I talùr, Nn 179, lSO, 181, 18 2, 18 3, 29, 30, 31 luglio-, l, 2 sto 193 1, XVIIl). ·
e le ansie del combattimento, ma perché siàmo intenti ad una grande fatica e vogliamo il più presto possibiJe togliere il popolo italiano dalle strette e dai disagi del tempo presente, poiché noi fascisti lavoriamo sop rattutto per il popolo e al popolo non p redichiamo soltanto il diritto, .ma anche il dovere. Solo il figlio di un fabbro può parlare, se necessa rio, duramente, al popolo! (Applausi d elira_ntt). Nessuno potrà sospettare che in lui parlino i privilegi di un titolo o gli egoismi d ella ricchezza. Noi mettiamo in quest'opera d i creazione tutta la nostra vOlo ntà diritta, decisa, inflessibile · la lama di una spada! (Applaust). Ma con la stessa volontà non meno decisa, diritta e in6essibile, noi siamo p ronti all'opera di rovesciamento e di distruzione (applatiJi saoscitmtt) di tutto ciò che può ostacolare il cammino della rivoluzione fascista, la quale deve assicurare il benessere al popolo italia no e dargli sempre più alto il senso d ella sua rinnovata g randezza.
Camicie nere di Ravenna e di Romagna!
Io vogl io che nelle opere di pace e in quelle di guerra voi siate sempre all'avanguardia. lo sarete voi? ( Risponde, i n un mio form;. dabile, la folla: << 51!>>).
BRINDISI AL CAN CELLIERE DEL REICH *
Signor cancelliere !
Sono lieto di dare a Vostra Eccellenza e a Sua Eccellenza il dot· tor Curtius il più cordiale ben vcO.uto. Il Governo e il popolo italiano han no accolto con vivo la visita dei rappresentanti uf· ficiali d ella nazione tedesca e li salutcino ospiti ben g raditi di questa Roma, la quale fu sempre cara a tutti i grandi c:he affermarono nel mondo l'arte e il pe nsiero germanico, e dove si incontrarono e com· penetrarono attraverso i secoli la civiltà germanica e la civiltà latina. In questo a:nomento, particolarmente difficile per la Germania e in genere per tutti i paesi del mondo, l'Italia -ha perfetta comprensione delle cessità che da t ale situazione derivano e dci dOveri che incombono a ciascuno nell' interesse comune. Siamo sop rattutto convinti che una sempre
attiva e collaborazione dei governi e dei popoli
• la de"! 10 agosto· 1931, Mum)lin.i en rimtrato in auto a Rom.. La sera d el 7 agosto, all'« hOtel Excelsior », offre un pranzo in onore del dottor H eiorich Briining, cancelli ere del Reich {301). Allo spumante, H Presidente del Ccm:siglio pronuncia H brindisi qui riportato. ( D a Il Popolo d' Italia, N n 183, 188, 2, 8 agosto 19 31, XVIII).
OPERA ·oMNIA DI BENITO MUSSOUNI
costituisca il modo migliore per uscire defmitivamente dalle difficoltà e. p er assicurare a tutti. un'èra di prosperità e di benesset·e.
L'Italia fascista ha sempre fatto tutta· il possibile per partecipare efficacemente a questa grande opera comune, destinata. a rismare i mali morali e materiali ereditati dalla guerra, di cui ancora j popoli soffrono. Essa intende fermamente perseverarvi, portando il suo contributo volonteroso a tutte le iniziative che si propongono,questo fine, come ha fatto per quel1a recente del Presidente Hoover. Noi siamo persuasi che l'attuazione, in Gimpo sempre più vasto e profondo, di una sincera cooperazione politica ed economica fra i vari paesi servirà in particolar modo a determinare lo spirito di mutua fiducia che è garanzia della vera basata sul diritto e sulla giustizia. Il popolo italiano, che ha segultv con vh•a simpatia ìl grande sforzo fatto dalla Ge rmania in og ni campo del· l'attività umana, è sicuro che il popolo tedesco proseguirà il suo cammino con nuovo vigore e con la piena coscienza delle grandi forze che esso possiede, Questo non è soltanto un augurio, ma una convinzione, in cui mi conferma l'opera saggia ed energica che Vostra Eccellenza sta esplicando per rimettere il popolo tedesco nelle più favorevoli .condizioni e per assicurargli l'avvenire che esso merita. Con questi sentimerlti, levo il bicchiere alla salute dell'illustre PreSidente del Reich, maresciallo Hindenburg, di Vostra Eccellenza, di Sua Eccellenza il dottor Cu rtius, e alla prosperità della Germania.
IL CENTENARIO DEL CONSIGLIO DI STATO*
Eccellenze! Camerati! Signori!
Ho voluto che questa cerimonia fosse part icolarmente solenne per le seguenti rilgioni: anzitutto si celebra un centenario, il primo centenario di una grande istituzione dello Stato; in secondo ·luogo perché il Consiglio di Stato merita di essere illustrato e onorato, giunto alla p rima tappa di questo suo secolare cammino; terzo, per richiamare su di esso l'attenzione del popolo italiano. Ho voluto che la celebrazione si svolgesse sul Campidoglio dal quale nel tempa dell'impero e della repubblica si organizzò il dominio militare, politico e giuridico d i Roma.
• A. Rome., in Campidoglio, nella degli Orazl e Curiazf, la mattint del 18 agosto 193 1, Mllssolini presenzia la per Jj, celebruione del primo centenario dd Consiglio di Stato. In tale occasione, dopo rorazione del profes. sor Santi Romano, presid ente del Consiglio di Stato, il Presidente del Consiglio pron uncia il discorso qui riportato (Da Il Popolo d'Italin, N. 196, 19 agosto 1931, XVIII).
Né è priva di significato la presenza di tutti .i prefetti del Regno, i quali nelle p rovincie sono i rappresentant i diretti delJo Stato Non ho bisogno di ricordare a voi - ·e sarebbe veramente assurda la mia! - che il Consiglio di Stato c) coevo al sorgere dello Stato. Tutte le volte che una società nazionale o plurinazionale si organizza g iuridicamente e politicamente -a prescindere dal politico che darà il nome e il carattere allo Stato, impero,. monarch ia; repubblica - si avverte la necessità della esistenza di un .organo che dia dei lumi al Governo, c!:Je dia dei consigli; un. organo di «esperti » volendo impiegare questa parola di moda americana, nel dopoguerra. Questo si verifica, dal mille in pOi, in tutte le nazioni civili. dell'Occidente: in Francia, in German ia, in Inghilterra. Sarebbe assai interessante, ma esorbiterebbe dai limiti d el mio discorso, cogliere analiticamente, alle ot igini, la creazione del Consiglio di Stito e lo sviluppo e il fu nzionamento attraversO i secoli nei divers i paesi. Mi limiterò a dire quello che gli studìosì hanno già constatato e stabilito, e, cioè, ad esempio, che in Francia il Consig lio di Stato ha contribuito potentemente, sino dai tempi della mona rchia, alia organizzazione unitaria del paese La rivoluzione francese t rasforma prima, abolisce poi il Consig lio di Stato, ma. dopo il Termidoro, sotto il ConsolatO, la Costituzione del 22 brumaio dell'anno V IU dichiara che «un Comiglio di Sta/o sarJ incaricato di ·redigere ·; progetti di legge e i regolameuti di ammiuiitrazione pubblica e di rho/vere l e difficoltà che Ji eleveranno i n materia contenziosa». IL Consiglio di Stato segue, quindi, le alterne vicende politiche della Francia: epoca di splendore con N apoleone; ignorato poscia d alla Carta costituzionale del 181 4 ; ristabilito pochi mesi dopo, il COnsiglio di Stato in Francia fu oggetto di l'iordinamento e · rifo rma nel 1831-'33, '4 ' , '48 e '49, <JUando parve assumere una fis iOnomia· defi nitiva.
Coll'evento del secondo impero, il Consiglio di Stato viene riportato sulle linee napoleoniche, ma, l'impero caduto, una legge organica del 1872 ne fiss a la configurazione nei tratti, ormai permanenti, salvo i dettag li. N on meno interessante e moviment ata è la storia del Consig lio di Stato in Inghilterra, ma io vi rima ndo alle pubblicazioni specifiche in materia.
Cos1 dicasi per quanto riguarda il periodo storico del Piemcnte va dal 1200 al 1831. Non .vi è dubbio che il· Consilium nobiscu m rt· sidus .dei conti e duchi dl Savoia co ntiene in embrione il Consig lio di Stato. Vero e proprio Consiglio di Stato fu· quello istitUito da Emanuele Filibc_rto nel dopo_ la pace di Castel ,Cambrésis, che ricostituiva lo Stato. piemontese, p roclamato allora con profetico intuito, da l vincitore di San Quintino, « bast iOne d 'Italia ».
OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOUNI
Il Consiglio di Stato era composto di trenta membri, con f unzioni consultive. Ma un Consiglio di Stato maggiormente d efinito nei suoi aspetti e nelle sue prerogative sorse, neJI'unico Stato veramente italiano del secolo scorso, il 18 agosto 183 1. La storia del Consiglio di Stato segue da vicino, come ombra il corpo, la storia del Risorg imento ita· liano. Nel 1848, in seguito alla concessione dello Statuto, appare evidente Ja necessità di aggiornare il Consiglio di Stato. Seguo no i pro· getti di riordinamento che recano i nomi d i Pinelli, Galvagno, Rattazzi, fra gli anni 1849-1854. Finalmente nell' ottobre del 1859, il Consiglio di Stato .viene Ma di lì a due anni, dopo g li avvenimenti straordinari del 1859-'60, viene proclamato, 1861, il Regno d'Italia. n Consig lio di Stato del Reg no di Sardegna deve essere riordinato, i l che accade nel 1Sc55.
Portata Ja capitale a Roma, ri sorg!! il delle attribuzioni del Consiglio di Stato, p roblema affrontato nei progetti Nicotera del 1877, Depretis dell' ' 80 e Crispi degli anni 1889-1890. Si deve ·alla legge Crispi la istituz ione della quarta sezione del contenzioso; fu Crispi che aumentò il nuinero dei consiglieri e. che impresse nuovo. vigore all'Istituto. Da allora ad oggi l'importanza del Consig lio di Stato è accresciuta e crescente negli Stati moderni in per b ·estensione delle loro funzioni anche nel settore economiCo e in quello Stato parti· colare che è lo Stato fascista italiano, fascista e cor porativo, anzi fa. scista perché corporativo e viceversa, poiché la costituzione corporativa, elaborata nelle memorabili , ardent i ed entusiastiche sedute del Gran Consiglio negl i anni 1925-'2 6, fissata ne lla legge del 3 aprile e coronata co n la Carta del bvo ro, no n vi è rivo luzione fasc ista," poiché una rivoluzione è molto di più della semplice costituzione di un Governo fort e che può garantire, in ogni evenienza, l'o rdine pubblico.
Questa concezione fili stea piccolo borg hese della rivoluzione fasc ista è da respingere come una parod ia e un insulto. Discutere ancora se la sfera dell'economico rie ntri nello Stato e appartenga allo Stato è sem· plicemente, ne lla migliore delle ipotesi, assurdo e inattuabile. N essuna sfera della vita individuale e collettiva può essere sottratta allo Stato; ogni sfera, anzi, rientra nelJo Stato e vive in quanto è nello Stato.
·Gii prima del 1914, lo Stato era entrato nella sfera d ell'economico, ma da allora a d oggi ·c'è stato quell'insignificante incidente che è la guerra mond iale, la quale ha avuto il torto_ di sovvolgere l'umanità intera e la vita dei popoli, in tutti i suoi aspetti politici, economici e spirituali. Non mai come ogg i l'economi a è di ventata pubblica, squi· sitamente politica. anzi. Gli stessi economisti che Io qearono hanno com· posto nella ·bara la salma de ll' homo oeconomicus ; puro e vivo è ri· masto soltanto l'uomo integrale, .mentre «·ecoilomico » ha presQ sem·
pre l' aspetto di fenomeno «sociale)>· in un complesso .storico dete rminato.
Lo Stato in genere e quello fascista in particolare, agisce sull'eco.nomico in un triplice modo: céeando le condizioni generali più propizie allo sviluppo delle forze economiche del paese; aiutando le forze economiche sa ne quando da loro non possono rimontare la corrente poiché la loro volontà non è più sufficente allo scopo; o quando, come nelle g randi bonifiche, i mezzi dell'iniziativa privata non bastano all'ampiezza del compito; lasciando perire senza pericolose indulgenze, gli organismi mal creati e mal diretti.
Lo Stato corporativo fascista non vuole essere il semplice guardiano notturno politica; non vuole nemmeno. essere soltanto una specie· di congregazione .di carità dal punto di vista sociale.
Lo Stato fasci sta è quello che più dirctt3mcnte è entrato nella sfera dell '« economico», creando una d iscipl ina nei conflitti deg li inte ressi collc;ttivi, riconoscendo g iuridicamente i grùppi profess ionali, conferendo ad essi la rappresentanza di tutte le categorie. Questi cinque anni hanno luminosamente provato la bontà e l'utilità del sistema. Non _si_ sono avute in Italia le dispersioni di ricchezza dovute in altri paesi alla lotta di classe, sotto la _duplice tipica di sciopero operaio o di serrata padronale: poiché l a corporazione, come t endenza dello spirito e come istituto, realizza ed è destinata sempre più a realizzare l'equilibrio degli interessi opposti, sul piano di un riconosci mento dell'interesse generale, senza dei quali an che l'interesse dei gruppi e deg li individui è compromesso. Questa, che può a prima vista ap parire U:na digressione, mi riconduce invece ad una delle importanti fu nzi oni od ierne del - Consiglio d i Stato, il quale vigila a che l'attività dello Stato nella sfera dell '<< economico )) avveng a nelle condizioni migliori con vil ntaggio dei singoli e dei g ruppi e sen za nocumento degli inte ressi generali dello Stato: d ia, cioè, i più utili, des iderabili resultati. Difatti, fra i compiti con· sultivi del Consiglio di Stato vi è l'esame ed il voto «sulle convenzio'!i e sui contralti da approvarsi per legg e e che comportino i mpegni finanziari che non JroMno rùconlro in imp egni regolarmente aJJunli per legge » ; convenzioni e contratti oggi ben più nume rosi e importanti che per il passato, data la complessità dell'odierna- vita economica .
In sede giurisdizionale poi il Consiglio di Stato decide sui ricorsi in materia di Consorzi per opere idrauliche, per .le quali provvede lo· Stato in concorso delle provincie e d egli enti interessati o alle quali concorre lo Stato nell'interesse g enerale; dei ricorsi iO materia di con· corso di spesa per opere di bonifica di prima Categoria costruite dallo Stato direttamente e per sua concessione da enti o p rivati, nonché in · materia ·di consorzi per opere di bonifica della stessa categoria.
OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI
Anche in questo campo l'opera del Consiglio di Stato è fondamen· tale per il buon andamento delle singole amrninistruioni. Un regime di autorità, come quelJo fascista, ha tutto l' interesse di far funz ionare in piena regolarità un organo di controllo, di consulto e di giustizia come il- Consiglio di Stato.
la rivoluzione fascista trovò il Consiglio .di Stato cosi come lo aVeva laSciato la legge del 1907. Avvalendosi dei pieni poteri, il Governo fascista portava, con regio deCreto del 30 dicembre 1923, numero 2840, modificazioni all'ordinamento del Consiglio di Stato, riord inandone, come si legge nella relazione a Sua Maestà il re, la funzione consultiva, estendendone l'obbligatorietà, facendo ddb quarta e quinta sezione l'unità dd Consiglio d i Stato in sèdc g iurisdiz ionale.
Questa è la riforma più importante adottata dal reg ime, che died e quindi luog o al testo unico dd 26 giugno 1924 e relativo regolamento nella. stessa data. Seguiva un decreto legge del 23 ottobre 1924, che apportava alcune modifiche al testo unico. 1 successivi provvedimenti del Governo fascista non hanno recato ulteriori modificazioni di qualche rilievo all'ordinamento del Consiglio di Stato; è con regio legge del 15 ottobre 1925 che viene aumentato il numero complessivo dei presidenti di sezione e dei consiglieri di Stato; è un regio decreto legge dd 9 gennaio 1927 che conferisce al Governo dd re la facoltà dì di· spensare daJ servizio magistrati dell'ordine amministrativo, facoltl di cui il Governo si è giovato con estrema discrezione, nnche e soprattutto perché il Consiglio di Stato si componeva, nella sua grand iss ima mag. gioranza; ed ogg i nella sua totalità, di uomini di sicura fede civica e di non meno fedele devoz ione al reg ime; finalmente un decreto legge del 14 aprile 1927 fissava i limiti per l'esame del Consiglio di Stato . dei contratti d a stipularsi dai ministeri della Gue rra e della Mari na. Da allora, e sono ormai passati oltre quattro anni, il Consiglio di Stato non è stato più oggetto di provvedimenti le,gislativi. Ma da domani, iniziandosi il centenario della sua vita feconda e gloriosa, il Consiglio dì Stato passa alle dirette dipendenze del capo del Governo, il che fu da me annunciato fino dal settembre 1929 ed è perfettamente conseguenziale con la esistenza della lesge del primo ministro, profondamente innovatrice del nostro diritto pubblico.
Per il valore ·dei suoi membri, guidati dJ. un Presidente come il Santi Romano, di chiara e universalmente !iconosciuta dottrinà, e per il prestig io unanime dal. quale è circondato, e per l'ausilio preziosi ssimo che dà all'opera del Governo, e per la garanzia di assoluta g iustizia che offre ai cittadini, il Consiglio di Stato è oggi uno degli elementi fondament ali del regime e quindi della vita politica e morale della na· zio ne.
Così ·io ho disposto per !"esatto e sollecito "raccoglimento da parte di tutti i ministeri dei pareri del Consiglio di Stato, pareri che di fr equente evitano errori e che comunque sono un elemento di sicurezza. nella vita amministrativa dello Stato.
Bisogna vegliare, severamente vegliare a cbe questo prestigio non venga diminuito. Bisogna, quindi, re agire contro la tendenza, q ualche volta affiorante. in talune zone dell'amministrazione, a considerare il Consiglio di Stato come una giubi lazione per servizi resi , un sostitutivo di altri incarichi e compiti o il coronamento ambito d'una carriera. Seguendo queste deleterie direttive, si finirebbe per appesantire il" Consiglio di Stato, per farne una casa di riposo o di consolazione, mentre il Consiglio di Stato deve comporsi di uomin i capaci di dare un reale, positivo, continuativo contributo all'opera consultiva e giurisdizionale del Consiglio stesso.
Con questi pensieri e propositi io saluto il primo secolo di vita del Consiglio di Stato, . secolo che vide eventi mirabili, come l'unità e la indipendenza della nazione, ed una g rande guerra vittoriosa, che diede i giusti ed inviolabili confini a lla patria.
Nel nome augusto di Sua Maestà i l re, nel quale lo Stato ha la sua individua.zione suprema e la: garanzia del suo divenire, io traggo faust i g li per il secondo secolo che da domani comincerà del Consiglio di Stato. Nuove prove, più alti doveri ,.mète più diffici li attendono l'animo ormai temprato e virile del popolo ital iano. Ma il forte combattere e l'energ ico. progredi re di ieri dà a noi tutt i la convinta certezza del domani.
Nel titolo che io ho scelto per questo giornale non Vi è soltanto una definizione, ma un prog ramma.
Dal t empo dei tempi in ogni Stato saggiamente governato, le foue civili - l_e forze della amministrazione - hanno una importanza fondamentale. I funzionari, gli impiegati, i di pendenti - in una parola .:........ dello Stato, Costihliscono l'organo indispensabile ed insostituibile di esecuzione, di interpretazione, di applicazio ne della legge.
La dottrina fascista è chiarissima sull'argomento. L'impiegato, dal più alto g rado al minore, non è est ra neo alla vita dello Stato, ma ne è parte integrante. L'impiegato dello Stato fasciSta non è un uomo che dà una prestazione, riceve un conipenso e, finita la sua g iornata, può disinteressarsi della sorte dello Stato. No. E un uomo che r appresenta,
<< LE FORZE CIVILI »
sia pure in inanie ra più o meno limitata, lo Stato. La. sua p restazione non è qui ndi un atto economi co, ma un a ttO d i natura squisitamente morale; il suo lavoro è un dove re.
Questa concezione spiega molte cose. Spiega la Organizzazione dèi dipende nti n ell'orbita del Partito , orga no dello Stato, s piega la pubblicazione di questo g iornale, spieg a soprattutto il prestig io · di cu i il fascismo vuole circondati i dipendenti dello Stato, quelli che ne _ costituiscono le fo rze civi li in tempo di pace; forze che daranno g li uomini validi in tempo di guerra, realizzando la sintesi p er cui la patria va servita nell'ufficio e nella trincea, con la penna ed il fucil e, col lavo ro quotidiano e colla dedizione delle folgoranti giornate di g lo ria.
MUSSOLINI
R oma, 21 agoJio IX [193 1 ]
D a Le Forze Ci11iU, N, l, sel! embre 193 1, l. •
AL POPOLO DELLA SPEZIA**
Camicie nere ! Cittadini !
Avete a vuto oggi la ventura di assistere ad un'altra mani festazione tipica della vo lon tà fascista Otto anni oc sono, a ll'indoma ni della marcia su Roma, l'ala italiana era a terra, infranta. Abbiamo vo luto che riso rgesse. Voi testimoniate oggi che l'ala italiana è pronta ad ogni evento, Sono l ieto di a vere constatato lo sviluppo delb. vostra città , che fin d al 1923 io volli elevare alla d ignità di capoluog o di p rovincia. Il popolo spezzino è a rdente e lavoratore . M erita quindi la mia simpatia. D esidero ch e il spezzino sia degno delle pag ine: che ha scritto nella Storia del fascismo italiano. Senza disciplina non v i è u nità, senza
* Le Forze Ci vili, mensile delle A ssod3 zioni fasciste del pubblico impiego, dei ferrovieri, dei postelegrafonici, degli addetti alle aziende i ndustfiali dello St3to, Si .pubblicava a Roma
** Il 26 ag osto 193 1, alle 15.30, Mussolini era partito i n vc;>lo d31l'idro.sçalo · di Ostia, <(a bordo di wt i drovolante S. 62, pilotato d al minhtro Balbo e daJ· l'aiutante di volo maggiore Cagna. Il Duce ha sostato per circa un'ora ad O rbe· tello, dove ha visitato la brigata di bombardamento marittimo che partecipa alle manovre e la Scuola di navigazione di alto mare. Ripreso il volo aJie -17. 30, l'idrovo lante del Duce ha ammarato alle 19 nel porto della Spezia. (+)Il capo · del Governo ha preso dl oggio all'idroscalo Lui gi Conii J>. All'alba del 27 agC>sto, assiste alle manovre dell'Armata aerea, Poi visita l erici e PortoVenere, Alle 18, dal balcone del palazzo governativo dell a Spezia, p roouncia il discorso qui riportato. (Da l/ Popolo d'Italia, N n 203, 204, 27, 28 agosto 19 3 1, XVUJ).
runità delle forze e degli spiriti non si arriva alla potenza, cosl nei g ruppi, così nelle nazioni. :E. necessità suprema essere pronti a difeodere la patri a e la r ivoluzione; ma n ello stesso tempo il G overno fascista pre· para del lavoro per il popolo italiano, dal quale sono venuto ed al quale intendo restare fedde per tutta la vita. La vostra dimostrazione prova ancora una volta che il popolo è raccolto attorno al regime delle camicie nere perché sente che le forze del regime tendono ad una sola grande mèta: il benessere e la pc:>tenza della nazione. (Un nuovo grido più poi · sente del primo I'imMlza, un g rido in cui /utta l'anima della città ha pAipilfliO di pa11io' u èosciente).
AGU AVANGUARDISTI
Avanguardisti di tutta l'Italia!
Roma, che vi h a accolto per la terza volta tJ·a le sue g randi biaccia mate rne e che vi h a seguito in questi giorni con immensa simpatia, è sempre più liera d i voi.
Venuti dalle novantadue proviricie d 'Italia e da oltre confine n ella vostra piena fraternità, nel vostro schietto cameratismo, nella vostra anima ardente e gagliarda, voi rappresentate la infrangibile unità po.litica, morale c fascista del popolo italiano che ascende.
Giovani ava nguardisti!
A chi ta' vittoria di domani? A chi l'Italia fa scista di domani ? (Due alle d omande del Duce tuona l '« A noi.t» di trentamila voci, secco, alto, · possenle. .Poi nella· vasta piazza riecheggia il clamorè dei canti t degli «a/alà!». M entre Jull e le voci intonano «Giovinezza», il D uce, salutando i gior;ani, j j ritira da l balcone).
• Il 28 agosto 1931, àlle 7, Mussolini partito «dall'idroscalo di Cadimare di a d ell'idrovo lante S 6 2 pilotato da S. E. Balbo e dall'aiutante di volo maggiore Cagna. ( + )Disceso alle ore 9 all 'idroscalo di Ostia, S. E. ·il capo del G overno si è recato a palazzo Venezia». 11 po-· meriggio del 2 gli avanguardisti le ·ventidue partedpmti al teno ca:mpo Dux, reso omaggio alla tomba Milite Ignoto, ::tcdamano a Mussolini. IL Presidente Consiglio appare sul balcone centra le di pa: lazzo Venezi:t e pronunci<l. le parole qui riportate. (Da Il Popolo d' Italia, N n. 205, 209, 29 agosto, 3 settembre 193 1, XVUJ).
AGU AVANGUARDISTJ
. DEL TERZO CAMPO i< DUX » A VILLA GLORI •
Avanguardisti!
Stamani avete sfilato meravigliosamente come vecchi soldati. Oggi avete offerto a ROma un grandioso spettacolo di coesione, di forza, di "disciplina.
Quindi Il ha e!Orlati ad eJSere umpre orgoglio1i di portare la camiria nera. (Una pouente acclamdzione ba salutato le parole del Duce, il quale, oJJequiato dalle autorità, è diicno dal palco, e, tra entusia.sJiche aa/amazioni, ha lasciato l'ippodromo). ·
SUL RACCOLTO DEL GRANO**
1/ capo d el Governo, aperta la sedtJta, ha fatto al Comitatrx un'ampia relazione Illli'andamento deJia battaglia del grano ed ha comunicato che gli aaertame11ti rondotti da/J'lJtiluto cenJrale di Jlatistica sulla produzione granaria hanno precisato in quintali 67.262.000 la quantità di frumen t o prod otJa nei .Regno nell'anno rorrentt su di u 11a .superficie di et/ari 4.881.708. Tale superficie è superiore a quella d egli anni pauati di solo centomila eJtari e l'aumento è dovuto in parte gioco delle rotazio ni ed in parte alla conquista di nuove t erre rede nte bonifica.
Le diretlive fiss ate agli inizi della batJaglia d el grano sono dunque state uguile e lo ;aranno anche in av venire: l'aumenl o della produzione globale è stato oJ/enuto con i perfezionam enti tecni ci, non con l' tslm· ;ione d ell'area.
• A Roma, nel piazzale Apollodoro, la mattina del 6 settembre 19)1, Mussolini :miste alla. sfilata di quaranta quattro legioni di avanguardisti, fra le quali vi sono le ventidue partecipanti al terzo campo Dux; nel pomeriggio, a.ll'ippo- ' dromo di Villa Glori, presenzia il saggio ginnico .finale svolto da quest'ultime. Terminato il saggio, il Presidente del Consiglio rivolge agli avanguardisti le pa· role qui riportate in riassunto. (Da Il Popolo- d'Italia, N. 2B, 8 settembre 1931, XVJll). , o;.
•• A Roma, a palazzo Venez.ia; il 10 settembre 1931, Mussolini presiede la riunione del Comitato permanente del grano. ln tale occasione, il Presidente del Consiglio fa la relazione qui riportata in riassunto. (Da fl Popolo d' Italia, N . 217, 12 settembre 1931, XVIII).
Considero soddisfacente - ha detto il capo del Governo - la prodi 67.262.000 quintali di grano ottenuta in un'annata nella quale l'andamento meteorologico nell'autunno e nell'inverno non fu favorevole. Se non ci fosse stata la stretta ·che ha falcidiato nel giugno il raccolto dell'Italia centrale adriatica e del Mezzogiorno avremmo certamente superato la produzione di 70.795.100 quintali che si ottenne nell'anno 1929 e che fu il massimo raccolto conseguito in Italia.
Con l'apportO della produzione di quest'anno, la media annua del sessennio battaglia del grano si eleva a quintali 61.831.000, che supera di quintali 12.558.000 quella media . del sessennio anteguerra 1909-' 14 e di quintali 16.545.000 quella del quadriennio del dopo1919·'22 precedente all'avvento del regime fascista. .B un apporto non indifferente alla economia della nazione.
Unitamente con il raccolto testé real izzato, la produzione del grano è salita a quintali 12,7 nella media del sessennio 1926·'31, superando di quintali 2,4 e di quintali 2,8 le medie unitarie dei periodi 1909.'14 e 1919 -'22. Gli agricoltori hanno dunque realizzato il frutto dei miglioramenti sin qui introdotti nei metodi colturali e nell'impiego dei mezzi tecnici della produziof!e, miglioramenti che si ripercuoteranno in modo benefico sui risultati delle future campagne in uno con l'ulteriore progresso della tecnica colturale.
Il grano è una· derrata di mercato mondiale, il quale continua a essere appesantito dalle scorte che si sono venute accumulando negli anni decorsi e che si alla cifra senza precedenti di 166 milioni di quintali. Pare, tuttavia, che esse stiano per subire un alleggerimento per il raccolto mondiale non ricco del 1931.
Nel Canadà, ad esempio, la produzione dell'anno co rrente si stima in qui ntali 63 miliOni ·contro 108 milioni del 1930. Nell'emisfero settentrionale, be nché non si conoscano ancora i risultati in alcuni. paesi di forte produzione e benché alcuni dei dati noti siano semplicemente provvisori, si può prevedere che la produzione totale sarà inferiore a quella dell'anno scorso e anche un po' al di sotto della media del periodo 1925-1931.
Nell'emisfero meridionale, la superficie investita a frumento appare notevolmente ridotta e pure notevolmente ridotto sembra che sia per essere il raccolto, tenuto conto delle cond izioni in atto poco favorevoli granicoltura. Le previsioni sono dunque univoche nel senso di un notevole alleggerimento delle scorte mondiali lungo la campagna gnnaria che ora si inizia. ·
.Ai tentativi di alcune ditte molìto rie di non sottostare all'integrale applicazione dell'obbligo di macinare il grano nazionale nella p rodu· zione Stabilita, si è opposta la ferma azione dì vigilanza e di repressione.
Intendo che il provvedimento sia pienamente osservato. precedendosi massimo rigore nel colpire le inadempienze. Con l'imposizione dell'obbligo dell'impiego di una elevata percentuale di fru menti nuionali nella macinazione viene anche fatta una prova in grande stile dell'im· piego nella panificazione e nella pa.stiticazione di prodotti ottenuti quasi esclusivamente dai nostri frumenti. · · · ·
Ed è bene che questa prova si faccia, perché in tut avvenire nOn lontano la totilità del·pane necessario all'alimentazione del popolo italiano dovrà essere ottenuta con farim: di grani nazionali. Sono convinto ch e tutti i frum enti nazionali diano prodotti idonei q ualitativamente e quantitativamente ad una buona panificazione.
Ciò è, del resto, confermato dai risultati delle esperienze fatt e con piccoli impianti di laboratorio; ma, per stroncare gli ultimi dubbi·degli interessati e per preparare quella che dovrà essere la pratica di un prossi mo domani, saranno eseguite anche esperienze su scala in· · d ustriale che diano ragguag li sicuri e precisi di applicazione generale. Queste grandi esperienze sara nnO eseguite presso l'Istituto nazionale di genetica per la cere:dìcoltura, ove è in corso di installazione un moderno molino a cilind ri ad alta macinazione, in tutto e per tutto rispondente ai requisiti degli impianti industriali con annessi panificio e pastificio. Impianti che, sotto la direzione di persone di sicura competenza, consen· tiranno Io studio rigorosamente scientifico della composizione ch imica delle farine, dei lieviti del pane, delle rese. Dai r isultati d i q uesti studì, che daranno la precisa valutazione di h1tte le caratteristiche dei frumenti . italiani nei rapporti della utilizzazione. la produzione granaria nazionale avrà la valorizzazione che le spetta.
Ho dato incarico al ministro dell'Agricoltura di predisporre un provvedimento inteso a f.worire la Costruzione di un notevole numero di silos da grano provinciali e interprovinciali, a seconda dei casi, dotati di tutta l'att rezzatura tecnica modem a. La costruzione dovrà essere rap ida, in modo che col nuovo raccolto g li ammassi collettivi di g rano siano una realtà. La larga pratica degli ammassi deve costituire - in· sieme con · Ja forte protezione doganale che il Governo fascista ha accordato e con l'obbligo ai· mugnai di ricercare subito il na· zionale - l'azione combinata ed efficente per impedire fin dal raccolto la deprt-ssione del mercato.
Il più forte numero di provincie che segnalano i maggiori aumenti di produzione a confronto della previsione - per accertato maggior rendimento alla trebbia- appartiene all'Italia settent.rionale con ventitré provincie; nell'Italia centrale segnalano un aumento otto p rovinc.ie; nel· l'Italia meridionale ed insub re dieci provincie. Il maggior numero di quelle che segnalano una diminuzione (a causa dei dann i prod.C?tt i dalla
stretta) appartiene all'Italia meridionale ed insulare con venti provincie; ne ll' Italia centrale segnalano diminuzione dieci provincie; nell' Italia settentrionale quattordici provincie. Resta l'eguaglianza tra i dati definitivi di produzione e quelli di previs ione pér cinque provincie dell'Italia settentrionale, una dell'Italia centrale, e per una dell'Italia meridionale ed insul are.
Messi a confronto i dati di produzione accertati nd 1931 con quelli accertati nel 1930, si ha, nella produzione g lobale del Regno, un aumento di oltre dieci milioni di quintali.
Il rendimento unitario medio del 1931 è di quintali 13,08 ad ettaro contro quintali 11,9 del 1930. La media del Regno è superata dai seguenti compartimenti: Lombardia con 25,2, Veneto ed Emilia co n 20,9, Piemonte con 19,3, Venezia Tridenti na con 15,3, Toscana con 14,1.
Sono al di sotto, ihvece, g li altri compartimenti, con un minimo di 8,4 p er quello della Sardegna. Tutti i compartimenti hanno dato nel 193 1 un rendimento unitario superiore al 1930, salvo la Venezia Tridentina, che diminuisce di 0,5 e le Marche che eguagliano. Fra le varie provincie, anche quest'annO la pa lma è riportata con 31,6 quintali ad ettaro d alla provincia di Cremona. Il minimo spetta alla provincia di Reggio Calabria, con cinque. quintali per ettaro. Alla provincia di Cremona vengono dietro quelle di Ferrara con 28,7 quintali ad ettaro, di Rovigo con 27,8, Pavia con 25,8, Milano con 25, Brescia con 24,7.
In cOda alla graduatoria figurano, prima Calabria, Taranto con quintali 5,3, Frosinone con 6,3, Brindisi con 6,7, Lecce con 6,9, Nuoro con 7,4, Rieti con 7,6, Ragusa con 7,7, Cagliari e Chieti con 7,8.
315" RIUNIONE
DEL CONSIGLIO DE! MINISTRI*
Il Comiglio, prima di intrapr"endere i suoi lavori, ricorrendo oggi il do dùesimo annUale della marcia di Ronchi, rivolge un Jaluto al Poeta ed ai legionari che lo seguirono e riscal/aro no Fiume all'Italia, Su propoJta del capo del Governo, primo miniJtro, ugretario dì Stalo, il Consiglio dei minùtri ha approvato i Jeguenli provvedimenti: ·
l. - · Uno Jchéma di diugno di legge col quale si approf!a l'articolo 2 regio decreto legge 30 giugno 1926, numero 10961 circa l'ap ertura di n11ot1i caffè, bar e Jìmili.
·
2. - Uno schema di decreto legge tol quale i contt"ibuli annui dello
• Tenutasi il 12 settembre 1931 ( ore 10-12.45). (D:a. 11 Popolo d' llal;ll, N . 218, 13 settembre 1931, XVIII).
Stato, del COf!tllne e della provincia di V enezia a f avore d ell'Ente autonomo <<Esposizione biemu:le d'Arte» vengono stabiliti rispellivam ente in lire duuenJomila, anJocùzquantami/a e cinquantamila.
3. - Uno schemd di provvedimento per effell o d el quale si trasportano dal bilancio del mi11ùlero deti'Educazione , a quel/q _dei Lavori pubblici i fondi per le opere da eseguirsi al Villorùtl e, in dipe ndenza della convenzione concer11ente la donazione falla Jal comanddnte Gabriele d'Amumzìo allo Stato, ed approvata con regio decreto legge
6 novembre 1930, numero 1518 .
4 . - Un dùegno di l egge relativo alla approvazione della conven-. zi one intemazionale per l'assistenza finamia ria (Ginevra 2 ollobre 1930).
). - Un diieg110 di legge per della convenzione italo-britannica per la iJtituzione dì linee di trasporJo aereo.
SucceJJi vamente, su proposta dei capo del Governo, mùJistro dell'l nlemo, sono stati dal Comiglio approvali:
l - Uno J(hema dì provvedimmJo legislativo col quale, nell'affidare /'amminiiirazione del comune di Messina ad un commiuario strao·r· dinario per la durata di tre anni, si conferiscono allo stesso commissari o speciali poteri per il riordinament o degli uffici e dei u rvizi e per la dispema d el perJonale.
2. - Uno Jchema di provvedimenlo legislati vo tol quale JÌ stabiliSte dì destinare, per il finanziamento dei lavori di costruzione del nuo vo Ospedale d vi/e di Palermo, il mutuo di ·dodici milioni, già accordato a quel comune, con ugio decreto legge 6 maggio 1926, numero 886, per i latÌori del nuovo matello. Il provvedimento allesta il vigile ed elfi· cace intereuamenlo del Governo faJCiJia per la Joluzione del problema ospedaliero in quell'importante metropoli.
3. - Uno J(hema di decreto col quale si approvano i n11ovi organici del per1onale dell' dmmi nùtrazione della P11bblica Sicu rezza. Il p rovve· dimento, mentre da un lato sopprime alcuni po11i perSonale d'or· dine, in conformità alle direttive generali impartite da S. E. il capo del Govemo, dall'altro autorizza l'aJmnzione di n11ovo personale sino alla concorf mza dei posti fissati dai nuovi organici, assicurando, i n tale modo, il migliore de"gJi importanti e _delicati s ervizi affidati all'amministrazione della P11b blica SicPrezza.
4 . - Uno schema di decreto col si approva il bilancio venlivò del governato rato di Roma per l'e.sel'cizio 19 31. (+)*
"' Nella 316- riunione, tenutasi il 14 settembre 193 1 (ore 10·12.30), il Consiglio dei ministri" delibererà lo stanz.ianlcnto di « cento<inquanta milioni per H programma dei lavori pubblici » ed approverà provvedimmti «per le amministrazioni ddle Ferrovie, PGSte e Telegrafi». (Da Il Popolo d'Italia, N. 219, l ) settffllbre 1931, XVJH).
PER L'ARMATA AEREA*
Il Duce ha parlato agli ufficiali per oltre venti minuti, confermando la Jlla fede nell'Armata aerea ed elogia11do vivamente il miniJtro, con il quale si è compiaciuto dell'alto sPirito e dblla perizia dimostrata dai comtJndtJnti e dagli equipaggi d11rante lo ;volgimento delle manovre,
I l Duce ha altreJÌ torca/o alcuni importanti problemi di impiego ed ha chùuo il JUO vibrante diJcorJo con un «A noi!», 11/ quale h11nno rùpo;to a gran voce i prnen#.
PER LA CHIUSURA
Signore! Signori !
Debbo dapprima ringraziare il comitato generale delJ'es_posizione ed il comitato del congresso internazionale di fonderia per avermi invitato alla seduta di chiusura del vostro congéesso, che è il sesto dal 1926 . in poi.
Ho seguito i lavori del vostro congresso e, pur senza avere conoscenza della vostra materia, ho avuto l'impress ione che le vostre dìscussioni e relazioni siano state molto inte ressanti e molto importanti per l'avven ire della vostra attività.
D ei progressi sono stati realizzati ed maggiori progressi saranno realizz3:ti con questa unione, che si fa sempre più stretta, tra l'attività i ndustriale e la ricerca scientifica.
• A Roma, nei salone della Vittoria di paiano Vene:ia, il 16 settembre 1931, alle 12, Mussolini riceve «i comandanti dei reparti dell'Armata aerea- che hanno partecipato alle grandi manovre. li ministro deil'Aeronautica, generale Balbo, ha presentato con brevi parole l"impÒnente schiera al Duce», Indi il Presidente del Consiglio pronuncia il discorso q ui riportato in riassunto (Da 1J Popolo d'ltillia, N. 221, 17 settembre 1931, XVIII).
•• A Roma, in Campidoglio, ndl'aula di Giulio Cesare, il 26 settembre 1931, a.lle 10.30, Mussolini presenzia la seduta di chiusura del sesto congresso internazionale d i fond er.ia. In tale occasione, prtteduto da vari or&tod, il Presidente del Consiglio pronuncia in francese il discorso qui riportato. (Da Il Popolo J 'ltaha, N. 230, 27 settembre 1931, XVIII).
Dopo i lavori del vostro congresso ho seguito il vostro giro. attraverso alcune regioni industriali e panoramiche d'Italia. Voi avete. potuto facilmente constatare che anche l'Italia ha marcio.to nel campo dell'industria, malgrado le condizioni obiettive non siano sempre favorevolissime; ma soprattutto avrete potuto constatare che l'ordi ne, la disciplina, la buona condotta, durante e dopo il lavoro, regnano dappertuti-o. Le vostre constatazioni dirette vi forniranno l'opportunità di rettificare molte falsità e sciocchezze, con le quali, in qualche parte, si è- imbottito il èranio degli ing enui o dci malinformati. D 'altrl parte è vostro doveré, come lo è di tutti, di dire la verità.
Il vostro congresso si è svolto durante giorni abbastanza ·movimentati nella storia economica del mondo.
Dal vostro la vo ro e dalle vostre ricerche una morale potrebbe essere tratta ed è questa: che senza la fusione, in uno spirito d i unità, d i tutte le buone volontà operanti, la crisi di cui noi sotfriamo durerà molto tempo ancora. Bisogna b.Yorare perché questo spirito di unità e di collaborazione internazionale, in tutti i possa realizza rsi nell:1. pratica della vita. Allora rrio1ti problemi trover:l.nno la loro logica e feconda soluzione.
Con questo voto, vi prego, signori, di Yoler gra dire il m io più cordiale saluto nel momento in cui, nel nome di Sua Maestà _ il re, dichiaro chiuso il sesto congresso internazionale di fonderia (Il dHcor;o, che il rapo del Gover"no ha pronunciato in francese, è stato sollolinealo frequentemente da approvttzioJ)i e da ed ali& fine salutato da una entusiastica o vazione).
Al CAPI DELLE DELEGAZIONI STRANIERE AL QUINDICESIMO CONGRESSO DI NAVIGAZ IONE
Il capo del Go vemo ba ringraziato i capi delle delegazio ni per la loro visita e S. E. V an Canegam dei sentimenti espreJJi a nome di tuili i presenti. Dopo aver meuo in rilievo i dei lavori del congreuo,
• .(\. Roma, a palazzo Venezia, il pomeriggio dei 26 settembre 193 1, Mus· solini riceve i capi delle delegazioni straniere che hanno part(.'("ipato al quindi· cesimo congress() internazionale di navigazione tenutosi nella capitale. Al saluto rivoltogli a nome di tutti i presenti da Sua Eccellenza V an Canegam, ministro dei Lavori p"ubblici del Belgio, il Presidente dd Consiglio risponde con le pa· role qui riportate in riassunto. (Da 11 Popolo d'!1alia, N. HO, 27. settembre 1931, XVIII).
il DJJce Ji è compiaciuio per l'importanza auunta dalla manif estazion e internazionale.
Questa ha dato modo ai rappresentanti stranieri Qi rendersi esatto conto di quella che è la realtà della situazione italiana, realtà che può essere deformata per preconcetto o per ignoranza, ma che ogni visi.ta· toce obiettivo non può .né misconoscere, né trascurare.
L'Italia fascista è un paese che b vora e non soltanto per sé, ma per recare un effettivo contributo alla pace del mondo. L'Italia f ascista, attraverso la sua esperienza, ha dimostrato al mondo e dimostra ogni g iorno come non vi possa essere fatica feconda senza che domini il principio della disciplina e della coscienza unitaria degli scopi da raggiungere.
Il riconoscimento di questa realtà deve accompagn arsi al. ricordo che . i congressisti serberanno della lo ro Permanenza e dei lavori compiuti in Italia dwante il quindicesimo congresso di navigaz ione. (Le parole del capo del Governo JOno Jtate accolte dai pùì r.li vi cometJJi dei de/e· gati Jlranie rr).
129" RIUNION E DEL GRAN CONSIGLIO DEL FASCISMO*
Erano presenti Jutti i membri del Gran Consiglio, ad delle U. EE. GiJJ!iano e Marconi, aJJenti giustifi cati.
In principio di Jedf{ta, l'o n. D e Ste fan i ha presentato i/ seguente ordine del giorno :
« Il Gran C01uiglio d el faJciJmo , p reJo atto con vivo compiacimt ,Ito della continuità della politica monetaria d el Governo e d elle direlli v'e date per mantener/a immutata' anche nella presente sit_uaiione internazionale, riaflerma che ltt stabilità defla valTita - ba.ra/a .rul/'eq ui/ibrio della bilancia dei pagamenti e garantila dalla avvenuta deflazione della circolazione, d alle precostituite riserve e d all'adeguamento dei prezzi de/Je merci e d ei urt-'hi al livello delia nOstra moneta - è ne.ceJJaria ed è conforme ai reali i11tereJJi economici della nazio11e ed evita nuovi perturbamenti (lei rapporli di distribuzione cbe graverebbero, come è Ila/o JO· lennement e affermato do/ Duce nel discorio di Peiaro, Jul popolo italiano lavoratore e risparmiatore» .
Quest'ordine dd giorno è stato appro vat o pu acclamazione.
• Tenutasi a palazzo Venel.ia il ottobre 193 1 (ore 22·1.30); (Da Il pq polo d'lralia, N. 2 ottobre 19H, XVJIJ).
Il ;egreta,·io del Partito ha fatto una lunga "relazione mll'aJtività del Partito ed ha comunicato le uguenti cifre degli iscritti: Fasci di hallimento 803.082,- Fasà femminili 11 9.J28j giovani 3 0.759. Ha poi comunicato i .dati con(erntnti gli iscritti Associazioni dipende-nti dal Partito: Pubblico impiego 165.163; ferrovieri 115 .589/ post4· legrafonìci 61}.159; dipendmti dalle aziende dello Stato 60.4 89; insegnanti delle qua/Ira sezi oni dell'Associazione fauista de/1(1 sello/a 97.831. Totale: 500.221.
Il segretario del Partito ha quindi riferito sull'attività svolta dal Par· , tiJo in tuuì i ca"!pi: politico, Jindacale, corporativo, propag andistico, aJJistenzia/e, spOrtivo, e sull'opera di revisione svolta, che ha docum entato /11 grande efficenza morale e politica del ParJito sleuo.
Ha aaen 11a/o a/Je diretlive che il Partito deve seguire n e/1',11/ua/e periodo storico dellA tJita italiana e mondiale.
Aila diHuJSione sulla relazione del segretario del Partito hanno p'arteripato le U. EE. De Bo,io, BoJJai ed A rp inati.
Ii D11ce ha part ecipato alla dùcuuione riaJmmettdone la/uni e/ementì eJSenzìalì.
130" RIUNIONE DEL GRAN CONSIGLIO DEL FASCISMO*
Erano presenti tutti i membri del Gnm Consiglio, ad euezimze di S. E. M arconi msen/1! giustificato.
Facendo seguito all'argomento trai/alo ne/1,1 udttla pruedetttt, ii Duce ha rimmnto la diJCu uio11e mila relazione del ugreta fio del Par· , tito ed ha presenta to il seguente ordi ne del giorno:
« Il Gran Consiglio prende atto con soddisfazione dello sviluppo del Partito e delle dipendenti1 quale risulta dalla relazione del segretario del Partito; approva l'opera da lui svOlta con vigile senso del dovere fasci sta, intesa. ad imprimere alle forze del Partito Ja comprens.ione e la disciplina che l'attuale mo.mento più_che mai esige, onde il PartitO assolva i compiti che lo Statuto gli assegna e che specificamente in questo momento sono di vigilanza, di collaborazione e di perfezionamento di tutte le attività del regime; di approfòndimento della dottrina fascista con là parola e soprattutto con l'esempio jn semp re più
• Tmulasi a paiano Venezia il i ottobre 19 31 (ore 22·2) (Da Il Pr;pa/o N. 2}5, 3 ottobre 19, 1, XVIII). .
vaste masse dd popolo italiano; di prOpaganda all'estero per far CO· noscere il fascismo al di fuori delle contraffazioni straniere nella sua portata universale».
· L'ordine del giorno è stato approvato per aulamazione.
PaJsando al secondo comma dell'ordine del giorno, il Duce ha parlato un'ora facendo la relazione sul/a situazione interna ed internazionale.
Hanno preso la parola le U. EE. Bottai, Rocco, Acerbo e Grandi, e gli onorevoli Turati, Razza e Benni.
A CO'!cltJJione, è Jtato votato il eJguente ordine del giorno:
«Il Gran Consiglio del fascismo, udita l11 relazione suJla situazione interna e internazionale, ritiene che i pro vvedimenti presi tempestivamente dal Governo fascista unit11mmte alle predisposte opere auistenzùtli permetlano di fronteggiare la crisi durante l'aumento inevitdbile de/la disoccupazione stagionale,· e per qt{(tnto concerne la situazione mondiale, il Gran Consiglio dichiaffl che eua n on si avvierà a riJoluzione senza 1'11pplicazion e di misure d a prendersi senza indugio che investano in primo luogo il problema globale degli armamenti e delle rip,mnioni.
«Il Gran Comiglio approva perciò J!opera svolht recentemente d G{ne11Ta dal ministro Grandi, che è riuscita, mperando pregiudizi e difficoltà, a porre la questione imernazionale degli armammti sopra un piano realistico e concreto; ed approva altresì l'opera svolta dal ministro Bollai, che nel campo dei rapporti uonomici ha portato co1t la sua proposta sul pi11no di un'azione internazionale Istituti tipici creati dalla ritJoluzione fa.Jcista ».
131' RIUNIONE DEL GRAN CONSIGLIO DEL FASCISMO*
Erano presenti tuili i membri del Gran Consiglio.
Il segretttrio del Partito ha riferito sul quinto comma ·de/J'ordine d el giorno: «Relazione sul movimento giovanile».
Il Duce ha e!tlmina/o alcuni punti della relazione stessa ed ha presentato il seguente ordine del giorno, approt•ato all'unanimità dai Gran Consiglio:
«Il Gran ConsigliO, udita la relazione del segretario del P.N.F sullo sviluppo delle forze giovanili, l'appro\'a; rivolge un elogio al co-
* Tenutasi a palazzo VenC"Zia il 6 ottobre 19}1 (ore 22·1). (Da 11 Popolo à' llalitt, N. 238, 7 ottobre 1931, XVIII).
mandante dei Fasci g iovanili, onorevole Scorza, per l'opera: da lui svolta, che dovrà essere costantemente rivolta a perfezionare l'organizzaziofle; saluta i quarantamila giovani fascisti, che, in rapprcscn!ànza degli altri scicentomila, sono convenuti a Roma a celebrare il loro primo annuale di fedeltà alla causa della rivoluzione fascista»
PaJJando ttfla t rattazione del quarto comma J;li'ordine del gio;no : <.<Relazione sutld Milizia», ha riferito ampiamente S. E. T eruzzi, la mi relazione è stata accolta da applami. E seguita la dùcmsione, a mi hanno preso parte le LL. EE. De Bo'no, Balbo ed Acerbo .
11 Duce ha ria.mmto la diJcuJJione, a eone/miane della quale è stato votaJo il ug11en te ordine del" giOrno:
«I/ Gran Cmuiglio del fa.sciJmo approva la relttzitme f attd d.:1/ camerata Teruzzi sulla <4llivitlt svolta dalla M.V.S.N. nelle sue varie cùtlitJ e Mluta la guardia della rivoluzione1 sa/dame111e inqiNJdra111, spirilualmmte e /unicamente armata, pront a umpre a servire la patria e la dd f aJcismo ».
Sul terzo comma dd ,giomo : «Preparazione dd de cen-· naie», il Duu ha e1poJto le linee della prepr<razione della M ost i-a del fascilmo, preparttZio ne affidata et S. E. l'onorevole Alfieri ed all'onorev ole Famto Bianchi.
E stato i ncaricalo il Direttorio nazionale del Partito di impa,-tire disposizioni per la celebrazione del IX ttn11fltde della marcit1 SII R oma .
Al GIOVANI FASCISTI*
G iova ni fascist i!
Voi meritate il mio elogio. Da una parte all'altra d'Italia avete marciato, è il \'OStro stile, rapidamente e in o rd ine perfetto. Vi siete presentati e avete sfilato in modo superbo. Co n lo stesso ordine rigu adagnerete le vostre sedi, portando il ricordo. di questa vostra t rionfale giornata romana. Vi ·ho chiamati Fasci di Combattimento; dungue il combattimento voi non Io dovrete mai temere. La rivoluzione fascista è circondata da molti' nemici e voi li combatterete dovunque, senza tregua. Voglio dirvi che i giovani fascisti, prima di giungere ai posti di co-
* A Roma, ntll!l- piazza d'armi dti Parioli, la mattina. ddl"S ottobre 1931, Mussolin.i" p.usa jn rivista quarantamila giovani fascisti convmuti nelb capitale da ogni parte d'Italia in occasione del primo annuale del,la fondazione dei Fasci Giovanili di Combattimento. T erminata la rassegna, il Presidente del Consiglio rivolge ai giovani le parole qu i riportate. (Da I l Popo/ç d'!lnlia, N. 240, 9 otto· bre 1931, XVlH). ·
mando, debbono servire con fedeltà e in silenzio ai posti di obbedienza. Cosl farete per la gloria del re e per la potenza delhi patria. (Quando il D!J(f ha finito, dall'immema adunala col fragore tuono, il grido di: «A noi!>>. I giovani fa;ciJti levano in altf? i loro gagliar· detti e Jvento/ando/i gridano con slancio irreJistibile: «Duce! Duce!». A questa dimoJtrazione si auociano le tribune e lutto il pojJolo, applaudendo entmiasticamenJe).
3Ir RIUN IONE
DEL CONSIGUO DEI MINISTR·I *
(+)In seguito, su proposta del capo del Governo, ministro dell'Interno, sono stati approvati:
1. - U,1 diJeguo di legge col quale si conferiscono al Governo speciali pàt.eri per l'emanazione del mwvo t nto u uico della legge comunale e provinciale, Già coi va;i provvedimenti emanati in regime fauisla per la riforma delltt l egge comunale e provinciale, 9"al1 /'i.rtituzione dell'ordinamen to podntarile e de( govematorato d i Roma, la riforma dell'amministrazione provinciale e della Giunta provinciale amminist;ativa, la sJatizzazione dei segretari cotmmali, ecc., il Governo em stato auio· rizzato a coo rdinare e riunire in testo unico lf1/le le diJposizioni vigenti in materia. Senonché, in sede di e/.:1horazione del nuovo testo, ormai quasi ultimato, si è ravvisata l'oppor/unità di anche disposizioni n11ove, sia per dare una trattazione pitì organica alla materia, sia per colmare alcune /aame rimi/ate ttella e mesù in rilievo d alla dottrina ' · dalla giurisprudenza. Era qtlindi necess:;rio accordare al Governo una nuo"va e più ampia d el ega legislati'l'tl. Al che mira, appunto, il disegno di legge suaccennato
2. - Un disegno col qflale si proroga di un anno il t ermin e per la reviJione degli Enti ed Auociazìoni che hanno facoltà di proporre . candidati per le elezioni politiche. ·
3 . - Uno schema di provvedimento legislativo col quale_ si 5tabiiùce di d n o/vere alla provincùt di Venézia il patrimonio deii'Opera pia manicomio di San Servo/o i- San Clemente, per !'auiJtenza degli alie· nati poveri appartenenti aJ/a provincia medesim a. Il provvedimento, mentre da 1111 lato risolve le controversie verlenti fra le varie provincie inte-
• Tmut:asi il 12 ottobr.e 1931 (eire 10-13). (Da l/ Popolo d'Italia, N. 243, 13 ottobre 193 1, XVIII).
rnsate nel p4trimonio di quell'Opera pia, dall'altro mira ad il migliore funzionamento dei servizi manicomiali 11 Venezia.
4. - Uno schema di provvedimento legùlatìvo col si apportano ahune modifiche al regio decreto legge 28· febbraio 1930, numero 197, tirca la siitemazione degli edifici ospeda/ieri di Venezia.-
5. - Uno. schema di decreto che approva· il _regolamento. per lA diJciplina igienica della produzione e del commercio delle dcque gauose . 11 provvedimento attesta l'intereuan;ento del Governo fascilla per tutto quanto al/iene alla lutel<t dell'igiene e della sanità pubblica.
NEL SESTO ANNUALE DELLA FONDAZIONE
DEL CORPO DI POLIZIA METROPOLITANA*
Ufficiali! Sottufficiali! M etropolita ni!
Vi siete presentati cd avete sfilato in maniera perfetta. Vl tributo il mio elogio. Siate sempre più degni della simpatia di .Roma. (Acclamazioni vibranti da parte della folla hanno accolto le. parole del Duce, mentre le· mmiche intonavano <<Giovinezza»).
ALLA RIUNIONE
li capo del Govemo, nell'aprire l(1 uduta, ba posto hz rilievo i'imporldnZa dell'ordine del giorno del Comitat o e ha dato la parola al ministro delle Corporaào11i mi primo argomento e cioè sull'atJiviià con/r(/IINaie delle associazioni professionali. ( +)
11 capo del G overno ha ricordato i p11nti pùì salienti della relazione1
• A Roma, all'ippodromo di villa Glori, la mattina' del 19 ottobre · 19.H, in occasione del sesto annuale della fondaz.ione del corpo di Polizi a metropo· litana. Mussolini passa jn rivista lo stesso e premia i metropolitani che hanno compiuto atti di valore. Indi assiste alla s.fi.Jata delle truppe. Terminata la sfi lata, il Presidffite del Consiglio rivolge ai reparti le parole qui riportate. (Da Il Popolo d'/Ja/ia, N. 249', 20 ottobre 1931, XVITI).
•• A Roma, a palazzo Venezia, il pomeriggio del 19 ottobre 1931, M ussolini presiede la riunione Comitato corporativo centrale. Jn tde il Presidente del Consiglio fa le dichiarazioni qui riportate in riassunto. (Da Il Popolo rl'llaliA, N. 249, 20 ottobre 1931, XVJJI).
dimostrando tulta l'importanza e la d elicatezza dei problmii posti i n eJJere da questa. .
. Egli ha li,meggiato la differenza obieuiva eJÙiente tra dgricoltura ed industria e la necessità di diJcriminare nelle diverse branche dell'attività industriale quelle nelle quali il livello salaria(e non sia suscettibile di ulteriori riduzioni.
Egli ha poi accennato sinteti:amente alle attuali condizioni economiche del/'agricolJtJra e alla neceuùà di fissare tmche in questo' settore delle basi Jalariali sicure per le diswuioni contral/uali. Ha manifestato la sua approvazione per la tendenza d ella Co nfederazione dei lavoratori agricoli a mperare la salariale per mirare, invece, a fissare i braccianti alla terra; ha dimostrato, però, cbe questa attività va compiula con metodo e con prudente grad11alità. ·
Anche nel/'agricollura occorre eumzinare quale sia il livello salariale delle diverse provincie e sopra/l/IliO preoccuparsi se al salario .ti aggiunga anche una certa continuità di l avorQ.
Al DIRETIORl FEDERALI . DEL P.N.F. *
Il Dtue ha innanzitutto pasJato in rasseg11a alcuni recenti avvenìmenti di vita internazionale per trame materia di espnienza all'azione futura. Partico lttri accenni egli brJ a liuto alle i di . carattere politico ed ec_onomico cbe banno colpito alcuni S!ati di Europa, di fronte ttlle quali l'Italia frJuista ha potuto vigorosamente conservttre tutle le JtJe posizioni.
Per quanlo riguardtt la lira, il mondo int ero ha dimostralo neJ/a nostra valuta la più grande fiducia, perché ;a che la lira è esponente di un popolo laborioso e di 11n Governo f orte.
Anche nell'ordine politico_, eventi importanti Ji Jono com piuti. A questo proposito, il Duce accenna agli accordi recentemente av venuti con la Santa Sede fra il comemo del popolo italiano.
S. E. il capo del Governo ha poi riaffermato i principt cui JÌ ispira lo Stato corp orativo, principi che avranno semp re maggior .tvìluppo nel/'inlereue 1olida/e degli individui e dello L' Italia faJCista ha d1111 ·
• li 23 ottobre 1931,. 1lle 12.15, proveniente da Roma, Mussolini era arrivato in 1uto a Gaeta, e si era imbarcato subito sul panfilo Il 24 ottobre, verso le 10, sbarca. a Napoli. Circa le ·11, nella sali Maddaloni, tiene a g ran rapporto i Direttori federali del P N F. In tale occasione, il Presidente del Con· siglio pronuncia il discorso qui riportato i n riassunto. (Da Il Popolo d'Italia, Nn. 253, 254, 24, 25 ottobre XVlll).
OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI
que tali f orze da ' p oter f' esi.Jtere ttn che se la crisi doveJJe con tinUare. N eil'ordine economìro, Fav er rifiùtato prestiti dall' estero ci pone in una situazion e particolarment e p rit,;ilegiata e Jicura; nell' ordin e morale, il f asà Jmo è il sutcitatqre e il creatore di una nuo va àvilta. ..
Afa 110n ci si d e ve abbandonare a facili ollimìsmi pemando che .Jutte le pro.ve siailo superate e che si po!sa dimostrare la proptùl f edeltà al regime solamente in t empi eroici. Occorre la perseverante opera quotidiana com piti/a da l ntli gli appartenenti al Partito, che de von o continuare a sentirsi sempre più camerati, combaltenti per una sUJM idea, fra lorO distinti soltanto per valore e per fedeltà.
n tempo ihe non si cerchi di interpretare più come un privilegio militato nelle fil e del Partito da maggior num ero di anni. 2 queJio un legittimo ·orgoglio di col oro che tanto .racrifuarono e hmto operarono · per il trionfo della rivoluzione delle camicie nere, ma 11 0 11 può co.Jtituirc 1111 ostacolo di nJtove for Ze nelle fil e del f a· Jchm o, come no11 può eJJere -argomento Jrtffirente a nuove revisioni degli ùcrilli al Partito Q ueste revisioni furono g ià falle S II !ar"ga scala; d'ora in avanti saram;o eliminati soltanto i singoli che si renfleuero in· degni di veJ!ire la gloriosa camicia mra per ragioni morali o politich e.
Il Duce paua quindi a dare alcune iJtmzioni ai gerarchi della provincia1 in vitando/i a JtJO!gere più efficace propaganda ( d a aggirmgerJi a quella orale che pro ficuamente si compie ad opera d el Partito ) , quella cioè che comiste nell o scendere sino ai capillari d ella 1M2.ioue ascoltando con pazienza e operando con giustizia1 anche u questa debba talvolta eJsere ·severa. La deve eJJere usata contro le stJfUrJtiti, u ppur eJigue, f o,-ze de/J'amifauism o, · Je quali però ni ent e t olgono <11la mi· rabile comptJI!tzza d el popol o ilaltano, per le cui virJJÌ il Dua ba ·avfllO accemi commossi, d efinendolo veumente: deg no dell'appellativo d i g rande popolo, s"puial mmt e dimost ratosi tale nelle difficoltà economiche di quesJ'ora,
U n vi vo elogio S. E. il capo del Governo ha rivolto anche t1gli organi dello Stato rhe adeguatamente provvedono al biJogno di" una nazione ormai J or/e di milioni di cittadiui.
Infine il Duce htt rievocato due nobili figure di f ascisti sromparJi: Michele Biant hi e A flr elio Padovani1 ed ha chimo il 1110 dù corso con tm in vito all'opera fascùta: Camerati! Al lavoro! ( Q11ando le u ltime, com mosu parole del D11a cadono JUII'udit orio, v'è co"!e 1m alfimo di sil emio. Pare che in quell'a ttimo Jia Jpiritualme nte presmte il nobile popolo italiano evocato dal Dttce Poi t rdvolgmu, pro· rompe in acclamazioni. l!. un urlo di I"WJore e di devozioue /J Duce Jj irrigidisce e poi il mo volto Ii u hiude in un sereno sorrÌio, mmJre la manifeJtazione raggiunge ancora un tono più alto e commovente)
AGLI SQUADRISTI NAPOLETANI*
Siate semp re più degni della trionfante e invincibile rivoluzione delle camicie nere (Gli squadrùti rispondono commoui con il grido noi!>)).
IL LABARO
ALLA QUINTA LEGIONE UNIVERSITARIA**
Dinanzi ai militi irrigiditi suli' « allenti!», il Duce t"icorda che egli stesso volle dare a fjllesto repmto il nome glorioso e immortale di Goffredo Mameli, percbé ;I mo sacrificio servisse di monito e d'esempio. (Le parole del Duce sono accolte con entmiaJtiche grida di ((A noi!)) dei goliardi, cbe brandisrono i11 allo le baio nell e, mentre d'intorno gii sludeuti di tuJJi gli IstiJuli napoletani intonano «Giovinezza»).
• A Napoli, la mattina d el 24 ottobre 1931, terminato il gran rnp porto, il d eputato Giovann i Marcsca, Donnorso di Serracapriola, viccpodestà della citt:ì. e presidente del!·Accademia nazionale di scherma, offre a Mussolini «una spada del cinquecento, che appartenne a un patrizio partenopeo di casa Carafa L'arma è stata (Onsegnata da81i schermidori olimpionid Re-nato Anselmi e Arturo De Vecchi, e dai maestri Purcaro e Gerace Il Duce ha sguainato la spada, ammirandone l'arabescatura e la salda fattura e ha ringraziato g li offerenti. Il Duce esce quindi da palazzo M adda loni per recarsi a bordo dell·Aurora 1>. Alle 14.30, visita la sede della Federnio ne _provinciale fa sci5ta di Napoli sita in via .Medina, dove, tra l'altro, passa in rivista gli squad risti partenopei. Poi ri volge loro le parole qui riportate. (Da 11 Popolo d'Italia, N. 254, 25 ottobre 1931, XVIII).
•• A Napoli, il 24 ottobre 1931, verso le 15.30, nel cortile del Maschio Angioino, Mussolini passa in rivisla la quinta legione ed i g ruppi universitari fascisti. «Quindi il fid uciario del G.U.F. presenta al Duce il gag liardetto che i goliardi offrono alla legione universitaria. · Il Duce lo affida alla legione » ; poi pronunciA. le parole qui riportate in riassunto (Da Il Popolo d'Ita!id, N. 254, 25 ottobre 1931, XVIII).
. ELOGIO ALLE DIRETTIVE SEGUITE DAL BANCO DI NAPOLI •
S. E. Muuolini ha rivolto Un vivo elogio ali'on. Frignani, perché egli .segue le direlfive della Jttggia er:onomia e in modo particolare .si è compiaciuto per ,,, rreicente affluenza delle rimeue degli emigranti, ciò cht! dim o.Jtra la fu:lncia nella lira che hanno questi n osJri ·connazionali Iparsi per m ondo. (Le parole del Duce sono state appltJuditiuime).
AL POP()LO NAPOLETANO**
Camicie nere ! Popolo napoletano l &co che ancora una volta il destino benevolo mi offre la ventura di sentir battere all'unisono con il mio il tuo vecchio, grande e gene4 roso cuore, o popolo napoletano. (Applausi scroHÙmiJ). la ·prima volta, or sono nove ·anni_. quando convocai a Napoli la generazione di Vit· torio Veneto, io questa stessa piazza, posi un dilemma che metteva in gioco non la vita di un uomo, evento trascurabile, ma le sort i di un movimento e l'avvenire di un popolo. (Si grida: « Vilta il D uce! Vh·a la rivÒ/uzione f'ucifta! )>).
Dissi allo ra : «O cederanno il potere o lo ». (A rdamaz iom). Dopo quattro giorni, Ja promessa fu rigorosamente man· tenuta.
Tornai due anni dopo, quando un pug no di mistificatori , di mi·
• A N apoli, il 24 ottobre 1931, verso le 18, dopo aver visitato vari lsti· tuti, Mussolinì si reca alla sede del Banco di Napoli, dove, nel salone p rincipale, presenzia il discorso pronunciato dal deputato Giuseppe Frignani, direttore generale d el Banco, che espone ((l'attività svolta e i ri5ultati conseguiti dal Banco, da quando i provvedimenti_ del Governo nazionale segnarono l'inizio di una nuova fase nella vita dell'Istituto » . Indi il Presidente del pronuncia le parole qui riportate in riassunto. (Da TI Popa/() d'Italia, N. ottobre-· 19}1, XVIII).
u A Napoli, la matti na del 25 ottobre 1931, l'incrociatore Triwe, le opere del porto, il nllovo quartiere Luzzalli,. Poi Pompri ed Ucolano.
·Rientrato a Napoli, nel pomeriggio, in piana del Plebiscito, dal balcone della prefettura, pronuncia il di5corso qui r iportato. (Da Il Popolo d'It.Uitt, N. 27 ottob re 1931, XVIII). ·
stificati, di delusi e di illusi pretendeva, con fiumi di parole inutili, di fermare il passo alla rivoluzione vittoriosa. (ApplauSI).
Venn i qui per Constatare la realtà dei problemi che più vi assil· ]avano.
Il 2 1925, vigilia di quel 3 gennaio che rimane una delle d11t_e fondam entali della rivoluzione fascista, l'orga no che io avevo creato per far riguadagnare in pochi anni il tempo perduto in mezzo secolo (applausi viviuinu) entrava in funzione.
Nella mia rapida, ma tuttavia molto attenta ispezione di questi giorni, ho constatato che i miei ordini sono stati eseguiti. (Applmm).
Napoli è ora degna più che mai di rice\'cre l'ospite augusto che da Torino, blluardo d'Italia durante il Risorgimento, viene tra voi il 4 no· yembre ( applausi vivùsimr), giorno memorabile che fa balzare il Cuore, nei nostri petti, di orgoglio e di commozione; voi lo accoglierete con il vostro più impetuoso entusiasmo c gli ripete rete il vostro giuramento di devozione indefettibile nella monarchia e nella dinastia di Casa Savoia.
(LA folla prorompe in u11a grande ovazione a Sua M aestd il ed a Sua Altezza il principe di Piemonte). Io ero: sicuro che torn!lndo qui per la terza volta avrei trovato la stessa passione e lo stesso- fervore. (ApplauJi. Si grida : «Più grande che mai!)>) 11 fascismo sta diventando qui un vero e proprio costume di vita e si è disposato al -vostro non mai smentito patriottismo. (La fo lla prorom pe in mza imponente manifeJtazione al grido di: «Viva il Duce/ » ).
Dovrò dungue ricordare agli italian i, più o meno immt:mori, che nel lont.ino lug lio 1820, nella vostra terra e fra la vostra gente si ebbero i primi aneliti per la unità e la indipendenza della patria? E non trovate voi qualche cosa di arcano nd fatto che fosse un quel condottiero di eserciti che ci condusse alla vitto ria, sigillando, dopo un secolo, il ciclo che avevano iniziato gli ardimentosi di Nola ? (Applarni viviuimz). ·
Durante- questi nove anni ·molto abbiamo operato e la mole della nostra opera è cosl schiacciante che ammutolisce quelli _che si abbandonano ancora alle vociferazioni sordide, inutil i e vili. (Acclam"aziom).
Ma molto di più avremmo fatto se, alla fine del 1929, quando la nostra nave era g ià in viSta del porto, non si fosse scatenata la bufera mondiale che cl ha costretti a rallentare il ritmo della nostra fat ica. Quali sono le direttive in fatto di politica della rivoluzione fascista, sulla soglia dell'anno decimo?
. Sono precise ed immutabili. Non sono pochi, oggi, nel mondo, coloro che affrontano i problemi della ricostruzione europea dal nostro punto di vista
Sono paSsati nove anni da quando l' Italia fascista, a Londra, pose
il problema delle riparazioni e dei debitì1 nei te rmini eh:! oggi sono all'ordine del giorno. Ma: noi ci domandiamo: dovranno ' 'era.Jl"ente p assare sessanta l!J.Ilghissimi anni «no! no!)>) prirria che si ponga la parola fine (vo ci: «no! 110/ ») alla tragica contabilità del d are .e dell'avere spuntata sul sang ue di dieci milioni di giovani che non vedranno più il sole? (La folla rilponde ancora in cadenza:« No! No!») .
E sì può dire -che esista una uguaglianza giuridica tra le nazioni quando da una parte stanno gli armatissimi fino ai denti e·dall'altra vi Stati condannati ad essere inermi? (ApplauJi vivis.simr). E come si può parlare di ricostruzione europea, se non verranno modificate alcune clausole di alcun i trattati di pace che hanno spinto interi popoli sull'odo del baratro materiale e della disperazione morale? ( Applausi prolunga/t). .
E quanto kmpo dovrà. ancora passare per convinccrcl che ncll'ap· parato economico del mondo contemporaneo c"è qualche che si e · incagliato e forse spezzato? Queste sono dir.ettive precise con le quali si serve la vera pace, la quale non può essere dissociata dalla giust izia, altrimenti è un protocollo dettato dalla vendetta, dal rancore. dalla pawa! (Acclamazioni ripetute al Duce. La dimo;trazione si protrae m m · tre dalla folla si agilano gagliardetti e bandiere).
Nella politica interna la parola d'ordine è questa: andare decisa· mente verso il popolo, realizzare concretamente b. nostra ciyiltà eco· nemica, che è lonta na dalle aberrazioni monopolistid_1e del -bolscevismo, ma anche dalle ·insufficenze stradocumentate d ella economia liberale. (Acdamaziom). Non abbiamo nulla da temere.
Le plutocrazie degli altri paesi hanno troppe difficoltà in casa loro per occuparsi delle nostre questioni (voci: «bene!», ilarità, applausi scrosciantr) e deU"ulteriorc sviluppo che vogliamo dare alla nostra rivoluzione. Se ci fossero d ei diaframmi che volessero interrompere questa comunione diretta del regime con il popolo, diaframmi di interessi di gruppi e di singoli, noi , nel supremo inte.rcsse della nazione, li spez· zeremmo ! (Questa ultima parola è pron11nciata dal D11ce scan· dendo le sillabe. Le acclamazio.1i della folla raggiungono una intensità grandiosa).
La crisi mondiale, che non è più soltanto economica, ma è ormai, soprattutto, spirituale e morale, non ci deve fermare in un stato di abulia o di inerzia: tailto maggiori sono gli ostacoli e tanto più prc:· eisa e diritta deve essere la nostra volontà di superarli.
Napoli è profondamente trasformata: ne fanno testimonianza gli italiani e g li stranieri. Ma non basta: Napoli deve. vivere; e sin da questo momento d eve segnare le sue direttrici per l'azione del domani.
Sono cinque: prima di tutto l'agricoltura, deve trovare sbocchi
per i prodotti de lle vostre terre ubertose ; poi l'industria, per la quale devono esserci i lavori che le leggi hanno stab ilito; la navigazione, che nel vostro porto, completato e am modernato, deve fare rifiorire i vostri traffici; l'artigianato, che documenterà al mondo h maestria, la genialità dei vostri artigiani; finalmente il turismo, poiché voi potete offrire al mondo panor:tmi incantevoli e città dissepolte che non hanno uguali sulla faccia della terra.
Se le vostre classi _dirigenti marceranno de<:isa.mente su queste dirett ive, Napoli avrà il suo benesSere e sarà anche aumentata l'efficenza generale della nazione. (Applausi pro!tmga/J).
Camicie nere!
Quando nel 1935 saranno ·comp iuti molti altri lavori, e l'ospedale ed il sa natorio e la st azione marittima ed il ·monumentale palazzo de1le poste, e d altri quartieri della vostra città sa ran no stati risanati, il 24 mag· gio del 1935, q uando non solo voi, ma tutti i combattenti e tutti gli it.1 lian i 3.ssolveranno, inaugurando il monumento a Arma ndo Diaz scùmti applaPSI), il debito di riconoscenza verso l'artefice della v ittoria, voi mi riudrete a questo balcone (voci : «ti vogliamo frimd! )}) e troverete che non sarà cambiato nulla in m e: né lo spirito; né la voce, né la volontà, e che tutte le mie promesse ancora una volta saranno state f edelmente mlntenute. (Ap plallsi scroscùmll).
Popolo napoletmo! Camicie nere di N apoli e della Campania!
A chi i più alti doveri dell'Italia fascista? ( LA folla immensa ripet e ad una sola «A 110i.' »).
N EL NONO ANNIVERSARIO DELLA MARCIA SU ROMA*
Questa yostra imponente adunata è la prova della compattezza e della forza del fascismo romano.
Oggi, in tutta Ita lia, milioni di cittadini si sono raccolti attorno ai simboli del Littorio. Andiamo gagliardamente verso l'anno X. Sarà aspro, ma lo supereremo.
• A il ottobre 1931, alle 18, Mussolini si era imbarcato sul panfilo • Gli fanno corona le alte gerarchie e le autorità di Napoli. Egli chiama l" alto commissario S. E. Castelli ed ìl segretario federale, avvocato Schiassi, esprime loro il suo compiacimento per queste due giornate gloriose, che hanno d1mostrato al mondo l'inestinguibile vitalità del regime fascista Cado no gl i ormeggi e la nave si avvia ». Il 28 ottobre 193 1, alle 18, a Roma, le camicie nere che avnoano partecipato all'adunata per la celebrazione del nono anniver-
la rivoluzione f ascista! (Le parole di S: E. M ru soli ni v engono salutate ·da una riu novttta, imponente manifestazione. l giovani fa tci.sti · i l oro fazzoletti ·giallo-roui,. gli al fi eri i l oro gagliardetti, · la maJJa protmde il bra(riO al .saluto roma no ed tlalama, e illlanto l e mmiche fanno squillare l e 110te di «Giovinezza». Il D11c"e si tra!liene ancora iJtante al balcone e poi si ritira, fflemre al SitO indirizzo continua calorOsa, vibrtmle, appaiiiqnata, la dimostrazione di omaggio ) .
AL SESTO CONGRESSO DELLE CAMERE DI COMMERCIO ITALIANE ALL'ESTERO*
A ccolt o da tma rùmo wrta, imponente manifestazione, ha ,infi'ze preso la parola S. E. il capo del Governo, il quale ha Jidt•la ltJ i p_(lr!edpanti al co ngrn so, rivolgen do loro parol e improntate a senJimmli di grand e simpatia per l'o pera che essi svolge ranno
Egli ba invitato i co ngressisti ad e ssere m/le loro diHunioni p ratici ed adermti alJ.'a/l!lale situaziom: mondiale. ]no/tre li ba nortati ad ocmparsi 11011 Jo/o d ei problemi dell'esportazione, ma anche di q uelli dell'importazione; e, Joprattutto,. a collaborare colle forz e economiche dei paesi nei q uali le- Camere di. commercio svolgono la loro a/Ji vilà . l nfine ha d ichiarato aperto il congresso nel nome di Sua M deiià i l re. (Al termine d el s11o dùcorso, !tmgamenle appla11dito, il D II{e ha lasciato l'aula di G iulio Cesare, fra le vibranti acclamazioni dell'au em bl ea)
sario della marcia su ROma, si portano in piazza Venezia acclamando a Mussolini. Il Presidence del Consiglio appare sul balcone centrale del palazzo e pronuncia le parole qui riportate (Da Il Popo/ç d'IJaJia, Nn. 255, 257, 27, 29 ottobre XVIII).
• A Roma, in Campidoglio, nell'aula di Giulio Cesare, la mattin.a d el/' 8 novempre 19'3 l, Mussolini in3ugura il sesto 'congresso delle Camere di commer· cio italiane aH' estero In tale occ-asione, preceduto da vari oratori, il Presidente del Consiglio pronuncia il discorso qui ript>rtato in riassunto. (Da 11 Popo lo d' /Jif· /ia, N . 267, 10 novembre 1931, XVlll).
318• RIUN IONE
DEL CONSIGLIO DEI MINISTIH *
Il capo d el Governo ha prnmlato al Comiglio uno schema di provvedimento per la creazione di un Istituto per int-'estimenli industriali per l'esercizio del credito m obiliare. Da molto tempo in Italia è la di 1111 Istituto di credito che poJJa svolgere la ma attività a beneficio delle forze produllrici del paese, mercé la conceuione di mezzi fimmzùtri a m edio termine, e quindi COfJ maggiore respiro di quanto poJJano fare alt ri Enti. L'alfuale periodo eco nomico ha rno tale necesiità, che, del resto, anche altri Stati, solto la pressione delle vmmo affrontando in questo momento . Viene all'uopo fondalo 1111 apposito lstimto. con non meno di mezzo m iliardo di capitale,· J'cutitJ del capital e, il caratlere degli Enti che lo conferiranno, tra i quali è in prima linea la Cana dei depositi e prestiti, la severittl con mi viene disciplinata J'amminiJtrazione dell'Ente, le speciali concesse aJsi mrano che tale Ente p otrà esplicare opera efficace per lo svolgimento d ell'economia del pane, fornendo, nel tempo sleuo, un sicuro i mpiego al risparmio, che verrà così convogliato verso i migli ori scopi produJJivi de/111 nazione. Si avrà, inoltre, il grande vantaggio che le banche operanJi special mente (011 la raccolta di d epositi, sollevate dalla prt>ssione delle per le indtJJtrie; potranno meglio assolvere le loro nalurali frmziofJi d i diJtriblltrici del credito d termine pd proporzionttto con la 1Mitlra delle opf!razioni. ( +) **
• Tenutasi il9 novembre 19 31 (ore 10-12.30). (Da Il Popolo d'Italia, N. 267, 10 novembre 193 1, XVUJ).
**Nella riunione, tenutasi il 10 novembr e 1931 (ore- 10·11.30), il Con· siglio dei ministri approverà provvedimenti relativi all'agricoltura e ai lavori pubblici, Nella noa riunione, tenutasi il 19 dicembre 19:H (ore il Con· siglio dei ministri approverà « numeros i e import i.nti provvedimenti -.. ed esami· nerit il bilanciQ preve-ntivo dello Stato. (Da li Popolo d'Italia, N n 268, 302, 11 novembre, 20 dicembre 193 1, XVJII).
EMANUELE FILIBERTO DI SAVOIA. ALLA CAMERA DEI DEPUTATI*
Camerati !
Le parole testé p ronunciate dal Presidente di questa Assemblea, parole nelle q uali voi avete sentito vibrare la commozione • del vecch io combattente al ricordo del suo Condottiero, interpretano certamente i l vostro sentimento, quello del Governo ed il mio.
La scomparsa del Duca d'Aosta fu veramente .un lu tto per la nazione. I sold.:tti de lla Teiza Armata, ch e lo avevano. v isto per lunghi indimenticabili ann i loro capo e camerata nelle dOli ne del. Carso, tra . San Michele e l'Herrnada o sulle rive del Piave, rivissero quei momenti che- furono epici sino ad e:!>sere sovr uma n i. Le memorie fe.:ero groppo aiia gola. q uando i f anti superstiti seppero che colui che aveva guidati ne lle battagl ie al la vittoria, aveva scelto la necropoli · di Redipuglia per d ormire tra i suoi caduti, a scelta delle frontiere inviolabi li, il sonno ddfetern ità,
Non meno profondo fu il dolore del popolo che nd Duca d ' Aosta ammirava le v irtù tradizionalmente sabaude dd principe e del cittad ino, l'uno e l'altro pensosi, sempre e soltanto, delle sorti d ella patria. l'anima del Duca Emanuele Filiberto di Savoia rifulgc c non soltanto per quanto di g rande egli, in pace . ed in guerra, compié dw.ante la su a. g iorna ta terrena. ma si rileva n on meno f ulg ida nel suo tcsl.3:mento spi· rituale, che ·gli italiani, fi nché l'Italia s.:trà - nei millen ni - conse rveranno come Ùn documerlto sacro per tutte le gener:\zioni avven ire.
L' uomo che aveva visto ·morire fab.ngi di giovani, si avvicina alla morte sereno e consolato, col pensiero riconoscente rivolto -a Dio, al re, al principe, alla f amiglia. An che in qu esto g raduare di sentim enti vi è l'anima di ritta dd solda to, che non si oblla, soprattutto nell'ora su prema
La dcdìzio{lc alla p atria sta, come sempre, dominante n el suo spirito: la patria d i ie ri, ancora mutilata, quella di oggi che, attraverso sacrifici immensi, ·ha conquist ato taluni dei suoi diritti, la patria di d oman i, che arriverà alle mète non ancora raggiunte.
• Dis<Orso pron unciato alla Cameu dei deputati, nella tornata dd 12 no· vembre 193 1 (ore 16- 16.20), in commemoratione di Sua AIÌezn Rtale il prin· cipe Emanuele Filiberto di Savoia ( n gennaio 1869·4 luglio 193 1) ( Dagli At# dd ParlamMIO haliano-. Camtr4 dei deplllnli. Seuione 1929·'32. XXV lll leghla· Jpra. Dhrtmioni. V olrrme V : dal 12 novembre 1931 a/ 4 marzo 1932 - Rom D, Tipografia della Camera dei deputati, 1932, pagg 5262-5263)
DAL XII ANN. FONO, DEI FASCI AL PATTO A QUATTRO 55
Per queste mète balenanti al suo animo il principe saluta prima di entrare nel regno delle ombre aspettanti, i soldati che f ecero la gloria della T e rza Armata, e quindi la gloria di tutte le genti d'Italia. Nell'atmosfera creata dalla rivoluzione fascista, alia quale il Duca d'Aosta fu apportatore di palese e profonda simpatia, la parola gloria ha ripreso il suo valore sublime.
Bisogna assicurare il pane quotidiano al popolo, e noi ci affatichiamo per questo fino ai limiti dell'impossibile1 e non per basso cal· colo, ma per impulso e dovere umano, italiano, fascista; ma, al di là dei bisogni p iù o meno definiti degl i individui, il popolo non rimane vivo nella storia del mondo se, di quando i n quando, non vede spuntare ai suoi orizzonti le lwninose- giornate della gloria.
11 Duca d'Aosta fu uno dei massimi artefici di questa gloria purissima, perché fiorita nel sangue, incorruttibile nel tempo, perché vegliata dai vivi e dai morti. .
ALL'ASSEMBLEA GENERALE DEL CONSIGLIO NAZIONALE DELLE CORPORAZIONI *
Il capo del Governo sì è vivmne;,te com piacittto del modo con cui si è diJmJio ohiellivamente e concretamente m problemi co sì delicati e importanti, il cbe ha tr11 l'ttllro documentato l' importttnza e la vitalùti hl Comiglio nazimul!e delle corporazioni quale istituzione creata dal regime.
Entrando nel/'name dell'ordine del giorn o ba rilevato (011 soddisfazio 1U cbe euo aveva raccolto l'adesione di tutJe le organizzazioni intereuate, le quali si erano allontanate dai primipi troppo auo/uti della teoria, /JE·r avvicinarsi di più alla realtà delle cose.
Non si tratta di scegliere t(). opposte dottrine, ma piuttosto dobbiamo realizzare un equilibrio fra gli. opposti interessi e le opposte esigenze italiane e straniere.
. Ha continuato affermando che l'agricoltura italiana, specialmente nel-
• A Roma, a pala:z:zo Venezia, il 13 1931, alle 16, :Mussolini presiede l'assemblea gffierale del Consiglio nazionale delle corporazioni. In taJe oc." casione, preced uto da vari oratori, il Pr("Sidente del Coruiglìo fa le dichiarazioni qui riportate in riassunto. (Da Il Popolo d'ltal;a, N. 271, 14 novembre 1931, XVlll).
l'attuale momento di crisi mondiale, deve essere protetta, come dd resto ha fatto i l regime. t poi grotteséo concepire un dissidio ft a l'agricoltura e l'industria, che sono due forze interdipendenti e basilari dell'economia nazionale. · ·
Il protezionismo però non deve condurre ad uno stato di inerzia e di poltro neria: perciò occorre che all'interno tutti gli elementi della produzione si perfezionino col migliorare gli impianti, col ridurre al minimo le frizioni degli interessi c la dispersione delle energie, con la scelta degli uomini e la loro preparazione, a cominciare dalle.scuole professionali e commerciali, che debbono essere sempre più sintonizzate con la realtà del nostro tempo.
S. E. il cap p del Governo si J dichiarato quindi fav orevole alla slipulazione di accordi bilaterali, rbe però 11011 diano a/J'l talia un tra/lamento mmo di quello di altl'i paesi wpra detuminati mercati · ed ha tt/fermato di ritenere cbe la formula degli uambi bila/era/i, di mi si è molto parlato in qunti ullimi tempi, pomi. avere un valore da Ùn punlo di viJta indicativo e potenzùde. Egli ha poi ricordato che l e dùwuioni mi l rtlllttti di commercio pongono di fr onte a problemi comp!eJii e delicati, talora miJwziosi, cbe richiedono lunghe dismssioni e cbe hanno sempre 1111 mbstrato neceJSarimncnte politico per la stessa natura dei tra/lati, i qflali definiscono per 1111 certo periodo di tempo i t·apporti economici tra due Stati.
Il Duce ba i nfine che nella trattazione di qtusti problemi bisogtza riconoscere il diritto alla parola ad 1111 altro protagonista e cioè al conmmatore, il quale deve eJJere prole/In 11 J lltl t•olta in rm senso gemrale d allo Stato , che pùò t ener conto di tu/le le necessità e armonizzare /111/ e le catego rie.
Ha concluw con l'aflernMre che la riv oluzione fa u isla ba crealo e sÙ creando gli stmmenti speciali pn la concilùtzione e la coordinazione di tutti gli inte,.essi, wo rdùzazione pregiudizial e per /.'ulteriore sviluppo delle forz e economiche, per il benessere della nazione e per il conwlidamenlo sempre pùì profondo della rivol11zione fascista (Vivùsimi e proiNngati apJilami hanno accolto il di.Jcorso di S. E. Mtmo lini).
AL POPOLO DI TERNI •
S. E. il capo del Governo ha incominciato col ricordare che erano JraJCOrJi cinque anni dal giorno in CIIÌ Temi era Jlata elevala a capo· luogo di provincia e che dalla .!Ila visita odierna gli rim!Java che tale privilegio era pienammte meritato Egli ha q11indi accemMio ai mo· munenti, che teJtimoniano il grandioJo pdssato della provincia, ed agli Jltlhilimenti modernisJimi, che di 1·emi uno dei centri pùì im. portanti del/'eNJnomia nazionale.
H a poi ricordat o i po.!l/1/ati f ondamentali della dollrina faJCÙJa . di fronte alla palrùt, al/o SJato, al la voro ed alla cooperazione Ira le claui nell'ambito della 11azione.
Nel prossimo decennio - h a dello - il t·egime fascista intende intensificare al massimo i suoi sforzi per elevare moralmente cd economicamente tutto il popolo italiano.
Dopo avere accemldto a tfllune affermttzioni degli
Jtrauieri e smentite regolarmente dai falli, il capo 'del Governo ha d elfo cbe /111/e le misure prese dal regime e quelle che verranno prese ancora ;ono destinale a far Juperare la crisi Egli concime incitando a resistere coraggioft1mente perché in ciò è la certezza della vittoria. (Il di. JCono, frequentemente interroJJo da applausi, e da significative manifeJtazioni di rommso, è Jttlutato alla fine da un'ovazione imponente. Gli ùmi della rivoluzione, intonati d alle m usiche e dalle fanfare1 sono soffoca/i dalla voce occanira della f olla, cbe acclama il Duce lungamente fino a costringerlo a ria ffarcia rsi) .
* La mattina del 14 novembre 1931, Mussolini lascia Roma in auto e vi· sita Otricoli, Narni, Nera Montoro, Terni; nel pomeriggio, gli impianti idro· elettrici del Medio Nera, Arrone, Ferentillo, l'Abbazia d i San Pietro in Valle, gli stabilimenti di Papi{;no, ed inaugura la nuova centra le del Galletto Poi rientra in Terni, dove, dal balcone Jei municipio, pionuncia il discorso qui riportato in riassunto. (Da Il Popolo d'lra/ia, N 272 , 15 novembre 1931, XVIII)
AL SECONDO CONGRESSO DEGLI ISTITUTI NAZIONALI FASCISTI DI .CULTURA*
Ristabililo;i il silenzio, il capo del Go1.1emo ba manife;tato la sua simpatia all'a!semblea ed all'Istituto per il lavoro che svolge al centro ed alla periferia ed ha soggùmto che nel roncello faJriJitl la m/tura non è un umplice, ornamento delltt intelligenza, ma uno stminmto nella lotta per la t,ifa ed un'arma deJ. regime e per il regime. (Scroscùmti applatui e rim1ovtJie grida di «Viva il Duce!» accolgono le parole del capo del G overno e la imponente mm1ifesiazione di omaggù; si ripete con ancora maggiore iltlemilà qu:mdo egli, uguito dalle autorità, lascia la sala}.
DISCORSO Al MEDICI**
Il mio discorso potrebbe essere di una brevità tJ.citiana e consistere neiJ'esprimcre semplicemente la mia simpatia, ma io credo che rimar· restc un po' delusi ed allora prendo il partito di parlare e di d irvi non tutto quello che penso, perché allora il discorso pecc herebbe per eccesso di prolissi tà , ma per dirvi alcune cose che io credo interessanti. lo ho visto i .medici italiani in un momento nel quafc sì ri vela no non solo le qualità professionali, ma le qualità più profonde cd umane; li ho visti, cioè, d urante la guerra; li ho visti nella prima li nea, du· rante il combattimento, quando operavano in condizioni tragiche nei
., Il 14 novt"lllbre 1931, verso le 18, Mussolini aveva lasciato Terni in auto per rientra re a Roma. La mattina del 21 novembre, in Campidoglio, nell 'aula di Giulio Cesare, presenzia la cerimonia per !"inaugurazione dd secondo con· gresso degli Istituti nazionali f:misti di cultura. In tale occasione, dopo la. re· !azione dd professar Arturo Marpicati, direttore generale dell'Istituto, ed .il discorso del senatore Giovanni Gentile, presidente dell'Istituto, il Presidente del Consiglio pronuncia le parole qui riportate in riassunto (Da Il Popolo Nn. 272, 278, 15, 22 novf'mbre 1931, XVIII).
•• A ltoma, i n Campidoglio, nell'aula di Giulio Cesare, la mattina del 22 no· vembre 193 1, Mussolini presenzi:t la seduta inaugurale del terzo congresso del sindacato nazionale fascista dei medici. Jn tale occasione, preceduto da vari ora· tori, il Presidente del Consiglio p ronuncia il discorso qui riportato. (Da lA Mi>dicd di Roma, organo ufficiale del sindacato nnionale fascista dei medici e degli ordini medici, N . l, 15 gennaio XII).
DAL, XII ANN. FOND. DEI FASCI AL PATTO A QUATTRO 59
cosiddetti baracchini coperti appena da un telo di tenda, quando erano di lusso di tela cerata, baracchini che tremavano ad· ogni scoppio di granata. Li ho visti negli imperterriti, continuare operazioni, mentre ]"ospedale era il del bombardamento nemico. Sono episodi che restano incancellabili nella memoria; sono scene che lasciano traccia nella storia della vita umana. l medici durante l.a guerra hanno bene meritato dalla nazione.
Centinaia di migliaia di feriti, di mutilati, di combattenti hanno verso i medici italiani un debito di gratitudine eterna.
Dwante questo periodo di pace i medici italiani, specie in questo momento, hanno un importante compito da assolvere, di natura professionale e morale ed anche economica, come dimostrerò tra poco. n Governo fascista si è preoccupato, come g iustamente ha rica;rdato l'onorevole Morelli, ddla salute del popolo italiano.
Abbiamo cominciato, prima di tutto, ad attrezzare le Università. Non bisogna nascondersi che, se dal punto di vista della dottri na, la medicina italiana è sempre all'avangu.ardia in t?ttO il mondo, dal punto di vista della tecnica, .o meglio dell'attrezzatura dei nostri laboratori e delle nostre cliniche, eravamo un po' in ritardo.
Non svelo nessun mistero, se ricordo che sei ·anni or sono vcmmo improvvisare nell'Università di Padova un padiglione in muratura decoroso, decente perché i ·congressisti internazionali della chiéurgia non vedessero che a Padova si operava in padiglioni inadatti.
Anche le altre Università non sono ancora a posto: Palermo, per esempio; a Pavia ci siamo andati; a Padova non ancora; a Torino si lavora ed a Roma c'è ancora qualche cosa da fare.
Questa è h base dalla quale si deve . partire per avere un. corpo di medici che risponda professionalmente al suo compito, che è di. natura morale, anche e soprattutto in questo momento.
n med ico è come il sacerdote: accompagna l'uomo dal principio alla fine. Il sacerdote tutela la nostra anima e fa in modo che sia degna della beatitudine ultraterrena. Il medico ci protegge ·ta salute dd corpo che, anch'essa , è essenziale, tanto è vero che quando non c'è si fa h1tto· il possibile per recuperarla. Ma su "questo settore bisogna soprattutto, a mio avviso, prevenire. Anche qui noi siamo antiliberali e preferiamo prevenire piuttosto che intervenire dopo per correggere.
Il Governo fascista previene con tutta la sua politica. igienica, che va dalle bonifiche al risanamento dei quartieri infetti delle grandi città , anche ·se talvolta è necessario passare oltre le rispettabili man1e di quelli che non vorrebbero spostare una pietra del passato. Qualche volta io dò degli ordini tassativi al riguardo perché penso che le pietre del pas- · sato sono certamente venerabili, ma che la salute di centinaia di mi-
gliaia di viventi è anche essa molto interessante ai . fini potenza del popolo italiano. (Voci: «Bene! BeniJsimo! )) Afplausr).
Dovete insistere per correggere anche delle storture che solo il me· dico può guarire; sono quelle che io chiamo storture d.ella civiltà contemporanea, che ha dei grandissimi lati positivi, ma anche dei lati negativi; sono i pregiudizi della moda che finiscono per essere deleteri ai fini de1Ja forza. Ve ne cito uno: la moda del dimag ramento eccessivo. (Ilarità).
Questa indebolisce la razza ed ha delle ripercussioni anche d'ordine e di natura economica. Voi potete . andare casa per caSa e correggere tutte queste debolezze inevitabili dello spirito umano, inevitabili perché sono ricorrenti; si sono già viste altre volte. Altra sto rtura : che la. mat ernità attenui la bellezza muliebre; è precis:tmente ve ro il contrario come ognuno di voi può co nstatare. Risultato, questo, che la. natalità si abbassa anche in Italia, specia lmente in qucst'a.nno, nel quale abbiamo g ià cinquantaseimila nati in meno. Possono g ioca re ragioni economiche, rag io ni morali, pregiud izi come dicevo prima ; ma il fatto esiste Vo i sapete quale è 1a mia teoria: massimo di natalità, minimo di mortalità; cd i due aspett i del fenomeno sono intcrdipcndent i. Difatti, quando la natalità si abbassa non è vero che la mortalità si abbassi : è vero il contrario. E vero, inoltre, che le nazioni invecchiano e che, ad un certo momento, la natura imporrà le stie leggi ineso rabili.
Le nazioni invecchiate avranno il tracollo formidabil e della loro popolaz ione, poiché l'igiene, il mig lio rato tenore di vita, tutto può contribuire a prolungare la vita c, del resto, voi mi insegnate che il prolungamento med io della vita wnana in Ita lia è Salito di dodici; ma ad un certo momento la falce cade. Mi sapete dire tra dieci o quind ici an ni che cosa sarà successo nelle nazioni che già oggi presentano dci sintomi di senilità? (Voci: «Bene!)>).
I medici debbono insistere su questo ordi ne di problemi che appartengono .alla medicina preventiva, e, nello stesso_ t empo, restringono il campo io chiamerò della medicina rep rcssiva. I medici vanno nelle famiglie nel momento del bisogno, quando c'è il malato e molte volte più della medicim vale una parola. Non mai sarà efficace· il mio motto di Napoli, come nel vostro caso : «Ascoltare con pazienza)> (Dopo io avevo aggiunto: «Operare con g iustizia »).
A voi, in vece, dirò di operare con abilità ma ascoltare soprattutto con pazien z!l. Se voi mancaste a. questo , voi !Jlanchereste ad uno dei vostri specifici doveri professionali.
Anche l'argomento economico è interessante, non solo daJ punto di di tutta la paccottiglia de i med ici nali che noi _ facciamo venire, an· cora dall'estero, ma anche dall'altro punto di vista: è p iù lo snobismo
che il bisogno che spinge gli italiani ad andare nelle cliniche straniere; tanto è vero che gli. stranieri vengono nelle cliniche italiane (ilarità); tanto è vero che recenteme nte un grande chirurgo italiano che si è r ecato nell'America del Sud è stato invitato a fare un :i serie di operazioni negli anfiteatri chirurgici di quelle Università e sono state tutte brillantissime.
Ma ci sono altri dati ed a ltri aspetti del fenomeno, per cui io· penso che i medici possono inftuire anche sul terreno dell'economia. Può sembrare incredibile, ma sta nel fatto che da quando io ho invitato i medici italiani a sollecitare gli italiani stessi a consumare l'uva, il consumo dell'uva da tavola si è quasi quintuplicato; l'uva, dal tempo dei tempi, è sempre stata riconosciuta ottima, non solo come nutrimento, ma come medicamento. Se domani i medici dicessero che il riso non è poi quell'alimento disprezzabile che taluni pensano - soprattutto g li ex com· battenti, per via che in trincea ce lo davano t rOppo spesso (ilarità) e non sempre adeguato nella cottura (ilarità) :-- se tutto ciò conducesse a conSumare un solo chilogrammo di riso in più pro Capile durante l'a nno, non ci sarebbe più la crisi · del riso.
Anche nel tema più_recente deUa civiltà contemporanea i medici debbono dire la loro parola. Parlo del naturalismo, che in tutti i paesi del mondo è ormai una cosa seria e tale deve essere anche in ltalia; tutto ciò non ha niente a che vedere con il nudismo.
]o sono profondamente convinto che il nostro modo di mangiare, di vestire, di Ja\·orare e di dormire, tutto il complesso del!e nostre abitudini quotidiane. deve essere riformato. Bisogna fare agire gli elementi della natura sul nostro corpo; prima di tutto l'aria, il sole ed il movimento, se vogliamo. veramente - secondo la immagine C:l(duccianascendere tra le grandi ombre, senza il petto meschino ed il polmone contratto. I medici debbono insistere perché la vita si svolga. in forma più razionale. Ci saranno allora meno malattie in g iro, meno tubercolosi, meno cancro, un minor numero d i indebolimenti, che sono i risultati di una vita ch e. essendo diventata, nel ciclo de1l'attuale civiltà contemporanea, estremamente più movimentata c dinamica, ha bisogno di compensi di altra natura, altrimenti non tiene. :rutto quello che voi farete nd vostro campo per abituare gli italiani al moto, all'aria libera, alla ginnastica ed anche allo sport, sarà ottimo non S<?lo dal punto di vista fisico, ma dal punto dì vista morale, perché gli uomini che sono forti , sono anche saggi e sono indotti a non mai abusare delle loro forze, come lo sono invece i deboli, i viòti, quelli che qualche volta hanno la crudeltà della loro debolezza.
Come vedete, la missione del medico, specie nei tempi moderni, è di una importanza eccezionale e diventa sempre più delicata e complessa.
OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI
Su questo punto vi debbo dire la mia opinione:- io, non sono tanto favorevole all'eccessiva specializzazione. Non vorrei che, a fu ria d i guardare l'albero, si dimenticasse la foresta; non vorrei che, a guardare un lato, un elemento, un frammento del corpo umano .si dimenticasse . il complesso del corpo umano ( viVi.uimj applatm), il .quale, o signori, è unitario e totalitario come il regime fascista. (ApplauJi vivissimr).
Voi potrete rendere grandi servizi al regime con questa opera por· tata s'ul terreno morale: il medico qualche volta viene inte[rogato anche su questioni che non sono legate alla malattia; il medico dovunque, ma specie nei centri minori, è una autorità. Li gente non do. manda soltanto se la bronchite di un familiare passerà p iù o .meno presto, ma domanda magari se la crisi economica passerà più o meno presto. (IIarilà). Se antifascista, lascerà cadere quelle parole che scavano, una traccia delete da nell'animo d ella povera gente, ma se il medico ·è fascista convinto, non solo per la tessera, ma per la fede ( voci: . « beniJsimo l »), dirà le parole della saggezza e dirà che di crisi economiche ce ne sono sempre st:ite nel mondo; d irà che . questa è una crisi italiana, ma universale e potrà aggiungere che in Italia fino ad oggi ha avuto aspetti meno gravi che in altri paesi, anche infinitimente più ricchi del nostro e che il Governo fascista ha fatto, fa e hrà il possibile perché le conseguenze di questa crisi siano alleviate per il popolo italiano.
Camerati! · f'=l
Ho finito. Portate l' eco di queste m ie parole a tutti i vostri colleghi raccolti nelle città e disseminati negli ottomila comuni d' Italia e dite loro chi: io conto anche e sovrattutto sui medici italiani per quanto riguarda Ja difesa del regime e g li sviluppi della rivoluzione fascista. (Viviuimi, prolung<1ti applmnr).
EMANUELE FILIBERTO DI SAVOlA . AL SENATO*
Signori sellatori!
Le alte, commosse parole pronunziate dal Presidente della vostra Assemblea hanno rievocato innanzi a noi Ja figura indimenticabile dell'augusto principe sabaudo, di colui che gli italiani combattenti conob-
• Discorso pronunciato al Senato, nella tornata del 3 dicembre 1931 (ore 1616.2}), in commemorazione di Sua Altezza Reale il principe Emanuele Filiberto di Savoia .. (Dagli Ani parlmn tlltari d ella Camera dd una/ori. Disnmioni. Leghla111ra XV/11 1n S euione 1929-'32. V olu me IV : dal 3 dicembre 1931 al 4 gi11gno 193-? - Roma. Tipografia del Senato, pagg, 4277-4278)
bero, ammirarono e'd amarono soprattutto quale comandante della Terza Armata.
H Governo si associa al ricordo ed alla esa ltazione del grande Con· dottiero che fece tutta la guerra, nel senso. che a questo terribile verbo davano i soldati di fronte al nemico. U nome di Emanuele Filiberto rimane indissolubilmente legato alla nostra recente epopea nazionale, alla guerra combattuta per la prima volta dopo lunghi secoli di divisione e di servaggio da tutto il pOpolo italiano finalmente uno dalle Alpi alle Isole, dalle nostre montagne che diedero gli alpini : eroici del Monte Nero, dell'Ortigara, del Pasubio e dell'Adamello, aiie Isole che rivelarono le mirabili fanterie di tutte le battaglie.
Emanuele Filiberto di Savoia sentì profo ndamente il significato e l'immensa portata spirituale della guerra conibattuta e vinta, sentì che la nazione si era arricchita d i un inestimabile tesoro, frutto di tanto sacri· fiCio e di tanto sangue, e quando nel dopoguerra, come è accaduto altre volte dopo altre g randi guerre presso altri popoli, vide che. il tesoro di essere disperso, che la vittoria correva pericolo di essere vilipesa, soprattutto nella sua essenza morale, il Duca d'Aosta si volse ·verso il movimento fascista, al quale, specie dopo la marcia su Roma, diede numerose e solenni testimonianze di simpatia.
Egli, principe, non disdegnò di assumere la prima presidenza di quel grande istituto che è l'Opera nazionale dopolavoro e, insedìandone il primo D irettorio nell'ottobre 1925, egli si dichiarava fiero .di dirigere un'opera di pace che persegue una sublime di fratellanza, di amore e di civiltà. E due anni dopo, nel maggio del 1927, lasciando la carica, elevava un suo saluto ed un augurio ai lavoratori d'Italia, «ai quali -diceva- mi lega fraternità di armi e di affetti».
Poco prima di cadere ammalato, il 29 giugno di quest'anno, mandava un messaggio agli operai milanes i che in numero di quindicimila, guidati dai si ndacati fascisti, si reCavano in pell egrinaggio a Redipuglia.
Sentendo imminente la fine tracciò il suo mirabile testame nto spirituale e chiuse nella serenità della fede, nella visione· Qe11'Italia di domani, nel pensiero rivolto alla Maestà del re, la sua giornata terrena.
Tutto il popolo italiaflo ]o ha pianto, tutto il popolo italiano ne porterà nei secoli il ricordo e l'immagine nel Cuore.
PER L'ISTITUTO MOBILI ARE ITALIANO*
Eccellenze ! Camerati! Signori!
L'IsMuto mobiliare italiano inizia da· oggi la sua vita, comincia, da a regolarmente. La simpatia colla. qUale è s tata accolta non solo in Italia, ma anche oltre frontiera la creaziqne dell'Istituto mobiliare italiano, non andrà delusa. Ne sono profondamente convinto. Anzitutt o perché l'Istituto risponde ad una esigenza concreta e indilaziom.bile del momento attuale; in secondo luogo perché la legge che Jo costituisce ne precisa chiaramente il carattere e gli scopi; in ter zo, ma non u(tìmo luogo, perché a presi"ederlo ho chiamato voi, senatore Mayer, che alla conoscenza dottrinale dei fenomeni economici, aggiungetf.' un'esperienza viva e vissuta della realtà; che ad una s icwa f ede pa· triottica cimentata sino dai tempi della vigilia, agg iungete il disinteresse di· ch i, soltanto, è pensoso dei problemi ge nera li. '
La rapidità stessa con la quale è stato sottoscritto il capitale, è la riconferma che l'Istituto nasce compiutamente vitale.
Le molte ma modeste sottoscrizioni di Casse di Risparmio e di altri minori istituti sono importanti perché assolutamente spontanee e sop rattutto perché i rappresentanti di detti organismi potranno quot idianamente constatare con quale gelosissima cura sarà amministrato il capitale dell'Istituto.
Sono sicuro che l'Istituto non decarnperà da queste m ie seguenti e precise direttive, èioè: burocrazia ridotta al minimo possibile, niente impianti grandiosi, poche spese generali.
Quanto ai compiti dell'l stituto, essi sono g ià d elineati. Si tratta non di procedere a salvataggi di organismi decomposti o in via di decom· posizione; ma. di aiutare le forze e conom içhe sane, alle <JUali la crisi mondiale rende particolarmente p enoso il cammino.
Considerare l'Istituto mobiliare italiano come uno stnunento c reato onde promUovere trasformazioni nella struttura . economica delle società italiane è assurdo; ma considerare l'Istituto mobiliare italiano come un m ezzo per avviare energicamente l'economia italiana verso 1a fase corporativa è esatto, cioè a un sistema che rispetta fondamentalmente la proprietà privata e l'iniziativa privata, ma le vuole anch'esse
• A Roma, nella sede dell'Istituto mobiliare itt liano sita a palnro Salviati, il ' dicembre 19 )1, Mussolini insedia il Consiglio di amministrazione dell'lsti· tuto. In tale occasione, il Presidente d el Consig lio pronwKia il discor-so qui riportato. (Da Il Prtpolo d'llftlia, N. 290, 6 dicembre 1931, XVIII)
DEl
AL PATTO A QUATTRO 65 dentro lo Stato che solo. può l'una e l'alt ra proteggere, controllare, vivificare.
Sono sicuro che l'odierna data dd dice mbre dell'anno X è da seg nare tra quelle propizie nella storia dell'economia italiana, In questa convinzione, dichiaro insediato il Consiglio di amministrazione dell' Istituto mobiliare italiano. (Le parole d el capo del Governo, seguite con religio1a allenz;one, 10no ·;late salutate alla fine da vivissimi applau11).
Al VINCITORI
DEL CONCORSO NAZIONALE DEL GRANO*
Camerati rurali !
Questo è il nostro settimo rapporto nazionale. Il mio discorso non può avere tutti g li anni un pa rticolare rili evo: più importanti sono i premi che fra _poco avrò il piacere. di consegnare ai migliori agricoltori italiani e più importante ancora e tale da essere additato come esempio all'intera nazione è lo sforzo dei rurali, il progresso della loro tecnica, la loro imperturbabile tenacia; ingagliardi ta e non delimiyata dalle dif- · ficoltà del momento. Sulle quali non voglio in alcun modo soffermarmi. Troppo sj è parlato sulla crisi, fiumi di parole, montagne di carta: la · conclusione è che la crisi continua in tutta - l'economia mondiale.
Sulle cause di essa, sui suoi caratteri, sui suoi effetti e soprattutto sulla durata, si può dissertare all'infiflìto. L'essenziale è invece di domanda rsi: che cosa ha fatto nell'anno nono il Governo fascista, per sorreggere l'agricoltura italiana , che è e rimane la base della nostra eco· nomia? .
A questo interroga tivo è n ecessario rispondere perché mi sono con· vinto che la memoria di molti, di troppi italia ni 'è veramente di una deplorevole labilità.
Per sostenere il prezzo -del grano, il qual prezzo, nei mesi immediatamente dopo il raccolto, era mondialmente precipitato ad un prezzo fra venti e quaranta lire al quintale, il Governo fascista ha preso tempestivamente due provvedimenti, che han no avuto una considerevole efficacia: il decreto legge del IO giugno 1931, che faceva obbligo ai
* A Roma, al teatro Argentina, la mattina del 6 dicembre 1931, Mussolini presenzia la cerimonia per la premiazione dei rurali vincitori del settimo concorso nazionale del grano. In: tale oc<"aSiC?Jle preceduto da vari il Presidente del Consiglio pronuncia it discorso qui r iportato. (Da Il Popolo d'ltttlitt, N. 291, 8 dicembre 1931, XVIII}.
5.. xxv.
mugnai di macinare grano nazionale nella miswa del settaE.acioque per cento; ·obbligo che i mugno.i, con lodevole di disciplina e comprens ione del momento, hanno nella loro grande magliioranza perfct. rispettato, come è dicriostrato dalle impo rtazioni dì grano straniero che nei mesi di luglio, agosto, settembre, ottobre, nOvembre, sono state irrilevantì: 1.256.746, contro quintali 8.580.213 dello stesso periodo del 1930
Tengo a dichia rare fin da questo momento che tale obbligo di macìnazionc del grano nazionale permarrà nel prossimo come neg li anni venturi, .salvo la percentua le che sarà stabilita in relazione alla entità del raccolto. Quando verso la metà di agosto, ho veduto che, nonostante tale obbligO, i prezzi scendevano, ho, con decreto Legge del 16 agosto, awnentato il dazio da sessanta a s'ettantacinquc lire il quintale.
In queste ultime· settimane i prezzi del grano all'interno non sono stati eccezionali. ma in ielazio ne a quelli di altri paesi, possono .consi· dera rsi soddisfacenti. ·
Un altro cereale troppo trascurato in base a demagogici pregiu"dizi, è stato oggetto di misure da parte del Governo fascista; parlo del gra· noturco, per il quale, mn decreto legge del 21 agosto, il dazio d i entrata è stato _portato da quattro lire a trenta al quintale. ·
Ufl. prod8f:to agricolo Ja cui situazione minacciava di diventare CCO· nica, cioè il riso, che interessa fondamentalmente l' economia di alcune importanti zone della valle del Po, ha attirato l'attenzione del Go verno fascista. Il d.ecreto ICgge del 2 ottobre 1931 ha creato l'Ente nazionale risi, è ben diretto, ha cominciato a funzionare egregiament e ed è costituito sù tipica base corporativa.
Come vi ho detto altre volte, l'odierna cerimonia è un esame di tutta l'agricoltura italia na. Passiamo quindi dopo il pane, al vi no, dopo il g rano, all'uva. Anche qui il Governo fascista h a agito, con l a legge 6 gennaio per l' impianto di cantine sociali cd enopoli, colla legge
Il gennaio concerne nte i vin i tipici, dei quali ben undici sono già stati definiti. Un punto dolente. della situazione è sempe quello del bestiame, ma posso confermare che tra qualche settimana al massimo an che in questo settore si farannO sentire le del Governo fascista.
Non vi parlerò di altri provvediinenti concernenti la fru tticoltura., la pesca e la caccia, né mi atta rderò a illustrare l'attività sempre più benemerita delia Mi lizia Forestale.
Avrèi molte cose da .dire sulla sperimentazione agraria, che va sem· pre più perfezionandosi e sull'organinazionc comtnercia lc, che, da Messina a Verona, sta creando iJ!lpianti sempre più efficenti · e moderni. Ma ricorderò che nella riforma dei tributi locali, l' agr ì(olt ura è stata sgravata di ci rca quattrocento milioni nel vino, g raz ie a ll'abolizione
dell'addizionale, che la tassa bestiame è stàta ridotta delJa metà e che le sovrimposte sui terreni sono state a lle&8,erite. Ecco una ·cosa che i cittadini, cioè gli abitatori "delle città e tutti devono ricordare. Non basta: per venire incontro agli agricoltori indebitati, e tuttavia benemeriti, il Governo faS<i st;l ha varato Ia legge sui debiti onerosi, della quale potranno beneficare circa milletreccnto aziende e la legge in data 15 maggio 1931, riguardante gli agricoltori benemeriti, attraverso la quale già centosettanta aziende hanno tratto giovamento e salvezza.
Con tutto ciò, il Governo fascista non crede di avere acquistato il diritto alla gratitudine e terna d egli agricoltori italiani, né di avere risolto la crisi. Ben lungi da ciò. Occorrono misure di portata ben più vasta, ma la ric\•ocazione ha soltanto Io scopo di far constatare che il Governo fascista ha energicamente agito e · non soltJ.nto su questo settore, malgrado le difficoltà generali, nonostante la siccità che ha distrutto i raccolti minori, ma tanto .importanti per l'alimentazione dei contadini e a nche pe.r il reddito d elle aziende.
L'agricoltura italiana anche nell'anno nono ha velocemente camminato. Ma quel .che più mi interessa di sottolineare è il fenomeno del disurbanamento, che comincia in molti paesi del mondo, non esclusi gli Stati Uniti; per cui molti illusi, che, abbacinati dalla città, avevano abla terra, cercano di ritornarvi qUantunque la cosa sia estremamente difficile.
Tutti coloro che hannp direttamente o indirettamente pa rtecipato alia battaglia granaria e agricola dell'anno nono, proprietari, contadini, maestri, tecnici, cattedratici, esperimentatoci, sacerdoti, meritano . il mio elogio. Gli agricoltori italiani possono avere questa certezza e cioè c he il Governo fascista li considera, li apprezza, è al loro fianco, specie nell'attuale momento e che tutto il possibile sarà t entato per l'ulteriore progresso dell 'agricoltura italiana.
I « veliti » della battaglia del ch C fra alcuni minuti riceveranno un tangibile premio, sono la che anche ne1l'a"gricoltura, come in qualsiasi altra impresa, accanto ai mezzi occorre tenacia di lavoro e Volontà di vittoria. (Le parole del del Governo danno luogo ad una rinnova/a, grandio;a dimo;trazione) *.
• «Il Duce procede alla consegna -· dei p remi, che si svolge fra continue manifestazioni di simpatia da parte dell"assemblta per i vincitori del con· · corso, i q uali, chiamati nell'ordine di classifica e a seconda della categoria alla quale appartiene la loro azienda, sfilano dinanzi al capo del Governo salutando romanamente e ricevendo dalle sue mani la ricompensa meritata dalla loro proficua fatica. Il D uce ha infine consegnato la medagl ia d'oro conferita al pro(es· sor Ferraguti per i lusinghieri ·risultati da lui conseguiti nella roltivaz.ione del grano i n brughiera ». (Da Il Pop olo d' ltttlùt, N. 291, 8 dicembre XVIIO
ANTONIO SALANDRA *
N ella int roduzione al v olume sulla n eutralità che insieme col sue. cessivo sulJ'intervento l'onorevole Salandra scrisse in questi -ultimissimi anni (altro p rezioso servizio reso da lui alla patria) si legS:ono le seguenti parole: « Dail'altività politica alla q11ale ho dedicalo la mia esistenza, ai figli miei, per mia e per loro. volontà, n on è tferivat o alcun n é di titoli araldici, né di accresciuto- patrim_onio, né di cospicui u ffici f acilmente comeguiti; resta il nOme, ed eui hanno, -perta111o, il diritto di preJendùe dal padre loro che egli 1zon omeita per accidia o per disdegno di lasciare u ritta, u può, qztalche pagina di sto rùt, in p e_rJOJta
In questa breve notazione autobi ografica. ci appare chiara ed integra la · figura d i A nto nio Sala nd ra. Egli poteva scrivere senza peccare di vano o.rgog lio q ueste p arole non prive di so lennità. Resta il nome e resterà non solo perché legato a tutta l a vita politica e parlamentare dell'ulti mo cinq_uantennio, ma perché toccò ad Antonio Salaildra d i prendere la decisio ne più alta, più angosciosa, più imprevedibile nelle sue conseguenze, che un g rave destino possa riservare a un uomo di Stato : quella di dichiara re la g uerca, .
Per noi delJc penultime leve l'attività di Antonio Salandra anteriormente al maggio 1915 ha un valore che rientra nella vicenda normale della politica del tempo, ma chi può pronunciare il nome di Antonio Salandra senza ri vivere nel ricordo il magg io dell'intervento, Ja ·condoHa virile e sdegnosa te nuta da "lui in quelle a rdent i g iornate, condott a che egli ha giustamente riVendicata?
Chi può non ricordare il grande, memorabile discorso del Campi· doglio, che fu il p rimo vìatico ai combattenti in marcìa i confini e d iede u na vibrazione profonda alla nazione, la quale, diradate le ultime nebbie della contesa e dell'intrigo, si stringeva in fala ngi concordi per r esistere, pe r vincere?
Antonio Saland ra, al di sopra delle fazioni raccolse la v-oce delle mOltitud-i ni, ascoltò le invocazioni degli irredenti, sentl nei protagonisti del maggio gli annunziatoci della nuova coscienza della patria e lanciò la pa rola suprema.
* Discorso pronunciato al Senato, nella tornata del 9 dicembre 1931 (ore 1616 30), in commemora zione di Alltonio Salandra ( 13 aeosto dicembre 193 1). (Dagli A ni padamrnlari dtlla Came-rati d ei senatori. Diurmioni , Ltgi· J/atura oil Seui one oit Volume IV, pag. 4338)
t! nel 1915 (he Antonio Salandra ha <<fatto » la storia: quella' storia, che egli scrisse soltanto dopo quindici anni, sentendo la sua vita al crepuscolo.
Uomo di destra, nel senso nobile e austero di questa parola il '60 e il '76, Antonio Salandra simpatizzò apertamente negli anni oscuri del dopoguerra le forze nazionali e con quelle del fascismo.
Il discorso pronunciato a Milano fu un atto di fede. All'inizio 1925, egli credette che il regime fascista potesse rientrare nell'alveo della vecchia pratica costituzionale; ma, d_opo il 3 gennaio, egli comprese che la rivoluzione non poteva scendere a compromessi, poiché fin dal gen· naia 1923 la rottura fra il vecchio ed il nuovo regime si era verificata definitiva ed irrevocabile. Antonio Salandra si ritirò praticamente dalla vita politica, ma non mancò d i inanifestare la sua solidarietà al Governo fasci sta, e nella politica finanziaria ed in quella verso la Chiesa. Un alto senso del dovere ·dello Stato, particolarmente operante, guidò tutta l'attività di Antonio Salandra: nel Parlamento, negli uffici del Go· verna, nelle Università.
Signori senatori!
Il Governo si associa alle parole del vostro Presidente ed al cordoglio. dell'Assemblea·. ·
ENRICO CORRADINI *
Signori senatori l
.n con profonda commozione che, a nome del Gmrerno e mio, mi associo alla nobile ed eloquente esalti\z ione della vita e dell'opera di Enrico Corradini fatta dal Presidente della vostra Assemblea. Nessuno più e meglio del vostro Presidente ha conosciuto Enrico Corradini in tutta la sua . azione di pensatore, di pioniere, di agitatore di idee e ·di moltitudini.
Si può dire di Enrico Corradini che egli appare alfa. soglia del secolo attuale come l'annunciatore di un nuovo tempo imminente. La sua atti· vi tà di scrittore politico comincia nel 1903 e continua sempre più intensa e sommovitrice e feconda .fino a quel 1915 che è l'anno della grande voltata nella storia italiana, l'anno nel quale si vide che si poteva militare· agli opposti lati e non essere lontatii.
• Discorso pronu nciato al Senato, nella tornata dell'l t dicembre 1931 (ore 17· 17.40), in commemorazione di Enrico Corradini (20 luglio 1865-10 dicembre 1931). (Dagli Atti fJMI4m,nt4ri J,J/a CtJm,a sr-nalori. Dimmioni. L,giJia· tura ciJ. Swione dt. Volume IV, pagg. 4378-4379).
M a il 1915 non si spiega senza porre tra i fattori .che determinarono gli eventi fa predicazione di Enrico Corradini, ptt.dicazionc che era nel 1910 emigrata dai cenacoli fio rentini per S<endere a battagliare più da vicino nel ·centro politico della nazione é che era uscita semplice formulazione dottrinaria per diventare attività. quotidiana di gruppi Organizzati. Era quasi nell'ordine naturale delle cose che il Partito che aveva nd suo programma la lotta contro illiberalismo; la massoneria, 1a democrazia ed il socialismo, finisse per incontrarsi con quegli evasi delle diverse scuole socialiste, i quali avevallo avuto sempre in sommo dispregio almeno t re di quelle forze, contro le quali puntava ·impetuosamente e ormai vittorios3.ffiente il nazionalismo corradiniano, e avevano combattuto anche una concezione dd socialismo: quella del pratico, ma· novratore, accomodante riformismo pàrlamentare.
la guerra· voluta e combattuta dalb. parte migliore del popolo ita· liano veni va a consacrare i l trionfo di uilo dei pos tu lati che ave va infiam· mato nel primo decennio r animo di Enrico Corradini, cioe la di mostra. zione della capacità militare del popolo italiano, la sua res istenza a SO· stenere un lungo sforzo guerresco e quindi il naufragio totile e definitivo di tutta quella falsa letteratura, debilitante ed in missima parte importata, secondo la quale l'Italia avrebbe dovuto seguire perennemente la troppo prudcnziale e suicida politica del piede di casa.
Era fatale che nel 1922 si ripetessero gli incontri del 19 15 Enrico Corradini, fondatore e creatore di un movimento che tanta parte aveva avuto nel primo quarto di secolo della storia nostra, comprese che il suo movimento, r imasto sempre minoranza, doveva ormai sfociare nel vasto fium e del fa scismo, nel qui le confluivano tutte le masse dei com· 'battenti e delle nuove generazioni e quelli b:1ttezzati dalla guerra, non avevano mai conoS<iuto l.l politica e i partiti, fiume che aveva _travolto, con la rivoluzione dell'ottobre 1922 , tutt:t la vecchia classe politica italiana.
Enrico Corradini fu sostenitore e attuato.re della fusione tra .naziona· lismo e fascismo operatasi necessariamente e lealmente nel 1923. Nessuno più di lui meritava la retrodatazione della tessera. Egli non era soltanto del 1919, ma del 1896, non solo fascista della prima, bensl della pri· missima -ora
Enri"co Corradini partecipò, quindi, alla vita del Partito e del regime. Fu gerarca e gregario fedele e disciplinato, membro del Gran Consiglio, componente deJla co mmissione dei diciotto, collaboratore assiduo a tutta l'opera legislativa del regime La· Milizia Volontaria lo volle a suo ca· porale d'onore in riconoscimento solenrìe di q"uanto aveva osato e _com· piuto in d iffici li tempi.
Altri in altra sede dirà di lui come letterato, giorna lista, d ramma·
turgo, uomo politico. Mi s ia concesso solo di -porre in rilievo l'importanza sua di pensatore. Pochi scrittori politici possono stargli a fianco e per solidità costruttiva delle idee e per conoscenza della storia e per la forma sempl ice e maschia della sua esposizione, doti queste che in particolare rifulgono nel suo ultimo libro, sintesi delle sue concezioni, che ha per titolo: Unità e potenza _ de/le naz;oni . In questo libro le nuove generazioni f asciste troveranno larga messe di ispirazioni all'amore . della patria e una severa norma di vita. Poco fa il nome di Enrico radini fu evocato con l'appello che il rito fascista esige. Al <<Presente», gridato dalle camicie nere di hanno fatto spiritualmente eco le camicie nere di tutta Ita lia.
DIRETTIVE AL NUOVO DIRETTORIO D EL P.N .F. *
Il nuovo Direttorio del Partito, riunito per la prima volta a palazzo Venezia sotto la presidenza del Duce, rivolge prima di tutto un cordiale saluto a S. E. Giuriati e ai membri del vecchio Direttorio che con lui collaborarono d urante quattordici 'mesi, e precisa, pf.r i prossimi mesi, nelle seguenti direttive, quella sarà l'attività pratica del Part ito in t utta l'Italia:
• A Roma, a palazzo Venezia, i l 12 dicembre 1931, alle 12, Mussolini in· sedia il nuovo DiCC"ttorio dd P.N.F., che è cosl formato: « On. Achille Sta.race, segretario; on. Matteo Adinolfi e professar Arturo Marpicati, vicesegretari; G iovanni Mari nelli, segretario ammin istrativo; Gi useppe Berotro, T omaso Bottari, ingeg ner P iero Cappello, dottor Giovanni Dilfi ni, Andrea Gastaldi, ragionier Remo Ranieri, componenti L' on Achille Starace rivolge al Presidente del ConsigÙo il seguente ind irizz.o: "Duce! Mi avete ordinato d i assumere un posto di alta responsabilità e di comando ed io ho obbedi to con piena tranquillità di spirito. Ho al mio tianco uomini della vigilia, adusati all' ardimento ed alla quotidiana fatica, che, quanto me, vi sono devoti e grati per l'onore che avete loro concesso, chiamandoli a servirvi, su mia proposta, quali componenti il Diretto· rio nnionale del Partito. So di poter contare sulla. incontaminata e salda fede delle camicie nere e sul loro cameratismo, che è sch ietto come deve essere quello. degli uomini forti e generosi. Li guiderò con cuore di squadrisla che mai ha vacillato, ma con perfetta consapevolezza dell'ora che volge, che impone operosità tenace e disciplinata; ma sopraautto incondiziona.ta certezza nell'avvenire del nostro grande paese la fiaccola ardente, alimentata in me dalla memoria sacra dei nostri martiri e la saggezza vostra, Duce, mi segneranno la strada" » Indi Mussolini parla «sulla situazione. e sui compiti del Partito, segnando le diret· tive p recisate nei termini » qui riportati. (Da 11 Popolo d' Italia, N. 296, 13 dicembre 1931, XVIII).
A. - Il Pa rti to', e tutte Je istituziOni che da diPe.n· dono, Q.eve ritenersi in stato di mobilitazione politica e morale per fr onteggiare la crisi econòmica e per alleviare, col funzionamento degli Enti e delle Opere assistenziali, la situazione deg li strati ·di popolazione che si trovano in maggior disagio. L'assistenza deve essere fatta a ch iunque. D a oggi fino a nuovo ordine tutte le sedi fasciste devono essere p ermanentemente aperte dalle 11 del mattino alle ,l1 di sera.
B. - Ogni camerata ha lo stretto dovere d i adottare uOa regola di vita corrispondente alla situazione e quello non meno stretto di combattere ogni d isfattismo, ogni p cofitti smo, ogni vociferazione e d i identifica re quanti tentassero, sotto qualsiasi Veste o motivo, di sull'attuale stato economico. Tali nemici devono cadere sotto le leggi dd reg ime ed essere eliminati dalla circolazione.
C - Il Partito deve svolgere nel contempo una intensa opera di propaganda allo scopo di specificare· quanto è . stato _ fatto in Italia per alleggerire la crisi, p redisponendo -le opere pubbliche e l' assistenza, la quale deve avere il ca rattere non di elemosina, ma quello d i un'opera di solidarietà umana, nazionale, fascista.
D. - Il Di rettorio decide d i conv9Care le assemblee regionali di tutti i Direttori, che si svolgeranno alla presenza del seg retario del Partito, e stabilisce che la prima abbia luogo a Milano domenica 20. La seconda a Torino lunedì 21 dicembre e successivamente, nel mese di gCnnaio, a Pado va Per le Tre Venezie, a Parma p"er l'Emilia, a Firenze per la Tosca na, a Perugia per l'Umbria, Marche, lazio e Abruzzi. A Napoli per tutto il resto del Regno.
Alle assemblee del Direttori potranno assistere anche le camicie nere.
Terminati questi rapporti, il 1° febbraio dell'anno X sarà convocato a Roma il Consiglio nazionale dei segretari f ederali.
Il segretario del Partito continuerà a dirigere l' Opera nazionale dopolavOro e assumerà il comando dei Fa'sci Giovanili di Combattimento. La Milizia Universitaria passa alla diretta dipendenza del Comando generale della Milizi a (Ispettorato).
Su propostà d el segretario del Partito, la direzione del C.O.N.I. sarà assunta da S. E. Arpinati.
«IL. CAMERATA VOSTRO DIRETTORE .... »*
Il camerata vostro direttore, vostro compagno di 'lavoro da dieci an ni, quello che anche voi chiamavate semplicemente e fraternamente Arnaldo, parte fra poco e non tornerà più.
Vi ringrilzio per quanto avete f atto con lui durante questi dieci anni e per quello che farete per conservare sempre alta ed immacolata questa bandiera del f ascismo.
Ringrazio anche, in particolare, le camicie nere ed il popolo di Milano, i fascis ti di tutta Italia e gli innumerevoli cittadini di ogni paese e con- . dizione che hanno voluto in questo g rave momento essermi vici ni. Quando, fra quakhe tempo, con animo meno turbato, raccoglierò in volume g li scritti di Arnaldo e specialmente i suoi ultimi discorsi, cosl significativi e presaghi, dirò di lui compiutamente e, spero, d egnamente.
Continuando la vostra fatica, siate degni del suo esempio e fedeli alla sua memoria. (l redattori, che avevano aJco/Jato in religioso silenzio le nobili parole del rapo del Go verno, l o hanno alla fine salutato romanamente e t ra la più intensa commozione si sono allo nlanatr) **.
* Il 22 f.!icembre 19 31, alle 7, Mussolini era giunto in treno a Milano, insieme 11.i bmiliari ed al ministro Costanzo Ciano, per abbracciare il fratello Arn:tldo, scomparso improwisamente verso le 1}.30 dd giorno prima. « Il Duce si è immediatamente unto alla sede d el Popolo d'lfa/ia, ed, entrato nella u la di d irezione trasformat.1 in camera ardente, ha abbracciato ripetutamente i l fratello perduto. Poi è rimasto a lungo in silenzio. Nella camera insieme a lui erano donna Rachele, il Jìglio Vittorio e S. E. Ciano di Cortellazzo ». Trascorsa l'int(>ra notte alla sede del giornale a vegliare il morto, il 23 dicembre, alle 8, fa ri unite, nella sa la di direzione, tutti i redattori del quotidiano, e, stando in piedi davanti lo stesso tavolo da lavoro di Arnaldo, pronuncia le parole qui riportate. (Da Il Popolo d'ltaNa., N n. 303, 304, 305, 22, 23, 24 dicembre 1931, XVIII).
Quindi Mussolini scende in via Moscova p er seguire il fNetro sino alla stazione, dove è p ronto il treno che trasporta.rlo a Forll. Mussolini prende posto su un vagone riservato a lui ed ai famil iari, Il convoglio funebre parte alle Al passaggio dalle stazioni si hanno commoventi manifesta2ioni di. popolo. .Alle 16.20, il mesto. convoglio arriva a Forll ed il feretro viene porIalo al palazzo Littorio. La mattina 'del 24 dic("fllbre, la salma di Arnaldo, seguita sempre dal fratello e dai familiari, lascia Porll ed è trasportata a Mercato Saraceno, dove sarà tumulata p rovvisoriamente nel duomo, Alla sera, Musw· lini rientrefà a Roma. (Da [/ Popolo d' Italia, N n. 306, 24, 25 dicembre t 931, xvno.
popoli che si avviano faticosamente, e fra inaudite miserie, a.d uscire da uno desii inverni più fermentati che la storia ricordi -:- appena paragonabile all'ultimo inverno di guerra nelle trincee - ora che la data· della conferenza di losanna è ufficialmente fissata, ·--si domand ano: Che cosa accadrà? Avremo una definizione. del problema debiti -riparazioni o sarà rinviato ancora una volta?
Una soluzione radicale avremo o una soluzione di compromesso che dilazionlndo nel tempo le difficoltà, non farà che ricomplicarle all'infinito? I Governi d' Eu ròpa daranno ancora una volta prova di quella tremenda abulia che sembra p:ualizzarli tutte Je volte che devono affcontarc un problema e che li conduce quindi a polverizzarlo nel lavori delle commissioni e nell e lugubri fatiche deg li « esperti »? I ministri che vanno a Losanna t ra l'ansiosa e si può dire angosciata aspettazione delle m_oltitudini, sì limiteranno all'esame tecnico del problema -esame perfettamente inutile perché già conosciutissimo in tutti i suoi aspettio prenderanno d elle decisioni nell'unica sede inevitabHe e necesSaria, cioè in sede politica.?
Queste ed altre doniande si affollano nel nostro spirito. Ora noi rispondiamo in una maniera. categorica e cioè che se la conferenza d i l osanna non dovesse sciogliere "il nodo, meglio sarebbe non con vocarla c prendere motivo per finirla con questa manÌ::l delle ·conferenze - ma nìa costosa e sommamente pericolosa - decidersi ad una « mot"atoria » delle conferenze .che suscitano intermittenti e ricorrenti speranze, seguite da delusioni più am:ue e profonde.
La confe renza di Losanna deve giungere a quello che o rma i si chiama il «colpo di spugna»; deve concludere con la cancellazione del dare e dell'aver<:, di quella che Mussolini, nel discorso di Napoli, chiamò la «tragica contabilità. della guerra ».
I fatti - diciamo i fatti e non le dottrine o le simpatie -che im- ' pongono questa soluzione rad icale e che perentoriamente sconsig liano soluzioni provvisorie; sono i .seguenti, Anzitutto le constatazioni e le conclusioni del rapporto del Comitato _consultivo di Basilea. fn esso è chiaramente dimostrata "fa ·intenibile situazione fin anziaria cd economica della Germania. Può darsi che la Germania non abbia mai avuto ulÌa strao rdinaria << buona volontà >> di pagare il << tributo >) guerra, imposto a Versiglia; tuttav ia pagamenti ne ha f atti, per una ragguardevol e cifra. Comunque, oggi, è nella impossibilità di pagare, Credere che dò
.
possa mutare è illusorio anche e soprattutto perché nel frattempo la crisi della G ermania si è allargata fino a diventa re la crisi del mondo.
.
Questa crisi - secondo elemento che impone di «decidersi >> - non risparmia più nessuno, nemmeno coloro che credevano di salvarsi, attraverso l'accumUlazione dell'oro: parliamo della Francia. Di più. La crisi non accenna a miglioramenti, malgrado le notizie ottimistiche che di quando in quando giungono da oltre Oceano. Si sono, cioè, acutizzati quei tipici feilomeni denunciatori della crisi, che Mussolini elencò ed illustrò, tredici mesi or sono, nel suo discorso al Senato .
Bisogna mettersi in mente che è assolutamente necessario che la situazione economica del mondo si avvii a un miglioramento entro il 1932.
Non bisogna credere che gli uomini sopporte ranno senza disordini di una imprevedibile portata un inverno 1932-1933 che sia arlcora più crudele di quello che attrave rsiamo. Un punto interrog at ivo è sospeso dinanzi alla coscienza dei Governi e a quella dci popoli. .
Proya d i quest'ansia che sta prendendo g li u o mini pensosi, non delle .sortì di un determinato paese, ma di tutto C]Uel complesso di istituzioni, costumi, fedi, interessi che imprimono il carattere alla civiltà dell'Occidente, è un diScorso pronunciato dal deputato inglese Alessandro Shaw a Liverpool. Giova aggiungere che lo Shaw non è solta nto un uomo politico, 'ma è l'amministratore delegato della Compagnia peninsulare e orientale e direttore della Banca d'Inghiltèrra. .Un personaggio, dunque, di primO piano.
«Non è affatto esagerato affermare - cosi ha" detto l"on. Aless:l.ndro Shaw - che la struttura economica e sociale dell'Europa si avvicina di giorno in gio rno al p recipiz.io; la verità cruda è che se le co-se vanno avanti cosi come vanno, la scelta è semplicemente fra il ripudipo dei debiti e il caos. Invece di una libera partecipazione con uomini e mezzi alla causa, gli Alleati hanno tracciato la più strana, illogica, antistorica distinzione Quando un pro ietti le americano era sparato da un artigliere americano, con un cannone americano, gli Stati Uniti non hanno imposto ag li Alleati d i pagare né l'uomo, né il costo del proiettile; ma quando il proiettile americano era sparato da soldati alleati per · il medesimo scopo, per la causa comune, nello stesso comune interesse, creava un debito .in o ro da pagarsi agli Stati Uniti. Mai p rima d 'ora nella storia era stato cosl male a proposito applicato un mercantilismo cosi ingiusto. Il messag· gio salutare che tutto il mondo aspetta è: Rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimetti:;mo ai nost ri debitori " ».
Fin qui il deputato inglese. Dobbiamo pensare che questa sia anche l'opinione di MacDonald, iniziatore della conferen za di Losanna. Due altre formidabili ragioni vi sono per applicare - non .p iù tardi del gennaio in corso - il p recetto evangelico contenuto nella più semplice e più universale delle preghiere cristiane. Il debito di guerra è nato cosi. l Governi ing lese e .americano h anno anticipato agli industriali l'am-
mo ntare del costo delle forniture --:- in viveri, mate rie prime, armipassate agli A lleati. -.Ma questa somma è già recuperata, a esempio, daH'[ng hilterra, attra,•erso una tassazione sui soprapro6tti di g uerra, che è giunta a una percentuale altissima. Il denaro è già rientrato e quello che i paesi debitori vèrsano è un vero e proprio tributo forzato. D 'allora ad oggi, un altro fenomeno ha reso insopportabile il fa rdello delle riparazioni. Quale conseguenza della caduta dei prezzi, oggi, bisogna -for· nii-e doppio lavoro, doppio quantìtativo di merce, doppi servizi per pa· gare 1a stessa immutabile quantità di debiti stipulati in qrO.
Tutta l'arfn;:.tura sociale soffre pattrosamente di questa usura. l e orecchie abituate a percepire non soltanto i rombi delle tempeste, ma anche i rumor i sordi l ime sotterra nee, sentono ch e qualche cosa scr icchiola; che molti vincoli si sono allentati; che talun i postulati t rad izionali e basHari come il rispetto della vita, della casa, della proprietà ialtru ì - franano; ch e la sfiducia nel domani conduce a teori zzare il larp e ' diem e la d isperazione sbocca da una parte nell'avarizia e daJI'altra nella dissipazione. Se a questi, aggiungete altr i sintomi che ricordano, con u na analogia più che singolare, quanto accadde nelle epoche di decadenza di altre civiltà, sintomi che van no, ad esempio, dall a efferatezza e dalla frequenza di certi delitti all a stupidità di certe ga re, voi. in tuirete che non solo un determinato aspe tto della nostra civiltà è in gioco, ma che tutta la civiltà d ella r azza bianca può disintegrarsi , indeboli.rsi, oscurarsi n el disordine senza scopo, nella miseria senza domani. Come si vede, il nostro punto di vista sul problema prescinde complet am ente da quelle che potranno esser e le conseguenze - temute o sperate - neJia politica ·interna della G erman ia. Solo d ei democratici possono vedere il problema sotto lo stretto punto qi vista d e lia sper anza che un frègo sulle ripar az ioni allontani nel tempo o f accia add irittura scorilparire dall'orizzonte lo spettro di Hit le r Per noi, altri va lori costituiscono la posta del g ioco.
I tempi sono o rmai maturi. Per tutti, da oggi . Per noi, fascisti, . da un decennio.
Da Il PQpQ/Q d'lt<tlùr, - N. 10, 1932, XIX (g, 7).
DISCORSO ALL'AMERICA
La catena de lle riparnioni ha i seguenti anelli : la G ermania deve a tutti, secondo le percentuali di Spa; l'Italia e la F rancia devono all'Ing hilterra l'Italia, la· Francia, l'Ing h ilterr a devono agli Stati Un iti. Trascuriamo i minori Stati e l 'a ltro settore degli Stati ex nemici, {'he non
hanno pagato, né pag heranno, perché sono semplicemt nte per terra. Non v'è dunque che un solo Stato che non deve niente a nessuno ed è· creditore di tutti:· gli Stati Uniti Questa situazione non complica, m a·semplifica il problema. Cb.e si dovesse - prima o poiarrivare alla cancellazione delle riparazil?ni tedesche. era ormai nella coscìenza universale. Si faceva da taluni soltanto una questione di procedura: «prima di canceiiare le riparazion i tedèsChe, occorre - si diceva - che Inghilterra e Stati Uniti rinuncino ai loro crediti ; oppure prima si cancellino le riparazioni e poi Stati Uniti e In,ihilterra abboneranno i loro crediti ». Tutto ciò è finito. La q!festiOne. del prima o del poi non esiste più. Il Governo tedesco ha fatto sapere al mondo, per mezzo dei suoi ambasciatori, che la Germania non può pagare, oggi, né domani, né mai. C'è il fatto nuovo. Più che nuOYO, c'è il fatto compiuto. Come tale irrevocabile, poiché non può supporsi che la Germania non abbia preventivato tutte le conseguenze del suo atto. L'Jng hilterra, a mezzo d el suo primo min istro, fa sapere a sua volta che non è aliena dall'accog liere soluzioni radicali. La Francia trova nell'atteggiamento non ancora definito d e,gli Stati Uniti un motivo di intransigenza. La chiave di volta della situazione è, dunque, nelle mani degli Stati Uniti. Che fa[e? Prendere· delle misure di «forza » per costringere la _Germania a pagare? E quali misure? Con quale risultato? Il tempo delle occupazioni tipo Ruhr è passato. E ammessa, p er dannata ipotesi, una operazione del genere, alla quale l'Italia si rifiuterebbe di partecipare in qualsiasi guisa, che cosa accadrebbe di Locarno e più ancora quale sarebbe iJ destino della Società delle nazioni ?
Ora non v'è che un modo per uscire da quest a situazione di st aticità, che ta nte rovine accwnula nel mondo: cominciare con l'abbuono, fra g li Statf europei, d elle loro reciproche posizion i d ebitorie e ereditarie. Com· piuto questo primo passo, presentare il fronte unico dei debitori ·europei all'America. Rinunciando ai lo ro crediti , i d ebitori europei avrebbero la coscienza perfettamente tranquilla per chiedere l'annullamento dci loro debiti da parte del Governo degli Stati Uniti. Voi pensate che gli Stati · Uniti avrebbero il coraggio di reclamare ancora il pagamento dei loro crediti da parte degli Stati europei che avessero fatto la stessa conces· sione alJa Germania? Voi credete che gli Stati Uniti costringerebbero · gli europei a ricostruire il circolo vizioso che la conferenza di I:osanna deve finalm ente spezzare-? Ecco l'interrogativo inquietante. Ma davanti ad un atto di volontà finalmente consapevole di tutta l'Europa, che attraverso il reciproco Condono dei d ebiti dimostrerebbe di aver superato la distinzìo!le dei vincitori· e dei .vinti e creato quindi un nuovo ambiente propizio ad ulteriori più larg he e più feconde intese, gli Stati Uniti non avrebbero certamente il Coraggi<? -di insistere. Non solo per rag ioni di
ordine morale; quantunque anche queste abbiano il loro influsso sul· l'an ima americana. E. un errore il credere che g li americani siano insen· sibili a suggestioni di siffcl.tta nahlra: v'è in essì un fondo d i idealismo e di disintèresse che ha avuto manifestazioni imponenti e pratiche in tutti i paesi del mondo. Essi si rifiuterebbero di apparire nella storia d ell'umanità come g li un ici, i soli, i duraturi, i secolari profittatori della guerra;
di essi vorrebbe essere paragonnto a Shylock, che pretendeva brandelli di carne dal cOrpo del suo debitore. Noi pensiamo che in America, un movimento formidabile di opinione finirebbé per travolgere tutte le resistenze di coloro che credono ancora - non diciamo alla moralità- ma alla utilità di questa situazione. Accanto -a questi motivi di ordine morale, vi sono quelli ____: non meno d ecisivi - ·di ordine materi 3.Je che sollecitano gli americani a chiudere anche essi b. contabilità del Voi ricordate che cosa accadde per la moratoria Hoover del lug lio scorso. Si trattava solo di un anno, ma pure )JO sollievo immenso degli spiriti :1ndò d all' uno all'altro deg li .orizzonti della terra. Gli uomini ripresero per un momento anìmo ed ardimento e c'erano i segni evidenti di una ripresa, prima che il tutto, di lì a poco, si spegnesse sotto g li abbondanti getti d'acqua di quei meticolosi artisti della procedura che sono i g iuristi francesi, consiglieri della finanza dello Stato, Ora, se la moratoria di un anno aveva potuto rianimare il mondo, Come si può dubitare della ripresa, qualora b strada sia sbarazzata una volta per tutte da questo ostacolo, il maggiore, forse, che immobilizza oggi i popoli e proietta le sue sinistre conseguenze per quasi tutto il secolo attuale ? :t. nello stesso interesse degli Stati Uniti compiere il gesto d i _ una rinuncia, che torna in d efinitiva a loro vantaggio. Non non perdono Oulla, ma guadagnano per altra via, quanto formalmente ca ncellano.
Ma il primo passo essere compiuto in Europa. Non si può pretendere che gli Stati Uniti assumano essi l'iniziativa: è l'Euro p3. che deve farli trovare .dina nzi al fatto compiuto, che fin iranno per accettare, anche perché non potranno in a lcun modo revoca rlo. Cosl come i creditori europei -della Germania accettano il·« fatto compiuto» della sua dichiarazione di insolvenza. t:: forse pensabile che gli americani possa no ricorrere ad atti ostili sul terreno eèonomico e valutario? No. L'econom ia del mondo è solidale; chi Ja ferisce in qualsiasi parte del globo, ferisce se stesso; le rappresaglie doganali chiamano le contro-rappresaglie; una valuta che crolli mette in pericolo immediato di rovina tutte le monete, dalle più vicine alle più lontane; il_ mondo ha bisogno degli Stati Uniti, n1a gli Stati Uniti hannò bisogno, come non mai , dell'Europa e dd mondo. La grande campana della realtà suona a martello fra le due ri ve dell'Atlantico,
D a Il Popolo N. 12, 14 gennaio 1932, XIX ( g, 13).
321" ·RIUNIONE DEL CONSIGLIO DEl MINISTRI*
Su proposta del capo del Governo, ministro delL'Interno, il Comiglio ba approvato :
I. - Uno scbenw di provvedimento legislativo col q"ale si stabilisce di affidare all'lftitulo poligrafico dello Stttto l'amministrazione, la sta1npa e la vendita del «foglio annunzi legali della provincia di Roma ». Il pro vvedimento è dire/lo ad abbinare, come già in panato, per ragioni di economia ed anche ,u/l'intereJSe del pubblico, ia gestione del «Foglio anmmzi legali della pro vincia di Roma)> f1 quei/a d ella <<Gazzella Uffidale del Regno d'ltalia ».
2 . - Uno schema di provvedimenJo l egislativo concernente la costituzione del comune di « lJo/ e Tremiti». Il gruppo delle T remiti, comprende!Jie le isole di San Donnino, Sa11 N icola Capperaia, Pianosa e Cretanio, e sede di 11n'importante colonia di confino, rappresentava, fi110ra, in virtt'l del regio decreto- 13 dicembre 1863, numero 1858, una anomalia nell'ordinamento anuninùtrativo d el Regno, in quanto non costituiva comune autonomo, né faceva parte d i nessun comune, ed era amministralo direllamenlf! dallo StaJo, a mezzo del direttore della colo4 nia. A quei/a Jituazionf! anormale, protrai/asi pe1· circa setlant'anni , pone termine il provvedimento appro vato oggi dal Consiglio dei ministri, con la el'ezione in comune di d ell e l!o l e ( +) '
PREFAZIONE ALL'« ALBO D'ORO
Questo è un libro che nobilita il fascismo e consacra la rivoluzione delle camicie 11 sacrificio liberameq.te accettato innalza gli uomini sino ai culmini dell'eroismo. Queste pagine vanno lette e profonda·
* Tenutasi il 16 gennaio 1932 (ore 10·1 1.30). ( Da 11 Popolo d' ltnlia, N. 15, 17 gennaio 1932, XIX).
** Albo d'qro dà deco rati della M.V.S .N.- Edito a cura d ell'Ufficio storico del Comandi) generale della M.V.S.N.,· Roma, 1932.
mente meditate. Il fas cismo può già allineare sugli orizzonti della nuova storia d'Jtalia i suoi martiri, i suoi caduti, i suoi valorosi.
Il passato più non può ritornare e l'avvenire è MUSSOLINI
Roma, 25 gennaio X {1932}.
322" RIUNIONE
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI*
Su proposta dei capo del Govemo, primo ministro, segretario di Stato, il ComigJio dei niinistri ha approvato i Jeguenli provvedim e111i:
1. - Un · dùegno di legge col q si apportano · modifitaz.ioni. all'ordinamento del Co nsiglio nazionale delle in dipendenza delle mtove eJigenze sorte con lo sviluppo deJI'lstituto ·
2. -·Un dùeg no · di legge concemente l 'ordinamento dei servizi di .regreteria del Consiglio di Stato. .
J, - Un disegno di legge che apporta alcune modifiche e chia· rimeitti alle disposizioni che disciplinano il funzionamento del/'Istiluto poligrafico dello Stato, modifiche e chiarimmii addimostrdtisi neceuari nei primo funzionamento di detto istituto.
4. - Un di;egno di legge che chiarisce la · portata dell'articolo 4 del regio decreto legge 7 gennaio 1926, numeto 87, per quanto riguarda la.ude deJJa reale Accademia d'Italia
.5. - Un diJegno di legge col quale .Ji di.Jciplina la conceuione di motti araldici ai reggimenti e c.orpi del regio Esercito, nell'ùtlenlo di m_ellerne in gi11JIO valore il rarallrre tradizionale e di Jtabilire norme precise circa l' adozione e l'u.Jo dei molli steui.
6. - Uno uhema di pro f.!vedimenti co11cernenJi la pubblicità dei prezzi degli alberghi. IJ conce/lo iondammtale del provvedimento è sempre que/Jo deJJa pubblicità dei prezzi, di cui aJ/a legge 3 aprile 1926, numero 613, Jatta ·però mediante il JÙtema già utilmente Jeguito dal · l'Ente nazionale industrie turistiche con· la pubblicazione «Gli alberghi in Italia». Per effe/lo del nuo_f.!o provvedimento, la della pubblicazione· dell'E.N.I.T. auumerà veste ufficiale e sarà compilat_a in ba.re ai dati che gli albergatori saranno obbligati a fomire al commissariato per il TuriJmo ed ai rispettivi prefetti.
• Tenutasi il 15 febbraio 1932 (ore 10·13) (Da /1 Popolo d' llalia, N 40, 16 19}2, XIX).
7. - Uno schema di decreto concernente l'organico del Trih1male spedale per la difesa Stato.
8. Uno schema di decreto' relativo dell'lstitlllo del dramma antico neli'IItituto. fauiJta di cultura, al fitie precipuo di realizzare· le possibili economie_ nell e spese di rara!lere generale e di permei/ere ali'Istiluto del dramma a_ntico di avvalersi degli organi dell'Istituto fauùta di mlt11ra per fare meglio conoJcere all'ntero l'importanza delle rappresentazioni daJJiche da euo promosu. Infine, il Comiglio dei minist ri, su proposta del capo del Governo, in auordo coi ministri dell'Educazione nazionale e dette Finanze, ha approvata la costituzione di un Consorzio, con il contributo degli Enti locali, per la · in!egra/e sistemazione edilizia dell'Università di Roma.
PER L' EDIZIONE NAZIONALE DEGLI SCRITTI DI · GARIBALDI **
Voi dovete. dare all'Italia, in pochi succosi volumi, l'anima e il cuore di Garibaldi, quali risultano da ciò che_ egli medesimo ha scritto; non già dai volumi di dotti studiosi intorno a lui, Garibaldi è stato sempre più vicino di ogni altro al popolo nelle sue azioni meravigliose; tutto ciò che emana da lui non può che essere profondamente sentito dal popolo che lo predilige e sempre· ne subirà il fascino profondo. Per il 2 giugno 1932, cinquantenario della morte di Garibaldi, dev<: essere pronto un degno primo _volume di questa edizione nazionale garibaldina.
• Nella 32}L riunione, tenutasi il 16 febbraio 19}2 (ore 10-12.30), il Consiglio dei ministri approverà «un disegno di legge contenente provvedimenti per la tutela del patrimonio artistico ed archeologico nazionale», uno «schema di disegno di legge recante i provvedimenti per l'istruzione professionalé dei con· tadini », uno ((schema di provvedimento per la creazione in Sardegna di un Ente per la bonifica .integrale e la colonizzazione», ed altri schemi ·di decreto legge. (Da Il Popolo d'!Jalia, N. 41, 17 febbraio 1932, XIX}.
u A Roma, a palazzo Venetia, il 10 marzo 193 2, Mussolini riceve la reale :ammissione p er l'edizione nazionale degli scritti editi e inediti di Giuseppe Gaibaldi. Alla commissione, il Presidente del Consiglio rivolge le paÌole qui ri>ortate. (Da 11 Popolo tfCJalia, N. 60, 10 marzo 1932, XIX).
6•• xxv.
PAOLO BOSELLI *·
Onorevoli senatori!
11 Presidente della vostra Assemblea ha testé; 'con alta, commossa parola, rievocato la vita ed esaltato lo spirito . e Je opere di Paolo Bo· selli. Voi avete rivissuto non soltanto le vicende di un'esistenza mortale, ma la storia interessante, movimentata, in sOmmo gddo drammatica, di un secolo intero: il secolo del Risorgimento.
·Paolo Boselli era nella sua prima adolescenza quando nel 1848, uno degli anni fatidici del secolo scorso, tutte le ardenti speranze del popolo italiano si dischiusero da un capo all'altro della Penisola e, per quanto le idee non fosse.ro chiare, tra il federalismo neoguelfo del G ioberti, il costituzionalismo dei MontaneJli, il federalismo reg ionale del Ferrari ed il ferreo, inesorabile unitarismo di G iuseppe Mazzini, pur tuttavia fra il cozzare delle dottrine, delle tradizioni e dei temperamenti individuali, un sogno, un proposito comune affratellava gli animi: l'indipendenza e l' unità della patria.
Non importa, se l'anno successivo vide scendere le ceneri amare delb delusione: nelle schiere dei pionieri superstiti, sei anni dopo in Crimea; quattro anoi Qopo a· San Martino, l'idea dell'unità e ddl'indipendenza- dell'Italia venne riconsacrata dal sangue di una guerra .e sollevata dall'orgoglio della vittoria.
Questi gli eventi memorabili ai quali assisté nella sua prima giovinezza studiosa e pensosa Paolo Boselli. Il tempo delle cospirazioni era passato. Il regno d'Italia era nato, mutilato, nel 1861, di Roma, di Venezia, dì T rieste e di Tre nto; ma. le generazioni future avrebbero completata l'opera e portata l'Italia alle sue giuste fronti ere inviolabili.
Un uomo cui il destino concede di essere contemporaneo di tali non può avere nel cuore che una religione, quelJa della patria; che un culto, quello degli ei:oi e dei martiri del Risorgimento; che un desiderio, quello di vedere la patria, finalmente indipendente ed unita, avvìarsi a conquistare nuova potenza e nuova gloria
Il Presidente della vostra Assemblea vi ha parlato di P.aolo BoselJi scrittore, _giornalista, uomo di governo, vi ha parlato della sua complessa,
• Discorso pronunciato aJ Senato, nella tornata dell'H marzo 193 2 (ore 1616.30), in commemorazione di Paolo Boselli (8 giugno 1838 · 10 marzo 19 32). (Dagli Atti pArlamentari rlella Camer11 Jei tenaJo.ri. DiJr11Uioni. Leghlatura eh Smìone cii. Volume !V• pag. 4)90), ·
multiforme :1ttività politica e pubblicista e dei grandi servizi da lui resi alla nazione nei molti ·e g ravi uffici ricoperti.
PolHicamente, egli non appartenne ad un d efinito settore La vecchia destra lo aveva iniziato alla politica cori. Quintino Sella, ma, suc· cessivamente, non rifiutò la sua collaborazione a Francesco Crispi, uomo di sinistra, nella terminologia parlamentare più che nei fatti, e nella sua intima convi nzione.
N el 1915 Paolo Boselli fu in linea, anzi in prima linea, nel dspondere al_l'imperioso richiamo della patria; fu decisamente per l'intervento · cont ro og ni compromesso ed og ni transazione Anche egli sentl che bisognava osare. Gli si chiese, nel 1916, di assumere il Governo; quantunque al crepuscolo della vita, no n rifiutò di compiere il suo dovere. Durante due anni particolarmente difficili fu animatore. Lasciato il potere, non disperò mai della '_'ittocìa .
Dof>o il 19 18 - aveva ormai ottanta anni - aveva diritto di sostare. Non volle ; fu con noi ape rtamente, completamente, restri· zioni mentali o pentimenti; nel 1922 e dopo. Militò spiritualmente tra le camicie nere, e,. come i suoi concittadini savonesi ricordano, ne fu fierissimo.
In questo primo dccènnio dd regime, io ebbi sovente occasione di incentrarlo e di ìntrattcnermi con lui su piccole o grandi questioni. Era già sfin ito nel corpo, ma fervido sempre nello spirito. Il Museo del Risorgimento all'Altare della patria e lo sviluppo della Dante furono le sue ultime prOOccupazioni costanti.
Il Governo si associa al rimpianto dell' Assemblea ed al cordo8Iio dd popolo ita liano. ·
324• RIUNIONE D EL CONSIG LIO DEI MINISTRI *
Su propo;ta del capo del G overno, primo miu i;tro, segretario di Stato, il Comiglio ha approtJato:
l. - Uno schema di provvedimento concernente la riforma del · l'!Jtituto dei fuo ri ruolo per i (omponent i la inagistratura d ei Comigli di Stato .
2. - Uno Hhema di d.eaeto recat!le norme di attuazione del regio decreto legge 21 feb braio 1932 circa la pubblicità dei prezzi degli aJ. berghi, delle l ocande e delle pemioni. ( + )
• Tenutasi il 16 marzo 1932 (ore 10-13). (Da. Il Popolo J'llalia, N. 66, 17 marzo 1932, XIX).
SUL NUOVO TESTO UN ICO DELLA LEGGE COMUNALE E PROVINCIALE*
Ho chiesto la parola soltanto per dichiara re che, nella ulteriore elae n ella redazione definitiva dell'importantissimo testo unico della legge comunale e provinciale, sarà tenuto nel mass imo conto tutto quanto è stato detto in questi
LA ROMA DI MUSSOLINI**
Onorevoli senatori !
La d iscussione ch e su ll'attuale disegno di legge si è svolta in questa Assemblea è stata ampia ed alta, t uttavia serrata e degna di q uesta Assemblea, che p rende il suo nome da una di q uelle che {urano le isti· tuzioni _ fond amentali di antica. Siccome mi reputo senza falsa modestia il p ad re spirituale d el piano regolatore di Roma, mi sento in dovere di interloquire sull'argomento.
Se qualcuno mi domandasse: il piano regolatore è perfetto?, risponderei immediatamente di no. Prima di tutto, perché la perfezione non
• Dichiar.u:ioni fatte al Senato, nella torn::tta del 18 marzo 1932 (ore D· t 9. n), durante i l seguito della discussione genera le (iniziatasi nella tornata del . 17 marzo 1932) del dise-gno di ' legge: «Conferimento al Governo del re di spe· dali poteri per l'emanazione del nuovo testo uniw dell a legge comunale e provin dale». (Dagli Alti par/(lmemari delld Camera d ei senatori. Disomioni. .Legiila· tllrd ril S mione rit Volume IV, pagg. 483, 4836)
u .Al Senato, nella tornata del 18 marzo 1932, si inizia la discussione ge· nerale dei seguenti disegni dì legge: « Conversione in legge del regio decreto legge 6 luglio 1931, numero 9$ 1, con il quale sono stati approvati jJ piano re· golatore d i Roma e le norme generali e le prescrizioni tecniche di attuazione; conversione in legge del regio decreto legge 21 luglio 1931, n umero 100 1, con· cernente l'assegnazione straordinaria" di trenta milioni, per la d urata di anni quin· dici, a decorrere dall'esercizio 1933·'34, a titolo di concorso dello Stato nella spesa per l'attuazione del piano regolatore di Roma». Parlano, nell'ordine, i stnatori Corrado R..icd , .Alfredo Baccflli, Ludovico Spada Veralli Potenz.iani (in· terrotto da Mussolini per una volta), Ettore Pais, Edmondo Sanjust, Francesco Boncompagni Ludovisi, Adolfo Berio. Indi il Presidente del Consiglio pronun· eia il discorso qui riportato. (Dagli Alli parlamentlff; della CamrrA dei sen"lori. Dimmioni. LegiJ!aJJmt cit. SeJSione cit. Vo l ume IV, pagg. 4836-4876).
è attingibile dagli umani mortali, poiché se alla perfezione gli uomini potessero g iungere cambierebbero la loro natura. Poi è stato fatto da una corrunissione, e Napoleone avvertiva che un generale mediocre può vincere una battaglia ma che cinque generali sublimi corrOno il rischio di perderla. (Si ride).
Terza ragione e forse non ultima: la gravità e la delicatezza estrema del problema.
11 senatore Corrado Ricci vi ha tracciato la storia del travaglio attraversO il quale nel piano regolatore bisognava conciliare due opposte esigenze: il rispetto della Roma antica e la" necessità della Roma mo.derna. Tutto sommato, dichiaro che ci troviamo dinanzi al miglior pianò regolatore pensabile ed attuabile.
Non ho bisogno di di re a voi che cosa significhi Roma nella storia del mondo e nd la. storia d' Italia. Basta pensare che senza le pagine della storia di Roma, tutta la storia universale sarebbe terribilmente mutilata e gran parte del mondo contemporaneo sarebbe incomprensibile
Ma, quando veniamo a tempi più recenti e sentiamo echeggiare nel nostro orecchio il grido fatale di Garibaldi: «O Roma o morte )>, ciò significa che per gli italiani di _quell'epoca, ed anche della nostra, quell'antitesi stessa viene a signific:i.re che Roma è fonte di vita, senza della quale non varrebbe la pena di vivere. Ma udite un uomo che meriterebbe forse di essere portato in più alto piano della storia del Risorgimento italiano, parlo di Bettino Ricasoli, il barone di ferro, udite quello che egli . scriveva al conte luig i T orelli, il quale fu il primo che il 18 marzo 1848 iSsò la bandiera tricolore sul Duomo di Milano, partecipò a tutte le attività politiche e militari del Risorgimento e finì giustamente prefetto del Regno. (Si ride)
A pagina 369 del libro di Antoni o Mo nti pubblicato dal regio l stituto Lombardo di Scienze e Lettere si. legge questa lettera del giugno 1860: «L'Italia bùogna che sia a Roma e Roma bisogna che sia dell'Italia. lA Venezia dovrà eJSerlo e lo sarà d suo tempo; ma, per fare l'llalia spiritualmmte, occorre Roma e Roma l'avremo in qualunque modo: l'Italia smza Roma è un corpo morto».
H piano regolatore doveva, quindi, rispettare in sommo grado .tutto ciò che rappresenta la testimonianza vivente della gloria di Roina antica. Ma un conto, o signori, sono·i monumenti, un conto sono i ruderi , un conto è il pittoresco o il cosiddetto colore locale.
Nel1864 il signor Ippolito Taine, che fu certamente una delle più forti intelligenze che abbia avuto la Francia nel secolo scorso, venne a Roma e la definì pacifica e poetica necropoli ». Cosl parlava dei vecchi palazzi: « Immemi rhiostri, alte mflraglie rome di prigioni, monumenta/i, Nella çorte nessuna a11ima viva, è un desert o.
Talvolta una donina di fannulloni uduJi ml u/ciato fanno mostra di cogliere l'erba. Si direbbe che il palazzo sia abbandonato». E di qu ella aristocrazia romana, che oggi energicame nte lavora nelle bonifiche e sta trasformando l'Agro, diceva che « raJio migliavtt ad ·una specie di /u arto/a rannicchia/a nella corazza di un coc(odri/lo, il coccodrillo era bello, ma T?JOrlo )), (Sì ride).
Vediamo il colore locale di taluni quartieri di Roma cosi come si presentava appena mezzo secolo fa. « PaldZzo Farnese è i n rm laido qutlrtiere. Per andare al pttlazzo Cenci, così rovinato ·e fo sco, vi sono. vie tortuose aJ/raversate da rigagnoli fetidi o in mezzo a <tue dalla facciata che pare 1!11/a slogata, Janto cbe umbra /' emia di un idropico; in mezzo tt corti nere lrtmtdanti il sudiciume si fltlorciglùmo con i lo rO budelli in(orno ad rm muro coperlo dalla sporcizia di tm secolo )>. Vediamo, ora, se in altri quartieri vi erano condizioni migliori: «Nel ri/Ornflft da Sm1 Pietro, bo trovflto un qmtrliere indeJCrivibile, orrido, COJI vi11zze infette, corridoi viscidi». T uttaVia ammetteva in altra parte dd suo libro che il popolo romano aveva in se stesso energia barbara e cercava uno sfogo. E bisogna che vi legga una pagina ammonitrice anche a distanza di tempo:
«Per diventare 1111 popolo indipende111e ed uno Stato militare, bisogna che I'Italitt paghi d i pùt, che laVori e produca di piH. In questo momento ( 1864) i migliori cittrtdini sono wz borghese che fo ndi una manifattura, un pfoprietario che dissodi la terra ed un operaio che p rolu nghi la prqpria giornata di un'ortt.. Non si traJ/a di uhiamazzare e di leggere i giornali, ma di vangare, di calcolare, di studi?J.re, di i nvenlttre, occupazioni t11tte noiose positive costrullive che si lascerebbero volontieri agli occhi del nord. E drlfo paJsare dalla vita epicmta e spemlativtt a quella e militrtnte, smibra di diventare direltamentc: da paJrìzio un servo ed una macc.bina, ma bisogna optare ql!ando si vuole formare una grande nazione. Bisogn.t, per resistere in faccia agli altri, accettare la necessità che si im pone agli altri, cioè il lavo ro regolare, asJiduo, continuo, ;t dominio di se steSJi, la disciplina volttt con metodo verso· i fini fissi, l 'arruolam ento dell'individuo serrato nei quadri ·e ;timolato dalla concorrmza, la concentrazione di ogni faco ltà, l'indurimento dello sforzo»
b questo che noi andiamo facendo da dieci anni. Tutto il pitto resco sudicio è -affidato a Sua Maestà il piccone, tutto questo pittoresco è destinato a crollare e deve crollare in nome della decenza, della igiene e, se volete, anche della bellezza della capitale. .
·Ma la Roma moderna merita di essere conosciuta: dagli italiani, j quali; essendo rimasti :i.i tempi di Chateaubrìand e di T aine, si sono fissi in testa che Roma sia la città degli imp iegati.
Non t vero. Io l'ho . dimostrato in un articolo dell'agosto. scorso, nel quale, sulla. base delle statistiche rimessemi dalla Ragione ria g enerale dello Stato, si p recisava che il personale civile residente a Roma, di ruolo, compresi, si noti bene, ì magistrati ed ì professori, è di sole 13.014 unità in ruolò e di 2282 un ità fuori ruolo.· E si capisce, perché la burocrazia civile si compone di circa sessantamìla unità in tutto il Regno.
Non è vero, dunque, che Roma sia una città di impiegati che vive soltanto sugli stipendi dello Stato.
Ma quel che sembrò allora una rivelaz ione, e forse vale la pena_ di consegnarla anche al verbale di questa seduta, è che Roma, dopo Milano e Torino, è . la città che ha il maggiore complesso di piccole e medie industrie del Regno. Al 30 giug no del 1931 le ditte industriali della città di Roma erano 3517 con ottantamila dipendenti ed esatta- · mente 78.628 operai e 64 20 impiegati. Roma, dunque, lavora. dà alla bilancia dei pagamenti, ci oè al dare e all'avere· internazionale, una forti ssima partecipazio ne in attivo. Ma Roma cresce. Non cresce solo per l'immigrazione, perché, se fo sse per qu('Sto, non ne sarei affattO entusiasta. Le mostruose città che si sviluppano geometricamente finiscono per fare il deserto intornO a loro, e sul deserto non si vive. Vedi Berlino, che, nell'anno scorso, ha perduto abitanti, i quali hanno trovato più conveniente e più eco nomico ritornare ai loro borghi e 3.i lo ro villaggi.
Roma ha una forte natalità: il popolo romano è fecondo. Difatti, }imitandomi _agli ultimi dati, il supero _dei nati sui morti è di 11.404 · nel 1930 e d; 10. 191 nel 1931.
Alla Jlne di gennaio dell' anno in corso Roma contava 1.02 3. 517 abitant i. Si può prevedere che questo sviluppo continuerà. Allo ra bisogna conciliare le esigenze dell'antico con le esigenze del moderno. Fare delle grandi strade, anche larghe, senatore Corrado Ricci.
Oggi a Roma ci sono circa trentami la veicoli. Bisogna pensare che fra cinque anni ve ne saranno cinquanta. o sessantamila. Il problema dei rumori sarà risolto il giorno in cui il numero dei veicoli sarà auffienta.to, il che sembra contraddizione, ma non lo è, perché quando i veicoli sono moltissimi, tutti devono incanalarsi l'uno dietro . l'altrO e _ allora non c'è più motivo di. vessare il pubblico con degli strombettamenti inutili.
Del resto, tutto quello che di grande, di bello, di venerabile è ri- "" masto, noi Io conserviamo, non solo, ma. lo aumentiamo. Le str3.de dei colli e del mare risol vono un problema di ripristino dell'antichità e di viabilità in grandissimo stile.
Di una cosa sono orgoglioso: di avere rkon dotto i romani al mare.
OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI
Lo avevano dime nticato. I d istante appena venti minuti di tram e di automobile. spero che col tempo rispunteranno anche delle virtù marinare. D ebbo dire. che Roma, nell'antichità, non ebbe delle ·qualità marinare eccezionali, però riuscì a battere Cartagine anche sul mare.
Spostando la popolazione verso i colli o verso il mare, noi effettuiamo il disistipamento di Roma, demoliamo tutte le casupole infette, i d iradamenti necessari a tutti i fini,_ diamo del . sole, della luce, dell'aria_ al popolo. ( Approvaziom).
Si degli errori? Certamen te. Per esempio, J o credo che quell'enorme ospedale che è sorto nell' Isola Tiberina sia un errore. Come si può pe nsare di fare un ospedale in un'isola ed in quelJ'isola ?
E, giacché altra volta qui si è parlato del di Magnanapoli, bisog na che dica la mia opinione. Io non discuto l'architettuta di quel palazzo, ma mi permetto di opinare che esso sia un errore almeno topogratico. n un info rtunio capitato alla Cassa infortuni (ilarità, applausi prolungati), a lla guale però ho inibito da t empo di andare ad '?Ccuparc così sontuosi locali. (Vivi appùum).
Signori senatori, l'li ottobre del 1860, 'il conte di Cavour pro· nunciava un f amoso e memorabile discorso. Ad un certo punto egli disse: «Durante gli ultimi dodici anni, la stella polare di Villorio Ema'1nele fu -l'ifpirazione delt'indipendmza nazionale. Quale sarà questa :;Iella a Ro ma? La IJO Jira stella,- o 1ignori, ve lo dichiaro aper· tamente,.è di fttre che la Città eterna, nella quale vmticinque ucoli hanno , accumulato ogni genere di gloria, diventi la splendida capitale del Regno italico )>.
Signori!
Noi stiamo traduce ndo nei f atti questo auspicio solenne. prolungati applausi accolgono la conclusione del discorso d el Duce).
LETTERA-PREFAZIONE
ALLA « REVUE ECONOMIQUE INTERNATIONALE >>
L'iniziativ? presa dalla Revue E'onomique lnlemationale di p ubblicare un f ascicolo dedicato esclusivamente all'economia italiana è interessante e può essere feconda . .E un fatto ch e, mentre l'Italia art.istica, :trcheotogica, letteruria , è sufficentemente conosciuta, l'ltalia moderna,· politica ed economica, è ignorata nei suoi aspetti ·
11 f ascismo, ch e ha ridato vita e valore al passato, nella sua espressione storica e arti stica, rappresenta una profonda rivoluzione nel campo
politico ed economico. Studiare le istituzioni e gli ordinamenti di questa rivoluzione significa, conoscere e comprendere rltalia vivente. Che gli studiosi del Belgio abbiano seritito tra i primi questa ne· cessità è per me motivo di compiacimento.
Il Belgio e l'Italia, nella presente crisi mondiale, mantengono le lciro posizioni con rapporti commerciali intenSi ed . attivi Ma, soprattutto, Italia e Belgio sono uniti da vincoli non retorici di amicizia, che su· perano la convenzionalità dei buoni rapporti diplomatici. Unione di po· polo nel sacrifizio comune della guerra, nella g ioia della vittoria insieme raggiunta; unione consacrata dal vincolo fami liare delle due Case re-gnanti; unione di intenti nello sforzo di ridare al mondo, coH'accordo sincero dei popoli, che è comprensiOne delle reciproche necessità, nuovO equilibrio che sia garanzia di sicura pace.
(M USSOLIN')D a li Popolo d'Italia, N. 6R, 19 mnrzo-1932, XIX.
AI COMANDANTI
Il Dure ha abbrauiato l'on . D ehroix. . Quindi, fa/tori in mezzo al quadrato, ha detto, WtJ voce alta e t-·ibrante, /Lt Jua soddiifazione per l'austera cerimonia da lui comiderala Ira le piii solmni e significative del tredicesimo an nuale del!Lt fo ndazione dei F11ui.
Egli si è compiaciuto del fallo cbe sia stata ricordata 'dal capo dei mutilati la promeJJtt cont enuta nel primo proclama dei Faui, i quali auumero davanti a se JleJJi . e davanti al paese l'impegno di difendere, co11 la m emoria dei caduti, ·gti intererri spirituali e materiali dei mutilati e dei reduci.
Ha quindi rottolineato il valore morale dell'ingreuo dei mutilati di guerra, dando rolenne riconouimenlo che la lo ro ade;ione totale alla rivoluzione .è avvàtuta in un'ora difficile e affermando Che t.tle adesione è la prova irrefutabile d ella perfeJta unione tra_il regime e il popolo, peuhé del popolO i mutilati sono l'autentica arirtocrazia.
• A Roma, ne-lla sala de!!e Battaglie di palazzo Venezia, il 23 marzo 1932, verso le 12, Mussolini riceve i comandanti dei reparti mutilati della M .V.S.N . di tutta Italia reduci dal g ran rapporto presieduto dal deputato Attilio Tenuzi. All'indiri zzo rivoltogli da l deputato Carlo D dcroix, il Presidente del Consiglio risponde con le parole qui riportate in riassunto. (Da TI Popolo d' Italia, N. 72, 24 marzo 1932, XIX).
Quando il Duce, terminato il 1110 discorso e dopo · avere nuovamente espresso il suo compiacimento ai dirigenti dell'Associazione mutilati, si è allontanato, da ogni parte della sala si Jono al -Suo indirizzo vibranti entusiastiche noi!».
PER IL TREDICESIMO ANNIVERSARIO DEI FASCI*
- Popolo dell'Urbe! Camicie nere di Roma l Cinque mesi or sono, in un'adunata imponente come qu!!sta, da questo balcone, io vi dissi che l'inverno sarebbe stato asp ro, ma ·che l'avremmo superato. Malgrado la inclemenza inconsueta della tramontana, siamo g ià nella primavera. Voi sapete, per ormai decennale esperienza, come io tenga fede alle mie parole.
Fin da oggi vi dichiaro che per l'inverno f uturo daremo più lavoro e, se n ecessario, un'assistenza ancor più vasta e fraterna, a t utto il po· polo italiano. (A pplaiiJi enJmiartici e prolungati).
Nell'a nniversario che voi celebrate con la _ vostra imponente mani· festazione di_ masse, voglio dirvi che la·parola d'ordine è immutata: «Durare!>). Durare sino alla vittoria! Durare oltre la vittofia, per l'av· Venire e la potenza della nazione. '
A chi (Un grido a/tiSJimo delftt m ol!iludine tù ponde: «A noi/»).
PER IL CENTENARIO DI WOLFANGO GOETI;iE **
.E altamente significativo che l'inaug urazione di un Istituto tedesco di cultura coi ncida con i festeggiamenti organizzati in tutto il mondo in onore di Goethe.
• pronunciato a Roma, dal balcone di il Ù marzo 1932, all e 18.25. (Da Il P()polo d'Itali4, N. 72, 24 marzo 1932, XIX).
** A Roma, nella sede dell'Istituto italiano di studi germanici sila a villa Wiirst, la matti na de! 3 aprile 1932, Mussolini in'augura l'Istituto. stesso. In ta le
· occasi one, dopo i discorsi de l senatore Giovanni Gentile, presidente del l'Istituto, e del professor Gabetti, direttore dell'Istitu to, il Presidente del Consiglio prO· nuncia in tedesco il discorso qui riportato (Da Il Popolo d'!lalia, N . 82, 5 aprilç 1932, XIX).
Sono lieto di poterlo onorare con brevi parole, in quella lingua di cUi egli si servì per le mirabili creazioni della sua opera immorta le.
Tutti i grandi popoli hanno trovato la loro estrinstcazione in un grande genio. In Goethe sono riunite le migliori doti 'dell'anima, della cultura e della civiltà _ del popolo tedesco. Egli personifica la espressione più alta dello spirito tedesco. ·
Goethe, però, come tutti i grandi artefici creatori del bello, appar· tiene a tutta l'umanità. Roma, che egli chiamò l'università del mondo, Roma, la quale dà ospitalità agli dei di -tutti i popoli, compie oggi il suo dovere festeggiando solennemente il centenario di quel grande.
Lo spirito e l'immagine di Roma sono int imamente legati con l'opera di Goethe. Il profondo, costante anelito .dell'anima tedesCa lo spinse verso Roma fino dal primo destarsi della sua sensibilità artistica. Roma lo attrasse mediante la visione riportata da suo padre dal viaggio in Italia. Fu sua guida lo spirito di Winckelmann.
Roma ha verso questo :Poeta entusiasta un grande debito di rico· noscenza. Nessuno fra i poeti moderni ha sentito tanto profondamente l'anima e la bellezza' di Roma, nessuno l'ha espressa con altrettanta gra· zia come Goethe nelle sue ·Elegie romane. Chi vuoi conoscere il vero, immortale volto di Roma e vuole intendere la voce dei millenni, deve volgersi a Goethe ed ascoltare con raccoglimento le armonie nate dal suo spirito. (QNando S. E. MNsso/ini chiNde con qNesto nobile invito . il suo discorso, l'aJJemb/ea, che ha seguito le parole con ammirato rac· coglimmto, gli tributa ancora una volta 1ma prolungata ovazione).
PRESENTAZIONE DI UN DISEGNO DI LEGGE*
Ho l'onore di presentare alla Camera· il seguente disegno di legge : appro_vazione della convenzione per l'assetto edilizio della regia Università di Roma. (Vivi applarm).
* Parole pronunciate alla Camera dei deputati, nella tornata de! 7 aprile 1932 (ore {Dagli Aui del italiano. Cam"" dei depulaJi, XXV Ili leghlatura. Senirm1 1929·'32. Diuuuionì. Volume Vl: dal 7 aprile al 1° maggio 1932- Roma, Tipogra.6.a della Camera dei deputati, 1932, pag. 6092).
132" RIUNIONE DEL GRAN CONSIGLIO DEL FASCISMO*
Erano presenti tuili i membri del Gran Comiglio, ad eccezione delle LL. EE. Grandi e Marconi, assenti giUJtificati.
Il segretario d el Parli/o ha riferito Jlll primo comma del giorno: «Relazione sul f!artito e sttlle AIJociazioni controllate », esponendo fra l'altro le Jeguenti cifre, che si rijeriJcono all'aJJività a.uistenziale svolta n ei tre meri dal l) dicem bre 19 31 al U marzo · 193 2, X : offerte raccolte per il funzi onamento degli Enti o pere aSJ iJtenziali, lire 95.695.9 13,91; razioizi Viveri diJtribuite, confezionate e i n natrmt, . 90.000.000,' ind11menti, 1.250.000; atti assiJtenziali vari, 2.31 4.000 ,· JIIJSidi in denaro, 5 .500 .000
Il segretario del Partito ha ùtoltre p recisnto du iJ Jesurammto è, nei confronti dello scorio anno, if1 a111iripo di 3)2.673 unità.
Il Duce ha ei aminalo alcuni punti della relazione ed è panato alla trattazione d el secondo co mma dell'ordine del giOrno: « R1lazione sulla situazione ed internazionale». Sulla relazione d el Dure, ch e ha pttrlato due ore, hanno interloquilo i camerati Federzoni, R occo, Turati e Balbo. '
133" RIUNIONE
DEL GRAN CONSIGUO DEL FASCISMO**
Erano prnenti l e LL. EE. D e Bono, Balbo, De V erchi,.Federzoni, Giuriati, ·Rocco, M ouoni, Giuliano, Acerbo, Ciano, B ollai, Arpinati, Rossoni, Cri[tini, Temtzi, De Stefani, Turati; gli onore voli Benni, RazZA, TaiJinari, Biagi, Adinolfi; il projeJSo r Marpicati. Segr-etario, /'on. A ch ille Starace,· a11enti giust ificati le LL. EE. Grandi e Marconi.
Prima di t"iprmdere la dùcuJJione mgli oggetJi a/l'ordine del gio rno, il rapo del G ovemo umumica che il popolo dei ha
* T enutasi a palazzo Venezia ·a 7 aprile 19}2 ( ore 22-2). (Da Il Popol o d'Ittdia N, 85, 8 aprile 1932 XIX)
** Tn:autasi a palazzo- Venezia 1"8 aprile 1932 (ore 22-24). (Da 11 Popolo d'llalia, N. 86, 9 aprile 1932 XIX). ·
tm altro·grande, solenne attestato di solidarietà' e di. fiducia al Govemo fasàsJa, sotlòscril)endo in una sola g iornata ben miliardi di lire, dei quali t re in contanti e uno in conversione di vecchiO titolo.· Comunica che il ministro delle Finanze ha ordinato la chiusura della solloJCri# zione. LA comunicazione è accolta con grandi applattJi.
Dopo dùcorsi di De Stefani e MoJConi, è approl)a/o il seguente ordine del giorno: ·
«l/ Gran Consiglio segnala fin da ques/o momento al Consiglio dei ministri l'opporltmità che l'intera somma sottoscri!ta JÙt aaetlala e che i Ire miliardi in co manti Jiano · COJÌ ripartiti: un miliardo per opere pubbliche e forniture indiiJtriali,· un tniliardo a diminuzione del dùa-vanzo del bilancio; rm milia1'do a fdvor"e deli'htituto di liquidazione per m etlerlo in grado di ridurre di eguale somma il suo debito verJo la Banca d'Italia ».
11 capo del Governo ùwiJa il Gran Comiglio a rivolgere un saluto al cmnerata Guglielmo Marconi, preJidente della reale A ccademia d 'Italia, che, con le me t"ecenti uperienze ,u/ M ar Ligure, ha fatto compiere un altro paJJo innanzi alla scienza.
St11/a reltizio ne del segretario del P.N F e sugli altri commi sono approvati gli ordini del giornO seguenti : Gran Comiglio del fascism o, udita l'ampia e de/tagliata relazione del segretario Starace, pienamente /'approva, e mentre additd al mondo lo 1peuacolo di pffjella, comapevole dùciplina offerto dd luJJi i ceti del popolo italiano che fronteggia la crisi co n animo virile, rivolge un elogio ai collaboratori direJJi del segretario· del Partito ed ai segretari federa li, alle camicie nere che hanno dato la loro attività agli Enti opere auÌJ!enziali, e saluta con grande simpatid i giovani che nella prouima sesta· leva fascilla emreranno a far parte della grande famiglia del Lillorio e si inquadreranno nei ranghi dell'erercito della rivoluzione fascilla».
«Il Gran Comigiio del fascismo, dopo un ampio esame della Iituazione politica ed economica internazionale, approva l'.tllività Jvolt.t dal ministro degli EJteri, e rùtfferma cbe per 111perare la crisi di ct1i Joffre coJÌ gravemente il mondo e che ha a1petti ormai pùì politici e morali, che puram ente e conomici, è neceJJario:
« 1. - Risolvere il problema delle riparazioni e dei debiti inlersfatali di guerr.a rinunziando al/e prime e cance/Jando gli ultim i.
« 2. - Togliere i vincoli ctgli scambi internttzionali che abbiano condotto all'anemia totale i traffici di tutti i paesi.
« 3. - Auntare le condizioni d ei paeJi danubiani e balcanici (Austria, Ungheria, Cecoslovacchi.t, Romanitt, Bulgaria ' Grecia), che rapp,resentano un t otale di circa seJtatlla milioni di uomini.
« 4. - Rivedere mJ t erreno della SoàeJà delle nazio11i le clatnole di q11ei Jratlati di pace che portano in sé le cause dell'inquietudine dei popoli e quindi l e caute di una nuova guerra. . '
« J. - Rimmzù1re oramai alle troppo frequenti convocazioni d i conferenze internazionali, che stucìtano rico"enti ;peranze nei popoli, se· guiJe da d eltiJioni Jempre più gravi e aum entando la Jttperficie di attrito.
«Il Gran Cotisiglio ti riserva di naminare, neJla sua seuion e di ottobre, il problema della posizione dell'Italia fascìsta nella delle nazioni».
«Il Gran C onsiglio, dùcutendo la queJtione del diiarm:J, e preso in · esame le proposle avanzate a Ginevra, conferma le l eJi di principio enunciate dal Duce sulla materia sino dal giugno 1928 nel IliO diuo rso al Sena/o del Regno; dichiara che le proposle del ministro degli Esteri, Grandi, sono pratiche logiche nella loro tmità, che deve euere consideYata inscindibile e sulla quale l'Italia fascista intende insistere fino alla comlflfione della conferen za per chiarire finalmente, dinnanzi al problema, le responsabilità storiche e .Politicbe dei singoli Stati» .
· Il Gran Consiglio, infine, approva · ta relazione riguardame l'accordo fra l'Italia e la Turchia per l'attribuzione rispettiva d egli ifolotti intorno a CastelrosJo . .
325• RIUNIONE DEL CONSIGLIO D EI MINISTRI*
Su propos/a del capo del Governo, primo minist ro, segretario di Stalo, il Consiglio ha approvato uno uhem.d di dùegno di l egge contenente norme sul credito alberghiero Il provvedime111o è dire/lo ad alleviare per le aziende alberghiere i g ravosi oneri fin qui contralti ed a facilitare la concessione di nuovi crediti in favor e delle aziende predelle.
Su proposta del capo dr! Governo, minùtro d ell'lnl erno, il Comiglio ha poi approvato:
1. - U n disegno di legge recante modifiche alle vigenti norme Jull'asmnzion e in Jervizio del perJonale sanitario degli Enti locali e delle istituzioni pubbliche di beneficenza. Il pro vvedimento è direi/o ad auimrare che la nomina dei Janitari p.redetli cada normaJme,te sul primo
• Tenutasi il 19 aprile 1932. (ore 10 13). (Da Il Popolo d'Italia -N. 20 aprile 193 2, XIX)
formata dalla .commiJJione giudicatrice d ei re/ati11i concoru,
2, - Uno Jrbema di decret o quale .si stabili.sce . di d estinare parte dell'« Op era nazionale di patronato Regina Elena>> per gli orfani del terrnn oto co n sede in Roma a ' favore d etla erigenda Jeuola consorziale ag raria di Palmi. '
3. -_Uno schema di decreto wl quale si appro va la deliberazione dd 31 dicembre 1931 del governatore di Roma riguardante. il finanziamento di opere pubbliche. Tali opue Jono dirette nella quasi totalità alfi esecuzione di quella parte del piano rego/ato re di recente approvazione che è attualmenJe in corso e che .si riferisce di/a sittemazione del Campidoglio e dei Fori imperiali sino al Col osseo . ( +)
In uguilo, il Consiglio d ei mlnittri, su proposta del capo del G ovemo1 ha approvalo tmo srhenM di regio dec reto col quale, i n relazion e ai risultati co nseguiti d al recente prestho, b a deliberato d i auto· rizzare la etniu ione di tre 'urìe d i buoni del T esoro (ultima, ottava, nona serie) Per la eccedenza di 45 3 milioni Jottoscritti e che dovranno essere restituiti, il minÌJtro" d elle Finanze propone e if Consiglio dei ministri approva che vengano accolt e nella loro interezza le sot/osuìzioni di qualmJque. amm ontare raccolte nelle Colonie. e a Rodi. L e sol/ascrizioni di importo da lire 30 0.500 a lire 461.500 saranno accet/ate limitatamente ·a lire trecentomila di nuovi buoni. Le sottoiCri zfon i di ammo11tare superiore sarttnno soddisfatte per il sessanttlcinque per cento del loro ammonta re. ( + )
PER LA LEVA FASCISTA *
· G iovani camicie nere dell'Urbe !
Oggi, fau sto N atale di Roma, è la festa del lavoro italiano, è la. giornata della vostra sesta leva fa scista, che consacra la vostra gagliarda e purissima fede!
I combattenti glorio.si deJla grande guerra, Je camicie nere della vigilia, gli anziani della Milizia e del tutti vi salutano con schietta, profonda, virile simpatia e sono fieri di voi!
Noi ·che voi siete, che voi volete essere, in ogni istante
• A. Roma, in piazza del Popolo, i! 21 apri le alle l O.D, Mussolini presenzia la cerimonia della leva fascista. In tale occasione, il Presidente d el Consiglio pronuncia il discorso qui riportato. (Da Il Popolo d'lltllia, N. 97, 23 aprile 193 2, XIX).
OPERA OMNIA DI BENITO MUS SOLINI
della vostra vita, l'orgoglio del fascismo, la for1.a della·· rivoluzione, la certezza del futuro; l'armata della patria !
Colla disciplipa, col lavoro; coll'obbedienza ai vostri fortificando quotidianamente lo spirito ed i muscoli, voi sarete ogni giorno p iù degni dell'àvvenire che vi aspetta e deiia fede che avete abbracciato, per conquistare nuova grandezza all'Italia.
Giovani camicie nere !
B q uesto il vostro fermissimo proposito? (Un urlo formidabile erompe dalla maua faJcista, che grida al D11ce: «Sì!»).
Giuratelo!*
BUONI DEL TESORO, SOTTOSCRITTORI E SOTTOSCRIZIONI ••
l sottoscrittori sono stati 263.402 · in Italia, 246 a Rodi, 293 nelle Colonie; in totale: 263.941.
Giova aggiungere che 3.5.447 hanno sottoscritto per una somma di lire cinquecento; 43.228 si sono spinti sino a lire mille; 25.941 da lire miliecinquecento a lire duemila; 10.873 da lire duemilaèinquecento a · lire tremila; e soltanto 114 si sono slanciati oltre il milione! (Vivi.uimi, pro/ungaJi applarm). '
"' o: Subito dopo le ultime parole di Mussolini, salutate con un'alta., im· ponente ovuiooe-, il segretario federale dell'Urbe, D'Aroma, legge la formula del giuramento. Un grido solo, formidabile, risponde: "Giwo! ", mentre mi· g liaia di balilla, di avanguardisti, di giovani fasci sti, protendono il braccio verso il Duce. Quindi sul palco del capo del Governo si schierano un milite, un giG· vane fascista, un avanguardista e un balill"a. Il primo -consegna il moschetto al secondo; q uesti le-ga il fnzoletto coi colori di Roma all'avanguardista e da questi il bali!Ja riceve le cordelline. le tre consegne, svohesi rapidamente, sono accompagnate da un abbraccio. 1:: un attimo di profonda commozione. Il simbolico rito ha così consacrato il giuramento di tutti i partecipanti alla leva ». (Da Il Popolo d'l/alia, N 97, 23 aprile 19_32, XIX).
** Alla Camera dei deputati, ndla tornata del 2} aprile 1932 (ore 16.19.15), si inizia la discussione generale del disegno di legge: «Conversione in legge del regio decreto legge 21 marzo 1932, numero 230, concernente la emissione di una sesta di buoni del T esoro novennali ». Dopo le dichiarazioni del deputato Ezio Maria Gny, il Presidente del Consiglio fa. !e" precisazioni qui riportate. (Dagli Atti J e/ PMlament() itahano. Camrra deputati. Discuuioni. LegiJ/tllura ci i. cii. Vol11me VI, pag 6505).
PER IL PRIMO CENTENARIO DELLA COMPAGNIA DI ASSICURAZIONI GENERALI DI TRIESTE E VENEZIA *
Un mio discorso, signore e signori, non era nel programma. Ma io ho l'immodestia di dire che, se non lo pronunciassi, forse rimarreste un poco. delusi.
D'altra parte la celebrazione di un .anche se avviene a Roma, dove si contano i millenni, è un avvenimento . pieno di significazione e prC?fondamentc simbolico, che dà un senso di coraggio nella vita.
l o avevo sfogliato, di co sfogliato e non letto, il libro che voi avete pubblicato p er la circostanza e ho visto che in molte pagine ricorre la parola crisi.
Ho ascoltato con infinito interesse il vostro discorso, del quale io apprezzo i dati statistici e gli clement i che segnano il progresso di que· sta grande istituzione.
Pensate·queJJo che era l'Italia nel 1831! Quale cambiamento di scena in un secolo! Però non vorrei che, sul terreno economico, dovessimo subire un processo involutivo. Non per colpa nostra. Perché quando io, durante il discorso, seguivo le difficoltà che alle Assicurazioni generali facevano gli Stati e staterclli dell'epoca, mj domandavo se, per avventura, oggi non siamo sulla strada di più o IT.leno grave follia, dal momento che tutti gli Stati innalzano barriere doganali cd anemizzano l'economia del mondo (Grandi ovaziom).
Io mi sento matematicamente sicuro nell'affermare che le Assicurazioni gener3li arriveranno a f(!steggiare il loro secondo centenario. Non sono matematicamente- sicuro che no i tUtti lo presenzieremo. Ma sono matematicamente sicuro che fra un secolo l'Italia sarà più potente e Roma più grande. (Il discorJo è JlaJo JalutaJ o da una /unga1 vibrante ovazione).
• A Roma, nella .sede della Compagnia di Assicurazioni generali di Trieste e Vennia .sita in piana Venezia, il 1° maggio 1932, Mus.solini pre.setuia la ctrimonia per la celebrazione del primo centenario della Compagnia. In tale occa· sione, da vari oratori, il capo del Governo pronuncia il discorso qui riportato. (Da Il Popolo· d' Italia, N . 10,, ; maggio 1932, XTX)..
PRESENTAZIONE DI UN DISEGNO . DI LEGGE*
Mi onoro di alla Camera il disegno di legge: conversi'one in legge del regio decreto legge 24 marzo 1932, numero 392, concernente provvedimenti per la Milizia Portuaria.
PAOLO DOUMER
ALLA CAMERA DEI DEPUTATI **
Le parole testé pronunciate dal Presidente di questa Assemblea sono la fedele espressione dei vostri sentimenti, di quelli del Governo e di quelli. del popolo italiano, il quale ha. appreso con sincera emoZione la notizia del delitto orribile, che ha spezzato la vita dCI Presidente della Repubblica francese.
L'assassinio di ieri, premeditato e preparato contro un vecchio di anni, . appartiene al novero d ei crimini che non colpiscono soltanto un uomo, ma feriscono e umiliano la più semplice e più profonda umanità, Nobile vita fu quella dj Paolo Doumer. Di origine modestissima, egli poté giungere, attraverso una abilità politica lineare, temperata, sino ai fast igi della prima magist ratura della Repubblica. Quando scop· piò la guerra, egli era già uno degli uomini politici più rappresentativi ed ascoltati della Francia Fu all'inizio di quegli anni tragici che egli diede un esempio tale d a conciliargli allora e poi il nostro rispetto.
Come ha ricordato il Presidente di questa Camera, Doumer mandò i suoi quattro figli in p rima linea, al fronte, dove tutti trovarono. la morte, combattendo da valorosi. Era un uomo duramente provato e meritava un crepuscolo che non fosse di sangue.
• pronunciate alla Camera dd depUtati, nella tornata del 6 maggio 1932 (ore 16-20.4S). (Dagli Atti del Pa-rlam ento italiano. Cam ertt dei J eputdli. LegiJitZJMra cit. SuJione rit. Dhnmioni. Volume VI, pag. 6937).
u DiS(orso pronunciato alla Carnera dei deputati, nella tornata del 7 maggio 1932 (ore 16- 16.1)), in commemorazione di Paolo Doumer (22 marzo 18 57 · 7 maggio 1932). (Dagli Atti Je/ Parlamentu italianu. Cadur4 Jn drJINfari Ses· Jion• cit. LegitlaJMra dt. Dirruu ioni Vol11me VI, pagg. 7013·7014),
DAL XII ANN. FONO, DEI FASCI AL PATTO A QUATTRO 99
In questo momento, nel quale la politica tace e solo l'umanità parla, noi ·desideriamo che jl popolo francese senta nel luttuoso evento la simpatia aperta e commossa del popolo italiano. (Segni di auemo).
PAOLO DOUMER AL SENATO*
Nell'altro ramo del Parlamento ii Governo ha già manifestato' i sensi della sua esecrazione e il suo cordoglio per la tragica fine del Presidente d.ella Repubblica francese.
Si associa ora alle nobili parole pronunciate dal Presidente della vostra Assemblea. ·
LIBRO E MOSCHETTO **
Camerati goliardi!
Nell'anno garibaldino sono cominciati i Littoriali della giovinezza italiana, per sempre meglio temprare il nostro spirito ed i nostri muscoli. Nel decennale della rivoluzione fascista più che mai la parola d'ordine è questa! (E nel pronunciare que;te p_arole Muuolini ha con nn rapido gnto alzato tm libro ed nn moHhello).
LEZIONI DELLA REALTA
Ci sorio notizie sulle quali bisogna e viole ntemente richiamare l'attenzione del pubblico, prima che esse scompaiano nella congerie delle cose che passano e si dimenticano. Una di queste notizie ci viene da Londra e concerne il notevole aumento della cupazione inglese del mese di aprile, aumento, tanto si confronta
• Parole pronunciate al Senato, nella tornata del 9 maggio 193i (ore 1616,10), dopo la commemorazione di Paolo Doumer fatta dal Presidente deii'As· semblea (Dagli Atti· parlamentari d el/11 Camera. dri unaJori. Di!cuuhmi. U.. &itlatura til, tit. Voluine IV, pag. 4883).
•• Parole a Roma, dal balcQOe di pala:zzo Venezia, il 10 maggio 1932, verso !e 11, davanti a circa quindicimila giovani reduci dall'assemblea del G.U.F. romano tenutasi in piazza Santissimi Apostoli. (Da 11 Popolo ri'Itttlia, 11 maggio 1932, XIX).
con quella deJ precedente mese di marzo e, soprattutto, con queJla del mese di aprile 1931. è il seguente: 84.849 più che nel marzo u. · s.; 132.068 più che nell'aprile del 193 1. ·.Totale 2.652.18 1. i: una cifra imponente, che ha offerto al Times materia p er un commento non precisamente allegro. Questo awnento si verifica dopo sette mesi dal giorno in cui il Governo inglese abolì la convertibilità della sua sterlina in o ro e fece come suoi dirsi « slittare » la moneta. l soliti inftazionisti - le cui voci, ad onore del vero e della più elementare intelligenza umana, vanno diventando sempre più fioche - plaudirono più o meno palesemente alla decisione inglese. La quale, bisogna ricor. dare, non fu p resa a cuore le'ggero. L'Inghilterra resisté fino all'ultimo, prima d.i mollare alla deriva quella moneta ch'essa aveva riValutato per poter guardare - come .si negli occhi il dollaro; quella moneta che era l'orgoglio morale dell'impero ; una garanzi a e una testimonianza del suo prestigio; un fisso · di mi sura in tutti gli scambi inter· nazionali.
Il Go,'erno inglese oppose allo slittameoto una resistenza strenua che si potrebbe chiamare ecoica; tentò tutte le vie, non esclusa quella di un indebitamento, nelle ultime·settimane che precedettero il crollo, di ben centotrenta milioni di sterline, pari a circa dodi ci miliardi di lire; e fu solo quarido Stati Uniti e Francia rifiutarono ulteriori munizioni che la cittadeUa della sterlina _inalzò, fra lo stupore del mOndo, la bandiera della resa. Ci si domanda: perché tanta resistenza, perché tanto sacri· ficio, se vi era, non diciamo la certezza, ma la semplice speranza, che la << tosatura » della stedina avrebbe riaperto le bloccate vie del benessere e della prosperità, e segnata la ripresa, dopo la crisi? La realtà è che nessuno si faceva delle illusioni: nessuno credeva <: nessuno sperava, i malati cronici i quali chiedono una medici na qualunque essa sia, e se la sterlim. non fece la fine del rrlarco, lo si deve alle risorse tuttavia eno rmi dell'impero: e and1e al controllo di se stessi, di cui hanno dato prova, irJ, alto e in basso, tutti indistintamente gli ·inglesi. I quali, passate le prime tremende giornate di una mortificazione senza precedenti - la ffiortifi cazione dei dissestati - si resero conto dello stato di assoluta necessità nel quale si era trovato il Governo e ritrovarono il loro equilibrio e Ja loro capaci tà di resistenza in quella specie di ottimistico fatalismo insulare, che spiega, insieme con- la psicologia del popolo, molti eventi, tra i più grandiosi della storia· inglese. Dopo il tracoJlo delJa sterlina, il Governo britannico iniziò la politica. del pro· tezionismo. Le conseguenze che il Governo di Londra si riprometteva da questa dup lice manOvra e rano le seguenti : co n la svalutazione della sterlina, eccitare l'esportazione; con .le doganali, ridurre o eliminare )'importazione di merci stranie re. Ri sultato: una maggiore occu-
pazione della massa operaia, una maggior capacità di conswno da pa rte di questa massa ritornata al lavoro e quindi ]'occupazione operaia più sicuramente garantita, riattiva:ti i traffici, modificato il corso della crisi. l e cifre dell'aumentata disoccupazione ci dicono che tutto ciò non si è minimamente verificato.
Coloro che in Inghilterra e altrove covavano delle illusioni, devono avere letto quelle cifre e avuto nel Contempo l'impressione di una mazzata sul loro cervello, più o meno gassoso. L'unico elemento posit ivo che ha evitato alla crisi inglese uno sviluppo più catastrofico, è stato il severo controllo della circolazione, che non è aumentata in maniera apprezzabile. Se ci fosse stato questo a umento di « segni>> monetari, cioè di carta più o meno resistente, più o meno a rt isticamente disegnata, nessuno, per quanto onnipotente, av rebbe impedito un aumento dei prezzi infinitamente inaggiore di quello verificatosi, e che avrebbe immediata. mente inghiottito il marg ine di svalutazione sul quale si co ntava - almeno in un primo momento - pe r attivare l" esportazione. L'Inghilterra è riuscita a non stampare moneta e - soprattutto per questo - la sterlina da 5Al rispetto al dollaro, ha potuto successivamente quotare sino a 3,80, per oscillare, da qualch e tempo, su 3,65-3,70. Due gra ndi paesi hanno in questi ultimi· tempi seguito una pol itica di inflazione: Stati Uniti e Giappone; in ·entrambi i paesi essa è - dal punto di vista dell a ripresa economica - completamente fallita; Anzi ha aggravata la crisi e le che giungono dagli Stat i Un iti hanno una intonazione cosl g rave, da s'embrare apocalittica. Riversare sulla deflazione i guai del mondo è semplicemente assurdo. La defl azione non è una causa, è una conseguenza. Qwndo i prezzi discendono perché ci sono troppe merci che non trovano consumo.tori e quindi il potere di acquisto delle monete aumenta, è evidente che l'aume ntato potere di acquisto d i una moneta libera quantitativamente una parte del totale della moneta stessa e che oramai Una lira del 1932 vale qua nto due lire del 1927 e che la circolazione può essere ridotta della metà e forse anche di più, se la circolazione è rapida e se è accompagnata da altri mezzi di pagamento sussidiari.
L'esperie nza inglese, americana, giapponese che noi abbiamo viss!Jta; che noi abbiamo potuto seguire a.nsiosamente g iorno per giorno, non ha dunque in se stessa una tragica formi dabile eloquenza accessibile a tutti?
Sì. La crisi del mondo non si guarisce annegandolo nella carta tor· chiata Sarebbe troppo facile! Non si guarisce con gli stupefacenti ; si guarisce con misure radicali, che devono cominciare dal terreno politico, poiché la politica ha dom inato e sempce dominerà l'economia; poiché solo sul terreno politico, sgomberando le nubi che salgono le nte e mì-
nacciose agli del mondo, gli" uomini ricominceranno a credere in se stessi, nella loro vita, nel loro destino, che, per tre quarti almeno, è creato dilla loro abulia o dalJa loro volontà. ·
L'Italia fascista ha parlato, h a agito ed attende che gli altri ascoltino ed agiscano.
Da Il Popolo d'Italia, N. 113, 12 maggio 1932, XIX (g, 45).
326• RIUNIONE
DEL CONSIGUO DEI MINISTRI -*
Su proposta del capo d el Govemo, primo ministro, segretario di Stato, il Comiglio ha approvato:
l. - Uno Jchema di provvedimento concernente l'istituzione di tm Ente per la colonizzazione della Cirenaica. ·
2. - Uno schema di disegno di legge concernente modifiche alle norme vigenti in materia di diritto e pensione privilegiata ordinaria dei dei militari morti pe1· cauJe di sen•izio.
3. - Uno schema di disegno di legge conlernente modifica alle norme per l'abilit azione nelle discipline statistiche.
S11 propoJ/a del capo del Governo, ministro dell'Interno, Jo no stati poi approvati:
1. - U no schema di provvedimento legùlativo concernente l'ordinamento del servizio di aSJÙfenza ai fancùJ!Ii abbandonati Od esposJi all'abbandono Con tale provvedimento l'assistenza ai f anciulli materia/ Y(Jente abbandondti od esposti ali'abbandono viene reJa obbligatoria, senza alcuna dùtinzione tra fanciulli legittimi e iJ/egùtimi ed afftdata all'O pera nazionale per la protezione della m aternità ed i11Janzia. Il provvedimento mira a dare un dJ! elto 1111itario e razionale aJ/'aJJistenza dell'_infanzia abbandonata, mc..ttendo a disposizione dei/'Opera · predeJ/a un complesso di mezzi che, dggiunti a quelli di cui eua dispone ed opportunanume utilizZAti e distribuiti, potranno assimrare il massimo incremento a questa importante forma di attit,ità auistenziale.
2. ----:- Un disegno di legge recante norme per la d i sci plina d egli impùmti di radiologia e di radiumterapia. Il provvedimento è dire/lo
,., Tenuta.si il 18 maggio 193 2 (ore 10-13). (Da Il Popolo d'l1alitt, N. 119, 19 maggio 1932, XIX).
ad auicurare, nel preminente interesse d ella salute pubblica, una più rigorosa t.:igiianza sull'impiego degli appareahi radio!ogici e dei preparati Ji radio. ( +) •
A DIECIMILA GRANATIERI IN CONGEDO ••
Il capo del Govemo ha rivolto un Jalnto ai granatieri ricordando le loro gesta in tre secoli di storia e spuialmente i sacrifici di sangu_e da nsi compiuti durante l'ultima g11erra per la vittoria delle armi italiane.
. Ha rileva!o che Roma ha grande simpatia verso i granatieri di Sardegna, perché coruidera i loro reggimenti Cf?me propria guarnigione. Ha quindi elogimo la loro disciplina e li ha esortati a stringere le l oro file ed a rimanere fedeli alla comegna.
Il capo Governo' ha eone/tuo il suo discorso col grido di «Viva il re !», che è stato ripetuto a gran voce. (LA maJJa imponente dei granatieri si è quindi raccolta intorno al acclamafJdolo entusiasticamente fin quando non ha lasciato il campo).
SALUTO Al TRASVOLATORI***
Aviatori ! Signori!
:e per me una grande· soddisfazione porgervi il mio saluto e nella mia qualità d i capo del Governo fascista e in quella di aviatore; ma nella mia gioia c'è un velo di tristezza: il comandante Endresz e il radiotelegrafista B_ittay, che dovevano essere tra noi e che e rano già arrivati,
• Nella 3278 riunione, tmutasi il 14 giugno 1932 ( ore 10·13.30), il Con· sìglio dei ministri delibererà i l compimmto di « importanti opere pubbliche». (Da Il Popol() d'llttlia, N. 142, g iugno 1932, XIX).
,..
A. Roma, al Testaccio, il 23 maggio 1932, alle ?.30, Mussolinì visit& l'accampamento di diecimila granatieri in congedo convenuti nella capitale in occasione della loro adunata nazionale. Dopo il saluto· rivoltogli dal console Enrico Beretta, presidente dell'Associazione nazionale granatieri, il Presidente del Consig lio pronuncia le parole qui riportate in riassunto. (Da 11 Popolo d' lttZIia, N. 123, 24 maggio 1932, XIX).
A. Roma., in Campidoglio, nell'aula di Giulio Cesare, il 23 maggio 1932, alle 11.30, Mussolini presenzia la cerimonia per l'inaugurazione del convegno intemationa1e dei trasvolatori oceanici. Il!. tale occ.u:ione, dopo il saluto dell'Urbe porto agli intervenuti dal governatore, il Presidente del Consiglio pronuncia il discorso qui riportato. (Da TI Popolo à ' ltaii.s, N. 123, 24 maggio 1932, XIX). ·
da Budapest nel cielo di Roma, hanno trovalo la morte, nel momento di toccare la mèta.
Salutiamo con .inimo virile l a memoria di questi cadutt, mentre inviamo un pensiero commosso all'aviazione ed alla nazione magiara.
Sono anche sicuro dì interpretare il vostro unanime sentimento mandando al colonnello Lìndberg, che aveva promesso di venire a Roma, l'espressione della nostra simpatia.
ì 1?- volta, da quando l'uomo è riusci to, col più pesante, a dominare ì cieli, che i trasvolatori degli Oceani si riunisconO a convegno. Il fatto è pieno di s ignificato e di poesia. Tutte le nazioni, i cui piloti hanno vittoriosamente superato la prova, sono oggi rappresentate a Roma e quel particolare, cavalleresco cameratismo che _ è caratteristiéo d_eg1i aviatori, trova, in questo evento, la sua più simpatica manifesta: , z1one.
Sono presenti nel nostro spi rito quei trasvolato ri che, pur avendo osato, non sono stati accompagnati benevolmente d alla fortuna. Il loro sacrificio non è stato vano; ogni conquista dell'umanità .sulla terra, sul mare, nel cielo, esige talora il sacrificio supremo.
Voi appartet:tete alla minoranza degli audaci che 'il mondo ammira. La storia ha già inciso i vostri nomi nelle sue pagine perché voi avete, valicando gli Oceani, accorciato le distanze, riavvicinato le rive dei continenti, Segnato la strada che domani sarà normalmente percorsa da flotte di aerei : in un certo senso voi avete anche servito la causa della pace.
Durante i giorni che trascorrerete in Italia, voi sentirete l'atmosfera cordiale di ammirazione e di simpatia che vi circonderà, ammirazione che il popolo italiano ha sempre tributato ai generosi che aprono vie del futuro e sanno sfidare il destino. (Alla fine del diHorJo, il Duce è lungam:nJe, en/usiaJ/icamente appla11dito).
S. E. il capo del Governo ha rùposto dichiarando di gradire_ molto il dono e di ttuel/are la .spada quale !imbolo di giustizia.
Come parola d'ordine - ha concluso il Duce - lanciate ancora quella del Piave: <C Meglio vivere tm giOrno da leone che cento anni da pecora/)) ,
"' A Roma, a palazzo Venezia, il 23 maggio 1932, alle 18, MussO!ini riceve il DirettoriO dell'Associazione nazionale combattenti. Il deputato Amilcare Rossi, presidente dell'Associazione, offre al Presidente del Consiglio, «per la rìcor·
«MEGLIO VIVERE UN GIORNO DA LEONE CHE CENTO ANNI DA PECORA! >> *
BRINDISI .AL PRESIDENTE TURCO *
Signor Presidente del Consiglio!
Sono lieto di dare a Vostra Eccellenza e al ministro degli Affari Esteri della Repubblica turca il più cordiale berivenuto. a nome del Goveino e della nazione italiana. La vostra grad ita presenza a Roma ci permette di confermarvi a viva voce non solo i sentimenti di sincera amicizia c simpatia da cui è animato il nostro paese verso ii vostro, ma anche la fiducia con cui il Governo fascista ha seguito il nascere e il progressivo consolidarsi del giovane Stato turco risorto a nuova e più prosperosa vita, sotto l'illuminata guida d el Ghazi Musta fà Kema l.
Condizioni obiettive di fatto e analogia di. sentimenti non potevano che facilitare l'opera che i nostri Governi hanno voluto insieme int raprendere per avvicinare ancor più i d ue popoli, attivare Ie loro relazion( economiche e dare ad essi, mediante la concordanza delle direttive e dell'azione politica g enerale, una sempre più sicura garanzia di tranqu illità e di pace, specialmente nel M editerraneo o rientale. Il costante spirito di reciproca comprensione che ha presieduto allo svolgimento d ella nostra amichevole collaborazione politica e i felici risultati . che· ne abbiamo ottenuto ci inducono naturalmente a perseverare su questa via; ed è perciò che abbiamo ieri appostO le nostre firme al protocollo che, introducendo alcune modifiche nei termini .di scadenza del trattato di amicizia e di arbitrato stipulato fra la Turchia e l'Italia, lo prolunga ancora di cinque anni e ne rende più facili le ulteriori proroghe. Q uesto trattato può dirsi u no dei p rincipali fondamenti della stabilità della situazione poli tica nel Mediterraneo orientale, specialmente se messo in relazione con g li am ichevoli legami che uniscono i, nostri paesi e altre potenze che di tal situazione sono importantissimi fatto ri.
renza del decennale della marcia su Roma, un'artistica spada d'onore, pregevoleopera ddl'ontfo professar Remo Luca». All'indirizzo rivoltogli dal deputato Amilcare Rossi, Mussolini risponde con le parole qui riportate in riassunto. (Da 11 PtJpolo d ' Italia, N. 124, 2:5 maggio 1932, XIX).
• A Roma, all'« h6tel Excelsior », il 26 maggio 193 2, alle 20.30, in occasione della firma del protocollo di p10roga per cinque anni del trattato di amicizia, conci liazione e rege>lamento giudiziario esistente fra Italia. e Turchia, ( 302). MussoJ ini e>ffre un pranzo in onore di Jsmet Pascii, Prt.'Sidente del Consiglie> turce>. Allo spumante, Mussolini pronuncia il brindisi qui riportato. (Da Il Popo/ q à'ItaJid, N. 126, 27 maggio XIX).
La cordiale atmosfera che siamo riusciti a creàre fra di noi molto giova alla trattazione delle nostre particolari questioni, · come ne ha dato recentemente un esempio l'accordo per la delimitazione delle acque territoriali e l'attribuzione degli isolotti intorno a Castelrosso; ma essa costituisce anche un assai valido contributo che noi portiamo alla grande opera di assestamento e di pacificazione europea.
In questa convinzione, con questi sentimenti ·io levo il bicchiere alla salute del Presidente della Repubblica turca, il Ghazi Mustafà Kemal, e a quella di Vostra Eccellenza e del ministro degli Affa ri Este ri, for· mulando i voti più .fervidi e sinceri per la prosperità ·e l'avvenire del popolo turco.
TORINO
Molto pregevole, varia e completa, non soltanto da un punto di vista strettamente locale, amministrativo, ma anche naziònale, è la relazione che il podestà di Torino, conte Paolo Thaon di. Revel, ha fatto in data 30 aprile u. s., sull'andamento dell'amminist raz ione da Ju.i diretta nell'anno 1931.
Dall'ampia e documentata relazione si possono spigolare dati e notizie inte ressanti, come ad esempio che la. famosa e annosa questione di via Roma è risolta, tanto che il primo tratto Ouova via Roma sarà inaugurato il 28 ottobre 1933, XI; che- vanto di Torino- ìl novantacinque pe r cento degli alunni delle scuo le elementa ri sono iscritti all' Opera nazionale balilla; che l a v igilanza igienica fu cosl sistematicamente applicata che furono eseguite 32.371 ispezioni sui· me rcati, latterie e_. spacci diversi; ve nnero elevate 2746 contravvenzioni; seque· strati 19.117 litri di b evande diverse; ch ilogrammi 3725 di derrate e inoltrate all'Autorit:ì giudiziaria 475 denunce
1:: cosl che si tutela la salute fisica del popolo e si difendono gli interessi dei-commercianti onesti da queJii che sono.... i l contrario.
Dalla relazione Thaon di Revel, risul tano fatti ancor più degni di considerazione e di elogio. Anzitutto, che Torino, dal punto di v ista dei tributi locali, è la città meno tassata d'Italia cd essendo rientrata nei limiti normali della sovrimposta, ha alleggerito il co ntribuente di ben veOti milioni. Le aliquote di sovraimposte sui terreni e sui fabbricati a Torino, sono esattamente la metà co n quelle di Milano, Bologna, Trieste, Genova; e meno · a ncora d ella metà, in con· (ronto di- quelle di Venezia , Napoli, Palermo. Il limite di. ·esenzione dell 'imposta sul valore losativo è a Torino di l ire tre mila, mentre è
A
107 di millecinquecento a Vene:zia, millequattrocento a Milano e Genova; milleduecento a Roma e. Napoli, mille a Palermo, ottocento a Bologna. Anche in tutte le altre voci dei tributi locali, Torino ha applicato le aliquote minori, non solo, ma ha rinunciato all'imposta di consumo su alcuni generi e non ha introdotto la tassa sulle insegne.
Se Torino gode - grazie alla oculata e intelligente politica podestarile del conte Thaon di Revel - del privilegio, gradito, di essere la città meno tassata d' Italia, gode anche di un'altra non meno gradita prerogativa, che potrebbe anche essere. in relazione con la precedente: Torino è la citta meno cara fra le grandi città d'Italia. . La relazione dà al riguardo una analitica ed esauriente documentazione, dalla quale risulta, come dice i l podestà, che (( Torino ha riportato nell'anno testé decorso la palma del minor prezzo dell'alimentazione». Difatti nel dicembre del 1931 l'ind ice segnava 72,70 per Torino; 76,96 a Bologna; 80,19 a Milano; 80,46 a Roma; 81,29 a Genova. Questi brillan_ti risultati si devono alla politica annonaria seguita - con . metodo e tenacia - 4all'amministrazione.
Fin qui il quadro della situazione torinese potrebbe dirsi soddisfacente se non roseo, ma il fascista 1baon di Revel non è uomo da non prospettare tutta la realtà: ci sono le ombre nel quadro, le ombre della crisi, che a Torino, città a costitUzione economica tipicamente industriale e non si può pensarne una diversa, ha assunto forme particolarmente acute. 11 conte Thaon di Revel ha cominciato la sua relazione appunto con le dolenti note della crisi. Le cifre che seguono dicono più di molti discorsi. I disoccupati del comune di Torino, che nel 1929 erano 10.848, sono sa li ti a 24.662 nel 1930 e a 43.133 nel 193 1, sono quindi quadruplicati, inalgrado il programma di lavori pubblici comunali effettuato dalla podcsteri'a. La crisi è dunque particolarmente Il podestà non la nasconde, ma, alla fine del suo opuscolo, il podestà ricorda le crisi precedenti che colpirono Torino, , o per effetto di cause locali o per effetto di cause nazionali : sonO nove dal 1860 ad oggi. TOrino si risollevò sempre. Oggi le quotazioni di molti titoli industriali sono di molto inferiori al loro valore effettivo. Ci sono stati dei crolli, più che delle flessioni. Ma anche .nel 1907 la crisi mondi.ile ·' si abbatté con particolare intensità su Torino, che si era data all'automobilismo, costituendo ben ventritre società. Ecco i salti. di taluni titoli di allOra: la Fiat da 1885 scese a 80; l'ltala da 346 a 55; la &pid da 229 a 17!
Come per il passato, cosi neii :avvenire, Torino riprenderà anc9ra.
Un'altra ombra c'è nel torinese ed è Ja decadenza della natalità, decadenza che non fa certo onore alla città che ha per stemma il toro, simbolo della fecondità. E triste leggere che nell'ultimo tren·
tennio, non solo la popolazione di Torino non · è awnentata, ma è diminu.ita, perché le bare hanno superato le culle di ben 5374 unità. La popolazione di Torino è aumentata soltanto per" effetto della immigrazione. ·Finita questa immigrazione; se non vi sarà un aumento di natalità, Toiino vedrà, anno per anno, dimi nuire , il numero dei suoi abitanti, sino al giorno in cui interi quartieri 'della città saranno vuoti e si chiuderanno le scuole - come è avvenuto a Berlino - per mancanza di scola ri, che non sono nati.
Torino divide con ·Bologna, Firenze e altre minori città dell'Alta l'talia, tale primato negativo. Al par.l.gone, la Francia è un popolo a natalità sviluppata e crescente. Ma su questo essenziale argomento, che è di carattere e portata generale, sarà ripreso in altra sede ulte ri ormente il discorso. Siamo certi che il podestà Thaon di Re\•ci adotterà: le misure necessarie per almeno frenare il fenomeno prima che sia troppo tardi.
Il rapido esame dcJJ a relazione Thaon di Revel i nVoglierà i torinesi a leggerla e anche gli italiani in genere, i quali sentono che tutto quanto concerne Torin·o, interessa per profonde ragioni politiche, economiche sentimentali, anche la nazione .
, Da Ii Popolo d'lla/ìa, N. 127, 28 maggio 1932, XIX (g:,
EPOPEA GARIBALDINA*
Sire! Graziosa regina!
Il monumento che su questo colle garibaldino il Governo fascista ha· voluto dedicare alla memoria · di Anita, la rappresenta g aloppante, nell'atteggiamento di guerriera che insegue il nem ico e di mad re che protegge il figl io. ·
L'artista insigne ci ha cosl dato, oltre l 'c:f6ge, lo spirito di Anita, ch e conciliò sempre, durante ·la rapida, avventurosa sua v ita, i doveri alti della madre con quelli della combattente intrepida a fianco di Garibaldi. :2 nel cinquantena rio. della morte dell'Eroe, cinquantenario c he volemmo celebrato come nazionale solennità, che il monu'"?ento s'inau-
• Il 30 maggio 1932, alle 9, Mussolini era arrivato in auto a. Mercato Saraceno per présenziare alla. traslazione della salma del (ratello Arnaldo dal duomo ·del paese al piccolo cimitero di Paderno. Nella mattinata stessa, era ti· partito in auto alla volta d i. Roma. La mattina del 4 giugno, sul Gianicolo, presenzia, assieme ai sovrani, la cerimonia per I'inaugurn ione del monumento equestre ad Anita Garibald i. In tale occasione, dopo le orazion( di Ezio Gari· baldi, nipote dell'Eroe, e del pri ncipe Francesco Boncompagni Ludovisi, il Pre· sidente del Consiglio pronuncia il discorso qui riportato. (Da Il Pupolu. d'Italia, Nn. 129, 134, 31 maggio, ' giugno 1932, XIX).
gura alla Vostra Augusta p resenza, alla presenza dei d iscendenti di Garibald i e dei prodi veterani garibaldini, alla presenza di tutto il popolo italiano.
Di Garibaldi fu detto e prima e dopO la morte, dalia storia, dall'arte, dalla poesia, dalla leggendà, che vive nelle anime delle moltitudini, più a lungo della storia. Adolescenti, il nome di Garibaldi ci apparve circonfuso dalle luci di questa leggenda e oggi,. a distanza di anni, la rag ione non h::t illanguidito quell 'entusiasmo che i nostri cuori. Cresciuti nel nuovo secolo e .Pure essendo, nel tempo, lontani dalle gesta di lui, rivendichiamo il diritto e il dovere di ricordarlo e di onorario.
Questo di ritto e dove re ci viene dall'aver voluto l'intervento con animo e -con minoranze garibaldine, dall'essere intervenuti, dall'avere imposta la guerra sino alla vittori a, dall'avere difeso - nuovamente col sangue - questa vittoria, salvata ormai nel suo spirito non più comprimibile e nel suo certo futùro.
Gli italiani del nostro eccezionale e durissimo tcnipo, che questo hanno fatto, · non sono nuclei rari, ma milioni, da un capo all'altro d'Italia, disciplinati, per la prima volta dopo l'Impero di Roma, in masse di combattimento. · ·
Gli italiani del XX secolo hanno ripreso tra il '14 ed il '18, sotto il comando Vostro, o sire, la marcia che Garibaldi rtel 1866 interruppe a Bezzecca, col suo laconico e drammatico « Obbedisco » e l'hanno continuata sino al Brennero, sino a Trieste, a Fiume, a Zara, sul culmine del N evoso; sull'altra sponda dell' Adriatico.
Le camicie nere che seppero lottare e morire negli anni dell'umiliazione, sono anche politicamente sulla linea ideale delle camicie rosse e _ del loro condottiero. D'urante tutta la sua vita egli ebbe il cuore infiammato da una sola passione: «l'unità e l'ind,ip endenza del13. patria». Uomini, sette, pa rtiti, ideologie e dedamazioni di assemblee, le quali ultime Garibaldi dis4egnò, propugnatore come egli e ra delle « tatissime » dittature, nei tempi difficili, mai lo piegarono né distolsero da questa meta .suprema. ·
La vera, la sovrana grandezza di Garibaldi è in questo suo carat- . tere di Eroe nazionale nato dal popolo e, in pace e _ in guerra, sempre · rimasto col popolo. Le guerriglie d'America non _ sono che un preludio. Digione un epilogo. Fra i due pe riodi giganteggia Garibaldi, che ha un solo pensiero, un solo prog ramma, una sola fede: <<l'Italia».
Coerente - d'una perfetta coerenza che g li apologeti postumi del suo nome non sempre cOmprese ro - fu coerente quando offriva la sua spada a Pio IX e quando, venti anni dopo, lanciava i suoi d isperati legionari sulle colline di M entana, coerente quando cOllaborava con
IlO OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOUNI
Cavour, seguiva Mazzini, serviva Vittorio Emanuele Il, osava Aspromonte, soprattutto coerente quando le crudezze e le insufficenze di molti contempo'ranei, poiché sempre e ' dovunque la sua parola d'ordine era: «Italia avanti tutto, ltalia e Vittorio Emanuele!)>.
Dal 1830 al 1870, per quaranta anni il nome e l e gesta di Garibaldi riempiono la storia d'Americi, d'Italia, e influiscono su quella d 'Europa. 11 principio dì nazionalità per il ·quale combatte, suscita moti Delle nazioni op presSe dalla Vistola al Danubio; quegli echi rimangono ancora e il nome di Garibaldi, nelle masse profonde di taluni popoli, evoca le ìmm_agini e gli entusiasmi di una volta,· Se la di Roma del 1849 fu superba e vermiglia di eroismi inobliabili, che basterebbero da a illuminare d i gloria un popolo intero, chi - fra gli italiani degni di quesio nome - dimenticherà mai i Mameli, i Daverio, i i Manara, i Dandolo e i Masina? la marcia dei Mille da Marsala al Volturno - guerra e rivoluzione insieme - è l'even to portentoso che salda per sempre l'unità della patria.
Vi sono nella vita -anche in quella di Garibaldi - le minori e mediocri cose che accompagnano inevitabilmcnte_l'azione: polemidlc, abbandoni: un uomo non sarebbe più grande se non fosse uomo fra uomini. Ma la storia ha già tratto dalle fatali antitesi_ la sintesi deJle definitive giustizie e Garibaldi è più vivo, · p iù alto, più possente che mai nella coscienza della nazione e nella coscienza u n.iversale. Le generazioni del nostro secolo, cariche già di sanguinose espe· rienze, attraverso la più grande guerra che l'umanità ricordi, si volgono a Garibaldi con occhio al quale non fa più velo la passione antica.
L'Italia che ha raggiunto le sue intangibili front iere alpine, portato le sue bandiere e la sua civiltà verso il centro dell'Africa; l'Italia che si prepara a vivere una. vita ancora più ampia, ama ed esalta in Ga· ribaldi il navigatorc dei mari e degli oceani, il Generale che strappò tutte le vittorie e si piegò a tutte le rinunzie, che offrì alle sue camicie rosse non onori, né spalline, ma «per tenda il cielo, per letto la t erra, per testimonio Iddio», che conobbe la solitudine di una cella e l'apO. tc:osi di londra, il rurale, come egli stesso si definl, che, nelle soste fra le b attaglie e toccato il crepuscolo, amò la fatica e 13. gente dei campi e, priina di morire, progettò la grande bonifica dell' Agro Romano, l'uomo che disdegnò onori e ricchezze e fu povero ·come un asceta e generoso più di Cesare.
In lui si riassunsero e sublimarono le qualità mig liori del popolo italiano e quelle peculiari della schiatta ligure, solida e coraggiosa· , pratica e idealista ad un tempo.
Sono passati cinquanta anni dal giorno in cui il suo cuore gagliardo cessò di batteJ;"e ed i suoi occhi si chiusero dopo un'estrema visione di
dolcezza Che gli ricordava i suoi figli. L'isola solita ria è diventata, da allora, uno dei luoghi sacri della patria e t ale. resterà nei secoli!
Sire! Graziosa regina !
Se per un prodigio il Cavaliere bronzeo che sorge qui vicino diventasse uomo vivo e aprisse gli occhi, mi piace sperare che egli riconoscerebbe .la discendenza delle sue camicie rosse nei soldati di Vittorio Veneto e nelle camicie nere che da un decennio continuano, sotto forma ancora più popolare e·più feconda, il suo volontarismo e sarebbe lieto d i posare il suo sguardo su questa Roma luminosa, vasta, pacificata, che egl i amò d'infinito amore e che fin dai primi anni di giovinezza : identificò con l'Italia! '
Sire!
Finché su questo colle dominerà" la statua dell'Eroe, sicwo e forte sarà il destino della patria! (Appena it Duce ba finito di parlare, la folla acclama ed applaude . ed il suo entusiasmo e la sua commozione hanno tm momento di travolgent e g randiosità il Dtue, volgendosi e scorg endo mbito al suo fia nco Ezio Garibaldi, lo abbraccia e lo bacia due volte. lA marea ro;sa dei garibald ini ha smmlti e da quella massa si leva altiJJimo il grido di «Duce ! Duce!»).
ALL'ASSEMBLEA GENERALE DEL CONSIGLIO NAZIONALE DELLE CORPORAZIONI*
A 'fiUJto fJtlnlo ha preso la. paro/tl il capo del Governo, il quale ha riaJJunto ltl dismssion e, ouervando in linea preliminare come la al· tìvità tfel fas cismo in materia di nuove l eggi è molto circospeua e smentisce coloro che dicono essere precipitosa la ma elaborazione legislativa.
In fatt i, l'argommt o della riforma della proprietà industriale risale al 1926 e la commissione cbe ha elaboralo-il disegno di legg e, che egli trova molto interessante, come tu/la la discussione svoltasi in Jeno tll Consiglio, si è divisa in due sottocommisisoni, cbe hanno tenuto com-
• A Roma, nel salone della Vittoria d i palazzo Venezia, la' mattina dell' 8 giugno 1932, Mussolini presiede l'assemblea gen erale del Consiglio naz.ion.t.le delle corporazioni. In ·tale occasione, preced uto da vui oratori, il Presidente del Consiglio fa le dichiarazioni qui riportate in riassunto. (Da Il Popolo J'Iralia, N. IH , 9 giugno 1932, XIX) .
plessivamenle centocinque di cui qum·antacinq1u "della commiJ. sione plenaria. ·
Il capo del Governo ha ril'evato che la disciiJJÌOne si è svolta principalmente su due argomenti, cioè mJ/'inve'!lore e sui di riJti che a lui speJJano e sulla composizione del Consiglio della proprietà ;,uJustria/e. Egli ha dichiarato che l'inventore deve eJJere tutelat o specialmente nel diriuo _ innegabile che a lui spetta, cioè quello deJ JHO nome sulla invenzione. Mel/endo opportunamente in lUce l'elemento imponderabile che molle volte è la causa delt'intlenzione, egli ha a ffermato che anche le invenzioni di carallere coJiddetto secondario, e cioè l e invenzioni di fabb rica, auai importanti e che ttt)Che i n quesfo cttso l'inventore ha diritto di chiamare col suo nome il rilrovalo, Je pur modeJto.
Anche il d tttore di lttvorq ha dei diritti e in bttse a tali comiderazio ni il capo del Governo .ha dhhiaraio di accedere al colue/Jo che l'inventore, che ha fallo l'invenzione dutante il 1110 lavoro, deve cedere il .!110 ritrovato i nnanzitulto al datore di lavoro
11 capo d el Governo hà poJto opportunamente in luce il carattere ·JopraJJUtto morale che la Jute/a degli inventori ;alariati ha nel dùegno di legge.
Quanto, poi, alla compo1izione del Con;igiio dell'à proprietà industriale1 ha manifestato t'intendimento che di qtteJto comesro debbano· far parte i rappreuntttnti dei commercianti, per qrumto riguarda i marchi di fabbrica, ed anche i rappreJenlanli dei lavoratori e dei t ecnici.
Egli ha concluso dicendo che il progetto di legge, dopo la dùcussione avvenuta in Jeno al Comiglio, ha avuto un buon viatico per divenire legge dello Stato: Se questa legge proteggerà, come in realtà protegge, gli i n ventori e Joprattutto at1rt1verso q11eJ/a valutazione di ordine .spirituale farà progredire la ICienza e le me conquùte, il regime avrà · cOnseguito il JUO scopo e avrà non Joltanto aggiunto un altro t itolo di merito ai mo/tiJJimi che eJJo già poJJiede, ma avrà anche rno un ser· vizio importantinimo alla nazione, allo spirito e4 al geni o degli italiani. (Le elevate ed . incisive dichiarazioni del Duce, che hanno concluso la · .Jeduta, JontJ ;tale accolte da lunghiSsimi e prolungati applausi di t uili i ·componenti ranemblea del Comiglio).
ALL'ASSEMBLEA GENERALE DEL CONSIGLIO NAZIONALE DELLE CORPORAZIONI *
Parla quindi S. E. Mussolini. 11 capo -del Governo wmincia rico· nosundo la preparazione dell'aiSembleiJ. a ·queita d iJcuJJione e conferma quanto ebbe occasione di dire altra volta e cioè che il Comiglio nazio· naie delle corporazioni Ii appalna umpre più un organo -vitale e degno del regime. I rappresentanti 'dei datori di lavoro pouono comtatare che i rapprnenlanti dei prnlatori d'opera non -vengono qui soltamo a fare • delle frai i, ma Itudiano i problemi, Ii preparano. l rappresentanJl d ei prnlatori d'opera possono constatare che i rappreuntanti d ei daJorì di l avoro difendo no le loro t eii, senza manifeiiazioni ecctJiive di egoismo claÌIÙta, ma con spirito di obiettività e tendente ad uno scopo solo: il rendimento migliore della produzione ai fini del" del regime.
Il Duce osserva come nei ven/olto an ni traJc oni dalla emanazione della legge sugli inforltmi al momento in cui se ne discute la riforma, sono avvenute nel mondo economico e so6ale profonde e flasle modificazioni, quali la guerra mondial e, la ri voluzione ruJJ4 e quella fascilla e si è, inoltre, delineata una trasf ormazione del capitaiiJmo in supercapitalismo. ·
La riforma, quindi, appare neceJJarùt, ma essa sarà fatJa senza fretta, perché- ha affe rmato il capo - noi siamo sicuri del nostro avvenite (applausi vivissimiJ,,e perché sul Jerreno.economico è n ecessario procedere Jempre con gradUalità. Il supercapitaliJmo ·tende - egli h a giu.stamente osservato - al monopolismo, che si afferma n ei comorzi, nei « trusJs », «cartelli», ecc., perché vu ole evitare la concorrenza come di inJralci. e di frizioni Quindi sono un po' fuori dei nostro tempo quelli che elogiano ancora la libefa conco"enza e la indicano come il rimedio migliore.
Il regime fa;cista non ha neuu n apriorismo dotJrinario e non segue
• A Roma., nel salone della Vittoria di palazzo Venttia, il pomeriggio del 10 giugno 1932, Muuolini presiede l'assemblea generale. del Consiglio nazionale delle corporazioni. In tale occasione, preceduto da vari oratori, il Presidente del Consi.g:lio fa le dichiarazioni qui riportate in riassunto. (Da Il Popolo d'Italia, N . B9, 11 giugno 1932, XIX).
1ltSJtma teJi auoluta; ma guarda sempre e soltanto all'interesse. della rol· lellività nttzionale, impersonata nello Stato .
Il capo -ha osservato che il diJCorso de/l'o-norevole Otivetti_ ha mirato a diminuire e ad attenuare i punti di contra.sto; ma uno ne è rima.rto, molto importante, éhe si riferiJce al problema della unicità o della molteplicità degli ist ituti auicuratori. Egli ha ripetuto che il regime non ha tendenz e m on'opolùtiche, ma guarda alla Convenienza economica ed aii'Mpetto Jo cia/e ed umano dei problemi.
Ha aggùmto che l'organismo unico non vuoi dire un organiJmo -statale/ ma può .anche volere dire organismo pàraitatale, gestilo aJtriwerso il concorso degli organi sindacali e corporativi, LA Carla· de/ l avoro, cui - come ha onervato il Duce - ci si deve sempre atte nere e che deve nure sempre più comiderata (o m·e un do, mm ento foiJdam entale d el regime, -offre nelle .sue dichiarazioni 2 6 e 27 i capisaldi per la riSoluzione del problema, secondo le 4 ell'o rdi- · namenfo corporatir;o,
Concludendo, ii capo ha affermato che /'organiJmo unico appa re meglio rispondente agli scopi della t iforma, e che esso dovrà euere gestito attraverso la rappresentanza delle categorie produJJive, secondo for me di coordinamento degli iJtituti nuovi, presenti tutte le indicazioni emetJe dalla discuJsione. Di qunte il Got•nno f ascista t errà il mauimo conto . nella concreta soluzione che al sarà data, nel momento che esso giudicherà più rùpondenle agli ÌIJ/euui della 11dzione (Vivissimi applausi dell'auemblea accolgono la fi ne d e/Je dicbiarazioni de l D u ce).
AGLI OLIMPIONICI *
It Duce, con vo ce pacata, i mpartÌJce alcune istruzicmi di carattere generale e porge, con parole incitatrici, il sUo saluto augurale, affimhé gli atleti siano pienamente compresi che nei ·giorni olimpionici di Los A ngeles essi rappresentano una nazione che è a/Fordine àel giorno àell'at· tenzione mondiale. (Il grido fatidico di «A noi!», sottolineando le ultime parole del D u ce, vibra come una solenne f orma di giurament o ) .
* Il 28 giugno 1932, Mussolini aveva visitato «i laV<lri della rotabilt Premikuore-Cavallina, destinata a creare attraverso l'Appennin o una nuova .comunkazione fra la Romagna e la T oscana». 11 29 giugno, a ForU, aveva ricevuto il prefetto ed il podestà dell11 città Il 30 giugno, aveva visitato « i lavori della strada Santa Sofia-Stia(+). s..E. il capo del Governo ha pt:rcorso a piedi molti chilometri della nuova strada, destinata a mettere in comunicalione le due pro-
328" RIUNIONE DEL CONSIGLiO DEI MINISTRI *
In principio di seduta, il minist ro d egli Esteri ed il ministro delle Finanu hanno riferito sui recenti accordi di Losanna e data comuni· cazione al Comiglio dei miniJtri dei documenti sottoscritt i tra i Governi creditori della Germania e fra il Governo italiano e qtiel/o britannico.
Come è noto, l'obbligo della Germania di pagare le riparazioni è stabilito· nella parte ottava del tra/lato di Versai/les, di cui costituiJce uno d ei fondamenti. La prima modificazione contrattual e di tale obbligo tra la Germania e le potenze creditrici è del 1924 (piano DaweJ). La ;econda è del 1930 (piano Young).
Gli accordi concltui a Losanna il 9 luglio 1932 riducono e fiJiano l'obbligo della Germania alla consegna di tre milioni di marchi oro di obbligazioni, in una annualità e mezza, delle trentaselle annualità del piano Young.
La consegna di tali obbligazioni non avverrà subito, ma fra Ire anni, e le obbligazioni saranno emesse a mano a mano che il credito tedesco lo consenta. Gli accordi di Losanna liberano, pertanto, virtua/. mente la Germania dall'obbligo delle riparazioni.
Gli auordi di Losanna non sono d efin itivi. EJJi sono sogget ti a ratifica . Un « gentlemen's agreement » tra le potenze creditrici stabi· liste che tale ratifica si farà solo quando saranno state regolate in modo definitivq anche le altre_ obbligazioni finanziarie interJ/ata/i (debiti. di guerra).
O ve tale regolame'?IO non avveniJJe, si rhostituirebbe automatiça· mtnte tra tutti i Governi la situazione di diritto e di palio che esisteva
vincie di Forlì e A rezzo e ad avviare lo sfruttamento della grande foresta di Campigna. 1). Il 1° luglio, alle 10.30, proveniente da Carpena, giunge in auto a ForB, dove, in prefettura, passa in rivista la centuria di atleti italiani in procinto di partire per le olimpiadi mondiali di Los Angeles. Indi pronwtcia le parole qui r iportate in riassunto. (Da Il Popolo d'!Jalia, Nn. 15-i, 155, 156, 157, 29, 30 giugno, l, 2 luglio 1932, XIX).
" Il 1.0 luglio 1932, verso Je 11.30, Mussolini aveva lasciato ForH in auto era rientrato a Carpena. Il 2 luglio, aveva visitato Cattolica, Faenu, Ravenna e lo stabilimento termale di Fratta. Il 3 luglio era rientrato a Roma Il 14 luglio (ore 10·13), presiede la riunione del Consiglio dei ministri della quale è qW riportato il resoconto. (Da 11 Popolo d'Italia, Nn. 157, 159, 168, 2, 5, 15 luglio 1932, XlX).
OPERA OMNIA DI BENITO MUS SOUNI
prima degli aao rdi di LoJanna riJp eno ai debiti e alle riparazioni. Si tornerebbe, .cioè, alte po1izioni stabilite dagli aaordi de/J'Aja del 1930. Nel periodo intermedio fra Losa,ma e la siJJemazio1ie fi nale d i Julte le obbligdzioni di guerra, opportune garanzie cautelano i paesi creditori del/a Germania; e q uindi, oltre aliti non ratifica degU auordi conclusi, è .stabilita la so1pensione di t11tJi i pagamenti trtt potenze credit rici e debitrici europeé per una durata di tale periodo ucondo i criteri della dichiarazione fattà il 16 .· giugno, all'inizio della conferenza.
Oltre .agli auordi per le tiparazioni tedescbe, è Jlato .stabilito a Lo· .ranna: a) la procedma n eceSJaria per liquidare anche le riparazioni non tedeuhe e altre queslioni che vi si connetJono; b) la procedura necessaria per lo studio della question e d ei prezzi del grano nei paesi dél sud e del centro est europeo (la relativa ritmione non t ra i soli Slt:t/Ì d anubiani, ma Ira' eui, le g randi potenze e alt ri Stati pure interenaJi alla questione - Olanda, Svizzera, e((. - giusta la t esi italiana),' c) la costituzione di due comitati, uno monetario ed uno economico, per la preparazion e della cònferen·za economica m ondiale. •
Le decisioni di Lo1amza riaffermano la compensazione tra riparazioni e debili e rappreJentano la prima tappd decisiva sulla via ·della lo ro cancellazione fina l e la Jesi italiana enunciata fino _ dal 1922 e riconfermata da ultimo nella deliberazi9ne del Gran Consiglio d el fauismo nella seuione di aprile. Bue credno, inoltre, le premésse indispensabili per una effettiva co/l'!borazione monetaria finanziaria ed et_onomica fra tutti gli Stati, d i cui la deliberazione del Gran Consiglio riaffermava parimenti la "neceJJità al fine di 111perare /'aJJuale gra ve depreuione, ed avviarsi risolutam enJe verJo la ricostruzione europea e mondiale JJ Consiglio dei ministri ha approtJal O l'azione svolta dalla d el ega. zio ne itaJ;ana alla conferenza di LoJanna. ( +)
329" RIUNIONE
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI *
Su propOsta del capo del Governo, primo ministro, segretario di Stato, il Comiglio dei minisJri ha approvato:
1. - Un diseg no di legge relativo dia costituzions dell'Ente autonomo per la MoJira permanente nazionale della moda a T orino. Tale
• A Gaeta, il 6 agosto 1932, alle 15.45, Mussolini si era imbarcato sulla nave A.llf'ora ptor seguire le manovre navali Il 7 agosto, aJie 8.30, I'A flf'ora era giunta a Trapani, « ove si trovavano ·ancorate le for:r.e navali del partito A, al
manifeJidZione, avmdo dimostralo uiza perfetta attrezzatura delle ind11· Jtrìe de/t'a bbigliamento, trasformata da ouasionale in periodica, a raraJiere nazionale, con due mostre annuali, che avranno luogo in T orino a partire dal 1933, l'una in primavera e l'a!Jra in autunno. Con questo provvedimento viene appagata una giusta asp_irazione della ci/là di T orino, che1 nel campo specifico d ella moda, si rivela bene idonea a dare pubblica manifestazione di quall/o . l'industria nazionale deltabbligliamenlo e le a!Jre industrie connesu realizza11o con abilità tecnica; con gusto e signorilitiì di
2 . - Un diseg no di legge che modifica il regio decreto 'legge 2 1 febbrai'? 1932, numero I J4, Julla pubblicità dei prezzi degli alberghi, delle lo caride e delle pemioni. Per evitare agli artisti drammatici maggiori 1"pese durante le bre vi permanenze in lt1oghi con limitata viene t olto il di tJieiQ stabilito dal suddei/Q decreto legge, per effetto del quale non è consentilo agli a/fitlacamere di alloggiare ar/ÌJIÌ drammatici e liria per un periodo inferiore a Iflte giorni. .
Poi, JU proposta del capo d el Go-tJerno, mùzhlro degli Affari EI/eri, tono stati approvati :
1. - Un decret o che dà esecuzione alla convenzione Jtipulala tra l'Italia e la CecoJ!ovacchia il 10 m(l.ggio !932 per il regolamento defi-
comando di S. E. l'ammiraglio Burzagli. (+) AHe 9.30, il capo 'del Governo, col ministro della Marina e il comandante ln capo della !Jrima squadra, si è recato sul regio incrociatore Co/leoni, che porta l'insegna dell'ammiraglio Castiglioni, comandante la ten:a divisione. Lo ha visitato minutamente ed ha assistito ad una esercitazione dal J>OSto di combattimento, do!JO aver ·passato in rivista l'equipaggio. Sbaro.to dal sal utato dalle salve regolamentari, il capo d el Governo ha percorso in motoscafo la formazione degli incrociatori, che avevano gli equipaggi schierati in coperta , e si è recato sul cacciatorpediniere che ha visitato attentamente ( +). Verso mezzogiorno, il capo del Governo ha ripreso imbarco suii'.Aurord) che poco dopo ha lasciato l'ancoraggio, diretta al sud ». Al tramonto del 7 agosto, l'Aurora si era ancorata. davanti a Porto Empedocle Nella notte, la nave aveva· lasciato l'ancoraggio, dirigendosi verso il canale di Malta e q uindi- su Augusta. L' a· agosto, alle 17, l'Aurora era giunta ad Augusta. <l 11 capo Qel Governo, con i ministri della Marina e dell'Aeronautica e con l'ammiraglio Vannutelli, comandante militare marittimo della Sicilia, si è recato a visitare l'idroscalo ed i lavori in corso per l'appostamento della base navale, diretti .:la! colonnello Carnevali . Alle ore 19.30, ha fatto ritorno a bordo, ove ha ricewto il prefetto, il segretario fèdera le, il generale Russo, comandante le camicie nere della Sicilia orientale, ed il questore di Siracusa ». Il 9 agosto, all'alba. l'Aurora aveva lasciato la rada di Augusta, diretta al nord. Il 10 agosto, alle 10.;0, Mussolini era sbarcato dalla nave a Civitavecchia. Poi era r ientrato a Roma in auto. L' 11 agosto (ore 10-12 30), presiede la riunione del Coosiglio dei ministri della quale qui riportato il resoconto. (Da li Popo/Q Nn. 188, 189, 190, 191, 7, 9, 10, 11 agosto 1932, XIX).
nitivo de/l'aaordo 23 ·not1Cmbre .1921 di Portoro;e, cirta la restituzione di materiale ferrovù:rio.
2. - Un dure/o chi dà necuzione all'accordo italo-canadeJt del 29 marzo 1932 per la reciproca esenzione · d ei profitti marillimi dttlla impos/a sul .reddito.
j. - Un decreto concernente l'organizzazione dell'amminiltrazione centrale degli Affari EJteri.
4. - Uno schema di provvedimento che dà eucuzione alle convenzioni di Gi11evra del 7 giugno 1930 per la unificazione d el d irittO cambiario .
Inoltre, il capo del Governo, miniltro degli Affari Est eri, ha comunicato al Comiglio dei ministri il movimmto diploìnatico prediJpoJ/o.
Succeuivamente, SII proposJa del capo del Governo, mini.riro dell'Interno, il Consiglio dei minùtri ha appro vato:
1. - Uno uhema di provvedimento recante norme per i l passag· giO dei servlzi conùrnemi gli affari di Culto dal miniilro di Grazia e GiuJtizia a quello dell'Interno . ·
2. - Uno schema di provvedimentO per la costituzione del comune di Littoria in provincia di Roma. lA bonifica dell'Agro Pontùzo, v oluta e polenziata dal Governo fasciJta col prosciugamento·· ed il risanamento di 1ma cospicua zona di territorio paludoso e desertico, ha risolto un .reco/are e p oderoJo problema e ha poJto sulla via della realizzazione un'opera gigan(esca, deJtinata a un sicuro maesso, di bonifica idraulica de/J'Agro Pontino è stata integrata nella parte che nel Jerrilorio dei comuni di Cisterna di R oma e di Sermoneta dalla trasior· mazione agrttria intrapresa dall'Opera nazionale combaJtentì, che, avvalendori della sua potente organizzazione e dei larghi mezzi di e/lÌ di· spone, ha già creato in tale Jocafità 1ma fil/a rete di strade interpoderali e poderali, che completano la imponente rete stradale costmita dai Con· sorz1 di bonifica idraulica. preparando, coi pirì moderni e p otenti mezzi meccanici e mediante disboscamento e diSsodamento, la messa a coltura dei terreni bo nificati. Per il 28 ottobre prosJimo già cinquecento quindici case coloni(he .raranno pronte e completamente attrezzat e con scorte vive e morte Il terreno già arato sarà pronto per la semina e cinquecenloquirzdici famigli e coloniche inizieranno la loro fesiden za permanente nell'Agro Pontino. Per dare a questo primo nucleo di popolazione stabile centro di raccolta. organicamente ordinato, si pro v vede appunto a costituire il nt1ovo comune di Li/loria, che, a bonifica integrale com· piuta, comprmderà 19.300 ettari, di cui parte da stacca1"Ji dal comune di CiJterna di Roma e parte ·da quello di Sermoneta; millequa/Jrocento caJe coloniche e una popolazione di circa dodicimila abitanti. ( +)
IN RlCORDO DELL'OSPITALITA RICEVUTA A FORU DA
DANTE E CARDUCQ *
Con questa semplice cerimonia, intendiamo onorare ed esaltare la immortale poesia. Qui, Dante e Carducci conobbero la schietta ospitalità quale è offerta dal cuore della gente di Romagna.
DISCORSO AGU UFFICIALI **
·Signori ufficiali !
Con questo grande, ma tuttavia, breve rapporto, le manovre l'anno d ecimo hanno il loro compimento. Queste manovre, d a me ideate cd ordinate, riservando la necessarìa autonomia ai comandanti dei due
.
• Il pomeriggio del 18 agosto 1932, Mussolini era giunto impmvvisamente a Rimini, èd aveva. fatto «una breve ed inaspettata visita al secondo ·campeggio provinciale dei giovani fascisti ed alla colonia marina del Fascio, accolto da manifestazioni di vivissimo entusiasmo da parte dei seicento giovani del campeggio e dei mille bambin·i della colonia. (+) Al campeggio (+), il Duce è stato subito circondato dalla massa festma dei giovani, che mandavano al suo indirizzo pOI:ìsenti " alalà! ". S. E. Mussolini ha chiesto loro come si trovavano ed essi hanno risposto che Stavano benissimo e che erino tutti bruciati dal sole. "No"' bùogn.z .1ver paur.z del ! O l i! - ha · d etto il Duce - e nemmeno dd fu oco". Un ragazzo ha gridato: « Vi vogliamo a Bologna». Al .che il capo del ha risposto che ciò era il suo più vivo desiderio ( + ) S E Mussolini è passato quindi a visitare la colonia dei bambini, accolto dalla direttrice, signorina Collina. (+) Jnteressatosi delle condizioni della colonia, il capo del Governo, sempre acclamato entusiasticamente 'dai bambini, è partito per Riccione, dove ha visitato la colonia del governatorato di Roma ( +) ». Il 19 agosto, l o aveva trascocso a Ca.rpena. 11. pomeriggio del 20 agosto, si porta in auto a Forlì per inaugurare, sulla facciata di palazzo Albicini, una lapide con la seguente epigrafe: «Qui dove case degli Ordelaffi accolsero Dante Alighieri, oratore dei fiorentini di parte bianca, proscritto, e- a Giosue Carducci diedero giornate di lieto riposo, tra l'affettuosa devozione della famigHa Albicini, la primavera e il paese di Romagna, a lui, tanto cari ». In tale· occasione, il Presidente del Consiglio pronuncia. le parole qui riportate.' (Da l! Popolo d'Italia, Nn. 198, 199, 20, 2l agosto 1932, XIX).
•• Il 20 aiosto verso le- 20, Mussolini aveva lasciato Forll in auto per rientrue a Carpena. La sera del 21 agosto, era 'giunto in auto nella zona delle grandi manovr e estive dell'Esercito ed era stato ricevuto a Cagli da varie autorità. Il 22, 23, 24, 25 agosto, aveva assistito alle manovre ed ispezionato reparti. (Il poineri8$"io del 24 inoltre, aveva il nu<JVo
partiti, in questa. zona montuosa, frastagliata, in mez.zo a· questa popolazione fiera e gentile, della cui ospitalità avete avuto prova; queste manovre, dico, hanno pienamente risposto al loro scopo...Manifesto la mia soddisfazione al ministro della Guerra, al capo di Stato Maggiore dell'Esercito, al direttore delle· manovre, ·ai comandanti dei due partiti, agli ufficiali di tutte le armi, con particolare met?-zione di quelli richiamati, che, con molto entusiasmo, hanno abbandonato le loro occupazioni politiche, amministrative e della Milizia, per venire tra voi ai vecchi posti e coi vecchi gradi.
Quindici anni di stud'ì attenti delle discipline militari e cinque anni di effettiva direzione dei ministeri della Guerra, della Marina e dell' Aeronautica fi?.Ì danno diritto di affermare che le g randi manovre non sono soltanto utili, ma necessarie; non soltanto necessarie, ma sono in· dispensabili ed insostituibili. Naturalmeilte, alle g randi manovre-, che si chiamano così, perché escono dai limiti normali, non si può chiedere la risoluzione di problemi di alta Strategia. La strategia, del resto, non è che un asJXUo della politica. Non si pu ò immag inare una strate· gia avulsa daiJa direttiva politica di un grande Stato. Ma è soltanto attraverso le grandi manovre- che si può saggiare la dottrina a della realtà. t! un conto valicare i monti e attraversare i fiumi sulla carta, e un conto è cimentarsi con le inevitabili difficoltà del terreno e della vita delle truppe. Ma, soprattutto, le grandi manovre sono-utili per saggiare la tempra morale degli uomini, per vede re come rispondono, come sanno trarsi d'impaccio, quale sia la loro prestanza fisica, quale il lOro rendi· mento morale.
Dichiaro, sotto questo punto di vista, che le manovre dell'anno decimo sono state soddisfacentissime. I rkhiamati hanno marciato come i soldati di leva; pochissimi, a malg rado della C:lnicola, i casi di rria· lattia; il rendimento di tutti ammirevole. I servizi hanno funz io nato 3.lla perf ezione, nessun. incid ente, nonostante le strade difficili e polverose.
Sig nori ufficiali !
Tale il risultato di dieci anni di regime. signori ufficiali, vi dotto di Perugia). La mattina del 26 agosto, nella villa del conte Bennkelli. presso Perugia, r icc:ive l'avvocato Vincenzo Brogna, di Boston, capo dell'Ordine dei .figli d'Italia pe-r lo Stato dd Massachusri:ts, presentatogli dal grand'uffi· cial.Giovan ni De Silvestro, capo 5upremo della Organiznzione stessa. AJ!e 17.30, aniva a G ubbio, dove, in piazza dei Consoli, davanti ad « oltre duemila ufficiali della direzione delle manovre», pronuncia il discorso qui riportato. (Da TI pq. p q/ q d'Italin, Nn. 199, 200, 201, 202, 203, 204, 20:S, 21, 23, 24, 25, 26, 27, 28 agosto 1932, XIX).
rkordo che in pace e in guerra una cosa sola supremamente vale, decisiva spesso, trascinatrice sempre: l'esempio.*
PARITA DI DIRITTO
L':ivvenimento. più importante nella cronaca politica internazionale di questi giorni, è la richiesta ufficiale ava nzata dal Governo tedesco alle Cancellerie dei Governi di Inghilterra, Francia, Italia e Stati minori in· teressati, intesa ad ottenere fa parità o eguaglianza giuridica in materia di armamenti. Tale domanda era già stata annunciata in dichiarazio':li ed interviste, rilasciate dal generale von Schleicher, che appare sempre . più in evidenza, come l'uomo più deciso e autoritario del Governo von Papen. Non avrebbe dovuto suscitare eccessive sorprese. Viceversa, a g iudicare dal Contegno deli:J. stampa, 1'opiilione pubblica francese è in· sorta quasi unanimemente contro la domanda· tedesca; quella inglese si tiene piuttosto riservata, mentre quella ital iana manifesta la sua sim· patia alla richiesta germanica. Questo è un momento nel quale 'bisogna dare prova di sangue freddo e mostra re che gli impulsi sentimentali - rispettabili, ma ormai tardivi' e inattuali -derivati dalla guerra, non influiscono sul calmo ragionamento soprattutto quando una nuova situazione si è determinata.
la nuova si tuazione si è determinata sin 4al giorno in cui la mania venne ammessa a far parte della Società delle nazioni ed ebbe subito - come era logico, data la sua importanza - un seggio perma· nente nel Consiglio della l ega. D a quel momento alla Germania fu un iversalmente ricon osciuta l'eguaglianza giuridica, cioè !'.egUaglianza con le altre potenze, in fatto di diritti e di doveri.
Poi venne Locarno, nel qua le accordo Ge rmania: e Francia furono assistite e garantite da Inghilterra c Italia. E evidente che la garanzia data da queste ultime due potenze -e alla Germania in caso di aggressione da parte della Francia · e alla Francia nella ipotesi oppostasignificava che Germania e Francia venivano poste sullo stesso piano, cioè avevano entrambe lo stesso dovere di non aggredirsi e lo stesso diritto· di essere - o l'una o l'altra - difese in caso di aggressione. Questi precedenti vanno ricordati, se si vuole procedere a una impostazione sto·
• Il agosto 193 2, verso le 19, Mussolini lascia Gubbio. La mattina del 27 agosto, nella pinza di Gubbio, passerà in rivista le truppe che avevano pu· tedpato alle manovre. In serata, rientrerà a Roma. (Da 11 Popolo d'/1alia, Nn 204, 20), 27, 28 agosto 1932, XIX)
ricamente esatta e politicamente logica det" problema. Tuttavia a malgrado dell'entrata della Ger:mania nella Lega delle nazioni, -a malgrado del patto di Locarno, la Germania si trovava ancora in una condizione di inferiorità: essa era praticamente disarmata, in conseguenza delle clausole del trattato di Versailles, che le avevano imposto un modesto Jtatus militare, appena suffi.ceòte alla difesa e alla conservaZione dell'ordine interno;
Ma nello stesso trattato di Versailles if disarmo d ella Germania doveva essere il preambolo di una riduzione generale degli armamenti allo stesso IiveJlo di quelli germanici: un impegno solenne_ che finora non è stato mantenuto.
I lavori della commissione preparatoria della conferenza d el d isarmo sono durati cinque anni; la conferenza è durata cinque mesi ; si sono pronunciati centinaia di discorsi; ·le relazioni stampate h anno raggiunto l'altezz1 di un grattacielo, come l'Empire Building, ma da questa comontagna è uscito il topo della risoluzione BenèS, mentre non si è tenuto con to delle proposte Grandi, preciSe, pratiche, effettive. Bisogna riconoscere che almeno nella sua prima fase - che e ra la p iù importante- la conferenza del "disarmo ha naufragato. Nell'intervallo non si ebbe mai tanto movimento e rumore di _armi e di armati, come in Europa, in questi mesi fra la chiusura e la riapertura della conferenza del disarmo. La delusione è stata generale, ma è stata acuta in Germania, dove si è potuto constatare che i firmatari d el .trattato di Versailles non intendono, salvo l'Italia, di effettuare una reale poli.tica d el disarmo: e, quiD.di, non tengono fede al patto.
L'origine e le giustificazioni della richiesta germanica, stanno proprio nel fallimento deJia conferenza di Ginevra, il faltimento tende a perpetuare Ja disuguaglianza di diritto fra "Germania e gli altri Stati.
Siamo dinanzi al g rave dilemma di von Schleicher: o vierle riconosciuta la parità di diritto o la Germania si asterrà dal partecipare alla nuova fase della conferenza del disarmo. L'astensio-ne delia G ermania avrebbe come risultato la paralisi definitiva ·e l'aggiornamento sine die deiia conferenza del disarmo, ma sarebbe anche un colpo mortale all'or· ga"nismo della Lega delle·nazioni, già cosl gravemente compromesso dall'atteggiamento del Giappone dalle riserve dell'Italia.
Bisogna partire dal punto di vista che la Germania non può rima-nere eternamente inerme, fra gli armati, a meno che g li armati non si avvicinino- come avevano enfaticamente promesso a Versailles - al livello dei suoi armamenti. Siamo sempre al1'alternativa: la sicUrezza· generale "di tutti gli Stati è legata ad un livello ma.ssimo dei loro armamenti o non invece - come ho dichiarato sin dal giugno 1928 nel discorso al Senato d' Italia · - al livello m inimo ?
:e solo tendendo al livello minimo Che si disarma concretamente, non già nell'ipotesi opposta. Ne consegue che se il livello d egli armamenti non si abbassa, la Germania ha diritto di alimentare il suo. Questa eguaglianza di diritto non può essere respinta, p9iché, se Io fosse, si ve rrebbe a classificare la Germania in una categoria inferiore di Stati, cioè- quelli che non hanno pieno della loro sovranità politica e militare. Ora, per evitare un'assenza della Germania dalla conferenza del diSarmo, è inevitabile che le sia riconosciuto il diritto di eguaglianza giuridica in materia di armamenti.
Ma aggiungiamo subito che è nell'interesse supremo della Germania, di fronte a tutti gli Stati d'Europa, di fron te all'America e all'opinione mondiale, di impegnarsi a fare un'applicazione moderata d.i questa eguaglianza di diritti e in ogni caso quando la conferenza del disarmo abbia chiuso, bene o male ma definitivamente, le sue porte La Germania d eve d are prova di g rande saggezza, non deve ripetere quegli errori di «psicologia » che le sono costati più di molte battaglie ; mostrare la sua volontà di pace e il quadro che dovrà entrare nella cornice rapp resé'ntata dalia formula «parità giuridica » deve essere di proporziàni ta li da nòn turbare it già mutabilissimo genere umano. Una volta atte· nuta la Parità. giuridica, la -Germania d eve mostrare al mondo la sua moderazione, la sua prudenza e il suo desiderio reale di pace e di Col· laborazione e se ci sarà. il falJimen to della conferenza del disarmo, il nuovo ordinamento delle forze militari germaniche dovrà essere contenuto in m isura proporzionale e comunque dov_rà essere il risultato di una convenzione fra tutte le potenze inte ressate, cosl. comè la Germania stessa non è aliena dai desider:ue.
Credere di fermare il corso della storia, credere di pote i comprimere per l'eternità un popolo di alta civiJtà come il popolo tedesco, il quale dopo la Russia è il più numeroso d'Europ3., è semplice e rovinooa illusione. Per aprire le vie del futuro, non si può rimanere sempre inchio-dati al passato
MUSSOLIN1
Da Il Popolo d'Italia, N. 218, H settembre 1932, XIX.
330" RIUNIONE DEL CONSIGUO DEI MINISThl *
Su propo1ta del capo del Governo, primo miniJtro, segretario di Stato, it Comiglio dei minùtri ha approvato un diugno di legge contenente norme per la conceuione autorizzazione a tenere congressi in Italia e per l'iJtit11zione di una commiJsione ufficiale de/1'/Ja/ia a congreui internazionali. Il provvedimento, tent ndo anche conto delle- propo1te fatt e da apposita comminione, presieduta dal presidente della re_ale Acatdemia d'Italia, t mde a meglio diJciplinare la rappresentanza. italiana nei congressi scientifici internazionali, solloponendo al preventi vo parere di una commi.uione l'autori zzazione dei detti congreui ndZiona/i ed internazùmali da tenersi in Italia, la partecipazion e dell'Italia a congreui scien· tifici internazionali, che hanno luogo all'estero, e la compo1izione delle delegazioni italiane a tutti i con&reui internazionali con JCopi Jcientifici o cult11rali.
Poi, su propoJta del capo del Governo, ministro -degli Affari Esteri, sono 1/aJi approvali:
l . - Un disegno di legge che approva l' accordo italo·egiziano del 6 dicembre 1925 per la delimitazione . dei confini fra la Cirenaica e l'Egitto (Giarabub).
2. - Uno schema di decreto che approva il tra/lato di amicizia con prot ocollo finale stip11lato in Teheran fra /'lra/ia e la Persia il 5 settembre -1929.
3. - Unq ;chema d i provvtdimento che dà esecuzione all'allo addizionale a!Ja convenzione internazionale di Berna del 23 ollobre 1924, ·wncern ei1t e il traspo rto delle merci in f errovia.
4. - Un disegno di l egge che modi fica l'articolo 5 d ella legge 2 giugno 1927 sult'ordinammJo della carriera diplomatico-como/are, articolo che riguarda la composizione della Commissione di avanzam ento. S ucceuiv!Jmente, 111 proposta del capo del G overno, ministro d el· l'interno, il Consiglio dei ministri ha approvalo:
l ' . - Uno schema di decreto con il quale, in applicazione degli articoli 33 4 del testo rmico della Finanza locale e 4 del regio decreto legge 16 .giugno 19 32, numero 687, Ji d ettano norme l 'inquadram ent o nei ruoli statali del personale degli archivi provinciali dell'Italia m eridionale ed imulare
. • Tmutasi il O settembre 1932 (ore 10-12.45). (Da Il Popolo d'I1ttlùr, N. 221, 16 settembre 1932, XIX)
2. - Uno schema di de(relo per J'eiemzion e del regio durelo legge 21 gennaio 1932, numero JJ,· (Oncernenle la (O.IIituzione del comune de/Je I.ro/e Tremiti. Il provvedimento è diretto in partito/are ad a.I.Ii(ura-re al nuo vo (Omune i mezzi neceuar1 aJ f unzionamento dei pubblid servizi.
PER IL MONUMENTO AL BERSAGLIERE *
Si re! Altezza Reale! Signori!
Il monumento nazionale al bersagliere che la Maestà Vostra si degna, in questo giorno, di inaugurare, sorge a Roma per vot? dell'Associazione nazionale del bersagliere, voto accolto ·dai Governo fascista, e per desiderio unanime di popolo. L'artista ha compiuto opera degna del soggetto, raffigurando il bersagliere nell'atteggiamento tradizionale. del passo· di carica, cosl come per un secolo è stato visto in Italia e fra le genti straniere.
Questo monumento al bersagliere che, sorgendo nella capitale, non poteva sorgere che .a Porta Pia, simboleggia l'eroismo del corpo e vuole tramandarlo nel tempo, quale testimonianza preziosa per h!tte le generazioni che verranno. Ritornando, per un istante, indietro, a quel decennio della nostra storia - 18 30-1840- che vide, qua e là, tralucere all'orizzonte i segni della nuova aurora, non si possono leggere senza emozione le prime istruzioni impartite dal capitano della brigata guardie Alessandro Perrero De Lamarmora. per la costituzione della prima compagnia dei bersaglieri, stabilita con decreto di re Carlo Alberto il 18 giugno del 1836. I bersaglieri nacquero bene; il loro creatore Ji munl di un piastrina di riconoscimento che li avrebbe sempre fatti distinguere fra tutti: intendo dire, un decalogo destinato a formare, in ogni tempo, l'ottimo bersagliere, cioè un fante celere, ·che doveva fare molto esercizio di tiro, ginnastica di ogni genere, sino alla frenesia, cameratismo, sentimento della famiglia, amore al re e alla patria, fiducia in sé fino alla presunzione.
Erano appena sorti, e già i bersaglieri s' imponevano all'attenzione del , mondo, Un generale prussiano li definiva «un'ammirevole fanteria leg-
• A Roma, nel piazzale di Porta Pia, il 18 settembre 1932, verso le l t , · Mussolinl presenzia, usieme al sovrano ed al principe Umberto, la cerimonia per l'inaugur.niooe del monumento al bersagliere. In tale occasione, il Presidente del Consiglio pronuncia il discorso qui riportato. (Da Il Popo/(1 J'IJ.Jia, N. 224, 20 settembre 1932, XIX).
gera >>; un arciduca austriaco li metteva f ra le migliori truppe di Europa. Tuttavia, lo sviluppo del corpo non fu precipitoso, ma graduale e lento. :E: solo nd 1845 che le compagnie raggiungo no il numero di otto formando i primi due battaglioni. VÌene la prima guerra del Risorgimento itali ano, viene la prova del f uoco, che è l'unica e la suprema per saggiare la bontà degli ordinamenti e la tempra fisi ca e morale degli uomini . Nelle campagne del '48-'49 i bersaglieri offrono prove superbe della loro resistenza alJe f atiche, del loro valore nel combattimento. A Goito, pagina splendida che apre il libro della storia dei bersag lieri, il fondatore del corpo è in prima linea e cade gravemente ferito, Per uno di quei moti spontanei, irres istibil i e misteriosi, che sbocciano nel profondo della coscienza popolare, il bersagliere diventa, _sin dagli esordJ, il soldato rappresentativo dell'Esercito italiano, il soldato nel quale il popolo ama ritrovare se stesso. Tutto ciò che è brio, ardimento, velocità, entusiasmo diventa bersaglieresco. Cosl, nel 1848 si .formano i bersaglieri lombardi di Luciano Manara, quelli del Po, comandati da Mosti, i valtd!i nesi, agli ordini di Guicciardi, i bresciani, col Berretta, i mantovani, con Longoni. !!, dopo secoli, l'epoca che segna la ripresa dello spirito mi litare italia no.
Passano alcuni anni di attesa. Poco prima della guerra di Crimea, nel 1852, i battaglioni dal cappello pìumato diventano dieci. Nel 1855, alla Cernaia, i bersaglieri combattono mentre il loro fondatore la vita in q uelle contrade, ucciso non da palla nemica, come avrebbe desiderato, .ma da un morbo che faceva strage non meno del piombo Se Goito è il nome che splende nella.prima guerra d "indipendenza, Palestro, dieci anni dopo, è il nome che raccomanda ai secoli la gloria dei figli di Lamarmora. M emorabi le fra tutt i l'assalto alla . baionetta del settimo· battaglione, che g li valse Ja medaglia d'oro.
Chi segua lo sviluppo del corpo nota che è l egato al movimento dell'unità patria. Alla vigi lia del 1866 "i battaglioni sono cinquanta. An· che in que lla campagna rifulsero le loro virtù. I cappelli piwnati par: teciparono alla guerra in Etiopia, a quella libica poi. E l'eroica tragedia dell'undices fmo a Sciara Sciat rimarrà eternamente impressa nel cuore del popolo.
Sire !
la g uerra mondiale è troppo vicina cd ha avuto proporzioni troppO gigantesche perché sia necessa rio rievocarla nelle sue vicende. 1 bersaglieri voi li avete visti al fuoco; voi sapete meglio di ogni altro che cosa abbiano versato nelle trincee e nei combattimenti. Trentaduemila morti sono la testimonianza in ete rno del sacrificio, e i custodi della vittoria. Gli Strumenti b ellici mutati· hanno imposto nuovi impiegh i dei bersaglieri; ma quando si ventilò l'idea di scioglierli, io opposi, con-
DAL XII ANN FONO, DEI FASCI. AL PATTO A QUATTRO J27
" into che sarebbe stato errore una tradizione ormai secolare e gloriosa. Gli strumenti deJla guerra possono cambiare, ina il cuore, il cuore bersaglieresco deve .restare.
Sìre, in quest'ora solenne, attorno a questo monwnento che sorge davanti a questa porta mìchelang"iolesca, qui dove uno scontro fatale avvenne, che il divenire della storia doveva di poi superare e comporre, voi non avete attorno soltanto i bersaglieri, convenuti da ogni parte d 'Italia coi loro labari, le loro fanfare, le loro canzoni; ma spiritualmente, tutte le Forze Armate e tutto il popolo italiano, in questa ardente atmosfera primo decennale fascista. D ue Eroi, fra i mille e mille, guidano, da i regni della gloria, l'odierna adunata: Rismondo e Toti. Essi hanno dato la misura di quello che il nostro popolo possa nelle ore decisive, q uando il vostro ordine risuoni. Noi, come ieri, obbediremo! (Quando il Dure ha t erminato di parlare, il ro mbo di una ovazione formidabile ha echeggiato nel piazzale. Sembrfl va rhe la folla non sapeue pùì contenere il proprio enlu JÙum o; l'o rgoglio e la commozione dei berJaglie,·i, che hanno 11Ùmto un' ora i ndimenticabile, erano indeJCrivibili, ed innum"erevoli le grida di : «Viva il re .' Viva il Duce!»).
I PROGRESSI DELLA «BATTAGLIA D EL GRANO>>*
S E il capo del Governo h"a aperJo la u duta, ritJ oigendo un saluto agli ù pettori agrari regionali, elementi esJenziali della rinauita agricola del paese, ed ha quindi fatto l e seguenti Comunico che il raccolto granario di questo anno sale a 75.1 50.000 qui ntàli. I dati sono stati racèolti ed elaborati con la più grande esattezza, in quanto I'rstituto centrale d i statistica ha potuto ormai utilizzare per molte provincie il nuovo catasto agrario e dovunque è ltato rispettato l'obbligo della denuncia del g rano trebbiato.
La produzione di questo anno è la più alta finora data dal suolo italiano, superando notevolmente quelle già considerate ottime del 1929, . in quinta li 70.795 .100, e del 1931, in quinta li 66.619.900.
Bastano poche cifre di riferimento e di confronto: nel sessennio anteguerra 1909-19 14, la media produzione a nnua fu di quintali 49.273.000
• La matti na clel 24 settembre 1932, dalla Rocca delle Caminate, Mwsolini si porta in auto a Forli, per presiedere, in prefettura, la. riunione del Comitato permanente del grano. In ta le occasione, il Presidente del Coosiglio fa le dichiarazioni qui riportate (Da Il Popolo d'l/alia, N. 229, 1932, XIX).
e la media produzione unitaria di quintali 10,4; nel quadri ennio dopo guerra 19 19 -1922, la· media fu rispettivamente di quintali 45.286.000 e dì quintali 9,9; nel sessennio 1926-1 93 1, f u di quintali 61.607.216 e di quintali 12,6. Nel settennio' della « battagli_a_ del grano» 1926-1932, f u di quintali 63.54 1.985 e di quintali 13,0.
Il raccolto di quest'anno non è dovuto ad aumento di superficie, come dimostrano i seguenti dati: media 1909-1914, ettari 4.756.250; 1927, ettari 4.975.800; 1928, ettari 4.962.800; 1929, ettari 4. 772 938; 1930, ettari 4.822.716; 193 1, ettari 4.809.250; 193i, ettari 4.952.107.
:B aumentato invece il rendimento per ettaro: _ dai quintali 10,4 dell'anteguerra e dai quintali 12, 2 del 1926, primo anno dell3 « del grano», a quintali 15,2 nell'annata g ranaria 1931-1932 t.
Qùest'ultima cifra segna una vera conquista ed assume va lore ancora maggiore, se si considera l'andamento stagiona le della decorsa campag na. Il principio e la fine di qUeSta, ma specialmente la fine, per Ie pìoggie conti nue ne lla primavera inoltrata e le alternative della temperatura, non furono sempre e ovunque favorevoli, tanto che g li attacchi delle ruggini furo no di viç>lenza senza preCedenti, spedalmente. lungo il litorale tircenico, dalla Maremma a Salerno, nella Toscana orientale, nell"Umbria, -nel Lazio, nella Campania, in alcune zone della Basilicata e della Calabria e nella Sicilia occidentale.
Tali attacchi, seCondo le asserzioni dei tecnici, hanno fatto perdere da ci nque a sei milioni di quintali di prodotto la·conquista dell'aumentato rendimento è u na v ittoria della t ecnica colturale, che si è ormai affermata su posizioni decise: sistemazioni migliori di piano e di cÒile; buona preparazione del terreno prima della semina; adozione di oculati avvicendamenti; impiego delle razze elette, specialmente precoci ; cure colturali diligenti; ma è dovuta, soprattutto, alla tenacia·e all'entusiasmo delle classi rurali. E mi rallegro nel constatare come questo anno l'impiego delle sementi elette abbia raggiunto il cinquantat re per cento.
Qualche cifra sulle p roduzioni delle regioni più la Lombardia ha la produzione, ma ha abbassato lievemente il rendimento per ettaro, da 25,3 a 25,1; il Veneto è passato, invece, da 20,5 a 22,1. L'Emilia ha fatto un balzo in avanti : da 21,4 a 26,6. Bene la
T oscana: -da 14,1 a 14,9. Meglio le Marche : da 12,7 a 15,3. Meglio an· coca l'Abruzzo: da 9,5 a 12,1. Sono da considerare, poi, sforzi non lievi nell'ascesa, quelli della Basilicata e della Sicilia, da 10,6 a 11,7; Puglie, da 1 2,2 a 13,2; della sempre più forte Sardegna, da 8,4 a 11,1._
La <<battaglia del grano » segna, adunque, nel 1932, un nuovo e ragguardevole successo. le classi rurali italiane hanno lavorato col ritmo impresso dal regime f ascista, sorrette dagli organismi tecnici dell'Agricoltura, a i quali va un elogio che essi hanno meritato. G li agricoltori italiani
sanno che la t appa del1932 deve preparare alla completa vittoria. Ricordo loro che le conquiste si raggiungono con la tenacia e con l'impiego di .armi cd una di queste p er . la <<battaglia del grano )> si identifica con la fertilizzazione delle terre.
PER L' INAUGURAZIONE DELL'ERMA A CARDUCCI*
11 D u ce parla quindi a lung o.
L'alto e medita/o diicorso illumina l'ardua mùsùJne che il Poeta g enerosamente impose alla sua f an/asia e al mo g enio per servire l'u nità morale d e/la palria.
Passa a · rile v.:t rne acutamente la f orte personaliià, i'italianità pouent e, i /ratti t"arallerÌ!Iid d el g enio , che, ù 1 1111 period o di medi ocrità e di de · bolezze ispirandosi alla grtmdez za antica di R oma, antidpava lo spìfito della nuova generazione ed i mw vi tempi.
l/ Duu ba accennato alle varie leggend e e trad izioni che si legan o a questo «colle sacro ai poeti»," ha ripet ii/O il lirico dubitativo del Car· ducci: «Forse qui Dante inginoa hiossi »,' ha lanciato un fuggi ti vo sguardo al « cip rnso di Francesca » e alt ri storici e poetici t"h e rmdono questi aerei pogxi polemani così ficcbi di «path os» , gùmgendo : «Tutto ciò non è affatto -documentato. Ma perché non do· vremmo credere _ alla tradizione ·sentimentale del popolo? Non è vero ? Può darsi, ma non importa. Assai spesso la t radizione, la leggenda è più veridica de lla vera stori a, speda lmente di quell a f ati cosamente scritta a distanza d i secoli ».
L'estro improvvùatore d el D uce ;"è poscìa ri volto all'amore del Car· ducci pe r q11es1i colli e per queJta verde magnifica t erra ( ne amava an che la bionda e d olce albana!), precisando gli scopi della cel ebrazione.
O ggi - ha detto - intendiamo assolvere il compito preciso di onorare il Poeta a modo nostro: vedendo cioe quanto del Carducci è vivo nel nostro spirito, quanto è invece lontano da noi, consegnato i contingenza di natura polemica che non sono della nostra epoca.
• Il 24 settembre 1932, alle n, Mussolini aveva lasciato Forlì in auto ed era rientrato alla Rocca delle Ca.min.ate. 11 U settembre, poco dopò le l 6, g iunge in auto a Polenta, per inaug urare !"erma a Giosue Carducci. In tale occa· sione, dopo !"orazione del dottor Giuseppe Leonardi, ideatore e realizzatore dell"ini ziativa, il Pres idente J el Consig lio pronuncia il discorso qui riportato in riassunto (Da Il Popol o d' l Mlia, N n. 229, 230, 25, 27 1932, XIX; e d a Il Popolo di Romagna, N . 40, l ottobre 19 32, X).
li Duce si è anche addentrato ,u!la valutazione artistica della poesia carducciana, affermando che canlore di Polenta è uno d ei più g randi poeti della ptttria. Ma il Carducci - ha soggiunto - non -va ricordato soltanlo per la sua poesia civile, che è dèl r eJ!O grandiuima e, a torto, dispregiata da certa critica (lo steJJo Dante _faceva della poe;ia civile, altingmdo addirittura la 111a materia negli eventi delle fnzioni}, ma an· che per le pure altezze della J!ta lirica. Ed è precisamente a que.sl& punto che ii Duce ha recitato con mirabile efficacia a/mne strofe carducciane.
Con toni più gagliardi e ancor pù) incisivi," il Duce ha tracciato la figura e il temperamento del Carducci con una -feliciJJima sintui che non ci è possibile ricoJiruire con quella fed eltà che vorremmo .
·Noi - ha roncluso - amiamo nel Carducci specialmente il suo spirito strettissimamente unitario. Egli era un italiano inte,Srale e, come diciamo noi, totalitario. Cantò il Piemonte, il Cadore, il Veneto, l'Umbria, la Sicilia, ma fu nemico di tutti i campanili e di tutti i campani· lismi. Non aveva che il culto della grande patria. II suo era un patriottismo fi erissimo, che non faceva concessioni agli .esotismi di nessuna specie. Egli sentiva poi Roma come pochi poeti sentirono. Aveva anzi negli occhi la nostra Roma, que1Ja che stiamo ricostruendo non soltanto nelle pietre ma negli spiriti, il che è più difficile. E se oggi il Poeta potesse vedere la nuova Roma, che già scintilla sul nostro orizzonte, non ricorrerebbe certamente più all'antico sdegnoso paragone di BiSanzio!
AI DIRIGENTI DEI SINDACATI PROFESSIONISTI ED ARTISTI*
Jl Duce ha tracciato ai gerarchi della Confederazione profeHionùti ed artiJti, convenuJi all'adunala, le d ireJtive che essi devono seguire nell'adempimento dei l oro compiti di faJciJti e di organizZAtori.
Egli ha d ello che nesumo, Jolo perché ha 1111a w/tura o è in posJeJJO di un· titolo di Jtudio, deve comidcrani avNisiJ dalla vita che lo circonda. Bisogna, invece , viver/a pienamente, n sere uomini del proprio . temptJ, evilttre di isolarsi in uno J!erile egocenhismo.
* Il 2j settembre 19 32, verso le 18, Mussolinì aveva lasciato P olenta in auto ed era rientrato alla Rocca delle Caminate, dove aveva sostato sino al 28 ( ?) settembre. Tornato a. Roma, il 1o ottobre, all'Augusteo, presenzia il convegno dei dirigenti della Confederazione nazionale dei sindacati fascisti professionisti ed artisti. In tale occasione, il Presidente del Consiglio pronuncia il discorso qui riportato in riassunto. (Da Il Popolo d'Itali4, N n. 230, 233, 23j, Ì1, 30 st'ttembre, 2 ottobre 1932, XIX).
Ha poi rilevato come, prima del i profeuioniJti e gli artisti, nello stato libertJioide, non aveuero diritto di cillddinanztJ, Come nel passato, cos} al/ua!mente, in ogni altro Stato che nbn sùz l'Italia, le categorie professionali ed artistiche non htJn11o il riconoscimento che il jtJscismo ha loro conferito.
Il .capo d el Go verno ha affermato quindi la neceuità, anche per coloro ' che sono usciti dalle Unive1·sità e sono fomiti dei più alti titoli dì studio accademici, dì non cenare dall'apprendere, più che sui libri, con l'ouervazio ne amta e diretta della vita e a comatto della umanità, in quanto la scuola ha un semplice carattere informativo e non può dare quel/a nozione e simra delle cou che occorre all'u omo di pemiero. E un a!Jro dovere incombe ai p rojeJJi o11isti ed agli artisti, come a t'!tti coloro che militano n elle file del fauismo-: il dovere di essere esempio costmtJe di disinteresse, di andare con simpatia verso il p opolo, di 11011 asmmere mai nessun alleggiame_nto cbe sia in contrast o con la solidarietà che ·Ji deve · sentire con che hanno in comune con 110i propositi ed idee.
Il Duce ha poi incitato a non trascurare gli esercizi fisici, perché non Jarà mai pouibile avere una intelligenza perfettamente limpida e uno Jpirito aperto alla compri! mione" intera della vita, ove non vi ;ia armonia tra spirito e forze fi siche
Il capo del Governo ha cond11so esprimendo la sua profonda JÙnpalia agli adunati. (Le ultime ptlrole del Dll fe , che htl ptlr!ato per .oltre mezz'ora, fra la viva dttenzione dei presenti, JOilO state accolte da una lungd, vibranle ovazione. è Jrallata, di nuovo, in piedi, ti.Cclamtlndo il (apo del Governo e ripet endo con un wl grido tllli uimo il ;entùnento di fed e e di devozione di tuili i profeuioniJti ed arliJJi d'Italia : « pucel Duce.' Duce l»).
134" RlUNIONE
DEL GRAN CONSIGLIO DEL FASCISMO*
Erano presenti le Loro Eccellenze Balbo, D e V ecchi, Federzoni, Giu· riati, De Franci.Jci, Jung, Ercole, .Acerbo, Ciano , Arpinati, Rouoni, Cri.rtini, Marco ni, T eruzzi; gli onorevoli B enni, Razza, T auim:tri, ClatJenzani, Adinolfi ed il profeuor MarpicaJi. Segretario, l'onorevole Starau. Aue1lli giuJtificati S. E. De BonO e S. E. D e Stefani.
* Tenulasj a pa lazzo Vtnezia il l., ottobre 1!>32 , (ore 22·22 30). (Da I l Popolo d' Italia, N. 2 ottobre 1932, XJX).
JJ .ugretario del Partito, onorefJole Achille Starace, ha letJo il Hl · guente ordine del giomo, che il Gran ha approvato per accia.
mazione : ·
' « 11 G ran Comiglio d el fascùmo esprime ai. Duce la fie rezza e J'orgogtio delle camicie nere che, mi finire del primo duennio della rivoluzione, sostttno per tm momento a riguardare con lieto tmim o la vasta mole delle open: compiute, m:de sono trasformati, a d ieci anni dalla marcia su Roma, lo spirito ed il volto della pat ria.
«Sa/ula i caduti fasciJti, le forze della vitio ria, _i ginv.:mi che marciano gagliardi - m l/a via percorsa dai veterani, combaJtenti ieri come domani di liti/e le bauaglie, e riconoJCe1 uella operoM, comapevole disciplina del popolo la manifesta 110lontà di Jer.vire la patria fa scistt:.
«Interprete .rimro dello spirito dei legionari, aa esi ancora della temprata fede della vig;Ji.a, a.uic11ra al Duce, ideatore della rìt>ol11zione, condoltiero, artefice primo di tanto romano la,voro, la loro gratitudine e l'ttmia di euere chiamali a nuove f atiche, a nuOt·e e pùì ardue prove)). l lavori dei Gran Consiglio sono stati rinviati al giorno 5 del prossimo novembre.
AL POPOLO DELL' URBE*
ll capo del Governo ha. dichiarato di comtai.:Jre che l' entusiasmo dei fa uisti è, come semp re, fervidiuimo e intatto e che non dieci mmi sono passati dalle grandi giornate, ma poche ore, poiché lo spirito è semp re quello della vigilia.
Il Duce ba concluso riaffermando che d ietro i gagliardett i del Lit· torio sia raccolt o i11 disciplina perfetta t!Jfto il popolo italiano.
* A Roma, il 1° ottobre 1932, verso le 22.30, terminata la 13411 riunione del Gran Consiglio dd fascismo, una fiumana di popolo concentratasi i n piazza Venezia acclama a Mussolini. Co5tui appare sul balcone centra le d el palazzo a5sieme ai membri del Gran Consiglio. « Il segretario dd Partito, ottenuto il silenzio; legge a voce altissima l'ordine d el giorno app"rovaro d al G ran Consig lio. Terminata la lettura, il segretario del Partito chiede a lla fo lla: " A chi il Duce? .. Un "A noi l" formidabile g li risponde mentre centinaia di ga· g liardetti e le fiaccole vengono a,Sitate festosamente» Indi il Presidente del Consig lio p ronuncia le parole qui riportate in tiassunto. ( Da 11 Po polo fi'IMiia, N. 2D, 2 ottobre 193 2, XIX}.
NELL'INSEDIARE IL COMITATO PER LE ESPEIHENZE
DI ELETTRIFICAZIONE AGRICOLA*
11 capo del Go verno ha di avere voluto presiedere lçt prima riunione del Comitato, perché riconoJCe l'importanza del problema aue·gnatogli. Quei/o ha già avuto "qualche parziale soluziom, ma è tempo d i sistemttlicameltle affrontarlo.
Venticinque mi lioni di rurali italiani d ebbono potere partecipare più largamente all'impiego dell'energ ia aprendo un nuovo, importante mercato al collocamento di essa. Cosl, anche in questo campo, agri· ed industria colbboreranno alla prosperità del paese.
la - btt concluso il Duce - è : occorre metodo e tenacia per conseguirla.
AL PRIMO CONGRESSO GIURIDICO ITALIANO**
Quindi, accolto da tma nuova, grandiosa si è alzato a parlare S. E. il capo del che h a improvvisato UIJ discorso durato oltre mezz'ora.
Egli ha dapprima rivolto un Jaluto ai congressisti e si è compiaciuto col ministro Guarda.rigilli per il mo dotto disromJ
Ha poi posto in rilievo come il diriJio sia indubbiamenJe una ueazione d el geni o di R oma ed ba aamnato alle realizzazioni del rt>gime 11ei riguardi della cultura.
Ha concluso augurando che i lavori del congreuo siano tali dtt" la· sciare Ult'impronla indelebile nei/a storia e nel diritto italiano ed ha terminat o dichiarando aperJo il congresso i n n ome di Sua Maestà il re.
* A. Roma, a palazzo Vene:zia, il 4 ottobre 1932 , Mussolini insedia il Comitato per le esperienze di elettrificazione agricola. In tale occasione, preceduto da vari oratori, il Presidente del Consiglio fa le ·dichiarazioni qui riportate in riassunto. (Da 11 Pt>Pt>lo N. 237, 5 ottobre 1932, XIX).
u A Roma, in Campidoglio, nell"aula di Giulio Cesare, la mattina del 5 ottobre 19H, Mussolini inaugura il primo congresso giuridico italiano. In tale occasione, dopo l'orazione del ministro Pietro D e Francisci, il del Consiglio pronuncia il discorso qui riportato in riassunto. (Da 11 Popt>/o d'Italia, N. 238, 6 ottobre 19'32, XIX).
(Le parol e del Duce, che l'auemblea ha quasi ad ogni paJJo sot!olineate con calorosissimi applausi, hanno dato luogo alla fine ad un'entusiastica dimostrazione, che .si rinnova intemiJ.sima S. E. Muuolini lascia la sala del congreuo).
PER IL PROGRESSO DELLE SCIENZE *
Accolto da una nuova, caloro.ra e prolunga/ti manifestazion e, .sì è quindi alzalo a p11rlare S. E. il capo del Governo, il quale, d opo avere .salutato i mtmerosi partecipanti alla riunione, ba rievocato quanto il regime ha f atto nel 1110 primo decennio p er lo sviluppo·Jelle rcienze italiane.
Ha affernldlo che il . clima della rivoluzione può essere particolar· mente fdv orevole alla ricerca Jeientifica· ed ha rilet:ato che la scienza, pur euendo universaliflira, deve eJ.Jere aderente alla vi/d del popolo.
Hit quindi invitato gli .Jrienziati italiani a lavorare con metodo, c011 tenacia, in silenzio , aS.Jiam:mdoli che il Got,emo ed ;t popolo it aliano seguono i lo ro sforzi con viva simpatia.
Q11indi, in nome di S11Ìt Mae.rtà il re, ha dichiarato ape,·ta la venltt· nesima riunio 11e della Soàetà italiana per Jl progreJJo delle scienze. {l/ dùcor.ro dt'l D11ce hd su.JCitato il più vivo entusùumo dell'auemb!ed, che, dopo aver lungamente applaudito, S. E . Muuoli ni ha lasciata la Jala della rùmione gli ha tributato un' altra ca/ÒroJa, viviuima ova-
PRIMO DISCORSO .PER IL DECENNALE**
Camerati!
Esattamente dieci anni fa, il 16 ottobre 1922, in una riunione da me convoçata e tenutasi a Milano in via San Marco 46, fu decisa l'in· surrezione.
* A Roma, in Campidogiio, nell'aula di Giulio Cesart:, la mattina dd 7 ottobre 1932, Mus.solini presenzia la seduta inaugurale de!Ja ventunesima riunione della Società italiana per il progresso delle scienze. In. tale occasione, dopo i discorsi del senatore Guglielmo Marconi e del ministro Frances.co Ercole, il Pwidente del Consiglio pronuncia il discorso qui riportato in riassunto. (D:a Il pqpolo d'lt.Jùz, N. 242, 11 ottobre 1932, XIX).
** Discorso pronunciato a Roma, in piazza Venezia, la mattina del 16 ottobre 1932, davanti a venticinquernila gerarchi d el P.N.F. (Da Il Popolo d'Italia, N. 248, 18 ottobre 1932, XIX).
Tutti coloro che parteciparono a quella storica riunione sono presenti. Uno solo è assente: Michele Bianchi, che ricordiamo .sempre con pro· fondo rimpi::mto. (Applausi. Si grida: «Presente!»).
La discussione fu animata e tutti i punti di vista furono esposti. Ma alla fine si raggiunse l'unanimità assoluta per le misure da prendersi immediatamente, le quali consistevano nel passaggio dei poteri dalla D irezione al quadrumvirato, nella formazione delle colonne che dovevano marciare su Roma, in altri dettagli riguardanti la mobilitazione delle camicie nere e nei poteri da dare al quadrumvirato.
Se noi rileggiamo taluni discorsi pol itici del tempo, possiamo oggi essere sorpresi davanti all'apparente discrezione dei nostri' obiettivi. Ma Wl esercito, quando si mette in marcia, deve pa rtire nelle migliori condizioni possibili, suscitare il minore numero possibile di inquietudini e di disagi. .
Recenti esperienze politiche in taluni paesi di Europa ci d icono che allora, come sempre· , la nostra forza fu accompagnata dalla saggezza.. l'insurrezione sta alla rivoluzione come la tattica sta alla strategia. L' insurrezione non è che un momento della rivoluzione, La rivoluzione totajjtarìa doveva cominciare dopo. E cominciò infatti nel 1923, quando furono creati la Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale e il Gran Consiglio.
::B tempo di dire una cosa che forse sorprenderà voi stessi, e che cioè, fra tutte le insurrezioni dei tempi moderni, quella più sanguinosa è stata la nostra.
Poche decine di morti richiedette l'espug·nazione della Bastiglia, nella quale di Prigionieri politici non c' era più nessuno. Le migliaia, le decine di miglia ia di morti vennero dopo, ma furono volute dal terrore.
Quanto poi alle rivoluzioni contemporanee, quella russa non ha costato che poche decine di vittime. · la nostra, durante tre anni, ha richiesto vasto sacrificio di g iovane sangue, e questo spiega e g iustifica il nostro proposito di asso luta intra nsigenza politica e morale.
Siamo alla fin e del primo decennio. Voi non vi aspetterete da me il- consuntivo. Io amo piuttosto di pensare a quello che faremo nel decennio prossimo. (Applaun). Del resto basta guardarsi attorrlo, per conyincersi che il nostro consuntivo è semplicemente immenso. Ma avviandoci al secondo decennio occorrono delle direttive di marcia. Comincerò da quelJa che personalmente mi riguarda. Io sono il vostro capo (applausi . vivi.rsimi; grida di:« Viva i l Duce!» ), e sono, come sempre, pronto ad assumermi tutte le responsabilità! (App!tum). Bisogna essere inflessibili con noi stess i, fedeli al nostro credo, alla nostra dottrina, al nostro giuramento e non fare concessioni di sorta, né alle nostalgie del passato, né alle catastrofiche antìcipazioni dd!'avvenire.
Tutti coloro che credono di risolvere la cris'i. con rimedi miracolistici sono fuori di strada. O questa i: una crisi ciclica «nel » sistema e sarà risolta; o è una crisi «del)) sistema , ed allora $Ìamo davanti -a un trapasso da un' epoca di civiltà ad un'alt ra. là dove 's i è voluto esasperare ancora di più il capitalismo·facendone un capitalismo di Stato, la m iseria è semplicemente spaventosa. (Ap plausz).
Si è posto anche il p roblema dei giovan i. Il problema dei giovan i si pone da sé. Lo: pone la vita, la qual e ha le sue stagioni, come la natura. Ora, nel seco ndo decennio bisogna fa re largo a i giova ni. Nessuno è più vecchio di colui che ha la g elosia della giovinezza. Noi vogl iamo che i giova ni raccolgano la nostra fiacco la, si infiammino della nostra fede e sia.no pronti e decisi a continulfe la nostra fatica. OccoHc fasci· stizzarc ancora più quelli io chiamo gli angoli morti della vita na· zionale, non fa rsi t roppo assor bi re dalla ordinaria amm inistrazione fino aJ punto di ri nunziare a quella che è la gio ia e l'ebbrezza del rischio, essere pronti a tutto <JUell o che può costituire il compito più severo di domani
Voi vi riunite oggi in Roma, in questa Roma che noi volemmo, rialzarla nell' amore e ne ll' orgogl io degli italilni e nell'ammirazione del mondo. Vi riunite in questa piazza che è il cuore di Roma e <JUindi il cuore d'Italia (vivisJimi applmm ), non solo perché c'è palazzo Venezia, costruito da una di quelle città che noi possi;Jmo chiamare Ì{Tlperiali , come Genova, Pisa, Amalfi, Ravenna ed anche Firenze, che d iffuse l'im· perialismo immortale del suo genio; non già perché in q uel palazzo che voi ·vedete è morta la madre di N apoleone appena Oovantasei anni o r sono - di quel Buonaparte tagli:1to nella razza possente d ei D ante c de i Michelangelo, che no n imparò mai a pronunciare correttamente il francese, quel. Buonaparte al. quale no i siamo g rati per aver acceso l a · prima fiacco la d ell 'unità della patria, e ·per aver chiamato a lle armi g li italiani, che egli stesso definì tra i mig lio ri soldati d'Europa - ma p erché qui c'è l'ara del Milite Ig noto e l'a ra dei caduti fascisti.
Il Mil ite Ig noto· è il simbolo dell'Ital ia una, vitto riosa , fascista, u na dalle Alpi di Aosta romana fino al mare di Trapani, ·che vide la disfatta d elle navi Cartaginesi. Egli è la testimonianza suprema di ciò che fu, b certezza infallibile di ciò che sarà !
ITALIA E UNGHERIA •
Eccellenza De Pekar! Signori !
E con viva commozione che io ho ascoltato le vostre parole, &cd· lenza De Pekar, ed è con ancor più profonda che ricevo il dono che mi recate, nel compiersi di questo primo decennio della marcia su Roma, dono che ha un grande significato morale, poiché mi è grato pensare che diet ro ai due mi lion i d i ungheresi, che hanno fi rmato, tutto il popolo ungherese è firm atar io di questo indirizzo, che non raccogl ie soltanto una moltitudine di nomi, ma una moltitudine d i cuori.
In questi cuori unghe resi vibra un sentimel;)tO d'amicizia per il popolo italiano, sentimento che eventi storici e uomi ni ins ig ni f ecero nascere e fort ificarono, e nessuno più di voi, Eccellenza De Pekar, conosce inti· mamentc questo passato.
Il popolo itali ano ricambia con moto spontaneo dell'animo questo sentimento·di a.micizi a e ne apprezza l'alto significato. Si può dire, senza cadere nell'enfasi, che tra i due paesi, l'amicizia non è soltanto direttiva di politici, ma ·patrimo nio delle masse. Come nel primo decennio del regime fascista, così anche nel secondo, non cambierà il nostro atteggiamento di fronte alle evidenti e stridenti violazioni della g iustizia, commesse ai danni dcll'Unghcri:;t Se si vuole la pace in Europa, se si vuole che la comunità europe.1 possa riprendere, è necessario riparare queste ingiustizie, poiché un popolo di alta civiltà e ricco di storia,· come il popolo - il quale una missione precisa e insostitui bile nel Bacino dan ubiano - non può essere sacrificato e ridotto aJla impossibilità d i vivere. Dissi una volta e con fermo che i trattat i di pace non sono ete rni. Oggi agg iungo che, soprattutto, no n sono eterni i trattati di pace, come quello del Triano n, che fu ispirato da calcoli politici, che l' esperienza e il tempo hanno g ià condannato.
Eccellenza Dc Pekar!
Vogliate ripetere ai vostri compatrioti che l'Italia di oggi, l'Italia lìttoria, romana e fascista non è facile alle amicizie, ma quando, ufficiale o
* A Roma, nc:lla sala Reg ia di palazzo Venezia, la sera del 17 ottobre 1932, Mussolini riceve la delegazione delle Associazioni nazionaliste ungheresi. Il ministro Giulio De Pekar, capo della delegazione, (a omaggio al Presidente del Consigli o di trecento volumi contenenti le Jirme di due milioni di cittadini u ngheresi che intendono in ta l modo esprimere la loro g ratitudine e devcnione a Mussolini. Al saluto rivoltogli dal ministro D e Pekar, il Pres idente del Con· siglio risponde con le parole qui riportate. (Da Il Pqpo/(1 d'llalia., N. 248, 18 ottobre 1932, XIX)
non, un sentimento di amicizia sia sorto, su quello rimane costante, soprattutto nei difficili tempi.
Quello che voi avete chiamato « pellegrinaggio » è un atto che ha suscitato e susciterà un'eco profonda in tutto il popolo italiano. Insieme si leva dall'animo mio e dal popolo italiano, l'augurio che il secondo decennio veda tempi migliori per l'Ungheria . L'Italia opererà perché que· sti tempi spuntino all'orizzonte magiaro, convinta che, Così facendo, ser· virà simultaneamente la causa della giusti zia umana e quella della pace europea. Viva l'Ungheria l
AI;L'ASSEMBLEA STRAORDINARIADEL CONSIGLIO NAZIONALE DELLE CORPORAZIONI *
/J capo del Governo ha quindi d ichiarato di acceJiare l'o rdine del giorno ill:uo ed ha affermato che il Comiglio nazionale delle corporazioni, del quale ha posto in evidenza la grande importanza, è 1111 or· gano tipiramen/e ri voluzionario, che compie e compirà 11na fumionf utilùsima per il regime nel campo ermwmiw e sociale.
Egli ba rileva/o che la 10/a indicazione mtmerica delle adunanze e 4elle sessioni d ei vari organi del Comiglio . dimosJra il lavoro compiuto. In fjJiesto periodo, infatti, il Comitato corpo rativo centrale ha t.m/111) tren!Jmo sedute, la corporazione dell'Agricoltura ventisei, quella dell' In·
• A Roma, nella sala della vittoria d.i palazzo . Venezia, la matti na del 19 ottobre 1932, Mussolini presiede l'assemblea straordinaria d el Consiglio nazionale delle corporazioni. Il de-putato Emilio Bodrero, presidente della razione nazionale fascista dei profession isti ed artisti, presenta ed illustra il seguente ordine dei giorno approvato per acclamazione: <<Il Consiglio n azionale delle corporazioni, riunito· in assemblea generale straordinaria nel primo decennale della rivoluzione, interprete di tutti coloro che nei vari rami dell"attività cronomica nazionale concorrono a creare la potenza italiana, · esprime al suo presidente capo del Governo e Duce del fascismo la sua incrollabile fede nell'avvenire della nazione e . del regime; afferma che l'ordinamento corporativo C(eato dal Duce ed attuato, nei suo i istituti e nel suo spirito, dall'azione di capi e di gregari, nella sua funzione di sintesi armonica e di forze e di interessi sociali, pietra angolare dd sistema politico fascista; dichiara di volere essere semp.re più efficace strumento della I (voluzione, sia ne-l campo sociale che nel campo economico, tutte le forze p rod uttive collaborino, sotto la guida de l Duce, alle fortune della patria». Indi iJ Pre-s idente· del Consig.lio fa le dichiarazioni q ui riportate in riassunto. (Da l/ Popolo d'Jidlia, N. 250, 20 ottobre 1932, XJX) ·
dNstria. ;edici, quella del Commercio undici, queJla dei mariJtimi undici, quella dei Tra;porti terreJtri dieci, quella dei Profeuionisti ed artisti cinque, e quella del Credito e delle assicurazioni tre. Si sono, inoltre, tenute otto sedute delle corporazioni riunite.
Il rapo del Governo ha dichiarato quindi che il popolo italiano, nell'aspra crisi, ha mantenuto e mantie11e un contegno ed una disciplina mirabili, tali da .meritare il più alto elogio.
Il Duce, che qJJando si è alzato a parlare, .è stato accolto da lunghi applausi, che si sono ripetuti entiiJiaJtici durante il discorso, è stato alla fi ne salutato da una grande ovazione.
D opo aver dichiarata chirna la seduttt, rinvia11do i lavori della sessione al 30 novembre, nel nuo vo palazzo del mini!tero delle Corporazio;ti, che s.trà inaugurato in via Villorio Ven et o, egli. ha saiNidiO romd1Mmmte /' assem blea e si è allontanalo dall'dtda ancora echeggiante di applausi e di grida enltuiastiche.
.331' RIUNIONE
DEL CONSIGUO DEI MINISTRI *
In principio di sedttta, il minùtro De Bono, 11elia ricorrenza del primo decennale della rivoluzion e fascÌJta, ha rivolto a S. E. il capo del Governo il saluto dei mùtisiJ·i, dire/li tertimoni quotididni della ma ammirabile opera vivificatrice di tutte le energie nazionali, rendendosi a/tres) i nterpret e dell'unanime certezza dei ministri cbe il secondo decennio ugnerà nuo vi e maggiori succeSJi per la grandezza dell'Italia fascista Su proposta del capo del Go verno, primo ministro, ugretario di Stato, il Consiglio d ei minùtri h a appro vato uno JCbema di provvedimento concemenle i poteri del commissario straordinario del« R eale automobile club d ' Italia». Il provvedim ento ha lo scopo di .realizzare la completrJ sistemazione dell'Ente e di aJJicurare il profimo funzionamento di tutti i JIIOÌ sen•izi in relazione alle finalità statutarie.
Successivamente, il Comiglio dci ministri, su proposta del capo del G overno, ministro per_gli Affari Esteri, ha approvato: .
l. - Un diseg110 di legge che dà esecuzione nel Regno alla convenzione consolare Ira /'Italia e la LeJJonia.
• 'fenutasi il 20 ottobÌ:e 1932 (ore 10-12.45). (Da Il Popolo d'Italia, N. 2}1, 21 ottobre 1932, XIX).
2. - Uno Jchema di provvedimento che dà .esecuzione all'acco rdo ila/o-belga, stipulato in Roma il 18 agosto 1932 .per regolare il regime dei artificati di origine e delle fa.lfure commeniali jr11 i due paesi.
3. - Uno !rhema di provvedimento che dà esecrJZione nel Regno al pro/ocql/o ItipPiato fra la Santa Sede e lo Stato il 6 Jellembre 1932 in applicazione dell'articolo 10 del t rallato Laterano.
4. - Un dùegno di legge per l'eJecuzione nel Reguo dell'accordo Jtipulato tra la Santa S ede e Ntalia il 6 settembre 1932 per la prorqga del lermine stabilito dall'articolo 29, leJtera F, riguardo a/la presentazione d elle domande inteJe ad o//enere il- riconouimento da parte delt'Italia degli alli compiuti da Enti ecde;ùtstici o religiosi prima del conc01dato.
5 . - Un diugno di legge per l ' esemzione nel Regno della convenzione stipulata in Roma fra la San,ta Sede e l'Italia il 6 setlembre 1932 per la notificazione d egli affi in m ateria civile e commerciale.
6. - Uno schema di regio d ec reto ,.;guardante l'emiJJio ne dì speciali francobolli commemorativi del vente.rimo anniversario d,e/Jlocmpa- · zione delle ùole italiane nell'Egeo .
7. - Uno ubema di regio decret o che modifica la composizione della coinmissi011e di disciplina del ministerO d egli Affari Esteri.
In seguito, JU propiJsla del capo Governo, ministro dei/'Intemo, sono stati app,.ovati dal Consiglio dei ministri:
1. - Uno schema di provt•edimmlo concernente i'ùtituzione dell ' « Ente autonomo Tirrenia » per la valo riz zazione della zona lungomare ceduta dal ·Demanio al comune di Pisa. Il provvedimento è diretto ad assicmare la più rapida utilizzazione di q11ella zona, desiÌIJa/a a diveliuna stazione balneare e c/itJMtica di prim'ordine, fa vorita dalla po· sizione geografica, dal clima e da/Ja prouimita a grandi cen tri u rbani.
2. - Uno schema Ji pro vvedimento diretto a dare una pùì razionale disciplina al/'im piego d elle somme i bisogni ordiuari dei comuni e delle pro vincie.
3. - Uno JCbema di decreto, col quale, ad integrazione dell'articolo 31 4 dd "testo unico per la Finanza locale, si dettano norme per la contrattazione dei prestiti da parte d elle amminiJtrazioni provinciali che hanno già d elegata la sovrimposla compre sa nel limite normale.
4. - Uno ubema di decret o con mi si approva la delibera2ione del governatore ·Ji Roma in data 2 luglio 1932, concernente tm'aperlnra di credit o col Monte d ei Paschi di Siena per l'esecuzione di opere del piano regola/ore. ( + )
AL POPOLO DI TORINO •
Camicie nere ! Popolo di Torino!
Avevo promesso che non sarebbe trascorso l'anno decimo del f ascismo, senza ch e io avessi visitato la vostra città. Ecco che io mantengo la promessa. Sono fiero di. essere tra voi e vi dichiaro, con tutta schiettezza, che la vostra accoglienza ardente ed entusiastica ha superato la mia aspettativa. Il popola: di Torino, che appartiene ad una razza di guer rieri e di lavoratori, mi è venuto incontro con tutti i palpiti di una f ede veramente e profondamente sent ita
Se nove anni or sono il nost ro contatto fu vibrante, la molt itudine, che oggi è dinanzi a me, mi permette di a fferma re, in f acc ia all'Italia e "in faccia al mondo, ·che il Piemonte sta per mettersi all'avanguardia del movimento f ascista ital iano. (Acclamazioni entusiaJtiche).
Come. potrebbe essere altr imenti ? Torino è una città romana, non g ià e non soltanto p erché fu ricostruita da G iulio Cesare, ma è romana per la sua tenacia, è romana per il valore che ha dimostrato durante i secoli, in assed i e battag lie memorabili, è romana perché ha dato la fiamma e il sangue al risorgimento della patria. (Grande ovaziom).
Qui a T orino lo squadrismo animoso non ha conosciuto limiti al suo sacrificio. Torino ha dato al fasc ismo una figura di asceta. P arlo di Mario Giada. (Si grida: «Presente !»). Ha dato un ministro ed un q uadrumvi ro, ch e in pace ed in g uerra me rita, e non per enf asi re torica , l'appellativo di eroe. (Applausi. Si grida: «Viva Dt Vecchi.' »).
Pe r disperdere ogn i dubbio vi annuncio che, d'ora innanzi, i contatti fra voi e mc sa ra nno più frequenti, anch e se meno solenni. (A plausi vivissimi e prolrmgaJ1). B contatto mo rale e la comunione degli spiriti ci sono stati sempre, e posso di re con tranquilla coscien za che nessuno dei problemi che interessano la vostra città mi ha lasciato indifferente. lo intendo che Torino, città cara al mio cuore, città cara al cuore di tutti gli italiani che non dimenticano, conservi il suo . posto, il suo prestigio, il suo rango d! g rande, industriosa, laboriosa città. (Ovazioni entusi.:utiche).
• Il 22 ottobre 1932, Musso lini aveva lasciato Roma in treno per com· piere un primo ciclo di visi te all e provincie in occasione del de-cennale. A Torino, in piazza Castello, la mattina del 23 ottobre, il Presidente del Consiglio pronuncia il discorso qui riportato. (Da Il Popolo d'Italia, N· 254, ottobre 19l2, XI X).
Or è un anno1 a Napoli, io le linee di quella che doveva essere l'azione fascista. Da allora la storia di -Europa ha avuto degli avvenimenti di molto rilievo. Parlai allora della tragica contabilità della guerra ed in due articoli non dimenticati del P<J{'olo d'/Jalia afferma i successivamente che su questa contabilità era tempo di ,passare la spugna La conferenza di Losanna è una delle poche che hanno avuto una conclusione.· Pilotata energicamente dal primo ministro inglese, la na· vicella delle riparazioni edei debiti è oggi nel porto di l osanna. Vorrà il grande popolo della Repubblica stellata ricacciare in alto mare questa navicella, . dove è la speranza e l'ansia di tanti popoli ? (Si grida : «No!»).
Io vorrei che questo «No »,. che voi avete con voce di tuono, valicasse l'Atlantico e giungesse a toccare il generoso cuore di quel popolo.
Una che ha interessato tutte te genti del mondo dvile, è que lla del disarmo. Taluno ha pensato che le nostre proposte e concrett fossero" ispirilte da calcoli di machiavellismo. Niente di più falso C'era un mezzo molto semplice per saggiare la nostra sincerità:. metterei alla prova. («Bene/»). Ora gli uomini in buona· fede devono aprire l e orecchie, e sovrattutto devono spalancarle quelli che sono in malafede. ( <c Bme! »). Da questa città di frontiera, che non ha mai temuto la guerra ( si grida :« 110! »), io dichiaro, perché tutti intendano, che l'Italia segue una politica di pace, di vera pace, che non può essere dissOciata dalla giustizia, di quella pace che deve ridare l'equi librio all'Europa, di quella pace che deve scendere nel cuore, come una speranza ed una fede!
Eppure, oltre le fronti ere, ci sono dei farneticanti, i quali non perdo· nano all'Italia fascista di essere in piedi. (Applatni vivissimi e prolunga/ t). Per questi residui o residuati di tutte le logge, è veramente uno scandalo inaudito che ci sia l 'Italia fascista, perché essa rappresenta un'ir· risione documentata ai loro principi, che il tempo ha superato.
Essi hanno inventato il popolo, non già pc[ andargli incontro alla nostra fran ca maniera, ma Io hanno inventato per mistificarlo, per dargli dci biSogni immaginari e dei diritti illusori. Costoro non sarebbero alieni dal considerare quella che si potrebbe chiamare una guerra di dottrina tra principi opposti, poiché nessuno è nemico peggiore della pace di colui che fa di p rofessione il panciafichista od il pacifondaio. (App!atni1 ilarità).
Ebbene, se questa ipotesi dovesse verifica rsi, la part ita è decisa sin dall'inizio, poiché tra i principi che sorgono c si ·affermano ed i principi che declinano, la vittoria è per i primi, è per noi! (Fragoro;; applauJI).
Un voto del Gran Consiglio ha suscitato l'interesse di tutti i paesi : rimanere ancora ne.lla Società delle na.zioni? Ora io vi dichiaro che noi rimarremo ancora nella Società delle nazioni; specialmente oggi, che essa è straordinariamente malata, non bisogna abbandonarne il capezzale Alla Società delle nazioni troppo universalistica, accade che le sue istruzioni perdono di efficacia con l'aumen tare d elle distanze. E se essa può avere qualche efficacia nelle vicende eu ropee, quando siamo nell'Estremo oriente e nell'America meridionale, le pa'role restano parole, senza senso e senza significato.
Vi sono stati dei tentativi per d isincagliare l'Europa da questa costruzione troppo universalistica. Ma io penso che, se domani, sulla base della giustizia, sulla base del riconoscimento d ei ,nostri sacrosanti diritti , consacrati dal sangue di tante giovani generazioni italiane, si realizzassero le premesse necessarie e sufficenti per una Collaborazione delle quattro grandi potenze occidentali, l' Europa sarebbe trariqu illa dal punto di vista politico e forse la crisi economica, che ci attanaglia, andrebbe verso la fine .
Vi è un'altra questione, quella che concerne la domanda tedesca di pa rità. Anche qui il fascismo ha avuto delle idee e delle di rettive precise. La domanda tedesca della parità giuridica è pienamente giustifi.cata .
Bisogna riconoscerlo, quanto più presto, tanto meglio! N ello stesso t empo, finché dura la conferenza del disarmo, la Germania non può chiedere di riarmarsi in nessuna misura, ma quando la conferenza del disarmo sa rà finita e se avrà dato un risultato negativo, allora la Germania non potrà rimanere nelJa Società delle nazioni se questo divario che l'ha diminuita sin qui non viene annullato. (Applauu).
Non vogliamo egemonie in Europa. (« Bem! »). Noi saremo contro l'affermazione di qualsias i egemonia, specialmente se essa vuole éristallizzare una posizione d i patente ingiustizia.
Quanto alla politica interna, voi sapete che il Partito ha riaperto le sue porte. Il bravo Castaldi mi dice che le domande d ei torines i ammontano alla cifra importa nte di ventim ila. Supe rbo ! Ma a costoro ed a tutti debbo ricordare che l'organizzazione politica del regime si chiama Partito, perché è il Part ito che ha fatto la rivoluzione. Tuttavia, questa parola non h a niente di comune con il concetto dei vecchi partiti. Il Partito N azionale Fascista è un esercito, o, se volete, è un Ordine. In esso si entra soltanto per servire e . per obbedi re.
Altra bussola che ci guida nel caffimi no: la collaborazione d elle classi. In questa città, che h:1 così nwnerose maestranze, mi piace di so· lennemente affermare· che le classi lavoratrici h1nno compiuto il ioro dovere dinn anzi :dla crisi e si sono caricate te spalle dell'inevitabile fardello. Debbo anco ra aggiungé ce che le classi industriali italiane si
muovono in quest'atmosfera di concordia: tengono duro nell'attesa di tempi migl iori. la collaboraz ione è necessaria nei tempi facili, è indispensabile n ei tempi difficili, quando ogni dispersione di energia, ogni controversia è un vero c proprio tradimento consumato ai danni patria. (Applarm).
Torino è stata meravigliosa nell'opera di assistenza. Ci siamo già sganciati dal concetto troppo limitato di filantropia, per a rrivare al concetto più vasto e più profondo di assistenza. Dobbiamo fare ancora un passo innanzi: dall'assistenza dobbiamo arrivare all'attuazione piena della solidarietà nazionale. (Vivi app!mm).
Siamo contrari al sistema dci sussidi. Coloro che leggono le cronache di questi giorni, vedono ·che essi non risolvono nulla. Si<tmo anche trari a tutte le misure oblique, a tutti i suggerimenti di alterare il valore della moneta, che io considero b. bandiera intang ibile d e lla naz ione. applarm). Là dove essa è stata tosata, non si sono migliorate affatto le condizioni del popolo, se è Vero che proprio in questo giorno, mentre siamo riuniti in questa piazza, da molti punti de lla Gran Bretagna muovono verso Londra l e masse aumentate dei disoccupati.
·Finalmente Torino deve avere lavoro per le sue maestran ze.· E tutto quello che .è stato creato dal coraggio, da!Ja tenaci1 c dalla genialità dei torinesi, deve rimanere a . Torino! (Viviuimi, entusiaslici e prolrmgati applmw).
Qualcuno pensa che noi ci preoccupiamo dell"inverno dal punto di vista politico. B. f.tlso. Dal punto di vista politico PC?trebbero passa re anche cinquanta inve rni grigi, senza che nulla tanto più che, dopo gli inverni grigi, vcrunno - a premiare il nostro coraggiole primavere del benessere e della g lor ia. Ma è dal punto d i vista umano che io mi preoccupo, perché il solo pensie ro di una famiglia senza il necessario pe r vivere, mi dà un'acuta sofferenza fisica. l o so , p er averlo provato, che cosa vuoi dire la casa deserta cd il desco nudo. (Grande ovazione).
Camerati torinesi!
veramente magnifica comunione d i spiriti, per cui noi in questo momento siamo un solo cuore ed una sola anima (si grida : « JÌ ))), non potrebbe chiudersi senza rivolgere un pensiero pieno di profonda devozione alla Maestà del re (scroscianti applatm), che rappresenta la continuità, la vitalità, la santità della patria ( G"rtmde Ol'azione).
Quale dunque è la parola d'ordine per il nuovo decennio, verso il quale noi andiamo incontro con l' an ima dei vent' anni? La p3.rola . è questa:« Camminare, costruire e, se è necessario, combattere e vincere ! ».
AGLI OPERAI
DELLO STABILIMENTO << F.I.A.T. » AL LINGOTTO*
/J Duce inizia il IliO dhcono rivolgendo il saluto atte maeJiranu della F.I.A.T., fra le qUali, dopo dieci anni, egli ha voluto ritornare. Afferma che neuun Governo provvede agli intereJJi degli operai come il Govemo fascista, che ha oggi il pieno, auoluto consenso d ella mana dei lavorato ri. Quindi, dopo avere osservato come la sorte degli operai Iia legata alle Jorti della nazione, così che, Je diuorde e debole è la nazione, ne risentono e ne Iojfrono le masse lavoratrici, il capo del Governo ha pro.reguito .affermando che la ma volontà è che gli operai partecipino atJivamente alla vita Iindaca/e, ed ha concluJo dichi4rando che il suo incontro con le maestranze della F.I.A.T. rimarrà indelebile nt>/ cuore loro, cos'i come rimarrà indelebile nel suo.
AL POPOLO DI MILANO ••
Camicie nere! Popolo di Milano!
Torno dall'aver inaUgurato una delle più grandi opere del primo decennio del regime fascista, l'autostrada magnifica fra Milano e Torino, destinata a collegare sempre più intimamente le due grandi città. Torno
• A Torino, il pomeriggio del 23 ottobre 1932, Mussolini aveva compiuto varie visite. La mattina del 24 ottobre, visita gli stabilimenti dell' Unica siti in Corso Francia, dove «pronuncia un b reve discorso» ( i l cui testo non venne raccolto dagli stenografi); indi si porta allo stabilimento della P l:A.T. a l Lingotto, dove, dopo il saluto rivoltogli dal senatore Giovanni Agnelli, pronuncia, davanti a venticinquemila operai, il discorso qui riportato in .riassunto. (Da Il Pbpqfq d'lldlia, N. 2H, 25 ottobre 1932, XIX; e da La S1amp11, N. 254, 25 ottobre 1932, 66").
u A Torino, il 24 ottobre 1932, dalle I l alle 12 circa, Mussolini aveva p:a.su.to in rivista le del presidio ed aveva assistito al loro sfilamento. Nel pomeriggio, aveva visitato gli stabilimenti Landa, i lavori in corso per la costruzione del nuovo mercato ortofrutticolo, quelli per la costruzione del n uovo stadio, Borgo San Paolo, l a Cassa di Risparmio, l'Istituto opere pie San Paolo, la Cassa dei sindacati, il Circolo dei nobi li. Subito dopo, era partito in auto alla volta del castello di Racconigi per rendere omagsio ai principi di Piemonte, giungendovi alle 20. I prinCipi avevano offerto un pranzo a Mussolioi, io forma strettamente privata. Alle 22.20, il Presidente del Consiglio aveva la-
da Torino, che ieri, con il suo entusiasmo travolgente e incontenibile, ha sfatato per sempre uno dei più subdoli luoghi Comuni, diffuso dai nemici del regime e dai nemici della patria. Qui, o camicie nere, non vi aspetterete ancora un discorso politico. Qui nel rri.io spirito parlano in primO luogo ì ricordi! E quantunque io abbia p iuttosto la nostalgia del futuro che la nostalgia del passato, come non ricordare dinanzi alle camicie nere milanesi tutta la nostra storia, la storia che noi abbiamo vissuto?
Come non ricordare le adunate dell915, di quel maggio radioso che è stato il germe d ella nuova vita d'Italia? Come non ricordare, parlando da questo sagrato, l'anima e la voce di Filippo Corridoni, eroe del popolo italiano? acclamazione). Come non ricordare i Rabolini, i ReguzZoni, i Guerri ni, e tutta la superba gioventù, che dOpo aver fatto dell' interventismo nelle piazze, fece dell'inte rventismo sui campi di battaglia? Come non ricordare il dopoguer[a, quando eravamo nella modesta v ia Paolo da Cannobio? Attorno a me, in quel p iccolo ambiente che era onorato col nome di «Covo >>, erano le p rime camicie nere, gli arditi, i legionari, i volontari di guerra, tutti i combattenti che non erano stanchi di combattere ed erano disposti a riprendere la guerra, a scavare, come io dissi, le trincee nelle piazze delle città d ' Italia! (Nuovi applauri deiltt sterminata moltitudine).
Erano belli quei tempi, ma anche gli attuali sono belli! Vedere dopo dieci anni tutto il popolo intorno al regime e vedere soprattutto -f atto nuovo nella vita della wnanità - il popolo italiano protagonista d ella sua storia l Ma più belli saranno gli anni di domani! Noi andi amo incontro ad essi con una decisiofle fredda e ·contenuta, ma tutta vibrante di raccolte speranze. Abbiamo sentito che il destino sarà domani, come ogg i, nelle nostre mani e che esso sarà il risultato d ella nostra invin. cibile volontà: (EntuJia;tica ovazione).
Del resto basta guardarsi attorno. In tutti i paesi regnano l 'incertezza,
sdato il c3.steÌio reale in auto per fare ritorno al palazzo del Governo di Torino. La. mattina del ottobre, inaugura il nuovo Panili.cio dell'Alleanza cooperativa torinese e Ja Mostra d ella meccanica. Poi presenzia una solenne manifestazione patriottica svoltasi alla «Gran Madre di Dio». Verso le 10, si porta in auto a Rocca di Verrua inaugurare l'acquedotto del Monferrato. Alle 14, lascia Torino in auto, alla testa di una colonna di cinquecento macchine, per inaugu· rare la nuova autostrad a Torino-Milano. La colonna sfila fra le genti. di cam· pagna e di città ammassate lungo il percorso. Altre settecmto vetture ven· gono incontro alla colonna e si aggregano a questa al confine lombardo Alle 17, Mussolini entra a Milano. Appena giunto in piazza del Duomo ricolma di una moltitudine sterminata, sale su un alto podio e pronundà i l discorso qui riportato. (Da lJ Popolo d'lrtrlia, Nn. 28, 29 ottobre 1932, XIX).
l'inquietudine, il disagio morale che si aggiunge a quello materiale. Popoli anche di antica civiltà sembrano senza guida e sono incerti sul loro destino. Noi, no! Noi abbiamo coraggio. Andiamo innanzi decisamente. Siamo temprati da una guerra e da una rivoluzione. Possiamo affrontare tutti i compiti e li affronteremo. (App lauJi
Non è con le conferenze a getto continuo che il mondo ritroverà la sua salute. Meno conferenze e più decisioni! (ApplauJi Meno ordin( del giorno e più azioni! (Nuovi applauu). E solo l'azione che guarisce! t solo l'azione che dà la tempra alle anime.
·Quando, dieci anni fa - e sono qualche cosa nella vita di un uomo, ma un piccolo periodo nella vita di un popolo - noi movemmo all'assalto della vecchia classe politica italiana che aveva male governato, soprattutto }>er mancanza di coraggio e di volontà, c'erano degli storici, dei dottrinari, degli osservatori, i quali fecerO in quel tempo le più ridicole profezie. (Una voce: «Cinque per dodici.'»). Abbiamo superato questa cifra: Dieci per dieci, un secolo! Oggi questi si nistri profeti sono scomparsi dalla circolazione: là storia li ha abbattut i in pieno, li ha frantumati. Quando in piazza Belgioioso, io dissi che il regime fascista aveva dinanzi a sé sessanta anni, erano .i primi tempi. Oggi, con piena tranquillità di coscienza, dico a voi, moltitudine immensa, che il secolo XX sarà il secolo del fascismo (applatm) , sarà il secolo della potenza italiana (applmm), sarà il secolo durante ,il quale l'Italia tornerà per la terza volta. .ad essere la direttrice della civiltà umana (grande ovazione), poiché fuori dei nostri principi non c·è salvezza né per gli individui, né tanto meno per i popoli. (Applaust).
Fra dieci anni, lo si può dire senza fare i profeti, l'Europa sarà mod ificata. Si sono commesse delle ing iustizie, anche contro di noi, soprattutto contro di noi. (Grandi applauJJ). E niente di più triste del compito che qualche volta ci spetta, di dcver dlfcndere quello che è · stato il sacrificio magnifico di sangue di tutto il popolo italiano ! Voglio dirlo ancora una volta : l 'eroismo individuale e collettivo del popolo italiano durante la guerra è stato sublime (applauJt) e non teme confronto con. nessuno degli altri eserciti! (O vazione enlluiaJtica ed interminabile).
E se ci fosse stato un Governo che avesse imposto una severa disciplina all'interno, ·che avesse d isperso a frustate la mala genia degli imboscati (applauu), e avesse punito severamente con il necessario piombo nella schiena i disfattisti ed i traditori (grande ovazione), oggi la storia della guerra italiana avrebbe soltanto pagine luminose. Ma ora si è visto che in altri paesi, dopo le offensive sfortunate e sanguinose, i Corpi d'Armata avanzavano verso le retrovie e spesso "in sommo disordine.
Se io compio questa rivendicazione, lo faccio perché Milano è stata la città dell'intervento, perché MiJano è stata superba nell'assistenza
civile, perché Milano ha dato diecimila morti alla vittoria. (Grandi ovaziom).
Tra. W1 decennio l'Europa sarà o fascistizzata ! L'antitesi in cui si divincola la civiltà contemporanea non si supera che in un modo, con la dottrina e con la saggezza di Roma! (Applausr). Ecco perché noi non contiamo g li anni, (llarità). Credo che se mi guardate attentamente, voi troverete che· io sono diventato forse più asprigno ancora di quello che non fossi. Non solo 'io respingo il dposo o la sosta, ma sono ansioso di nuove ptO\'C e di nuove fatiche! (Applausi prolungatr).
Il giorno in cui fosse necessario, io sento che tutto -il popolo italiano mi seguirà ancora più fortemente! (Il popolo grida con un urlo formida bile: «Sì! TutJi! »). Io penso che voi sarete disposti a ulte; riori sacrifici. ( « S)f Sì »). Sento che voi non misurerete il vostro sforzo .
Oggi come non mai nei suoi vcntisette secoli di storia, il popolo ita· liano è compatto, concorde, deciso! Possiamo ormai i rimas ugli nostri nemici. Qualcuno mi ha ricordato una promessa che io feci nel 1926, in quello che fu chiamato il discorso dell'Ascensione. Non escludo che alla fine delle grandi cerimonie celebrative, jl regime dia un'altra prova della sua forza, con un atto di generosità verso gli illusi, le vittime delle predicazioni altrui, gli inattuali, i ritardatari, quelli che si erano messi in testa di fermare, con mucchi di parole inutili, il moto a valanga di un popolo. Quest'atto sarà interpretato' al suo giusto valore. Non smobiliteremo i nostri apparati di difesa, fino a quando, soprattutto olt_re le frontiere, non si sia sinceramente ossequienti all'ormai irrevocabile f atto compiuto. (Grandi applauu). Tutte le mète che folgorano nel cuore .delJa gioventù italiana sono presenti al mio spirito. Nessuna è dimenticata. (Applaust).
Un g iorno non vicino - ci vogliono almeno trenta anni per tem· prare come io desidero l'anima di un popolo - un giorno no i saremo veramente fieri di consegnare i nostri gloriosi gagliardetti alla gioventù che cresce e vigoreggia splendida sotto i nostri occhi. Noi diremo allora: Questi sonO i gagliardetti della rivoluzione, consacrati dal sangue pu· rissimo degli squadristi! Portateli in alto, difendeteli, se è necessario, con la vostra vita e fate che essi nei futuri decenni siano baciati d al sole di nuove e più luminose (O vazioni, applatni f ormidabi!J).
PER L'INAUGURAZIONE DELLA NUOVA CASA DEI SINDACATI FASGISTI •
/J Duce, quando la folla si racqueta, esprime il suo compiacimento per il palazzo, sObrio, moderno e ponente e per lo stile fraterno della inaugurazione. Si compiace per il fervido 1pirito del vecchio sindacali· smo milaneJe, che fu prima torridoniano, poi j aJCÌIIa e sarà sempre italiano. Ed a tutte le mantranze egli invia il suo saluto fratemo di camerata che non dimentica. (Le brevi parole del capo vengono salutate dd una fragoroJa of.!azione, che si per oltre dieci minuti).
PER L' INAUGURAZIONE DELLA FONDAZIONE DE MAGISTRIS **
Camerati!
Da oggi il gruppo Cantore ha sede degna dei più animosi del Fascio primogenito, dedicata alla memoria di uno degli eroi più puri e più intrepidi della guerra. "e sede decorosa e solenne. 11 quartiere ha oggi una &uola çli avviamento p rofessionale, dedicata ad Arnaldo, il rui ricordo mi riempie .ancora e sempre di profOnda triste'lZa.
Camerata De Magistris!
Voi avete agito da fascista, avete costruito! l o vi abbraccio, ed ab· bracciando voi intendo abbracciare tutti i vecchi camerati fascisti di M i·
• A- Milano, alla Scala, la sera d el ottobre 1932, Mussolini aveva assi· stito ad un concerto benefico. Il 26 o ttobre, alle 9, visita i lavori in corso per la costruzione del nuovo palazzo di giustizia.-Aile 9.15, inaugura la nuova Casa dei sindacati fascisti sita in corso di Porta Vittoria. In tale occasione, dopo il saluto rivoltogli dal deputato Pie-tro Capoferri, segretario generale dell"Unione sindacati fascisti, il Presidente del Consiglio pronuncia le parole qui riportate in ri assunto. (Da Il PO'polo d'lla/ia, Nn. 2'56, 26, 27 ottobre 1932, Xl':').
•• A Milano, il 26 ottobre 1932, tra le 10 e le 11.30, Mussolini visita il nuovo edificio dell'.Asilo materno, il nuovo Orfanotrofio di La.mbrate, il palazzo delle Arti., sede della Triennale, in costruzione al parco. Poi inaugura la fondazione Emilio Magistris, sita in viale Papiniano, sede della Scuola secondaria d i avviamento professionale Arnaldo Muuolini e del gruppo rionale fascista Cll1ltf>t"l. Terminata la cerimonia inaugurale e visitato il palazzo, il Presidente del Consiglio appare sul balcone che serve da arengo e rivolge alla folla acclamante le parole qui riportate. (Da li Popolo d' /lalia, N. 256, 1.7 ot· tobre 1932, XIX).
OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI
lano, i sansepolcristi, i di ciannovisti , gli squadristi, tutti quelli che si sono stretti attorno a me nelle .ore dure, tutti quelli che saranno sempre intorno il me in qualsiasi cimento. (Un nuovo , irrefrenabile applauso saluta le parole del Duce).
ALLE AUTORITA E PERSONALITA DI MILANO*
State facendo di Milano una città stupenda. Ne sono molto contento.
AI GERARCHI MILANESI **
Il Du re ha espresso al console Brtua la sua viva soddiJfazione per l'imponenza, l'm!uriasmo e l'ordine delle manifestazioni milanes_i, e. hf! soggiunlo che mai come in questi tempi l'adesione po p olare al regime .ti è dimostrata ltmlo spontanea e totalitaria.
Ha approvato in particolar modo l'iJtituzione e il funzionamento di alcune tipiche org anizzazioni del Fa scio milanese e ha tracciato, in proposito, le precùe direttive. E dopo aver ricordato che l'alt() g rttd o di entusiasmo è indisprmsabile per il rag gùmgimento di qualsiasi mèta, ha pregato i dirigenti d i portdre il stw salrtto d tutJ e. le camicie n ere e al della città e della campagna .·
AL POPOLO DI VITERBO***
La ferro via che abbiamo inaugu ra ta stamane, costituisce una delle opere p iù imponent i del decennal e f ascista ed è anche la prova d ell'altezza tecnica ragg iunta dall'ingegneria italiana. Questa ferrov ia vi accosta
• A Mila no, a pal:uzo Monforte, il 26 ottobre 1932, '!-Ile 15.05 , Mussolini ! iceve le autorità e personalità cittadine, alle quali rivolge le parole qui ripor· late. (Da Il Po-polo d'llalia, N. 256, 27 ottobre 1932, XIX).
** A Milano, a-palazzo Monforte, il 26. ottobre alle 15.1 5, Mus so!ini rice-ve i gerarchi de l fascismo loule, ai quali rivolge le parole qui riportate in riassunto (Da 11 Popolo d'Italia, N. 256, 27 ottobre 1932, XIX)
""*"' A Milano, i l pomeriggio del 26 ottobre 1932, Mussolini aveva compiuto v'arie visite. Alle 18.0 5, aveva lasciato la capitale lombarda in tre no diretto a Rom a." li 27 ottobre, alle 8, in piazzale Flaminio, inaugura la· stazione della
alJa capitale e farà ancora meglio conoscere ai romani e agli italiani Ja. zona pittoresca che v i ci rconda ed anche la vostra bella, storica, severa città. (Applausi; grid a di: <<Viva il Dtl(e/ »).
Quando sarà, come dovrà essere, continuata 6no a Siena ( « Bme! », «Viva il Duce!»), tutti i vostri traffici ne avranno giovamento e sviluppo. Il Governo fascista, che è venuto incontro con i fatti, come è sua ab.i· tudine, ai vostri bisogni ed ai vostri desideri, vi chiede soltanto di essere ossequienti alle "leggi («Sì! Sì!)), applarm) e fedeli soldati della rivoluzione fascista. (Una grande ovttzione accoglie le ultime parole del capo, che, ritiratosi, è coslfe/J o ad affacciarsi nuovamente, richiamato· dalle imiJtenti acclamazioni della folla).
SULLA « VIA DELL' IMPERO» *
Camerati mutilati! Camicie nere !
Roma, ne i molti secoli d ella sua storia gloriosa, ha assistito a celebrazioni memorabili.
Ma io credo che nessuna di esse sia stata cosl formidabile, impressio· nante e commovente, come l'odierna sfilata delle legi"oni mutilati camicie nere di tutta Italia.
L' Italia del sacrificio vittorioso e inob liabile è passata per prima, come era giusto, nella nuova «via dell' Impero».
Camicie nere !
verso il secondo decennio, con purissima fede, con fer rea decisione, con energia! Viva la rivoluzione fascista! (Le ultime parole si f ondono ron l'urlo unanime della follrr, rhc ri nnova al Dure la dimostrazione ardenle del suo entusiasmo e del/d sua fede) .
nuova fer rovia Roma-Viterbo. Indi sale sul t reno inaugurale, che arriva a Viterbo alle 10.25. Poco dopo, dal balcone del palazzo del Governo, al popolo che lo acclama, rivolge le parole qui riportate. (Da TI Populo Nn. 256, 257, 27, 28 ottobre 1932, XIX).
* Il 27 ottobre 1932, veno le 11, Mussolioi aveva lasciato Viterbo in auto diretto a Roma, dove era giunto alle 12. La mattina del 28 ottobre, inaugura la « via deli"lmJK·ro ». In tale occasione, il Presidente del ConsigLio assiste alla s61ata di alcuni reparti dell'Esercito e di alcune legioni della M.V.S.N. Terminata la sfilata, le legioni si concentrano in p iazza Venezia gremita di folla. Indi, dal balcone centrale del palazzo, Mussolini pronuncia le parole qui riportate. (Da Il Popolo d'lt11litt, Nn. 257, 259, 28, 29 ottobre 1932, XIX).
LA MISSIONE UNIVERSALE DI ROMA
Già più volt e Roma si fece mediatrice ed equilibratrice di idee uni· versali antitetiche fra Oriente e Occidente. La prima volta dopo la guerra sannita, la seco nda quando Paolo si disse romano, la terza co l mento. Ogg i è la quarta volta. Oggi Roma ha una sua idea e un complesso di concezioni di carattere universalistico, nelle quali sfocia ' e si compone il travag lio sociale e umano del secolo scorso.
MUSSOLINI
Da Gerarch;a, N 10, ottobre 1932, Xli.
AL POPOLO DI FORLI*
Camicie nere dei Fasci! Camicie nere delle legioni! Popolo della mia Romagna!
Io sento che nel gr ido col quale mi avete accolto a -questa tribuna è una sfumatura sent ime nta le. Ci- sono molte cose t ra voi e ' me) t ra il vostro cuore ed il mio cuore. Ma in questo momento bisogn a passare il velo della discrezione e del silenzio su questi stati d'animo.
Oggi Forll ha assolto il suo dovere di riconoscenza verso gli eroi che combatterono per la patria ed è giusto che il monuffiento ai caduti ricord i anche i martiri della rivoluzione fascista. (Applami pì·olungatJ).
E solenne che ai piedi del monumento sia stata recata la terra arsiccia rossiccia del Carso, che bevve tanto generoso sangue dei figli di Ro· magna.
Quale poeta narrerà nei secoli le gesta dei «gialli » della Brigata CaJaJe? (Applatm). Mi piace che il monumento concili i due sentimenti che sono nel nos tro spirito: da una parte la pietà per i caduti, dall'altra l'esaltazio ne fie ra della vittor ia, Se i n altre regioni l'i nterventismo fu un fenomeno o un moto di
* La sera del 29 ottobre 1932, Mussolini aveva las ciato Roma in trmo per compie-re un secondo ciclo di visite alle provincie in occasione del decen· naie. A Forli, il 30 ottobre, verso le 12, dopo aver presenziato l'inaugurazione del monum ento ai caduti e di altre opere, dal balcone del palazzo del Governo, il Presidente del Consiglio pronuncia il discorso qui riportato in ria ss unto. (Da Il Popolo d'Italia, N. 260, l novembre 1932, XIX).
minoranze, io affermo che l'Interventismo in Romagna fu un moto generoso di tutto un popolo. (ApplauJi prolungati e vibrant1).
E si capisce, poiché - diciamolo in confidenza - noi l'abbiamo nel sangue! (Scroscianti applauJr).
A questo io pensavo vedendo sfilare le stupende legioni delJe camicie nere e i reparti magnifici e impeccabili del nostio Esercito (1i grida: . «Viva l'Esercito!»), che è veramente una nuova primavera della razza italiana. (Una f!OCe : « Tulto merito f!Oslro! »)
Merito del popolo, che aspett,ava quest'ora ! Una primavera che esplode negli spiriti, nel1e speranze e nella fede!
Trovo p ieno di significato e di altissimo auspicio che la prima manifestaz ione del secondo decennio della rivolUzione fascista abbia l uogo in questa piazza, in questa Forlì, nella te rra che porta il nome di Roma (Appltttui enlusias!icz).
In questo nuovo decennio che ·ci attende e verso il quale noi cammi- ' niamo con grande fi erezza ed ·orgoglio: realizzeremo g randi cose (Applarm). Chiameremo ancor più tutto il popolo a partecipare intimamente alla v ita dello Stato. (Applausi prolunga/t).
T aluno si chiede: è questa l'Ital ia che i caduti volevano? Con chi sarebbero essi? (La folla con grida unanimi risponde: <<Con noi.'»). Con noi, perché è questa la loro Italia. (Si Krida : «Sì.'»). L'Italia forte, ordinata, potente, tenace nei suoi sforzi e nelle sue fatiche. Con chi sono i mutilati? Con chi sono i combattenti? Con chi è tutta la generazione della guerra? ì con il reg ime, è con la rivoluzione delle camicie nere . (O vazioni entusiastiche).
Il D uce rivolge ù1{ine il 1110 salttto ai giovani, che Iaranno domani gli ttrtefici dei dutini della pr1tri:t. (li discorso è Jlttto alla fine Ittlutato da ovAzioni enlrniaJtiche, interminabili) .
AL POPOLO DI PAVIA *
Camicie nere! Fedeli legionari di Pavia!
Voi siete trop po intelligenti per aspettarvi da me un discorso poli· tico. l d iscorsi politici devono contenere argomenti di interesse parti-
• Il 31 ottobre 1932, alle 9, Mussolini arriva in tuno a Pavia. Inaugurato il Policlinico Sm: M amo, verso le 10, in piazz<a della Vittoria, dalla loggetta cinquecentesca, pronuncia il discorso qui riportato in riassunto: (Da Il Popolo d'lldlù,, N 260, l novembre 1932, XrX).
colare e devono soprattutto essere rari e tempestivi. mi perché sono venuto. Ve lo spiego subito: per rivedere i fascisti di Pavia e provincia (acdamazioni entuJùt.JJiche) e soprattutto le « berrette rosse», magnifici squadristi della vig ilia, che furono dovunque era da muovere all'assalto delle rocche deg li antifascisti e dei nemici della patria (appla111r); poi per visitare la vostra .Unive rsità, che deve conservare intatto ed aumentare il suo prestigio mondiale, se è, com'è vero, che essa è una delle più antiche del mondo, in quanto il suo nucleo primitivo risale al1'825 Gli Istituti policlinici che ho testé visitato sono una meraviglia: onorano l'Università, la vostra città, l'intera nazione.
Quindi il Duce ha rilevato che la celebrazione del primo decennale della rivoluzione ha avuto un'eco mondiale e ha ricordtJtO il giudizio di Jalu ni giornali J/ranieri, secondo cui la marcia ;u R,oma non è più ;o/tanto un avvenimento italiano, ma una data che interessa la Jloria universale.
Questo -· ba aggiunto il Duce - deve tendere al massimo la nostra volontà e affinare i nostri spiriti. ·
Il capo del Governo ha quùJdi afferma/v che il mondo subisce in questo periodo, v/tre la aisi materiale, anche tma crisi morale.
L'Italia ha già superato la crisi· morale e supererà d'un balzo solo anche quella materiale, se gli altri si arrenderanno all'evidenza e alla ragione umana. Comunque, fascisti non si addolorano tròppo di vivere in qUesti tèmpi difficili, che temprano le audacie e aguzzano le energie.
Il nostro compito - ha conclustJ il Duce - è questo: superare tutti gli ostacoli che la crisi mondiale ci pone innanzi. L'Italia li supererà, perché tutto il suo popolo è raccolto unanime sotto i gagliardetti dd Lttorio.
Il Duce, tra le acclamazioni della molti1t1di11e, ha concltJJOalfumando che ai fa scùti ·spetta l'avvenire, ma spettano ancbe i maggiori doveri (L'oratoria del Duce stJscita qua;ì ad ogni frau tm tumulto di applatui, di approvazioni, a quando 4 quando di ;ano umoriuno; infine è un'eJplo;ione altiuima e prolungata che ;aiuta _ le finali con cui il D uce si rivolge alla folla lA folla delle camicie nere fedeli risponde gridando: «A chi il Duce?». Poderosùsìmo rimona l'« A noi!)) di tutta la piazza).
AL POPOLO DI MONZA *
Nel discor.Io pronunciato a Monza, S. E. il capo del Governo ha ricordato che qua/lordici anni fa, di queJti giorni, nel cielo delia patria ·la vittoria si librava impetuosa con le Jtte ali d'acciaio. L'Esercito mfloveva V(!TJO la definitiva vi/loria. Nelle I l/e file erano i giovani delle u ltime leve, gli adolescenti delle cla.ui del '98 e de/'99 che si batterono da leoni. Il Duce ha Joggiunto che dieci anni fa , in queSti stessi giorni, la generazione che aveva fatto la guerra e che era ancora pronta a combattere, muoveva verso Roma a rivendicare la vittoria. Furono due momenti inscind ibili nella storia del popolo italiano, due momenti che fanno vibrare ancora profondamente i cuori. O ggi tutto il popolo italiano è convinto che il reg ime fa scista è un regime di forza, ma anche soprattutto un reg ime di giustizia. (A pplauSI). Il fascismo è contrario ai poltroni, ma anche a tutti coloro i quali credono che, avendo partecipato a una rivoluzione, ci siano soltanto dei diritti da rivendicare, mentre ci sono, e sempre, . dei doveri da compiere. (ApplauJJ).
Il Duce, rivolgendo1i. poi alle 1Iumerose, abili e dùciplinate maeJtranze di Manza, ba rinnovato agli operai l'invito a entrare nelle file f4JcÙie, dichiarandoli sicuro che n el jaJcùmo, ir1 queJta Milizia che ha giuralo di matllenerJi al urvizio dello Stato, e quindi della nazione e quindi del eJ.Ii si convinceranno cbe il Partito Nazi onale FaJCista · è u n poderoJO Jlrumento Per elevare materialmente e moralmente il popolo italiano: ( ApplatiJì) Il regime intende la collaborazione di classe con spirito d i assoluta lea ltà. Non d deve essere sacrificio da una parte sola a beneficio dell'altra. Il capitale ed il la.voro sono stati messi ·sullo stesso "pia no, perché il fascismo Ii intende interdipendenti "l'uno dall'altro.
E. da lla loro fusion e armonica, dalla lo ro cooperaz içme intelligente e con-
• Il H ottobre 1932, il discorso al popolo di P avia, Mussolini compie un «giro veloce e pure sinteticamente· comprensivo di tutta la città ». Alle 12, è alla Certosa, che visita minutamente. «All'uscita, al Duce si fa in· cont ro il priore dei certosini, da poco tornati alla Certosa, ai· culto domenica scorsa da monsignor Ballerin i; e il capo del G overno lo trattiene a colloquio infonnandosi del ritorno e dei fi ni e della vita dell'Ordine.
cc>JtJ fau? ", chiede il Duce. "Preghiamo - risponde padre Casolari - anche per chi non prega ". Il Duce resta un attimo pensoso: "Allortt, anrhe prr me, perch; ;o ncm ho tempa ".""Pcima di tutti " , ribatte pronto il frate. Il dialogo ha sfiorato i massimi sistemi ». Alle 12.45, Mussolini lascia Pavia in treno dalla stazione della Certosa Alle 14 30, .uti'Va a Monza, dove, poco dopo, dal balcone del Municipio, pronuncia il discorso qui riportato in riassunto. (Da Il Popola d'llltlùt, N. 260, l novembre 19}2, XIX),
tinua, che. nasce e si sviluppa il benessere dei s ingoli e d ell'intera nazione.
Quindi il ha rievocato i m o rti inobliabi/i della guerra, i quali rivivono tu/ otore di tullo il popolo. Infine, Jafutando Monza, che, delle i primi un/o fucili per difesa del «Popolo d'ltttlia », ha dichiaralo che quando un altro blocco di opere Jarà compiuto, egli torn erà a visitare la rilfà. (Il discorJo è stato Jalutato da una vibrante e interminabile . or•azio n e).
AL POPOLO DI BRESCIA *
Il Duce, dopo avere rivoJJo tm elogio ai gerarchi de'Ila città per le opere co;truite, ha ricordttto che a B rescia è l egato il ricord o dei giorni in cui egli partì semplice bersagliere per .il fr onte della guerra.
Davanti agl i edifici superbi di questa piazza - ha deuo· il Duce ·che voi avete dedicato alla vittoria ed agli immortali spiriti che la conquistarono, davanti a questa piazza monumentale ed agli alti edifici, le parole sono superflue, perché parlano le opere, parlano i fatti. Quello che vi è di più confortante in questo periodo e che rivela la splendida maturità del popolo italiano, è che si può parlare francamenre alle mal· titudini; dire ad esse che la via non è facile, ammonirle che saranno necessari altri sacrifici, perché senza sacrifici non si fil la sto rla.
Il Duce dichiara poi di non avere mtti dubitalo che i l popolo italiano avrebbe manifesJdJO nel decennale la ma ade1ione Jotalitqria rtl regime fascista. In questi dieci anni si i: lavorato, ma si lavorerà d i pi ù nel secondo decennio. La divisa dell'autentico fascista è questa: non adag ia rsi mai sul f atto compiuto, non tardare se non per il necessario riposo e quindi riprendere immediatamente la marcia in avanti. (Applrtuii enluiiaJtici).
Infine il D11ce ha salutato i camerali di BreJda, incitando/i a tenere Jempre v iva la divina certezza nei destini della patria ed ha dichiarato che ciascuno, / ornando dlle ocmpazioni nelJ!induJire cilld, nelle città mi·
• 11 31 ottobre 1932, alle 16, dopo aver visitato Monza, Mussolini aveva lasciato la città in treno diretto a Milano, dove aveva pernottato. 11 1° novembre, alle ar riva in treno a Brescia. Alla stazione, «il commendatòr Rin.o p resenta al Duce un messaggio di Gabriele d'Annunzio, che ha voluto essere jl primo a porgere il saluto a l capo al suo giungere nella terra bresci ana» . Alle Mussolini giunge in piazza della Vittoria, sale sull'arengo, e pronuncia il discorso qui riportato in riassunto. (Da Il Popolo d' l!alid, Nn. 260, 261, l, 2 novembre 1932, XIX).
nori, nei nella pianura ubertosa e la vora/a come un giardino, sino alla corona delle A lpi inviolabili.., por/are ovunqrte il grido della pauione faJCista ed il con vincimento fermissimo che l'avvenire dell'Italia è solidamente in potere della rivoluzione fascista. (li Duce ha parlato. L:t maua ha lasciato appena che l'ultima parola si libraue .nel silenzio, per prorompere in un'ovazione indescrivibile. Tuuo qualllo era pouibile è Jlato alzato e proteso: mani, rappetli, fazzoletti, bandiere, imegne, trombe, /ul/o è stato iJsato come al vertice sommo delt'en/usiasmo . «Duce! Duce/)). Da ogni /aro /'invow::.ione viene ripetllla) .
AL SEGRETARIO FEDERALE DI BRESCIA*
Dite alle camicie nere bresciane che la manifestazione non mi ha soltanto soddisfatto, ma mi ha anche altamente commosso.
AL POPOLO DI . ANCONA**
Il Duce ha rilevato. che il nuo vo palazzo delJe Poste rùponde alle necessità dell'aumentato traffico e che il palazzo dei LiUorio diverrà il cen/ ro di ·tutte le organizzazioni provinciali del regime.
• A. BreScia, alla stazione, il 1° novembre 1932, alle 11.25, in procinto di lasciare la città, Mussolini rivolge al segretario federale Innocente Dugnani le puole qui riportate. (Da Il Popolo d' Italia, N. 261, 2 novembre 1932, XIX).
•• Jl l" novembre 1932, alle 11.30 , Mussolini aveva lasdato Bresria. in treno .Alle B, era arrivato a lonato « Il capo del Gove.rno, appeha sceso dal treno, trova l' automobile inviata da Gabriele d'Annunzio che l'attende e riparte immediatamente alla volta di Gardone », dove era giunto alle 14. Portatosi al Vittoriale, si era ritirato subito a colloquio con D'Annunzio. «Alle 15, il Duce e il Comandante, accompagnati dall'architetto Maroni, escono dalla Prioria., e per_ il tortuoso sentiero deJia valle del rio Torto, si portano alla nave P11tli.z ». Circa mezz'ora dopo, i due avevano raggiunto il colle delle Arche, dove avevano sostato a lungo. Alle 17, Mussolini aveva lasciato il Vittoriale in auto diretto a. da dove era partito alle 17.25. Il 3 ·novembre, alle 10.45, arriva i n treno ad .Ancona, lnaugurato il monumento ai caduti, in piazza del Plebiscito, dal balcone del palazzo del Governo, pronuncia il discorso qui riportato in riassunto. (Da Il Popolo Nn. 261, 263, 2, 4 novembre 1932, XIX).
OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLJNI
Ha rivolto poi un elogio alla gente marchigiana, laborioJa e diJC,reta, falla di rurali e di marinai, che chitde allo Stato soltanto ciò che è puramente neceuario e che ba suggellato il suo pairiollismo fieriJJimo e unitario con il sangu"e dei suoi eroi e dei martiri.
Quindi, dopo avere t'icordaJo Filippo Corridoni, ·J'eroe puriJJim o della trincea delle Frasche, il tribuna irreJÌJtibìle e trauin.mte dell'i nterventismo popolare, il capo del Governo ha dichiaraJÒ-che il 1915 segna per l'Italia una grande data risolutiva.
·lA 11110va grande Jloria d'italia comincia · da queJta data. E dal maggio 19 15 cht: il popolo erompe urlla scena politica, ·caccia i mestieranti dal tempio e diventa l'artefice del proprio de.stino . La -vi/Joria fu JilaJa non già perché mancassero al popolo la cerJezza e il coraggio, ma perché la fede mancò nei governanti.
Noi abbiamo invece piena fede nel popolo italiano e sentiamo che il suo entUsiasmo è oggi più ardente di quanto non fosse 11elle giornale stesse deJ/a marcia SII Roma.
JJ capo del Governo l;a affermato che egli non c0111a le ore della ma fatica quotidiana e che il compito dei fa scisti è di essere citladini esemplari. Obbedire e servire.
Il Duce ha concluso dichiarando che il popolo italiano e il regime fascista sono oggi un'unità compaJta, infrangibile, formidabi le, che p11ò resiJtere e resisterà a tutte le prove. ·
Quando egli termina di parlare, l'entusiasmo non ha confini. La folla, di pùì di cinquantamila persone, grida: «Duce/ D uce/ Duce l» e l'evoca con 11na f ormidabile, imistente, impetuosa invocazione. Ben quatJro volte egli si ripresenta sul balcone, evidentemente soddisfatto del· l'intima comtmionq fra il capo ed il fiero e schiello popolo marchigiano. Alla quinta volta, dalla saletta interna, siccome l'invocazione insùte m idabile, muove per riaffacciarsi: si ferma . 1111 istante, ma poi, d eciso, va al balcone esclamando: «Voglio tornare fra questa brava gente!».
Ancora 11n(1. volta egli Cede alle evocazioni: si presenta al popolo sempre in delirio pe! la sesta Poi, sorridendo, Ji avt·ia per partire, menancora la piazza d el Plebiscito irrompe nell'aria l'invocazione: <<Duce! Duce! Duci/» .
332' RIU N IONE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI*
in principio di .reduta è stato app rovalo il lesto di un d ecreto di amni-rtia e indulto, proposto a Sut1 Ma eJtà ii re dal capo del G overno e dal miniJtro GuardaJigiJ/i di concerto con gli altri miniJtri intereuati. Il duret o è Jtato inviato immediatamente a San RoJJore per euere sol: topoJ/o alla firma di Sua Ma està il re. Il provvedimento contempla anche i r"eati d i antifasciJmo, e, malgrado talune neceJ.Jarie limitazioni riguardanti i recidivi e i latitanti, è i l pik largo che Jia stato emanat o dalla proclamazione del R egno d'Italia. .
Poi, SII propost a del capo d el Governo, mù;iJtro" degli Affari EJ/eri, il Consiglio dei ministri ha approvato un diJ egno di legge l ' esecuzione nel Regno fra t'Italia e la Gran Bretagna circa i reclami dei sudditi e protetti italiani e britannici per razzie ed incidenti sul _confine anglo-italiano in . Somalia, nonché del relativo munbio di note ed alli entrambi a Bihin il 2 .retlembre 1930. in seguito, il capo del .Governo,· miniJtro degli Interni, ha all'app rovazion e del Comiglio dei ministri :
l .......:... Un disegno di legge r(!(ante norme per la repreJJione della propaganda iJlecita di specialità medicinali. 11 provvedimento è direi/ o a moralizzare il commercio delle Jpecialità medicinali, colpendo, con ddegual e Janzioni penali, quelle forme di cointereuenza a favore di e farma cisti che, mentre offendono il decoro delle ct:Jtegorie projeJJionali, si risolvono, nel co11/empo, in 11n pregiudizio per la pubblica salute.
2. - Uno sch ema di decreto col quale si apportano a/cune modifiche dl!'ordinamenJo del per;onale di. Pubblica Sicurezza.
• La mattina del 3 novembre 1932, Mussolini aveva lasciato Ancona io auto. Giunto a Falconara, "era salito sul treno presidenziale, che era partito alle 12.4S alla volta di Roma, Il 5 novembre (ore 10-12), Mussolini presiede la riunione del Consiglio dei ministri della quale qui riportato il resoconto. (Da Il PopoJo à'/Ja/ia, Nn. 263, 265, 4, 6 novembre 1932, XIX).
135" RIUNIONE
DEL GRAN CONSIGLIO. DEL FASCISMO*
Erano presenti le U. EE. De Bono, Balbo, De Vecchi, ' Federzoni, Giuriati, De Francisci, Jung, Ercole, A cerbo, Ciano, Rouoni, Arpina/i, Marconi, R occo, CriJtini, G randi, T eruzzi, De Stefani, Bollai; gli otwrevoli Adiilolft. Benni, Razza, Tauinarì, ed il p,.ofessor Marpicati. ,Segretario, l'on, Acbil/e Starace.
il ugrelario del P.N.F., richiamandosi alia deliberaziqne d el Gran Comiglio del fascùmo del 3 marzo IX E.F., ba comrmicàto che le domande di ÌJ(rizioni presenlate a t ulto il 30 oitobre tJ.J. sommano a oltre mezzo milione e che 11011 è stato ancOra poHibile accertare il numero di quelle du continuano a pervenire dopo tale data, da parte di maeJJranze induJtriali e maJSe agricole.
A partire da oggi, 6 novembre, ;artJnno accolte le domande i l cui eJame Jia già Jtalo con eJito fav orevole in hau alle direllive del segretario del Partito.
Sul comma primo_ dell'ordine del giorno: «Relazione Part ito e modifiche da appotta re allo stai/ilo » ha riferito l'an. Starau, il quale ha annunziato che la forza totale dei P.N.F. al primo dell'anno XI è di 2.411.133.
Il Duce ha commentato alcuni punti della relazione, a coni!toione della quale il Gran Consiglio ha votato il Jegue ntc ordine 'del giOrno: « iJ Gra11 Consiglio del 'faJCiJmo, udita la re>lazio ne del Jeg retario del P.N.F. , a/l'auività Jvo/ta dali'on. Sta race e suoi collabo· del DireJiorio e rivolge m1 elogio ugretari federal i per l'opera da eJSi compiuta duratJte l'anno X>>.
Il Gran Comigl io ha quindi iniziato l'eJame dello statuto del P.N.F. Hanno preio la paro.la Rocco, Arpinati, Razza, Balbo, Fede,rzoni, Giuriati e Starace. .
• Tenutasi a palazzo Venezia il ) novembre 1932 (ore 22-1.1:5). (Da J/ P()polo d'Italia, N. 16), 6 novtmbre 1932, XIX)
136" RIUNIONE
DEL GRAN CONSIGLIO DEL FASCISMO*
Eran o presenti le LL. EE. D e Bono, Balbo, De Vecchi, Federzoni, Giuria/i, Jung, Ercole, Acerbo, Ciano, Rossoni, Arpinati, Marconi, Rocco, Cristini, Grandi, Teruzzi, De Stefani, . Bottai; gli onorevoli A dinolfi, Benni, Clavenzani, Rttzza, T auinari, ed il professar Marpicati. tario, J'o n. Starate. Asunte giuslificalo S. E. De Fran cisci.
L'on Starace in principio di seduta ha comunicato ltt 'ripartizione d.eJ/e forze inquadrate e tessera/e del Partito: Fasci _ maschili 1.007.231,' Faui f emminili 145 .210; giovani fasciste 39.314,- Pasci Giovanili Combattimento 608.663; Gruppi universitari fauisti 57 996,· Associazione jauista pubblico 191.269,- ASJociaziom f aJCista dipmdenti aziende Sia/o 68.85 4i A uociazione f asciflrl f errot'ieri 122 .096 ,- A sso · ciazione fa scùta postelegrafonici 69.3.57
E stat o poi ripreso l'esame dello stallllo, che sar4 ultimato sabato prossimo. Hanno parlato. De Bono, Balbo, De Vecchi, Marco ni, Federzoni, Giuriati, Arpinati, R occo, T emzzi, R oJJoni, Afdrpicati, A dinoifi, Starace.
137" RIU N IONE
DEL GRAN CONSIGLIO DEL FASCISMO**
Erano preunti le L L. EE. De Bono, Balbo, D e 'Vecchi, Federzoni, Giuriati, De _ Francisci, Jung, Ercole, Ciano, Arpinati, M arconi, R occo, Cristini, Grandi, Teruzzi, De Stefani, B ottai; gli onorevoLi. A d inoifi, Benni, Clavenzani, Rttzza, T auinari, ed il profeuor Marpicati. Segretario, J'on. A chille Starace. Assm ti gillsJificali le U. EE. A cerbo e RoJJoni.
!t Gran Consiglio dei fascis mo ha 11/timato l'eMme deLlo siatulo d el P.N.F. ed htt approvato la discuuione sui vari articoli, che è stata riaJstmla di tJolta in volta d ai Dute.
• Tenutasi a palazzo ·Venezia i l 7 novembre 1932 (ote 22-2). (Da Il Popolo ti'1talia, N. 266, 8 novembre 1932,
** Tenutasi a palazzo Vene-zia il 12 novembre 1932 ( ore (Da I l Popolo d' llalia: N 27 1, 13 novembre 1932 , XIX).
Hann o partecipato Cim1o, Fcderzoni, De Bono, De Francùci, Arpinati, Rocco, Giurùtti, Marpirati, Teruzz!, Crùtini, Clttvenzani e Starare.
Lo statuto sarà pubblicato sul «Foglio d'Ordini del Partito»JJ Gran Comiglio ha inoltre.approvato l'accOrdo. ila/o-egiziano del 6 dicembre 1923 per la delimitazione dei confi1Ìi fra la Cirenaica e l'Egitto.
PER L'INAUGURAZIONE
DEL CONVEGNO INTERNAZIONALE <i VOLTA>>*
Aaolto da rma prolungata, calorosa Ot)(tzione, si è ·levato infin'e a parlare S. E. Mtusolini, che ha portato, a nome d_el Govemo italiano e mo personale, il saluto ai convenuti, augurando che le loro dùrtm ioni siano feconde non so/lallio n el campo d elle idee, 111t1 ancbe in qucifo della politica europea.
ALLA RIUNIONE DEL COMITATO CORPORATIVO CENriALE**
11 capo d el Govemo ha sottolineato t'importanza politica . dell'allo portato dinanzi a! Comitato, ano che dimostra ancora una volta come, nel clima di co//aborazio11e tra le forze prod111tive imtattrft!o dal regime, si ponano compiere anche in momenti eco11omùi difficili importanl iuimi a/Ji concreti a favore dei lavoratori benemerili.
* A Roma, in Campidoglio, nella sala di Giulio Cesare, la mattina de l 14 novembre 1932, Mussolini presenzia la seduta inaugurale del convegno internazionale Volta pe-r le scic:me morali e storiche, indetto dalla reale Accademia d'Italia. ln ta le occa_sione, preceduto da vari oratori, il Presidente del Consiglio pronWlcia le parole qui riportate in riassunto. (Da 1/ PoJ•olo d'It.:t!id, N. 272, novembre 1932, XI X).
** A Roma, a palazzo Venezia, la mattina. del novembre 1932, Mussolini presiede la. del Comitato corporativo ccntca!e «Il Comitato corpora· tivo ha innanz.itutto dato all:l unanimità, su rehtzione di S. E. Biagi, parere fa· vorevole al riconoscimento giuridico della "Casa di riposo per g li anziani del lavoro", desti nata, mediante l'apporto delle Associazioni sindacali e del fondo per le corporazioni; a celebrare in modo tangibile il nel mondo del lavoro, assicurando ai vecchi lavoratori (con preferenza a quelli insigniti della
333" RIUNIONE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI*
Su propo1ta del capo del G ovemo, primo ministro, segretario di Stat o, il Consiglio dei ministri approvato il 1movo statuto del P.N.F. nel /e J/0 già deliberalo dal Gum Comiglio del fasciJmo.
Inoltre, ;u propo1ta del capo d el Go ve rno e del ministro dell'agricoltma e delle ForeJie, è stato approvato uno Jcbema di decreto che ùtituiue la dùtimione onorifica «Al merito rurale». It provvedimento mira a comacrare la nuova dignità cui il Governo fascista ha elevato la vita mrale e la particolare importanza che il regime auegna aU'agrico/tma, dando degno riconouimento alle benemerenze acquiJtale dal lavoro agricolo. Da ciò l'opportunità di istit11ire, per gli agricoltori, una di.JtìnziontJ on orifica che ne premi, con adeguala ampiezza e decoro, le be11emerenze strettamente rurali. Con lo ICbema approVato, vengono i nfine ab rogate le di! posizioni relati ve alle C011ct!JSioni degli aJJeJiati di benemerenza agricola e·Jilvana, dimoJtrateJi non pienamente adeguate
(1/J'import anza delle nuove manife;tazioni della t:ila agricola italiana.
Poi, il Consiglio dei miniltri, su proposta del capo del Governo, ministro degli Affari E1teri, ha approvato:
l. - Uno Jcbema di decreto per dare esecuzione nel R eg110 al trattato di conciliazione e di regolmncnlo giudiziario del 18 _ marzo 1932 Ira
1' /Mlia e la Colombia. Il lrtt//ato riguarda le controversie di qualsiasi natura che po1sm10 Jorgere-fra l e due parti contrttenti, e stabili.Jce, per 'luelle che non siano risolte per via diplomatictt, una procedura d i con-· ciliazione, alla può f are uguilo il rego/amen/ 9 giudiziario davanti la Corte permanente d i giustizia internazionale. Es1o è analogo ai trattati del genere s!ipulati dal Governo jaJCista con altri paeJi
2. - Uno 'scbema di provvedimento per l'eumzione nel Regno del protocollo fra l'Italia e l'Austria del/' 11 not·embre .1932 per l'appUca-
Stella al merito del lavoro) un tranquillante riposo negli ultimi anni della lo ro vita. La casa, cUi è st ato assegnato un patrimonio di qualtro milioni ed -ottocentomila lire, sorgerà in una sede climatica delle provincie redente». Indi il Presidente del Consiglio fa le d ichia razioni qui riportate in riassunto. (Da Il Popolo N. 273, 16 novembre 19>2, XIX).
• T enutasi il 16 novembre 1932 (ore 10·12.30). (Da ll Popolo N. 274, 17 novembre 1932, XIX).
zione dell'accordo del 7 "luglio ·scorso, conarnente la liquidazio'ne d el saldo deJ/a stttnZtt di compensazione(« dearing ») italo-allstriaca. 11 protocollo integra gli accordi precedenti in materia con disposizioni iipirate al recip roco d ei du e paesi. ·
Succen ivamente, 111 proposta del capo del Govemo, miniiirf! dell'Interno, il Consiglio dei ministri ha approvato rm disegno di legge concernent e la ricostitflzione· del comune di Sant 1Angelo Lìmoiano (Campobauo ).
DISCORSO ALLA CAMERA DEI DEPUTATI . PER IL DECENNALE*
Camerata Presidente! Camerati deputati!
Lo scadere dd ptimo decennio sui dieci preventivati e certissimi trova la rivoluzione fascista più potente che mai, perd1é dura e continua. Continua nel nostro ardore lirico e nell'entusiJ.smo della vigilia, nella n<>5tra indomabi le volontà per la quotidiana fatica, nella nostra ansia contenuta e pur tuttavia fremente dell'avvenire.
Questa stessa aula non è più grigia, da quando vi entrarono le generazion i di V ittorio Veneto e della marcia su Romà. (Vivissimi, pro/Jmgati e ri petNii applarm). Non, è più sorda da quindo v i risuonarono g li inn i ed i canti della rivoluzione ( A cclamaziom).
Il significato delle celebrazioni del d ecen(!.ale è du plice cd immen so, ed io richiamo s u di esse l a vostra intenta meditaz ione. Da u na parte il popolo italiano, in masse compatte e formidabili di milioni di uomini, ha f atto un deciso balzo in avanti; ed io, anima contro an ima, sento di averlo interpretato come non mai. (l ministri ed i deptt!ati in piedi acclamano rip etfltamente).
Dall'altra parte, le dottrine, g li istituti c le opere compiute dalla rivoluzione- de lle camicie nere, sono alrordine del g iorno in tutti i paesi di Europa. Poiché in questo mondo oscuro, tormentato e g ià vacilla nte, la salve22a non può venire che dalla verità di Roma e d a Roma verrà. . (La Camera 11nan i m e scatta in piedi e tributa al Duce nuov e, vib ranti, fervid e e prolungate acclamazioni al grido di : << DJJce! f? ua ! »).
* Discorso pronunciato alla Camera dei deputati, nella tornata d el 16 novem: bre 193 2 (ore 16-16.1 5). (D-agli Alli d el Parlam f!nJo italia11o. Came-ra dd tlepNfa ,;. 1929 '33. XXVlll L egis/aJ.ura. Dìs.tmioni. V ol ume Vlf: Jal I6 r: f)llem· bre 193 2 al 18 marzo 1933 • Roma, Tipografia della Camera dei d eputati , 19B, pagg. 7 129-7 130}.
DOPO LE COMMEMORAZIONI*
n con profondo rammarico che a nome del Governo mi associo alle parole di compianto che furono testè pronunciate dal Presidente della vostra Assemblea in memoria dei due camerati scomparsi.
COMUNICAZIONI DEL CAPO DEL GOVERNO**
Ho l'onore di partcipace alla Camera che, con decreto de l 20 luglio scorso, Sua Maestà il re ha accettato, su mia proposta, le d imissioni rasseg nate:
dall'an., avvoca.to Dino Grandi, d eputato al Parlamento, dalla carica di ministro seiretario di Stato per gli Affari Esteri;
dall'an., professar, avvocato Alfredo Rocco, deputato al Parlamento, dalla carica dì ministro ·segretario di Stato per la Giustizia e gli Affari di culto; ·
dall'an., dottor Antonio Mosconi, senatore del Regno, dalla carica dì ministro segretario di Stato per le Finanze;
dall'an., professar, Balbina Giulia no, d eputato al Parlàmento, d alla carica di ministi:o segretario di Stato per l'Educazione nazionale; e da!J'on ., professar, dottor Giuseppe Botta i, d eputato al Parlamento, dalla carica di ministro segretario di Stato per le Co rporazioni.
SOno state, altresl , accettate, su mia proposta, le dimiss ioni rassegnate : dall'an., avvocato Francesco Giunta, deputato al Parlamento, d alla carica di _sottosegreta rio di Stato alla Presidenza del Consig lio dei mi. nistri ;
* Parole pronunciate al la Camera dei deputati, nella tornata del 17 novembr e 1932 (ore ·16-17.45), dopo le commemorazioni dei deputati Ercole Gaddi Pepoli e Raffaele Pescione fatte dal dt"putato Giovanni Giuriati, Presidente (Dagli Atti del Parlamenl(l italianu , Camera dei d eputati. Ugislaturll d t. S euione d t , · Di· ;omioni. Volume Vll, pag. 7l36}. ** Fatte alla Camera dei de putati , ne ll a to rnata del 17 novembre 1932. Ri· petute al Sen ato, nella tornata d el 6 dkembre 19 32. ( Dagli ./tJti J,/ Parlanm ll o iJtJlidlto. d ei de putati Ugilla1ura àt, Seuiane d t. Diu uui(mi V olume Vll, pag . 7l 37).
dall'an., avvocato Amedeo Fani, deputato a l ·Parlamento, dalla ca rica di sottosegretario di Stato per gli Affari Esteri ;
dall'an., avvOcato Giusep pe Morelli, deputato al Parlamento, dalla carica di sottosegretariò di Stato· per la Giustizia e g li Affari di culto;
dagli onorevoli, ingegner Vincenzo Casalini ·e pr6fessor, dottor Ettore Rosboch, dep utati al Parlamento, dalla carica di sottosegretari di Stato per le Finanze;
dall'an., professar Salvatore Di Marzo, deputato a l Parlamento, dalla carica di sottosegretario di Stato · per l'Educazione nazionale ;
dagli onorevoli, avvocato Filippo Pennavaria, avvocato Giova nni Cao conte di San Marco e avvocato Ferdinando Pierazzi, depu ta ti al Parlamento, d alla carica di sottosegretari di Stato p er le - Comunicazioni;
dagli onorevoli, avvocato Dino Alfieri e Trig ona Emanuele dci Marchesi di Canica rao, deputati al P arlamento, ·dalla ca rica di sottosegretari d i Stato per le Cor porazioni. -
Con decreto dello stesso g iorno, Sua M aestà . il re mi ha affi data la direzione dei ministeri degli Affari Este ri e delle Corporazioni
Contemporaneamente sono stati nominati, su mia p roPosta, ministri segretari di Stato:
per la Grazia e Giustizia , l'on., professar Pietro De Francisci, deputato al Parlamento;
per le Fina nze, J"on. Guido Jung, deputato al Parlamento;
e per !"Educazione nazionale, J'on., professar Ercole, deputato al Parlamento. 1
Con decreto reale dello stesso g iorno, sono st:tti nominati, su mia proposta, sottosegretari di Stato:
per la Preside nza d el Consiglio dei ministri, l'an. Edmondo Rossoni, minist ro di Stato, deputato al Parlamento;
p er g li Affari Esteri, l'on., avvocato Fu lvio Suvich, deputato al Parlamento;
per la Grazia e Giustizia, l'on. Anton io Albcrtini, deputato al P arlamento;
per Je -Fi_nanze, l'on., professar, ingegner Umberto Puppini, deputato al Parlamento;
per l'Ed ucazione nazionale, J'on., professar Arrigo Solmi, deputato al Parlamento;
per le Comunicà.zioni, g li onorevoli, avvocato Ruggero Romano, ingegner G aetano Postiglione e Luigi Loiacono, deputati al P arlamento ;
per le Corporazioni, gl i onorevoli, professar, avvocato Alberto Asquini e avvocato Bruno Biag i, deputati al Parlamento.
Con decreto reale, pure del 20 luglio scmso, su mia p roposta, la Direzione generale degli Affari di Cu lto e l a Direzione generale del
Fondo per il culto e del Fondo di ben eficenza e religione ne lla città di Roma sono p'assate dal ministero d elJa Giustizia a quello dell'Interno, e la denominazione del ministero della Giustizia e deg li Affari di culto è stata modificata in quella di ministero di Grazia e Giustizia.
PRESENTAZIONE DI ALCUNI DISEGNI DI LEGGE *
M i onoro di .presentare alla Camera i seguent i diseg ni d i legge : conversione in legge del reg io d ecreto legge 11 giugno 1932. numero 696. concernente la istituzione di un Ente per la colonizzazione d ella Cirenaica;
conversione in legge del reg io d ecreto l egge 27 ag osto 1932, nu· mero 1040, concernente la f acoltà al ministro per l'Ag ricoltura e le Foreste di sospendere l'applicazione . d elle disposizioni vige nti relative al contingentamento delle mattazioni e all'ammissio ne al consumo della carne macellata importata, fresca o refrigerata;
modificazione dell'arhcolo 8 del regio decreto legg e 21 febbraio 1932, nwnero 154, concernente la pubblicità dei prezzi degli alberg hi, delle pensioni e delle locande;
norme per la concessione deJI'autorizzazione a tenere congressi· in Italia e pe r l'istituzion e di una commissione consultiva . per la partecipazione ufficiale dell'Italia a congressi internazionali;
inodifi.cazione alle norme per !"abil itazione nelle discipline s tat istiche ;
conversione in legge del regio decre to legge 14 ottobre 19 32, numero 1438, che autorizza l'Istituto nazionale delle assicurazioni ad assumere in riassicurazione una quota pa rte dei rischi inerenti ai crediti per l'esportazione.
• Parole pronunciate alla Camera dei deputati, nella tornata del 17 novembre 1932. . (Dagli Alli del Parlamento ili:lliano. Cam"a dei àepuwi. LegiJ/arurA àt. Sessi one cii. DimmioRi Volume V II, pag. 71 51).
138' RIUNIONE DEL GRAN CONSIGLIO DEL FASCISMO*
E rano presenti le U. BE. De. Bono1 Balbo1 De Veahi, Federzoni, Giuriati, De Francùci, Jurig, Ercole, Acerbo, Ciàno, Rouoni, A rpinati1 Marconi, Rocco, Criitini. Grandi, T eruzzi, De Stefani, Bollai; gli onorevoli Adinolfi, Benni, Cla ve,Jzani, Razza, Ttminari1 ed il profesiOr Marpicati. Segretario , l'on Achille Starace.
Sulla situazione interna e internazionale _ha riferito il Duce, che hq parlato per oltre due ore. ·
Al termine della relazione, hanno preso ltt parola De Stefani e Jung.
NICOLA VACCHELLI **
t con profonda tri stezza che in nome del Governo mi associo alle commossi: parole testè pronunciate dal Presidente di questa Assemblea.
L'immagi ne e la memoria del camerata VacchelJi, scienziato, soldato, camicia nera, resterà a lungo scolpita nei nostri cuori.
PRESENTAZIONE DI UN DISEGNO DI LEGGE ***
Mi onoro di p resentare alla Camera il d isegno di legge: approvazione della convenzione internaziona.le per limitare la fabbricazione e regolare b distribuzione degli stupefacenti , stipulata a <;iin evra. il 13 lugl io 1931.
• Tenutasi a palazzo Venezia il 21 novembre 1932 ( ore 22-2). (Da 11 Popola d'Italia, N . 278, 22 novembre 1932, XIX}.
** Pa role p ron unciate a lla Camera dei deputati, nella tornata del 22 novembre 1932 {ore 16-18.40), dopo la commemoraUone del deputato Nicola Vacchelli latta dal Presidente dell'Assemblea. (Dagli Atti d el Parlammto italia11o. Camera dà d eputati U ghlatura cit SeJJione di. Diuuuioni. Volume V II, pag 7200).
• • • Paro le pronunciate alla Camera dci deputati, nella tornata Jel ·22 novembre 19H . (Dagli Atti del it4liano. Camera depulali. ·UKirlatura eh. Smione cii. Diuuuioni. Volume Vll, pag. 7200).
PRESENTAZIONE DI ALCUNI DISEGNI DI LEGGE*
Mi onoro di presentare alla Camera i disegni di legge: disciplina della produzione e del commercio deJlo zolfo in Italia; delega al Governo dei poteri per sottoporre ad autorizzazione i nuovi impianti industriali.
Chiedo che di quest'ultimo disegno di legge sia dichiarata l'urgenza.
139" RIUNIONE DEL GRAN CONSIGLIO DEL FASCISMO**
Erano presenti le U. EE. D e B ono, Balbo, D e Vecchi, Federzoni, Giuria/i, De FranciHi, Jm1g, Ercole; Acerbo, Ciano, R ossoni, Arpinati, .Marconi, Cris.tini, Grandi, Teru:tzi, De Stefani, Bollai; gl i onorevoli A dinolfi, Benni, Clave11z ani, Razza,. TaJJinari, ed iJ profeuor Marpicati. Segrelttrio, l'on. Achille Starace. AISenle giustificalo S. E. Rocco, comma secondo de/l'ordine -del giorno, riguardcmte la ;ituazio1ie interna e internazionalè, ha nuovamente parlato il Duce.
RipreJa la dùcwsione, vi hanno partecipato Benni, TaHinari, Ju ng, Grandi, Bottai, Rossoni, De Stefani e Gi11riati.
PREFAZIONE A «IL GRA.J.'I CONSIGLIO NEl PRIMI DIECI ANNI DELL'ERA FASCISTA>>***
Prima di tracciare queste linee, ho vOluto rileggere attentame nte, pagina per pagina, questo volume, che dev'essere considerato fonda· mentale p er tutti coloro - fasci sti, afascisti, studiosi in i quali vogliono comprendere i motivi della rivoluzione fa scista e seguirne lo sviluppo metodico, progressivo durante questi primi cinque anni di regime.
La prima raccolta delle decisioni del Gran Consiglio si fece «per
• Parole p ronunciate alla Camera dei deputati, nella tornata del 23 novembre 1932 (ore 16-18.40). (Dagli Alli d el Parlamento italit,mo. CAmera d ei depurati, LegùlaJura dr. Senio·ne cit. Dùomioni. Volum e Vll, pag. 7297).
** Tenutasi a ·palazzo Venezia il 23 novembre: 1932 (ore 22-1). Da Il Popolo à ' ltttlia, .N. 280, 24 novembre 1932, XIX).
U* NAZIONALE FASCISTA - 1/ Gran Consi glio nei primi dieci anni Jell'èra fauista .- Editrice « Nuova Europa», Roma, 1933.
materia)> e non · fu felice; l'attuale, invece, apparentemente cronologica n ella sua d isposizione, offre, meglio della precedente, la possibilità di riabbracciare Ja storia del fascismo diventato regime e di intenderne il carattere e J'importanza. Niente d i più interessante dal punto di ·vista delia politica, e, oserei dire, niente di più drammatico, dal punto di vista umano, di questa raccolta di ordini del g io rno.
Dietro le parole sta la documentazione ormai imperitura di uno sforzo sanguinoso e formidabile, teso alla demolizione del vecchio regime c alla creaz ione dell'ordine nuovo. Questi sono ·i veri e primi annali del fascismo: CJUesto bisogna attentamente, quotidianamente studia re e consultare per comprend ere come è nata e perché si è affermata invincibile la rivoluzione delle camicie nere.
L'elaborazione dci principì dello Stato fasc ista non è stata rapida, né facile. 11 fas cismo non aveva un programma bello e prepa rato da attuare. Se lo avesse avuto, a quest'or:l il fascismo avrebbe segnato il suo fallimento completo. Niente di più rovinoso dei partiti . che ha nno ben sistemata la loro va ligia dottrina ria e si i lludono che vi· possa star dentro la grande e mutevole realtà della vita. Più che un programm:1 di frasi, il P.N.F. aveva una volontà di azione. Inoltre il programma nelle sue linee esscDziali esisteva; si tuttava d i fare riguadagna re ail'Italia rutto il tempo che essa aveva - politicamente ed economicamente - perduto. Basta leggere le decisioni del Gran Consiglio dalla prima storica riunione del gennaio 1923 all"ultima non meno storica del l <l aprile 1927, per vedere come la dottrina fascista sia u scita grado grado dal materiale storico vivente e come - in vece di veflir sigi llata in ponderosi illeggibili volumi - sia diventata immediatamente riforma concreta di istitu ti e di leggi, e quotidiana norma di vita. Questo spiega come la rivoluzione fascista sia :mcora giovane e f rcsca, dopo .cinque anni, nonché dotata del dinamismo necessa rio per sviluppi ulteriori, mentre altre rivoluzioni, che pàreva dovesse ro capovolgere l'universo, accusano segni manifest i di iiwoluzione e di Tutte le grand i istituzioni del regime sono sorte dal Gran Consiglio. In primo luogo, la Milizia . La creazione della Milizia è il fatto fondamentale, ines_orabile, che poneva il Governo sopra un piano assolutamente diverso da t utti i precedenti e ne faceva un regime. li Partito armato conduce al regime ·totalitario. La notte del. gennaio 1923, durante . fa quale fu creata la Milizia, segnò la condanna a morte del vecchio Stato demol iberale e cioè del suo gioco costituzionale, che sisteva nella vicenda dci partiti al Governo della nazione. Da allora il vecchio Stato demoliberale non f ece che attendere di essere sepolto: · il che accadde con tutti g li onori il 3 gennaio 1925 . Lo Stato liberale era ammalato da a4neno trent'anni, cioè dall'apparizione dei diversi so-
ciaJismi. La sua agonia è stata relativamente breve. Oggi se ne ricorda più. n straordina riamente lonta no nelJo spazio e nel tempo.
Non . v'è - si può dire - sessione dd Gran Consiglio che non sia dedicata agli sviluppi, all'ordinamento, al perfezionamento della M.V.S.N. Ma quale progresso dalle· prime legioni del 1923 scaturite dalle formazioni squadristiche del 1922, alle odierne legioni solide, quadrate - che assolvono, fra molti compiti delicatissimi, quello della premilitare e della ·guardia al confine !
Come sia stato innalzato pietra a pietra !"edificio gigantesco dello Stato fascista balza, chiaro ed 3.mmonitore, da queste pagine. Dopo il pi lastro angolare della Milizia, ecco il P.N.F., oggetto delle assidue cure da parte del Gran Consiglio. Gl i ordinamenti del Partito variano, si modific11no, si perfezionano, per trovare il loro assetto definitivo nelle norme statutarie dettate da Augusto Turati nell'autunno del 1926
Gli alti commissari politici scompaiono e i fiduciar i provinciali a n. che. Alla elez ione dei dirigenti dal basso, viene sostituita la scelta d all'alto . .E. il fascismo che prova e riprova i suoi strumenti, secondo le leggi dell'esperienza, deHe quali g li uomini saggi devono fare e fare teSoro. V'è una decisione del 13 ottobre 1923 che .fissa - q uattro anni in a nticipo sulla cii-colare famosa del 6 gennaio 1927 - il posto dei prefetti nel regime fascista :
«Le funzioni dei rappresentanti dd G ovf't"nO, i prefetti, e quelle d ci rappresentanti. del P.N .F. sono nettamente distinte e differenziate. Il prefetto è so lo responsabile verso il Governo e deve perciò agire con assoluta libertà nei lim iti segnati dall e leggi.».
Altro problema che il Gran Consiglio ha lentamente elaborato sino agli" sviluppi g r11ndiosi dello StatO corpon1tivo, è il problema dei sind acatì, dei loro rapporti, anche nei confronti dello Stato. C'è una anticipazione dello Stato corporativo in una d ichiarazione del Gran Cons ig lio del luglio 1924, nella quale si affermava la necessità di «elaborare quegli istituti mediante i quali la corporazione doveva essere riconosc iuta giuridicamente c innalzata come una fo rza dello Stato ». Due anni di tempo sono stati suffice-':lti per reali zzare in pieno questo postulato.
Nella cronistoria del Gran Consig lio, altre pagine sono dedicate alle decisioni che l'organo supremo della rivoluzione fascista ha adottato , a volta a volta, nei riguardi di problemi minori, ma non meno importanti, come i Fa·sci all'estero, la cooperaz ione, il movimento giovanile, l'attività parlamentare e amministrativa, i rapporti coi mutilati e i combattenti, le vicende del secondo semestre del 1924 e relativo Aventino. Vale la di rileggere oggi, ad eventi compiuti, le dichiarazioni di Mussolini in data 22 luglio 1924, e la sua polemica sulla« normalizzazione »,
nonché la certezza preannuntiata che l'antifascismo non sarebbe mai uscito dai suoi ripari cartacei per attaccare sulle p iazze il regime 11 secOndo semestre del 1924 fu un periodo di difficoltà che non bisogna esagerare e che han no ·saggiato in maniera brillante la forza dei regime. Anche allora non . inancavano gli stolti e i superficia)i che profet izzavano il crollo del regime, Vecchio gioco che si ripete monotono. Quando nell'estate del 1926 la steclina toccò la quotazione di cèntocinquantaquattro si d isse che i g iorni del regime erano contati. 1eStesse sciocche profezie s i fanno, in talun i ambienti stranieri, oggi che la sterlina è a novanta. Intanto i giorni, uno dopo l'altro, form ano già , il rispettabi le totale di cinque anni, e attorno ai profeti di sventura cresce la fama della loro monume ntale stupidità.
Un reg ime che in cinque ann i ha creato uno Stato, ed ha organizuto forze fo rmidabili a sua difesa, un regime che raccoglie milioni di aderenti, quasi tutti giovani, i quali, · nella loro enorinc maggioranza, sono stati sempre solidamente nei ranghi, pronti ad ogni appello,' un regime che ha compiuto opere e risolto problemi che le popolazioni atten devano da secoli, un regime che e sa durare, sfida impunemente il tempo e i suoi nemici di ogni luogo e di ogn i stirpe.
Coloro che scorreranno questo libro troveianno i nomi di uom in i che sono scomparsi, di altri pochi che sono passati al nemico. l loro nomi sono stati conservati per dimostrare che gli" uomini sono orma i trascurabili di fronte alla maestà dell'opera e per stabilire inoltre che la quasi totalità di coloro che impegnarono le prime battaglie fOno rimasti fedelissimi nei ranghi e meritano perciò il ti tolo glorioso di Questo è il libro della fede. Tutti i fascist i, e specialmente quelli che hanno nel regime funzioni e responsabilità di comando, devono cons iderarlo come l"insuperabile viatico della loro vita, come la bussola infall ibil mente o ricntatrice del la loro attività. Grandi compiti attendono a ncora il regime. Fortunatamente ! Ma il passato, cosl come rivive in queste pagi ne, è certezza per il futuro.
Tutto il _XX secolo in Italia non avrà altro nome che questo : fascismo!
Sono passati oltre cinque anni dal g iorno - 10 luglio 1927in cui dettai la prefaziorÌ.c alla raccolta degli atti document i del Gran Consiglio nei suoi pr imi cinque a·nn i di vita. Con la pubblicazione odierna, il ciclo che si riferiSce all'attività decennale dd Gran Consiglio è compiuto
Ne lla prefazione di allora, spiega vo come qualmente la rivoluz ione fa scista fosse ancora giovane c fresca; ogg i, dopo cinque ann i, non solo posso confermare quelle parole, ma, dopo le celeb razion i ·dell'ottob re X,
potrei portarle al superlativo e dire che dopo dieci anni la rivoluzione fa· scista è giovanissima e cioè in pieno possesso di tutte le sue energie e pienamente sicura del suo domani.
Il cammino percorso in questi ultimi cinque anni - cammino di cui le tappe sono segnate dalle sessioni primaverili e autunnali del G ran Consiglio- è stato rapido e vittorioso dal '27 ad oggi.
Quale progresso, ad esempio, nella M.V.S.N., in questa potente organizzazione armata che tutte le: camicie ne: re devono amare e difendere ! Oggi. accanto alle legioni, ci sono i battaglioni di camicie nere che formano parte integrante delle divisioni di fanteria, con uomini sempre p iù selezionati dal pWlto dì vista fisico e morale, uomini che domani, sul campo di battaglia, daranno - ne sono certo - un rendimento superbo, poiché saranno infiammati dal dòvere e dalla fede.
Le vecchie norme statutarie del P.N.F. del 1927 state aggio rnate, proprio all ' inizio dell'anno Xl, in tre laboriose sedute del G ran Consiglio, durante le quali ogni articolo dello statuto fu sottoposto ad una d isamina minuta c diligente, poiché il nuovo statuto deve servire ad inquadrare ed orientare masse ancora più imponenti di _ fascisti , su· periori di gran lunga a quelle del 1926.
Nelle sessioni del Gran Consiglio del 1926 e del 1927 furono gettate le basi dello Stato corporativo, che f u pe-rfezionato negli anni suçcessivi, con il Consiglio nazionale delle corporazioni, con il Comitato corporativo centrale, con i Consigl{ provinciali d ell'economia corporativa, con il funzionamento della magistratura del lavoro, con l'elaborazione delle prime «norme » corporative fra diverse categorie di produttori, norme La cui applicazione non ha dato luogo a nessuno degli inconvenie nti· che si temevano.
periodo di attività del Gran Consiglio è legato ad avveniment i storici memorabili come la soluz ione della questione romana, il plebiscito del 1929, i grandi problemi internazionali dell'eco nomia e del disarmo, la pacificazione completa delle nostre Colonie africane, l'origine e lo sviluppo della crisi mondiale. ·
Tutti questi problemi sono stati affrontati nelle sedute notturne del G ran Consiglio, unitamente a quelli di ordine interno del Partito delle organizzazioni del regime.
1:: in questo periodo Che lo stesso G ran Consiglio si dà la sua legge, cioè entra nella costituzione, assegnandosi compiti e doveri straordinariamente importanti e fondamentali. Con la sua costituzionalizzazione, il Gran Consiglio resta non solo il consesso supremo del regime, ma un organo squisitamente rivoluzionar io, che garanti sce, al disopra .degli uomini, la continuità storica della rivoluzion e.
L'opera del regime, e soprattutto, ·quindi , quella dd Gra n Consiglio,
deve inflessibilmente essere diretta ad evitare che la lettera corrompa lo spirito, che..la materia mortifichi l'ideale, che i picçoli bisogni, interessi, appetiti degli individui, possano prevalere sugli interessi generali del po.
Non sarà mai abbastanza ritardato che il fascista ha una duplice somma di doveri da compiere, nel confronto deg li altri cittadi ni. In ogni seduta del Gran Consiglio non sono mancati appelll a capi e gregari perché fossero e siano degni della rivoluzione, La rivoluzione è un'idea che ha trovato delle baionette, ma le baionette sono portate dagli uomini: tutto torna agJi uomini e la rivoluzione, nel suo sviluppo, sarà leg3.ta alla capacità, alia tempra, al car3.ttere degli uomini.
Tutti coloro - italiani e stranieri - che vogliono intima.mente conoscere la storia politica dell'ltalia. fascista dal 1922 1932; tutti coloro che vogliono seguirne da vicino le fasi, devono leggere con la più g rande attenzione questo volume; vi troveranno come una rivoluzione nasce e si consolida dopo l'urto vittorioso dell'insurrezione, dappriffia g li organi e gli uomini; poi elaborando, con le istitUzioni, le dottrine; affrontando i problemi contingenti di ogni ordine e soprattutto perfezionando incessantemente il funzionamento ·di tutti gli dcrrlcnti che compongono la classe politica del regime.
La rivç>luzione fascista è- unica nella storia perché ha avuto ·uno svolgimento diverso : non è stata compromessa dalle divisioni feroci d i altre rivoluzioni che la storia cicoria! La rivoluzione fascista rimar..e unitaria nella disciplin:t, totalitar ia nell'azione. Niente processi· invo lutivi. la strada è aperta sul fuh:-1-ro, verso il quale urge tutto il popçio italiano, che ha ritrovato - consapevolmente -nei segn i del littorio, le testimonianze . della potenza antica e la certezza della nuova.
MUSSOLINl
Roma, 27 novembre, anno )p [1932iJ E F
PER L'INDUSTRIA ITALIANA*
Dopo il -diJçorro d el dottor Pirelti h a pronunziato poche parol e iJ capo del Go verno, il quale ba affermato che, come nel decennio scorso, così in quello che ha t1"{1fi/O ora inizio, il Governo .faJCÌJ/a seguirà con
• A Roma, nella sede della Compagn ia di Assicurazioni generali di T rieste e Venezia, la mattina 28 novembre 193 2, Mussolini presem:ia l'assemblea generale ordinaria dell"Associazione fra le società italiane per azioni. In tale occasione, dopo la relazione del dottor Pirelli , p residente dell'Associazione, ((sulla poderosa opera di risanamento economico intrapresa dal regime», H Presidente del Consiglio h Je dichiarazioni qui riportate in ti assunto. (Da Il Popolo
N . 284, 29 novembre 1932, XIX}. ·
ef/elliva e colta nte ;impatia gli sf orzi dcll'indtutria iJaliana. (Le brevi dirhiarazioni del rapo del" Governo !ono state aaolt e da vibranti aula· mazioni).
PRESENTAZIONE DI ALCUNI DISEGNI DI LEGGE *
Mi onoro di presentare alla Cam_era i seguenti disegni di legge : estensione al personale degli Enti parastatali previdenza, compresi nell'a rticolo 4 del regio decreto legge 20 novembre 1930, numero 1491, delle d isposizioni dell'articolo un ico d el regio decreto legge 24 novembre 1930, nwnero 1'502, che reca norme per il trattamento dei dipendenti sta tal i in relazione ai provvedimenti disposti dal citato reg io decreto legge numero 149 1; disciplina d egli orari d i lavoro n elle aziende industri ali; modificazioni al regio decreto legge 29 novembre 1925, numero 21 46; sulfassicurazione obbligatoria contro le m alattie n elle nuove provinc ie ; garanzia del Consiglio provinciale dell'ecO nomia corporativa di Padova pel mutuo del locale Ente magazzini generali.
ALL'ASSEMBLEA GENERALE DEL CONSIGLIO NAZIONALE DELLE CORPORAZIONI **
S. E. il capo' del Govern o ha ritnumt o la diJm sJione dichiarando d i essere contn1rio alla · proposta di nomind di una commissione e di dccettare l' ordine del giorno Scbeggi H*.
* Parole pronunciate alla Umera dei d eputati, nella tornata del 29 novmtbre 1932 (ore 16-17 30) Dagli .Aui d tl Pnrfn,umto italiano Camer4 dti dep urati. LegiJiarurn cit. Senion e cii. DùcJI.JJionì. V olume Vll, pag 738 1).
u A Roma, la mattina del 30 novembre 1932, Mussolini inaugu ra la nuova sede del ministero delle Corporazioni sita i n via. Vittorio Veneto c presieJe l'assemble-a generale "del Consiglio nazionale delle corporazioni. «Al suo ingresso nella sa la, S E. il capo del Governo è accolto da un vibrante ttibutatogli dall'assemblea, che in piedi. S. E. il capo del Governo dichiara inaugurata la nuova sede del ministero ed apre la seduta Si inizia la discussione del primo comma dell'o rdine del giorno, che è il seguente: Riforma della /egùlazirme w l/a Sull'argomento parlano vari oratori. Indi il Presidente dd Consig lio h. le dichiaraz..ioni qui riportate in rias$unto (Da Il Popolo d'lldlirJ, N 286, l di· cembre 1932, XIX).
·Il testo dell' ordine del giorno Sche,ggi è il seguente:
((Il Consiglio nazionale delle corpomzioni, considerato che i l reg ime, rico· nella cooper uione una alta fu nzione sociale, le dà quell'appoAAiO mo·
Egli ba che la coopel'az_ione è una ch"e migliaia di aderenti ed un movimenlo comiderevole d i capitale e che, non soltanto per la JUa i mportanza economica, ma anche .e soprattultÒ per quella morale e sociale, deve esure opportunamente ed efficace_mente comiderala e tutelata dal regime e 'quindi le l eggi cbe la riguardano devono essere aggiornate e coordinate. (ViviJiimi e prolunga/i applarui ' hanno salutato le parole del Duce).
PRESENTAZIONE DI UN DISEGNO DI LEGGE*
Mi onoro di presenta re alla Camera il seguente disegno.d i legge : approvazione dell'accordo tra la Santa Sede e il Governo del Regno d'Ita lia per la proroga del termine stabili to da ll'articolo 29, "lettera f, del concordato la Santa Sede e l'Itali a dell' Il 1929, acco rdo firmato in Roma il 6 settembre 1932.
rale e quella tutela che sono necessari Per il suo sviluppo ; considerate le nuove esigenze del movimen to cooperativo dal fascismo unitariamcnte - inquadrato, prospetta al ministero delle Co rporazioni l'opportunità di promuovere :
l. - Il coordi namento delle leggi rigu:uda nti le cooperàtive in modo che chiara e completa ne risulti la di sciplina giuridica
«
2. - L'aggiorn:tmento di dette leggi, ai-monizzandole alle nuove esigenze . del movimento coopera tivo e accogliendo le seguenti direttive :
«a} mettere· p iù chiaramente e nettamente in rilievo nelle leggi i caratteri d istintivi della società cooperativa nelle fondamentali e imprescindibili o.orme del suo fun zionamento;
«
b) condiZionare il riconoscimento giuridico delle <ooperative all'accert amento di detçrminati re<:juisiti economici e sociali ;
sa ldare più o rganicamente le disposizioni generali a qudle special i che vanno sfrondare opportunamente J a tu tto quanto è sorpassato per le mutate situazioni e con(Ìizioni di vita delle cooperative;
«t/) completare e perfezionare l'organizzazione e la disCiplina della vigilanz.1. sulle cooperati ve;
«e) discipli nare la costituzione e il funzionamento di Enti cooperativi tra cooperative che associno fisich e e per5one giuridiche» (Da li Popolo d' llalia, N . 286, l dicemb re 1932, XIX).
* Parole p ronunciate all.1. C3mera dei deput.1.ti, nel12 torn3ta del 30 novembre 1932 (ore 16·17.55). (Ihgli Aui del Parlamento italiano. Camera d ei depu tati. L egislatura d t Stmi one cit. Diirrmioni. Volume VII, pag 7415)
Al VELITI D EL GRANO *
Il raccolto granario di questo anno, che passerà nella storia dell'agri· loltwa italiana come il raccolto del decennale, è dovuto soprattutto al coraggio, alla tenacia ed all a fede fascista dei rurali italiani.
Ad essi, uomini e donne, ri"olgo il mio caldo elogio Ad essi deve andare e va la riconoscenza di tutto il popolo italiano, (L'alto elogio del Duce ha provocato una nuova dimo1trazione dei presenti, che, commoui ed enttniasmati, ha1mo v oluto e1primere ancora una volta la loro com· plela d edizio ne ttl jaJcismo e la loro decisa volontà di uguitttre a vincere ltt battaglia)"'*· ·
DISCORSO AL SENATO PER IL DECENN ALE***
Onorevoli senatori!
Con la sua eloquente parola, il Presidente della vostra Assemblea ha dato una espressione univoca ai nostri sentimenti.
* A Roma, nel padiglione centrale della Mostra del grano presso il galop· patoio di villa Borghese, la ·mattina del 4 dicembre 1932, Mussolini p resenzia la cerimonia per la premiazione annuale dei vincitori del concorso dd grano. l o tale occasione, dopo il discorso del ministro Giacomo Acerbo, H Presidente del Consig liO pronuncia le parole qui riportate. (Da Il Popolo d'Italia, N. 290, 6 dicembre XIX).·
u «In· quest'atmosfera vibrante di schietto entusiasmo, si è iniziata la <Jj. stribuzione dei p remi, che si è protratta fin oltre le 11 e che è stata seguita con la pi ù viva attenzio ne dei presenti. Uno per uno i rurali vincitori sono stati chiamati e si sono presentati, salutando r omanamente, davanti al Duce. ln p iedi, sulla pedana, Mussolini personalmente ha fatto ad alta voce l'appello dei premiati, le8· gendo per ognuno di essi H numerG dei quintali prodotti in rapporto alla media locale e consegnando personalmente i diplomi e le buste contenenti g li assegni per l'importo del premio (+) Terminata la. cerimonia, il D uce, fra vivissimi applausi, ha dichiarato che la prossima premiazione nazionale della battaglia del grano avrà luogo nella prima domenica di dicembre dell'anno XII E. F. Queste parole h anno suscitato una ondata di ac-clamazioni e fra g li " alalà! " e gli applausi dei convenuti, che gli hanno tributato una nuova manifestazione di calda devozione, ii Duce ha lasciato la Mostra, ponendo fine alla bellissima cerimonia ,._. (Da 11 Popolo J'Italia, N. 290, 6 dicembre 193 2, XIX).
D iscorso pronunciato al Senato, nella tornata del 5 dicembre 1932 (ore (Dagli Atti parlamenlari della Camera dei senatori. Discussioni. Ltgislalura XXVI II. 1• Seuione 1929·'33. Volume V : dal J dicembre 1932 al 7 g;u. guo 1933 - Roma, Tipografia del Smato, 1933, pagg 5<180·,481)
Con questa solenne sedu'ta, si chiudono le manifestazioni politiche del primo decennale. 11 Senato t: degno di a questa celebrazione. Sono passati dieci anni dall'inizio della rivoluzione fascista, passati rapidi come la folgore e pur tuttavia ricchi di avven{menti memorabili. Durante questo primo decennio, il Senato è stato semPre in linea col regime ed ha fornito al Governo fascista una collaborazione preziosa. Di ciò gli do atto; per questo Io ringrazio. Sono sicuro che la .;tessa collaborazione non mancherà in questo secondo decennio da poco iniziato e che g ià si annunzia con l'orizzonte carico di interrogat ivi inquietanti e di alternative formidabili.
Io penso che gli anziani della guerra c della rivoluzione, i gioyani e i giovanissimi possano marciare insieme incontro all'avveni re, quando siano accomunati dalla stessa fede e quando, con l'animo sgombro da og ni preoccupaz ione volgare, sappiano obbedire ad un solo e supremo comandamento: quello delia patria.
140" RIUNIONE DEL GRAN CONSIGLIO DEL FASCISMO*
Erano preunti l e LL. EE. De Bono, Balbo, De Vecchi, Fede rzoni, GiuriaJi, D e Francisci, Jung, Ercole, Acerbo, -Ciano, Rouoni, Arpinati, Rocco, Tringali, Teruzzi, De Stefani, ' Bollai; gli onorevoli A dinol fi, Benni, ClavenZani, RAzza, TaJJinari, ed il profeJJor Marpicat i Segreta rio, l'onore vole A chille Starace. AuenJi giuitificati le LL. EE. Grtmdi MoJCOni.
E continuata la diimuione .rut comma Iecondo dell'ordine d el giorno : · « Relazi one Jttlla situazione interna ed internazionale».
Hanno parlato il Duce, Jung, Balbo, De Bono, Roao, Benni, R ouoni, De Stefani, D e Francisci, Federzoni .
Il Gran Comiglio del fascism o, dopo avere esaminate dettaglialamente, durante tre udute, la situazione internazionale e la questione particolare d ella prouima scadenza di tma rata del debito d ell'Italia verso gli Strtti Uniti; conferma il punto di vista del regùhe proclamato ·sino dal n ovembre 1922 a Londra e succeJJivamente in discorsi ed in articoli del « polo d 1lta/ia », nei quali pr!r la rip,-l!sa economica d el mondo fu J OJie· nuta la neussitd di uùa Jolttzione radicale tipo «colpo di spugna»,'
• Tenutasi a palazzo Venezia il ) dicembre 1932 (ore 22·2). (Da Il Popolo d'Italia, N. 290, 6 dicembre 1932, XIX).
riafferma ancora una 1.10/ta ne/la maniera più esplicita la COntJeSsione tra riparazioni e debiti di guerra, che ba costituito per t'Italia il presupposto di tuJti gli acco rdi conclusi in matuia di obbligazioni imerstatali; cotmeiJione indiscutibile e ind ù Joiubite m/ terreno storico e politico, poiché i debiti furono contraili per il di obiellivi comuni,·
ricorda che ne.IJuna nuova f onte alluaie o potenziale di ricchezza né in Europa, né nel/e Colonie1 è sta/a. conseguita da/t'Italia per e fletlo d et/a guerra, e fa presente che l'equilibrio momtario della nazione che la politica faJCÌJta ha Iaputo aJSimrare e mantenere, non deve in neJJtm modo euere vulnerato,·
invita il Governo, ove altri elementi non interve11gano ·ed affinché le discunioni ulteriori sui debiti italiani di gt1erra possano svolgerJi in una atmosfera di reciproca comprensione, a versare la rata che uade ;L 15 dicembre p.v., sommante a dollari 1.245.437, pal'i a circa ventiquattro milioni di li re; ·
e ad i niziare, senza indugi, le neceuarie negoziazioni perché, prima de/la scadenza del 15 giugno 1933 , si realizzi -un nuovo accordO il quale, anche in base alle recenti dichiarazioni di H oover e di Roo sevelt, tenga 'conto della Jituazione de/l'llalia, situazione di diritto e di fatto che, per ragio ni universali e ben n ote anche al Governo degli Stati Uniti1 noti è pi.rì la sJeJJa degli mmi 11e/ f u concluso il primo accordo sin • puntualmente rispettato dal Go verno italiano
11 Duce, conformem ente alle leggi i!titllfive del Gran Consiglio del fa .uismo, ha poi espo sto ed illmtrat o i ug11enti capisaldi riguardanti la riforma della Cort e dei conti :
1. - I nquadramento della Corte dei conti nel regime, mant enendosi fermo il disposto dell'articolo 1 d el regio 4ecreto 5 febbraio 1930, numero 21 , per cui il preiidente riferiJce al capo del Governo e stabilmdoJi inoltre che la deliberazione di parificazione del rendiconto generale dello Stato e la relazione che l'auo m pag11a, Jaranno preuntate una delegazione della Corte al capo del Govern o e, con modalità da determinarIi con .J/10 decreto, al G ran Consiglio del fa.rr ismo.
2. - Possibilità di decentram ento dei controlli del!tt Corte
3 - Conferimento al consigliere del/tt facolià di negare il visto e la regùtrazione ai provvedimenfi riconosciuti iliegitti'!li, oltre a già avuta fino etd oggi di dare loro corso . Tale facoltà, che implica re.!pomabilità personale del magiJtrato, trova un limite n el possibile riesame da parte della sezione di controllo
4.- Atiribuzio'!e an che alla Corte della facoltà di applicare sanzioni a carico dei funzionarJ che non rùpeJJin o i termini di legge nella trasmissione dei rendiconti amminiJtMtivi, tanto se il ritardo si4Ji veri-
ficato nelltJ preparttzione, quanto nella revisione a ctJraJiere fin.mzit.1rio e conseguente Jrasminionl" alla Corte. Ciò per eliminare rma delle principali cause deltd form azione di arretrato di una così impo rtante e per cifre di molli miliardi.
5. - btituzione del diritto di appello avverso a dedsione della .H ! · zione def contenzioso contabile, avviandosi con ciò ad tma defie enza molto .sentita spc-cialmeute per qudnto riguarda i gùtdizl di respofuabilità per i quali non è preNnlemente conuntito neanche il rimedio d ell'opposizione previsto per le deciJioni JIIÌ conti presi da coloro che abbiano maneggio- di pubblico denaro. .
6. - Pauaggio della liq11idazione definiti va delle pensio11i al potere eucutivo, tratta ndosi di prOvvedimenti di cartJitere Jlrettamenle amminùtrativo, la c!li allribuzione alla Corte non trova alcuna · u ria giustificazione. Spellerà alla Corte il n ormale C0 11tro1Jo · d i leg iJtìmitJ Jfli· provvedimenti di liquidazion e ed il g iudi zio in u de coni en!-ÌOi a degli eventuali ricorri.
7. - Creazione di una sezione di Ilreddo, mi 1arà affidatO il compito di procedere alla eliminazione nelle forme di legge di tulfo l'arretrato, 1ia nel campo del controllo. sia in quello giurhdizionale per liberare l'iJtiluto da una d elle· principali difficoltà che oggi ne intralciano il funzionam enio.
8.-- Riordùunnento dr:! personale dal p11nlo di t •is!tt quantitaJivo e qualitativo.
Ha n no parlttto 111 que1to argomento Balbo, Arpinati, D e St i!fani, De _Francùci, De Bono, Rocco, Fede,·zoni.
Prima di togliere la seduttt, il Duce hd t'i-volto u n ·sal11to 11l nNovo Preside"nle del Tribflùale Jpeciale, Tringali.
DOPO LE COMMEMORAZIONI*
Alla memoria degli illustri senatori scomparsi testé ricordati dal Presidente della vostra Assemblea, va reverente il mio pensiero e quello del Governo
• Parole pronunciate al Senato, nella tornata dt-1 6 dice:mhre (ore dopo le commemorazioni di alcuni senatori scomparsi fatte dal Presi· dente deii'Ass('fllb]ea. (Dagli A lli pllrlamenla-ri della Cam era d ei Jetralori. Dimn· JJ"oni. Legùlaflll·a ril. cit V olume V , pag. 5486).
PRESENTAZIONE DI UN DISEGNO DI LEGGE *
Mi onoro di presentare alla Carnera il seguente disegno di legge : conversione in legge del regio decreto legge lO novembre 1932, nu· mero 1527, contenente disposizioni relative alla liquidazione dell'essenza di bergamotto già conferita al Consorzio obbligJ.torio fra i produttori di bergamotto d i Reggio Calabria.
141• RIUNIONE DEL GRAN CONSIGLIO DEL FASCISMO**
Erano presenti le U. EE. De Bono, De Vecchi, Federzoni, Giuriati, De Franciscì, Jzmg, Ercole, AcerbQ 1 Cù:mo, RoJJoni, Arpinati, R occo, Tringali, Teruzzi, De Stefani,' gli onorevoli Adinolfi, Benni, Clavenzani, Razza, TaSiinari, ed il profes_sor Marpicdli . Segretario, l'an. AchilLe Starace. AJSenti le U. EE. Balbo, Marconi, Grandi e Bottai. Snl comma secondo dell'ordine dd giorno: «Relazione Jlllla situazione·interna ed internazionale», hanno parlato il Duce, Arpinati, Jung, De Stcfani, Rocco, Benni, D e Bono, Acerbo, Rouoni, Cìuriati, Ciano c Federzoni.
Il Duce ha riasumtO la diJmHione, che si è concretata nella segueiJ/e mozione:
«Il Gran Consiglio del jauiJmo, e.ramhMta la situazione, precisa le seguenti direllive:
« 1. __;_ Continuare nella politica di sviluppo rurale, m1rhe perché portando ad rm g raduale miglioramento della capacità di acquisto del mercato intemo, rinforza a sua volta tu/la l'economia del paese.
« 2. ·- Riaffermare la neceJJilà di ridurre i vincoli degli scambi internazionali attuando /uJJi i mezzi neceuari alla difna degli intereJJi nazionttli.
• Parole pronunciate alla Camera dei deputati, nella tornata del 7 dicembre 1932 (ore 16·20.1:5). (Dagli Alli del Parlamento italiano Camera dei deputati Ugisla111ra dt. cii. Diir11JJioni Volume VII, pag. 7.583).
•• Tenutasi a palazzo Venezia il 12 dicembre 1932 ( ore 21-2.30). (Da Il Popolo d'Iralia, N . 296, 13 dicembre 1932, XIX).
« 3. - R endere l e nostre tariffe d oganali e;preuione sempre più adeguata ad u1za visione. organica delle necenità nazionali. ·
<< i - I ntensificare nelle tratJati ve commerciali la 1111ela delle condizioni di reciprocità nel volume degli intereiJÌ in gioco, senza neuun preconcetto teorico relativamente ai diversi sùtemi di politica doganale.
« ;;, - V alorizzare nei confronti dei pani prodr11Jori la ,;oJtra po;izione di grandi acquirenti di materie prime e di combuJiibili per garantirci come corrùpeJJivo tm mercato di assorbimentO _ dei nostri prodolli.
« 6 . - Segt1ire a/JenJamenle la fo rmazione d ei cart elli internazionali ed eventualmeme quei provvedim enti che ad evitare i danni che ne pouon o derivare alla nosJra economùt.
«Il Gra11 Co miglio del fa.scistno dichiara infine che si de ve procedere ad almna co1wenione forz osa del debito pubblico >> ..
I LEON I DI TRAù *
Signori senatori !
La parola eloquente e commossa del senatore Corrado Ricci ha, io credo, interpretato il sentimento che vibra nei nostri cuori Tutto quello che è accaduto a Traù, a Veglia ed in varie local ità della Jugoslavia, deve essere considerato come·il sintomo rivelatore di uno stato d'an imo, che continua a manifestare in vari ·modi, ma costantemente, la sua ostilità all'Italia.
A Traù sono stati distrutti i leoni ·· della Serenissima, ed il vandalismo ha provocato un moto di sdegno in tutti i paesi civili; a Veglia sono state consumate violenze anche mortali contro italiani ; in altre molte località· Jugoslavia si sono verifica te in questi ultimi tempi vessazioni deplorevoli contro italiani residenti in Jugos lavia o recatisi oltre i confini per 4 attivare quei traffici con l'Italia che costituiscono, ogg i, un'es4 senziale risorsa dello Stato vicino. Tutto ciò non accade per impulso irre4 sponsabile di individui o gruppi, ma risponde ad un piano preciso.
Ove sono dunque da rintracciare i responsabili organizzatori di que4 sti episodi, g li artefi ci di questa campagna? Confermo quanto ha detto
*Discorso pronunciato al Senato, nella tornata del 14 dicembre ' l932 (ore 16-16.30), d urante lo svo lg imento di alcune interpelbnze «intorno ad atti di bar· barie consumati in D almazia contro opere d'ute che recavano i segni delia civi ltà e del genio italiano lt. {Dagli Atti parlamentari della Camera ilei .renaJori. Diuuuioni . L egiJ/atura à1. S(.'.IJiune riJ. Volume V, pagg. '70}-,707).
il senatore Conado Ricci, ch e gli intellettuali della Croazia hanno pubblicamente d isapprovato le distruzion i di T raù. Anche durante la gue rra gli elementi croati non toccarono mai i leoni di Venezia, né gli altri monumenti dell'eredità di Roma.
Durante quattro secoli la Dalmazia fu difesa, incivilita da Venezia, e quando, al declinare del XVIII secolo, la Serenissima ebbe esaurito il ciclo della sua magnifica storia, g li abitanti della Dalmazia custodirOno, sotto g li altari maggiori delle loro chiese, i gloriosi vessilli di San Marco.
lo voglio supporre che qu anti sono in Jugoslavia, i quali han no assi· milato la civiltà dell'Occidente, la civiltà di Roma, d ebbono a vere sof. ferto per la vandalica.rabbia, come di fronte ad una mo rtificazione dello spirito, come di fron te ad un delitto perpetrato i monume nti di quella civ iltà romana e venezi ana che il dalmata Tommaseo in p agine immortali esaltò.
Gli autentici responsabili sono d a ind ividuare in t aluni elementi che guidano la cl asse politica dominante dello Stato Yicino, e per i q ual i la propaganda di odio c di calunnia contro l'Italia costituisce un ten· tativo p er stabilire una qùalsiasì coesione all'interno ed agitare ·un diver· sivo per l'estero. Ma no.n me no g ravi responsabilità ricadono sopra altri elementi che chiamerò europei ( viviu imi, gen erali applauJt), i q uali van amente sperano di turbare il nostro sangue freddo, collaudato ormai d a molte e talora durissime p rove, scatenando una damorosa camp agna di stampa, in cui il grottesco dell' ipotesi si associa perfettamente alla stu pidi tà d elle conclusioni. (Vi viuimi ap plaiiJt)
t di ieri la notizia pubb licata da un g rande g iornale st ranie ro, il quale annunciava ancora u na volta propositi di aggressione da p arte del· l'Italia la Jugosl av ia, e ne fissava anche la d ata. Tutto questo ri· sponde a torbidi obiettivi ; tutto ciò è org anizzato sotto la masch era di quei fal si p acifisti, ch e ho sempre · d enunciato come .i veri pericoli per la pace. (A p provazi om). G li episodi ch e h a nno culmi nato nelle distru· zio ni di Traù e nella u ccisione di Vegl ia, sono stati oggetto di prot este diplomatiche del nostro ministro a Belgrado.
Ma, accanto alle proteste u fficiali , lo scatto dell'animosa gioventù f a· scista, l'emozione di tutto il popolo italiano ed infine la parola chè parte da questa alta Assemblea, hanno il loro profondo significato, sul quale è richia mata l'attenzione dell'Europ a. I. leoni di Traù sono stati d istrutti, ma ecco che, distrutti, sono, come non mai, diventati si mbo lo v ivo e testimonianz a certa. Solo uomini a rretrati ed incolti possono illudersi ch e demolendo le piet re, si cancelli la storia.
LA NASCITA D( LITTORIA *
Camerati!
Oggi è una g rande giornata per la delle camicfe nere, è una giornata fausta per l'Agro Pontino. una gloriosa g iorna!.:t neUa storia della nazione.
Quello che fu invano tentato durante il passato di venticinque secoli, oggi noi stiamo traducendo in una realtà vivente.
Sarebbe questo il momento per essere orgogliosi. No! Noi siamo soltanto Un poco commossi e coloro che hanno vissuto le grandi e tragiche g iornate de lla guerra vittoriosa, passando davanti ai nomi che ricordano il Grappa, il Carso, I'Isonzo, il Piave, sentono nei loro cuori tumultuare i vecchi ricordi . Noi, oggi, con l'inaugurazione ufficiale del ·nuOvo comune di littoria , consideriamo compiuta la prima tappa del nòstro cam· mino. (Appla11si viviuìmr).
Abbiamo, cioè, vinto 1a nostra prima battaglia. Ma noi s iamo fascisti,
• La mattina del 18 dicembre 1932, Mussolini lascia Roma in auto per recarsi ad inaugurare il nuovo cOmune di littoria. lungo le nuove st rade, sosta nei borghi chiamati coi nomi del Carso, del Piave, dell'lsonzo, del Grappa. Giunto sulla piazza che costituisce il centro di Littoria, il Presidente del Consig lio entra nel paiano comunale. « La cerimonia ha inizio. Mentre la folla attende che Mus· app3..ia al balcone centrale del Municipio, scoppiano fragorosam ente, alle· gramente e rimbomb:tno i suon:mo le Clmpa ne, l'ari a è t.utto piena di echi, di voci e di musiche, men'tre su lla torre appare sventolante ùn immenso tricolore. P ochi minuti dopo, il Duce appare, solo, al balcone, salutato da un coro di ·· alalà ! , di evviva, di battimani, di grida di entusiasmo, e dallo sventolio dei gag liardetti, dei cappelli e dei becretti d ei contadini, di mig liaia e mig liaia di mani. I l Duce, che indossa la divisa di caporale d'onore della Milizia, sosta qualche momento a contemplare lo spettacolo. Poi.lascia la ter razza per tornarvi poco dopo, seguito dalle autorità convenute ( +). Il Duce appare sorridente, lieto, guarda la piazza, il volto del paese che è nato, il volto del suo nuovo popolo, e rispoOde ag li applausi e all e acclamazioni col saluto romano. Poi, presa la bouiglia di spumante che battezzerà la casa del comune, la rompe sul davanzale, sempre sorridendo, e indugia a raccoglierne e a melterne in disparte i frammenti di vetro. La sua contentezza è così evidente, così chiara, cosl serena! La moltitudine ne è rapita , e il suo entusiasmo vibra di un affetto filiale : è come un grande augurio che saluta così, nel 'nome del Duce, la nascita di Littoria. Cessate le acclamazioni, prende la parola il presidente dell'Opera nazionale combattenti, onorevole Ccncelli. ( +) JJ discorso dell'onorevOle è accolto da applausi vivissimi e primo ad applaudire è S. E. Mussolini. Ora la folla attende la parola dd Duce ed eleva a lui l'espressione più fervida di questo suo desiderio. Squillano i segnali d' "attenti!", si fa un Si lenzio pel"fetto ». Indi Mussolini pronuncia i l discorso qu i riportato. (Da Il Po pol o d'Irrrlia, N . 302, 20 dicembre 1932, XJX).
e quindi più che guarda re al passato siamo sempre intenti verso il futuro. scroscianti).
Finché tutte le battaglie non siano vinte, non si può dire che tutta la guecra sia vittoriosa. Solo quando accanto aUe cinquecento case oggi costruite, ne siano sorte altre quattromilacinqucento, quando accanto ai diecimila abitatori attuali vi siano i q uara nta-cinquantamila che noi ci cipromettiamo di fare vivere in quelle che furono le paludi pontine. solo allora potremo lanciare alla nazione il bollettino della vittoria definitiva. ( A ppousi prolungo").
Non saremmo fascisti se già sin da questo momen.to non precisassimo con l'esattezza che è nel nostro costwnc, con l'energia che è nel nostro temperame nto, quelle che saranno le tappe future e cioè: il 28 ottobre 1933 s'inaugureran no altre 98 1 case coloniche; il 21 aprile 1934 s'inaugurerà il nuovo comune di Sabau dia. (Applmm)
V i prego di notare queste date. Il 28 ottobre 1935 si inaugurerà il terzo comune : Pontinia. A q uell'epoca. per quelht data, noi probabi lmente avremo toccato la mèta e realizzato tutto il nostro piano di .lavoro.
Voglio elogiare in primo luogo il preside nte dell'Opera nazionale combatte"nti; poi i suoi immediati collaboratori, gli ingegneri, i tecnici tutti. Voglio elogiare gli operai venuti da t utte le p arti d'Italia e i colon i che d alle terre del Veneto e della valle del Po, san venuti qui a Javorare.
Sarà forse opportuno ricordare che una volta, per trovare lavoro, OC· correva valicare l e Alpi o traversare l'Oceano. Oggi la terra è qui, a mezz'ora solta nto di Roma. b qui che noi abbiamo co nqu istato una nuova provincia. ! qui che abbiamo condotto e condurre mo delle vere e proprie operazion i di gu erra .
! questa la g uerra ch e noi p referiamo. M a occorre che tutti ci lasci no intenti al n ostro la voro. (Applau si ed acclamaziom).
La nuova vita di Littoria comincia. Sono sicuro che i coloni qui g iunti saranno lieti di mettersi al )avaro, anche pe rch é ha nno in vista, fra qui ndici o venti anni, il possesso definitivo del loro podere.
Io dico ai contadini e ai rural i, che sono particolarmente vicini al mio spirito, ch e essi, da vecchi soldati, debbono affrontare fie ramente le difficoltà che si incontrano quando si comincia una nuova fati ca. D ebbono g uarda re a quest a torre che domi na la pianura e che è simbolo della potenza f ascista. Convergente verso di essa troveranno, quando occorra, aiuto e giustizia!
AGLI ARTEFICI DI LITTORJA *
S. E. Munolini ringrazia per il gentile pemiero, eiprilnendo il StiO vivo compiacimento agli h1gegneri ed al personale tecnico per il successo di LitJoria, esortemdoli a peneverare domani 'comt: oggi nel IC'ro lavoro Termina assicurttndo tutti i funzionar) dell'Opera che egli li considera come p er; onali, diretti collaboratori. (Calorou ·o vazioni salutm1o l e parole del Duce).
334• RIUNIONE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI**
Su propo J/a d el capo del Governo, primo ministro, segreldrio di Stato, il Comiglio dei ministri ha approvalo: ·
1. - Un d itegno di legge per il riordinam ento della Corle dei conti. Il provvedimen to è diretto a rafforzare le f11nzi oni della Corte ed a semplificare i s ervizi, consentendo. in tal modo rm controllo rapido e completo. Al riscontro d egli alli di ogni ministero viene delegato un cO migliere, coadiuvato dd appositi frmzionari ed al quale viene data !d fa coltà di respingere i provvedimenti da lui ritenuti n on reg olari, senzd quindi provocare al rig uardo 1111C! deliberazione collegiale, come, i nvece, si verificd al presente. Nel solo cai o che l'ammùlistrazione i mista, il presidente deve s olloporre il provvedimento all'esam e della uzione di conJrollo, presiedllla da l11i e composta d ei consiglieri d elegati aJ ris contro, con facoltà alle amministrazioni intet"essate di i nt erven i re alla a m ezzo dei propl"i rappresentanti. I n linea eccezionale, e sempre che
• A Littoria, la mattina del 18 dicembre 1932, terminato il suo d iscorso, Mussolini visita gli edifici principali del nuovo comune. Nella sede dell'azienda agraria, « ove sono riuniti tutti i funzionari: della stde centrale del l'Agro ponti no, nonché tutti i direttori di tutte le aziende dell'Ente, l'onorevole Cencelli, a nome dell'Opera combattenti, consegna al Duce una d"oro a ricordo dell'inaugurazione, portaildo il devoto di tutto il personale dell'Opera combattenti » . Indi il Presidt'flte del Consiglio proOuncia le parole qui riportate in. r iassunto. (Da Il Popolo d'li.Jù:, N. 302, 20 dicembre 1932, XIX).
h li 18 dicembre 1932, alle 12, Mussolini aveva lasciato Littoria in auto diretto a Roma Il 19 dicembre (ore 10·13), p resiede l a r iunione del Con· sig lio d ei ministri ddla quale è q ui ripor tato il resoconto. (Da li Popolo d'f11,/ia, N. 302, 20 dicembre 193 2, XIX).
la Cort e a sezioni unite lo giudichi opportuno, per con;eguire una mag· giore rapidità del Sllo controllo po;sono euere iJtit11iti uffici di riscontrt presso l e amminiftrazioni centrali dello Stato. Alla Corte, poi, viene riw· noscùtta la facoltà dì applicare direttamente sanzioni mi confronti degll agenti d ello Stato, aventi m11neggio di d enaro o di materia, che non abbiano od abbiano con ritardo compilato e presentato nei modi di legge i loro rendiconti, ed_ a carico altresì di quei funzionari che non abbiano tra.rmesso i rendiconti alla Corte_dopo /'esame di propria competenza. Per q11anto attiene alla fum,ione giurisdizionale, si istituisce l'dppello alle sezioni riunite avverso le d ecifioni della competente sezione sui conti resi dai gestori di denaro o di materie dello Stato c nei gùJdizl di responsabilità per danni arrecati a/l'Erario, Per le controversie in dipendenza di addebiti di lieve entità, le relative decisioni possono essere adoltale con procedura wmmaria al fine di addit.>e,lire ad tU/d soluzione più sollecita di quella che consente il giudizio normale. La liq uidazione delle pensioni, a/leso il suo carallere eminentemente amministrati vo, è trasferitd al potere esewtivo, rimanendo fermi il controllo preventivo della Corte mi provvedimenli di liquidazione e la giurisdizione del/d Corte medesima in sede di ricorso . Si crea, infine, und apposita sezione di con per,soruile per ellmrire l'arretrato esistente.
2. - Uno schema di provvedimento con il quale viene demandttlo a!ld Corte dei conti l'esame delle contabilità relative alle gestioni degli ex-commissariati civili di T Trento e Zara·. Il provvedimento, che si riporta d disposizioni già emanate in materia, ha lo scopo di dare una sistemazione definitivd alle contabilità dei predetti ex-commi.ssarÙJii civili anche per regolarizzare varie ape rture di credito _co11 esse collega.te.
3.- Un diJegno di legge col quale viene autorizzata l'es propriazione della casa dove nacque il comandante Ga briele d' Annunzio, principe di MontenetJOJO, ed ove morì la di lui madre, L'importanza d ell'edificio , per le memorie che mscita, le quali interesSdno l 'intera nazione, esige che alld sua sistemazione e restamo provvedano la provincia ed il comune di Pescara e lo Stato slesso. E, a questo scopo, appunto tende il provvedimento ora approvalo dal Comiglìo dei ministri per mtlorizzare la provincia ed il comune di Pescara dd espropriare l'edificio agli altualì aventi diritto e a farne dono allo Stato, il quale provt•edcrlt, poi, all'"esecttzione delle opere di restauro e di sistemazione.
Poi, il Consiglio dei ministri, SII proposta del capo d el Governo, ministro degli Affa.ri Esteri, ha app rovato: ·
1. - Uno schema di provvedimento che dà esecuzione all'accordo italo-f,-ancese del 21 novembre u.s. per la proroga al 1-o giugno 1933 del « modus vivendi» di stabilimento provvisor;o,
2. - Uno schema di provvedimento per dare esecuzione dccordi
italo-tmghereJi d d 12 no vembre u.J. int esi a regola re de finitivament e alwn e q ueJtioni di carall et q prevalentemente finanzia rio derivanti dalla guerra. ,.
3. - U no H hema di prov11ed i mento fu r la esecuzione d el protocollo ;tipulato a Ginevra il 15 l uglio 1932 tra l'Dalia e alt ri Stati per un prestito int ernaz ionale con la f'!O Stra partecipazione a f avore dell' A ustria, in continuazion e dell' opera per la' restaurazione econ omica ftndnziaria della vicina R epubblica,
4. - Un disegno di legge che approva l'accordo ;tipulato f ra l'Ita li a e il Giapp one il _1° dicembre 1932 per l'esenzione a titol o d i reciprocit à d el pag amento delle taJJe consolari relative al rila.uio, alvùto to nso!are e alla Iegalizzazione, da parte delle riJpettive aut orità. dei tificati di origine co ncernenti i prodo!Ji espo rtati da ciauuno _ dé d ue paesi nell'alJro.
5 - Un diugno di legge per l 'appro wtZione di alcune convenzioni ùi m at eria d i circolazio 11e stradale, stip11lat e a Ginevra ha l' Italia ed alt ri Stati i l 30 marzo 193 1, e precisamente: la C0 1lvtmzi one per la •rm ificazione internazionale delle segna/azioni stradali, la con venzione p er il regime fisc al e d elle a11tomobili estere, e l'accordo f ra l e autOrità doganali per f acilitare l'ammllamento dei trittici non SCtlricati o smarriti
6.-:__ Un dùegno di l egge per l'esecuzione d el prolocnl/o"· con dichiarazioue annena, stipulato fra l'l! alia e la Romania i n Roma il 22 n ot•embre 1932, per l'ap plicazione delia- proposta in data 20 gi11gno 193 1 d el p residente d egli S tat i Unili d'America (p rop osta H oover) ai pagam enti dovuti dalla Rom:mia all'Italia d mante l'anno finanziario 1" luglio 193 1-30 giug no 1932 , in di pmdenza della contJemùm e di Romt1 del 15 git1gno 1926, modificata dall'accordo finanziario d eli'A ja deJ 20 naio 1930
7. - Un diseg no di legge per l'approvazione d egli accord i per l'unificazione deJ diritlo flu viale Iti pulati f ra l'Italia e altri Stati a Gin etJra il 9 . d icem bre 1930.
8. - Uno schema di dec reto per la modificazione dello Jtdlttto della Fondazi one nàzionalc « Figli del L ittorio » approvata con regio decreto 28 g emiaio 1929, numero 192
9. - A p p rovtlzioni di verbali della commiuion e ilalo -stJizzera p er l a defi nizione di contro!fe!Jie di confine tra l'Italia e la S vizzera, fi rmati i l 12 ollohre 1932.
SllaeJJit•tJtnenu, Jll prop osta d el capo del Governo, minù t m d ell'lnt erno, i l Co nsiglio d ei miuist ri ha approvt:Jto:
1 ......,. U no sch ema di prov11edimento legislativo mod(firhe agli articoli 3 1 e .54 d el testo unico della legge elettorale e politira . Co n tale uhema, arcogliendosi i voti manifestati da almni podestà dei
comuni più importanti, .ri JlabiliJce di portare da oJtocento 11 mitle it numero degli elettori auegnabili a ciaJctma Jezione, da quauro a Jei il numero delle uzioni da ritmir;i in un 10/o Jteuo fAbbricato, e, infine, da due a tre il numero delle Jezioni che poJJono avere t accesso .dalla medesima Jt rada Le innovazioni suddelle, che Ii e1primono in r"agione dì ctJrattere pratico, importeranno 11ila umibi!e economia al bilancio delio StaJo, cui, in virtù de!!'articolo 2 del teJ to unico delle leggi sulla Finanza locale, sono JMte trasferite le ;pese per il funzionamento dei seggi e/et· l orali.
2. - Uno schema di decreto col quale si approva il bilancio pre· vmtivo del goVernatorato di Rom11 per J'e;ercizio 1932. ( +)
ALL'OTTAVO CONGRESSO DEI MUT·ILATI DI GUERRA*
S. E. il capo del G overno ha pronunciato pocbe parole, dichia_rando ch e la ma preseuza ;ignificare ltt simpatit! profonda, fraterna con la quale egli ;egue, ha seguito e Jegrdrà J'allività e la vita della potente Auociazione. ·
Questa simpatia ha trovato espressione nelle leggi del regime e una celebrazione indimenticabile, durante il primo decennio, nella sfilata dei mutilati nella nuova via dell'Impero. (L'a.JJemblea, cbe ha ascoltato in religioso silenzio il breve discono del Dr1ce, ne ha Jalutato la fine con appl.ttui scroscianti, elevando ancora una volla poJJenle il g rido di «Viva il _Duce!»).
• A Roma, nella Casa madre dei mutilati, Ja mattina del gennaio 19H, Mussolini presenzia la seduta inaugurale dell'ottavo congresso dei mutilati di guerra. In tale occasione, dopo l'orazione del deputato Carlo Delcroix, il Presidente del Consiglio pronuncia le parole qui riportate in riassunto. (Da li pqpolo tl'lraUtt, N. 14, 17 gennaio 1933, XX).
ALL'ASSEMBLEA GENERALE DEL CONSIGUO NAZIONALE DELLE CORPORAZIONI*
Il capo del Governo riasmme la disr:ttssione e fa le Slie riserve circa l'affermazione dell'avvocato Roberti sul compito del Comigliò nazionale delle corporazioni, limitato a dqre direllive di ordine
Il capo dei Governo uamina la quntione rig11ardanle la competenza per risolvere le contro versie individuali e dice che è la natura del rappo rto che offre i mezzi per riJolverla, anche quaudo si tratti di prestazione di opera di Ent e pubblico: Se questa prntazione di opera sia data da chi è auistito da tmo stato giuridico di carattere pubblico1 di eJSo non potrà diswtersi cbe alla magiJtratura amministrativa; se invece_'si tratla di un com11ne rapporto di lavoro, regolato dal conlrttllo co//eJJivo, la magiJtralura competente 1arà quella appunto del lavoro.
Il capo del (!averno afferma che si può .giudicare la bontà maggiore o winore del contra/lo colle/livo dal numero più o meno. grande delle controversie individuali che esJo avrà suscitato.
Afferma che il tentativo obbligatorio di conciliazione da parte delle Assocù1zioni 1indacali è molto importante, sopra/tu/lo agli effetti morali e dovrà essere [usat o dalla legge. ·
Rileva che la magistratura del !.:woro ha compiuto il m o dovere · e dalla Jlld creazione ad oggi si è perfeziona/d.
lA gitutizid1 afferma il Duce, per euere efficente, deve eJJere comoda e rapida; cioè chi chiede giwtizid non deve essere so ffocato da' troppe Complicale procedure e la giustiz(a deve nsere resd nei più breve tempo possibile.
Il capo del G overno conclude il J/10 dire affermando come 'n ella riforma che ora si sta dùcutendo si debbano tener presenti gli ·effètti morali1 politici/ economici, cbe il rhorso alla magistratura del lavo ro . ineviJabilmente porta con sé.
* A Roma, nella sede del ministero delle Corporazioni, la mattina dd 18 gennaio 1933, Mussolini presiede l'assemblea generale del Consiglio nazionale d elle corporazioni, che prosegue nella discussione (iniziatasi i l 30 noveml?re 1932) del secondo comma dell'ordine del giorno : Ri/Mma . d diJfJtnizioni rig11ardar11i le rontrovertit indi vid11alì d el latJO ro Al termine della di scussione, il · Presidente del Consiglio fa le dichiarazioni qui riportate in ria.ssunto. (Da Il Popolo d'Italia, N. 16, 19 gennaio 1933, XX)
ALL'ASSEMBLEA GENERALE DEL CONSIGLiO NAZ IONALE
DELLE CORPORAZIONI *
A que.sto punto il capo del Go verno ria.s.sume brevemente la di.scu.s· Jione avvenuta in merito alla rif orma della l egiJiazione sugli uffici di wllocamento e ricorda che fin dal 1927 il Gran Consiglio del f asciimo Itabilì cbe gli uffici di collocamento do r:e.JJero trovare la loro naturale e logica sede pres.so l e organizzazioni sindacali.
Soggitmge che bisog na annullare ogni residua/e prevenzione contro il sindacato cbe noi ttbbiamo creato e cbe non d eve euere svuotato di qrulle che sono le StJe fun zioni essenziali, perché non ba.sta la tratttttiva e la Jtipulazi one del contratto wlleJtivo di lavo ro .solarmmte a giustificare l'e.sistenza del sindacatO stesso. Que.sto deve avere una funzi one educa· liva1 aniJtenziale e Jociale, d ire/la a formare eJJenzialmente la co.Jcienza d el produllore.
Il Partito deve intervenire ancbe nei problemi del ro/locamento, perché euo è come il sangue che deve cù·èolare Ùi tuili gli orga11i della v ita Jociale italiana.
Dopo aver illustrato la/uni aJpetti della situazione particolare del bracci antato . della valle Pada na, il capo del Govemo conclude:
I . - L'ufficio di co/locamento deve avere la StJa sede pre.JJO il .sindacdlo dei presldtori di operd.
2. - Il deve compiere ITtfJe le funzioni sociali che d al/d legge e d al regime gli Jono nel campe1 del contratJo, del collocam enlo, de/l'aJJÌJienztJ e profe.s sional e.
3. - Tutta atti vità d egli 11ffici deve esure contro/lakt dal miniJte,·o delle Corporazioni al centro, dai Con.Jigli provinciali del · l'economia corporativa alla periferia e deve cuere anchè vigilata dagli organi del Partito.
* A Roma, nella sede del ministero delle Corporazioni, la mattina del 19 gennaio 1933 , Mussolini presiede l'assemblea generale del Consiglio nazionale delle corpora:z.ioni, che prosegue nella discussione (iniziatasi il 18 gennaio 1933) del teno comma dell'ordine del g iorno, «relativo alla riforma della legislazione degli uffici di collocamento». A l termine della discussi one, il Presidente del Consiglio fa le d ichiaraz ion i q ui riportate in riassunto (Da Il Popolo d'ltJia, N. 17, 20 gennaio 193 3, XX).
335• RIUNIONE DEL CONSIGLIO DEl MINISTRI *
Su proposta del capo del Governo, primo minùtro, segretario di Stato, il Consiglio dei ministri ha approvato: '
l. - Uno schema di decreto con il quale si iJtituìJCe p er la M. V. S.N. una «croce di anzianità di servizio». In occaJÌone del d ecimo anniver.rario d ell'ùtituz.ione della hf.V.S.N., viene -iJtiJuita la «croce di anzianità di servizio», da concedeni agli ed alla ir(1ppa che hanno compiul6 dieci anni di effettivo servizioJ ctmmlando, se d el caso, il servizio in quafitil di camicia nera e di ufficial e. A coloro che vcugono decorati della <(croce di anzianità» e du contino cinque anni di effetti vo servizio preuo tm battaglioJZe di camicie n ere è, inoltre, conceua la facollà di apporre !Ili nMtrino 111M apposita .. La «croce di anzianità» è meritato premio dei servizi _resi a/Id nazione da/Ja Milizia.
2. - Un dùegll(J di legge concemente modificazioni al regio decreto legge 6 febbraio 1927, numero 68, per q11anto riguarda le categorie di ufficiali fra i quali può esure scelto il capo di Stillo Maggior "g enerale. 111 uguiJo alla istitHzione della carica di ammiraglio di .rql/(tdra designato d'Armata) wrrispondente a quella di gmerale comandante designato d'Armata del regio EJercito, è stato nece.IJarìo comprend ere Jra gli ufficiali che po.JJono eJJere rh•estili della carica di capo di Stato 111aggior getu-ra!e anche gli ammiragli di squadta designali d 'Armata come i pari grado del regio Esercito.
3 . - Uno uhema di provvedimento r ecanJe modifirazioni, agli articoli 16 e 20 del regolamento 16 Jelt emhre 1926, m11"nero per l' ordinamenlo e le fun zio ni dell'Opera nazionale com baJJmti. A llo 1eopo di rendere pùì rapida la procedura JJabilita vige11li disposizi oni per l'esproprio delle t erre da bonificare dell'Agro Pontino, viene Jtabilita /'abbreviazione, da quindici a dieci giomi, del t ermine per /' a!]isJione aJ/'alho prel orio comunale del sunto delle richiesl e di esproprio da parte d eli'Op"era nazionale combattenti, e, da a venti giorni, del termine per la notificazione di event11ali dirilli reali e per la presentazione di opposizioni da parte dei proprietari ÙJ/eressaJi.
Ire si dùp one la rùo luzione di diritto degli affini e degli alt ri contratti
* il 21 gennaio 19H (ore 10-13.30). (Da Il PCJpo/() d' Italia, N. 29, 22 gtnnaio 19H, XX).
rigllarda,lti le t erre comprese nella zonu da bonificare, alla data di pubbli<azio ne del decreJo reale che t occa J!attribuzione delle terte stesse, senza attendere la scadenza d ell'am10 colonico in corso .
Poi il Co,zsiglio dei ministri, su proposta del capo del GotJeYno, mi· nistro degli Esteri1 ha appro vato i uguenti prot-•vedimenti:
1. - Un disegno di legge con cui il Governo viene a!Jiorizzato ad emanare il teJto unico delle d isposiziorri legillative sull'ordinamento e sul funzìol1amento delle scuole italiane all'eJtero.
2 - Uno schema di decret o per dare esecuzione a/J'accÒ rdo italo· costaricense del 21·23 dicembre 1932, che applica temporaneamente la clausola della nazioue pitì favorila ai rapporti commerciali di naviga· z ione e di stabilime11to tra i due pani
3. - Uno schm1tt di decrelo per dare esemzione allo Jcambio di note italo -britamtico, effetttUtiO in Ròma il 23 not•embre 19321 concer· 11ente ltt represJione del contrabbando dell'a11orio e del como di rinocerome tra la Somalia Italiana t la Colo,1ia britannica del Kmia .
4. - Uno .schema dì decret o per / 'iitituzione di seJJioni d i nami con valore legale nelle Jwole medie al fi estero affidale ad Enti, !Jtil11ti, Opere ed. Associazioni.
SULL'OPERA SVOLTA
DALLA MILIZ I A FORESTALE*
li capo d el Go11eruo, dopo a vere attentamente esaminata l'atti vità spiegata nei rimboschim enti1 • nella rico.strvzione dei bouhi deteriorati, neJle siltemazioni dei torrenti e nelle alt re opere montane anche a ca· rico del JotloJegretariato per la Bonifica integrale1 d ei miniJteri dei f.a. vori p"bblici e delle Comunicazioni, dei Comorzi di rimboJchim ento fra Stato e provincia, nelle migliorie dei beni terrieri dei comuni e d i altri Enti1 tra cui l'Azienda f oreste demm1iali, si è vivamente compia· ciuto per l'impulso impresso a tuili i lavori e particolarmente per l' unit à
• A Roma, a palazzo Venezia, il l O febbraio ·1933, Mussolini riceve « il ministro dell 'Ag ricoltura e dellt: Foreste, on Acerbo; il st:gretario dd Partito Nazionale Fascista, S. E. Starace; il generale T erut:z:i, capo di Stato Maggiore della Milizia; .ed il generale Agostini, della. Mili:zia Forestale, che g li hanno riferito sui risultati raggiunti da lla Milizia. Forestale nella complessa ed importante opera svolta nell'a nno X». Indi il P residente del Consig lio fa le dichiarazioni qui riportate. i n ri assunto. (Da Il Popolo d'[Jdlìtt, N. 11 febbraio 1933, XX) ·
di indirizzo e per lo Jl retto collegamento rhe vi ;{nota nella concezione e 11ella esecuzione.
In complesso, la Milizia Forestale, in base a progeJJi da eua compilati, ha la vorato in 1012 zone ed in otJanto/lo provimie, erogando nell'ultimo eurrizio finanziario circa ventinove milioni, che, in grandissima parte, per la natura Jteua dei lavori eseguiti in economia, sono stati .rpni per la mano d'opera' impiegando in. media eire! ollomila operai.
Riiu/Ja quindi che sono stati rimboschiti 9254 eJ/ari, cioè untt superficie corrilpondenJ e a quaJi tre volié e mezzo la media annua relativa al primo quinquennio fascisld (anteriore alla coiiituzione de/la Milizia Forestale) e dieci volle quella ,·iguardanle il cinqtlantennio prefaschta; e che, inolire, sono state colloc.::te a dim ora 49.742.700 piantine e circa 270.000 chilogrammi di semi, anche attrat'erso pri vllti rimboubim emi, degli alberi, parchi della rimembranza, bo.JChi del Littorio, frrtlto questo della be,nemerita opera di propaganda di A.rnaldo J1uuolini, continuata oggi dal iegretario del Partit o, preJidente del Com itato 11!1· zionale f orestal e.
Il capo del Govemo ha ancbe rilevato i't1tile e compleua opua comp;uta dalla Milizia ForeJtale per il riordinamenlo e per la tu tela economica del patrimo11io silvo-paJtorale dei comuni e di altri Enti morali, 111 circa quaJJro milioni di ettari di lavoro svolto per la compilazione dei regolamenti forestali provù1eiali, che sono J/at.i approvttti e che sono già in vigore in tutte le provincie del Regno; la sempre pitì om/ata e progredita gestione delle Foreste demaniali e l'impor/a,lta dei miglioramento dei pauoli montani1 per i quali Jotw stati approvati in quest'anno altri cento progelli, dell'imporlo di oltre Jelle milioni, venendo in tal modo ad Ùlleniiftcare questa attività, la q11ale, aumentando' la pro. duzione foraggera dei terreni paJ(o/it,i, mira alla protezione del molo, alla difesa del bosco ed all'incremento del patrimonio zootecnico, I lavori in coriO, riguardanti ii c111asto jol'estale, l'dpplicazione del nuovo vincolo forestale, le esercitazioni per l'add ertramento dei reparti ed il delicato iervizio della mobilitazione foresttlle hanno molto i nteressato iJ capo del Govemo, chi! è rimasto soddisfatto amhe per aver cousta/a/o come alla /emica non Vdda disgiunta una idonea preparazione militare. Un particolare encomio ha rivolto il capo del Govemo al comandante della M ilizia ForeJtale, per la perfezione raggiunta nel reclutamento del personale Cbe1 avvenendo con rigoroJi concorsi ed atJraverso la selezione delle JCllole allievi ufficiali di Firenu, allievi sollufliciali di V allomhroJa, allievi militi «Arnaldo Muuo/ini » di Ci/là D11cale, è da riteneni pienamente ri!pond mte ad una efficentiuima preparazione lemico ·mi/itare degli ufficiali c d ella truppa.
Il disagevole e pericoloso servizio di polizia compiuto quest'anno (nel quale la camicia nera Avalla ne Francnco J stata ucciia in confiitto , un'altra camicia 11era, BIIJolini Silvio, è morta per causa di ser· vizio, ed altre trenta sono rimaste ferit e od infortunate) è stato vivamente elogiato dal Duce, che ha constatato l'altiuimo sentimento del dovere ed il profondo spirito di -sacrificio che anima questa operosa Milizia.
336• RIUNIONE
DEL CONSIGLIO DEI MINISThi *
I n principio di .redzda, il capo del Govern o ha fallo una breve re· sugli ultimi ttvvenimenti di politica ester.:1 ed ha dichiarato che l e notizie portate alla commissione degli Esteri de/la Camera frtmcese circa tm esistente ·trai/alo di alleanza italo -tedesco-magiaro, sono inventate di sana pianta e che se non foJJero state fatte i11 quei/a sede, non varrebbe la pentt di smentir/e.
Poi, su proposta del cdpo del Go vemo, ministro degli A ffari Esteri, il Comiglio dei ministri ha appro vato i uguenli provvedimenti:
J, -Un dise.rwo di legge per l'app rovazione della convenzione itala-svizzera, firmata a Roma il 3 gennaio 1933, relativa al riconoJCi· mento ed all'esecuzione delle Jentenzc in maieria civile e commerciale .
2. - Un d i.segno di legge peY l 'approvazione del trdltato di amicizia, di commercio, di 11avigazione e di stabilimento tra il R egno di Italia e la Repubblica d el Pertì, stip11lato Ù l Lima il 6 febbrai o 1932. Successivamente, il Consiglio dei ministri, su proposta d el capo d el Governo, ministro dell'Interno, ha approvato i seguenti provve· dimenti:
I. - Un disegno di l egge recante modificazioni di aggiornamento e perfezionamento ai/d legge m/l'Opera nazionale per la protezione della mat ernità e. dell'infanzia. L'Opera 11dzionale per la protezione della maternità e. dell'infanzia, istituita con la 10 dicembre 1925, numero 2277, ha, nei sette anni della sua vita, svollo vasta ed efficace azione neli'adempimenlo delle me alte finalità, direJte ad assicurare l'in· cremento della natalità ed il miglioramento della rllzza, al/rdverso la JuJela igienica e morale della madre e del bambino. Peraltro, seJie anni
. "Tenutasi il 15 febbra io 19}} (ore (Da Il Popolo ti' IJalia, N 40, 16 febbraio 193 3, XX}.
di nperienza banuo meuo in l'opp orltmità di dare un migliore aJJelto aJ/a organhzaziom de/l'Jstiluto, per auicumrgli una maggiore orga11icità e snellezza di movimento onde rmderlo sempre più rùpondente alle esigenze d ei tempi. A tale scopo, il provvedimento appro vato oggi dal Consiglio dei ministri stabilisce, fra l'altro:
a) di ridurre il numero degli amministrato ri, sia al cetl/ro che a/Ja periferia (da trentoll o a tredici, per il Consiglio centrale, e dt:J venttmo e diciaue/le a IIOIJe, per i Comigli diretli vi d elle Federazioni provintidii),·
b) di sopprimere le Gitmte esecutive preJSo le Federazioni eia/i e di ridurre da n ove a tre il mmz ero dei m embri della Gitm/11 e seçrltiva centrale;
c) di coordinare, nelle provincie e nei co1mmi, le va;i e attività aJ· JÙtenziali a favore deJ/a madre e del f anciullo, t:Uidando la p residenza deJJe' Federazioni provinciali e dei Comitati cOJiliiJiali di pat ronato riJpeuivamenu .,i pruidi ed ai podeiià e ltt r:iceprnidenu alle .dirigenti d ei Faui f emminili;
d) di obbligo alle Fed erazioni provi n ciali ed ai Comitati d i pa· lrona/o di vale ni, p er la l oro gntione, dei ugrelari e d egli impiegati amminùlrttlivi provincia/; e comunali.
Il provvedimento allesta il vigile ed elficart! intereHameu/o del G overno jaicÌJ/tt per tutto quanto attiene alla dije111 della Jlirpe.
2. - Un dù egno di l egge retante modifictJ alle vigmti norme Juli'ordiname111o del urvizio di aJJÌJienza ai fanciulli illegiuimi abban· donali od npo!ti all'abb11ndono. Il provvedimento, ùmo r:ando ùi parte le dùpoJizioni che riguardano la competenza circa l 'onere della Jf'eJa per tale urvizio, è diretto a rtt/Jorzare e mig liorare, anche in queJio campo, l'azione (!//ammte umanitaria e Jociale Jvolta daii'Opèra nazionale per la protezione della maternità e. della ìnfanzùt_
3 . - Uno Jchema di decret o col quale si imerùce, nelJ'articolo 253 del teJto unico della Finanza locale, una norma integratìva diretta a conJelllire ai comuni, che, anteriormente alla .legge 12 lr1glio 1896, 1111mero 303,· avevano dùciplinato il urvizio della f ognat ura con p ropri regolamenti, imponendo il contributo di coJtmzione e di manutenzione, di contintl(!re ad applicarl i , anche dopo l'entrata in fJigo re del tnto unico anzidetlo D el provvedimento potrà beneficiare il cmmme di Milano, rilraendone i mezzi neauari per completare la importante re/e della JUa f ogJMfura.
DARIO LUPI*
Con le sue commosse parole, il Presidente dì questa Assemblea ha interpretato il sentimento.
li nome di Dario Lupi, fedde camicia nera della rivoluzione, deve essere ricordato da noi con memore simpatia. La sua memoria sia onorata.
PRESENTAZIONE DI ALCUNI DISEGNI ,DI LEGGE**
Mi onoro di presentare alla Camera i seguenti disegni di legge : norme per Ja repressione della propaganda illecita per lo smercio delle specialità medicinali; .
distacco dalla provincia di Savona dei comuni di Cogoleto e di T iglido e loro riaggregazìone alla provincia di Genova; rico stituzione del comune di Monteferrante in provincia di Chieti ; conversione _in legge del regio d ecreto legge 27 dicembre I93 Z, numero 1717, recante modificazioni agli articoli 31 e 54 della legge elettorale politica (testo unico 2 settembre 1928, numero 1993);
conversione in legge del regio d ecreto legge 6 gennaio 193}, numero 2, contenente norme relative ai servizi del ministero delle Corporazioni.
SPIE E CANNONI
La volontà di pace della Francia è manifesta e d ei suoi preparativi è flagrante.
L'altro giorno duecentoquaranta cannoni, usciti da una famosa fabbrica d'armi, situata in Cecoslovacchia, ma controllata dalla fin anza e da llo Stato Maggiore francesi, paSsavano non abbastanza segretamente
* Parole pronunciate alla Camera dt>i deputati, nella tornata d el .1.5 febbraio I9 H (ore 16-18.30), dopo la commemoruione del d eputato Dario Lupi ( 28 marzo 1B76 - 14 dicembre 1932) tenuta dal Presidente dell'Assemblea (Dagli Alli Jd . italitmo. Camera dri ùp11ta1i. Legislatura ril. Sn sione dt. Dimmioni. Volume VII, pag. 7602)
• • P:uole pronunciate alla Camera dei deputati, nella tornata dd 15 febbraio 1933. (Dagli Alli del P(lrltmlento it(l/itrno, CamrrtJ dei deputati. Legi· slaJKra ril. Seuù:m e rit , Ditrunionì. Volume" VII, pa.g. 7610.
OPERA OMNIA DI BENITO MUSSO LINI
in Serbia attraverso iJ territorio ·romeno; quas i in Austria veniva scoperta una pericolosa organizzazione di spionaggio, che sembra facesse capo a ll'addetto militare francese a Vienna.
· Anche il professar Eydoux aveva ·rivolto le sue attenzione verso il confine itala-austriaco prima di cad ere neiJc mani dei carabinieri italiani. Cannoni e spie fra ncesi ci rcolano con frequenza e con insistenza da ·Praga a Vienna, a Bucarest, a Belgrado, e tutto questo traffico f a capo a Parigi, è moSso, regolato, disciplinato da Parigi.
O ra l'Austria, che non si è lasciata ricattare dalle p rom?se di prestiti, ·né dalle minacce di ritiro dei crediti e delle adesioni fra ncesi ai piani di assistenza finanziaria; che non· sembra essersi g ran che rommossa per l'artificiosa montaturi delle armi mandate a Hirtenberg in riparaz ione, attira le attenzioni e suscita le preoccupazioni del servizio spionistico _francese perché il territorio delb Repubblica si incunea per tutta la lung hezza della sua frontiera no rd e sud orientale fra la Cecoslovacchia e la Jugoslavia. Questa interru zione di cont inuità fra i due Stati vassalli reitde evidentemente difficoltoso c complicato lo sviluppo dei p iani dciio Stato Maggiore f rancese, che in quel settore d'Europa prevede azioni militari d ei massimo interesse ai fini di una man ovra aggirante diretta contro !"Italia. Se, per esempio, l'Austria non esistesse, i duecentoquaranta cannoni Skoda passati alla Serbia non sarebbero stati costretti a fare un giro lungo e vizioso per arrivare a destinazione.
L' Aust ria dunque; così come è oggi, ostacola Io svi luppo e p regiudica il successo rapido deila manovra offensiva contro l'Italia; e Weygand ha fretta.... di di mostrare all'evidenza lo spirito pacifico della Fra ncia.
PRESENTAZIONE DI UN DISEGNO DI LEGGE*
Mi onOro di p resentare alla Camera il seguente disegno di legge: assimilazione alle cartelle di credito fondiario delle obbligazioni emesse dalla sezione finanziamenti dell'Istituto per la ricostruzione industriale.
• Parole pronunciate alla Camera d ei deputati, nella to rnata del 24 febbi"aio 1933 (ore 16-18.45), (Dagli Alli Jet Parlamento iJaliano. Camera dei deputali, Ugislatura oil. Seuione dt, V ll, pag 7837)
PRESENTAZIONE DI UN DISEGNO DI LEGGE*
Ho l'onore di presentare alla Camera il seg uente disegno di legge: approvazione degli accordi ìn materia di circolazione stradale, stipulati, tra l'Italia ed altri Stati, in Ginevra, il 28-30 mar'zo 1931.
142" RIUN IONE
DEL GRAN CONSIGLIO DEL FASCISMO**
Erttno prnenli le U. EE. De Bo oo1 Balbo, De V eahi, Federzoni, Giuriati, D e Francisci, Jung, Ercole, .Acerbo, Ciano, Rossoni, Arpinati, A1arco flÌ, Rocco, Tringali , T emzzi, De Stefani, BollaÌj giì on ore voli . Bmni, Clavenzani, Razza, T assinari, ed il professar "'Iarpicati. Segrrlarìo, l 'an. Achille Assenti giusti ficati S . E . Grandi e l'an. Adinolfì.
Sul primo comma dell'ordine dei giorno : « Eutme della si111az ione intemazionale », il Dt1c"e ha parla/o per oltre due ore.
LA dùmssione, alla quale hanno pdrtecipato De Fr.ancisci, Balbo, D e B ono, Rocco, Jtmg, RoJJoni, Starace, Feùrzoni, Giuriali, ricwrmta dal Dua, s'è conchiusa con la seguente dichiarazione:
« Il Gran Consiglio del fa u ùmo, all'inizio della snsione dì primaVf!ra d ell'armo rmdccim o dell'era f auiJta, presa in esame la situazione, :om'è venuta determinando si in seguito ag li ultimi avvenimenti, d icbiara ancora u na volta, esplicilammtr, al popolo italùtno ed ai po-
• N ella solitudine d ella. n oa:a de lle Caminate, il 4 marzo 19H, M us· solini aveva scritto lo schema d i un patto fra le qu::.ttiO maggiori potenze europee, inteso ad assicurare un equilibrirl cont inentale attraverso la pacifica rev.isione d elle pi ù. ingiuste clausole dei trattati di pace. In sei articoli, quella sua prima stesura prevedeva l'impegno d ella Francia, Germania, Inghilterra e deii'Jtalia di rea.l izz:ue una effettiva politica di collaborazione per la pace, e di farl a adottare dai terzi, attraverso la conferma della revisione prevista nell'a rticolo 19 del patto della Società delle nazioni. Il principio sarebbe st ato applicato n ell'ambito della stessa Società, La parità di diritto, da attuare gradualmente, doveva essere riconosciuta alla Germania. U na linea di condotta comune doveva essere anche p er le quc.o;tioni extueuropee Rientrato a Roma, alla Camera dt'i deputati, nelb. tom-1ta dell' 8 marzo (ore · Mussolini p ronunci.a le parole qui riportate. (Dag li Atti d el it11lù:nq. C.:mera dti d ' p"t<tti. ùgiJ!atura cit t ir Dimmitmi Vq/ume V ii, pas;. 8:022)
u T enutasi a palazzo Venezia il 9 marzo 19H ( ore 22-t;,o). {Da Il Popolo d'Iralia, N 60, 11 marzo 1933, XX).
poli degli altri paesi, che la politica estera dell'Italia jaJCi.Jta è guidala da/ fermo proposito di non turbare la pace e di collaborare al politico, economico, morale dell'Europa;
« riliene che la conferenza del disarmo. non può giungete a riJ/Iltati positivi se non accogliendo le sole proposte concrete, che Jono quelle avanzate dall'Italia; ·
«riconosce nel moto fasciJta, che si sviluppa o/ire le frontiere d 'Italia, l'affermarsi di uno spirito nuovo, che, direllamenJe e indireJ/amente, trae alimento e guida da quel complesso solido di dollrine e di istituti per cui l'Italia ha creato io Stato moderno,· Stato di popolo, inlno, questo, nella sr1a effcJJiva realtà sJorica, organica, viventej
«invita le camicie nere dì 111/ltl /Jalia, alla vigilia dd XIV annuale d ella fondazione dei Fasci Italiani di Combattin?mto1 a sentire l'orgoglio e la grave respomabilità di quest'ora e a lavorare imtanoabilmenle per la po1enza della parria t per i 'npamione dello spirito fascista nel mondo».
337' RIUNIONE DEL CONSIGLIO DEI :MINISTRI*
S11 proposffl del capo del Governo, primo ministro, ;egretario di Stato , il Comiglio dei ministri ha approvato :
1. - Uno schema di provtmlimmlo che coordina le dùposiziolli conJenute nei regi decreti legge 24 luglio 1930, numero 1094, e 6 no1Jembre 1930, mmuro 1559, circd la decadenzd de/la pensione in CdSO di perdita della cilladintalZ:t iJalùw a ed introd11ce alrune alle disposizioni stesse, ra vvisate necessarie in all'applicazione degli accennati regi decreti specie nei rig11ardi dei connazionali altestero
2. - Uno schema di provvedimento co11 il quale1 in andlogia a quanto 1Jenne dùposto per le assrmzio11i di personale nelle" varie carriere delle ammùiistrazioni dello Slato, il limite maSJimo di età previ!lo dagli OJdinaJI'Jmli per l'amminione ad impieghi preno le provincie, i comuni, istituzioni di beneficenza ed b 1fi di diri/Jo p11bblico, comunque sotloposti ttllct vigilanza dello Stato, è ele vato, per ooloro che ri111lt i no iurilli al Patti/o Nazionale Fasci!ta prima del 28 ottobre 1922, di 1m periodo pari al tempo in mi anteriorm ente a tale data appartennero al ParJiJ o.
• Tenutasi il 18 marzo 1933 10 -12). (Da ll Popolo d'ltalitJ, N. 67, 19 muzo XX).
Poi, il Consiglio d ei minùtri, SII proposta del "iapo del Governo, ministro degli .Affari Esteri, ha appro vato i seguenti provvedimenti:
1. --: Un disegno di legge per l'approvazione della convenzione con· cernente iJ lavoro forzato o obbligatorio adottata dalla conferenza. inter· nazionale del lavoro (Ginevra, 10-28 gi11gno 1930}.
2. - Un disegno di legge per della convenzione per la marct1!11ra delle 11ovtt nel commercio internazionale, firmata a Br11xelln trd l'ltttlia e altri Stati l'l l dicembre 1931.
3. -Uno schema_di decreto per l'e.secuzione nel Regno degli accordi internazionali in materia telegra fica, telefonica e radiotelegrtJfica, .stipultJti a M adrid tra l'Italia e altri Stat i il 9 ·e 10 dicembre 1932. dal Consiglio dei miniJtri sono stati approvati, Ili proposta del. capo del Governo, ministro dell'Interno, i uguenti provvedimenti:
·z. - Un disegno dì legge per il cqordinamento · e l'im egrazione delle norme dirette a diminuire le ctune della malaria. Secondo l e sta· tisticbe, i morti per l'endemia ma/arica dd 21 .033 11el 1887_sono scesi a 4.084 nel 1922 e a 2781 nel 1930. La •·iduzione della mortalità per malaria durante il regime fa.sciJta (trenta/re per cento), malgrado il concorso di ·rirro.stanze rhe aVrebbero potuto aggravarla, soprattutto J'adden.sanunto della mano d'opera impiegtfta nei vasti lavori di bon ift.ctt, è dov11ta alle tempestive ed opportune previdenze govemtltive, quali la riforma dei servizi sanitari, la ohbligtlto ric!à degli interventi anofeliri, Id •iorganizzazione dei Jerflizf antimalarici, ecc. Pe r continutJre con mag· giare coordinazione di criteri e di mezzi l'azione avviata con cosl tangibili riutltati, si è riten11to opportuno rivedere la legislazione al/ual e in materia, finora frammentaria e suddivittJ. A tali scopi mira il disegno di legge approvato oggi dal Consiglio d ei ministri, stabilendo, fr a l' altro:
a) l 'istiluzione dei comitati provinciali nelle provincie dove esistono zone malariche, per la l otta antimalarica, con .rede presso l e amministrazioni provinciali;
.b) la pouibilità di ajJidtJrè /'aJIÌJlenza antimalarica "in alcune zone di· territorio a Enti riror;o.rciuti idonei tJtlo uopo solto la vigilanza del ministero dell'Interno;
c) la fornilttra del chinino e dei medicintJ!i IIIJJidiari, nonché l'assistenza medica a domìcilio o in ospedale e la continuazione dell'assistenza medica a domicilio o in ospedale e· la continuazione dell'assistenza sanitttria pn- sei mesi SIICctSJifli aJ giorno della ceuazione Jet la11oro, anche quando· i colpiti si portino in z ona diversa dtt. q11e//a malarica,·
d) la possibilità di estendere, 4nche a carico dei privati, l'obbligo delltt protezio11e meccanica delle ahi/azioni e dei rico veri d ei lavoratori in zona malarica
e) la sùtemalica applicazione degli intervenli 411/Ìanofeliri, con partirolare rigmlrdo alle zone di territorio adiacenti agli aggregati urbani. Con lo stesro provvedimmto, inoltre, allo uopo_di porre termine alle divergeme sorte nella giurisprudenza e nella d ourina rirca la questione se la malaria costituisca inforllmio mi lavoro, mentre da tm lato si esclude dai casi di infortunio l'evento dannoJo derit·ante da infezione nutlarica, dall'altro si impongono agli imprnari di lavori pubblici in zo,u malariche /amllivi obblighi per la tutela della salute dei !at'OI"alori e sì assicura, nel contempo, in caso di morte per febbre pernirio.ra, mza speciale sovvenzione a favore degli aventi diritto e ciò (lnche se il colpito 11011 sia Jlttto a.Himrato contro gli infortuni, Il provvedimento, mira t1d tm miglioramento della salute pubblica in generale, ridonda, i n modo pdrticolttre, a beneficio dei lavoratm·i nei comprensori di bonifictt idrafllica e di trasformazione foudiaria che si estendono a oltre cinqùe milioni di ettari di tr:nw1.o.
2. --:- Un disegno di legge recante norme per la sùttmazione giuridica di alcrme categorie di dentisti pratici. Jt provvedìmfnto, giusta una recente promessa fatJa dal GotJerno fascista alla Cmnera dei deputati, recd norme Jra m ilorie, c-he, pure smza ledere i principi informatori dell'ordinamento legislativo !lilla odontoitttrìa, comentono la revisione di alcuni cn1i particolari, apparsi meritevoli di rìguatdo, per 1111 d overoso semo di eqrtilà.
3. - Un disegno di legge recante dispo1izio1Ji per la disciplind del servizio di u grelerid nelle podes/erìe di Rodi e di Coo. Il provvedimento, auicurando una migliore attrezzatm·tl dei servizi m rmiàpali, verrà a contribuire allo sviluppo economico e turistico di q11ei due importanti retUri delle i1ole de/J'Egeo.
4. - Uno schema di provvedimento legislatit'O rectmle 11orme integrative delle diJposizioni JUi urvizio di ùzvesJigazione.
LUIGI DI SAVOlA *
Signori senatori !
Con alta c commossa parola il Presidente de11a vostra Assemblea ha testè .mirabilmente rievocato dinanzi a voi la vita e le opere del Duca degli Abruzzi.
• Il 18 ed il 19 marzo 1933, Mussolini si era incontrato con James Ramsay MacDonald, capo del Governo britannico, e con Sir John Sim'on. ministro degli Affari Esteri d'Inghilterra, venuti espressamente a Roma per d iscutere con il Presidente del Consiglio italiano lo schema del patto a quattro redatto
La sua figura di navigatore, di esploratore, di pioniere, d i scienziato è passata dinanzi al vostro spirito e insieme una serie di vicende gloriose che già riempirono le cronache del mondo e oggi sono consegnate per sempre alla storia.
Precursore ed incarnazione compiutissima egli fu dell'italiano nuovo, p er il quale il titolo, il nome, il passato, la tradizione hanno valore solo in quanto siano stimolo al compimento di più gravi doveri ed alla ri· vclazione di più forti virtù.
Dalle solitudini sconfinate c d eserte del Polo alle cime inaccessibili delJe montagne, dalle immensità tempestose degli Oceani alle inospitali lande africane, dovunque, il Duca degli Abruzzi espresse nello sforzo teso ad una conquista il suo animo di combattente, che, durante le lunghe navigazioni per tutti i mari , aveva appreso fin dalla adolescenza sog natrice l'arte del freddo ardimento e il metodo d ella te nace pazienza. Non solo l'obiettivo o il risultato felice delle imprese, ma il « modo )) sollevava i più g rand i e ntusiasm i fra il popolo italiano e fra tutti i popoli civili.
Egli m eritava il titolo di «eroe)> nel significato più vasto e profondo del termine. Spregiatore d egli agi, del riposo, delle futili se anche talvolta inevitabili cosiddette mondanità, egli amava il rischio con le sue incognite, il pericolo con le sue seduzioni, la solitudine con i suoi silenzi, che pongono fmal men tc l'uomo a cont:i.tto con l'essen· ziale e l'eterno.
Egli fece della sua vita una ininterrotta, severa mi liz ia e nelle opere di pace e in quelle di guerra preferl, al molle, il clima duro. Taciturno, come coloro che molto videro e molto compresero, schivo di clamori e di onori come i privilegiati che non sanno sostare nemmeno per raccogliere l'alloro d ella g loria, poiché una segreta ìndomita volontà li' sospinge ad andare più o ltre .
Anche morendo, egli ha rivelato la sua anima, chied endo di r imanere nella te rra somala da lui con sacrificio incessante, con quotid iano, umile lavoro, chiamata alla fertilità.
I gaglia rdetti abbrunati delle camicie nere si inchinano oggi, con atto di rc\"ercnza e di amore, sulla salma d el principe sabaudo. ·
Egli si J.vvia tra le grandi or:-bre, salutato dal nostro appello, che da quest'ultimo (199, 304). Al Stnato, nella tornata del 20 marzo ( ore 16- 16.20), in commemora:tione di Sua Alte:r:za Rea le Luig i di Savoia, duca degli Abruzzi ( 29 gennaio 1873 • 18 marzo 1933), pronuncia il discorso qui riportato. (Dagl i Alt i parlamentari Jella Camera Jei una/ori. D iusmion i U girl alllf"a à t . Sessione rit. Volume V, pagg. :5897·:5899). ·
echeggia potente dai lidi della madrepatria a quelli dell'Oceano Indiano. Il Duca degli Abruzzi è p resente fra noi e presente rimarrà nel memore, fedele cuore del popolo.
338" RIU N IONE DEL CONSIGL·IO DEI MINISTRI*
( +) Alla fiJJe della ud1ita, il capo del Governo ha f ;tto delle CO· municazioni circa i recenti incontri e l e co nver;azioni 111i problemi imefnazionali. {Il Comiglio dci m inùtri ha accolto con viva JoddiJfazio ne le parole del capo d el G overno) .
NEL QUATTORDICESIMO ANNUALE DELLA FONDAZIONE . DEI FASCI A PALAZZO VENEZIA**
Il D uce, do po avere rivo /lo il 1110 p rimo pemiero ai caduti f aschti, alle loro tJedove e ai loro orfani, MIuta i muti/alì ed i feriti della ri voINzione .
Quindi, parlando ai ;amepolcriJti, dic e lo ro che i quallordicì anni trauorsi dalla prima adm1111a ad oggi, hanno laJciato imani lo 1pirilo1 /' mJmiamJo, la fede, la d evozione a fl fl catt M.
Fra continue, appauionate inlermzioni di romemo e di plamo t11· luJiaJiico, il Dfl(e afferma che tuili i JamepolcriJJi 10110 degni della gran· dioJa, simpatica accoglienza fa t Ja lo ro Roma, che n oi stiamo resti· tumdo alla sua missione di cuore di fiauol a d el mondo.
Egli ricorda quindi cbe il perfello fascista deve uniformare 1·igoro· samenle ma vita, in Jlllli i m oi aspetti, agli ideali del f as cismo ed ai
• Tenutasi il 21 marzo 19H ( ore 10-1 1.3 5) (Da lJ Popolo d'!Jalitt, N 69, 22 marzo 1933, XX).
•• A Roma, nella $ala Regia di pa la zzo Venezia, il 24 19H , alle 12, in occasione del quattordicesimo annun!e della fondazione dei Fasci Italiani di Combat timento, Mussolini riceve i sansepolcristi, i segretari federali, le madri, le vedove e le fami glie dei martiri fasc isti, i mutilati ·ed i feriti fascist i. Al sal uto rivoltogli a nome di tuili i presenti J al deputato Ach ille Starace, i l Presidente del Consiglio risponde con le paro le qui riportate in riassunto . (Da ll Popolo d'Italia, N 72, 25 marzo 1933, XX).
categorici imperativi morali della ri voluzi one jaJCista. (Le parole d el Duce sPscitano i n 1111/i i presenti una pro f onda commozione e sono Ja· Iuta/e alla fine da una vibrante ovazione, che si profrrte per alcuni minuti) .
NEL QUATTORDICESIMO ANNUALE DELLA FONDAZIONE D EI FASCI AL SENATO*
·Ring razio il Presidente delle sue parole e l'Assemblea del suo sa luto. Ho fatto fin qui e continuerò a fare semplicemente il mio dovere.
NEL DECIMO ANNUALE DELL'AERON AUTICA* *
Il Duce incomincia quiudi il gran rapporto ricordando come la A erona11tica abbia il s11o decimo ammale rendendo omaggio alla
.Maestà del re e visitando poscia la 1\Iostra della rivoluzione.
Afferma che l'ala d'/lalia è risorta per merito escl11sivo d el fasci.rmo. S enza la rivoluzione, l'ala d' Italia non sarebbe .rtç;Ja rifo.rtmita.
Accennando al lavoro svoJJo nei primi dieci anni, il capo d el Governo ne ricorda l'imp ortanza e la vaitità; dùe che è merito di lltlli gli ufficiali c sollulfiriali e soprallulto dei ministro Balbo, che egli nominò nel 1926 souougretario e nel 1929 miniitro delle Forze aeree italiane .
Il generale Balbo - afferma il D11ce- ha. portato ne ll'aviazione il suo spirito di ardito di guerra e di squadrista, congiunto con la tenacia, con ìl senso dell'o rganizzazione e della discip lina, doti senza delle qual i nulla è possibile costruire. ·
• Parole pronunciate al Smato, nella tornata del 24 marzo 1933 (ore 16-19.45), dopo la celebrazione dd quattordicesimo annuale della fondazione dei Fasci fatta dal Presidente dell'A5setnble-a. (Dagli Ani parlam emtJ:Ti della Ct:tm"a Jei senatori. Dùrunioni. UgiJ/aJura rit. Seui one àt. Volume V, pag. 5996).
• • A Roma, sulla via dell'Impero, il 28 marzo 19H, alle 10, Mussolini passa in rivista quattromila fra ufficiali e sottufficiali dell'Aeronautica., decora della medaglia d "argento la bandiera dell'A rma e consegna le medaglie alla memoria di alcuni caduti. Poi, su l Palatino, nello stadio di Domiziano, tiene a gran rapporto i quattromila aviatori. In tale occasione," dopo il saluto rivo!· togli dal ministro Italo Balbo, il Presidente del Consiglio p ronuncia il discorso qui riportato in riassunto. (J?a Il Popolo d'lMlùr, N. 75, 29 marzo 19H, XX).
il capo d el Governo ri v ol ge un elogio a JuJJi gli uffiàali e ciali per lo 'Jtile magn;fiw (Oi qiJ(Jle hanno Jfilttto nelle vie di Roma e nella via d el/' l mpei'O,
PREFAZIONE A «TESTIMONIANZE STRANIERE SULLA GUERRA ITALIANA»*
Nella vasta letteratura pro\'Ocata dalla g uerra mondiale - volumi quindicimila si.n qui, in tutte le lingue - ITtalia è rappresentata da una aliquota modesta e Comunqu e non certamente proporzio nata all'entità del nostro sforzo. Questa nostra «discrezione», sulle cui cause è inu· tile fare discofso, ha g iovato a tutt i coloro che p er motivi politici hanno cercato di svalutare il contributo di sangue dato dall' Italia alla vittori a degli Alleati :B questo uno dei motivi p er cui, a parte l'intrinseco, notevolissimo nlore dei libro, mi è grato di presentare ai lettori italiani - combattenti e non combattenti - il volwne del g enerale Adriano Albcrti, a\•cn te per obietti vo la raccolta e l'illustrazione delle testimonianze straniere sulla guerra italiana. 11 libro è diligentemente documcn· tato, bene congegnato come distribuzione della materia, scritto in una forma non ridond ante m:l. per ciò stesso più efficace; è u n libro che fa ricordare molt i C\'Cnti dimenticati, e imparare molte .cose, in g ran parte a da quasi tutti ignorate. F; un libro che rende piena, solare giustizia alla magnifica prova delle armi italiane e quel che più conta attraverso le parole degli ex-nemici. t un lib ro che d eve essere let to , d iffuso e me· ditata, non solo i;, ltali a, ma nel mondo, poiché ristabi lisce la verità offuscata per troppo tempo dalla diffamazione e dalla menzogna Non vog lio soffermarmi sulle p rime cinq uanta pag ine dedicate ai precedenti del nostrò intervento e a lle negoziazioni coll'Austria. Oramai da pa rte ex-nemica si è g iunti a lla convinzione ch e l'Ita lia non poteva marciare che l'Italia non pote\'a accettare il «parecchio» - offerto nell'ora estrema. Due sole testimonianze basteranno. Q uella di von Bi.ilow, il q uale nelle sue deplora la« scarsa lealtà di Berlino», le continue « oscillazioni)) dei Bcthmann, dei Berchtold e simili Burian; le «suscettibilità senili » per cui si erano sempre trattati gli aJleati ital ian i da quamité négligeable e di avere avuto mano libera q uando era ormai troppo tardi. Non esplicito è nelle sue M emorie
* MINISTERO DeLLA G UERM. COMANDO DEL CoRrO DI S TATO M AGGIORB - T estim(mian ze Jtra.niere sulla gue rra italimt4. 1915-1 9 18 Del generale Adriano Alberli - Edilo a cura del giorna le Le Forze A rmale, Roma, 1933, XI.
il. principe di Windischgraetz, che fu dwante la guerra ministro del Vettovagliamento in Ungheria, il quale denuncia « la inettitudine di Burian, che negoziava coll'Italia senza mai g iungere a sapere quanto si doveva accordare e quanto rifiutue, il tutto conseguenza da parte nostra (austroungarica), della mancanza di un p rogramma e di assenza assoluta di onestà. Gli italiani dice il Windischgraetz - sapevano che nel caso in cui noi fossimo stati i vincitori, avremmo ripreso loro immediatamente quanto avevamo promesso >>.
Ciò stabilito si può passare oltrè e vedere quale fu il valore dell' inten ento e per l'aiuto dato agli Alleati e per l'epoca in cui avvenne Per il ministro inglese Grey, l'intervento dell'Italia aveva un'« importanza enorme» e si verificava in un momento nel quale « le nubi si accumulavano e le aspettative si offuscavano sempre di più». L'intervento dell'Italia alleggerì immediatamente · la pressione austro-ungarica sulla front e russa, poiché ben diciotto divisioni nemiche si schierarono sull'lsonzo, divisioni allenatè da un anno di esperienza guerresca, ancor bene equipaggiate e animate da un alto morale, poiché, come ha detto Hindenburg, «contro la Russia l'esercito austriaco combatteva soltanto coll'animo, contro l'Italia, invece, anche col cuore». Siamo alla p rima battaglia dell'Isonzo, giugilo-luglio 1915. L'Austria ha in l inea duecentoventuno battaglioni e occupa i ciglioni del Carso. I combattimenti sono asprissimi. Le fanterie italiane p rodigano il ]oro sangue. Il generale nemico Krauss dà questa superba testimon ianza dello spirito aggressi\'O delle truppe italiane.
ttuppe del Carso - dice il generale Krauss - nei combattimenii p reli minari del 6 al 22 giugno doveuero r e.spingere quarantuno auacchi ; nei sed ici giorni poi della grande battaglia da l 23 giugno al 7 lug lio d ovettero ott:mtasei pericolosi attacchi. Molti di questi attacchi portarono, dopo il perman ere di intere unità sotto il fu oco di artiglieria pesante, dietro cattivi ripari, a mischie a corpo a corpo. In frequenti lotte di ore e ore, ovverG i n contrattacchi nottu rni, fu necessario respingere il nemico penetrato nelle nostre linee. Questa battaglia. sarà sempre il massimo onore per le truppe che vi hanno partecipato» ·
Dal maggio alia terza battaglia dell'Isomo l'Austria richiamava sei divisioni dalla fronte russa e otto da quella serba, fronte quest'ulti ma che diventò di« tutto riposo >> e di completa inazione. Nonostante l' inattività assoluta della Serbia e l'ammassamento delle divisioni nemiche sul froO.te dell'Isonzo, l'esercito italiano iniziava, nell'ottobre del 1915, quella che fu la terza battaglia dell' Isonzo. Battagia durissima per gli italia ni e che sottopose ad una sangu inosa usura le truppe austro·ungariche, come attesta il generale Krauss.
«Nella zona del monte N ero - scrive il genera le Krauss - opera\·ano g li ·ec<:ellcnti alpini: la fanteria italiana a Piava, su l Sabotino, sul Carso. D ell'energia colla quale procedevano gli italiani è prova il fa tto ·che essi. davanti un settore di battaglione diedero J'ass.o.h o sette volte !asciandovi ottocent o cadaveri. Sul Carso la cima dei San :M..ichde passò di mano in nuno e la lotta fu così acerba che il terzo reggimento honved perdctte il 31 ottobre mille uomini e le valorose truppe della ventes ima divisione ungherese erano cosi esauste che dovettero essere sostituite».
Quella che fu 1a quarfa battaglia dell'Isonzo, svoltasi dal lO novembre al 2 dicembre, è detto eloquentemente dallo stesso generale Krauss:
« In quar.-.ntasette giorni gli italiani avevano a ttaccato quindici volte il Sa· botino, quaranta il Podgora, trenta Oslavia Non meno furiosa era la lotta sul Carso. La didassettesima divisione austriaca dai ottobre :ti novembre p erc:lette d uccentocinquant3 ufficiali e undicimilaquattrocento uomini e contava al 17 n ovembre, ad onta dell'inco rporamento dei complement i d isponibi li, soltanto settemilacinquecento uomini »
Lo stesso austriaco è forzato a riconoscere che le fan· terie italiane «mostravano un notevole spirito offensÌ\'0 nel l'avanzata e un grande valore nei corpo a corpo)). Il 1916 comincia, in Francia, col grande attacco a Verdun. Il maresciallo Joffre chiede a un aiuto · i ndiretto. N el inarzo gli italiani attaccano infatt i nella zona del San chele. Cinque g iorni di aspra battaglia dall'll al 15 e g li austriaci ebbero non meno di tremibcinquecento morti e feriti. IL 1916 è l' anno della spedizione punitiva, cominciata con tante speran2e austriache e infranta dalla resistenza italiana. Il generale von Kuhl ammette, nella sua opera sulla guerra mondiale, che « il vertice della parabola era già sorpassato, le forze cominciarono a zoppica re e l'attacco m anguidl. La tanto ago· g nata calata a l piano, il colpo nella schiena degli italiani non dusd >).
Il maresciallo Pétain, nel suo libro sulla Battaglia di Verdun, riconosce il vigorè con cui fu condotta la controffensiva sull'altipiano d i Asiago e testualmente aggiunge :
• francese impegnato da solo e da tre mesi contro il grosso delle forze nemiche, il genemle Cadorna portava un primo aiuto colla bella resistenza e il contrattacco delle sue truppe »,
Il 1916 è anche l'anno della conquista di Gorizia, La manovra di Cadorna, che consisté nel rapido trasporto dalla fronte del T rentina a quella· dell ' lsonzo di circa tre-centomila uomini, appartiene alla grande strategia. Il generale Falkenhayn scrive:
<t La conquista di Gorizia p rodusse una grave e costrinse eziandio a to·s liere a lcune divisioni dalla fronte ori entale sosti tuendole con truppe germaniche. Questo fatt o ebbe una. sfavorevole influenza s ulla condona della guerra in ge-
nerale. Le fatali conseguenze dell'impresa compiuta per suo conto dall'AustriaUngheria nel Trentino continuavano tuttora a manifestarsi e l'ultima., l'entrata in guerra della Romania a fi anco dell'Intesa, stava per verificarsi. ·Gli avvenimenti deli'Jsonzo furono decisivi a tale riguardo ».
Il generale von Pitreich , capo di Stato Maggiore dd maresciallo Boroevic, rileva «il furore col quale gli italiani, dopo la conquista di Gorizia, cercarono di allargare verso oriente la loro occupazione)>. Il generale von Kuhl ammette che colla presa dì Gorizia « Cadorna aveva ottenuto un gran success'o >). Il generale Alberti riporta quindi alcune bellissime pagine deùicate dal T revelya n alla espugnazione del Sabotino, alla conquista del Podgora, all'entrata in Gorizia. Si leggono con emozione, vi ritroviamo i nomi di Badogl io e di Baruzzi. Anche il colonnello d ' artiglieria francese Corda, ricordando dopo la p resa di Gorizia la settima, l'ottava, la· nona battaglia riconosce che il 1916, d:1l punto di vis ta guerra, si chiudeva briiiantemente per l'esercito italiano.
Dopo pochi mesi di sosta: invernale, nel m:1ggio-giugno del 19 17, cominciò la decima battaglia dell'Jsonzo sul fronte da Tolmino al mare. Quale e quanto spirito animasse i soldati it aliani è detto dal generale Pitreich, capo di Stato Maggiore di Boroevic.
« Con ostinazione - dice il Pitreich - che bisogna riconoscere, continuarono g li ita liani il 24, 25 e 26 maggio i loro sforzi di aprirsi a forza la via di Trìeste. Giorno e notte, specialmente sull'altipiano carsico, si combatt! furiosamente corpo a corpo. Se recare stupore l'ostinazione colla quale il ne· mico cercò, con 'ripetuti sforzi, di conquistare i suoi obiettivi, tanto nella l:Ona d i quota " 652" di monte Santo, quanto nella valle del Vipacco, d'altta pute anche gli auacchi in massa, contro !a salda difesa dell'altipiano di Comen, erano, per v("''O d ire, arditamente paueschi ».
Una magnifica pagina è dedicata da llo scrittore inglese Trevelyan a quelle giornate d i gloria e di sangue, nelle quali rifulse, in tutta la sua luce, l'eroismo dei soldati d'Italia.
« Dall'altra par te del fiume - scrive il T revelyan - la battaglia su monte Kuk. bene, Il fianco scosceso della montagna, insuperato per due anni, finalmente cadeva. Il bombardamento preliminare italiano aveva distrutto in poche ore i reticolati e le trincee austriache, come l'anno prima sul Sabotino. La fanteria, lanciata all'assalto, si anampic.ava in ordine serrato sul tratto più erto dd lungo pendio, e raggiunta la vetta. s'impegnava i n una serie d i attacchi e contrattacchi. T utte le armi, fant eria, genio, art iglieria g31eggiavano in bravwa Di notte, quella strada lungo la gola era soffusa di bellezza e d'incanto; i pinnacoli del Sabotino, alti fra le stelle, eruttavano fuoco dalla roccia; s'udiva accanto, unica voce nella vall ata, il fi ume invisibile e si sentiva la p.reseoza dei
due eserciti silenziosi; i riflettori, lentamente erranti da cima a cima, ora illuminavano il nudo ba hurdo del San Gabriele, ora percuotevano l'ultimo ischetetcito avanzo del convent o sulla vctt.1 dd Santo, ora spingevano al dì là i loro fasci luminosi, 3bbagli.rnti Pi bia nche zza, fra la monta,;na nera e i l cielo n ero, sempre di r iUi e puntati, come l'indie<· sca rno e teso della morte».
Mentre sulla fronte italiana si combatteva e si vince\'a, la fronte russa crollava' completamente e tutto l'intero esercito austro-ungarico si rovesciava mntro l'Italia. Dopo alcune settimane di sosta, aveva inizio al 17 agosto Ja undicesima battaglia dell'Isonzo, che sfondò il fronte nemico e conquistò tutto l'altipiano della Bainsizza. ·
N elle M em01ù, Ludendorff così valuta le conseguenze della vittoria italiana
« Sulb ddi'Jsomo - dice Lud endorfT - era cominciata alla fi ne d'ago.\to la u ndicesima bamglia dell' lsonzo, su sett:\n ta chi lometri di este nsione, terminata col d egl i italiani G li eserciti austro·ungarici avevano, per vero, t enu to ma le loro perdi te sul C:uso erano stati così gravi e il loro spirito n' era uscito talnlentc S(osso che, nei ' competenti circoli austro-ungarici, si comi nciava a credere che g li eserciti austro-ungarici non avrebbero potuto sostenere né un proseguimento della battaglia, né un dodicesimo attacco sull' Isonzo. L'armata austro-ung:trica su l fronte italiano aveva bisogno di aiuto da parte delle truppe tedesche >;.
Truppe tedesche furono mandate in forti cont ingenti p er -la do dicesima b attag lia deii'Isonzo, quella che è legata al nome dell'oscu ro paese, dove il primo sfondamento si verificò. Il gene ra le Alberti ded ica molte pag ine alla battaglia, scguendonc Jo svolg imento giornata per giornata, ora per ora. Si tratta di un rovesc io di natura assolutamente militare. Un successo tattico iniz iale del nemico, che p rovocò un risultato strateg ico di una certa portata. Lo sbandamcn to inevitabile f u una conseguenza, non una causa. E necessa ri o, una volta p er sempre , stabi lire ch e anche nelle g iorna te che vanno dal 24 ottobre al 9 ·10 novembre del 1917 le t!uppe italiane si batterono con alto spirito mili tare. Il nemico stesso Jo attesta n ei suoi comunicati, che il generale A ll:>erti non riproduce, ma che io stimo necessario fare conoscere agli italiani di ieri a quelli di oggi e a quelli di domani.
Ecco il bollettino austriaco del 25 ottobre : .
«Alle sette del mattino, le masse di artiglieria diedùo ini zio alla loro opera distruttrice. Un'ora pi\l tardi, fra bufera, nevischio, pioggia, la fan ter ia procedeVa all'assalto Tempo e monti sottoposero le truppe ad un cimento estremamente grave; il nem ico si difese strenuamente. Nella parte settentrionale dell'altipiano di Bainsizza, ie ri l'esercito italiano oppose ancora una violentissima resistenza ai nostri attacchi ».
Ed e<:co il bolletti no germanico di pari data, 25 ottobre 1917, firmato
Ludendorff :
« M algrado l'accanita difesa, le nost re truppe scalarono g li scoscesi pendi montani cd i mpetuosamente assalirono i punti d i :tppoggio avversari coronanti le alture. l a tenace re:sisten la degli italiani dovette essere in vario modo spezzata in aspri corpo a corpo »,
Bollettino austriaco del 27 ottobre :
«Sull'altipiano della B.1insizu g li ita liani hanno difeso il terreno palmo a p3 lmo».
Bollett ino germanico di pari
« Le divisioni germaniche e a ustro-ungariche han no progredito, rompend o a più riprese la t enace resistenza ».
Bollettino :mstriaèo del 29 ottobre :
«Gorizia fu redenta dopo aspri con1battime nti per le vie; più tardi nella sem fu risalito il Podgora. Il settore di Oslavia, il monte Sabotino, il Korada furono teatro di lotte accanite».
Bollettino germa nico del 6 novembre (Ludendorff):
« Verso il corso dd fiumt Fella, ieri le brig:He italiane tenevano ancora S31JO ».
Bollettino austriaco dcll'S novemb re :
«Le armate alleate dd maresciallo di campo arciduca Eugenio, con i nde· fesso inseguimento, hanno p untato ieri sino al fiume Livenza. Il nemico oppose dovunque la pi ù accanita resistenza al passaggio del fiume. Anche sui monti g li italiani offrironO i n numerosi pu nti accanita resistenza. A sud di Tolmezzo, diet ro la nostra fronte, con · l'appoggio delle opere di San Simeone, un va loroso gruppo italiano, sotto gli ordini del comandante la trentaseiesima divisione, poté soste· nersi, du rante parecchi giorni, cont ro gli :ttta'cchi avvolgenti delle nostre truppe da montagna e dei cacciatori germanici Solo ieri l'altro sera, le artiglierie ita· liane sospesero il loro fuoco; ieri il nemico, completamente tagliato fuo ri, fece saltare le opere di difesa e i suoi tmtativi per aprirsi un varco fa llirono. D o po onorevolt: lotta, l'avversario, f o rte di aJcune mig liaia di uomini, le armi».
Bolletti no germanico stessa data, 8 novembre:
« Le colonne d'assalto, mediante manovra agg irante, tagliarono la rit irata al nemico, che ancora si difende con accanimento s ul medio T:tgliamento fra Tol· mezzo e Gemona»
Questi comunicati nemici ristabiliscono la verità storica : quello di Caporetto fu un rovescio militare, sirrule a quello subito da altri eserciti. Nel marzo 1918 non fu «polverizzata. » la quinta armata inglese, comandata dal generale Gough? Che cosa accadde al diciassettesimo corpo d'ar· mata tedesco comandato da Mackensen a Gumbinnen? Sorprese da un fuoco tamburcggiante dCll'artiglieria russa, le t edesche, senza essere attaccate dai russi, fuggirono in preda ad un «Panico spaventoso )) a più di quindici chilometri dal campo di battaglia. La relazione ufficiale tedesca ammette che le truppe aveYano perduto la loro saldezza e la monografia ufficiale sulla battaglia di Tennenberg aggiunge che molti dispersi del diciassettesimo corpo d'armata furono rastrellati a Danzica, cioè a duecentocinquanta chilometri in linea d'aria dal campo di battaglia! E nel maggio dell'anno 1918, non ci fu allo Chc:min des Dames un terribile rovescio militare dei fra nces i, quando, come racconta il generale Mordacq, capo Gabinetto di Clemenccau, « unità intere, reggimenti, brigate e persino divisioni erano scompa rse ne lla bufera e le divisioni mandate a riparare la falla non tardavano anch'esse a sbriciolarsi e trasformarsi in Un anno prima, sempre in Francia, dopo l'offensiva di Nivelle, non c'era· stato un vasto moto di disgregazione dell'esercito frances"e, che aveva coinvolto ben settantacinque reggimenti d i fanteria c altri ventiquattro reggimenti di armi diverse? E che cosa accadde :ltl'esercito germanico, nell'agosto dd 191 8, se Ludendorff parJa di una giornata << nera »? ·
E qual'era lo stato d'animo, il «morale)) dell'esercito tedesco dopo la Marna? Ce lo dice il colonnello Bauer del Comando supremo germanico.
« Jl pjnico - egli dice -s'i mpadronì Jdl"intero esercito, ma le cose an. davano soprattutto al Comando supremo. Moltke era completamente affranto, sedeva pallido e apaticO dav:1nti a lla C3rta. Era un uomo finito. 11 generale Stein dichia rava invcro che non bisos,n3va perdere la testa, ma non inlet· veniva» .
Ora, Càdorna non pcrdctte la testa, ma riusd a condurre l' esercito oltre il Piave, dove l'affluire dei complementi e delle recl ute del '99 ristabilì 'la situazione. I franco-inglesi mont:lrono in trince.a all'indoman i dell'ordine ;lUStriaco di sospensione di ogni operazione offensiva nel dicembre. Un mese appena dopo, nella battaglia che fu detta dei.« Tre monti», sull'altipiano di Asiago, nel gennaio 1918, si rivelava nuovamente la ripresa offensiva degli italiani. t il 19 18 l'anno sol are dellA. guerra italiana.
Nd mese di aprile, due divisioni italiane furono mandate a combattere in Francia e si copersero di g loria. E il genera le tedesco von Schultz
che dà atto «che, a Bligny, la t erza divisione italiana si è battuta meravigliosamente ». Il generale francese Ma ngio così scrive ad Albricci dopo l'azione sullo Chemin des Dames :
« Fdicitate in mio nome le vostre valorose truppe, che, sotto il vost ro energico comando, hanno conqu istato la posizion e dello Chem in cles Dames su tutta la larghf'zza ddla fronte loro assegnata e d·un solo slancio raggiungonO ed a nche sorpassano l'Ailette ».
E Pétain all'atto del ritorno d egli italiani in patria:
«Quando nell'aprile d el 1918 il secondo corpo d 'armata italiano g iu nse in Francia, la sua reputazione di valore era già consacrata dai nomi gloriosi. di Plava, monte Kuk , Vod ice, monte S:m to, Ba.insizz:t, M ontello. S:tpevo che molto pote vo domandare a simili truppe. In nome dell'esercito francese io le ringrazio. L' Ita lia può essere fiera del gene rale A lbricd e d elle truppe che, al suo comando, hnnno combattuto vittorios:1m ente sul s uo lo di Francia ».
E nel1931 facendo l'elogio d i Foch, Pétain confermerà che « il corpo d'armata italiano contribuì colla sua condotta eroica a sbarrare ai tedeschi b strada di 11pernay )).
La vit toria che decise le sorti degli imperi centrali fu q uella sul Piave. Fu q uella la prova suprema della bicipite monarchia. Fu il dispe· rata tentativo di trovare una soluzione in Italia. L' ordine dato d al feldmaresciallo Borocvic, prCcisava che <d'attacco deve scatenarsi come un uragano c con una inintercotta, instancabile penetrazione durante giorno c notte e deve portarsi sino all' Adige )). II morale d elle truppe ne miche era ottimo. ll generale tedesco von Kramon racconta che egli la giornata dd 15 giug!JO si trovava a Merano, insieme con von Arz, capo di Stato Maggiore austriaco. C'era anche l'arciduca Fed erico, i l quale podava con sé un bastone da maresciallo, dono dei general i aust ri aci , da consegnare all' imperatore Carlo in Vicenza o in altro territorio ital iano, quale ricordo de lla vittoria . n pranzo.fu gaio e allegri i brindisi, quando von Arz fu chiamato al telefono. Restò ne-lla cabina alcuni minut i, che pai'vero lunghissimi ai commensali aspettanti. Tornò colla nera. la prima giornata dell'« u ragano )) si chiudeva con parziali successi austriaci, riportati con perdite sanguinosissime. Le cinquantaquattro divisioni austro-ungariche non avevano sfondato in nessuna parte il fronte tenuto da cinquanta divisioni italiane, tre inglesi, due francesi. A pagina 221 del libi"o di Alberti, è riportato il melanconico racconto delh disf atta, steso dallo generale von Arz, racconto che si chiude con queste dnmmatiche, rassegnate paro le :
« L'offensiva non era r iuscita e l'ìmpera tOI'e, triste, tornava a Vienna »
OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI
L'ordine di ritirata delle t ruppe austro-ungariche fu dato il 22 giugno e questa cominciò alle ore tre del 23. Per avere una esatta nozione sulla importanza terribile della battaglia del Piave bastano le cifre delle perdite nemiche. Gli austro-ungarici ebbero tra g li ufficiali 773 morti, 2684 feriti, 524 dispersi, e fra i soldat i 17.474 morti, 88.539 feriti 39.048 dispersi. Totale d elle perdite nemiche 149.042 uomini. Le perd ite italiane salirono negli ufficiali a 416 morti, 1343 feri ti, 1153 dispersi. Totale delle perdite italiane 84 .614 uomini. Le perd ite degli ing lesi furono tra g li ufficiali 26 morti, 84 feriti, 11 dispersi, e fra la truppa 244 morti, 1040 fe riti,- 354 dispersi. Le perdite dei francesi furono fra g li ufficia li 4 morti, 18 feriti, e fra la truppa 92 morti, 463 feriti, 15 dispersi Queste cifre dimostrano che Ja battagli:!. del Piave fu una delle più grandi della storia. Grande anche per Je ripercussioni che provocò. I combattenti italiani hanno il d iritto di leggere con orgoglio questa pagina dì Ludendorff dedicata alla batt:1gli:\ del Piave.
«Il com::.ndo austriaco - scrive Ludendorff - diceva sicuro della .vit· toria; il generale Arz indicava come meta la valle dd Po. J miei presagi divennero più neri quando appresi che l' offensiva austro·u!'lgarica era stata differita al 15 giugno. In quel giorno e nei seguenti tuua l'auenzione d i Hindenburg e la mia erano concentrate sulla fronte italiana. Int ui vamo che colà avveniva qualche cosa di d('( isivo, for se la decisione, per l'ultt>riorc co rw della guerra. Qua ndo ci giunse, fin da l secondo giorno della batt:1g lia, la notizia che l'offensiva era f al!ita e che le truppe austro-un.t::ariche del g ruppo di eserciti del maresciallo Conrad, sulle quali facevamo il massimo assegnamento, erano state cosi duramente provate ed avevano subito perdite così che incapaci di un nuovo sforzo, che la partil;t era perduta. la che fino allora d a attendersi sulla front e di Francia, improvvisamente si spostava, assumendo p roporzioni .assai vaste per le sue ripercussioni, sulla fwnte italiana, che fino a quel momento non potC'Ia essere considerata che un tea tro secondario di opetazioni. , Pi ù gravi notizie sulle proporz ioni della sconfi tta austriaca ci g iunsero nei g iorni successivi. L'Austria aveva riportato u na sconfitta che poteva essere decisiv:a, Non si poteva più fare assegnamento su trasporti Ji contingenti austro·ung:a rici sulla fronte tedesca. Era dubbio che l'Austria stessa potesse resistere ad un forte attacco ita liano. E se l'Austria, come avevam o ragione di temere, cadeva, la guerra era perduta. Per la prima volta avemmo b sens:uione dell a nostra sconfitta Ci sentimmo soli. Vedemmo allontanar.;i fra le brume del Piave, quella vittoria che eravamo già certi di sul fronte di Francia. Colla morte nel cuore vidi che le nostre speranze cadevano come fog lie morte
Non meno pere ntori n è il giudizio d i Hindenburg:
«La calamità del alleato - dice Hindenburg - era una disgrazia anche per noi. L'JVversario sapeva, al pari di noi, che l'Austria-Ungheria aveva con questo attacco gettato tutto il suo peso ne lla bi l3ncia della g:ucrra. Da questo momento la monarchia da nubiana aveva di essere un pericolo per l'Italia
Lo inglese Trevelyan d ice a sua volta:
era salv;l. Ma non sapevamo che l'Austria-Ungheria fosse con aJ trettanta certezza spacciata. La vittoria difensiva di Diaz nd giugno 1918 può essere aggiunta al lungo elmco delle battaglie mondiali d ecisive».
Siamo a Vittorio Veneto. Una leggenda intanto deve essere immediatamente .!!fatata e che Cioè al momento del grande attacco degli italiani, l'esercito austro-ungarico fosse in stato di avanzata decomposizione. Ciò è falso .E vero, invece, che nelle g iornate del 24, 25, 26, 27, 28 ottobre g li austro- ungarici si difesero accan itamente. La conca dell' Asolane, del Pertica, del Solarolo furono dal 24 al 27 e anche ·in seguito teatro di lotte cruente. I nostri tre 'corpi d'armata del GI-appa ebbero ciascuno oltre ottomila uomini fuori combattimento. Gravissime anche le perd ite nemiche, Il generale Horsetzky assicura che la sua fanteria perdette il quara nta per cento degli effettivi. Le perdite totali degli italiani furo no di trcntaquattromila uomini , quelle ingles i millecinquecento, quelle cesi cinquecento. 11 generale Albcrti prospetta tutte le fasi della battaglia di Vittorio Vendo. ·La narrazione è appassionante. Magnifiche per aggressività le nostre brigate Como e Bisagno.
Il colonnello Glaise Horstenau , ora direttOre dell'archivio di g uerra di Vi en na, così parla di Vittorio Veneto:
monti tra Brenta e divampò una lotta ùurata quattro giorni, che per la violenza in nulla cedette a lle g randi battaglie della gue rra mondia le e che divenne una tragedia della storia dc!la g ue rra..., Su ogni rupe, in torno ad ogni caverna, aù ogni ga lleria, si lottO con indcscrivibile accanimento».
Le conseguenze della vittoria italiana furono irreparabili per g li imperi centrali. 11 generale tedesco .von Bernhardi dichiara laconicamente :
« In Italia avvenne la de<ìsione »
Meno laconico, ma non m'eno eloquente, il pensiero di Ludendorff:
«Dopo il giugno del 1918, la cbt" avevamo perduto la diventò in noi ogn i giorno più precisa ed in amaro stato d'animo continuammo la lotta estenuante sul fronte di Francia, p erché nessun generale consentirà a dic hiarl"mi vinto fino a quando vi sia una sola speranza di poler correggere sorti clelia lotta e vi sia la possibilità di trovarsi in buone condizioni le trattative di pac('. Nell'ottobre del 1918 ancora una volta sulla fro nte italiana rin tronò il colpo mortale. A Vittorio Veneto l'Austria non aveva perduto una battaglia, ma aveva perduto la g uerra e se stessa, trascinando anche la Germania nella propria rovina. Senza la ba ttaglia distruttr.icc d i Vitto rio V eneto, in
unione di a..rmi con la monarchia austro-ungarica avremmo pohllo continuare la. resistenza disperata per tutto l'inverno »
.I:: dunque l'Italia che ha evitato agli Alleati un quinto inverno in trincea e costretto la Germania a deporre le armi. :E dunque stata l'Italia uno dei massimi fattori determinanti della vittoria degli Alleati. Vittoria dovuta a1la tenacia, alla resistenza, all'eroismo dei soldati italiani. Udite, udite, o uomini di buona fede, come ne parla l'arciduca Giuseppe, comandante il settimo corpo d'armata austro-ungarico. Siamo ai 24 ottobre 191 5. L'arciduca scrive:
«La diventa. di ora in ora sempre più critica: g li italiani fa nno seguire gli assalti agli assalti e noi soltanto a pre:zzo di ehormi perdite riusci amo a contenerli. E gli italiani? Giù il cappello! Lotte selvagge e di sperate hanno luogo fra noi e loro, e soltanto la morte parla. G li italiani vengono all'assalto in masse compatte e subiscono perdite indescrivibili; si fa Me macellare in m.1ssa, ma pure con tinuano sinché pochi uomini rimangono in piedi. E questa lotta pro· segue senza posa seminando morte e sterminio».
La quinta armata ha perduto ben 36.470 uomini, di cui 18.950 del corpo d'armata dell'arciduca (settimo).
«Dopo questa ,grave battaglia - nella quale le due parti belligeranti, nono. stante gli sfon.i sovrumani compiuti, sono rimaste ai punti di partenz.a - debbo constatare che per le mie truppe il risultato rappresenta una vittoria, per il modo wme esse si sono d ifese e per la tenacia con la quale hanno conteso i l passo all'assalitore.
«Ma non posso qui non riconoscere l'immenso lavoro compiuto dagli ila· liani, i quali gettandosi quotidianamente contro il cerchio dei miei eroi, con inaudito s preno della morte e subendo perdite terribili, solt:-mto per poco l'tOn riuscirono ad aver ragione della nostra resistenza eroica. Ciò che qui hanno fatto gli italiani va scritto a caratteri immortali nel libro d 'oro della storia. Q ueste due · nazioni che, costrette 'dalla sorte, combattono con sdvaggia una lotta la vita o per la morte, meglio starebbero l'una vicina all'altra amiche. Fra gli italiani e ungheresi ben poche sono le rag ioni di dissidio».
1115 novembre 1915:
« Ikbbo riconoscere che gli italiani attaccano con incredibile tenacia e Ca. doma può essere fie ro delle sue truppe. Davanti alle mie lince, vi sono vere ecatombi di cadaveri italiani ed ungheresi, i quali nell'eroismo hanno concluso pace ed amicizia eterne ».
Il 29 novembre è sempre l'arciduca Giuseppe che parla :
o: Con tutto l'animo debbo esprimere la mia meraviglia per g li italiani; una simile pazienza tenace negli att.1cchi, con simili perdite, è q ualche cosa che mai avl!Vo visto».
E sulla sesta battaglia dell'Jsonzo :
«Accanto alla tenacia nostri va rilevata la tenacia attaccanti che pau5a e in masse assaltano ct.rte giornate un numero infinito di volte. Il degli italiani è semplicemente stup<"ndo. Nonostante le perdite immense e il nostro fuoco micidiale, le loro truppe hanno attaccato con sempre maggiore energia. Una cosa simile mai è sfata osservata su altre Cronti ,.,
Nell'agosto del 1916, l'arciduca Giweppe scrive:
«Ammiro sinceramente gli italiani, che, nonostante inaudite " erdite di sangue, attaccano ripetutamente con semp re maggiore energia sotto il nostro fuoco miei· diale. Doberdò è un campo di cadaveri sul quale italiani e magiari hanno scritto <juale sia il vero patriottismo e il vero eroismo».
Nel settembre del 1916: imparzialmente - dichiara l'arciduca Giuseppe - dobbiamo notare come degni dì amm irazione il g rande ard ire e lo slancio degli italiani. U n coraggio meraviglioso che ....._ anche se nemici - si deve ricordare col piU profo ndo rispetto», ·
Novembre del 1916:
«I soldati della brigata TQuana sono stati g li eroi Jella giornata. Alle undici e die<i, allorché il fuoco di distruzione imperversava sulle nostre linee, la fanteria italiana scattava tutta contemporaneamente, a un comando magico
Davanti a queste testimonianze, noi abbiamo il diritto di g ridare «Giù il cappello! », come dice l'arciduca Giuseppe , .o ex-nemici di ieri! Prendete atto, ex-Alleati!
Questa rievocazione d ella guerì-a italiana e dell'e ro ismo degli ital iani durante la guerra, appartiene alla storia e all'onore del popolo italiano.
Il quale da lungo tempo non considera p iù nemici, e nemmeno ex-nemici , i popoli contro i quali combatté: li considera amici e pratica con essi una politica di pace, di giustizia, di collaborazione. La rievocazione è diretta contro coloro che hanno cercato di dimenticare o diminuire il sacrificio volontariamente assunto dall'Italia, dopo essere stati salvati , e, comunque, potentemente aiutati. Né questa pubblicazione ha pe! obiet· tivo di suscitare eccitazioni bellicose: le camicie nere sanno, dal discorso di Littoria, qual'è Ja guerra preferita dalla rivoluzione fascista.
Roma, marzo 1933, Xl.
143" RIUNIONE DEL GRAN CONSIGLIO DEL FASCISMO*
Erano p reunti le LL. EE. De Bono, Balbo, De V ecchi , Federzoni, Giuriati, De Franrisci, Jrmg, Ercole, Acerbo, Ciano, Rouoni, Arpinati, Ma rconi, R occo, Tringali, T ermzì, De Steftmi, Bollai; gli onorevoli A dinolfi, Benni, Clavmzani, Razza, T aJJinari, ed il profeuor ll1arpicati. S egretario, l'on . Achille Starace . Auente gùutijica/o S. E. G randi, 11 Duce ha fallo 1111 ampio eumu della sit11azione imemazionale, m/la quale hanno parlato Federzo ,zi, De Francisci, Balbo, D e 801101 Jor'Ca·rconi, Marpicati, T eruzzi, Tauinari, R ouoni, Rouo, Starace, Benni e jtmg.
Al termine della discmsione, il G ra11 Consi glio, con una r•ibranl e acclamazione del D11ce, ha approz,•a/ o il seguente o rdine del g iomo:
« Il Gran Comiglio del fasc ismo plaude all'azione del capo del G ovenzo, che, con visione realistica della situazione politira, intende auicurare la pace in Euro pa e avviare l'opera di rhostmzione; affe rma cbe gli elementi jo11daflwJiali del pùwo Afmsolini Jn•ono rntare in/egri, rome i soli che posMna ue,lre le coudizio11i necessarie per la pace, nella quale tuili gli interessi sono equmnente ric onoJCÌIIIi; esprime il con vincimeulo che, mercé l'opera di ormai i niziata, le proposte del Duce tro t1eranno, neg li uomini di Go ,,em o, quella compremione cbe è gill n ell'animo dei popoli, e cbe la form azùme d i "roM nuova atmosfera polùica l"enderà possibile, mube m>/ cmnpo I!(OUom ico, mM proficua collaborazione inlernazi01Mie >>-
ITALIA E ARGENTINA**
Signor ambasciatore!
"R con vi vo compiacimento che porgo a voi , ai memb ri della missione che vi accom pagnano, al Governo e al popolo argentino il saluto mio,
• Tenutasi a pal:m:o Venezia il 5 apri le 19 33 (ore 22- 1). ( D a Il PopolO 82, G apri le 1933, XX).
•• A Roma, a palazzo VCc'nt-zi:t, ]J. sera del 9 aprile 1933, Mussolin i offre 11n pranzo i n onore J ci mr;ombri J cll'ambasceria straordinaria in viata ndla c.1pitalc
del Governo fascista e della nazione italiana. Il popolo itali ano e il po· polo argentino sono leg ati da vincoli che superano i consueti rapporti diplomatici. Lo mostra la vostra presenza qui in Roma per una amba· sceria che è di cordialità e di amicizia. Voi portate alla nazione italiana l'esp ressione del sentimento che anima il popolo argentino verso l'Italia.
La storia del popolo argentino si può sinte-tizzare in una duplice m irabile lotta per l'indipendenza, e co ntro l'avversa natura per la p rt>sperità dd suo popolo. In entrambe le lotte, fianco a fianco con i vostri grandi costruttori deJI'Arg entina moderna, noi troviamo uomini della nostra stirpe.
Nella nobile schiera dei San Martin, dei Rivadavia, dei Puyrredon e d i altri a cui si riattaccano, signo r ambasciatore, le tradizioni stesse della vostra illustre famiglia, noi troviamo Manuele Belgrano, figlio di liguri cd eroe della indipenden za argcntinl. E nella più vasta schiera di costruttori, di dissodatoci, di capitani d' industria, noi troviamo un ap porto g eneroso di gente della nostra razzl .
11 sentimento di fraternità itala-argentina è, dunque, cementato da comunanza di civiltà, di cultura, di lotta e di lavoro. Manifestatosi nelle fervide accoglienze fatte dalla nazione a rgentina a Sua Altezza Reale il principe di Piemonte, esso trova piena rispondenza nelle affettuose accoglienze che il popolo italiano vi ha tributato fin dal primo momento che avete posto piede sul nostro suolo .
1l popolo italiano, dai lavoratori e navig atori agli uomini di pensiero, conosce 1a vostra nazione, la sua tradizionale ospitalità, la simpatia per la cultura italiana.
Dai tenaci agricoltori che, appro fittando della varia successione d elle stlgioni, traversavano nello stesso anno due volte l'Oceano per comp ie re un raccolto nel vecchio mondo e uno successivo nel nuovo, agli insig nì studiosi che portarono nelle vostre Università Jo spirito della civiltà italiana, agli uomini del commercio e d ell'industria, tutti conobbero l'intelligenza e la cordialità dd vostro popolo e fecero conosce re ed app rezzare il lavoro, l'ingegno, la scienza, la fede del popolo italiano. Uno dei nomi a noi più cari, quello di Giuseppe Garibaldi, divenne un nome caro . anche per voi c sulle piazze delle vostre belle città sorsero mOnu· menti in suo onore: e non per volontà di soli italiani.
Perfino l'aspetto, dirò così, vis ivo della vostra capitale, grande metropoli latina di oltre Oceano, rivela la fondamentale ident ità dei motivi s viluppatisi dal ceppo della nostra civiltà comune. L'atmode_ra architet-
dalla Repubblica Argentina. Allo spumante, il Prr;:sidente del Consig lio rivolge a Sua Eccellenza Ezechiel Ramos M cjia, capo dell'ambasceria , i l . brindisi · qui riportato. (Da Il Pupolu d' l hrlia, N . 86, ll aprile 19B, XX).
tonica della Buenos Aires monumentale accoglie familiarmente quelli di noi che si recano tra voi e placa loro la nostalg ia d ella lontananza Con l'aspetto accoglie nte quasi di volti ben noti Del resto, una trad izione più volte seco lare vuole giunta dall'Italia l'immagine della v ergine che don Juan De Garay consacrò nella prima chiesa di Santa Maria di Buenos Aires.
la nazione italiana, che ha seguito con profonda ed affettuosa sim· patia il movimento che ha portato all'indipendenza la grande nazione a rgentina, la sua mirabile ascensione perseguita con fede, tenacia, intelligenza, è lieta e fiera dei vincoli di sincera amicizi a c he per virtù dei due popoli e per volontà dei nostri Governi sono destinati a rafforzarsi ed allargarsi in av\·enire, con reciproco vantaggio dei nostri due paesi e nell ' interesse della colbbora.zione p:tcifica fr:l tutti g li Stati.
la vostra presenza qui in Roma mi offre occasio ne gradit:t d i darvene solen ne conferma, Signor ambasciatore !
t con questo a nimo che io levo il bicchiere alla s:tlute di Sua Eccellenza Justo, p rimo magistrato della vostra Repubblica, alla vostra cd a quella della vostra gentile' consorte, formulando i· voti più fe rvidi e sinceri pe r la prosperità e Ja. grandczz:t del popolo a rgentino.
ITALIA E ARGENTINA •
Ring razio per Je esp ressioni di gr:ttitu-:.iine all'indirizzo del nostro amato sovrano e per le parole di omaggio che avete voluto rivolgere a questa nostra. Roma, augusta mad re del mondo latino. Voi avete anche voluto es:dta rc l'alto signi ficato dello spirito nazionale espresso simbolicamente in queste bandiere dei nostri due paesi, che in quest i giorni vediamo affiancate, cd insieme il perenne valore ideale di quella unità spi rituale dci popoli attraverso i seco li, che ha permesso all'Italia la glori a di ininterrotte civiltà successive, Concordo pienamente con le vostre parole e credo con voi che i popoli a fo rte coscienza naz ionale, oltre che i meglio provati alle inevitabili e necessa rie lotte della vita che li rendono padroni delle proprie fortun e,·siano anche i meglio preparati ad intendersi e a stabilire fra
• A. Roma, al « Gr:md hOtel », la sera J el lO 3prile 19)3, l'ambasciatore
E:z:echiel Ramos Mejia offre Un pranzo in onore· di Mussolini. Allo spumante, in risposta :ti saluto rivoltogli dall'ambasdatore, i l Pres idente del Consiglio pronuncia il discorso qui riportato. (Da Il Pop olo d'Italia, N. 86, Il aprile 1933, XX).
loro una salda e virile amicizia. Così, come voi conoscete ed apprezzate la coscienza nazionale del nostro popolo, l'Italia conosce ed apprezza la coscienza nazionale del popolo argentino. La nostra amicizia riposa dunque sulla più salda base.
Signor ambasciatore! .
A nome del Governo e del popolo italiano saluto in voi la grande nazione :ugentina. PICCOLA
INTESA E PACE EUROPEA
Da anni, nel mondo diplomatico, e ra conosciuto col nome di Piccola Intesa l'aggruppamento politico dci tre Stati danubiano-balcanici: Ceco· slovacchiil, Jugoslavia, Romania. Mentre i rapporti fra i trt; Stati portavano ad un1 linea di condotta comune davanti a determinati pro· blemi che si riassumevano e si riassumono in un solo, conservazione del bottino, i rapporti positivi nOn andavano oltre la linea del buon v icin11to, poiché questioni territoriali, politiche, economiche dividono profondamente fra di loro i tre Stati. Un bel giorno, la Piccola Intesa cambia il suo stato civile ed, attraverso un protocollo, si autodefinisce una «unità internazionale superiore » p rovvista di un «organo direttivo per la politica comune». .La Piccola Intesa si eclissa ed entra rumorosamente in scena - con accompagnamento pa rigino, a grande orchestra - la quinta grande potenza d'Europa.
Siamo dinanzi ad un avvenimento che occorre esaminare senza apriorismi e davanti ad una «inflazione » che può cadere nel grottesco.
Non basta un patto politico fra tre Stati per crea re una grande potenza. Questi tre Stati non hanno niente in comune: né la razza, poiché si compongono di slavi c di latini, né la lingua, né la storia, né la religione; né gli interessi economici. Ognuno dei tre Stati contiene mi· noranze et niche e religiose considerevoli. In Cecoslovacchia , ad esempio, i cechi rappresentano soltanto il cinquanta per cento della popolazione, gli slovacchi il quindici, i tedeschi il ventitre, i magiari il cinque, gli ucraini il tre, gli ebrei il due, i polacchi lo zero sei.
Sono dunque sei razze di,·erse. Queste sono le cifre ufficiali e può darsi che abbiano falcidiato il totale delle minoranze.
La Romania è }>iù compatta, dal punto di vista razza; accanto ai romeni, che rappresentano il settantacinque per cento della popolazione, ci sono aliquote minori di magiari , tedeschi, ucraini, ebrei, bulgari , turchi, zingari. Quanto alle religioni siamo dinnanzi allo stesso panorama: ac· canto alla maggion.nza rappresentata dal sessantanove·per cento di greco·
ortodossi, c'è un trcntuno per cento rappresentato da g reci-u niti, cattolici, protestanti, ebrei, maomettani.
La Jugoslavia è ancora più mosaico. I serbi non sono che il cinquantadue cento; l'altro <JUarantotto si divide tra croati, slOvcnì, tedeschi, magiari, albanesi, romeni , italiani, ebrei. Quanto a religioni, i greco-ortodossi sono il quaranlasette per cento, i cattolici il trentanove e successi· vamente vengono i musulma ni, i protestanti, g li ebrei.
Quando la Piccola Intesa si proclama «quinta grande potenza», essa non può evitare di sottomettersi all'esame del mondo c l' esame dà. i risultati che sono venuto esponendo. Anche dal punto di vista militare, la «potenza » della ex-Piccola Intesa non deve essere sopravalutata. Mobilitare cinque o sei milioni di uomini non significa avere ancora un . esercito comune, capace di battersi e di conseguire il successo. Il panorama d elle dicci razze che esistono nei tre Stati si riverbera nella composi· zionc. delle loro fo rze armate e nel loro ipotetico rendi mento, tenuto conto che in tutti i tre Stati le razze in minoranza combattono co ntro b egC'mon ia della maggioranza. La « quinta grande potenza europea ;> non esiste quindi, se non come protocollo o tendenza politico-letteraria; vista da vicino la <<quinta grande potenza » non è che la Piccola Intesa di una volta, che è salita sopra un tavolo verde per aumentare la sua statu ra.
Glì obiettivi del protocollo sono i soliti: pace e stabilizzazione dell'Europa centro-sud-orientale. Quanto agli obiettivi spc<ifici bisogna distinguere, perché ognuno dci tre Stati ha problemi particolari. La Romania è premuta. dalla Russia per la questione della Bessar:1bia; ma può contare sulla solidarietà della Jugoslavia? E sino a qu:1 l punto?
La Jugoslavia è in rapporti di «indifferenza» con l'Italia; ma Ja RomaniJ è disposta a seguire sino in fondo una politica antitali:ma della Jugoslavia? La Cecoslovacchia ha unJ forti ss imJ minoranza tedesca nel s uo territorio e ne deve tener conto nei suoi rapporti col gcrmanes imo; ma la Romania non ha questioni che la. dividano dalla G ermania Ogni Stato ha determinati problemi coi suoi vicini e tali p roblemi non possono essere facilmente ridotti a un minimo denominatore comune
Se dai campo politico passio1mo a quello economico, i contrasti sono ancora più evidenti tra le economie dei tre Stati. L'articolo 7 del nuovo patto, nel quale si parla della costituzione di un Consiglio eco nomico degli Stati deJia Piccola Intesa, è destinato a rimanere lettera morta: l'economia dei tre Stati non può prescindere da quella degli Stati vicini, e precisamente da lla Germania e dall'Italia. Io ritengo quasi impossibile la: formazione di una unione doganale fra i t re Stati
Quali sono, dunque, i motivi e gli obiettivi del nuovo patto? Moti vi ed obiettivi si confondono; si tratta di mantenere lo staJu quo e di oppors i a qualsiasi tentativo di revisione dei t rattati.
L'Ungheria deve rimanere muti lata cd umiliata e milioni di magiari devono rimanere avulsi dalla loro patria. Poiché è l'Ungheria che ha fo rnito il grande bottino territoriale dei tre Stati, uno dei quali nato con la guerra e gli altri due gonfiati si no all'assurdo dai trattati stessi. Salvo il nucleo dei serbi e dei romeni, tutte le altre razze hanno combattuto, volenti o nolenti, contro gli alleati.
La storia, poi, ha già precisato quale sia stato l'effettivo contributo portato alla vittoria comune dai serbi e dai romeni. Davanti al crescere dell·ondata revisionista nell' Europ a e nel mondo, la Piccola Intesa ha ' 'oluto prendere posizione nettamente contraria ed ha cercato di stringere i \'Ìncoli che legano coloro che possono essere chiamati « nuovi ricchi » nella zona danubiana.
Ora l'idea revisionista è in marcia e non sarà il fragile balua.rdo d i un protocollo ad a rrestarla. .e in marcia ptrché il mondo vuole la pace, vuole un lungo periodo di pace, e sente che questo suo immenso desiderio rimarrà sterile, se la pace non sarà accompagnata dall:1 g iustizia.
A proposito dei trattati di pace e della loro revisione, io ho parlato in termini chiarissimi, sino dal g iugno 1928, in un mio discorso al Senato del Regno d'Italia. lo dissl allora:
<c Ho avuto talvolta occasione di dichiarare che ì trattati di pace non sono eterni. Ciò dissi una prima volta dal mio banco di deputato e suc· cessi vamente come capo del Governo in discorsi o interviste. Trovo per lo meno strana l'emozione che sembra imp.ldronirsi di taluni ambienti di fronte ad una dichiarazione che è così ovvia da parere lapalissi ana. Non si d i dottrina; si tratta di constatare una realtà storica. N essun trattato è mai stato eterno, poiché il mondo cammina, i popoli si costi· tuiscono, crescono, declinano, qualche volta muoiono;. l'eternità di un trattato significherebbe ch e a un dato momento, l'umanità, per un mostruoso prodig io, avrebbe subìto un processo di mwnmificazione; in altri term ini sarebbe morta.
<c Non c'è bisogno di ripercorrere le strade della storia più lontana, per affermare che i trattati di pace non sono eterni: basta limitarsi al secolo XIX. Si può anche accostarsi a tempi molto più vicini a noi, per identificare un trattato che non solo non è stato eterno, ma è - stat o breviss imo e parlo di Sèvres. Lo stesso patto della Società delle nazion i scarta quelJa che si potrebbe chiamare " l'immobilità marmorea " dei trattati di pace, quando in apposito articolo apre il varco alle possibili Sarebbe interessante ad esempio, quante clausole del trattato di Versaglia non sono state applicate e quante altre hanno avuto o avranno un'applicazione mitigata o diversa.
« I trattati di pace sono sacri in quanto conclusero uno sforzo glorioso e sanguinoso, un periodo di s.acrìfici imm ensi e di grandi dolori; ma i
trattati di pace non sono il risultato di un a giust izia divina, bensì di una intemgenza wnana, sottoposta, specie sul .finir di una guerra gigante· sca, a influenze di ordine eccezionale. C'è qualcuno che oserebbe affermare che i trattati di pace, da Versaglia in poi, sono un'opera perfetta?
Opera umana, io dico, e quindi non perfetta, ma, aggiungo, sempre più perfettibile ».
E, più oltre, soggiunsi:
«Complicazioni gravi saranno evitate se, rivedendo i trattati di pace là dove meritano di essere riveduti, si darà nuovo c: più ampio respiro al1a pace)),
Queste parole non consentono equivoci e provano che Ja politica deU'ltalia -in questa delicata materia - ·è stata costante e rettilinea. Aggiungo che tale revisione - destinata ad evitlre la catastrofe uni· versate. di una nuova guerra - deve essere affrettata nell'ambito della Lega delle nazioni, come è del resto ammesso e contcmphto dallo stesso patto fondamentale della Lega delle nazioni. Coloro che respingono l'idea della revisione sono, quindi, fuori dallo spirito della lega delle nazioni, la quale non può essere ridotta al compito di semplice guardiana dei trattati del 1919, ma deve essere elevata invece a garante della giustizia· fra i popoli. Se la Lega deJie nazioni - sia pure con tutto il tempo necessario e le cautele inevitabili, data la delicatezza della materia - non oserà mai di porre sul tappeto questo problema, la sua sorte è segnata, omche se nel frattempo sarà giunto al tetto l'imponente edificio che si costruendo sulle rive del Lemano.
MUSSOLINI
Da Il Popolo N. s8, 13 aprile 1933, XX. anche sui giorn&li del gruppo Universdl Ser"'ire.
ALLA CONFERENZA DEL COMMERCIO*
Maestà.! Eccellenze! Signori!
Sono lieto di poter inaugurare la presente sesSione, la diciottesima, della conferenza interparlamentare del commercio, che per la terza volta :si riunisce a Roma. In questo primo ventennio di esistenza essa ha sa·
• A Roma, in Ca.mpidoslio, nrlla sala di Giulio" Cesare, la matti na del 19 iprile 19H, Mussolini inaugura, aJia presenza del sovrano, la dicioltesima conferenza interparlamtntare dtl commercio. In tale il Presidente del Consiglio pronuncia il discorso qui riportato. (Da Il Popol o d' l t alits, N. 94, 20 aprile 1933, XX).
puto most ra re la sua vitalit à e l' efficacia dell a sua funz ione, acquistando reali benemerenze nd campo dei trallici internazionali
Gli argomenti posti all'ordine del giorno dell' attuale riu nione i nvestono alcuni tra i principali problemi creat i dalla situazione presente.
H primo punto dell'ordine del giorno è quello del conti ngentamento e delle restrizioni dei cambi . Adottati a scopo di difesa della propria cronç>mia e delle proprie riserve di va lute estere, i due provved imenti hanno avuto l'effetto di suscitare un cumulo di intralci al movimento commerciale. contraendone notevolmente il volume e creando un dannoso squilibrio tra i prezzi interni e q uelli esterni.
L'Italia ha, in via normale, rifuggito dall'adozione di ta li mi sure e se un qualche provvedimento restrittivo essa ha dovuto suo malgrado adot tarc, lo ha fatto nei più modest i limiti possibili, soprattutto per ristabili re nei confcont i di alcuni paesi una reciprocità di trattamento.
Il secondo punto all'ordine del giorno è quello del trasferimento. dì oro e di m<:rci da paese a paese, senza contropartita di merci e servizi. Tale questione è forse una delle più .:omplcsse c ddicate, in quanto essa investe p roblemi di natura economica e .finanzi aria non soltanto dei paesi debitori, m a àltrcsì dei paesi creditori.
t di buon augurio la constatazio ne che si va dovunque sempre più rafforzando il convincimento che non sia possibile p.1gare i debiti inte r· nazionali con soli trasferimenti in moneta, ma che i debiti stessi debbano essere soprattutto pagati con scambi di merci e di servizi.
Terza questione importante: quella della disparità tra i prezzi a ll'in· grosso e quelli al minuto. Il ribasso continuo e progressivo dci prezzi d isorg.1nizza la produzione e conco rre a sua volta a ridurre" il potere di acquisto dei vari paesi.
Ogni riduzione di vend ite è un passo avanti ve rso l'arresto delle attività produttive, e quindi uno stimolo maggiore ali;;. disoccupazione, mentre pone d'altra parte i paes i debitori nella condizione di trovare sempre maggiori difficoltà per soddisfare ai loro impegni.
Noi riteniamo che per uscire dal ci rco lo vizioso in cui ci t roviamo, occorra operare contemporaneaffiente in diversi campi e cioè nel campo del. credito e in quello della produzione e del commercio.
Infine siete chiamati a discutere il grave problema per la ricostruzione economica e finanziaria dei paes i de ll' Europa centrale ed 6rientale, che h a formato oggetto di esame di apposite conferenze internazionali, nelle quali è stata universalmente riconosciuta la necessità di portare degli aiuti completi ai paesi stessi, per poter determinare una ripresa del loro potere di acquisto.
In part icolar modo è stata esami nata la questione di agevolaie il collocamento a ll' estero di talune produzioni agrarie, che avevano maggior-
mente risentito della caduta dei prezzi e gravano con tutto il loro peso sulle economie dei paesi.
le numerose difficoltà di ogni genere che si seno inco ntrate non h.inno consentito di addivenire a concrete soluzioni atte a risolvere le sorti dei paesi in questione L'ultima confer'enza tenutasi a Stresa. nel settembre del 1932 ha portato alla formulaz ione di akuni progetti, ma tali progetti hanno incontrato seri ostacoli per Ili loro p rat ica at· tuazione.
L'ItaJ ia si è ispirata al principio che per risanare' la situaz ione dei paesi in pa rola occorre anzitutto provvedere ad un'adeguata liquidazione del passato sul terrenO al risanamento monetario dei paes i stessi ed a ll'assistenza sul terreno economico-:t.g r:uio.
Come applre da questi rapidi accenni, la soluzione dei problemi economici che siete chiamati a d iscutere è condizionata da l raggiungimento di una migliore atmosfera politica, a lla quale si volgono da ogni parte del mondo tutti g li uomini dì Stato , c d:tl raggiu.ngimento di una pro· fonda comprensione dei problemi e delle difficoltà altrui da parte degli uomini che dirigo no le sorti delle economie dei vari paesi.
Ciò p recisato, dichiaro aperto, in nome di Su:t Maestà il re, il diciot· tesimo congresso internazionale parlamentare del commercio.
339' RIUNIONE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI*
Su proposta del rapo d el Got. erno, prim o mi11h1ro e ministro degli A ffari Es/eri, il Consiglio dei ministri ba app rovato:
1. - Uno Jch ema di decrelo per dare esemzione nel R egno alla convenzio11e, allo · .rlttlfllo e al protocollo di firma, sul reg i me iutemazionale delle strade ferrate , stipulati a G im ::ra da/1'/lalia e d(t alt ri Stati il 9 Jicem bre 1923
2. - Uno schema di de creto per dat'e e.rctuzione nel Regno alla convenzione e allo .J/atulo .IIII regime inlemazion(/le dei corpi marittimi1 nonché del relativo protocollo di firma, atti stipulati in Ginet•ra fra /'Ita/it:J ed altri StaJi i l 9 dicembre 1923.
3 - Uno .rcbema di decreto per dare eucuzione uel R egno al/a con venzione concernente l'ùzdicazione del peso Jui g rossi colli trttJpo'(·
• Tenutasi il 19 aprile 1933 (ore 10-1 3.30). (Da TI Popolo d'Italia, N. 94, 20 aprile 1933, XX).
tali per via d'acqua, n ei t ermini del adottato a Ginevra il 21 .giugno 1929 daJ/a conferenza generale d eJJ'organizzazion e internazionale del lavoro.
4. - Uno Jchema di decreto per dare eumzione nel Regno afJ'accordo ila/o-germanico concemente la reCiproca ammiJJione di lavoratori che intendono perfezionare le loro conoJcenze profeuiona/i e JingNistirbc>, accordo firmato a B erlino il 1° marzo 1933.
5. - /1 verbale della commissione italo -svizzera iJtituita nel 1928 per la d efinizione delle contro versie di confine tra l'Italia e la S vizzera, fir mato in .Milano il 15 gemwio 1933
11 Comiglio dei minùtri, ;u propo;ta del rapo del Governo, minùtro de/!'111femo, ba approt-·ato: .
1.- Uno ;cbema di provvedimento con il qual e ;i ;tabilisce di prorogare JÙto alla fine del correnlt ann()- il term ine di venti anni, previJto d all'articolo 30 della legge 22 maggio 19131 mmuro 468, per /' eurciz io delle f armacie di dirillo lramitorio romemplate nelfarticolo ;te;so.
2.. - U n o srbema di decreto recante norme integrative d egli articoli 303, 307, 308, 309, 31 1, 314 e aiJ del leJio unico della Fi11t1nza locale. Si tratta di a/ome lievi modificazioni .del te;to unico predetto, direi/ e a stabilire tma maggiore vigilauza dell'autorità govemariva ;ull'andamento finallziario amminùtrazioni provinciali e comunali ( +)
PAROLE Al GIOVANI*
Il Duce, uandendo neJJamenle le fraJi, ha t:tffermat o che nella rivoluzion e fasrùla non vi Jono umili g regari. Tutti i gregari ;ono egu ali e Ji dùtinguono solo 'rell'intemiJà della pasJicme con CIIi urvo110 la rivoluzione
Egli ba rilevato poi ch e la rivoluzione dei/e camicie nere ba fallo per i lavoratori {jlte!lo che le demagogie di q11a/Jiasi colore non aveva110 mai realizzato.
* A Roma, nella sala Regia di palaZ2o Venezia, il 22 aprile 1933, .alle 19, alla presenza delle più alte dello Stato, Mussolini premia i l dopolavorista Battista Taiocchi, «vincitore del concorso bandito dall'Opera nazionale dopolavoro in seguito alla seconda adunata nuionale delle staffette ciclistiche». Poi i due giovani fnscisti Matteo Seici, contad ino, dell a provincia di Palermo, e Virginio Molinari, ope-raio, della provincia di Milano, « h a,nno pronunciato indirizzi d i omaggio al Duce e gli hanno, a nome dei camerati, rivo lto un saluto di devozione ». Indi il Presidente del Consiglio pronuncia le. parole qui ripor·tate in riassunto. (Da Il Popola J'Ihrlia, N. 96, 2} aprile 1933)
11 D11ce ha aggùmlo cbe i giozwti de z•ono tiiJdlll"e iuconlro al/'avt•enire e crearlo, coutin!ltmdo l a ri voluzi one, e dando all'l tt1/ia i l 11/IOt' O clima spiril11ale. (Soveme interrotto da applaw i e da ovazioni entusùwiche, il diJcorso del Duce è tenninalo Ira acclamazioni alliJJime, che JÌ sono prolungate ùnistentemmle, anebe dopo__ che egli ba /ascialo la .sala Regia, tanto cbe S. E. i\fm!olini ha dovuto I Oflltlr e a1tcom rma t'Olia Jra la moltit/fdùre, '" non Ii stanca z•a di gridargli la STia fede ed ilmo en1r11iasmo).
PRESENTAZIONE DI UN DISEGNO DI LEGGE*
onoro di presentare alla Camera il seguente disegno di legge: conversione in legge del regio decreto legge 20 aprile 1933, numero 332, concernente agevolazioni tributarie per g li acquisti di. beni immobili c!Tcttuati da Istituti di credito.
PRESENTAZIONE DI UN DISEGNO DI LEGGE**
Mi onoro di presentare alla Camera il disegno di legge: conversione in legge dd regio decreto legge 20 a pri le 1933, numero 346, concernente nuove concessioni in materia di importnioni ed esportazioni temporanee.
AI LITTORI ***
Salu!ttlo da dcr/amttzioni enJUJiasJirbe e prolu11g.11e, il D!lfe ha qttindi prommriaJo bre t.·i parole rile "/i(tlldo l'allo Jigllijic,/lo della comegna dei premi ai vùuilori dei LiJtoriali d elltt cullu ra e dei Liuorittli dello sporJ,
* Parole pronunciate alla Camera dei deputati, nella tornata del 3 mag· gio 1933 '(ore 16-lSAO). (Dagli Atti del ildiiano. Cam rra d ri deputati. XXVIII /egislaJUra. SeHione 1929·'34. DiuuJJioni, Volume V Il i: dal 27 aprile 1933 al 18 gennaio 1934 - Roma, Tipografia della Camera dei deputali, 19 33, pag. 8579).
u Parole pronunciate alla Camera dei deputati, nella tornata del 4 maggio 1933 {ore 16-18.10). (Dagli Atti del Parlamento ilaliat/O . dei dtpuJati. UgiiiaJura cit. Seuione dt. Volume VIII, pag. 8642).
••• A Roma, sala Regia di palazzo Venezia, jJ Pomeriggio del 20 magg io 1933, Mussolini premia i vincitori dei Littoriali. Ter minata la d ei premi, il Presidente de l Consiglio rivolge ai littori le pa role qui r iportate in riassunto. (Da Il Popolo d'Italia, N 1 20, 2 1 mau io 1933, XX)
e rivolgendo tm elogio al podnJà di Torino ed ai dirigenli di quella Federazio 11e fa scista per l'opera organizzaliva da nsi ;volla.
S. E.lHII!solini ba (Onlinua/o facendo nolttre in quale altiuimo conio t•enga lmttla la cultura dal regime f auista, che vu ole i gio vani goliardi, cni è affidato l'avz•enire spirituale della patria, forti e sani. Egli ha an· mmcialo, infine, che l'istituzioue dei Lilforiali dh•errà permanente e che i Lillorittli dell'anno XII si Jerranno a Milano . (Una imponente, pro/un· gala manife.Jf(lzione ha le parole di S. E. AluS.Jo!inì ed i goliardi banno poi !!fJ(Ìalo la sala R egia al canto de/ loro inno)
144• RIUNIONE DEL GRAN CONSIGLIO DEL FASCISMO*
Er.mo pre;enli l e LL. EE. De Bono, Balbo, De V eahi, Federzoni, Gìuriati, De FtwJcisd, Jung, Acerbo, Ciano, Rossoni, Guidi BuJJarini, M a fco ni, Rocco, Trìngali, Tcmzzi, Bollai; gli onorevoli Adinolfi, Benni, Clavenzani, Razza, T,minari, ed il profenor jlfrtrpicali l'on. Achille Slarace. Anenli gitiStificati le LL. EE Ercole, Gr,zndi e De Sle· fani.
Ht1 riferito l'an. Jtmg mila miuione compima in Americd, per la quale il ct1p o d el Governo ba manifeJiato il Juo compiacimenlo, condi· t•Ì!o d al Gran Comiglio.
Ltt d iJcu u ione .Jfl qflttlcb e punlo della relazione Jtmg, che è durattl o/Ire due o re, Jttrà ripreJa lu nedì 22 corrente, RIUNIONE
DEL GRAN CONSIGLIO DEL FASCISMO**
EraJlo preunli le LL. EE. De B ono, ·Balbo, De Vecchi, Federzoni, Giuriati, Dc Francùci, [1mg, Ercole , Acerb o, Cùmo, Rossoni, G uidi
Bll flarìui, R occo, Tringali, Temzzi, D e Stefani, BoJtai,· g li on orevoli
A d i nolfi, Benni, Clavenzttni, Razza, T aninari, ed il professar Marpi ·
• Tenutasi a palazzo Venezia il 20 ma#:giu 1933· (ore 22 1). (Da Il Po· polo d' l talitt, N 120, 21 masgio t9H, XX}
•• a palazzo il 22 magsio 193> (ore 22- l ). (Da li"Popol o d'llalia, N 12 1, 23 maggio 1933, XX).
ctJtì. Segrtlario, l'an. Achille Staraa. Auenti gitutificali S. E. G randi e Marconi.
E ;lata ripresa la diuuuio11e sulla relazione Jung.
Hanno parlato "Jmzg, Rocco, De Stefani, Balbo, De Veuh i, Benni, Marpicati, FederzOni, R o1wni, Guidi Buffarini, Bollai, ·reruzzi, De Francùci e Starace.
La dùcuuio1u è stata rùusrmta e dal Duce
Il Duce ha fatto quindi una ampia e deuagliata relazione Jlllla silftazione internazio nale, con particolare riferimento alle Jlle u ltime faJÌ e cioè: del disanno, conferenza dì Landra, Patto delle quaflro p otenze occidentali, destinalo ad aJSimrare m1 lung o periodo di pace all'Em·opa Ha sottolineato che l'atmosfera gener.1le europea è notevolmente migliorata in seguito al meuaggio di R ooset'elt d al diuono di Hitler ed ha co mtmicato i parlicolt:ri mi riwlltlti dei più rtcmti goziati svoflisi a Rom a sul Palio a quaflro .
Circa !tJ conferenza di Londra t stata z:oJ,Ila la ug11ente mozione ;
« JJ Gran Comiglio del fascismo, riaffemlll h idee che in materia econonìictt finanziaria fur ono fiuale in precedt'nti deliberazioni, idee che dovranno essere sostenute dedla delegazione italiana n/la conferenza di Londra,·
« dicbùmt cbe la potrd eu •ere utili rimi!ati re sap rJ affrontare e risolvere i problemi eJSenziali per s11perare le al/uali diffi coltà;
« in vita il popolo italiano, inq11mlrato tulle organizzazioni del regime, a fare auegname uto in primo l11ogo sulle me forz e, pronto sem pre ttd agire ai/Cbe m/ pùwo di tJna effeJJiVa e pratica .(ol/a borazione imernazionale )).
146' RIUNIONE
DEL GRAN CONSIGLIO DEL FASCISMO*
EranO presenti le LL. EE. De Bono, Balbo, De Vucbi, Fed erzoni, De Francisci, Jung, Erco le, Acerbo, Ciano, R oJJoni, Guidi B11JJarhzi, Tringali, T emzzi, Bottai; gli onorevoli Adùiolfi, Benni, Clavenzani, Rttzz11, TaJJÙMrì, ed il profeSJor Marpicati. Segretario, l'on. A chille Starare . AJJenti giustificati le LL. EE. Mar coni, R occo, Grandi e De Stefani
• a palazm Venezia il 2) maggio 1933 ( o re iz-2). (Da 11 Popolo d'Italia, N. 27 maggio 19H, XX)
L'on. St::rare ba f atto la relazione sulla situazione del P:N.F. nelle diverse provincie, riferendosi (mclu ai rc:pp orti coi t.:ari rami d ell'ammini· l/razione d ello Stato e con le organizzazioni Jinda cali.
H d riferito ml funzionamenla d egli Enti opere auì.stenziali, su ft'inquadramenlo e l'allività delle giot!anili e mlle operazioni d el t eueramento, tuttora in wrJo
lteuerati nei Fasci di Comballim enlo, n ei Gmppi tmivenitari f auiJti, rui Fasci giovanili, mi Fasci femmin ili e 11elle Associazioni fauiJt e sommauo a 2.045.792, con rma differenza in più in confronto del maggio dello scorso mmo di 575.162 unità, m entre il numero delle nuove domande d'i.rrrizìone, per le quali vengono eseguili i prescritti accertamenti, ; di oltre cinquecentomila.
Alla diJmssione, che è staltt rùwunta dai Duce, banno partecipat o De Bono , Federzoni, Acerbo, Rouoni, Cia no.
Il Dflrf ha poi parlato ampiamente Sfllla iitttazione int erna dal pu11to di vista politico ed economico
Cia110' e Jung hanno preso la parolrt.
340" RI UNIONE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI*
Su proposta del capo del G o v emo, primo miniJtro, segretario di St111o, il Comiglio dei winiJlfi ba approwto il segumJe provvedime11to :
«Articol o 1. - 11 fatt o di vieto alle mmninistrazioni indicate nel· l'articolo 6 di asstunere al pro prio servizio in qualità di av venJizio, con· tra/lista, collimista, giomaliero, ov vero di operaio giornaliero o t empo· raneo, e in genere in q11alità di personale 110 /l di ruolo comtmque de· nominato, chiunq11e sùt fornito di auegni vitalizi e annessi aJJegni di caroviveri - escl11si q11elli di guerra e le pensioni privilegiate deli'A e· ronautica .....,.... a carico dello Stato, Jet/e provincie, dei comuni o di altri Enli pubblici, oppure di C:me p emioni coJiituite con conlrih111i d e/te accennale ammi11istrazioni, in mist1ra s11periore alfe lire seicent o 'memi/i (al netto di ritenute erariali). Quuto limit e è però ridott o a lire qual· Jrocento memili, pure al mito delle ritmute erariali, quando il trttttanunlo di quiescenza sia Jldlo liquidato in rdazi otl.: a servizi preslati in qJia/iJJ di JO!tufficiale o graduato o milite delle Forze Arm_aJe o di Co.rpi
• nnutasi il 27 maggio 1933 (ore 10·13). (Da Il Popolo d'llaha, N . 126, 28 maggio 1933, XX}
organizzati militarmente, ovvuo ÙJ qualità di ageute subalterno o di salariato o in altra assimilabile a queste ultime. Agli effetti dell'applicazione del precedente comma sono equiparati agli assegni vitalizi e anneJSi caroviveri i traJ/amenJ i allribuiti in dipendenza delle posiziotJÌ di ausiliaria e di congedo prov:;ùorio.
« 2. - l pensionati di cui all'articolo precedente, attualmente in servizio in qualità di avve111izi, collimisti, giornalieri, ovt•ero di operai giornalieri o temporanei, e in genere in di personale non di molo, comunque de11ominato, dovranno euere esonerali dal se rvizio steJJo entro il 30 giugno p. v. Per quei pemionati asstmli mediante contrailo a termine, t'esonero dal servizio avverrà alla mulenza fiJJala d"al rispeuivo contratto. Restano salve le indenniJà eventualmente spettanti nei singoli casi per cessazioni dal senùio.
«Articolo 3. - Le disposizioni di mi ai precedenli .nticoli l e 2 non sono applicabili al personale collocato anliciptttamente in quiescenza in base a disposizioni speciali che 11e ammettano la riasumzione a posti non di ruolo della stessa am ministrazione per ullribuzioni già esercitate durante il servizio di ruolo o per aJJribuzioni analoghe.
«Articolo 4. -E fallo dit,ieto (tlfe ttmministrazioni indicate nd/'ar" tirolo 6. di conferire incarichi trmporanà, retribliiti, di qualJiasi natura, a chiunque sia fornito di auegni vitalizi e anneui aJiegni di caroviveri - esclusi quelli di guemr e le pemioni privilegiate dell'Aeronauticaa carico dello Stato, delle prolfincie, dei comuni e di allri Enti pubblici, oppme di Casse pemioni costitt1Ùe con contributi delle accennate amministrazioni, in milura mperiore a quelle 11el primo comma dell'articolo l. Agli effe/li dell'applicazione d el precedente comma, sono eq11iparati agli aJSegni vitalizi e mmeui carovillt:ri, i trai/amen/i attribuiti in dipefzde11za delle posizioni di amiliaria c di congedo provvisorio. l pensionati di mi è cenno nel presente articolo, a/tua/mente investiti di imaricbi temporanei retribuiti, dor-·ranno eJJere eso,zerati dagli ùua"ricbi stessi .t!la rùpelliva loro scadenza o, in mtiJuanz..J di termini, entro il 30 p. v. .
«Articolo. J. - Non so no ammesse deroghe alle dùpo sizion i del presente decreto, se non in casi assolutamente eccezionali e comrmque per mansioni di raraJJere non contin11ativo, che saranno sollo poste dal ministro o dalle amministrazioni competenti alla decisione della Presidenza dei Consigli(),
«Articolo 6'. - Sono lenii/e all'oJJerwmza del preJenle decreto:
« I. - Le amministrazioni statali, comprese quelle avmti ordùzamento at1f0110111o o dipenden ti da Enti od Istituzioni mante1wte con concorsi dello Stato.
« 2. - Le amministrazioni. delle provincie, d ei cormmi, delle Istitu-
DAL XIT ANN. FOND, DEl }'ASCI AL PATIO A QUATTRO 233
z ioni di auùtenza e di beneficenza e degli Enti, Istituti e .A ziende, comprese quelle df trasporto in gestione diretJa, amminùtrate o mantenute col concorso drfle provi11cìe, dei comuni e delle l!tiluzio11Ì di auistenza e beneficenza o dei Consorzi.
« 3. - Le amministrazioni del/e Aziende municipalizzate.
« 4.- Le ammìniJtrazioni degli Enti comunque coJtituite e de11ominate, delle Opere 'Mzionalì, d elle Associazioni sùzdacali e l oro htituti collaterali e, in genne, di IIItli gli Emi ed l!tituti di diritto pubblico, anche con ordinamento autonomo, sottoposti a vigilanza o a tutela dello Stato, o al mi mamenimento lo Stato co1uorr<1 con contributi di continuatit•o.
« 5. - Le amministrazioni delle A ziende anneJSe o direttamente dipendenti dftgli Enti dì mi ttl precedenJe numero 4 o che altù:gano ad eui, in modo prevftlente, i mezzi mceJJarl per il raggiungimtnlo dei propri fini,- n onché d elle Società il cui capitale sia coJiituito, almeno' per metà del suo importo, con la partecipazione dello SJflto )).
!uoltre, Jempre SII proposta del capo. del Governo, primo mìnislro, ugretario di Stato, il Comiglio dei ministri ba approllalo il Jegrrenle pro vvedimento:
«Articolo I. - /11 aggùmta ai requisiti prescritti dagli ordinamenti ù: vigore per l'ammiJJione ad impieghi preJio gli Enti eli mi colo 2, è ricbie;ta la iscrizione al P.N.F.
«Articolo 2. - Sono tenule all' o.uervanza dell'artìrolo l:
« l. - L e amministrazioni delle provincie, dei comuni, delle !JtiJJrz ioni p11bbliche di auistenza e beneficenza e degli Istituti ed Aziende, compreu quelle di trasporto in ge;t ione dire/la, ammini.rtrate o mantenute col concorso delle provincie, dei comuni e delle Istituzioni pubblicbe di aJJistenza e beneficenza o dei relativi Comorzi.
« 2 - Le amministrdzioni delle Aziende municip.di.
« 3 . - Le ammiui.ftrrtzùmi degli Enti pard.t/tt tali, comunque COJIÌ· t11ite e de11omhldle, delle Opere delle A;sociazioni sindacali e loro I stituti collaterali, e in genere di 1111/Ì gli Emi ed l.rtituti di dirillo prrbblico, anche co11 ordinamento autonomo, Jollopo!lì a vigilanu o a tutela dello Stato, o al mi mantenimento lo Stato concorra con conHibllti di cara!/ ere comimtativo.
« 4. - Le amministrazioni del/e Aziende annesse o dire!Jamente dipendenti dagli Enti di mi al precedente numero 3 o che attingtwo trd eui, in modo i mezzi n euuarf per il 1·aggiungimento dei propri fini,- 11011Ché delle Società il cui capitale Jia coJJitrrito, alm eno per metà del ;uo importo, con la partecipazione dello Stato>>.
Infin e, eg!lftlmenle 111 proposta del capo del Governo, sono stati ttpprovati: ·
1. - Uno schema di provvedimento con il quale vmgo,J o esteu agli Enti locali e parastatali le norme stabilite per le amminioni agli impieghi nelle amministr,azioni dello Stato, circa l'm1mento di quattro · anni sul limite mauimo di età, limitatamente al primo concorso da bandirli, P" gli avventizi in servizio da almeno d11e anni.
2. - Uno Hhema di prot•r,edmtento il q11ale vengono apportate varianti alla legge 26 maggio 1932, twmero 627, J/1/ credito al berghiero, allo scopo di facilitare la conceJsione del concono dello Stato 11el pagamento degli inte re.JJi stli mutui contratti dalle fl zimde alberghiere.
3. - Un diugno di legge com:ernente modifiche al ucoudo comma dell'articolo l del regio decreto legge 6 febbraio 1927, numero 68, nel .sem o che il capo di Stato Mttggiore ·generttle può eJJere JCelto, o/Ire che t ra i mttrncialli d ' Italia1 i grandi ammiragli, i generali d'Armata (o generali comandanti deJignari d'Armata) , gli ammirt:gli d'Armtth: ( o ammiragli di Jquadra deJignttli d'Armata), muhe Ira i g merali di Corpo d ' Armata, gli ammiragli di Jquadm ed i generali di J']fladra delia regia Aeronautica
Poi il Consiglio dei minùtri, Jll propo!la del capo del Gor-•emo, minÌJtro d egli A ffari EJJeri, ha af'provalo:
l. - Uno sduma di f"ovvedimento che dlr eumzione alia convmzione doganale fra l'Italia e l'Unione delle RepJJbblicbe IOt' Ìeliche Jociaiiste, nonché ai protocollo finale rel11tivo alia conrenzioue sleJJa, ani stipulati entrambi in Roma ii 6 maggio 1933.
2. - Uno .JChema di provvedimento che approva la convenzione ilalo-france.se del 3 ollobre 1932 per et1i!are, all' impor/azione, l e doppie impo1izioni Ùl materitt di tassa di ;cambio e di imposta su/l'am mmJtare degli 'affari.
3.- U11o schema di provvedimemo che approva la proroga al 1° diambre 1933 del <( modus vivendi » di Jtabilinieuto provviJorio italofrancese.
4. - Uno schem11 di decreto che dà nemzione ai p rotocollo italo/edeJco dell' 8 maggio 1933, concemente il traffico turùtico.
5. - Ù no scbt!ma di decreto per l'ammiJJiOJie delle aziende agri· cole del/e iJole italiane deli'Egeo al concorso nazionale per In vhto ria del grano.
Successivammle, dal Comiglio dei ministri Jtmo stati approvali , su propoJ/a capo del Gm•erno1 miniJJro d e/l'lntemo, i Jeguenti provvedimenti :
l . - Un disegno di legge rec11nte modifica·zioni alfe vigenti ,10rme Jfllle stazioni di mra, Jo?,giomo e turiJmo. TI pro v vedimento è dire/lo, in modo particolare, a limitare le dicbiamzioni di rironouimento delle JJazioni dì cura, Joggiomo e turismo alle locttlilà cbe presentino idonea
al/rezza/11ra riceJiiva e curatù•a. e disp ongano di adeguati mezzi finanziari. A la/ fine, con disposizi one di caral/ere tramito rio, è riconosciuto al Gov"no la facoltà di revocttre i riconoscim enti di quelle stazioni di cura, soggiorno e turismo che non prese'lfÌflO i requisiti richiesti dalle nuove n orme
2. - Un dùegno di legg e col quale, allo scopo di animrare u na miglio re e pùJ organica ttltrezzatu ra turistica nel comune di Grado, si stabiliJce di sopprimere Nstillllo autonomo d egli stabilimmti b11lneari, i vi nislmti, attribuendone ìt patrimonio ed i servizi alla locale A zimda t1111onoma di cura.
3. - UfJO schema di provvedi mento legislativo rec11nte modificazioni agli articoli 220, 227, e 234 del u nico d ella Finanztt locale 14 sett embre 1931, numero 1175. Si lrtttla di lievi modifiche, dirette ad elila possibilità di ronl esl ttzio ni circa i cttsi di esenzione della ta ua di circolazione P" i veicoli a trazione aflimale, nonché ad age Miare le operazioni d ì acce rtamento dd contributo integrati vo di utenza stradale.
4.- Uno schema di regolamento p er i regi Istituti fisioJerapici ospita/ieri di Roma (Istituto ospetaliero dermo sifilopatico di Santa Maria e Sangallicano ed Istituto per lo studio e la wra del ctlncro).
5 . - U11o schema di decreto ron cui si approva la deliberazione del 9 feb braio 1933 del governatore di R oma, concernente la concessione di un contributo di lire cinquecentomila a favo re d el comune di Rieti, per la costruzione della strada di accesso al monte Terminillo. ( +)
DOPO LE COMMEMORAZIONI •
Il Governo si associa alle parole di. cordoglio pronunciate dal Presidente. della vostra Assemblea.
• Parole: pronunciate al Senato, nella tornata del 29 maggio 19.B (ore 1620 0)), dopo ·le commemorazioni di aiC\mi senatori scompau i fatte dal Presidente: dc:II"Assc:mblc:a. (Dagli A ttì p(ZT/amenlari d ella Cam ttra tiei JtnaJori. DiJCJmio ni. UgiJldlllrA ril. Smione d t. Volume V , pag. 6H3).
VARIAZIONI NELLA COMPOSIZIONE DEL GOVERNO*
Ho l'ono re di partecipare al Senato che, con d ecreto dell' 8 corrente, Sua Maestà il re ha, su mia proposta, accettato le dimi ssioni rassegnate dall'onorevole leandro Arpinati, deputato al Parlamento, dalb carica di sottosegretario di Stato per l'Interno, ed ha nominato, in sua vece, l'onorevole, avvocato Guido Guidi Buffarini, deputato al Parlam ento.
147" RIUNIONE
DEL GRAN CONSIGLIO DEL FASCISMO**
Erano preunti le IL. EE. De Bono, Balbo, De Veubi, Federzoni, Giuriati, De Fftmcii,·i, Jtmg, Efcole, Acerbo, Ciano, Rouoni, Guidi Buffarin i, R occo, Tringali, T emzzi, De Slefani, Bollai,· gli onorevoli Adinolfi, Bmni, Cltrvmzani, Rttzza, T aJJinari, ed il profeJsor Afarpirati, Segretario, l'on. Starare, A;.rwti girntificali le LL. EE. J\f arc011Ì e Grandi. Sono Jlati e!flminati a/e rmi problemi della politica uouomica imema ed intunazionale.
H anno padato frmg, Acerbo, Giuriati, Tauinari, De Stefani, Clavenzrmi , Razz11, Benni, Cùwo, Balbo, De Vucbi, De Bon o, D e Fr'a71CÌ!ci, R oSJoni, Starace, Bolltti.
Il D11ce htt rùwm11o la dism.uione, cbe farJ rìpreJa il 12 gi11gno . corrMte, alle ore 22.
pronunciate :t! Senato, nella tornata del 29 19}). (Dagli Ani parlamentari d el/,, Camua dei UlliiiMi DiJ(uJJioni. UgiJ iat llrll rit. Jione d t. Volume V, pag.
u Tenutasi a palazzo Venezia il 31 maggio 1933 (ore 22-1 ?). (Da Il PoJio!G i'lt11lia, N, 129, l giugno 1933, XX).
PER IL SOSTEGNO D EL MERCATO GRANARIO*
Il capo del Governo btt riasumto l 'ampia diJmuione .
Dopo avere allt varie proposte pervenute da fonti e che non p oJJono cJJere dtllltlte sia percbé ÙJ comrasto con la politica gnerale economica del regime, sia percbé si dimoJtrerebbero nella pratica inefficaci, riuscendo soltanto a creare ingombranti organizzazioni, il Duce riafferma che il sostegno del mercalo granario non può essere bas.-tlo cbe sulle provz,idenze già dimostratesi efficaci ndle campagne decor;e:
l. - Dazio d ogan11le, che è 1 110 f ermo proposito di mtmlenere nell'11fl11t1le misura.
2. -Precedenza asso/fila nel COIIJ!Jmo della produzione nazio11ale e • perciò impiego obbligatorio del grano nazio nale ".ella macinazione, cbe sarà fissato i11 perce1l/1U1le molto elevata e continuerà ad eSJere vigilato co11 ogni rigore.
3. - Ammau i collellit'i, sostenuti da mld congmtf aJSistenza creditizia. ; i
4. - Azioue da parte delle orga11izzazioni htlereJsale per e graduare le offerte.
PREFAZIONE
A
«MARCIANDO NEL NOME o· ITALIA» **
Ugo Frigcrio! Chi non. lo ricorda ? Chi non lo ha seguito negli anni vittoriosi, quando la sua velocità e la sua fo rza di marciatore suscitavano l' ammirazione dd mondo? Anch'egli onorava l'Italia, attirando sulla nostra gente l'attenzione di mil ion i di uomi ni e demolendo il luogo comune - idiota anche se paludato da sofismi pseudo-scientifici -
• A Roma, a pa lazzo Venezia, il 1° giugno 1933, Mussolini presiede la riunione dd Comitato permanente del gr;mo. In tale occasione, dopo la relazione del ministro Giacomo Acerbo «sull'andamento della stagione e sulla previsione dei u ccolti », il Presiden te del Consiglio fa le dichiarazioni qui riportate in riassunto. (Da Il Popol o ti'lhtlia, N. 13 0, 2 giugno 1933, XX)
"'* U co FR IGERIO - Mdrciamlo nel d'!tdlia- Ufficio Tecnico Editoriale Pubblicitario, Milano, 1934.
secondo il quale la razza italiana non .sarebbe capace di uno sforzo fisico e morale prolungato. Le « prodezze » sportive, contro le quali taluni fi losofa nti sedentarì hanno lanciato le freccie cartacee della loro imbelle ironia, Je prodezze sportive accrescono il prestigio della nazione e abituano gli uomini alb lotta leale in campo aperto, attraverso la quale si misura non soltanto la p restanza fisica, ma iL vigore morale dei popoli. In questo libro,_ Ugo Frigerio racconta le sue gesta di marciatore campione del mondo: dodici anni di battaglie e di vittorie Nel suo racconto è la verità, la semplicità, la cavalle ria dell'alteta, Nelle sue narrazioni vibra la fierezza dell'italiano c del fascista, che marciava, com'egli stesso dice, nel «nome d ' Italia » Marciare, camm i_nare, non è forse l'espressione più netta del dinami smo fas cista?
Mi è ca ro prefazionare co n queste poche lince il l ibro del camerata Frigedo. Egl i, carico d'allori degnamente meritati, non si è insuperbito. b ' rimasto il Frigerio che io conòbbi, figlio di" popolo, in uno dei più popolari quartieri di Milano, nei tempi d i dura lotta per b rivoluzione.•
La l ctturJ di questo libro io la raccomando non soltanto agli atleti, ma a tutti gli sportivi itJ.liani. Essi rivivranno così le lont:J.ne vicende c le grandi giornate, quando Ugo Frigerio toccavJ per primo il traguardo. Gli inni della patria risuonavano ascoltati con rispetto da lle masse degli stranieri cd ·il tricolore garrin sulb torre di Maratona.
MUSSOLINI
Roma, 4 giugno 1933, anno Xl.
Al DIRIGENTI
DELL'ASSOCIAZIONE DEL fA NTE*
Il Duce ha espreJJO ai la propria viva Jùnpalia p er la fallteria, di mì ha rile vato le benemerenze i n g11erra ed in pace
Ha ricordato come ltt ri voluzione fascista a"bhia Japuto valorizzare la t'illoria delle armi italiane e come la camicia nera debba comìderar;i il compleMmenlo del grigioverde del fante.
Ha esp resso i nfine la certezz(l cbe nei sacrifici e nell'eroismo d ella guerra, il cui ricordo dovrà Jramandani alle nuove generazioni, il po-
• A Roma, nella sala Re-gia di palazzo Venezia, il 5 giugno 19H, Mussolini riceve i d irigenti nazionali e p rovinciali deii'Assod:tzione del f ante. Dopo il sa· luto rivoltog li dal commendator Dall'Ara, presidente deii".Associazione, il Presidente del Consiglio p ronuncia le parole qui ri port ate in riassunto. (Da J/ Popolo d' Italia, N . 133, 6 giugno 1933, XX). ·
polo italiano abbia format o il JUO metodo di vita per aff rotJiare og'!i dif!icollà ed og11i battaglùr tai110 nelltt vita quolidiana come in eventuali dmenJi. (I ronvenuli, vivamente commoJJi dalle parole del capo d el Governo, gli hmmo improvt'Ùttto una caloroJa dimoiirazione di entuIiaJiica, affettuoJa devozion(" ).
ALLA VIGILIA DEL PATIO A QUATIRO*
Prego il Senato di passare senz'altro alla votazione del bilancio del ministero degli Affari Esteri.
I negozi:tti del Patto per la colbborazionc e l'intesa fra le ·quattro potenze dell'occidente europeo sono giunti ad una fase ch e fra poco, in un senso o n ell'altro, potrà essere condusin.
Mi riservo pe r questo, se necessario, di parlare domani.
IL PATIO A QUATTRO**
Signori senatori!
L" idea di un Patto di collaborazione e di intesa fra le quattro · potenze occidentali si fece chiara nelle mie rifless ioni dopo la chiusura, nell'estate scorsa, della prima f:l.se della conferenza del disarmo, ch iusura negativa o quasi.
Vi accenna i nell'ottobre a ToriOo, in una manifestazione memorabile non già per le cose che d issi, qu a nto per l'immensa moltitudine che le ascoltò é che rivelò finalmente la vera anima della città sabauda.
Questa idea mi .1pparve di ancora più urgente attualità ai p ri mi di
• .Al Senato, nella tornata del 6 giugno 1933 (ore 16-18.30), .seguita la discussione geneule (iniziat3si nella tornata del 2 giugno 1933) del disegno di legge: «Stato di previsione della d el ministero degli Affari Esteri per l"esercizio finanziario del 1<> luglio 1933 al 30 giugno 1934 ». All'inizio delta discussione, il Presidente de l Consig lio h le dic hiarazioni qu i riportate. (Dagli A.ui ptUIIlmlntari dr/la C.:rmtrll dri u na/ori. Diromio11i. LegiJiaJura tù. SnJiont d t. Volumr V , pag. 6524).
•• Discorso pronunciato al Senato, nella tornata del 7 giugno 19H (ore 16· 19.40). (Dagli Aui della Camna d ei mwori Diutmioni. Leg;llatura à r. Seuio11e cii Volume V , pagg
marzo, quando il panorama della politica europea appariva molto grigio per varie cause, non ultima delle quali i mancati progressi della seconda fase della conferenza del disa rmo.
Questa è la genes i - che. ch iamerò personale - della mia proposta e no n ha c he un'importanza assolutamente
La g enesi - che chiamerò obiettiva - del Patto è un' altra. Come t stato chiarito in occasione della sua presentazione e succesSivamente, come risulta dallo stesso testo , il Patto si collega ed intende di costituire una continuazione e uno sviluppo degli atti intern:!.zionali - primo e s·oprattutto quello di Locarno - che più compiutamente esprimo no lo spirito di intesa e di collaborazion.e fra Stati, ad esclusione di ogni idea di raggruppament i contrapposti o di fin alità pol itich e ant:tgon i· stiche.
Il patto di Locarno è d ell' ottobre 192,. H Patto a q uattro ne costi· tuisce lo sviluppo logico, necess.uio. H patto di l ocarno è una pietra miliare dell'assestamento cwopco. Esso ten de a soddisfa re - secondo le parple dd suo stesso testo - « il desiderio di sicurezza e d i prote· zione che anima l e nazioni che h anno do, uto subire il fLtgello della guerra del 19 14·1918 >>. Nd patto dì Loca rn o b posizione delle q uat. tra potenze veniva nettamente defini ta, stabilendo una p remessa dJ. cui in prosieguo d ì tempo poteva no scaturire determina te conseguenze. La politica europea n egli anni che hanno seguito la su.1 st ipul.uio nc se ne è spesse volte, troppe volte, allontanata.
Era orm;ti tempo che le quattro potenze occidcnt.1li, ritornando ai principi che a\'eva no presieduto ag li accordi del 192,, si impegnassero solennemente a colhtbora re, a concertarsi, ad intendersi su tu tte le quc· stioni che le rìgua rd.wa no: si impegnassero a fare tutti g li sfor zi· per realizzare una politica di collaboraz ione cffctti" a, olt re che fra di css<.", anche con lc a ltre potenze. E questo appunto l'i mpegno che il nuO\'O Patto solen nemente con sacra all'articolo 1°, che ne costituisce il suo punto f ondamentale e da cui g li a rticoli seguenti discendono ed a cui si ricollegano. ·
Lo schema p rimitivo del Patto è quello pubblicato dai giorna li. Dico subito che si trat tava di uno schema, che ammetteva, anzi imponeva, una successiva p iù completa elaborazione, che non si discostasse, tuttavia, d ai principi fondame ntali da me posti alla base del Patto stesso, per rcnderlo più aderente alla realtà, più concreto nelle sue clausole e nella sua durata, in con ( ronto di altri patti ad obiettivi più generici o universal i.
La prim.1 elaboraz ione dello schema a vvenne nei giorni 17, 18 marzo, durante la gradita visi ta di M acDona ld e Sìmon a Roma. l" due mini· stri inglesi accettarono fino dal principio l'im postazione polit ica del Patto.
Una ulteriore elabo razione ebbe luogo a Parigi, e successivamente è sulla ·versione francese che si sono svolti i negOziati per conci liare in un testo definitivo i punti di vista non sempre coincidenti delle quattro potenze interessate.
Molte delle opposizioni suscitate dal Patto sono l'effetto di reazioni di ordine sentimentale, più che di u n meditato esame della realtà. N on si tratta di protocollare e consacrare una gerarchia definiti va e immutabile degll Stati. Tale gerarchia, per q uanto riguarda i quattro Stati dell'Europa occidentale, obiettivamente, storicamente esiste; ma ge ra rchia non significa supremazia o· direttorio, che: imponga la propria volontà agli altri Nella stessa Società dclle nazioni, organismo che fu ispirato da ·concezioni ori:odossamente democratiche e ugualìtarie, u na gerarchia fra g li Stati fu stabilita da l Covenant o atto di fondazione della Lega per cui alcuni Stati avrebbero avuto ed hanno un seggio permanente nel Consiglio della l ega, altri lo avrebbero e lo hanno avuto semipermanente, altri, invece, a turno. Gli Stati che hanno èosl un seggio permanente alla ' Lega so no precisamente i quattro Stat( dell'occidente : Ingh ilterra, Francia, Germania, Italia. Questi Stati hanno quindi, secondo lo statuto della Lega, la possibilità di un'azione diretta e costante, hanno quindi maggiori responsabi:Jità di fronte a se stessi e al mondo. Dallo stato più o meno normale e cordiale delle loro relazioni dipende anche e soprattutto La tranquillità e il pacifico sviluppo degli altri Stati.
Gli articoli « politici l> del Patto sono e precisamente, oltre il primo che ho g ià ricordato, il secondo e il terzo. :E perfdtamente comp rensibile che l'elaborazione di essi abbia richiesto molto tempo e molte conversazioni. t stato ammesso, accompagnato dagli articoli 10 e 16 del Patto, l'articolo 19, che contempla la possibilità di una revisione pacifica dei trattati. Qui si sono pronunciate le maggiori .opposizioni al principio e durante lo svolgimento dei negoziati come alla fine del negoziato stesso, le difficoltà maggiori si sono avute per l'articolo 3, relativo al diSarmo.
La questione della revisione e L'a rticolo 19 che ad essa si riferisce, sono iscritti nel Patto della Società delle nazioni. Altri patti compie· mentarì. del si sono riferiti ed hanno sviluppato tale o tale altro principio, tale o tale altro articolo.
Il Patto a quattro fa, invece, riferimento a tutti i principi consacrati nel Patto della Società delle nazioni e nei patti che l'hanno segulto, e fa specifica menzioite dell'articolo 19. Esso mira a ristabilire l'equilibrio t ra tutti gli articoli del Covenant, come è indispensabile che si voglia, se si deve f are opera costruttiva e duratura.
Sta attualmente svolgendos i in taluni paesi una rumorosa campagna antirevisionista, ma si d imenticano le ammissioni contenute nell'ampio
recente diScorso di al Parlamento di Pcaga. Il ministro degli Esteri della Repubblica Cecoslovacca ha . aperto uno spiraglio revisionista nel muro della negazione dogmatica di ogni principiO di revisione. Nel suo discorso, che ho attentamente letto come meritava l'importanza della materia e la posizione politica dell'oratore, il ministro non si è dichiarato antirevisionista sub specie tJetemitatù, ma ha subordinato ogni tentativo di revisione al · preesistere di determinate condizioni, e cioè: un momento di tranquillità generale, la possibilità di contropartite e l'entità effettiva della revisione.
Non nel mio schema primitivo, e meno ancora nei successivi, fu mai questione di imporre con la forza, da parte dei quattro, una qualsiasi revisione dei trattati. Dalla. fine della guerra - di questa come di tutte quelle che l'hanno preceduta - è in atto un ." processo di adatta· mento dei trattati di pace. Sarebbe inutile, anzi pericoloso, nascondersi che tale processo esiste e che esso ha proceduto spesse volte attraverso difficoltà ben più gravi di quelle ch e ìn un'atmosfera di maggiore, reciproca fiducia e comprensione sarebbero esistite.
Si sono mantenute, negli anrii che vanno dal 1919 in poi, posizioni rigide fino a creare un'atm9sfera di tensione;· adattamenti e revisioni sono, poi, accaduti pressoché improvvisamente, sotto la forza di situazioni talvolta inquietanti per la stabilità dell'Europa, e senza che si conseguisse quel miglioramento organico dei rapporti fra Stati e della situazione generale, che sarebbe stato necessario e che si aveva in mente di raggiungere.
Si è affermato da ta1W10 che la redazione del Patto, cosl come sarà in questa stessa giomata siglato, è molto lontana dal testo primitivo. Ho g ià detto che questo era in certo senso inevitabile, ma un esame attento dei testi permette di scorgere che i principi fondamentali sono rimasti. Cos) è dell'impegno a realizzare una politica di collaborazione fra le' quattro potenze e ·con gli altri Stati, consacrato dall'articolo l. Cosl è (articolo 2) per la citazione dell'articolo 19, che considera la possibilità di un nuovo esame dei trattati divenuti inapplicabili. Così è, in· .fine. per la della questione del disarmo. se la conferenza non riesca ai suoi fini (articolo 3).
L'accordo sull'articolo 3 che riguarda il disarmo è stato lungo a raggiungere. Le ragioni sono state varie. Valga a ricordare quelle dOvute agli elementi particolarmente complessi della questione; forma li e di merito, che hanno fatto sentire per questa questìone maggiori le difficoltà per raccogliere i consensi dei capi di Governo e dei ministri fraOcese, ing lese e tedesco, che non hanno partecipato direttamente alla discussione. Secondo la formula concordata, i quattro Governi riaffermano
all'articolo 3 la volontà di fare ogni sforzo p erché la conferenza del d isarmo giunga a risultati favorevoH.
La dichiarazione dell'll dicembre relativa alla parità dei di· ritti nei riguardi della Germania e degli altri Stati d isarmati per tratta to deve avere una portata effé'ttiva secondo è inteso con la dichiarazione medesima. E. evidente .che se la conferenza non riuscisse, si determi· nerebbe una situazione assai grave, anzi insostenibile L'ipotesi non può essere avanzata che per esclude rla ; m a, poiché, nonostante tutto, questa eventualità potrebbe verificarsi, il Patto la prende in considerazione e vi provvede. L'articolo 3 stabilisce, così, che per questioni che la confe re nza non risolvesse, Francia, Germania, Gran Bretagna e d Italia ne r iprenderebbero l'esame di loro, paturalmente con devoto rispetto per tutto quello che concerne gli alt ri Stati mediante l'applicazione del Pa tto di intesa e di collaborazione a fine dj assicurarne la so luzione nei modi approp riati.
11 criterio della consultazione e della collaborazione affermato all 'art icolo l del Patto trova, pertanto, nell'articolo 3 l 'applicazione specifica ed il Patto a q uattro offre così molte garanzie di pace per- tutti gli Stati europei, ed appare di tal g u isa anche per la soluzione del complesso p rob lema del disirmo, u n fatto re di g rande importanza
Il Patto ha la durata di dieci anni, ed è rinnovabile senza limite d i tempo, ed in questo concetto della non limi tazione della su a durata rientra necessariamente quello d el p rog ressivo adattame nto dei trattat i alle esigenze delle nuove realtà politiche e d economiche. Se fo sse imposto alla Germania dì rimanere eternam ente disarmata in una Europa piena di armati, il riconoscimento della sua parità di diritto suonerebbe come un 'ironia ed il suo posto di <<eg uale» tra g li ugua li nel Consig lio d ella Società delle nazioni si ridurrebbe ad una mera finzione.
Ho detto che un esame attento del primitivo progetto e della redazione final e permette di scorgere che i principi fondamentali sono rimasti. Nat uralmente il testo definitivo è in veste più formale e pre· eisa de llo schema originale. Del resto _ si leggano i vari a.rticoli della prima e dell'ult ima redazione.
L'a rticolo l del mio progetto dice:
« Le quattro potenze occidentali, Italia, Francia, German ia è Inghilterra, si impegnano a realizzare tra di esse una effett iva polit ica di collaborazione in vista del manten imen to della pace nello spirito del Patto Kèllogg, del No forc e paci, e si impegnano nell'ambito europeo a una azione che f accia adottare anche a i te rzi, ave sia necessa rio, tale politica d i pace)>.
l'articolo l del Patto parafato ìe ri d ice:
«Le alt e parti co ntraenti si concerteranno su tu/le le questioni che
le riguardano. EJSe si impegnanO. a fare tutti i loro sforzi per praticare, neJI'ambilo della S()cietà delle nazioni, una politica di wl/4borazione effra Jull e le potenze, direlta al mantenimento della pace».
L'articolo 2 del mio progetto dice : .
«Le quattro potenze riconfermano secondO le clausole dello stesso Covenanl, il principio della revisione dei trattati dì pace, ogni qualvolta si verifichino condizioni che potrebbero condurre a un conflitto fra gll Stati, ma dichiarano che tale principio di revisione non può essere applicato che nell'ambito della Società delle nazioni ed attraverso la mutua comprensione e solidarietà. negli interessi reciproci »
L'articolo 2 del Patto dice:
«.Per qnanto courerne· il patto della Sorietli de/Je nazioni e in par. Jicolare i s11oi articoli 10, ·16, 19, le alte parti comraenJi deridono di esaminare fra loro e .rollo riurva di decisioni cbe non possono e;sere prese clu dagli organi regolari della Società delle na:zioni, ogni proposta relativa ai metodi e alle procedure alli a dare il dovuto ai detti articoli».
l'articolo 3 del mio progetto dice :
«l'Italia, la Francia, l'Inghilterra dichiarano che, ove la conferenza del disarmo conduca a risultati parziali, la parità dei diritti, riconosciuta alla Germania, deve avere una portata effettiva, e la Germania si impegna a realizzare tale parità di diritti con una graduazione che ri!;ulterà da. accordi successivi da prendersi fra le quattro potenze, per la normale via diplomatica. Uguali accordi le quattro potenze si impegnano a prendere per quanto riguarda la "parità " per l'Austria, l'Ungheria e la Bulgaria».
l 'articolo 3 del Patto dice:'
«Le alte parti contraenti si i m pegnano a 111/li i loro sforzi per
· assicurare il succetio della conferenza del disarmo e si riservano, per il caso in c;;i e.IIa lasciasse in Josp eso deJ/e queslioni in cui esse Jiano specùtlmente intere.IJaJe, di riprenderne l'uame tra lo_ro mediante applirazione del presente Palio, al fine di aSJiwrare la JO/IIzione nei modi
Il quarto paragrafo del preambolo ricorda e conferma a sua volta il patto Kellogg e il principio del No fOrce paa contenuto nella dichiarazione dell' H dicembre 1932 della quale è parte fond amentale il principio della parità dei diritti nei riguardi, oltre che della Germania, degli altri Stati disarmati per trattato.
lo schema originario registrav;\ un pensiero politico in veste essenzialmente politica.
la redazione concordata, oltre che tenere conto e conciliare le preoccupazioni e i desiderata delle varie parti, è un testo legale di · accordo.
Ma quello che importava mantenere e sancire, è stato mantenuto e sancito. •
Occorre dire ancora una volta che il Patto non è diretto contro nessuno? Esso non significa imposizione di volontà nei riguardi dt chicchessia; afferma dei principi, stabilisce procedure, conferma e sviluppa vecchi i,mpegni, e ne stabilisce dei nuovi. Esso allontana ogni idea di raggruppamenti contrapposti o di .finalità politiche antagonistiche e mira a salvaguardare e conciliare gli interessi dei singoli Stati con l'interesse supremo, comune a. tutti, il consolidamento della pace, la possibilità della ricostruzione. (Vivi applauJJ).
Mi. sia concesso ora di parlare deH'apporto dato alla negoziazione dai singoli Stati e soprattutto dallo spirito col quale il negoziato si è svolto. Sin dal primo momento, MacDonald e Simon hanno realizzato l.a possibilità del Patto Nel colloquio a palazzo Ven ezia e alla Ambasciata britannica poi, in discussioni che si prolungarono fino a tarda o ra della notte, lo schema primitivo fu sottoposto a un esame dettagliato, ma l'essenza del Patto non fu mai in questione.
L'atteggiamento immediatamente favorevole del primo ministro e del ministro degli Esteri atteggiamento che trovò pochi giorni dopo una eloquente e coraggiosa espressione nel forte discorso pronunziato da MacDonald alla Camera dei Comuni, decideva delle sorti del Patto. .
Nelle fasi successive, l'azione del Foreign Office è stata sempre vigile e tempestiva, guidata dalla direttiva fondamentale della politica britannka nell'attuale periodo storico: collaborare con l'Euècipa, perché la pace non sia turbata. Non sarà inopportuno segnalare che due set· timane fa, partl precisamente dal Foreign O!fiee l'invito ad accelerare i tempi del negoziato, onde conclude rlo possibilmente prima del 12 giugno, data stabilita per l'apertura della conferenza economica mondiale di Lond ra.
La posizione che per la loro situazione c per i fattori naturali che le caratterizzano, Ing hilterra e Italia chiamate a rap· presentare in Europa, e per la quale il patto di Locarno assegna loro una sp«iale funzione, tro\'a nd Patto a quattro nuova espressione c nuO\'e possibilità di fecondi e costruttivi sviluppi.. (Prolungati applatw ).
Voci tendenziose e contradditorie sono state diffuse circa l'atteggiamento della Franci.1 davanti al Patto a q uattro. la verità è diversa . Il ministero Daladier non ha mai opposto un fin de 110n reavoir alla iniziativa del Governo ,italiano. Nessuna meraviglia che il Governo f r anabbia voJuto accuratamente pesa re il pro e il contro del prog etto. Sta di fatto che il Governo fran cese ha aggiunto formale e precisa, a i principi contenuti nel Patto. che ha riconosciuto idoneo ad assi-
cware per un abbastanza lungo periodo ·di anni la c la tranquillità alL'Europa.
La Francia, per la sua stessa posizione geografica e per gli ideali e gli interessi che rappresenta in Europa e nel mondo, non può prat icare una politica di isolamento. Insieme con l'Inghilterra, la Germania e l'Italia, essa è elemento fondamentale di progresso e di pace.
Aderendo al principio della collaborazione consacrato nel Patto, essa non solo serve i p ropri interessi, ma porta un contributo fatt ivo e prezioso alia ricostruzione della vita europea. (Vivùsimi e g enerali applatm).
Bisogna lea lmc;nt e riconoscere che il Governo franceSe h a stren uamerite lottato contro corrente, contro, cioè, interesSi, sentimenti, preoccupazioni esistenti nello spirito francese ed ha superato tutto ciò perché intimamente convinto della bontà dei principi che stanno alla base del Patto. la Francia ha forni.to un esempio di collaborazione sUI pia no europeo del quale bisogna rcnderle atto.
N ella migliorata atmosfera del Patto a quattro è perfettamente possibile una soJiecita liquidazione di talune particolari questioni che dividono l'Italia dalla Francia, già auspicata dal signor H erriot, come di altre che possono interessare la Germania e la Francia. Stabilita con la firma del Patto una nuova situazione di fiducia reciproca e di collaborazione, le q uestioni pendenti tra Francia ed Italia assumono, infatti, nel nuovo quadro della politica europea, un carattere diverso da quello che hanno avuto fiilora, e più agevoli diventano le possibilità di soluzione. (Vi vissimi, prol!mgati e g enerali ap platw).
Ispirato da un altrettanto vivo desiderio di collaborazione è stato l'atteggiamento della G ermania. Vi è stato un momento nel quale un'interessata campagna condotta dagli elementi 'iconfitti dalla rivoluzione naz iona.lsocialista, aveva faito risorgere fantasmi di g uerra. Il grailde di· · scorso di Hitler del 17 maggio ha immediata mente chiarito la situazione. Discorso moralmente coraggioso e polit icamente t ranq uillizzatore.
La Ge rmania vuole la pace e non la guC'rra: una pace costruttiva all'interno e all'estero. Questo il punto centrale del discorso, che con· teneva anchè una esplicit a adesione al Patto a quattro. Con la sua ade· sione prirra, e coll aborando con larghezza di vedute all'elaborazione del Patto, e autorizza ndo un·ora fa t edesco ad apporre ad esso la sua sigla ( vivi applauu), Hitler ha dato prova concreta , tangibile, degli intendimenti che nnimano il suo Governo. Discorsi intonat i agli stessi princi pi furono pronunciati da Goering, il q uale, a Diissel_. dorf, ha dichia rato che la Germania del terzo Reich sarà il balua rdo della pace, e da Hitler in occasio ne dell e elezioni · di Danz ica.
La Volontà di pace della Germani a è dovunque sole nnef!!entC' ri affermata. Bisogna rendersi conto che quella attua lmente in corso in Ge r-
mania è una profonda rivoluzione non soltanto nazionale ma sociale, e che pretendere di giudicarla col metro della Germania dell'anteguerra è per lo meno azzardato.
rivolu:z;ione di popclo, fatta da uomini usciti dalla guerra e dal popolo. Non è il colpo di Stato d1e viene dall'alto.
un'affermazione che sale da venti milioni di tedeschi.
Sul piano internazionale riaffermo quanto dissi altra volta, in que· sta stessa Aula.
La Germania esiste nel cuore dell'Ewopa con la sua rri:tssa impo· nente dì sessantacinque milioni di abitanti; con la sua storia, la sua cultura , le sue necessità; una politica veramente europea e diretta al mantenimento della pace non si può fa re senza la Germania, e, peggio ancora, contro la Germania (a pprovaziom); tanto meno si potrà condurre siffatta politica quanto più la G ermania orienterà la sua azione inte rnazionale, secondo i punti essenziali contenuti nel programmatico discorso di Hitler . (Applami viviiJim1).
Della parte avuta dall'Italia nel Patto, io non terrò lungo discorso. L'iniziativa italiana è stata ·dettata dalle ragioni che vi ho esposto in principio. Essa è l'affermazione ai.tegorica, indiscutibile ddla nostra volontà di collaborazione e di pace. Durante le conversazioni il ministero degli Esteri ha teriuto e coordinato le fila ed aiutato, volta a volta, a superare le difficoltà, ·
Mi sia permesso a questo proposito di ringraziare dinanzi a quest'alta Assemblea i tre ambasciatori di Francia, Germania, Inghilterra, per l'opera veramente assidua da essi prestata nelJo svolgersi del negoziato. (Vivissimi, generali applauJJ). Non voglio passare sotto silenzio l'adesione significativa data dal Belgio al Patto a 'quattro. (Ap plausr).
Questo Patto int eressa direttamente Stati coi quali pratichiamo da anni una politica di schietta, Salda am!cizia : parlo delJ'Austria e dell'Ungheria nel bacino danubiano ( applau11), e della Turchia e della Grecia nel Mediterraneo- orientale. Esso interessa egualmente un altro ,grande Stato: l'Unione delle Repubbliche Sovietiche, con cui ultimamente abbiamo concluso un t rattato di commercio.
Si è vol uto da qualcuno intravvedere, nell'articolo 4, la tendenza, almeno potenziale, verso la costituzione di un fronte unico Ora io tengo a dich iarare, formalmente, che una simile idea non è mai stata nel pensiero del Governo italiano, né in quello degli altri Stati firmatari del Patto a quattro. Tengo a ripetere che nell'economia del Patto è insita l'idea della collaborazione con tutti gli altri Stati, grandi e piccoli, europei ed extra europei, ed in particolare con gli Stati . U niti, senza il cui valido e pratico contributo, un'opera stabile e costruttiva di pacifica-
zione politica e di restaurazione economica mondiale · non possibile. (Vivi applausz).
Il Governo italiano, invitando i quattro Stati partecipi al patto di Locarno a collaborare fra essi e con gli altri Stati per realizzare una politica costruttiva di pace, ha voluto che, nelle turbate condizioni d'Europa, si compiesse un'opera di alto idealismo e realismo politico. Il Governo italiano ha mirato e tende a creare una nuova atmosfera politica, nella quale le singole questioni di ordine politico ed economico, a mano a mano che si prese-nteranno per lo svolgimento naturale degli avveni· menti, possano essere esaminate senza partito preso e trovare una soluzione secondo l'intrinseça sostanza e nell'interesse di tutti. Il Governo fascista ha trovato negli .altri Governi comprensione e rispondenza, an-· che per la conclusione del negoziato. Esso ha 1a coscienza delle difficoltà che esistono attualmente in Europa nel campo politico ed in quello economico e misura il valore di una sincera politica di collaborazione, non solo dall'effetto che se ne rìpromette per la loro soluzione, ma dall'inevitabile accrescimento progressivo di queste difficoltà, ave tale politica di collaborazione non fosse attuata.
:B evidente che le conseguenze del Patto a quattro saranno più o meno rapidamente feconde in relazione al suo effettivo funzionamen to. Non bisogna credere che rwn vi saranno più contrasti. e che i contrasti saranno magiCamente sanati. Questo ottimismo io lo ho già aggettivato. No. Come ho già detto, il Patto è stato appunto · creato per avere la possibilità di risolvere le questioni che la sihlazione a volta a volta impone. Per questo il Patto deve essere operante e senza indugio e, a completamento delJe normali relazioni diplomatiche, dovranno verificarsi degli incontri più o meno periodici, più o meno frequenti, ·a seconda delle necessità tra i fattori direttamente responsabili della politica estera · dei quattro Stati.
Quanto alla Società delle nazioni, essa troverà giovamento e non nocumento da questa metodica collaborazione tra i membri permanenti dei suo Consiglio.
Signori -senatori!
11 Patto di cUi vi ho parlato non è ancora perfezionato, perché dopo la sigla dovrà venire la firma; poi, Jaddove è necessario, l'approvazione dei Parlamenti, quindi lo scambio delle ratifiche; dopo di che il Patto diventerà esecutivo. Dico esecutivo non nelle clausole soltanto; ma, soprattutto, nello spirito che lo informa. Spirito che mette· fine a un ca· pitolo della storia del dopoguerra e ne comincia un altro. Spirito. che deve garantire dieci anni di pace all'Europa, durante i quali gli assillanti e complessi probleni.i di indole interna e internazionale saranno risolti. Si è constatato che in tutti i paesi i negoziati del Patto a quat-
tro sono stati seguiti con un interesse profondo ed in certi momenti con vera ansietà. La conclwione solleverà discussioni più. o meno interessanti negli ambienti professionali delia politica; ma verrà salutata con grande soddisfazione dalle moltitudini, le C]Uali più lontane dall'artificio e più vicine alla vita, sentono, intuiscono la portata morale degli eventi che si possono chiamare storici. (Applauu).
Un voto, dovunque si leva, ed è questo: « Fate, o signori di tutti i Governi, che attraverso iJ luminoso va rco aperto, mentre le ombre si addensavano agli orizzonli, passino non soltanto 1e speranze, ma le certezze dei popoli ».*
APPENDICE
LETTERE
5 giugno IX. [1931] •
Caro Giurìatì, comprendo ed apprezzo la tua sensibilità politica, veramente squisita , io respingo le tue dimiss ioni. Ho criticato talune es pressioni dell'attività del Partito, per sollecitarne ìl mig lioramento e in tal senso ti ho dato precisa consegna, anche ne i t ermini di t empo. libero dagli impeg ni della Camera, ora puoi dedicarti completamente a lla g rande fatica e il P art ito alla vigilia ddl'a nno X, perfettamente sistemato nel tanghi e nei quadri.
Se tale consegna ti ho dato, è- segno palese della mia fiducia, per cui sono sicu ro che non insisterai nel tuo proposito. Saluti fascisti.
M.USSOUNI
• Al S('gretario generale àel P.N.F., Giovanni Giuriati. (Da Lt Incom tlluJ/ rata, N. 3, 21 gennaio lX).
·9 gi11gno IX. [1931] •
Caro Giuriatì, in risposta alla tua seconda lettera, ti riconfermo quanto ti ho d etto a voce. Devi restare al tuo posto, perché sono convinto che riuscirai ad eli minare gli inconvenienti da mc segnalati. N ella pross ima · riunione del Direttorio, ristabilirò nei tuo i confronti quella situazione morale che tu ritieni ind ebolita e non è.
MUSSOLINI
• Al segretario generale del P .N .F., Giovanni Giuriati. (Da Lt Smim11na b1rom 11/uJtrata, N. _3, 21 gennaio 19:>6 , rx).
Roma, 15 luglio IX. [1931] *
Caro Sedini, ho letto durante alcune ore di sosta sulla spiaggia ostiense la vostra biografia di Gabriele d 'Annunzio. Mirabile .vita , del Poeta ; ma
• Allo scrit tore- Angdo Sodinì. (Da l! Popolo d'I talia, N . 211, 30 lug lio 1939, XXVI).
mirabile anche la vostra fatica, data specialmente la difficoltà e la delicatezza dell'argomento. Vi ho appreso molte cose che ignoravo. Ora vi faccio una proposta, queJia, cioe, di pubblicare in un volume a sé tutta la parte dd volume che dal '15 al '30 narra la vita di D'Annunzio combattente Quale esempio per le generazioni che sorgono!
Accogliete 1 miei coraiali fascisti saluti.
MUSSOLINI
[l agosto 1931 ] * Maestà, l'alto messaggio che Vostra Maestà si è compiaciuta di indirizzarm.i,
e sincera ris_pondenza in me e nel popolo italiano. L'armonia di sentìmenti e di mteressi, felicemente consacrata nei trattati, ha creato un legame così intimo tra i due popoli adriatici, che senza esitazione il Governo fascista, in questa come in altre circostanze, ha dato allo Stato albanese il suo aiuto inteso ad assecondare i nobili sforzi che la nazione amica e alleata compie nell'Albania, a cui il trono della Maestà Vostra e le virtù del suo popolo forte sono garanzia di sicurezza e prosperità, a cui si rivolgerà sempre attiva, cordiale ed immutabile 1:1 simpatia del popolo italiano, del Governo fascista e mio. Con questi sentimenti sono particolarmente felice di riaffermare a Vostra Maestà la sincerità . del mio animo amico e di ricambiare al popolo albanese le espressioni di cui la Maestà Vostra ha voluto rendersi mterprete con l'augusto messaggio.
MUSSOLINl
"' A Sua Maestà Zogu I, in risposta alla seguente: «Caro e grande amico, il" magnifico gesto che il Governo fascista ha compiuto, accordando all'Albania. l'appoggio finanziario, senza di cui le era impossibile di realizzare il suo ideale di progresso, di lavOIO e di organizzazione, ha suscitato nell'animo dell'intera nazione un sentimento di profonda riconoscenza veno la persona di Vostra Ec· cellenz.a, verso il suo Governo e la nobile nazione italiana. Sono felicissimo di essere presso Vostra Eccellenza interprete di questo sentimen to che senza dubbio contribuirà a rinserrare sotto nuovi auspici il legame indissolubile che così feJi. a ·mente unisce le nostre due nazioni amiche ed alleate. 11 popolo albanese ricor· derà sempre, con sentimento Ji profonda gratitudine, questa prova di amicizia che la sua generoSa e pot ente alleata gli ha voluto dare per aiutarlo a preparare la realizzazione delle sue legjttime aspirazioni. Ringrazio ancora una volta Vostra Eccellenza per il suo aiuto tanto prezioso e prego di credere alla mia a.ffettuO'Sa e inalterabile amicizia. ZoG I>>. (Da Il Popolo d'Italia, N. 183, 2 agosto 1931, XVJIJ).
[28 JeJJ em bre
1931.]
Sta race,
recate il mio saluto alle canlicic nere modenesi, che ricordano il primo decennale del martirio fascista di o tto camerati, sempre p resen ti al mio spi rito . Fu una giornata di sangue e d i grande affermazione ideale , ch e resta perfettamente incisa nella sto ria d el fascismo modenese e italiano Io la rivivo nel ricordo. Anche o8g i, come dieci anni fa, il f ascismo deve affrontare e superare ostaco h d u ri. Oggi sono di diversa n atura, m a impongono sempre la disciplina neg li animi, la fraternità nei ranghi e un gagliardo spirito di volontà f ascista. Camerata Starace, d eponete in mio n ome d ei fi ori sulle f osse dei caduti fascisti di Mod ena. Il loro nome è indisso lubilmente legato alla rivoluzio ne delle camicie nere, ch e ess i col loro sacrificio sospi nsero verso la v ittoria
M U SSOLINI* Al vicesegretario del P.N.F., Achille Starace (D a Il Popolo d'Italia, N . 23 1, 29 settembre 1931, XVIl i).
R oma, addì · 12 novembre 1931, X .*
Eccellenza, I nformo l'Eccellenza Vostra che Sua .Maestà il re, con decreto in data l O corrente, ha nominato, su mia proposta, ministro di Stato l'ono· revole Teo doro Mayer, senatore del Reg no.
Con osservanza.
M USSOLINI
• AI del Senato. (D.ag li A ffi parlam ent.zri deil4 Camera J ei un aJori. Dilo tSsioni Leghlatura rÌJ. Senione d r Vo lu me IV , pag. 4 292)
Eccellenza,
R oma, addì 12 n oven_1bre 1931, X . *
In formo l'Eccellenza Vostra che Sua Maestà il re, con decreto in data IO corrente,·ha nominato, su mia proposta, ministro di Stato l'ono· revole, marchese, avvocato G iuseppe De Capitani D'Arzago, sena tore del Regno.
Con osservanza.
MUSSOUNI
• Al Pre.sidm te del $(-nato. ( Dag li A"i parlam lfntasi tùlla CamerA d ei se.natfNi. D h ruiJirmi, LeghlaJura r it. S e.rsi o11e rh . Volu me pag. 4 292.
[6 germaio
1932.]
Caro Barzini, sono sicuro che realizzerete il vostro programma, giovandovi dell'organo che vi accìngett: a dirigere. Ne farete uno strumento di difesa, di valorizzazione, di impulso di tutte le grandi energie del Mezzogiorno e un'arma del regime, che nel Mezzogiorno raccog lie masse imponenti di fedeli e disciplinati gregari. Seguirò la vostra opera con s1mpatia attenta e continua.
MUSSOUNI
* A Luigi Barzini, in risposta al seguente telegramma: <1 Assumendo la direzione dd MaJtin q , rivolgo il mio ferv ido e devoto saluto all 'Eccellenza Vostra, da cui emanano tutte le prodigios e forze di rinnovamento che trasformano e e(e. vano questo meraviglioso Mez zogi orno d 'Italia da voi tanto amato e al cui servizio fieramente mi pongo con fervida fed e nei destini da vai segnati alla nazione e al regime». (Da Il Popolo d'!J.zi!a, N 6, 7 gennaio 1932, XIX).
Signor prefetto di Genova, · in questi ultimi ten1.pi, il Giomale di Genova ha pubblicato una serie di articoli sulla direttissima Milano-Genova. Avendo ritlcttuto su questo problema, mi sono domandato se non sarebbe meg lio e più consono coi tempi, invece di una direttissima ferroviaria, costruire una direttissima autocamionale. Costerebbe di meno allo Stato, farebbe un servizio più rapido e porterebbe le merci dalla calata alla porta della fabbrica, anzi alla porta del magazzino della fabbri ca Il che è importante! Non credo che il costo unitario dei trasport i effettuati con camion a nafta e con uno o due rimorchi, eccezionalmente, sia superiore a quello ferroviario. Comunque sarebbe più rapido e più comodo. La ferrovia rimarrebbe per le merci di massa o povere. Faccia, nella sua qualità di P.res idente del Consiglio provinciale dell'economia corporativa, delibare t1 problema. E mi riferisca.
MUSSOLINI
• Al prefetto di Genova (D:t Il P'opolo d'italia, N 262, ·29 ot tobre 19 3:5, XXII).
19 febbraio X. [ 1932] *
Caro Boncompagni, bisogna iniziare i lavori di sistemazione dei locali di Porta Pia destinati ad ospitare, dal settembre prossimo venturo in poi, il Museo dei bersaglieri. H Museo costituirà nuovo elemento di dignità, decoro, attrazione della capitale e, soprattutto, documentazione degli eroismi secolari del Corpo.
MUSSOLINI
* Al principe Francesco Boncompag ni Ludovisi , (Da Il. Popolo d'Italia, N. 223, 18 settembre 1932, XIX).
[10 febbraio 1932.]
Roma, 29 febbraio X. [1932] • Caro Bodrero, fate molto bene a riprendere e migliorare la pubblicazione periodica di Bibliografia fa;cÌJJa. çuesto rientra ·squisitamente nei compiti della vostra Confederazione. Gtà sin dal 1926, IV, io appoggiai l'miziativa. B di grande interesse e di somma utilit à seguire e segnalare tutto ciò che si pubblica sulla nostra rivoluzione, sia pro, sia contro. La letteratura universale suscitata dal fascismo è imponente. Ciò significa che il fascismo interessa tutte le genti civili, dagli uomini di Stato agli uomi ni di pensiero. Ciò significa che l'Italia ha pronunciato una parola che ha valore ·non solo nazionale, ma mond iale. Siate esatti nelle citazioni regolari delle pubblicazioni e aggiornati. Sono sicuro che . queste mie direttive troveranno pronta e intelligente · applicazione.
MUSSOLINI
• Al deputato Emilio Bodrero, "presidente della Confederazione nazionale professionisti C'd artisti. (Da Il Popolo d'Italia, K 9 marzo 1932, XIX).
Ro;na, addì 3 aprile 1932, X.*
Eccellenza, informo l'Eccellenza Vostra che Sua Maestà il re, con decreto in data 31 marzo scorso, ha nominato, su mia proposta, ministro di Stato l'onorevole, professar, avvocato Luigi Rava, senatore del Regno. Con osservanza.
MUSSOLINJ
• Al Presidente del Senato. (Dagli Alli parlamentari d ella Camna dei Je· nat"ori Disamioni. LegùlaJIIfd di. SeJJirme cit. Vol11me lV, pag 4890).
Rom a, addì 28 maggio 1932, X.*
Eccellenza, infarino l' Eccellenza Vostra che Sua Maestà il re, con decreto in data 24 corrente, ha nominato, su mia proposta, ministro di Stato l'onorevole, ma.rchese Giuseppe Tanari, senatore del Regno. Con osservanza·.
MUSSOLINI
• .Al Presidente del Senato. (Dagli Alli · parlamentari della Cam n a dei Jt· -nat()f"Ì. Disr11uioni. Legislatura rit. Stuione Volum e IV, pag. 5n6)
xxv.
Eccellenza, Rom·a, addì 28 maggio 1932, X. *
informo r Eccellenza Vostra che Sua Maestì il re, con decreto in data 26 corrente mese, ha nominato, su mia proposta, ministro di Stato il generale, nobile, dottor Carlo Porro, dei conti di Sa nta Maria della Bicocca, senatore del Regno.
Con osservanza.
111 Al del Senato. (Dag li Atti parlam efttari d ' Ila Cam m t d ei ur;alori. Di.u:nnluni. Legùlatur11 àt. Seu i one àt. V olame lV, pag 5}56)
Eccellenza, R oma, /) 4 luglio 1932 , X . *
informo l' Eccellenza Vostra che Sua Maestà il re, con decreto in data 30 giug no scorso, ha nominato, su mia prOJ>C!Sta; ministro di Stato il generale, nobile Alberto D e Ma rini s Stendardo di Ricigliano, senatore del Regno. ·
Con o sservanza.
• Al Presidente del Senato. ( Dag li Ani parlamentari d elia Camera dei unaJori. Diso usioni. Legislàt«ra àt. SeJJio u e cii. V olum e I V , pag . 53 57).
MU SSOLINI
(20 ? i11glio 1932 .] *
Eg reg io commendator Orlandi, avete fatto molto bene a dare l'esempio con lo sd ogliere la vostra Associazio ne e tale vostro esempio io addito alle a ltre Associazioni, alcune delle quali, componendosi di gente nata ai conlini del Lazio, sono ve ramente, e più delle altre, assurde.
• Al commend ator Antonio O rl a.nd i, presidente dd !'Associazione fra emiliani e romagno li residenti a Roma, che aveva fatto pervenire a. Musso li ni copia del seguente ord ine del giorno, votato dal Consig lio d irettivo della predetta Associa- ' zione nella sua riunione d el 20 giU,$00 193 2 : « Il Consig lio direttivo dell'Assoduione fra emiliani e romagnoli residenti in Roma, udita l'ampia relazione fatta dal presidente, avvocato Orlandi; constatato che, con l'intervento e con l'adesione dei e mig liori uomini della regione, il sodalizio dalla sua fondazione (avvenuta ·nel 1920) ad oggi ha tenuto vivo l'amore alla terra nativa e alto i l nome d i essa n ella capitale d'Italia, fra la simpatia generale, con g rande spirito di italianiti e d i devozione al regime; considerato che gli ordinamenti dati alla vita nazionale dal fascismo sono venuti creando inquadramenti pratici, e, .roprattutto uno sp irito rinnovato e 5aldo di unità nazionale, cui possono dirsi superati g li scopi per i quali l'AsSociazione era stata creata ed ha vissuto, delibera d i sciogliere l'Associazione, mandando un devoto omaggio al capo del Governo che per la fortuna d'Italia ne regge le sorti e un saluto cordia le a tutti i cittad ini che risiedono alla capitale e nella regione » ( D a Il Po polo d'Italia, N . 173, 21 lug lio 193 2, XIX).
Associazioni a tipo regionali a Roma, communiJ pa1ria, non hanno ragione di essere, specialmente dopo la guerra e la rivoluzione fascista. Contra questo ·residuo anacronistico e meJanconico, si schierarono in altri tempi uomini di forte tempra e di alto intelletto. Non sarà, forse, inopp>rtuno ricordare quanto disse Matteo Renato Imbriani il 13 giugno del 1891 alla Camera italiana:
«"L'Idea del regionalismo risorge; pare strano ma, a mano a mano che tramontano tutti coloro che hanno realmente contribuito ad edificare questa ltalia, pare che vi sia come una gara di passioni, le quali trasdnano a far risorgere qua lombardi, là piemontesi, toscani, napoletani, siciliani.
«"Un esempio ne avete in questa Roma, che dovrebbe essere il simbolo dell'unità di tutte le forze nazionali e dove, invece, vedete sorgere, grettamente, tante Associazion i ed associazioncelle: gli umbri sabini, e i romagnoli, i veneti, i siciliani e abruzzesi e via dicendo. Perfino a me hanno mandato tre o quattro inviti per partecipare ad una Associazione dei meridionali del continente, ma questi inviti io li stracciai!" (Vive approvaziom).
«"Io mi sento italiano, nient'altro che questo". (Voci: "Ha ragione!". Una vou al/lestrema sinistra: "Siete ingiusto, Imbriani").
«"No, non è ingiustizia. Queste parole io pronunciai ranno scorso, quando fui invitato ad assistere ad un banchetto dell'Associazione roma· gnola ed in seno all'Associazione stessa. E quei nobili popolani compresero il significato delle mie. parole, le quali non potevano suonare né insulto, né ingiustizia"».
Subito dopo, Giosue Carducci andava a rincalzo di queste fiere parole, con una lettera a M. R. Jmbriani (LeJtere di G. Carducci, 1852-1 91 I, pag. 302), cosl: «Come avete detto bene contro le Associazioni regionali in Roma! ]n Roma specialmente siamo tutti italiani, sempre e solo italiani. In Roma e dappertutto! ».
Dopo quaranta :1nni, la questione ha ogni qualsiasi significazione politica. Il re.gionalismo, come tendenza e fatto, è tramontato definitivamente, salvo 1n CJUeste Associazioni , che possono anche esse tramontare.
MUSSOLINI
Ro ma, lì 27 luglio 1932, X *
Eccellenza, informo l'Eccellenza Vostra che Sua Maestà il re, con decreto in data 25 co rrente, ha nominato, su mia proposta, ministro di Stato l'onorevole, professar, avyocato Alfredo Rocco, deputato al P arlamento. Con osservanza.
MUSSOLINI
• Al Presidente del Senato. ( Dagli Ani parlamenJari della Camua se· naJori. Diso m ioni. LegiJlrttura dt Snsione ti1. VolJnne V, pag
Roma, add) 6 agosJo 1932, X. • Eccellenza, . informo l'Eccellenza Vostra che Sua Maestà il re, cOn decreto in data 4 corrente mese, ha nominato, su mia proposta, ministro di Stato il marchese, commendator Dino Perrone Compagnì. Con osservanza.
M USSOLINI* Al Presidente del Senato. (Dagli Atti parlamt11Jari della Camet'tt dei te· natMi. D iscuSJ;oni, Legillatura cir. Seuione rit Volume V, pag. )49 1)
[6? sellembre 1932.] • Caro camerata Crollalanza, mi è molto grato affidarvi l'incarico di rappresentare il Governo f ascista alla cerimonia i naugurale della terza Fiera del Levante, a Bari. Questa manifestazione - voluta e organizzata dall'intraprendente, volitiva, dinamica gente della vostra terra - acquista ogni anno una importanza sempre maggiore.
Bari, che voi avete guidata e guidate pur da lontano, assolve cosl tenacemente e fortemente· il compito che io intravidi in altri tempi e al quale feci es.Piicito cenno nel mio discorso della vigilia a l San Carlo di Napoli: Ban anello di congiunzione fra l'Occidente e l'Oriente; strumento della pacifica espansione italiana nel Mediterraneo orientale ed oltre.
Sono sicuro che la Fiera del Levante avrà un grand e successo di visitatoci e d i affari, e segnerà un'altra tappa nella ascensione della vostra attiva e grande città
MUSSOLINI
• Al ministro Araldo Di Crollalanza. (Da Il Popolo d' Italia, N 213, 7 settembre 1931, XIX).
Roma, addì 12 novembre 1932, XI.*
Eccellenza, informo l'Eccelle nza Vostra che Sua Maestà il re, con decreto in data 10 corrente mese, ha nominato, su mia proposta, ministro di Stato l'onorevole, dottor Anton io Mosconi, senatore del Regno. Con osservanza.
MUSSOLINI
• Al Presidente d el Senato. (Dagli Ani parlamelllfWi d ella Camer4 d ei Je· ndtori. DimJJsi oni. Legislatllra ril. S essione d t. Volume .V, pag. 5491).
R oma, 11 dicemb" X. [1 93 2] * Privata
Caro Foschini, ho in questi giorni letto tutto di un 6ato il vostro libro su l'Aretino. Voglio dirvi che mi è piaciuto moltissimo. dire
un'opera
So che siete sempre della vecchia g uardia e vi saluto amichevolme nte.
MUSSOLINI
• Allo scrittore Antonio Foschini. (Dall'originale).
Roma, addì 22 a prile 1933, XI * Eccellenza, . informo l'Eccellenza Vostra che Sua Maestà il -re, con -decreti in data 20 corrente mese, ha nominato, su mia proP.osta, ministri di Stato g li onorevoli, dottor, professar Pietro Fedele e F1lippo Cremonesi, sena· tor i del Reg no.
MUSSOLINI
• Al Presidente del Senato. (Dagli Alli parlamental'i della Camera àd senaJori. Dimmioni. Legislatura dr. Seuione cii, Volume V, pag. 6374).
12 m aggiO, anno Xl E. F., 1933. • Caro D e Vecchi, sono molto lieto che la Rttnegna Stori ca del Risorgimento sia affi. data alle tue cure Era necessario togliere da un ambito troppo stretta· mente professionale e talora fazioso ]a sto ria del Risorgimento, per por· tarla a più diretto contatto del popolo italiano e riguardarla con occhio f ascista.
Nella tua qualità di ardito di guerra, e di ardito della rivoluzione fascista, nonché di acuto cultore deUe discipline letterarie e storiche,
più intonata e rispondente
MUSSOLINI
• A Cesare Maria De Vecchi di Val Cismon, direttore della Rauegna Sto· rir" del Risorgimento. (Dalla Rarugna Storica del Risorgimento di Rorua, fa. scicolo I, gennaio-marzo 1933, XX)
[6 aprile 193 1.] *
Rispondo alla vostra lettera. Democrazia è il Governo che dà o cerca dì dare al popolo la illtuione di essere sovrano. Gli istrumenti di codesta il/mio ne sono stati vari · per le epoche e per i popoli, ma il fondo e g li scopi non sono cambiati. Ecco la mia precisa opimone. Colgo l'occasione pe r invia rvi i miei cordiali saluti.
MUSSOLINl
• Al dottor Gustavo Le Bon, redattore del Rome, che avc:va chiesto a Mus· so lini e ad altri alti personaggi la. loro opinione sulla democrazia. (Da li Popolo à' ltalitt, N. 83, 7 3prile 1931, XVIII).
Roma, 14 aprile 1931.
Ho letto con grande commozione il libro che hai dedicato alla memoria del povero Sandrino e ho rivissuto quelle d'angoscia. Sandrino, il cui n cordo evivo come sempre
BENITO
• Ad Arnaldo Mussolin ì. (Dal Carteggio Arnaldo-Benito ftfu uolini A cura di DUILIO - La Firenze, 1954, pag. 208).
[15 aprile 1931.] •
Odierno Consiglio ministri ha approvato stanziamento per consolidamento debiti onerosi agricoltori ferraresi.
MUSSOLINI
• Al prefetto di Ferrara. (Da Il Popolo d'Italia, N. 92, 17 aprile 1931, XVI11).
[20 Aprile 1931.) •
Sono molto lieto che Vostra Altezza Reale abbia trovato la Colonia in pieno, prometter:te sviluppo e sono soprattutto lieto delle accoglienze che metropolitani e indigem hanno tributato a Vostra Altezza e a Sua Altezza Reale la principessa, Prego Vostra Altezza di accogliere sensi mia devoz ione.
MUSSOLINI
• A Sua Altezza Reale il principe di Piemonte, in risposta al seguente: «All'atto di sbarcare a Napoli la principessa ed io teniamo a manifestare a Vostra Eccellenza il nostro vivo per il viaggio compiuto e per la vh ita nostra fiorente· Coloni a. cugino UMBERTO DI SA· VOlA », (Da 11 Pop olo d' ltalùt, N 95, 2l aprile 1931, XVIII). [22 aprile 1931 .) •
Ricevo vostro telegramma e vi confermo mia simpatia al li/loria/e, organo del C.O.N.I. Sono sicuro che Il Littoriale terrà fede alla sua tradizione e assolved i suoi cQmpìti. Bisogna sempre più interessare le masse di tutte le categorie e, accanto allo sport, in vista della sdezione atletica, occorre realizzare lo sport pral'icato da masse sempre più vaste di italir-ni, con indubbia utilità dal punto di vista fascista, morale, fisico,
MUSSOLINI
* Al d epu tato Jti Batd. (Da Il Papa/o d'lralia, N. 96, 2; aprik 1931, XVIII) [2 4 aprile 1931.] *
Commemorazione sacrificio Ugo PeJX! mi riporta ai tempi indimenticabili dell'autentico 5quadrismo milanese. Io ho veduto l'animoso camerata che ricordiamo stasera mentre agonizzava nella clinica e l'ho tito ripetere le parole della sua e nostra fede e morire consolato dalla speranza del trionfo del fascismo. Voglio essere presente tra le camicie nere milanesi che lo onoreranno degnamente e altamente.
MUSSOLINI
* In 9(casione della · co1nmemorazione di Ugo Pepe, tenuta dal deputato Lando Ferretti a Milano la sera dd 24 apri le 1931. (Da 11 Popolo d'ltilli•. N . 98, 2} · aprile: 1931, XVIIf). ·
[18 maggio 193i. ] •
la notizia della morte del camerata Domene.ghini mi è cagione dì profonda tristezza. Volont ario di guerra, squadnsta 'itnimoso, ha dato alla patria! dal sangue alla vita. Vogliate ripetere alla famiglia q uesti mtet senhmentl. ·
M USSOLINI
• Al deputato Augusto T urati . (Da Il Popolo d'Italia, N. 118, 19 mag· 8io 1931, XVIII).
[8 giugno 1931 . ] •
Vi ho scelto perché vi ritengo capace di assolvere al compito di ra fforzare e tonifica re il fascismo torinese. Direttive speciali vi saranno impart ite a Roma. Ma sin da questo momento posso sintet izzarle in questo motto: massima decisione, massima energia e concordia su tutta la linea.
MUSSOLINI
• Al nuovo segretario federale di Tori no, Andrea Gastaldi. (Da Il Pt>polo d'Italia, N . n 6, 9 giugno 1931, XVIII).
[lO giugno 1931 ] •
Giunganvi i miei fervidissimi augw·i. .· Ricordo in questo momento i nostri voli ed il mio ·soggiorno nella vostra ospitale casa di Thiene con sentimento di camer ata, di amico, di aviatore, che partecipo alla vostra g ioia. Uomini della vostra tempra e della vostra virtu devono essere continuati nel futuro. · Ricordatemì a colei che, d 'ora innanzi, dividerà il vostro destino e la gloria che vi ha sorriso meritatamente.
MUSSOU NI
* AlJ'aviatore Arturo Ft-rrarin. (Da Il Popolo d'l/alia, N. 138, 11 giugno 19) 1, XVIII).
[16 giugno 1931.]*
Rispoodo al saluto degli arditi d'Itali a da voi trasmcssomi col grido delle antiche, nuove e fu ture battaglie ardite e fasciste: « A noi ! >>
MUSSOLINI
• Al presidente della Federazione nazionale arditi d"ItaHa. (Da Il Popolo ti'ltlllifl., N . 143, 17 giugno 19)1, XVIII).
[20 giugno 1931.]* 'in"
cameratismo. Intendo che fascismo piacentino migliori suoi quadri e renda sempre più compatte schiere dei gregari. Fra gli uni e gli altri deve regnare schietta concordia e leale senso di dedizione alla causa della rivoluzione. Ricordate i nostri cadut i e il loro sacrificio sia a tutti monito alto e costante. MUSSOLINI
• Al nuovo segretario federale di Piacenza, Anguissola. (Da Ii Popolo d' l ta· lia, N. i47, 21 g iugno 193 1, XVIII).
[24 gi11gno 1931.
Prego Vostra Eccellenza di far conoscere al Governo degli Stati Uniti d' America che ho esaminato la proposta del Presidente Hoover per la sospensione totale, durante un anno, del pagamento dei debiti tra Go· verni. T ale proposta importa notevoli sacrifici per l'Italia; ma io, dopo matura riflessione, ho deciso di dare ad essa la mia cordiale accettazione di principio. Mi riprometto di f are in seguito pervenire a codesto Governo alcune mie osservazioni, intese a un'applicazione insieme equa e pratica, come è certo nei propositi del Presidente Hoover, della felice in1ziativa di codesto Governo. Mi auguro che l'iniziativa del Presidente Hoover, il cui alto significato morale è stato perfettamente inteso dal popolo italiano, possa aprire un periodo di più efficace collaborazione fra le nazioni, tanto più necessaria in questo momento di ge nerale difficoltà e alla vigi lia della conferenza del disarmo.
• All' ambasciatore ita liano a W ashington. (Da Il Popolo d' l/alia, N. 150, 25 giugno XVIII).
Le espressioni che Vostra Eccellenza ha voluto indirizzarmi a nome delJa Camera dei deputati, in occasione della ratifica dell'accordo finanziario, mi giungono particolarmente gradite perché mi confermano che il popolo albanese ha inteso il generoso gesto dell'Italia con lo .stesso
• Al Presidente della Camera dei d eputati d'Albania, K oso Kotta, in risposta al Seguente: « In occasione della tatifica dell'accordo relat ivo al p restito concesso tanto generosamente all'Albania dalla sua grande alleata Italia, sono sicuro di
[30 giugno 1931.]
spirito con cui i l fascista lo h a compreso. Il popolo italiano guarda con fraterna s1mpatia ai nobili sforzi del giovane e forte popolo albanese, che, stretto attorno al suo re, lavora per il suo avveni re d i pace e ·di prosperità. Prego Vostra ECcellenza volere rendersi jnterprete Oi questi sentimenti miei e del Governo fascista presso i rappresentanti del popolo albanese, che può sempre co ntare sulla solidafe amicizia del popolo italiano, dei· Governo fascista e mio.
MUSSOLINI
interpretare i sentimenti unanimi della Camera dei deputati albanesi, esprimendo a -Vostra Eccellenza la profonda riconoscenza dei rappresentanti del popolo al· b anese per il concorso sollecito e tangibile dato dal Governo alleato di e di interna cui il nostro paese procede sotto l'illuminata guida di Sua il nostro augusto sovrano. La Camera dei deputati albanesi è persuasa che il gesto amichevole del Governo alleato, prova manifesta solidarietà che unisce l'Albania all'Italia, non di rinforzare sempre pH1 la fid uciosa collaborazione dci nostri due ·paesi in ogni campo» . (Da Il Popolo d'ltalùr, N. 15l, 1 lug lio 19}1, XVIJJ}.
[3
H o seguìto col maggiore interesse la campagna r,er il rimboschimento, che costituisce elemento importantissimo per o sviluppo agri-. colo nella colonia e ho rilevato con vt va soddisfazione i risultati raggiunti. Voglia Vostra Eccellenza, cui mi è gradito esprimere il plauso per razione spiegata anche in ta le campo, rendersi interprete presso g li a.l?ricoltori della Tripolitania del mio compiacimento per quanto hanno g ia fa tto e della certezza che persevereranno nell'opera intrapresa 6no alla mèta.
MUSSOLINI
• Al generale Pietro Badoglio, governatore della Tripo!Ùania , (Da Il Popolo d'Italia, N. 158,· 4 luglio 19H, XVIII)
[4 luglio 1931.) *
Tutto il popolo italiano, che ha segui to in quest i giorni, con tanta trepidaz ione, le alterne vicende della ma lattia di Sua Altezza Reale il Duca d 'Aosta , apprende l'annunzio di morte con profondo, universale dolore.
I combattenti dell'Esercito di Vittorio Veneto, e in particolare modo quelli che ebbero l'onore di appartenere alla terza Armata, levano in alto le Jacere bandiere abbrunate per salutare la salma del Comandante,
• A Sua Altezza Re-a le la duchessa Anna d'Aosta. (Da 11 Popolo d'ltali.t, N. 159, ' l uglio 1931, XVIII).
luglio 1931.]
sasgio e intrepido, che li guidò sulle pietraie del Carso, in undici sangumose, gloriose battaglie, e alla riscossa trionfale del Piave.
Il nome del Duca Emanuele Filiberto rimarrà per sempre scolpito nelle pagine della storia d'Italia e nel cuore del popolo itahano, che in lui ammirava e amava uno dei primi artefici della vittoria e il f.rinci pe della forte Stirpe Sabauda, pronto sempre a servire la patria nei e opere di pace e in quelle di guerra.
Prego Vostra Altezn Reale di volere accogliere i sensi della mia. profonda devozione e del mio personale cordoglio.
MUSSOUNI
Rispondo al vostro telegramma annunciantemi il cambio delle consegne e soprattutto prendo nota che la cerimonia si è svolta in un'atmosfera, come voi dite, di schietto camerat ismo. E tempo che il cambio della guardia cessi di costituire un dramm.a o una specie di avvenimento, per _ ritornare quale deve essere, un fatto normale, quando la situazione Io richiede. Fuzzi ha diretto per un biennio il Partito ed ha lasciato delle opere e utili al popolo. Voi continuerete portando l' azione in altri ca mpi, con una maggiore _propaganda di retta fra la popolazione. Ma ricordate che il fascismo forlivese non arriverà mal all'avansuardia , se non eliminerà inesorabilmente dal suo seno i critici , i faziosi, quelli che vorrebbero ridurre una grande cosa come la rivoluzione ad una meschina vicenda di personalismi. Parlo chi aro e voi avete l'obbligo morale di fare altrettanto
MUSSOLIN I
• Al deputatD Davide Fossa, nuovo segretario fed erale di Forlì. Il Popolo d'Italia, N. 167, 15 luglio 193 1, XVIJI).
[24 luglio 1931. ] *
Nella memoria di lino Domeneghini, di cui assume il nome; Ia Scuola sindacale di Trieste ha un magnifico esempio di soldato e di fasdsta da seguire. Al compianto camerata invio un mesto saluto.
MUSSOLINI
• Al d eputato Giuseppe Bottai. (Da Il Popolo d'lJalia , N . 176, 2 5 lug lio 193 1, XVIII),
(24 luglio 193 1.] •
Leggo nella odierna· Tribuna la lettera nobilissima e forte lasciata prima di morire dalla camicia nera Lari di Cassino di Volterra. Dica alla f amiglia ed alle camicie nere di quel comune che le parole della camicia nera lari mi hanno commosso.
MUSSOUNI
• Al_ p refetto d i Pisa. ( Da Il Popolo d' Italia, N . 176, 25· luglio 193 1, XVIIl).
(24 luglio 1931.] •
Ricevo vostro telegramma. Dite ai sacerdoti · di Prato che mi . compiaccio del loro atteggiamento, il quale dimostra fervida fede rel igiosa e non meno fervido amore di patn a e devozione al regime.
MUSSOLINI
• Ad AleSsand ro Pavolini, segretario f ederale di Firenze. · (Da Il Popolo d'l/alia, N 176, n lug lio 1931, XVJIJ).
(2 8 luglio 1931.] *
Deponete sulla tomba del camerata Carlo Gozzi un grande mazzo di fion a mio nome. I n vita ed in morte fu degno del fascismo.
1\{USSOLIN I
• Al lidudario del gruppo rionale fa scista d i Milano Crsare BtJttisti. (Da Il Popolo d'll flii4, N. 179, 29 lug lio 193 1, XVJIJ).
(4 agoJto 1931.] •
H o letto con la più grande attenzione il resoconto del congresso federale fascista di Roma. Ne ho tratto la convinzione che sotto la vostra guida le camicie nere dell'Urbe e della provincia costituiscono un solido blocco d i uomini e di spiriti Vi ricordo che la capitale ha dei doveri precisi di fronte alla nazione e di fronte al mondo. Del pari H fascismo.
· . MUS SOLINI
* A Nino D'Aroma, segretario federale dell'Urbe. (Da Il Popolo d'lldliet, N. agoslo 193 1, XVIII)
[1/ agoJto 193 1.] *
Rispondo al vostro saluto. Sempre in alto coi garretti e coi cuo ri La vita di Tendopoli è for temente educativa del corpo e dello spirito, i giovani alla vita integrale del fascismo.
MUSSOLI NI
* All'ingegner Piazzesi, podestà di Tendopoli. (Da Il Popolo d'Italia, N. 191, I2 agosto 1931, XVIII)
[19 ago;to 193 1.]
spirito sarò presente nel _picco lo cim itero di Paderno dove egli riposa per sempre non ignaro dt noi. Ti abbraccio.
BENITO
• Ad Arnaldo Mussolini. (Da 11 P opolo d'ltalit:, N. 198, 21 agosto 193 1, XVIII).
[31 agoJto 193 1 . ] •
L' Armata aerea ha dato in ques ti giorni splendide prove del suo inquadramento, allenamento, valore e mer ita di essere segnalata alla nà· zione. Giunga a te che, con l'esempio, sei l'animatore di questa fo rza, il mio saluto cd il mio plauso.
MUSSOLI NI
* Al ministro Italo Balbo. (Da Il Popolo d'Italia, N. 207, l settembre 1931, XVIII)
[4 J"etlembre 1931.] *
La m orte di vostro padre, vecchia e fedele camicia nera d ella prima vigilia, mi rattrista profondamente. Partecipo al vostro e al dolore delle camicie nere di Roma.
M USSOLINI
• Ai fig li di Alfredo Pescosolido. (Da Il Po pol o d'!Jalia, N . 211, 5 bre 193 1, XVIII).
Rispondo a l vostro telegramma. Il terzo campo Dux, svoltosi a ha dato la prova dei grandi progressi realizzati dall'Opera nazionale balilla. N el campo e fuori, durante gli esercizi e nelle ore di libera uscita, per le vie della capitale, le giovani camicie nere deJla rivoluzione sono state, per disciplina e contegno, semplicemente perfette, suscitando, attorno a loro, un ambiente di calda simpatia.
Bisogna ora intensificare, con indoma6ile e fredda e metodica energia, pli sforzi per estendere la organizzazione dell'Opera a tutta la gioventu italiana, nessuno escluso.
Vi ho altamente elog;iato al termine della imponente sfilata del 6 settembre; vi rinnovo, ogg•, la espressione del più vivo compiacimento, che estendo ai vostri collaboratori del centro e della p rovincia, sicuro che il campeggio dell'anno X i precedenti e che, sotto la vostra guida, baltlla ed avangua rdisti si preparera nno a sempre meglio servire la causa della patria c del fascismo.
MUSSOUNI
• Al deputalO Renato Ricri, in risposta al seguente: «La smobilitazìone degli ultimi reparti del campo Dux è terminata oggi alle ore 0.30 nel più perfetto ordine. Le legioni rientrano nelle loro sedi portando nel cuore l'immagine imperitura del Duce. Dodici giorni trascorsi nella serenità della vita al campo hanno rivelato la tempr:1 della nuova giovinezza d'Italia, che si p repara quotidianamente, nel vostro nome, a conquistare maggiori destini alla patria. Devo· tamente. RENATO RICCI ». {Da /1 Popolo d' Italia, N. 215, 10 settembre 193l, XVIIl).
[12 Jettembre 1931. ] *
Nell'anniversario della marcia di Ronchi, che riscattò l'Jtalia e le diede Fit.une, ti giunga il mio pensiero riconoscente. e il mio abbraccio.
MUSSOLINI
• A Gabriele d' Annunzio. (Da. Il Popolo d'ItaNa, N. 219, 15 settembre XVlll)..
[29 settembre 193 1.] •
Prego aCcogliere l'espressione del mio cordoglio per la morte del senatore Valvassori-Peroni, cittadino di alte virtù e servitore fedele della patria. ·
MUSSOLINI
• Alla famiglia del senatore Va lvassori-Pcroni. (Da Il Popolo d'ltalùt, N.'-232, 30 settembre 1931, XVIII).
(1 7 ottobre 1931. ] •
ùggo sui giornali che il gran rapporto dei Direttori fed erali a NapOli si stanno preparando un ricevimento, naturalmente sontuoso, ed una serata di gala, non meno naturalmente fastosa. Prevengo che io non parteciperò né all'uno, né all'alt ra Non è questo il m omento.
MUSSOLINJ
* All'a lto commissario eli Napoli. (Da Il Popolo d'Italia, N 248, 18 otto· bre 1931, XVIIJ).
[1 9 ottobre 1931.] •
Mezzo secolo di immensi progressi nel campo delle scienze fisiche è legato per tutte le generazioni che verranno al nome di Edison. Il suo genio appartiene agli Stati Uniti, ma la sua opera e la sua g loria appartengono al mondo . civile.
Jl popolo italiano, che negli inizi del secolo scorso diede con Volta e con Galvani i pionieri di quella che fu e resta l'epoca dell'elett ricità, si associa al lutto del popolo degli Stati Uniti.
* All a vedova di Tommaso .Ai va Edison. (Da Il Popolo d'Italia, N 249, 20 ottobre 1931, XVIII).
(3 0 ottobre 1931.] •
Mi giunge vostro saluto nella celebrazione evento glorioso. Fate giun· gere m1a parola di risposta a tutti i vostri affiliati, che sanno armoniz. zare fedeltà loro razza e origin i, con l'assoluta lealtà e devozione verso la grande Repubblica che li ospita.
Sono sicuro che per l' anno decimo e per i successivi O rdine fig li d'Italia seguirà le vostre direttive.
* Al supremo venerabile dell'Ordine dei fig li d'Italia, Giovanni D e Silve· stro, in risposta al segumte : « All'indomani ·della marcia su Roma, a nome dei trecento affiliati all'Ordine dei fig li d 'Itali a, salutai esultante la vostra ascensione a reggitore delle fortune patrie, con promessa di seguirvi fiducioso. Durante nove anni rimanemmo fedeli alla consegna prendendo il primo posto per la difesa e la valorizzazione del regime negli Stati Uniti e nel Canadà. dei figli d'Italia, costante, forte e illuminata, negli ultimi dieci anni è superbamente legata alla storia d el fascismo nel mondo e costituisce sommo titolo di onore, di cui ci sentiamo heri .Alla soglia del decimo anno rinnoviamo con tale fedeltà a vo i, Duce magnifico, e al regime. Fedelissinli tra i fe deli vigileremo sui confini spirituali dell'Italia fascista, compito che imponemmoci fino dall'inizio e che è ormai la rag ione stessa della no-stra esistenza, convinti di. servire, così, anche h . terra di adozione. GIOVANNI D E SILVESTRO ». (Da l i Po-po/Q d'!Ja/ia, N. 259, 3 1 ottobre 19H, XVIII)
[30 oll obre 193 1.] •
Vostro telegramma mi ha molto interessato, prima di tutto perché nelle nuove centrali avete impiegato, come dovrebbero fare tutti gli italiani, macchinari esclusivamente nazionali; in secondo luog o vi proponete lodevolmente di abbassare le tariffe dell'energia e dare impulso all'industria della regione. Così servirete il regime e l'economia nazionale.
MUSSOLINI
* Alla litocanea di - elettrici tà di Ancona, in risposta al seguente: «Nel fausto anniversario della rivoluzione fascista, con l'intervento delle -Loro Eccellenze i prefetti di Ancona, di Ascoli Piceno e delle pi ù cospicue personali fà del Partito, abbiamo inaugurato la centra le idroelettrica d i Pedaso e la cent rale termica di Ancon a., entrambe dotate di per!t-tti, moderni, potenti macchinari esd usi.vamente costruiti da case italiane. N ell'entusiasmo per la riuscita d i impianti sorti col p roposito di abbassare in regime di libera concorre-nza il prezzo delrenergia dcottrica e di d are nuovo impulso ed incremento alle industri e· in questa nobile regione, il nostro pensiero gj leva con rinnovata devozione all'artefice supremo della nuova Italia ». (Da Il Popolo d'il alia, N. 259; H ottobre 193 1, XVlll). .
[30 ollobre 1931. ] *
Ricevo il vostro telegramma. t! inteso che il 14 maggio 1935 inaugureremo iJ ricordo marmoreo ai precursori di Nola.
MUSSOLINI
• Al podestà di Nola. (Da Il Popolo d'llalia, N. 259, 31 ottobre 1931, XVIII).
[31 ottobre 193 1. ] •·
Al più poderoso Istituto di risparmio del Regno, iniziatore Festa mondiale del risparmio, invio il mio saluto augurale, espnmendo la certezza che esso continuerà ad essere validissimo strumento di pr_o· sperità nell'economia nazionale.
MUSSOLINI
• Alla Cassa di risparmio ·di Milano. (Da J/ Popolo d'Italia, N 260, 1 novembre 1931, XVIII).
[9 nov embre I93I . ] •
Ho molto gradito i sentimenti cspressimi dai. rappresentanti dei .combattenti di Vittorio Veneto, nella cui fede provata da tante battaglie la fa sempre .sicuro assegnamento.
MUSSOLINI
* All'Associnione nazionale combattenti. (Da Il Popolo d'llalid, N. 268, 1l noverllbre XVlii).
[24 dicembre I93I. ] *
Prego Vostra Eccellenza di esprimere a Sua Santità i miei sensi di profonda riconoscenza· per la pa rte presa al mio grande lutto e ringraziare anche a nome deJJa fam1glia di m io fratello.
MUSSOLINI
* Al cardinale segretario di Stato (Da Il Popolo d'Italia, N 2:5 dicembre 1931, XVIII).
[30 dicembre I93I.] .*
Rispondo al vostro telegramm:i, p regandovi di. recare il mio saluto ai goliardi torinesi. La loro manifestazione dimostra che gli ideali della rivoluzione fascista ardono e splendono nelle anime della gioventù degli Atenei. 2 la gioventù schierata in masse compatte sotto i simboli romani del Littorio che ha travolto per sempre 1 vecchi uomini e il vecchio tempo.
<<A noi!».
MUSSOLINI
* A Guido Pallotta, segretario del G.U.F dì Torino. (Da 1/ Popolo d'lla/ia, N. 310, dicembre 1931, XVIII).
[9 gennaio 1932" ] *
Mi
onoro por,sere alla Maestà Vostra , nella fawta ricorrenza. odierna., i più fervidi voh augurali della nazione tutta, del Governo e miei.
MUSSOLINl
• A Sua Maestà la regina Elena. (Da Il Popolo d'llttlia, N. 8, IO gen· na.io 1933, XX).
18.- xxv.
[Il gennaio 1932. ]
Prego la Santi tà Vostra di voler accogliere le mie espressioni di gra· zie l'alta onorificenza che la Santità Vostra ha voluto concedermi ed i sensi d el mio profondo ossequio.
MUSSOLINI
* A Sua Santità Pio XI. (Da Il Po-polo d'Italia, N. 10, 12 gennaio 19H, XIX).
[5 febbrai o 1932; ]
Sono li etissimo di aP.prcndere il buon risultato dell'operazione e le mando i miei auguri ptù cordiali.
MUSSOLINI
• Al primo ministro inglese, }ames Rams.ay MacDonald. (Da li Popolo d' lla/ia, N. 32, 6 [tf>braio 1932, XIX).
[6 fe bbraio 1932.]
Mentre lasciate la carica di podestà di Vicenza, carica da voi tenuta con appassionato zelo, con alta rettitudine e con devozione costante agli interessi della vostra bella città, voglio che vi giu nga l'espressione del mio elogio e del mio compiacimento. Voglio anche ricordare che, durante questi die-ci anni, la vostra attività non è stata soltanto di indole amministrativa, ma si è svolta anche nel campo del Partito, che voi avete .tenuto saldamente in pugno nelle ore più difficili. . Mentre fate le consegne al vostro successore, vi giunga il mio cordiale: saluto fascista.
MUSSOLINI
All'avvocato Antonio Franceschini. (Da Il Potolo tl'lzalia, N . 33, 7 feb. braio 1932, XIX).
[II febbraio 1932 . ].*
al vostro ed al saluto dei capi maggiori e minori del fascismo fiorentino, il quale è sempre perfettamente e gagliardamente in linea. Ho letto il vostro esauriente discorso e seguo sul Bargello l' andamento quotidiano del fascismo fiorentino. Meritate voi e i vostri collaboratorf tutto i l mio elogio.
MUSSOLINI
• Ad Alessandro Pavolini. (Da Il Popolo d'ltJia, ' N. 37, 12 febbraio 19)2, XIX).
(8 aprile 1931.)
Notizia morte vecchio, fedele camerata Longonì mi rattrista damente. Egli fu uno dei f ondatori del fascismo milanese e ne di resse anche le sorti. Ricordo che fu pilota e animatore dell'aviazione ital iana. Con le camicie nere fu sempre e ovunque in linea.
M USSOUNI
* Alla famiglia di Attilio Longon.i. ( D a. Il Popolo d'Italia, N. 86, 9 aprile 1932, XIX).
[ 15 apr;/e 1932 . ]
Cerimonia commemorativa del 15 aprile**, mi trova spiritualmente presente. A quel primo evento decisivo, perché rivelatore di una volontà, resta storicamente · associato il Politecnico di Milano, che diede la più numerosa falange di audaci. Da allora molto si è camminato, m a noi ricordiamo il passato per gratitudine e per incitamento verso il fut uro.
MUS SOLINI
• AI senatore GaudenziO Fantoli, direttore del Po litecnico di Milano. (Da Il Popo/Q d'Italia, N. 92, 16 aprile 1932, XIX).
u A Milano, il 15 aprile 1919, trecento studenti dd Politecnico, reduci d i avevano affrontato e un forte gruppo di sovversivi.
[10 aprile i931. ) *
t con fori e rammarico che apprendo la notizia de lla 't'orte del senatore Baldo Rossi. Egli fu fedele servitore della patria sulla cattedra, nella professione che nobilmente esercitò, sui campi di battaglia, nella vita c1vile e nell'adesione al f a5cismo. Voglia accogliere le mie sentite condogliànze.
M USSOLIN I ·* Alia vedova del sen:1tore BaJdo Rossi. (Da Il Pop.olo d'Italia, N .. 96, 21 aprile XIX).
[2 3 aprile 1932.). *
Morte senatore Cagni mi ratt ri sta profondamente e rattristerà tutti g li uomini di mare e g li italiani , i quali ricordano le grandi spedizioni geografiche e le azioni di guerra che rivelarono le sue grandi vi rtù di
• Alla vedova dell'ammiraglio, senatore Umberto Cagni. (Da Il Popolo d'Itali4, N. 98, 25 aprile XIX).
esploratore e di soldato Finita la guerra, egli diede la sua esplicita sione al fascismo e lo servl nobilmente nelle opere di pace, specialmente · a Genova. Accolga, signora, le mie condoglianze.
MUSSOLINI
[25 aprile I932.] *
Ho letto sul Popolo del Friuli il resoconto della manifestazione di San Vito al T agliamento. Voglio esprimere a voi, a rT!Onsig nor Cozzi, all'onorevole Fa ncello, al segretario federale, a tutte le camicie nere di
del Friuli e ne ebbe sempre profonda nostalgia.
MUSSOLINI
• AII'ingegner Mario Chiesa, prefetto d i Udine, (Da 11 Popolo à'Jtalia, N. 99, 26 aprile XIX).
[
6 magg;o 1932. ] *
11 segretario del Partito mi dice che ha ritrovato- a Bologna il fascismo delle grandi giornate e deJla Decima legio. Non ne ho mai dubitato. A vot, che la dirigete e a tutte le camtcie nere bolognesi, mando l'espressione del mio compiacimento e il mio saluto.
MUSSOLINf
• A Mario. Ghlnelli, segretario federale di Bologna. (t;>a Il PopOlo d'ltali11, N . 109, 7 maÙ:io 1932, XIX).
.
[6 maggio 1932 .]
Ricevo_ il vostro telegramma e ricambio a voi e a tutti i congressisti il saluto che mi a:vete mandato. Sono lieto che al secondo congresso ci sia una numerosa rappresentanza di studiosi di altre nazioni. Ciò siun
MUSSOL!Nl
• Al deputato Dino Alfieri, presidente del convegno di studi sindacali e cot· porativi tenutosi a Ferrara dal } al 7 maggio 1932. (Da li Popolo d'ltaHtt, N. 109, 7 maggio 1932, XIX).
[9 maggio 1932.) *
Ho letto il resoconto della cerimonia per l'inaugurazione del grande Virgilio, destinato a f econdare la terra mantovana. .E un' opera che onora il fascismo. A voi, che ne siete stato l'animatore, giunga l'espressione del mio compiacimento.
MUSSOLINI
* Al dottor Giuseppe Moschini, presidente del Consorzio medio mantovano. (Da Il Popolo d'Italia, N. 110, 10 maggio 1932, XIX).
[14 giugno
Voslia te considerarmi particola rmente a voi ed ai vostri ca ri in quest'ora di grave lutto e crede re, n ella memoria sempre presente di Filippo, alla mia simpatia ed alla mia amicizi a.
MUSSOLINI
• Alla famiglia Corridoni pec la morte del padcc dell'Eroe. (Da Il Po polo d'italia, N. 14 2, 15 giugno 1932, XIX).
[14 giugno 1931 ) *
Mi giunge assai gradito il vostro saluto in. occasione dell'inaugu razione d ella ferrovia che congiunge la vostra piccola ma antica gloriosa Repubblica fascista alla terra di Romagna. Ora che la mia promessa è compiuta, ritornerò a visitare il Tita no.
MUSSOLIN(
• Ai capitani reggenti la Repubblica di San Marino, Giuliano Gozi e Pompeo Righi. (Da IJ Popolo d'I talia, N. 14Z, D giugno 1932,
[ 20 giugno 1932. ) *
Le nobili parole che l'Eccellenza Vostra ha voluto rivolgermi in occasione dell'arrivo a Budarest del nuovo aeroplano Giustizia per l' Unfh eria, trovano viva e profonda rispondenza nell'animo del popolo it a-
memoria del velivolo che Endresz condusse gloriosamente attraverso 'l'Oceano, una nuova conferma dei sentimenti dt sincera amicizia che le· gano l'Italia all'Ungheria.
MUSSOLINI
• Al conte Giulio Karolyi, Presidente del Consig lio dei ministri di Ungheria. (Da Il PQpolo d'I1alia, N. 147, 21 g iugno 1932, XIX).
[
20 gùtgno 1932 l
Esprimi al sisnOr MacDonald le mie congratulazioni per il suo di. scorso. Bisogna msistere e decidersi, se si vuote la ri p resa del mondo.
M US S OLINI
* Al ministro Dino Grandi. (Da lJ Pop olo d'Italia-, N. 147, 21 giugno 1932, XIX).
[22 gi11gn o 1932. l *
Ho letto attentamente resoconto congresso federale . Ho rilevato che fascismo dell'Urbe, sotto vostra &uida, ha applicato inte lligentemente, sistematicamente mie d irettive. St tratta d i proseg uire e perfezionarsi
• A Nino D'Aroma (Da Il Popolo d' Izalia, N. 149, giugno XIX).
[28 l11glio 1932.1
Accolga, signora, le mie più profonde condoglianze per la perdita di suo marito, ammiraglio, senatore Dd Bono, che fu durante t utta l'intera vita un servitore d ella patria. M U SSOLINI
* Alla con tessa Adelina Del Bono. ( Da Il Popolo d'italia, N 180, 29 lug lio 1932, XIX).
Rispondo al suo telegramma, che mi annuncia il compimento dell'acqueOotto del. Monferrato. Ne · sono particolarmente lieto. Constato che siete stati nei termini stabiliti, il che torna a merito grande degli organizzatori, dei tecnici e delle maestranze. Il secola re, feg ittimo desiderio delle valorose e laboriose genti del Monferrato è so ddisfatto. Nel prossimo ottobre si farà molto semplicemente l'inaugurazione ufficiale; ma !'importante è che l'acqua per gli assetati ci sia già oggi, in anticipo di tre mesi. Questo merita effettivamente il nome di << stile fascista». MU S S OLJNI
• Al senatore Eugenio Rebaudcngo (Da Il Popolo d' Italia, N 183, 2 agosto 1932, X1X).
[i agoÙo 1932 ) •
Voglia, signora, ricevere le mie condoglianze per la morte di Gio· vanni Barelli. L'ho conosciuto durante quest'ultimo ventennio di grandi movimenti politici e l'ho considerato come uno dei miei collabOratori non soltanto al giornale. Era un cittadino in ogni senso esemplare e la sua dipartita susciterà universale rim pianto.
MUSSOLIN l
• Alla vedovi!. di Giovanni Bore-Ili . (Da 11 Popolo d'Italia, N. 183, 2 agosto 193 2, XIX).
[4 agosto 1932. ) *
Prego sinceramente l'Eccellenza Vostra di voler trasmettete al Gove rno della Repubblica l'espressione di cordog lio del Governo italiano e l'assicurazione della mia pe_rsonale partecipazione per la scompa rsa di monsignor Seipel, che ebbi occasione d i conoscere e di apprezzare:.
MUSSOLIN I
* Al cancelliere della Repubbli<a au$trl:aca. (Da Il Popolo d'lJa/ia, N . 186, -agosto 193 2, XIX).
[8 agosto 1932.) •
t con vivo dolore che ho appreso la notizia della morte del vecchio e sempre .fedele camerata professar Lusana ed è con commozione che ho letto le sue ultime volontà, nelle quali ha riaffermato la (ed.e fascista, a cu.i aveva d edicato t u tta la sua nobile vita. Essa rimarrà esempio alle camicie nere della sua t erra.
MU SSOLINI• Alfa famiglia 'del professor Lusan a. (Da IJ Popolo d' ltdùt, N. 189, 9 agosto 1932, XIX).
[!O agosto 1932 . ) *
f: con profonda tristezza che apprendo b notizia della morte d el g enerale ceccherini e in questo decennale molti ricordi di lui tornano al mio Spirito. Egli, dopo aver guidato innumerevoli volte j suoi eroici
* Alla. famigli a del generale Sante C«cherini. (Da Il Poflolo d' Italia,_N . 191! 11 agosto XIX}
colonna. In questi /randi eventi egli mostrò la sua solida tempra, la sua ardente fede e il suo quotidiano ardimento. ·
Le camicie nere fiorentine renderanno ì massimi onori a questO vecchio, valoroso soldato della guerra e della rivoluzione.
MUSSOLINI [10 agoJI; 1932.]
Sbarcando dalla Aurora, dopo avere seguito sino ad oggi le esercit azioni navali, invio a Vostra Eccellenza, direttore superiore delle manovre, ai comandanti. dei due partiti, e a tutte le forz e di mare e dell' aria, che pa rtecipano alle esercitazioni, il mio saluto.
Queste esercitazioni hanno lo scopo di preparare i comandi a risolvere froblemi concreti, ma specialmente ad allenare g li uomini d i mare e del 'a ria ai loro compiti precisi. L'esatto e costante adempimento di questo dovere, l'intima fus10m: tra forze materiali e spirituali, la no· bile emulazione fra tutte le armi costituiscono gli elementi per creare un complesso sempre più effi.cente per la difesa della nlzione.
MUSSOLINl
* All'ammiraglio Ivo Ducci, direttore superiore delle esercitazioni navali militari svoltesi tra il 7 ed il 10 agosto 1932. (Da li Popolo N. 191, 11 agosto 1932, XIX). [13 af.osto 1932. ] *
Elogio anch e voi per avere sco lpito sulla facciata del palazzo munale jJ motto nel quale si riassume la dottrina e la forza fasCIsmo, nonché il futuro della rivoluzione e la potenza della naz1one
MUSSOUNI
• Al podestà di Modena . (Da TI Popolo d'Italia, N. 194, 14 agosto 1932, XIX).
•• Il motto scolpito 'del seguente tenore: «Tutto Stato, niente contro lo Stato, n ulla all'infuori dello )).
[/ 6 agoJto 1932.) *
Portate il fascismo piacentino al g rado massimo di concordia e di compattezza. I nostri martiri cosl e non altrimenti vanno onorati. Con questo ricambio a voi e alle camicie nere di Piacenza il saluto.
MUSSOLINI
.- Al st'gretario federale di Piacenza. (Da Il Popolo d'Italia, N. 195, 17 agosto 1932, XIX).
[19 agOJio 1932.).*
Prego Vostra Maestà di voler gradire, nella foiusta ricorrenza odiema , i più fervidi auguri miei, del GOverno fascista e della nazione tutta:.
MUSSOLINI
" A Sua M aestà la regina Elena. (Da Il Popolo d'Italia, N. 19S, 20 agosto 1932, XIX). .
[25 agotto 1932. ) *
Notizia morte generale, senatore Montanari mi è causa di profondo ramma rico. Cittadino intcgerrimo, soldato e comandante dotato di grand i virtù militari, tutta intera la sua vita egli dedicò in guerra ed in pace al. coscie!"'zìoso del proprio dovere. Prego accog liere l'espres!Ho ne delle m1e sentite condog lianze.
MUSSOLINI
* Alla famig lia del gener.ale, senato re Umberto Montanari. (Da Il Popolo d'lldlia-, N. 203, 26 agosto 1932, XIX).
[l setJembre 1932.] *
Rispondo al vostro annuncio e al vostro saluto, lieto che il popolo della più vecçhia Repubbl ica del mondo, oggi governata dalla g 1ovi-
• Ai capitani reggenti la Repubblica. di Marino, Giuliano GO'Z.i e PoroRig hj, in risposta al seguente: capifamiglia convenuti ai comizi eltttc> rali di domenica 21! corrente in numero superi ore ad ogni pre<edente e loione per la rinnovazione del principe e sovrano Consiglio dei sessanta, con voti 2"3 sopra. 2)n votanti hanno affermato la loro solenne ed entusiastica fiducia aJ la lista totalilllria a noi raccomandata d al Partito Fascista sammarinese, avente in testa il nome del suo segretario groerale Manlio Gozi e degli altri componenti
nezza fascista, vi abbia confermato plebiscitariamente la sua adesione. Vi ringrazio dei sentimenti che mi esprimete e vogliate credere alla. mia profonda e immutabile amicizia per San Marino e la sua gente.
MUSSOLINI
"la Direzione. Jn nome degli eletti, degli elettori e del popolo tutto, l ieti ed orgogliosi della plebiscitaria vittoria, che rende ancor meritevole la Repubblica delJ 'appellativo di fascista che v9i or non è guari le deste, salutiamo i l magnanimo Duce degli ita liani, che nei sammarinesi troverà immutati nel tempo i sentimenti più vivi ·di ammirazione, di affetto e di gratitudine, pari a quelli che San Marino sempre nutrì jX'! la grande madrepatria Italia. GiULIANO Goz1-POMPEO RIGHI, capitani reggenti». (Da Il Popolo d'Italia, N. 209, 2 settembre 1932, XIX).
[ 10 Jtllembre 1932,
Esprimo Vostra EcCellenza mie sentite condoglianze per scomparsa sua eletta consorte.
M USSOLINI
"' Al ·consigliere di Stato Corrado Zoli, (Da /J Popolo d'Italia, N. 217, 11 settembre 1932, XIX).
[16 settembre 1932.]
La notizia della morte di suo marito mi rattrista fortemente. Egli fu un ottimo cittadino, un fedele fascista e nelle mie relazioni con lui ebbi modo di apprezzare la sua preparazione intellettuale, il suo amore per la terra e fa sua cultura, che in questi ultimi tempi l'aveva condotto a dedicarsi a studi sul Risorgimento italiano. Egli me ne parlò e io lo incitai a valersi anche degli archivi famili ari, per illuminare taluni eventi . e personaggi di quell'epoca. La morte tronca la sua nobile fatica. Vog li a, contessa, accogl iere .le mi e più sincere condoglianze. '
MUSSOLINI
• Alla contessa Lidia Gaddi Pepoli. (Da /J Popolo d'Italùr, N. 222, 17 settembre 1932, XIX).
[4
Ringrazio sentitamente Vostra Eccellenza del cortese e gradi to messaggio che ella mi ha inviato nell'atto di assumere la Presidenzll del Consiglio dei ministri e desidero di porgerle le più vive felicitazioni per
"' .Al nUovo Presidente del Consig lio dei ministri di Ung heria, Julius GOm· bOs. (Da Il Popolo d'Italùr, N. ZF1 5 Qttobre XIX}.
l'altissima carica confidatale da Sua Altezza Serenissima il Reggente di Ungheria. I se ntimenti di profonda amicizia e d i simpatia da Ici espressi a nome suo e della nazione ungherese trovano piena e cordiale ris pon· denza nel Governo e nel popolo italiano. Vostra Eccellenza troverà sempre in me e nel Governo fas cista lo stesso sincero p roposito di rafforzare maggiormente i legami che uniscono i due pae!Ì e di collaborare con Vostra Eccellenza nell'opera che ella svolg erà a vantaggio d el suo paese.
MUSSOLINf
[6? ottobre 1932. ] •
La rievocazione della manifestazione del 4 ottobre 1922, avvenuta attraverso la vostra parola dmanzi alla folla d elle camicie nere mi lanesi, m i ha per un momento ricondotto agli eventi d ella vig ilia.
Il domani d ella rivoluzione fascista sarà ancora più impo rtante ed interessan te d' ieri.
.* A J enner Mataloni, Preside: della · provincia di Milano (Da Il Pot,olo d' Italia, N . 240, 8 ottobre 1932, XIX).
[ 8 novembre 1932.]
Ring razio Vostra Altezza Reale dei sentimenti che si è degnata esprimermi nella ricorrenza del decennale. Dai proficui risultati che sotto la fervida guida dell'Altezza Vostra Reale codesta Opera naziona le di assi· stenza per l'Italia redenta ha g ià conseguito, traggo sicuro auspicio che la benemerita Istituzione sarà per realizzare pienamente le nobili fin al ità. D evoti ossequi.
* A Sua Altezza Rea le la d uchessa Elena d'Aosta, in risposta al «L'Opera nazionale di assistenza all'Italia redenta, se nacque negli anni di doloroso smarrimento che Seguirono la vittoria., per affermare ro-n clamore verso i fratdli liberati dal giogo straniero tutta la forza del nostrO diritto, ebbe il rigoglioso, presente sviluppo nei ·dieci anni del forte e sagace vostro G overno. E la patriottica, filantropica lstituzione che presiedo e che trasse dal vostro con· senso ed aiuto Ja. volontà e la perseveranza dell'aziorie, vuole a mio mezzo unirsi in questo fausto, compiuto decennale all'esu ltante riconoscenza dell a nazione verso di voi, assicurando che con tenacia, con amore e con fede saranno raggiunte le mète purissime che l'Opera si prefigge La presidente, duchessa ELENA o' (Da 11 Popolo d'lt.did, N 267, 9 novembre 1932, XIX).
[l l nOfJembre 1932. ] *
Voglia la Maestà Vostra accogliere, nella fausta ricorrenza, i voti fervidissimi della nazione, del Governo fascista, e miei.
M USSOLINI
• A Sua Maestà. Vittorio Emanuele III. (Da Il Popoio d' Itlllid, N. 271, 13 novembre 1932, XIX).
nove'!lbre 1932'. ]("'
Apprendo con grande ramma rico morte accademico d'Ùa lia Pietro Bonfante, insigne cultore della scienza del diritto. Prego accogliere le mie condoglianze.
MUSSOLINI
* Alla famig lia dell'accademico d'Italia Pietro Bonfante. (Da Il d'lta!id, N. 28 1, 25 novembre 193 2, XIX).
[14 dicem bre 1932 ] *
La notizia della morte del camerata Lupi mi addolora profondamente. Egli fu tra i fedeli della vigilia e diede al regime tutta la sua attività continua, appassionata e feconda, Il suo nome rimarrà nella sto· ria della rivoluzione delle camicie nere.. Accolga, sig nora, le mie con· doglianze.
MUSSOLIN I
• Alla vedova dt>l deputato Dario Lupi, (Da Il Popolo d'llaiia, N. 298, 15 dicembre 1932, XIX).
[27 dicembre 1932. ] *
D'ora in poi invece di Basilicata, dovrà dirsi' Lucania. Non v' è bi. sogno di alcuna specifica decisione. l'uso, tutte le volte ché sarà necessario, di Lucania, per far dimenticare il vecchio nome di Basilicata.
MUSSOLINI
"' Al prefetto di Potenza (Da Il Popolo d'l/alia, N. 309, 28 dimnbre 193 2, XIX).
[14 gennaio 1933.) *
Il fausto evento al.li eta la reale fam iglia di trova pm· fonda eco · nel ttahano. A nome del Governo fasc1sta prego le Maestà Loro di voler accogliere l'espressione delle più vive feltcit azioni e gli auguri più fervidi. ·
MUSSOLINI
• Ai sovrani di Bulgaria. (Da Il Popolo d'Italia, N. 13, 1 6 gennaio 1933, XX).
[27 getmaio 193 3. ) *
ì stata appresa da me con profonda tristezza la notizia· della morte del senatore, generale Petitti
Durante tutta la sua vita, egli servi nobilmente, in pace ed in guerra, l a patria l combattenti ricordano la sua figura e la sua opera di comandante valoroso; i fascisti ricordano che egli aderl apertamente al re· gime sin dall'inizio.
Vogliate .accogliere le mie personali condoglianze.
MUSSOLINI
• Alla famiglia del generale, conte Carlo Petitti di Roreto. (Da Il Popolo d'Italia, N . 24, 28 gennaio 1933, XX).
[14 marzo 1933 . ) *
La notizia della morte del came rata senatore Garbasso mi rattrista profondamente. Scienziato di chiara fama, cittadino esemplare, fascista i:lella prima ora, egli mi diede per molti anni una preziosa collabora· Accolga, signora, le mie sentite condoglianze.
MUSS OLINI
• Alla vedova del senatore Antonio Garbasso. (Da Il Popolo d'Italùr, N. 63, U marzo 19H, XX).
[
20 marzo 1933 .r.
· La notiz.ia della morte del Duca degli Abruzzi è appresa da me con e sarà appresa da rutto il popolo 1tal iano con pro·
• A Sua Reale il conte di Torino. (Da Il Popolo d' Italia, N 68, 21 mano 1933, XX}.
OMNlA DI BENITO MUSSOLINI
La nazione manifesterà il suo cordog lio e onorerà la meffioria del grande esploratore, del navigatore intrepido, del pioniere tenace, del p rincipe che ebbe in grado sommo hltte le virtù avite della Casa. Il fatto che, già malato, egli sia voluto andare a morire nei luoghi dove aveva combattuto una rude battagli a, è p ieno di ammonimenti e di presagi e rivela la sempre sa lda e coerente unità del suo spirito, che fu sempre teso verso la grandezza ed H prestigio della patrJa.
La memoria del Duca degli Abruzzi rimarrà perennemente scolpita nel cuore del popolo italiano.
M U SSOLINI[30 marzo 1933 ] *
grande tristezza la notizia d ella morte del senatore
Durante moltissimi anni, e, nei tempi delta vigilia, egli servl la nazione con la parola e con la penna , con il giornale ed il teatro, contrapponendos i risolutamente at vecchi pri ncti ed anticipando, con le vece ia classe politica, alcune .Memorabile rimarrà la sua campagna per l'i ntervento. Nei pubblici uffici d a lui tenuti fu sempre ligio al dovere ed agli interessi superiori del paese.
Prego accogliere le mie sentite condog lianze.
MUSSOLINI
• Alla famiglia del senatore V incento Morello. (Da 11 Popolo d' Italia, N. 77, 31 marzo l 9B, XX). [1 5 aprile 1933. ] *
Le not izie concernenti lo sviluppo della quattord icesima Fiera campionaria internazionale di Milano sono di buon auspicio, tornano a grande onore di Milano, che tante energie ha dato alla Fiera, e di voi, che da molti anni con t enace fede gllidate la sempre più imponente rassegna d eJla produzione. italiana ed eu ropea.
Il successo della Fiera di Milano e qualche sP.iraglio di luce aH' orizzonte potrebbero annunciare tempi meno d iffictl i, se la poli t ica saprà preparare le strade :tUa economia ristabilendone l'elemento fondamentale: la fiduci a nel domani.
La Fiera di Mi lano può sempre contare sulla simpatia del Governo fascista .
MUSSOLINJ
• Al senatore Piero Puricelli, p residente della quattordicesima Fiera. internazionale di Milano. (Da Il Po[7olo d'lla/ia, N. 91, 16 aprile 19H, XX).
[
IJ aprile 1933.)
La statua di Giulio Cesare, che ho deciso di offrire alla vostra città, sarà uguale a quella in bronzo che sorge in via dell'Impero. Se possibile, la in nalzerete sulla colonna dalla quale Giulio Cesate parlò ai mi-
voi avcete cura di adornare con fiori la statua del fondatore dell'Impero romano.
MUSSOUNJ
* Al pOO.esta di Rimini. (Da lJ Popolo d' Itctlict, N. 91, 16 aprile 1933, XX)
[1 5 aprile 1933 ) *
Sono molto lieto per le not izie che mi date circa il successo della prima Mostra nazionale della moda. Se l'inizio è buono,_ il ancora migliore. Torino è preparata a questo come agh con:tp1h. Si tratta in primo luogo di aver fede, e successivamente dt gli sforzi tendenti allo stesso fine. La Mostra della moda è destmata ad attivare molte forze produttive con g enerale vantaggio di Torino e dell'economia italiana.
MUSSOLINI
._ Al deputa.to Ferradni, presidente d ella Mostra nazionale della moda. (Da Il Popolv d'Italia, N. 91, 16 aprile 1933, XX).
[16 maggio 1933. ) *
Ho letto Ja vostra relazione al rapporto fascis ta di domenica scorsa, le <ronache dei giornali torinesi sulle mani festazioni politiche sportive, mentre a lt re notizie mi sono state date dal segretario del Partito. La vecchia Torino romana e sabauda ha vibrato di entusiasmo faScista e le camicie nere hanno mostrato la loro d isciplina e compattezza. Ciò mi ha fatto tornare, per un istante, alle g randi giornate del decennale, du. rante le quali mi apparve il volto e l'anima fascista di Torino. A voi, che al fascismo torinese vi dedicate con fervente opera e quotidiana f atica, giunga jl mio compiacimento e il mio elogio. Tale elogio estendo ai vostri collaboratori. Soprattutto s ig nificativo è stato .il rapporto d ei rettori , dei ·professori, degli assistenti universitari e l'ov2.2ione che li h a accolti al Regio. Torino ha 'cosl consacrato l'indissolubile unione fra il
• Al segretario federale dì Torino. (Da Il Popolo d' Italia, N. 116, 17 mag. g io 1933, XX)
mondo del pensiero e. la rivoluzione fascista. Il pensiero deVe riconoscerla, difeni:lerla, servirla. poiché nella rivoluzione delle camicie nere · è l' avvenire della patria.
MUSSOLINJ
[30 maggio 1933. ] *
La giornata milanese ·presenziata dal segretario ' del Partito è stata una manifestazione della sicura, crescente potenza del f ascismo r rimogenit9 e delle organizzazioni g iovanili del regime. Gli iniziatori d.i una rivoluzione hanno particolari doveri e più precise responsabilità. Questo devono sempre ricordar_e le camicie nere milanesi, che hanno avuto dalla storia e da lfa loro fede il privilegio di segnare la strada e di le prime battaglie. Ne consegue che l'opera d i affi namento delle nostre forze deve essere intelligente, severa e quotidiana, in modo che il popolo italiano riconosca e am i sempre più nelle camicie nere una a.ristocrazia del dovere, della disciplina, del lavoro e, se necessario, del sacrificio. A queste direttive il f ascismo milanese, che merita il t itolo di per quello che diede, rimarrà, guidato da voi, costantemente
MUSSOLINI
* Al segretario fede1al e di Milano, Erminio Brusa. (Da Il Popolo d'ltalitt, N. 128, }1 maggio 1933, XX).
« A noi!».
MESSAGGI [28 giugno 1931.]
Dite, con l'autorità che vi deriva dalla vostra fede .fierissima della vigilia e di sempre, dite alle camicie nere milanesi riunite a congresso provinciale, che seguo il loro movimento q uotidianamente, con molta attenzione e immutata simpatia.
Dite che appartenere a l Fascio primogenito è un privilegio, ma è anche un dovere, che bisogna compiere in ogni momento, così come negli anni delle prime battaglie. Dite che la battaglia non è finita, ma conti· nua, spostandosi nel tempo, verso nuovi obiettivi e mete. più ampie.
Dite_ che la rivoluzione fascista sarà difesa contro chiunque, e con ogni mezzo di difesa contro le insidie, contro la stupidità, contro qualsiasi residuo o nuovo nemico.
Dite che la massima cura deve ·essere riservata ai giovani e che ogni fascista nella Milizia e nel Partito dev'essere pronto all'azione.
Sono sicuro che le camicie nere milanesi sapranno leggere oltre le righe, sapranno comprendere e soprattutto sapranno prepararsi, nella unione degli spiriti, ai compiti di domani, verso i già tende la nostra volontà diritta, decisa, irremovibile.
MUSSOLINJ
"' Al deputato Achille Starace, in occasione dd congresso dei dirigenti fa. sdsti di Milano e della provincia tenutosi nella capitale lomba'rda il 28 gi ugno 1931. (Da. Il Popòl o d'Itttlia, N. 1,4, ;o giugno 1931, XVHI). [6 luglio 1931.] *
I yincoli di amicizia che legano l'Italia al nobile popolo bulgaro sono qualche cosa dì ·più vivo e profondo dei cordiali rapporti dirlomatici. Questi vi ncoli, consacrati recentemente dalla felice unione deJle due Case regnanti, sono l'espressione dell'animo di tutto il popolo ital iano, il quale segue con grande simpatia il pacifico sviluppo della nazione bulgara.
"' AI Giornale dei Giovani, orgat1o dell'Associazione dei giornalisti di Sofia (Da Il Pt:tpt>lo d'Italia, N. 160, 7 luglio 1931, XVIII).
Intensificare i rapporti :culturali e Spirituali dei due significa rinsaldare e far sempre più consapev ole questa amicizia, dì corrispondere ad un desiderio vivo e sentito di entrambi i popoli.
L'Italia fascista vuole essere sempre meglio conosciuta dai bulgari, ai quali io sono lieto di poter oggi qui confermar.e i sentimenti del popolo italiano.
MUSSOLINI
[18 luglio 1931. ]
Domani le camicie nere deJia Marca trevisana ricorderanno il sacrificio di Vittorio> Benetarro e Giulio Boscaro1 caduti, or sOno dieci anni, per iJ trionfo del fascismo Che il ricordo non sia convenzion ale, ma sia rinnovamento e conferma di alti propositi di schietta concordia, di consapevole disciplina. Solo in questo modo il fascismo della Marca trevisana sarà degno del sacrificio dei suoi caduti e dello spirito della rivoluzione. · ·
M USSO LINI* Jn occasione Jella cerimonia di glorificaz.ione dei primi due caduti fascisti della Marca trevis:ma tenutasi a Treviso il 19 luglio 1931. (Da 11 Popolo d'Jt,r· lia, N. 171, 19 luglio 193 1, XVIII).
[7 ollobre 1931.]
Giovani fascisti!
Ecco due parole che rimbombano nei cuori e riempiono di fiereua le generazion i che ascendono nèi_La nuova Ital ia voluta dalle camicie nere.
Giovani e Guindi ardenti, 1mpetuosi, alieni dai calcoli prudenti e dalle prudenze calcolatrici, gioyan1 e quindi liberi nello spirito non ancora attanagliato dalle necessità della vita e soprattutto ansiosi dell'avvenire nel cui grembo è ]'evento che crea la storia.
Fascisti e quindi militi di un grande esercito, portatori e trasmettitori di una f eae consacrata che trova 8iovani la garanzia del suo sviluppo e d ella sua durata. Fasc isti e qumdi in9uadrati, disciplinati, dissim1li dagli altri che non c"ombattono, già pronh ad assumersi la red isposti all'obbedienza e consapevoli di un preciso dovere r.fa comptere.
I Fasci G iovanili di Combattimento da mc decisi or non è un anno, organizzati vigorosamente dal segretario del Partito, comandat i da un ardito, fascista:: della vigilia e deJla rivoluzione, che non ha accantonato l'ardimento ma dell'ardimento vive e nell'ardire opera, i Fasci Giovanili di · Combattimento app:tiono, alla soglia dell'anno decimo, come una delle creazioni. pil1 felici del Gran Consiglio -del fascismo e sono in pieno rispondenti agli obiettivi per cui Ii volemmo.
• Nd primo annuale della fondazione dei Fasci Giovanili di mento. (Da Il Popolo d'Italia, N. 239, 8 ottobre 1931, XVHI).
Come non sorridere di compatimento dinanzi a coloro che non ve. dono come in queste formazioni sia contenuta la « potenza )>, che at· tende il punto sul quale farà leva? Come non sentire che queste formazioni danno al Part ito e al regime il grande privilegio di non cadere nella semplice amministraziorie, come. è il destino di tutti i regimi .nei cui trondii le li nfe periodicamente non si rinnovino? Come non com· prendere che la gioventù porta nella vita il dono della poesia e r offerta dell'entusiasmo, def quale gli spiriti si accartocciano e le rivoluzioni stagnano?
Giovani fascisti!
Siete già al vostro primo annuale! A decine di migliaia i vostri camerati convengono a Roma, marciando sulle strade consolari che videro nel1922 le colonne delle camicie nere decise alla conquista e alJa vittoria .
1 fa scisti che vi precedettero e che oggi vi accompasnano col passo forse più lento, ma sempre fermo dei veterani, sono liett di continuare la nostra fatica.
Ce n'è per voi e per coloro che verranno dopo di voi. Il secolo nel quale vivete è il secolo del fascismo .
h vostro.
MUSSOLlNI
Affido al camerata Arpinati - che dal suo posto di sottosegretario ag li Interni segue quotidianamente, con passione di uomo e di sta, la vostra attività -· il compito di rappresentarmi al vostro congresso e di recarvi il mio più cordiale saluto
La lotta, contro la più g rave, la più diffusa delle malattie che tor· mentano l'umanità, è impegnata su tutta la linea e qui - ma non soltanto qui - si può affermare, senza retoriche esagerazioni, che il Governo fascista marcia all'avanguard ia. Ho l'impress ione che progressi notevoH siano stati realizzati, g razie soprattutto all'impulso animatore del· l'Associazione e al vero apostolato, non soltanto metodico, ma sociale, dei suoi dirigenti, ai qua li ripeto il mio elogio, Si tratta di pe rfezionare l'opera, di coordinare sempre meglio g li sforzi, di ridurre al minimo ogni dispersione di energie, in modo che il male, affrontato sistemati· tamente (voglio sottolineare queste parole). sul terreno med.ico e sul ter· reno sociale, retroceda sino al JJOS:Sibile, hberando il popolo italiano da miserie e sventure, non soltanto fisiche, ma morali.
Il Governo fascista, ·con la legge sull'assicurazione obbligatoria contro la tubercolosi,·ha fornito una base e un'arma formidabile nella lotta.
. L' unione di tutte le energie - raccolte sotto il simbolo umano del Lit· torio - è qui, più che altrove, necessaria. Sono sicuro che, come semlavori si in un'atmosfera elevata, e saranno
MUSSOLINI
• In occasione del quarto congresso naziona le antitubercola.re tenutosi a BodaJI'll al 13 ottobre (Da 11 Popolo d'Italia, N. 13 ottobre 1931, XVIII).
19.• X XV,
Roma, II gennaio 1932, alinO x·.*
193 2, anno X dell' E. F. Conferenza del disarmo. Problemi mili· tari, come non·mai, all'ordine del giorno mondiale. N ecessità di studiarli e volgarizzarli. Compito specifico alla rivista Esercito e Nazion e, già brillantemente assolto. Questo passato garantisce lo sviJuppo della rivista e la sua diffusione fra g li ufficiali in servizio permanente effettivo e fra <luelli in congedo. 1 problemi militari ·sono essenziali, poiché concernono l'esistenza e la sicurezza della patria. ·
M USSO!..INI• Alla rivista Nazione, (Da Eu rdt o e Nraion t , ri vista per l'uffi-ciale itali:ano in servizio ed in congedo, f:ascicolo I, gennaio 1932, VJI).
da palazzo V enezia [22 marzo 1932.] "'
Camicie nere di tutta l talia!
La data gloriosa, già consacrata nella storia della patria, ritorna_per la tredicesima volta, all'indomani di un aspro inverno, sul quale avevano sordidamente speculato molti nemici di fuori e pochi disfattisti di dentro.
II popolo italiano ha deluso eli uni e gli altri. 1-lalgrado iJ disagio economico e le dure privazioni 1mposte dai tempi universalmente difficili, ha dato spettacolo di assoluta calma e di ped etta disciplina, mentre il Partito - ·in tutti i suoi organi - ha offerto, nella vasta organizzazione dell'assistenza a tutti, la prova della sua immensa forz a morale e politica e della sua intima adesione al complesso della nazione.
· Questa forza trae alimento perenne -dall'idea lanciata nel 1919 e dag li uomini che giwarono in piazza San Sepolcro e scelsero la dell'insurrezione, caddero nelle piazze o vittime d egli agguati, alle camicie nere che durante questo tempo si mantennero fedeli e pronte ad ogni sacrificio, va Ja riconoscenza ,profonda della nazione che non dimentica.
Riafferm1a mo, in questo giorno, la nostra decisa volontà di affrontare e superare qualunque ostacolo, in qualsiasi campo si presenti; di innalzare continuamente la potenza morale e fisica della nazione; manteniamo fede al nostro vecchio e immutato programma di andare al popolo, ma al modo nostro, senza concessioni- o indulgenze alle teorie del passato, superate e travolte dal fascismo.
Questo riaffermiamo oggi, nettissimamente, in faccia ai veterani del fascismo, ai giovani c a quelli che si accingono a entra re nelle nostre Jile, perché sappiano sotto quali bandiere, pe r quali princip i e per quale rivoluzione dovranno ancora combattere.
• Nel tredkesimo anniversario de-lla fonda Uone dei fasci ltaliani di Combattimento. (Da Il Pop.Q/o d'I falia, N. 71, 23 marzo 1932, XIX). ,
Dopo tredici anni di prOve memorabili, che hanno trasformato l'Italia in una nazione e in uno Stato, verso il quale converge l'attenzione benevola o nemica del mondo, abbiamo intatto lo spirito delle prime giornate.
«A noi! )>.
MUSSOLINI
[11 aprile 1932. ] *
Approvo il nuovo titolo del vostro giornale. t più aderente alla realtà e più comprensivo. Forze e non soltanto dottrine, tendenze, gene"ricismi. Azione soprattutto. ·
MU SSOLINI
• Al giornale Le Fo,u SaniJ..,,ie, già La M edica. (Da Il Popolo N. 88, 12 a.prile 1932, XIX).
[23? maggio 1932.] •
Tutti gli italiani che fecero la guerra e ne conservano l'orgoglio sono oggi presenti a Pallanza attorno al monumento che tramanderà nei secoli la memoria e la gloria di Cadorna
Placate oramai le passioni attraverso la completa cognizione degli eventi, il popolo italiano riconosce a· Cadorna i meriti dell'organizzatore e del capo che non disperò mai.
Tutte le guerre e specie la guerra mondiale ebbe ro alterne vicende, d urante le quali condottieri e popoli mostrarono la loro tempra e le loro virtù.
L'Italia in grigioverde e in cam icia nera è degna di onorare Cadorna, non solo nel _granito, ma nell'opera, esaltando la vittoria, promuovendo la giust izia, n spondendo sempre alla voce della patria.
MUSSOLINI
• In occasione dell"inaugurazione del ma usoleo dedicato al maresciallo Luigi Cadorna avvenuta a Pallan za il 24 maggio 1932. (Da Il Popolo d'Italia, N. 124, maggio 19 32, XIX).
[25? giugno 1932 .] *
All'alto commissario di Napoli.
Voglio essere spiritualmente presente alla grande celebrazione che, attorno al monumento di Dante, raccoglierà le rappresentanze di tutto il Mezzogiorno d'Italia a riconsacrare la profonda, antica, immutabHe
• [n occasione della cerimonia per lo scoprimento dell' epigrafe (dettata "nel 187 1 da Luigi Scttembrini) al monumento a D ante Alig hieri in Napoli il 26 giugno 1932. (Da Il Popolo J'ltalùf, N. 153, 28 giugno 1932, XIX).
devolione un itaria. Il senatore Marciano, maestro della rarola; illust rerà gli eventi, antichi e recenti, e traccerà la storia del penodo che va dal 1862, quando sorse l'idea del monumento a Danti! -padre lingua italiana, e quindi della nazione - agli ultimi tempi ddla guerra, nella quale le fa nterie meridionali ed isolane gareggiarono in tenacia ed eroismo con i camerati di tutto il resto d'Italia, s1gillando nel sangue e nella vittoria la fr aterna e indistruttibile comunione di t utti gli italiani. La rivoluzione f ascista ha perfezioilato - con le o pere - la crea:. zione del Risorgimento. Se il senatore Marciano lo vorrà, potrà aggiungere che la idea dell'unità della patria . sbocciò nel cuore de i napoletani, negli an ni 1795·1800, in mezzo alle più tumultuose e sanguinose vicende di guerra, invasioni, martiri e vandee. Fu u n meridionale a proclamare che l'Italia doveva es-sere « una, indipendente, indivisifu uno sto rico. meridionale a proclamare che « l'equilibrio tanto vantato in Europa non può essere affidato se non all'indtpendenza italiana)>. Fu un altro meridionale a riprendere tale motivo, cosi illustrandolo con visione pres11.ga del futuro, nella quale ricorre Ja parola <<fascio» :
«Perché vi sia in Europa bilancia politica - egli diceva - è d'uopo che l'Italia sia fissa in un solo Governo, facendo un fascio di fone. Gli italiani avendo nazione acquisteranno spirito di avendo governo diventeranno politici e guer rieri; avendo patria godranno della libertà e di tutti i beni che ne derivano; formando una g rande massa di popolazione saranno penet rati dai sentimenti della forza e Jdl' orgoglio pubblico e stabiliranno una potenza che non sarà soggetta agli assalti dello straniero. Questo è il progetto che esce dal fond o del m io cuore; se le attuali circostanze lo fanno per ora restare nel moodo delle chimer e, mi auguro che verrà. un giorno in cui sarà realizzato. Popolo futuro d'Italia, a te dedico questo mio travaglio qu alunque si sia, giacché a te riserv.ato di compiere la srande opera ».
A queste voci piene di f ato f ece ro, neg li anni di fine secolo XVIII, eco uomini di Liguria, di Lombardia, del Veneto, del Piemonte, di Bologna e di Roma, in una serie di atti, voti e documenti che attestano ·quanto fervore vibrasse animi al sorgere della g rande aurora. Que. sto volevo ri cordare agli rtaliani che dimenticano e a quelli che hanno il culto delle memorie, traendone conforto ed impulso all'azione.
MUSSOLIN I
Camicie nere del Friuli!
Affido al camerata segretario del Partito Starace, il compito di recarvi H mio saluto, dopo Che avrete rievocato la grande adunata di dieci anni fa, che io volli tenere n ella vostra Udine c che fu decisiva ai fini della imminente marcia su Roma. Non è senza emozione che io ricordo
· • Jn occasione d ella del decimo anouale del discorso p ronun· dato da Mussoli ni ad Udine il 20 settembre 1922 (Da Il Popolo d' Italia, N. 22,, 2 1 settembre 1932, XIX). ·
quella giornata piena di luce e di ardore, dominata, nelle anime, dalla certezza della nuova vittoria. Si può rileggere il mio discorso e si troverà che la direttiva di marcii allora segnata, è stata rigorosamente man· tenuta in questo primo decennio, che ci ha tutti meglio temprati e meglio preparati ad altre fatiche. La fede della vigilia permane intatta nei
sempre degne degli eLisodi che si svolsero nella loro terra . fedele e racco se, fra il 1915 e il 1918, tutto il popolo com-
Sono sicuro che le camicie nere friulane intenderanno appieno questo mio monito, alla vigilia deJ secondo decennio della rivoluztonc
M U SSOLINIRoma1 da p alazzo V enezia1 27 oJto bre X . [ 19321
Camicie nere di tutta Italia !
Il primo decennio della rivoluzione si conclude tra il commosso entusiasmo di tutto il popolo.
Mentre le grandi opere pubbliche attesteranno nei secoli la nostra volontà costruttiva, Ja Mostra della rivoluzione fascista è la documen· tazione sacra, suggestiva e solenne del vostro sacrificio.
A Belmonte Calabro, l'Italia fascista onorerà la memoria purissima di Michele Bianchi, quadn.unviro e po litico della rivoluzione.
Sulla terra, sui mari, nei cieli sono ovunque i seg ni della n_ostra potenza e della nostra volontà. .
Masse imponenti di lavoratori dei campi e delle città chiedono di militare sotto i nostri gagliardetti.
Camicie nere !
Nel secondo dece nnio, nuov i compiti richiederanno a noi nuovi sforzi e sacrifici. ·
Li affronteremo insieme con senso vigile di responsabilità e con intatta fraternit à di spiriti.
Il ricordo delle antiche prove freme nei cuori, così come l' impeto verso il futuro.
Camicie nere !
In alto i gagliardetti a salutare o rgogliosamente il secondo decennio, col nostro grido di combattimento : « A noi! ». MUSSOLJNI
• . Nel decimo lnnivenario della marcia su Roma. (Da Il Popol o tl'ltttli4, N. 257, 28 ottobre XIX).
[31 o/lobre 1932.]
Nella cele brazione del decennale della rivoluzione fascista, che, riconducendo l'autorità nello Stato·, l'armonia nelle classi sociali, l'ordine nella pubblica e privata economia, ha create le condizioni essenziali per la sta&ilità della moneta, e quindi ha difeso nella sola maniera certa e possibile il sacro avere del depositante, desidero riVolgere - festeggiandosi la giornata mondiale del risparmio - il mio saluto augurale alle nobili e -benemerite Casse di risparmio e ai Monti dì pietà di prima categoria, che con tanta tradizionale saggezza amministrano i sudati risparmi del popolo italiano.
Con tali sentimenti, assegno a codesto Istituto un diploma di benemerenza, da conferirsi in mio nome al suo depositante più antico, per prcmiarne le virtù di assiduo. lavoro e di cost;pnte previdenza.
MUSSOLINJ
* Alle Casse di risparmio italiane, io OCca.'iione della «giornata mondiale del risparmio», celebratasi in tutta Italia il 31 ottobre 1932. (Da Il Popolo d'llalia, N. 260, l novembre 1932, XIX).
Roma, 5 gennaio 1933, XI.*
All'inizio del secondo decennio del re_gime fascista, non vi sono parole d'ordine nuove da dare a questa rivJsta, che ha assolto efficacemente il compito che le fu assegnato. Le parole d'ordine non mutano: una preparaziOne metodica, silenziosa, intelligente e aperta permette di affrontare i compiti più duri che .il domani ruò riservare all'Esercito e alla nazione. I due termini, come in questa nvista, sono indissociabil-1 nella vita e nella storia, specie nel periodo attuale, in cui nuovi problemi son p<?Sti e nuove forze rientrano nell'agone mondiale ed il cannone fa riudire la sua voce. MUSSOLINI
* Alla rivista Eseràl(l e Narione. (Da Eu:rcito c Nazione, N. l, gennaio 1933, VIJJ)
Da palazzo Venezia, 31 gmuaio ·1933, XI.*
Ufficiali e camicie nere delle legioni, dei battaglioni, delle Milizie spedali!
Da dieci anni voi marciate nei ranghi, con una fede che, per la sua costanza e per il suo disinteresse, non ha precedenti nella storia.
• In occasione del decimo anniversario deHa fondazion e della M.V.S.N. (Da Il Popolo d'Italia, N. l febbraio 1933).
Per meglio servire la rivoluzione fascista voi avete a.ccettato, con entu· 'siasmo, una disciplina più dura e più alti doveri.
Dalle Alpi al mare e sino ai limiti del deserto -- dovunque lo esi· gana la· sicurezza della patria e l"ordine del re - voi siete presenti e pronti al sacrificio e al combattimento.
Nati dallo squadrismo impetuoso ed eroico . della vigilia, voi ne conservate l'animo e le speranze.
La rivoluzione fascista ha in voi i suoi difensori armati; il popolo dei campi e delle officine, da cui uscite, vi guarda con orgoglio Tutto il fascismo, in tutte le sue gerarchie e le masse, è fiero di voi; le altre Forze Armate, gloriose nelle vittorie sulla terra, sul mare, nel cielo, vi hanno accolto col cameratismo di chi ha combattuto per una causa comune.
Ufficiali e camicie nere delle legioni, dei battaglioni, delle Milizie speciali! ·
Centinaia di vostri camerati caduti nell'adempiinento del Joro dovere hanno consacrato la Milizia. Volgendovi ind1etro, con la memoria, alla prima sfi.Jata del 21 aprile dell'anno I, voi potete misurare il cam· mino compiuto dura nte il primo decennio della rivoluzione e guardare con occhio fermo il domani, che sar à nostro.
In alto le armi e le insegne! «A noi! .»
MUSSOLIN I
Da palazzo Venezia, il 22_ marzo d ell'anno Xl [1933} era fa.Jtisla.
CamiCie nere di tutta Italia!
Il quattordicesimo annuale d ella fondazione dei Fasci Ital ian i di COmbattimento trova e formidabili tutte le forze della rivoluzione fascista. Quello che noi volemmo nella Jontana primavera del 1919, è oggi una realtà ital!ana? sa rà, eurorea: f u la nostra parola d ordme, l az10ne fu ·,mmed1ata, az1one contmua. Ebbe alterne vicende che giovarono a temprare g li spiriti. La battag lia divampò, fra il 1919 e il 1922, su tutta la linea, e fu coronata dalla vittoria appena tre anni dopo l'adunata di .Piazza San Sepolcro.
Il mio pensiero, in questo g iorno, va pnma di tutto alle camicie ner( cadute per il trionfo della ri\'oluzione. Esse hanno un p<?StO sacro nel cuore del popolo. :e dinnanzi ai nostri martiri, che noi dobbiamo rispon· dere dell'opera nostra. Essi ci ispirano e ci comandano di essere del loro supremo sacrificio. Io ricordo tutti coloro che raccolsero il m ie appello: .j sansepokristi, che parteciparono alla adunata; gli squadristi che affrontarono, in mille scontri, gli antifascisti e li sgominarono; tutte le camicie nere del Partito, che , con l'impeto d ella loro fede, tramuta cono l'ardire avventuroso ed eroico delle prime minoranze in un vast< · ordinato moto di popolo.
• Nel quattordicesimo annivus;uio della fondazione dei fasci Italiani Combattimento. (Da J/ Popolo N . 71, 24 marzo 1933, XI).
I grandi capis3.ldi della nostra rivoluzione furo'no. lanciati nell'ardore di quella adunata: la rivendicazione dell'interventismo e deJla vittoria; la condanna dei pa rtiti disfattisti e dei gruppi ririunCiatari; l'atto di accusa contro Ja classe dirigente demoliberale, abulica e pusillanime; il riconoscimento delle vutù del ,P?polo italiano; l'incitamento ad andare incontro al lavoro che tornava dalle trincee ; la necessità del sindacalismo nazionale; la demolizione del parlamentarismo; l'irrisione ai ludi cartacei; l'appello alle forze giovani; il disprezzo per i luoghi comuni; jl senso unitario e l'affermaziOne sovrana dello Stato e soprattutto una concezione della vita' basata sul dovere, la disciplina, il combattimento
Tutti questi motivi furono sviluppati in questi quattordici anni e costituiscono ancora le grandi _immutabili direttrici della nostra marcia. Jn quest'anno XI del reg ime, le nostre parole d'ordine valicano le frontiere: la nostra dottrina è ormai un iversale, l'opera nostra già testi· mania per noi, pei secoli futuri.
Fascìsti e legiona ri di tutta Italia! ..
n ricordo dell'adunata d el 23 .marzo del 191 9 tocca profondamente i vostri cuori. Sostate un momento _per ricordare l'inizio d i un ·periodo di storia, della quale voi siete stati, siete e sarete i protagon1sti. Le verghe del Fascio sono potentemente strette come non mai; e la scure è più tagliente di rrima. Dietro il mmenario simbolo della giustizia di Roma, sta tutto i popolo italiano, diventato - attraverso la g uerra e la rivoluzione - un blocco unitario di volontà e di fede, che nessuna insidia o violenza può incrinare e meno ancora spezzare. Cosl l'Italia fascista ascende le cime della sua nuova storia, può dire la pai-ola d ella sua antica e moderna saggezza agli altri popoli e aprire il periodo della ci\•iltà fasdsta.
Camicie nere di tutta Italia! · «A noi!».
ORDINI DEL GIORNO [II novembre 1931.) *
Ufficiali! Sottufficiali! Uomini di truppa!
Vi siete presentati ed avete sfilato in modo superbo, destando J'am. mirazione del popolo, ch e è fiero dì _voi.
Vi ho passati in rassegna per rendere omaggio alla Maestà del re, nel giorno fausto del suo genetliaco e per compiere un atto di simpatia consapevole e profonda verso l'Esercito di Vittorio Veneto, che vinse gloriosamente Ia guerra e presidia oggi solidamente, con lo spirito e con le armi, le nuove fortune d'Italia.
Viva il re! MUSSOLINI
* At. rtgio Esercito. (Da Ii Popol o J'ltaUa, N. 269, 12 XVIII).
Roma, 24 maggio 1932, anno X. •
' L'Arma fedelissima dei carabinieri reali, qualificata prima dell"Esercito da secolare decreto, cede oggi, dopo un decennio, all'Arma di fanteria, l'onore della guardia all'ara del Milite Ignoto.
Nella consegna semplice e solenne l a fanteria riconosce un premio tributato ai suoi sacrifici e alla sua gloria. .
MUSSOl.INI
• Al re-gio Esercito (Da l/ Popolo
N. 123, 24 maggio 193Z, XlX)
•[20 maggio 1933. ] *
Intendo che siano abrogate in tutti i comuni ove esistono, le limitazioni alla circolazione, nelle vie urbane, delle moto leggere un' industria che sta svilufpandosi e n on deve essere vessata da restrizioni che non sono più de nostro tempo.
* IU. prefetti ( D a Il Popolo d' Italia, N 120, 21 maggio 193}, XX).
DOCUMENTARIO
LA SITUAZIONE EUROPEA ESAMINATA NEI COLLOQUI !TALO -GERMANICI*
Roma., 8 noi/e.
L ' Agenzia SJefttni comunica :
«Durante H soggiorno a Roma del cancelliere Bri.ining e del ministro Cur· tius, nei giorni di venerdì e sabato, hanno avuto luogo a varie riprese scambi di vedute tra gli uomini di Stato tedeschi e il capo del Governo i taliano e il ministro degli Esteri.
«Tali scambi di vedute sono stati improntati ad un senso di reciproca, amichevole comprensione e a viva cordialità.
« Nel corso delle conversazioni è stata esaurientemente esaminata la situa· zione generale europea e si è con<ordemente riconosciuta la necessità di una fid uciosa e attiva collaborazione di tuUi i Governi per superare le difficolti presenti. Si uguaJmente convenuto nella necessità di fate ogni sforzo perché la prossima conferem:a del disarmo abbia a produrre favorevoli ed effettivi risultati, nell'interesse della pace e della vita economica e morale del mondo
« Durante il suo soggiorno a Ro ma, il cancelliere Briining ha invitato il capo del Governo italiano ad essere ospite del Governo tedesco a Berlino Il capo del Governo italiano ha accettato, ringraziando, l'invito del cancelliere Briining, riservandosi di indicare l"epoca della sua visita a Berlino ».
* Da Il Popolo d' Italia, N. 189, 9 agosto 193 1, XVIII.
IL DUCE PRESIEDE LE ULTIME RIUNIONI DELLA COMMISSIONE SUPREMA DJ DIFESA *
Roma., l n oi/e.
]eri, a palazzo Venezia, sotto la presidenza dC:l Duce, la Commissione suprema d1 difesa ha tenuto, dalle 17 alle 19, la quinta riunione della sessione dell'anno X. '
La stessa Commissione ha tenuto, a palazzo Venezia, dalle l 7 alle 19 di oggi, la sesta ed ultima seduta della sessione ordinaria dell'anno X ed ha diScusso, sotto la presidenza del Duce, tutti gli oggetti posti all'ordine del giomo. •
S. E. il del Governo, riassumendo i lavori compiuti durante l'anno, ha elogJato vivamente l'opera svolta dal Presidente d el Comitato eli mobilitazione civile, S. E. il senatore, generale e quella della segrete ria, diretta dal generale Ivaldi. .
La Commissione suprema di difesa è· nuovamente convocata in sessione ordinaria per il 3 febbraio 1933, anno XI.
* Da Il PrJpolo d'Italia, N. 2 marzo 19H, XIX.
IL TRATTATO D'AMICIZIA FRA ITALIA E TURCHIA PROROGATO ·PER CINQUE ANNI •
Roma., 2 5 n o /Je.
Oggi, alle ore 17, S. E. il ca po del Govemo ha ricevuto a palazzo Venezia il Presidente del Consig lio turco, S. E: Ismet Pascià, ed il ministro degli Affari Esteri, S. E. .Tewfik Ruscdi Bey. Il colloquio, particolarmente cordiale, al quale assisteva anche il ministro degli Affari Esteri, on. Grandi, si è protratto per circa un'ora. Successivamente è stato firmato un protocollo col quale l'Italia e la Turchia hanno stabilito di prorogare per altri cinque a nni il trattato di amicizia, conciliazione e res.?Iam:nto giudizia_rio esiste nte tra i due paesi. Lo, stesso stabl ltSCe, moltre, che Jl trattato alla sua scadenza potra essere nnnovato per lo stesso periodo di temE?• senza necessità di ulteriori accordi. L'atto è stato sottoscritto per l Italia da S. E. il capo del Governo e dal ministro degli Affari Ested; per la Turchia da Ismet Pascià e Tewfik Ruscdi Bcy. (Stefam). • Da Il Popol rJ d'Italia, N . 125, 26 maggio 1932, XIX.
LA PREPARAZIONE D ' UN ALTRO ORRIBILE ATTENTATO DELL'ANTIFASCISMO
CONTRO IL CAPO DEL GOVERNO E DUCE
TEMPESTIVO ARRESTO DEL SICARIO NEI PRESSI DI PIAZZA
VEN EZIA - L'INDIGNAZIONE DI TUTTA ITALIA PER IL
CRIMINOSO PROGETTO E LA G ENERALE ESULTANZA PER LA SALVEZZA DI MUSSOL!NI•.
Roma, 6 nolle.
L A CATTURA DEL DELINQUENTE
Ve rso le ore 15 di sabato , nei pressi di piazza Venezia, d a agenti ivi in servizio, venne fermatO un individuo munit o .di passaporto svizzero al nome di Galdini Angelo.
Condotto in Questura, l'arresta-to fu identificato per tale Sbardellotto Angelo, di Luigi, proveniente dall' estero, da tempo noto alla Polizia. Perquisito sulla persona, lo Sbardellotto, i l cui passaporto fu r iconosciuto abilmente falsificato, venne trovato in possesso di- due bombe a ripercussione caricate ad esplosivo di alto potenziale e di una rivoltella pronta allo sparo.
Sottoposto ad interrogatorio, l'arrestato confessò che si era porta.to sul posto nel qua.le fu sorpreso dagli agenti per attentare alla vita di S. E: il ca po del Governo.
LA COMPLETA CONFESSION E
Dalle dichiarazioni dell'a rrestato è emerso che il delittuoso p roposito era stato da tempo maturato dallo in combutta con un gruppo d i fuoruscitì (tutte vecchie conoscenze della Polizia ita liana),
h: Jj passaporto svizzero e dei mezzi p ecuniari.
Lo SbardelJotto, che è venuto _jn Italia ai primi del corrente mese, attraversando il valico del Brennero medi ante il falso passaporto svizzero, h a preso alloggio sotto le mentite generalità di Galdini Angelo, risultanti dal suddetto passaporto, dapprima a Civitavecchia e poi a Tivoli, doq.de era venuto a Roma il gtorno stesso dell'arresto e della pecquisiziof)e, che, eseguita dagli agenti or.ranti sul stesso d ell'arresto, portò al sequest!o immedjato del e bombe e Cielle a!mi destin ate all'attentato. .
LA COOPERAZIONE ITALO-BRITANNICA
AI MAGGIORI PROBLEMI EUROPEI ASSICURATA NEI COLLOQUI ROMANI .
IL COMUNICATO UFFICIALE*
L'Age nzia Stefan;, in data d'ieri, comunica:·
Roma, 20.
« Il capo del Governo si è intrattenuto ic=ri a p:tlazzo Venezia, dalle 18 alle 19.30, e oggi. all'Ambasciata britaonica, dalle 14.30 a!Je 16, col primo ministro britannico, 'signor MacDonald, e col segretario di Stato pe-r gli .Affari Esteri, Sir John Simon. '"
un ampio ed esauriente scambio d 'idee su lla situazione generale, è stato esaminato in tali colloqui un p rogetto d'intesa sulle maggiori questioni politiche, preparato dal capo del Governo it<Lliano per promuovere la collabornione delle quattro poten:ze ocddentali di assicurare, nello spi rito del pa tto Kellogg e della dichiarazione di non rico rso alla forza, un lungo periodo di pace ed al mondo. ·
« I ministri britannici lasttranno Rom:t domani mattina per Londra ed in· terromperanno il loro viaggio a Parig i, d ove avranno l'occasione di incontrarsi coi membri del Governo francese ».
* Da Il Popolo à'IJalia, N. 68, 21 marzo 1933, XX.
LA CERIMONIA A PALAZZO VENEZIA
PER LA CONSACRAZIONE DEL PATTO A QUATTRO
Roma., 7 uotle.
L'Agenzia Stefani comunica:
«Oggi, alle 19.30, è stato siglato a palazzo Venezia dal capo del Governo, ministro degli Affari Esteri, e dagli ambasciatori di Francia, signor De J ouvenel, di Germania, -signor von Hassell, e di Gran Bretagna, Sir Ronald Graham, il p3tto d'intesa e di colbbor:o.zione tra le quattro p otenze.
«AsSistevano all'atto il sottosegre tario d i Stato agli Esteri, ori Suvich; il capo di Gabinetto del ministro degli Affari Esteri, ambasciatore Aloisi ; il capo dell'Ufficio stampa del capo dd Gove rno, on. Polverelli; il direttore generale degli Affari politici del ministero degli Esteri, commendator Buti; il direttore generale per i trattati, commendator Sandicchi; H consigliere delt'Ambasciata d i Francia, conte Dampierre; i segretari dell' Ambasciata britan.nica, signori Nichols e J ebb; i l vicecapo di Gabinetto, nobile Jacomoni; ed il commendator. Quaroni, consigliere di Lega2ione, capo ufficio al ministero d egli Affari ».
• Da lJ Popolo d'lldlùr, N . 135, 8 19.33, XX.
INDICE DEI NOMI A
Absb urgo, Carlo I d', l'imperatore, 213.
Absburgo, Eugenio d', l'arcid uca, 21 1. Absbwgo, Federico d', l'arciduca, 213.
Absburgo, Giuseppe d', l' arciduca, 216, 211.
Acerbo Giacomo, 16, 41,. 42, 92, 131, 160, 16 1, 168, 169, 177, 176, 181 , 193, 199, 218, 229, 230,-231, 236, 237.
Ad.inolh Matteo, 71, 92, 131, 160, 161, 168, 169, 178, 181, 199, 218, 229, 230, 236
Agnelli G iovanni, 145.
Agoscini Augu5to, 193, 194.
Albetti Adriano, 206, 210, zn, Albertini .Antonio, 166.
Albicini, la famiglia, 119.
Albrkd Albcdco, 213:
Allieri Dino, 42, 166, 276.
Alighieri Dante, 119, 129, 130, 136, 293, 294
Aloisi Pompw, 304,
Anguissola, il segretario federale, 265, 281.
Anselmi Renato, 47.
Aretino Pietro, 261.
Arpinat i Leandro, 40, 72, 92, 131, 160, 1 61 , 162, 168, 169, 178, 180, 181, · 199, 291.
An. ìl generale, 213, 214.
Asquini Albtrto, 16.6.
Avallone Francesco, B
BacCelli Alfredo, 8 4
Bacti l ti , 263.
Badoglio Pietro, 209, 266.
Balbo Italo, 8, 18, 30, 31, 37, 42, 9 2, 117, 131, 160, 161, 168, 169, 178, 180, 181, t99, 20::;, 218, 229, ·n o, 231, 236, 269.
Ballerini, monsignor, n::;.
Baracca Francesco, 14.
&rrgello (Il), 274.
Aurelio, 209.
Barzini Luig i, 2 56.
Battisti Cesare, 14.
Bauer, il colonnello, 212.
Cesare, 22.
Belgrano Manuele, 219.
B (.'nèS Edoardo, 122, 242.
Beneta rro Vittorio, 290.
Sen ni Antonio Stefano, 41, 92, 131, 160, 1.61, 168, 169, 178, 18 1, 19 9, 218, 229, 230, 236.
Bennicelli Alfredo, 120, BNchtold Leopoldo, 206.
Beretta Enrico, 103.
Berio Adolfo, 84
Bernhardi, Feùerko von, 215
Bernocchi Antonio, 18.
Bernotti Romeo, 8.
Berotro G iuseppe, 71.
Berretta, 126.
Bcthmann-Hollweg, Teobaldo von, 20 6.
Biagi Bruno, 92, 162, 166.
Bianchì Fausto, 42.
Bianch i Michele, 46, 135, 295.
Bibliografia PaJcista, Bittay, il radiotelegra6sta, 103.
Bodrero Emilio, 138, n7.
Bonaparte Napoleone, • 136.
Bonaparte Ramolino Letizia, 136
Boncompagni Ludovisi Francesco, 84, 108, 2:56,
Bonfante Pietro, 284.
Botelli G iovanni, 279.
Borelli, la signora, 279.
Boris III, 20, 285.
Boroevic, Bojna Svetozar vo n, 209, 213
Borri, il prefetto, 21
Boscaro GiuJio, 290.
Boselli Paolo, 82, 8 3.
Dottai Giuseppe, 10, 40, 4 1, 92 , 160, 161, 16.5, 168, 169 , 178 , 18 1, 199, 2 18, 229, 230, 236, 267 .
llottari Tomaso, 71.
Brogna Vincenzo, 120. .
Briining HeinriCh, 23, 24, 301.
Br usa Erminio , 150, 288
Bucci Umberto, 8.
Bufi'arini Guidi G ui do, 229, 230, 236.
BU.Jow, Berna rd von, 206.
Buonarroti Michelangelo, 136.
Burian, Stefano von, 206, 207.
Burzagli, 1'ammiraglio, 117
Busolini Silvio, 19.5.
Buti, il commendator, 304
Cadorna Luigi, 208, 209, 21 2, i 16, 293.
Cagna, il maggiore, 30, 31.
Cagni Umberto, 275, 276
Cagni, la signora, 275, 276
Canegam, van, il ministro, 38.
Cao Giovanni,· 166.
Capoferri 149 .
Cappello P iero, 71.
Carafa, 47.
Card ucci G iosue, 119, 129, 130, 259
Carlo Alberto, 125
Carnevali, ìl colonnello, 117.
Casali ni Armando, Il.
Casalini, la sigitora, 11.
Casalini Vincenzo, 166
Casolari, il p3dre, l 55.
Castelli Michele, 5 1.
Castiglioni, l"ammirag lio, 11 7
Cavour, Camillo Benso di, 88, 11 0.
Ceccherini Sante, 279.
Chateaubdand Francesco, 86.
Chiesa Mario, 276.
Ciano Costanzo, 73, 92, 131, 160, 161, 162; 168, 169, 178, 18 1, 199, 218, 230, 23 1, 236.
Ug o, 131, 160, 161, 162, 168, 169, 178, 18 1, 199 , 21 8, 229, 23 0, 236
C lemenceau Giorg;i9, 212.
Collina, la signorina, 119.
Compagni Ferrone Di oo, 160. ·
Cor da N , 209
Corradini Enrico, 69, 70, 71.
Corridoni Enrico, 277.
Conidoni Filippo, 14, 146 , 158, 277.
Cozzi, monsignor, 276.
Cremonesi Filippo, 261.
Crisost omi Marini, l'avvocato, 1S.
Crispi Francesco, ZIS, 8}.
C ristini Guido, 92, 13 1, 160, 161 , 162, 168, 169
C urtius J u lius, 23, 24, 301.
D aladier Edouud, 245."
Dall'Ara, il commendato!, 238.
Dallolio Alfredo, 30 2.
Dampierre, il conte, 304.
Dandolo Enrico, IlO.
D 'Annunzio Gabriele, 13, 35, 36, 156, 157, 187, 253, 254, 270, 280.
D 'Aroma Nino, 96, 268, 278, Daverio Francesco, 110.
D awes C har les G ates, 115
D e Bono Emilio, 42, 92, - 13 1, 139, 160, 16 1, 162, 168, 169, _178, 180, 18 1, 199, 218, 229, 230, 23 1, 236.
D e Capitan i D 'Arzago Gi useppe, 25:5.
D e Francisci Piet ro, 13 1, 133, 160, 161, 162, 166, 168, 169, 178, 180, 18 1, 199, 2 18, 229, n o, 236
D e G aray Juan, 220.
Del Bono Adelina, 278
Del Bono Alberto, 278
Delcroix Carlo, 189.
De Magistris Emilio; 149.
De Matinis Alberto, 258
De Michelis Giuseppe, 1.
De Pekar G iulio, 13 7.
Depretis Agostino, 26.
De Silvestro G iovanni, 120, 271.
D e St efani Alberto, 39, 9 2, 93, 0, 1, . 160, 16 1, 168, 169, 178, 180, 18 1, 199, 218, 229, 230, 236
De Vecchi Ar turo, 47.
De Vecchi Cesar e Maria, 92, 131, 141, 16o, t6t, usa, 169, t7"8, t s t, t 99, i1s , 229, 23o, 23 6, 261.
Diaz Armando, :51, 2 1:5.
Di Crollalanza Araldo, 260.
Dilfinl Giovanni, 71
Di Marzo Salvatore, 166.
Dollfuss Engdbert, 279.
Domeneghini Vitale Lino, 12, 264, 267.
D oumer Paolo, 98, 99.
Ducci lvo, · 280.
D ugnani Innoèente, 157.
E
Edison Tommaso Alva, 27 1.
Edison, la signora, 271.
Elena, la regina, 108, 111, 273, 28 1
Endresz, il comandante, 103, 277
Ercole Francesco, 131, 134, .160, 161, 166, 168, 169, 178, 181, 199, 218, 229, 230, 236
Eur dto t> Naziont>, 292,. 296.
Eydoux; il professar, 198.
Frigerio Ugo, 237, 238.
Frignani Giuseppe, 19, 20, 48.
Fuzzi, il segretario f ederale, 267.
·
Gabetti, · il professor, 90.
Gaddi Pepoli Ercole, 282.
G addi Pepoli Lidia, 282.
GaJvagno, 26.
Galvani Luigi, 271.
Ga rbasse Antonio, 28.5.
Garbasso, la signora, 285,
Garibaldi Anita, 108.
Garibaldi Ezio, 108, 111.
Garibald i Giuseppe, 81, 8 5, 108, 109, 110 , 111 , 219.
Gaspani Pietro, 273.
G astaldi Andrea, 71, 1·43·, 264, 287,
Gentile Giovanni, 58, 90.
G erace, il maestro d i scherma, 47.
G erauhia, 152.
Ghioelli Mario, 276.
Gioberti Vincenzo, Bi.
Gioda Mario, 141.
Giornale dei Gi()1Jani, 289.
Giovanna, la regina di Bulgaria, 20, 28 5.
Fabb ri, il podestà, 22.
Falkenhayn, Erich von, 208.
FancellO Enrico, 276.
Fani Amedeo, 166.
Fantoli Gaudenzio, 275 :
Fedele Pietro, 261.
Feduazio m! (La) M edica. (poi Le For· ze Saniwie), 58, 293.
Federzoni Luig i, 12, 14, 62, 69, 82, 92, 99, 131, 160, 161, 162, 168, 169, 177, 178, 180, 181, 199, 202, 218, 229, 230, 231, 235, 236, 255, 257, 258, 259, 260, 261.
Ferracini, il deputato, 287.
Ferra ri Giuseppe, 82.
Ferrario Arturo, 264.
Ferretti Landa, 263.
Foch Ferdinando, 213.
Forze (Ù} ArmaJt, 206.
Porz1 ( U ) Civili, 29, 30.
Foschini Antonio, 261.
Fossa Davide, 22, 267.
FranceS<hini Antonio, 274.
Gioventù FauiJta, 5, 14.
Giuliano Balbina, 39, 9 2, 165.
Giulio Cesare, 110, 141, 287.
Giunta Francesco, 165
Giuriati Giovanni, 40, 4 1, 92, 98, 1}1, 160, 161, 162, 164, 16), 168, 169, 178, 181, 197, 199, 218, 229 , 230, 23G, 253.
G laise Horstenau, il colonnello, 215.
Goering H ermann, 246.
Goethe W olfango, 90, 91.
GOmbOs Julius, 282, 283.
Gough, il generale, 212.
G ozi Giuliano, 277, ·28 1, 282.
Gozi Manlio, 281.
Gozzi· Carlo, .268.
G raham Ronald, 249, 304.
Grandi Dino, 41, 92 , 93, 94, 122, 160, 161, 165, 168, 169, 178, 18 1, 199, 218, 229, 230, 236, 278, 302.
Gray Ezio Maria, 96.
Gregoriew, il giornalista, 20
G rey :Edward, 207
Gueuini, 14 6.
Guicciard i, 126.
Hassd, Ul rich von, 249, 304
H e rriot Edouard, 246
Hìndenburg, Pau! von, 24, 207, 214 .
Hitler Adolf, 76, 230, 246, 247.
Herbert Clark, 24, 78, 179, 188.
H orsetzky, il generale, 215.
Imbriani Renato Matteo, 259."
Ismet PaScià,- 105, 106, 302.
l valdi, il generale, 302.
Jacomo ni , il diplomatico, 304.
jebb, il diplomatico, 304.
]offre Giuseppe Giacomo, 208.
Jou enel, Henry de, 249, 304.
J ung G uido, 7, Bl, 160, 161, 166, 16A, 169, 178, 181, 199, 21R, 229, 230, 23 1, 2)6.
Justo, 220.
Karolyi Giulio, 277.
Kellogg Frank Billings, 243, 244, 304.
Kemal Mustafà, lOti.
Kotto K'osa, 265, 266.
Kramon, il generale, 213.
Krauss, il generale, 207; 20R.
Kuhl , von, il generale, 208, 209.
Longoni Attilio, 275.
Longoni, l'ufficiale, 126.
Luca Remo, 10 5. .
LuJendorff Erich, 210, 21 1, 2 12, 214, 215.
Lupi Da rio, 197, 284.
Lupi, la signora, 284.
Lusana, il professar, 279
MacDonald James Ramsay, 75, 202, 240, 245, 274, 278, 304.
Mackensen, August't von, 212.
Mameli Goffredo, 110.
Manara Luciano, 110, 126.
Ma ngin Carlo Maria Emanuele, 20.
Marciano G ennaro, 294
Marconi Guglielmo, 39, 40, 92, 93, 131, 134, 160, 161; 168, 169, 18 1, 199, 2 18 , 229, 230, 236.
Maresca Donnorso di Serracapriola Gio vanni, 47.
Marescalchi Arturo, 10.
Maria Josè-, la principessa, 145, 263.
Marinelli Giovanni, 71.
]..broni Gian Carlo, 157.
Marpicati Arturo, 58, 71, 92, 131, 160, 161, 162, 168, 169, 178, 18 1, 199, 218, 229, 230, 236.
Masina Angelo, t 10.
Mataloni Jenner, 283.
Ma1ti11o ( Ii), 256.
Maye r T t!01loro, 64, 25,.
Mazzini Giuseppe, 82, 110.
Mejia Ramos Ezcrhid, 2 19, 220, 221.
Mejia Ramos, la signo ra, 220 (Il), 5.
Molinari Virginio, 227.
Moltke, Guglielmo von, 212.
Montanari Umberto, 28 1.
Monta nelli 8 2.
Lamarmora De Ferrera Alessand ro, 125.
Lari, il milite, 268.
Le Bon Gustavo, 262.
Leonardi Giuseppe, 129.
Lindberg Charles, 104.
Uuoriale (Il}, 263.
Loiacono Luigi, 166.
Montemartini, il segretario fedtrale, 265.
Monti Antonio, 85.
Mordacq, il generale, 148.
Morelli G iuseppe, 166.
Morelli S3lvatore, 59.
Morello· Vincenzo, 286.
Morosini Emilio, 110
Meschini Giuseppe, 277.
'
Antonio, 92, 93, 165, 178, 260
Mosti Tanc:reJi, 126.
.Mussolini Arnaldo, 73, Hlfl, 194, 262 , 269, 273, 276.
Mussolini Bruno, 2 1.
Mussolini Guidi Rachele, 73.
Mussolini Maltoni Rosa, 22.
Mussolini Sandro ltalico, 262, 269
Mussolini Vito, 21.
Mussolini Vittorio, 21, 73.
N ichols, il diplomatico, 304.
N icotera "G iovanni, 26.
NN ()Vd A.r;tologia, 14, 15.
O livetti Angelo Oliviero, 114.
Orlandi Antonio, 258.
O rsolini Cencelli Valentino, 184, 186
302, 303, 304
Popolo (Il) di Romagna, 129
Porro Carlo, 258.
Postiglione Gaetano, 166.
Puppini Umberto, 166.
Purcaro, il maestro di sche rma, 4 7.
Padovani Aurelio, 46.
Pais Ettore, 84.
Pallo tta Guido, 273.
Paolo, san, 152 .
Papen, F111nz von, 121.
Paulucci di Calboli Fulderi, 14.
Pavolini Alessandro, 268, 274.
Penoavaria Filippo, 166.
Pepe Ugo, 263.
Pesce»>Oido Alfredo, 269.
Pescosolido, i fratelli, 269.
Pétaìn Enrico Filippo, 208, 213.
Petitti di. Roreto Carlo, 285.
Piazzesi, l'ingegner, 269.
Pierani Ferdinando, 166.
Plnelli, 26
Pio JX, 109.
Pirelli Albetto, 5, 6, 7, 174.
Pitreich, von, il generale, 209.
Polverelli Gaetano, 304.
Popolo (l}) dei Friuli, 276
p qpolo (11) d'Italia, l , 7, 8, 10, 11 , u. 16, 18, 19, 2(}, 2 1, 22, 23, 24,
Puricelli Piero, 286.
Puyrredon. Giovanni Martino, 219
Quaroni Pietro, 304.
Rabolini Vincenzo, 146.
Raggi Decio, 14.
Ran icri Remo, 7 1.
RaHeg1;a Storha dtl Rhorgimenlo, 261.
Ratt:nzi Utbano, 26.
Ratti Achille (Pio XI), 273, 274
Rava Luigi, 257.
Razza Luigi, 10, 41, 92, 131, 160, 161, 168, 169, 178, 181, 199, 2 18, 229, 230, 236.
Rebaudengo Eugenio, 278.
Reguzzoni Elio, 146.
Rewt Eronom;fMI Im ernaJionAit, 88.
Ricuoli Bettino, 85.
Ricci Corrado, 84, 87, 182, 183 .
Ricci Renato, 27 0
Righi Pompeo, 277 , 281, 282.
Rismondo Francesco, 127.
Rivadavia, 219.
Rizzo Giovan ni, 156.
Roberti Melchiorre, 190
Rocco Alfredo, 41 , 92, 160, i 6 t, 162, 165, 168, 169, 178, 180, 18 1, 199, 218, 229, 230, 236, 259. .
Romano Ruggero, 166.
Romano Santi, 24, 28
Ramt , 262.
Roosevelt Fra nklin Delano, 179, 230 .
Rosboch Ettore, 166.
Rossi Amilcare, 104, IOS
Ros!i Baldo, 275.
Rossi, la signora, 175
Rossoni Edmondo, 92, Hl, 160, 161, 166, 168, 169, 178, 181, 199, 218, 229, 230, 23 1, 236.
Ruscdi T ewfik Bey, 302.
Russo, il generale, 117.
Settembrini Luigi, 293.
Se/liman a (lA ) l ncom 1/hmrala, 2H.
Shaw Alessa ndro, 7}
Shylock, 78. ·
Simo n John, 202, 240, 245, 3 04
Sirianni Giuseppe, 8, 117.
Sodini Angelo, 2}3.
Solmi Arrigo, 166.
Spada Veralli Pote nzian i Ludovico, 84.
S tampa (La), 145.
Starace Achille, 7 1, 72, 92, 93, 131, 132, 160, 161, 162, 168, 169, 178, 181 , 193, 194, ·199, 204, 218, 229, 230, 231, 236, 25 1, 289, 294.
Ste/ani, l'agenzia, 301 , 302, 304.
Stein, il generale, 212
Susmel D uilio, 262
Suvich Ful vio, 166,
Salandra Antonio, 68, 69
Sandicchi, il commendator, 304 .
Sanj ust Edmondo, 84.
San Martin, 219
Sauro Nazar io, 14.
Savoia, Emanuele Filiberto di, 25.
Savoia, Luig i di, d uca deg li Abruzzi, 202, 203, 204, 285, 286
Savoia, Tommaso Alberto, principe di, duca di Genova, 12.
Savoia Aosta, Anna di, duchessa, 266, 267.
Savoia .Aosta, Elena di, duchessa, 283
Savoi a Aosta, EqJan uele Filiberto di, d uca e principe, 54, 55, 62, 63, 266, 267.
Savoia, la dinastia, 25, 49.
Sbardellotto Angelo (Angelo Galdini), 303.
Sbardellouo Luigi, 303
Schegg.i Roberto, 175.
Schleicher, von, il gene-rale, 12 1, 122.
Schultz, von, il generale, 212 .
Scoru Carlo, 42.
Scid Matteo, 227.
Seipel Ignazio, 279.
Sella Quint ino, 83.
1'aine Ippolito, 85, 86.
'I'aiocchi Battista, 227.
Tanari Giuseppe, 257.
T assinari Giuseppe, 92, 131 , 160, 16 1, 168, 169, 178, 181, 199, 2 18, 229, 230, 236.
T e ruzzi Attilio, 42, 89, 9 2, 131, 160," 16 1, 162,_ 168, 16!;!, 178, 181, 193, 199, 218, 229, 230, 236.
T haon di Revel Paolo, il conte, 106, 107, 108.
Ti mes (Th4), 100.
Tittoni Tommaso, 14.
Tommasco Niccolò, 183.
Torelli Luigi, 85,
T oti Enrico, 127
Trevelyan Macaulay George, 209, 21 5.
Tri buna (LA), 268.
1'ri!}ga li Casanova Antonino, lì8, 180, 181, 199, 218, 229, 230, 236.
Trigona Emanuele, 166.
Turati .Al!gusto, 4 1, 92, 17 1, 264
Umberto, il principe, 49, 54, 121, 145, .2 19, 2Gl.
UnillnJale Servife, 224.
Vacchelli Nicola., 168
Valvassori-Peroni Angelo, 270.
V.aonutelli, l'ammiraglio, 117.
Vittorio Emanuel(' II, 88, 110
Vittorio Emanuele III, 12,
Volta
WinchlmaM Edoardo, 91. Windischgraetz, il ministro, 207
Young, 115.
Zogu l, 254, 266.
Zoli Corrado, 282.
Zoli, la signora, 282.