UN ALTRO NOVECENTO
regime: quasi la metà dei prigionieri politici cecoslovacchi era di estrazione operaia. In Polonia e in Bulgaria le repressioni poliziesche degli anni 1948-53 assunsero un carattere meno diffuso e brutale. In Bulgaria l’avvio della collettivizzazione, nel 1949-50, fu accompagnato come in Romania da violente sollevazioni contadine, ma non si registrarono operazioni speciali di deportazione. Il minor numero di vittime non deve tuttavia trarre in inganno: nei due paesi il culmine della repressione era già stato raggiunto nel 1944-47, quando gli apparati di sicurezza dei nuovi governi di fronte popolare avevano brutalmente represso ed eliminato tutti i reali e potenziali avversari politici. In Albania, infine, alle repressioni interne – sulle cui dimensioni, assai rilevanti, mancano tuttora dati esatti – si aggiunse come fattore di instabilità la difficile collocazione geopolitica del regime di Tirana che, con la rottura sovieto-jugoslava, si trovò a costituire nel Mediterraneo l’anello debole del sistema di sicurezza sovietico (l’Albania confinava con due Stati ostili, la Grecia e la Jugoslavia). Le potenze occidentali tentarono a più riprese, nel 1949-52, di infiltrare guerriglieri albanesi fedeli a re Zogu rifugiatisi dopo la guerra in Egitto, Italia e Grecia, che ricevevano un addestramento militare in Occidente con il compito di provocare una rivolta armata che rovesciasse il regime di Enver Hoxha. Grazie al determinante appoggio di Kim Philby, la spia sovietica di più alto livello mai infiltrata negli apparati militari occidentali (Philby lavorava come agente di collegamento tra i servizi segreti britannici e la CIA), la rete fu agevolmente depistata. Le autorità sovietiche avvertirono immediatamente quelle albanesi, che catturarono e uccisero tutti i guerriglieri sbarcati, in tutto circa 300, oltre ad alcune migliaia di civili accusati di collaborazionismo 76.
4.4 Il disgelo e le sue contraddizioni 4.4.1.
RIVOLTE, LOTTE INTESTINE, IMMOBILISMO: LE REAZIONI NEL BLOCCO ALLA MORTE DI STALIN
La morte di Stalin, avvenuta il 5 marzo 1953, originò in breve tempo cambiamenti che dall’Unione Sovietica si riverberarono sull’Europa orientale. Osannata e indiscutibile in vita, la figura di Stalin iniziò a essere oggetto di una revisione critica all’interno della direzione sovietica dopo la sua morte. Al sovraffollamento dei campi di lavoro 168