UN ALTRO NOVECENTO

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6.

DECLINO E SCOMPARSA DEL BLOCCO SOVIETICO ,

1973-91

smo internazionale dell’epoca, costituita dal gruppo Separat, guidato da Ilich Ramírez Sánchez, detto Carlos 10. Nel febbraio 1981, su incarico del governo romeno, il noto terrorista portò a termine in Germania un devastante attentato alla redazione romena di Radio Europa Libera, che costituiva la principale voce del dissenso in esilio 11. Nel frattempo, il modello sovietico subiva l’inedita sfida, in termini di sostenibilità economica e prestigio politico, dell’esperimento “socialcapitalista” lanciato nel 1978 dal nuovo leader cinese Deng Xiao Ping. Nonostante l’Europa orientale fosse governata da regimi politicamente stabili e si collocasse ormai ai margini del rinnovato conflitto EstOvest, essa risentì pesantemente del riacutizzarsi delle tensioni ideologiche.

6.2 Stabilità politica, disastro economico 6.2.1.

IL FASCINO DISCRETO DEL GRIGIORE BREŽNEVIANO

Nell’ultimo quindicennio di esistenza i regimi dell’Europa orientale divennero il luogo del «socialismo realmente esistente» o, secondo la definizione offerta dalla nuova Costituzione sovietica del 1977, un insieme di «società socialiste sviluppate» in cammino verso il comunismo sotto la guida del partito unico. Il lungo periodo brežneviano (1964-82) impresse al blocco socialista un grigiore culturale ed estetico che rispecchiava l’assenza di carisma politico e umano del leader sovietico. L’apparente inamovibilità dei gruppi dirigenti locali e l’assenza di riforme dall’alto, unite ai primi segnali di crisi economica, portarono gli osservatori interni ed esterni a interpretare sempre più spesso la conquistata stabilità in termini di stagnazione e declino, e a caratterizzare le società esteuropee come affette da «vuoto morale» (Gale Stokes) o, più prosaicamente, da «squallore» (Ernest Gellner) 12. I pilastri legittimanti del socialismo reale post 1968 non erano più il comunismo stalinista, né il riformismo economico e culturale degli anni cinquanta e sessanta, ma una miscela di moderato consumismo e ostentato conformismo ideologico, dietro il quale si celavano comportamenti privati spesso opposti 13. Funzionari di partito e dirigenti economici e culturali abitavano in ville situate in zone residenziali, trascorrevano le vacanze all’estero, giocavano a tennis e praticavano la caccia in circoli riservati alla buona società, si dotavano di automobili (occidentali) di lusso, vestivano abiti firmati, si accaparravano al mercato nero le novità tecnologiche degli anni ottanta (perso227


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Bibliografia

35min
pages 365-386

Indice dei nomi

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Note

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pages 327-364

Problemi e sfide del nuovo secolo

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pages 317-326

Rivoluzioni democratiche e “Stati falliti”

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Crisi economica e prospettive di ripresa

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pages 310-312

7.5. Il postcomunismo nei Balcani: catastrofe e ripresa

31min
pages 287-304

totalitario

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pages 283-286

mento

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pages 276-282

6.4. La fine del comunismo, 1988-91

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pages 252-266

postcomunismo

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reale

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pages 230-251

6.2. Stabilità politica, disastro economico

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5.5. L’ultima utopia: il 1968 cecoslovacco

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5.3. Repressione e consolidamento, 1956-67

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5.4. Risultati e fallimenti del “socialismo reale”

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4.4. Il disgelo e le sue contraddizioni

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pages 164-172

5.2. Continuità e rottura negli anni di Chruˇsˇcëv

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pages 182-185

4.3. Gli anni del terrore

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pages 155-163

4.2. Pianificazione e militarizzazione

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pages 149-154

3.5. La nascita del blocco sovietico

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3.2. L’Europa orientale nella sfera di influenza sovietica

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2.4. Collaborazionismo e resistenza nei paesi occupati

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dell’URSS, 1939-41

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Stati baltici

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