Stadium n. 6/2023

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Dal Ministro Abodi l’impegno per uno sport senza esclusioni

Dedico l’inizio di questo editoriale, per il secondo numero di Stadium del 2023, agli amici dell’Emilia-Romagna. Il tempo che scorre inesorabile non deve far passare in secondo piano il dramma di questi territori e il bisogno assoluto che molti nostri Comitati, con le società sportive che ne fanno parte, hanno di aiuti immediati e concreti. Posso assicurare che tengo monitorato giorno per giorno l’andamento delle donazioni provenienti da tutta Italia e che si tratta di contributi non banali. Certo, il bisogno è di gran lunga maggiore, ma è importante che nei momenti di difficoltà il CSI dimostri di essere coeso e capace di fornire sostegni veri.

Anche questo secondo numero del 2023 è all’altezza delle aspettative, che ormai sono di alto profilo. Dovrei parlare di tutto quanto viene pubblicato, ovviamente, ma sono costretto a scegliere solo alcuni argomenti.

Comincio perciò con l’intervista al Ministro per lo Sport e i Giovani, Andrea Abodi, di cui raccomando la lettura a tutti. Vi si legge chiaramente l’impegno di un dirigente governativo ai massimi livelli che ben conosce il mondo dello sport, per esperienza diretta e non per sentito dire da altri, e che cerca perciò di tracciare un percorso normativo chiaro e comprensibile. Abodi non ha un compito facile e le tensioni su di lui in questi giorni sono veramente

notevoli, ma possiamo contare sulla sua paziente determinazione. Confido che possa portarci ai risultati di cui il CSI e lo sport di base hanno assolutamente bisogno. Sarebbe un bene per tutta Italia. Fa piacere leggere l’intervista alla dottoressa Rosanna Arru, Assessora ai Lavori Pubblici, Manutenzioni, Gestione del Patrimonio e Strutture Sportive del Comune di Sassari. Ne emerge un quadro esaustivo di quelle che sono le fatiche del momento in una regione particolarmente feconda, ma non priva di difficoltà. L’Assessora Arru dimostra di avere le idee molto chiare e in particolare di voler dotare, prima di concludere questo suo mandato, il Comune di Sassari delle strutture necessarie per poter gestire concretamente l’attività sportiva con la dignità e l’efficacia di cui lo sport abbisogna.

Di Junior TIM Cup, portata ad un fantastico decennale con TIM, Lega Serie A e Centro Sportivo Italiano, abbiamo raccontato sui nostri canali di comunicazione. Non voglio ripetermi, ma solo ribadire che si tratta di una manifestazione eccezionale, pensata per collegare il mondo dei ragazzi dello sport CSI, degli oratori, con il mondo dei loro sogni. Un progetto così ambizioso da sembrare fuori da ogni possibilità di realizzazione e invece ampiamente reso concreto nei suoi aspetti organizzativi e nei suoi aspetti eticomorali.

La conclusione è per un saluto affettuoso, sinceramente fraterno. In un recente Consiglio Nazionale, don Alessio Albertini, il nostro Assistente Ecclesiastico nazionale, ha comunicato la sua nomina a Parroco nella Parrocchia Santi Gervasio e Protasio di Trezzo sull’Adda, nella parte della provincia di Milano che confina con quella bergamasca, delimitata dal corso dell’Adda meravigliosamente cantato da Alessandro Manzoni ne “I Promessi Sposi”.

Non è un addio, perché gli amici non si lasciano mai, però va alla sua conclusione, con don Alessio, un tempo ricco di storia associativa, di progetti, di amicizia vera.

Non posso negare che la notizia, pur non giunta inattesa perché si sa che i mandati ad un certo punto si concludono, mi ha lasciato un po’ disorientato. Succede quando si capisce che si sta per lasciare un punto di riferimento sicuro, leale, capace di illuminare il cammino da fare insieme.

Lo seguiremo, per quanto possibile, anche nel suo nuovo impegno da Parroco, certi che saremo sempre accolti con il suo sorriso ampio e garbato, e allo stesso tempo ironico e giocoso.

Buon lavoro, don Alessio. Anche di buoni Parroci c’è un grande bisogno.

Stadium 1 PAROLA DI PRESIDENTE

Parola di Presidente p. 1

L’angolo dell’Assistente p. 3

Politica: Intervista all’Assessora allo Sport del Comune di Sassari p. 4

Dossier: Quel calcio che ci fa «grandi» p. 6

Nati nel CSI: Demetrio Albertini p. 16

L’intervista: Andrea Abodi p. 21

Progetti: “TuttInGioco”

nei centri estivi p. 26

Focus: Lo sport come antidoto alle discriminazioni e al cyberbullismo p. 28

EDITORE E REDAZIONE

Centro Sportivo Italiano Via della Conciliazione, 1 - 00193 Roma www.centrosportivoitaliano.it - comunicazione@csi-net.it

Mail di redazione: stadium@csi-net.it

PERIODICITÀ

Trimestrale

DIRETTORE RESPONSABILE

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DIRETTORE EDITORIALE

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REDAZIONE

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FOTO

Archivio fotografico CSI, Daniele La Monaca, Settore Tecnico FIGC, Stefano Meloni

Attualità: Emilia-Romagna, sott’acqua anche lo sport p. 31

Fisco&Sport: Come sopravvivere all’era dei «Registri» p. 34

TimeOut: «L’esistenza umana è un’amicizia inesauribile» p. 36

CineSport p. 38

Pillole di storia p. 39

#VitaCSI p. 40

In libreria p. 48

SEGRETERIA DI REDAZIONE

Laura Sanvito

GRAFICA

Gianluca Capponi, Loretta Pizzinga

HANNO COLLABORATO

Sergio Aritzo, Riccardo Buffetti, Lorenzo Chierici, Massimiliano Dilettuso, Valentina Egidi, Ilaria Falconieri, Alessia Ferri, Maddalena Gaita, Francesco Graduato, Alberto Lo Giudice, Giorgia Magni, Giacomo Mattioli, Giuseppe Messina, Miranda Parrini, Gianpietro Perrotti, Francesco Piccone, Pasquale Pignatelli, Antonella Sabia, Paolo Seminati, Cristina Speziale, Silvia Tagliabue, Agnese Vescovo

Stadium è iscritto presso il Tribunale di Roma - Sezione Stampa al n. 158/2021 del 5/10/2021

Stampato da Varigrafica Alto Lazio, Zona Ind.le Settevene - 01036 Nepi (VT) Italia - su carta Fedrigoni Arena White Smooth da 140 gr. biodegradabile e riciclabile

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LA SQUADRA

Mettiamo in campo i «sette nani dell’educazione»

ACCOGLIENZA, CONDIVISIONE, TESTIMONIANZA. SONO SOLO ALCUNI DEI VALORI DA

TRASMETTERE AI RAGAZZI E CHE PERMETTONO DI RAFFORZARE LA SQUADRA ALL’INSEGNA DELLA CREATIVITÀ E DELL’INNOVAZIONE

Non so se vi sia mai capitato di sentire parlare del famoso “Fronte per la liberazione dei nani da giardino”. Esiste veramente ed è nato nel 1996 in Normandia. La sua missione è quella di liberare queste anime antiche, bloccate in un involucro di gesso e costrette a stare al freddo, sotto neve e pioggia, per riportarle nel loro habitat naturale: il bosco. Così mi è capitato, mentre passeggiavo, di imbattermi in alcuni di questi nani liberati. Sette per la precisione. Schierati come una squadra e con la maglietta con tanto di numero e nome.

Il numero 1 si chiamava Giocalo. Non è difficile scoprire che il motivo principale per cui un ragazzo viene al campo è quello di potersi divertire. Se domandassimo loro dove stanno andando con la borsa sulle spalle, ci risponderebbero: «Vado a giocare a pallone!». La loro prima preoccupazione non è sicuramente quella di essere educati, ma di potersi divertire.

In difesa c’era Accoglilo: una presenza che sappia accogliere e soprattutto permetta di percepire questa accoglienza. Come diceva don Bosco, grande educatore: «Non basta amare i ragazzi, occorre anche si sentano amati». Un ragazzo deve sperimentare una vicinanza senza secondi fini. Sentirsi accettato, amato, custodito, apprezzato: è

Lo sport prevede una tecnica di base che rende tutti capaci di disputare la gara. È necessario, però, che emerga qualcuno con un talento o con una scelta coraggiosa per rendere la gara meno prevedibile e le dia quel ritmo e quell’originalità che portano alla vittoria

questo che motiva un ragazzo ad intraprendere un impegno reale. Accanto, un altro difensore dal nome faticoso: Sudalo. Lo sport insegna ad attendere, ad assumere la consapevolezza di poter accogliere domani ciò che si semina oggi e a riconoscere che, nei confronti del successo, il caso e la fatalità hanno un ruolo molto esiguo rispetto all’impegno, alla fatica e alla passione.

A centrocampo: Condividilo. Il calcio è uno sport di squadra e non si gioca da soli, anche se si è bravi. Il proprio talento e la propria capacità vanno messi al servizio della squadra: solo così ne riceverai un beneficio anche tu.

Con il numero 5: Riempilo. Una vita vuota, carente di valori, è una vita che non è capace di scegliere, che non assume comportamenti, che non accetta la sfida della solitudine, che non sa per cosa battersi. Occorre riempire la vita di un ragazzo di valori positivi.

In attacco: Testimonialo. I valori si

pongono nell’ordine di un’esperienza di vita e si trasmettono con la testimonianza di essi. Potremmo dire che si passano da una vita all’altra per contagio.

A centro area, pronto a ribattere in rete, Liberalo. Si fa un gran parlare di libertà personale, di libertà di scelta, di essere sé stessi fino in fondo. Tuttavia ci si ritrova ad essere come tutti, altrimenti sei fuori. Anche lo sport prevede una tecnica di base che rende tutti capaci di disputare la gara. È necessario, però, che emerga qualcuno con un talento o con una scelta coraggiosa per rendere la gara meno prevedibile e le dia quel ritmo e quell’originalità che portano alla vittoria.

E voi, che vi siete assunti la responsabilità di educare i nostri ragazzi con lo sport, a quale dei sette nani vi sentite di assomigliare di più? E da quale, invece, vi sentite più distanti?

Stadium 3 L’ANGOLO DELL’ASSISTENTE
Stadium 3

Partire dagli impianti per uno sport di qualità

Ne parliamo con Rosanna Arru, Assessora ai Lavori pubblici, Manutenzioni, Gestione del Patrimonio e Strutture sportive

Valorizzare l’operato delle società di promozione sportiva, puntare sull’impiantistica e ospitare grandi eventi sono le fondamenta per una progettualità di successo nella promozione e nella diffusione dello sport sul territorio. Così si è espressa Rosanna Arru, Assessora ai Lavori pubblici, Manutenzioni, Gestione del Patrimonio e Strutture sportive del Comune di Sassari, intervistata dalla nostra testata.

Gentilissima Assessora

Rosanna Arru, le sue sono deleghe molto impegnative, soprattutto per il futuro della comunità sassarese: Assessora ai Lavori Pubblici, Manutenzioni, Gestione del patrimonio e Strutture Sportive. Sulle sue spalle un’importante responsabilità con ricadute sull’attività sportiva e formativa dei giovani. Come gestisce nel quotidiano questi incarichi tanto entusiasmanti?

Concordo sul fatto che siano entusiasmanti, però è anche vero che sono deleghe complesse. Fortunatamente sono tra loro molto coerenti e questo mi consente di lavorare con una certa tranquillità. Devo dire, poi, che posso contare su tecnici molto competenti e

collaborativi, che partecipano attivamente a tutte le mie scelte progettuali e giuridiche.

Come è maturata la sua volontà di mettersi al servizio dei giovani e dello sport nel Comune di Sassari?

Vengo dal mondo della scuola, un’esperienza che mi ha abituato all’impegno e al servizio sociale. Ho iniziato la mia attività politica con lo stesso entusiasmo con cui seguivo i giovani, dapprima come insegnante e poi come dirigente. Consideri che in un primo momento la mia delega era Istruzione e Sport. Quando è stata rivista, ho detto al Sindaco che era mio forte desiderio tenere assolutamente lo Sport, avendo avviato un lavoro che mi sembra importante continuare. Il mio appello è stato ascoltato.

Quali sono i bisogni più impellenti ai quali sta dando una risposta amministrativa e politica?

Devo fare una premessa. Ho ereditato l’impiantistica sportiva in cattive condizioni, anche a causa dell’investimento sul nostro Palazzetto – dedicato prevalentemente al basket – che aveva impiegato forti risorse della nostra Amministrazione, lasciandoci nella necessità di reperire nuovi fondi per poter proseguire con nuovi progetti. La chiave di volta del recupero della migliore funzionalità dell’impiantistica è stata l’alleanza con le società sportive private, le ASD, che gestivano già gli impianti, dilazionandone i tempi di gestione. Questo ci ha consentito di validare i loro progetti di manutenzione, non solo ordinari ma anche straordinari, valorizzando la loro disponibilità e la loro capacità di servizio. Ora le cose vanno molto meglio. In particolare, abbiamo risposto con grande entusiasmo al “PNRR Sport”, concorrendo per la realizzazione di un Palazzetto che, in un primo tempo, immaginavamo dedicato tutto alla pallavolo, una delle discipline più penalizzate nella nostra città. Speravamo nell’attenzione della Federazione regionale, che purtroppo non c’è stata. Allora

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Comune di Sassari alleato del CSI nella promozione dello sport come valore fondamentale per il benessere della comunità.
di Francesca Boldreghini

abbiamo concorso, con successo, per una struttura polifunzionale: i lavori inizieranno in autunno e finalmente anche la pallavolo, così comemi ero impegnata a fare, avrà una sua sede nella nostra città. Mi sono soffermata sull’impiantistica per la sua importanza basilare, anche se non può essere ovviamente l’unico obiettivo da perseguire. Occorre anche rendere questi impianti fruibili secondo le possibilità delle società sportive della nostra città. Di qui la necessità di predisporre regolamenti sull’uso degli impianti, ma anche sui contributi per l’attività sportiva. Dopo anni di grosse difficoltà di bilancio, finalmente ora possiamo riprendere a sostenere anche gli eventi sportivi che lo meritano. Tutto questo deve servire alla promozione e alla diffusione dello sport, come valore fondamentale nel benessere della comunità e in particolare dei più giovani.

Lei ha ereditato un buon rapporto con il Comitato CSI di Sassari e lo sta ulteriormente valorizzando. Questo porta benefici alla comunità. Come valuta il contributo, sia educativo che formativo, delle società sportive locali alla realizzazione di progetti di sport per tutti?

Il contributo delle società sportive locali è una delle sorprese positive del mio impegno civico. Attraverso la Consulta dello Sport, alla quale invitiamo sempre le varie Associazioni Sportive, le Federazioni, le Società e gli Enti di Promozione Sportiva, ho fatto esperienza dell’esistenza di una concreta voglia di fare e di servire progetti utili alla società.

Ho avuto modo di incontrare i referenti di queste realtà e mi sono confrontata con loro sui bisogni e sulle prospettive dell’attività sportiva a Sassari, mettendo anche a fuoco

la questione della loro presenza nelle palestre scolastiche, con l’impegno concreto a lavorare insieme in un rapporto costruttivo anche con le scuole.

Devo dire che trovare ascolto nello sport in questo momento non è difficile e se, come avviene, tutti fanno la loro parte, i risultati si raggiungono certamente.

Ritiene che il CSI sia un interlocutore serio e affidabile per la realizzazione del grande progetto della formazione dei giovani attraverso l’attività sportiva di base?

Assolutamente sì. Il CSI è un interlocutore fondamentale proprio nella formazione di base e nella diffusione dell’attività sportiva. Dà un grande contributo e gli sono molto grata per questo.

Lo sport può essere strumento di miglioramento di tutta la società, anche per i benèfici effetti sul sistema sociale e su quello sanitario?

Certamente. Sport vuol dire salute. Sport vuol dire inclusione. Sport vuol dire formazione e crescita etica. Tutti questi benefici ne sono il grande bagaglio valoriale. Non dimentichiamo che i giovani trovano nell’attività sportiva il soddisfacimento di molti dei loro bisogni. Fare sport vuol dire vivere momenti di gioia, di amicizia, di aggregazione, di realizzazione dei propri sogni.

La collaborazione con la scuola, a mio avviso, può dare risultati eccellenti.

Abbiamo fatto oggetto di questi temi tante riflessioni, tanti incontri, tanti convegni. Se pensiamo anche solo al tema dell’inclusione, attraverso lo sport la nostra città può dare dei segnali importanti, ottenendo risultati che a volte vanno oltre ogni mia più rosea aspettativa.

Cosa vorrebbe riuscire a realizzare da qui a un anno?

Al termine del mio mandato manca proprio un anno e in questo lasso di tempo vorrei completare i progetti sull’impiantistica. Siamo tutti consapevoli che si parte dagli impianti. Se sono deficitari, ogni manifestazione sportiva diventa difficile, se non impossibile. Se poi l’impianto è bello, ben tenuto, confortevole, le giovani generazioni hanno occasioni di aggregazione e di socializzazione in un ambiente positivo che favorisce la loro formazione, la loro educazione e la loro crescita. Con altri obiettivi, non meno significativi, possiamo curare l’attività sportiva di chi giovane non è più, anzi, in questo caso, possiamo parlare a maggior ragione di prevenzione, di tutela e di promozione della salute. Insomma, un ultimo anno pieno di impegni. Per esempio, devo ancora risolvere “il problema delle piscine” e stiamo per pubblicare un bando per “manifestazione di interesse” per la costruzione di impianti sportivi privati su aree comunali in concessione trentennale. Aggiungo il regolamento sui contributi, perché credo che favorire lo svolgimento, nella nostra città, di eventi nazionali o internazionali possa aiutarci a crescere. L’anno scorso, per esempio, abbiamo avuto un evento di pallanuoto e, come sempre, l’evento di lotta libera. Ospitiamo il Giro d’Italia femminile, abbiamo il basket in Serie A e vantiamo successi nel calcio, nella pallamano, nel tennistavolo e altro ancora.

Cosa chiede alle società del Centro Sportivo Italiano?

Il CSI dà già tanto. Chiedo solo che le società del Centro Sportivo Italiano continuino ad essere così collaborative, aperte al dialogo, disponibili e pronte a fare la loro parte.

Stadium 5 Sport in Comune

Dieci anni di Junior TIM Cup, il torneo che unisce il calcio degli oratori con quello della Serie A TIM

Quel calcio che ci fa «grandi»

Giunta al termine anche la decima edizione del torneo, rimangono le emozioni dei tour e delle partite negli stadi della Serie A TIM, insieme alle riflessioni emerse da incontri e appuntamenti educativi

di Alessio Franchina

Sono passati 10 anni dal 2013, da quella prima edizione della Junior TIM Cup, il calcio degli oratori mano nella mano con quello della Serie A TIM. Viene spontaneo chiedersi: cosa deve avere un progetto per resistere alla sfida del decennio? Sicuramente deve poter contare su persone che credano negli scopi dell’iniziativa e racchiudere in sé passione, impegno e dedizione. La Junior TIM Cup possiede queste caratteristiche, ma di certo non si esaurisce in questo elenco. Si potrebbero utilizzare miriadi di parole per descrivere cos’è la Junior TIM Cup, ma ci sono emozioni che sono davvero difficili da descrivere. Non è retorica: è la concretezza di un percorso lungo 10 anni, per il quale trovare espressioni adatte non è affatto semplice. Si tratta sì di un progetto sportivo-educativo, e questo lo abbiamo detto più volte, ma dietro la Junior TIM Cup c’è tanto, tanto altro. Ci sono anche le paure e i dubbi, sempre presenti quando ci si incammina lungo una strada che nessuno ha percorso prima; ma ci

sono poi la soddisfazione e l’orgoglio di aver regalato a migliaia di giovani su tutto il territorio nazionale emozioni ed esperienze che non avrebbero potuto vivere in altro modo. Per chi fosse su queste pagine per la prima volta o per chi non avesse chiaro ciò di cui stiamo parlando, la Junior TIM Cup è il torneo di calcio a 7 che vede sfidarsi gli oratori di tutta Italia. A scendere in campo sono i ragazzi under 14 di tante e

diverse realtà locali, accomunati dal sogno di calciare il pallone sempre un po’ più forte e sempre un po’ più avanti. Se c’è un elemento che non è cambiato in questi anni di attività, è proprio l’entusiasmo che questi giovani calciatori mostrano quando li si osserva prima di una partita o di uno degli appuntamenti a loro riservati. Perché la Junior TIM Cup non è solo ciò che succede dentro il campo di gioco. Fin da quando è stato lanciato il progetto, con il Protocollo d’Intesa firmato a Milano il 9 gennaio 2013, i tre promotori ne hanno dichiarato a gran voce la valenza educativa, che ha assunto nel corso degli anni forme diverse. Lega Serie A, TIM e Centro Sportivo Italiano hanno fin da subito messo al centro dell’iniziativa la volontà di diffondere tra i ragazzi partecipanti al torneo – e non solo – quei sani valori di cui lo sport è portatore. Il proposito ha trovato concretezza attraverso la realizzazione di attività di formazione e supporto alle realtà sportive locali, che dal lontano 2013 sono coinvolte in questa alleanza che aspira ad unire in un

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Ci sono poi la soddisfazione e l’orgoglio di aver regalato a migliaia di giovani su tutto il territorio nazionale emozioni ed esperienze che non avrebbero potuto vivere in altro modo
Quel calcio che ci fa “grandi”

Il decalogo “Keep Racism Out”

M i impegno a:

1. Riconoscere ogni diversità non come un ostacolo, ma come un’opportunità.

2. Cercare di usare bene le parole, evitando quelle che possano ferire.

3. Fare in modo che la scelta delle mie amicizie non dipenda mai dal colore della pelle.

4. Rispettare l’altro. Chiunque sia.

5. Far sentire forte il mio “no” di fronte a delle offese.

6. Conoscere le mie origini per potermi confrontare con chi è diverso.

7. Aiutare chi ha bisogno di integrarsi e dare la mano a nuovi amici.

8. Trattare ogni compagno o avversario come un mio pari.

9. Usare i social per diffondere una cultura di pace e fratellanza, non di odio e discriminazione.

10. Fare in modo che le disuguaglianze spariscano dal mondo in cui sto crescendo.

unico abbraccio lo sport di base e lo sport di vertice. Anche in questo caso, non si tratta di un’espressione sterile, bensì di azioni che sono state concretamente realizzate sul territorio. Nel corso degli anni, infatti, le squadre degli oratori sono scese in campo, metaforicamente e non, sotto i riflettori del massimo campionato, calcando il terreno degli stadi della Serie A TIM e giocando al meglio delle proprie capacità, proprio sui campi dove si muovono i campioni che vedono in televisione, per conquistare un posto nella finale nazionale.

Vediamo com’è articolato durante l’anno il torneo. La prima sfida che devono affrontare le squadre partecipanti è quella delle fasi oratoriali, in cui i giovani calciatori si trovano a fronteggiare altre realtà geograficamente vicine. I vincitori accedono poi alle fasi regionali o interregionali, a seconda di quelle che risultano essere le squadre qualificate alle prime eliminatorie. A questo punto della competizione sono otto i team (quando è nato il progetto, erano i migliori 16 a

qualificarsi per la finale) che possono conquistare un pass per la Final Eight, ossia per la fase finale della Junior TIM Cup, che raccoglie nella medesima città tutti i ragazzi qualificati, facendoli scendere in campo per un’ultima sfida: solamente due squadre possono infatti calciare il pallone sul campo di gioco che assegna il titolo di campioni dell’edizione. Per dovizia di informazioni: il campo di gioco in questione è stato anche nel 2023 uno di quelli in cui si disputano i match della massima serie italiana. Quest’anno la Parrocchia Sant’Eustachio di Salerno è entrata nell’albo d’oro della Junior TIM Cup, reclamando il trofeo della decima edizione sul terreno dello Stadio Olimpico di Roma, proprio sul campo dove poco dopo l’FC Internazionale Milano ha conquistato la Finale di Coppa Italia Frecciarossa. La gioia che i giovani calciatori hanno trasmesso ai presenti sugli spalti e da casa – perché quest’anno la finale della Junior TIM Cup è stata trasmessa anche sui social – è la stessa gioia che ha contraddistinto

tutti i ragazzi che nelle passate edizioni hanno giocato sull’erba dove corrono i loro idoli. Erano increduli i ragazzi dell’Oratorio San Borromeo di Cagliari, i vincitori della prima Junior TIM Cup, quando hanno alzato la Coppa degli Oratori all’Olimpico; erano felici i giovani dell’Oratorio Don Guanella di Napoli, padroni dell’Olimpico nella V edizione del torneo; così come appassionati e fieri erano i calciatori dell’Oratorio Città dei Ragazzi di Modena, proprietari del VII trofeo della Junior TIM Cup, conquistato nella cornice del Centro Tecnico Federale di Coverciano. Perché questo breve elenco? Per rimarcare che le emozioni di questi ragazzi hanno colorato allo stesso modo 10 diversi anni di edizioni e chissà se qualcuno ci avrebbe scommesso, 10 anni fa, sulla possibilità di far proseguire questo progetto per ben due lustri.

A distanza di poche settimane dalla finale della X edizione nella cornice dell’Olimpico romano, siamo qui a tirare le fila di un progetto in cui non è cambiata la voglia di fare tanto e farlo bene. A dimostrazione

Stadium 9
Dossier
L’obiettivo primario è stato quello di infondere nei ragazzi la consapevolezza che nello sport, così come nella vita, non può e non deve esserci spazio per l’intolleranza

L’albo d’oro

2012/2013

Oratorio San Carlo Borromeo, Cagliari

2013/2014

Oratorio San Giovanni Battista di Cassacco, Udine

2014/2015

Orat. Sacro Cuore di Campi Bisenzio, Firenze

2015/2016

Oratorio San Giuseppe Lavoratore, Bologna

2016/2017

Oratorio Don Guanella di Scampia, Napoli

2017/2018

Parrocchia Santa Maria Bambina, Sassari, in rappresentanza di Cagliari

2018/2019

Oratorio Città dei Ragazzi, Modena, in rappresentanza di Ferrara

2019/2020

Edizione interrotta per Covid-19

2021/2022

Oratorio San Giuseppe, Milano

2022/2023

Parrocchia Sant’Eustachio, Salerno

dell’impegno preso e che continua a legare il Centro Sportivo Italiano con Lega Serie A e TIM, è utile parlare di numeri, per dare contezza delle dimensioni dell’iniziativa. Solo nell’ultimo anno, si fa posto l’orgoglio di aver coinvolto oltre 6.000 ragazzi e 450 oratori in ben 1.800 partite. Il bilancio complessivo, invece, parla di 35.000 partite giocate nel corso degli anni, disputate tra 6.650 oratori e con il coinvolgimento di 90.000 ragazzi. Sono questi i numeri della Junior TIM Cup, che non è stata fermata neanche dalle tristi conseguenze della pandemia di Covid-19: un’edizione – quella del 2019/2020 – frenata sì, costretta ad uno stop forzato prima di poterne decretare il vincitore, ma di certo non l’ultima. Riavvolgendo le fila del discorso, abbiamo definito la Junior TIM Cup un progetto sportivoeducativo. La sua componente educativa è già chiaramente

emersa da quanto detto sopra, ma questa non si conclude nelle partite giocate dai ragazzi e neppure nei tour degli stadi della Serie A TIM. L’aspetto sportivo si unisce infatti a quello educativo negli incontri con i campioni del calcio: i calciatori della Serie A TIM diventano, in questo progetto, i megafoni ai quali affidare messaggi e valori che i giovani “colleghi” under 14 sono invitati a fare propri. L’educazione passa quindi dal campo da gioco per arrivare ben oltre, attraverso l’utilizzo dello sport per veicolare quei valori che la Junior TIM Cup ha sempre messo al primo posto, a partire dall’inclusione, passando per la collaborazione, arrivando al rispetto. In che modo vengono veicolati questi valori e come il calcio di vertice aiuta nella loro trasmissione? La X edizione del torneo, come la precedente, è stata titolata Junior TIM Cup – Keep

Racism Out, a sostegno della campagna volta a sensibilizzare i più giovani – e non solo – sulle tematiche della discriminazione e del razzismo. L’obiettivo primario è stato quello di infondere nei ragazzi la consapevolezza che nello sport, così come nella vita, non può e non deve esserci spazio per l’intolleranza. Avvicinare le nuove generazioni a questi temi è di importanza fondamentale se si vogliono mettere sin da subito le basi per costruire una società più inclusiva. Utilizzare il mezzo dello sport, in grado di toccare le corde più emotive tanto negli adulti quanto nei bambini, è sicuramente un’ottima via per arrivare al cuore di chi ascolta e piantare semi pronti a germogliare. È in questa partita che entrano in scena i grandi campioni del gioco del pallone, intervenendo negli incontri targati “Keep Racism Out” e affrontando l’argomento con

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Diamo i numeri 90.000 ragazzi coinvolti 35.000 partite giocate 6.650 oratori partecipanti 123 incontri con il campione 106 partite negli stadi

i ragazzi, raccontando la propria esperienza ed invitandoli alla riflessione.

La campagna “Keep Racism Out” non è stata però la sola iniziativa che ha accompagnato i match dei ragazzi. Nelle passate edizioni, sono stati affiancati al torneo diversi percorsi educativi, che hanno permesso di approfondire insieme ai giovani sportivi temi quali cyberbullismo e benessere digitale. I ragazzi sono anche stati invitati a partecipare all’iniziativa educativa “Campioni nella Vita”, che li ha visti impegnati in azioni di volontariato; tra queste, quelle per promuovere l’integrazione e l’inclusione. Inoltre, tramite il progetto della Junior TIM Cup, Lega Serie A e TIM hanno finanziato la realizzazione dei “Campi dell’Amicizia”, spazi dove poter giocare e praticare sport, donati ad alcune realtà in difficoltà in diverse città d’Italia.

La campagna

«Keep Racism Out» e l’incontro con i club della Serie A TIM

Tante le attività previste nel progetto

Da sempre al centro del progetto educativo del CSI, i bambini sono stati i principali destinatari degli appuntamenti della campagna “Keep Racism Out”, che ha accompagnato l’edizione 2023 della Junior TIM Cup, dal Centro Tecnico di Casteldebole “Niccolò Galli” con il Bologna FC 1909 alla sede dell’Hellas Verona FC, ultimo palcoscenico prima della presentazione della fase finale del torneo. Per l’occasione, ad approfondire il tema cardine della competizione, la lotta all’intolleranza e alla discriminazione, sono intervenuti al Centro di Preparazione Olimpica “Giulio Onesti” grandi campioni dello sport, da Danielle Madam, campionessa italiana di getto del peso, agli Ambassador della Lega Serie A Luca Antonini e Cristian Zaccardo. Proprio gli incontri con i campioni hanno costituito una parte fondamentale tra le tante attività che hanno coinvolto i ragazzi nel percorso di lotta contro il razzismo. Durante questi appuntamenti, svoltisi negli stadi del massimo campionato, nei centri sportivi dei club o nelle sedi degli oratori, i campioni del calcio di vertice, insieme ad educatori ed esperti dei club, hanno approfondito con i ragazzi i valori dello sport e l’importanza di porre un freno ad ogni tipo di discriminazione. Lo spogliatoio, mosaico di culture e crocevia di tradizioni, deve essere l’esempio concreto di come lo sport possa farsi portavoce di una società più inclusiva. I ragazzi partecipanti al progetto sono poi stati coinvolti in diverse attività di sensibilizzazione, dalla realizzazione del decalogo “Keep Racism Out”, in cui gli adulti di domani hanno preso l’impegno a fare la loro parte nella società del presente e del futuro, alla produzione di striscioni e materiali per diffondere i valori della campagna.

Stadium 11
della Junior TIM Cup – Keep Racism Out per porre un freno alla discriminazione, dagli incontri educativi con i campioni e con i club del grande calcio alla realizzazione di materiali di sensibilizzazione
Dossier

Quel calcio che ci fa “grandi”

ATALANTA B.C.

I nerazzurri Giorgio Scalvini ed Endri Muhameti hanno incontrato i ragazzi dell’Oratorio Martinengo per l’appuntamento della campagna “Keep Racism Out” all’interno del Centro Sportivo “Bortolotti”, dove i giovani sportivi sono stati accolti dal direttore generale dell’Atalanta B.C., Umberto Marino. Presenti due professioniste del Settore Giovanile nerazzurro, la psicopedagogista Lucia Castelli e la psicologa dello sport Anna Ferrari, che hanno approfondito il tema della discriminazione. Ad entrare al Gewiss Stadium per il tour dell’impianto della “Dea” sono stati invece gli oratori Sforzatica e Padre Jerzy Popieluszko di Curno.

BOLOGNA FC 1909

L’incontro “Keep Racism Out” con il Bologna FC 1909 ha aperto la decima edizione del torneo. È stato l’appuntamento con il difensore Andrea Cambiaso, nel Centro Tecnico di Casteldebole “Niccolò Galli”, a dare il via alle iniziative del progetto, con la partecipazione di Gloria Gardini, addetta stampa del club, e dei ragazzi dell’Oratorio San Matteo Molinella. I giovani atleti, insieme ai coetanei dell’Oratorio Santa Teresa, hanno poi partecipato al secondo appuntamento con il club, il “Walk About” dello Stadio Dall’Ara, dove è intervenuta anche Clara Simonini, dell’Area Marketing dei rossoblù.

U.S. CREMONESE

I giovani calciatori in casa grigiorossa per l’incontro di sensibilizzazione sul tema della discriminazione e del razzismo: l’Oratorio San Martino di San Bassano è entrato al Centro Sportivo “Giovanni Arvedi”, dove ha conosciuto l’attaccante dell’U.S. Cremonese Frank Tsadjout, che ha risposto alle curiosità e alle domande dei presenti. Tanti sono stati poi i ragazzi accolti allo Stadio Giovanni Zini: dai giovani dell’Unità Pastorale Ti.Cu.Vi.Ge, ossia degli oratori di Ticengo, Cumignano, Villacampanga e Genivolta, ai calciatori under 14 dell’Oratorio Sant’Ilario e dell’Oratorio Don Bosco di San Daniele Po, per un tour terminato sugli spalti dell’impianto.

EMPOLI F.C.

L’incontro “Keep Racism Out” con l’Empoli F.C. si è svolto allo Stadio Carlo Castellani, dove gli oratori Calasanzio e Santa Verdiana hanno conosciuto il calciatore Jean-Daniel Akpa-Akpro. I ragazzi hanno incontrato anche Alessia Puccini, responsabile di Empoli for Charity Onlus, e ascoltato la testimonianza di Franco Castellani, figlio di Carlo Castellani, l’attaccante del club tristemente deceduto nel campo di concentramento di Mauthausen-Gusen e al quale è intitolato lo stadio. Pochi giorni dopo, i giovani calciatori hanno partecipato anche al “Walk About” del Castellani.

ACF FIORENTINA

Il “Walk About” dell’Artemio Franchi ha coinvolto gli under 14 degli oratori Santa Maria Regina al Matassino e S. Pietro a S. Piero a Sieve. Lo stadio della ACF Fiorentina si è poi aperto una seconda volta per far immergere negli ambienti della Viola anche i ragazzi dell’Oratorio S. Jacopino, presenti nell’impianto sportivo in occasione dell’incontro con il centrocampista Riccardo Saponara. Oltre al calciatore, presenti per il club all’appuntamento “Keep Racism Out” Claudia Quattrone, referente brand, CSR ed eventi, e Laura Paoletti, dell’area educativa del Settore Giovanile, che ha approfondito con i ragazzi il significato della discriminazione.

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HELLAS VERONA FC

Sono entrati allo Stadio Marcantonio Bentegodi i ragazzi della Parrocchia San Giorgio di Perlena, ospiti del club per un “Walk About” dell’impianto sportivo, prima di prendere posto sugli spalti. Nella sede dell’Hellas Verona FC, invece, si è svolto l’appuntamento “Keep Racism Out”. Durante l’incontro di sensibilizzazione sul tema della discriminazione, i ragazzi dell’Oratorio Centro Città hanno conosciuto il calciatore Diego Coppola e dialogato con Dino Guerrini, responsabile dell’Area Comunicazione del club.

FC INTERNAZIONALE MILANO

A San Siro sono entrati gli oratori San Filippo Neri e San Stanislao, ospiti di FC Internazionale Milano per il “Walk About” dello Stadio Giuseppe Meazza. La riflessione fuori dal terreno di gioco si è invece tenuta nel luogo dedicato alla memoria dell’Olocausto. I ragazzi dell’Oratorio Kolbe e del settore giovanile nerazzurro sono entrati nel Memoriale della Shoah, per imparare dalla storia e per toccare con mano il tragico risultato a cui hanno portato indifferenza e discriminazione. Il punto di partenza della visita è stato proprio il Muro dell’Indifferenza, posto esattamente all’ingresso del Memoriale per ricordare a chi entra, in questo caso ai giovani atleti, che non è sufficiente non discriminare, ma è importante non restare indifferenti e agire a contrasto di ogni forma di razzismo. Ad accompagnare i giovani era presente Alberto Bassani, Community Relations Coordinator del club.

JUVENTUS F.C.

La Parrocchia di San Benedetto Abate è stata la sede dell’incontro “Keep Racism Out” dove Juventus F.C. e Torino F.C. sono intervenuti insieme. Il club bianconero ha incontrato i calciatori dell’Oratorio San Benedetto, che hanno conosciuto il difensore Alessandro Riccio e ascoltato le parole del podcast “Sulla Razza” – che racconta la questione razziale in Italia –, in particolare un estratto dell’episodio in cui è intervenuto come ospite il bianconero Danilo Luiz da Silva.

Gli oratori San Benedetto e San Martino Rivoli sono invece stati accolti sugli spalti dell’Allianz Stadium, dove hanno assistito al riscaldamento del team.

S.S. LAZIO

La S.S. Lazio ha preso parte all’incontro “Keep Racism Out” con il centrocampista Marco Bertini.

L’appuntamento si è svolto nella Parrocchia Santissimo Crocifisso, con i ragazzi del medesimo oratorio ed insieme ai rappresentanti dell’A.S. Roma.

Sul tema del razzismo è intervenuto Roberto Rao, responsabile della comunicazione del club biancoceleste, che ha invitato i ragazzi a non essere indifferenti davanti ad episodi di discriminazione. Ospiti del club allo Stadio Olimpico, prima per un giro di campo e poi sugli spalti, sono stati poi i calciatori degli oratori Santa Silvia e San Giuseppe al Trionfale.

U.S. LECCE

Sono stati i calciatori dell’Oratorio Giovanni Paolo II di Torchiarolo e dell’Oratorio Karol Wojtyla di Cerfignano a vestirsi di giallo e di rosso per il “Walk About” dello Stadio Ettore Giardiniero – Via del Mare. L’impianto salentino ha aperto una seconda volta le sue porte ai ragazzi dell’Oratorio San Michele di Cavallino, che hanno conosciuto il centrocampista dell’U.S. Lecce Joan González, presente all’appuntamento per sensibilizzare i giovani sportivi sul tema delle discriminazioni. All’appuntamento è intervenuto anche il sociologo Danilo Coronese.

Stadium 13 Dossier

Quel calcio che ci fa “grandi”

A.C. MILAN

Hanno ricevuto il benvenuto a Casa Milan e visitato il Museo Mondo Milan i ragazzi delle parrocchie di San Michele Arcangelo e dei Santi Silvestro e Martino, accolti dalla legend

Luca Antonini e da Martino Roghi, Corporate Social Responsibility e Sustainability Manager del club. A sedere sulle gradinate dello Stadio Giuseppe Meazza sono stati, invece, i giovani dell’Oratorio ORPAS – Oratorio Padri Sacramentini. A distanza di neanche due settimane, sono stati ospiti a San Siro i calciatori dell’Oratorio San Filippo Neri.

A.C. MONZA

Nella sede dell’Oratorio San Giovanni Bosco si è svolto l’appuntamento per dire no alle discriminazioni, in cui i ragazzi dell’Oratorio San Domenico Savio di Cinisello Balsamo e di quello ospitante hanno incontrato l’attaccante Samuele Vignato dell’A.C. Monza e ascoltato l’intervento di approfondimento sulla valenza educativa dello sport tenuto da Paolo Pichi, allenatore dell’Under 15 femminile del club. Pochi giorni dopo, i giovani calciatori del torneo, in particolare gli under 14 dell’Oratorio San Domenico Savio e dell’Oratorio Don Bosco di Senago, sono entrati all’U-Power Stadium per un “Walk About” dedicato.

SSC NAPOLI

Sono stati i ragazzi dell’Oratorio Rogazionisti Karol e della Parrocchia San Vincenzo Pallotti ad essere accolti dalla SSC Napoli per prendere parte al “Walk About” dello Stadio Maradona. Le emozioni targate Serie A TIM hanno animato nuovamente la città campana, e precisamente la sede dell’Oratorio Rogazionisti Karol, nell’incontro con il portiere azzurro Davide Marfella che ha risposto alle domande dei giovani calciatori presenti all’appuntamento: i ragazzi dell’oratorio ospitante e una delegazione di sportivi di altri oratori.

A.S. ROMA

Nella partita contro il razzismo, l’A.S. Roma è scesa in campo con il difensore Francesco Chesti, che ha incontrato i ragazzi dell’Oratorio Santissimo Crocifisso nella sede dell’omonima parrocchia, alla presenza anche di rappresentanti della S.S. Lazio. Presenti all’incontro le psicopedagogiste del club giallorosso Alessia Giuliani e Rita Bassetto, che hanno approfondito con i giovani il concetto della diversità come ricchezza. I ragazzi, insieme ai compagni della Parrocchia San Cipriano, hanno vissuto l’emozione, alcune settimane più avanti, dell’“High Five Tunnel” allo Stadio Olimpico.

US SALERNITANA

Il Centro Sportivo “Mary Rosy” ha ospitato l’appuntamento “Keep Racism Out”, in cui la Parrocchia Sant’Eustachio ha conosciuto l’attaccante Diego Valencia e il difensore Federico Fazio. Per l’incontro sono intervenuti Domenico Napoli, Supporter Liaison Officer del club, e mister Paulo Sousa. I ragazzi sono stati di nuovo ospiti dell’US Salernitana 1919 sugli spalti dello Stadio Arechi, insieme all’Oratorio Salesiano Germano Pellegrino e all’Oratorio Alema, e sono inoltre tornati nell’impianto per calcare il terreno di gioco e celebrare la vittoria della decima edizione del torneo.

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U.C. SAMPDORIA

Il club blucerchiato ha incontrato i ragazzi della Parrocchia Santissima Annunziata del Chiappeto, sede dell’incontro “Keep Racism Out”. Nella parrocchia di don Roberto Fiscer - “il prete più famoso di TikTok” - il portiere dell’U.C. Sampdoria Emil Audero ha acceso l’entusiasmo dei giovani calciatori presenti, che, alcuni giorni dopo, insieme agli under 14 della Parrocchia San Gottardo, hanno partecipato al “Walk About” dello Stadio Luigi Ferraris, passando dallo spogliatoio del club agli spalti dell’impianto.

U.S. SASSUOLO

Tinte neroverdi per l’appuntamento “Keep Racism Out” al Mapei Football Center, con tanti rappresentanti dell’U.S. Sassuolo Calcio: dai calciatori Isotta Nocchi e Pedro Obiang a mister Alessio Dionisi, dal direttore organizzativo Andrea Fabris al presidente Carlo Rossi. Ospite del club anche Francesco Messori, capitano della Nazionale Italiana Calcio Amputati, intervenuto insieme ai neroverdi ad un incontro con i ragazzi di due realtà iscritte al progetto Generazione S, la Parrocchia dell’Ancora e la Parrocchia Consolata Sassuolo. I calciatori di quest’ultima sono poi entrati al Mapei Stadium per il tour dell’impianto, insieme ai giovani dell’Oratorio Santa Croce di Reggio Emilia.

SPEZIA CALCIO

Tanti gli oratori coinvolti e tante le emozioni con lo Spezia Calcio. Al Centro Sportivo “Bruno Ferdeghini”, che ha ospitato l’appuntamento “Keep Racism Out”, i ragazzi dell’Oratorio San Michele Arcangelo di Leivi-Camposasco hanno conosciuto il difensore Salvador Ferrer Canals, il portiere Petar Zovko e il centrocampista Julius Eskelund Beck, insieme al Marketing Manager del club, Marco Mancinelli. Ospite allo Stadio Alberto Picco è stata invece, alcuni giorni dopo, una delegazione di giovani calciatori degli oratori San Michele Leivi, Sant’Anna Rapallo, San Bartolomeo della Ginestra e Santo Stefano Lavagna.

TORINO F.C.

Nel “Walk About” dello Stadio Olimpico Grande Torino, l’Oratorio San Luigi ha conosciuto anche la voce del Toro, lo speaker Stefano Venneri. In campo contro il razzismo il club è sceso con la Juventus F.C., durante l’incontro “Keep Racism Out” nella Parrocchia di S. Benedetto Abate.

L’attaccante dei granata Luigi Caccavo ha incontrato i ragazzi dell’Oratorio San Benedetto, pronti a riflettere con il professor Silvio Benati del Toro sul calcio come strumento per l’inclusione. Di un tour dell’Olimpico torinese hanno goduto più avanti anche i calciatori dell’Oratorio Leo Chieri.

UDINESE CALCIO

Nel primo incontro a tinte bianche e nere con il club, i ragazzi delle parrocchie San Giuseppe e Sant’Osvaldo sono entrati nella Dacia Arena per l’appuntamento “Keep Racism Out”. I giovani sportivi sono stati accolti da Franco Collavino, Direttore Generale dell’Udinese Calcio, e hanno incontrato il difensore Adam Masina, che ha ragionato con loro sulla tematica del razzismo. I ragazzi delle due parrocchie sono poi stati nuovamente ospiti del team bianconero, accolti stavolta sulle gradinate dell’impianto sportivo.

Dossier

CHI È DEMETRIO ALBERTINI

Demetrio Albertini, 51enne dirigente sportivo, è il presidente del Settore Tecnico della FIGC ed è stato uno tra i più importanti centrocampisti nella storia del calcio italiano. Con la Nazionale U21 ha vinto l’Europeo nel 1992. In azzurro è stato poi vicecampione del mondo ad USA ‘94 e vicecampione d’Europa a BelgioPaesi Bassi 2000. Nelle 13 stagioni nel Milan ha vinto 5 scudetti e 3 Champions League. In carriera anche una Liga spagnola con la maglia del Barcellona.

Abbiamo incontrato l’ex giocatore di Milan e Nazionale che ha iniziato la sua avventura calcistica in oratorio IL PRESIDENTE DEL SETTORE TECNICO FIGC CREDE CHE LO SPORT DEBBA CREARE EMOZIONI, E NON SI PUÒ PENSARE CHE QUESTE ARRIVINO SOLO DAL RISULTATO.

Demetrio Albertini: «Riportiamo i giovani allo sport con l’attrattività»

OCCORRE ESSERE GENEROSI E RISCHIARE

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In carriera ha vestito numerose e prestigiose casacche: a lungo l’azzurro della Nazionale e, nei club, le maglie di Atalanta, Milan, Atletico Madrid, Barcellona e Lazio. Demetrio Albertini per ciascuna di queste ha dato tutto, come da bambino per quella del suo Oratorio Villa Raverio, dove ha mosso i primi passi calcistici. Indimenticabili.

«Ho giocato in oratorio fino a 10 anni a Villa Raverio, una frazione di Besana Brianza. Mai una scuola calcio. Solo pallone e parrocchia. Mi allenava mio padre. Per capire il mio legame con l’oratorio c’è solo un’immagine. Nel 1994, finito il Mondiale con l’argento, sono a casa dopo due giorni, distrutto dal fuso orario, dal viaggio e dal morale. Arrivato in paese, grande accoglienza degli amici, che per salutarmi hanno subito organizzato una partita. Dove? All’oratorio: quelli del ‘71 contro il resto del gruppo o del mondo. Tremila persone a vederci. Festeggiammo insieme con tutto il paese, a 3 giorni dal rigore calciato a Pasadena».

Che ricordi hai del calcio in oratorio?

Mio fratello Alessio che veniva sempre a prendermi all’oratorio. Mio papà che allenava. Andava sempre prima a portare la squadra di Alessio, quella dei più grandi, in giro ed io li seguivo. Anche se più piccolo, stavo comunque in panchina, e poi entravo. Giocavo già e giocavo sempre, io che avevo 5 o 6 anni, con loro che ne avevano 9 o 10. Una differenza importante a quella età.

E cosa è stato il CSI?

La spensieratezza, l’oratorio, il divertimento. Scavalcare i muretti

per giocare. Ricordo poi i momenti del torneo CSI, quando c’era la partita e si mettevano le reti alle porte, altrimenti vuote solitamente. Occorreva conservarle per non rovinarle.

Poi sono arrivate ben altre reti, quelle di San Siro ad esempio. Hai fatto parte del Milan degli Invincibili. Zero sconfitte in un intero campionato. Ma quanto conta perdere?

Sembra una frase fatta, ma la sconfitta fa parte della vittoria. Senza le sconfitte difficilmente poi arrivano delle vittorie. Lo dico spesso ai genitori dei bambini, quando facciamo corsi di formazione. Prima di tutto lo sport è passione. Nessuno ti obbliga a fare sport. Mi auguro almeno che nessun genitore lo faccia. Scelto quindi lo sport da praticare,

percepisci subito che, dopo una partita, vinci o perdi, hai quell’emozione da gestire. E la sconfitta ti crea immediatamente il desiderio di vincere.

Hai giocato con Donadoni, Rjkaard, Ancelotti... Di’ la verità: non ti è mai venuta voglia di fare l’allenatore?

No, mai. Ho studiato anche per fare l’allenatore e sembrerà strano che, nel mio attuale ruolo di presidente del Settore Tecnico, abiliti tutti gli allenatori in Italia. Però non ho voluto fare l’allenatore, perché credo che, prima di tutto, non sia una professione ma una missione, come il sacerdozio. Devi sentirtelo. È un po’ fare il calciatore con molte più responsabilità. Dopo anni in cui ho girato, mi ha affascinato di più fare il dirigente e per farlo ho dovuto studiare molto.

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Nati nel CSI

Demetrio Albertini: «Riportiamo i giovani allo sport con l’attrattività»

In campo calciatore ideale, grande personalità, regista. Metronomo, con immensa visione di gioco. Noi del CSI guardiamo ai giovani. Oggi da dirigente quale è il tuo sguardo sui settori giovanili?

Molto semplice. Se ne parla tantissimo. Si fa molto, ma non abbastanza. Tante volte si parla di giovani atleti pensando solo ai talenti da poter inserire nelle squadre professionistiche. E invece andrebbe fatto molto di più. Oggettivamente noi come dirigenti non stiamo dando loro tutte le possibilità in questo percorso formativo. Rispetto invece ai giovani in senso lato, penso che ci si debba confrontare con l’ambiente circostante e con la società in cui viviamo. Ci sono molte distrazioni e possibilità per le nuove generazioni e alla fine un ragazzo si approccia al mondo del calcio più teoricamente che praticamente. Molti ragazzi guardano e parlano di calcio, ma non lo praticano. Occorre essere più attrattivi.

Come?

In primis, con la nuova riforma dello sport, mi auguro che le persone dedite allo sport, anche tra i dilettanti, possano farlo non solo nel tempo libero, ma a livello manageriale. Sempre con ciò che può significare essere al contempo un dilettante e un manager. Voglio dire che servono sempre persone qualificate e formate.

A Coverciano che input date ai tecnici?

L’input generale è far capire che ci sono diverse situazioni gestionali. Dalla tattica all’organizzazione, dalla gestione alla comunicazione.

I mister di oggi sono assai diversi da quelli che allenavano me. Perché sono diversi i ragazzi. Torno a dire: i giovani sono differenti ed hanno altri pensieri, opportunità e svaghi. Basti solo pensare che per me, del paesino brianzolo, Milano era New York. Oggi invece le distanze sono ridottissime. Londra ad esempio sembra dietro l’angolo.

C’è una partita che ricordi con più affetto?

In oratorio?

No, in generale. Sembrerà forse strano, ma non per chi mi conosce bene. Per me indimenticabile è stata la mia partita di addio al calcio. Ha rappresentato

la sommatoria di quello che sono stato come calciatore. Tutti hanno voluto esserci e rispondere al mio invito. Un All Star Game incredibile. Con ben otto Palloni d’Oro in campo. Calciatori che hanno fatto la storia. Un Milan–Barcellona di grandi campioni [per citarne solo alcuni: Dida, P. Maldini, Nesta, Baresi, Desailly, Pirlo, Seedorf, Boban, Rui Costa, Kakà, Papin, Gullit, Weah, Van Basten, Shevchenko, Ancelotti, Capello e Sacchi tra i rossoneri; Zubizarreta, Puyol, Iniesta, M. Laudrup, Ronaldinho, Stoichkov, Eto’o, Cruijff e Rijkaard per i blaugrana, N.d.R.]. Per me il più bel riconoscimento, non per il calciatore ma per la persona che sono stato all’interno dello spogliatoio.

Insomma: un Albertini pontefice?

No. Non scherziamo. Direi un ambasciatore del calcio, che per definizione è in effetti un creatore di

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I mister di oggi sono assai diversi da quelli che allenavano me. Perché sono diversi i ragazzi

ponti e di relazioni. Posso dire che ho amicizie vere ovunque ho giocato.

Che periodo è stato quello spagnolo?

Bello bello, molto professionale. Lì ho imparato l’attrattività per i giovani. Ed è quello che cerco di andare a trasmettere agli allenatori che incontro durante i corsi. Bisogna essere attrattivi. Parlo di generosità. Oggi quella che possiamo definire “speculazione sportiva” è sempre meno accettata dai giovani. Vogliono spettacolo, il dribbling, il gol, il rischio. Non solo il risultato. Andare allo stadio vuol dire divertirsi. Dico sempre che lo sport deve creare emozioni, e non si può pensare che l’emozione arrivi solo dal risultato. Occorre essere generosi e rischiare. Non si può insegnare solo la tattica.

Un po’ di amarcord. Gioie e dolori più grandi della carriera?

Partiamo dalle finali perse. Un Mondiale (USA ‘94) ai rigori, dove peraltro segnai a Taffarel, ed un Europeo perso al Golden Gol. Forse un record. Brucia di più Amsterdam e la finale persa nel 2000, l’ultimo mio grande impegno con la Nazionale.

Quanto alle gioie, certamente la vittoria rossonera nella Champions ‘94 e lo scudetto con Zaccheroni inatteso e insperato del 1999.

Nel 2023 tre italiane in finale nelle tre Coppe Europee. Cosa significa?

Meraviglioso. Nessuno avrebbe pronosticato tre italiane in ogni finale europea.

Oggi superiamo così campionati molto più attrezzati. Bisogna essere umili, ma certo abbiamo rimesso l’attenzione europea sul nostro campionato e sul nostro intero movimento.

«Io e mio fratello»

Vi allenava papà Cesare, che un giorno a Roma mi disse che tuo fratello Alessio, come calciatore, non era più forte, ma più bravo di te...

Era più bravo perché andava in Chiesa...– si fa una risata [ndr] – No, a parte i vari romanzi su questa storia, il racconto vero è questo. Esistevano già degli osservatori. In un’occasione in cui giocavamo assieme, aveva fatto tanti gol (gliene avevo fatti fare tanti, lo ricordo bene). Lui era punta ed io sempre a centrocampo. Ci fu davvero questo osservatore che a fine gara disse: «Bravino il centrocampista, ma è tanto giovane; quello forte sul serio è l’altro davanti (riferendosi ad Alessio)». Sorride ancora [ndr].

Raccontaci qualche segreto del nostro don

Alessio veniva spesso a prendermi all’asilo dalle suore, all’insaputa della mamma, per portarmi a giocare contro le squadre degli altri paesi. Sfide epiche. Bisognava vincere. Abbiamo giocato tanto insieme fin quando non è entrato in seminario. E poi abbiamo giocato tanto anche in seminario. Amici e parenti contro seminaristi. Devo dire che il calcio e la passione per il pallone l’ha trasmessa ad entrambi papà, juventino come molti in Brianza, ma molto distaccato. Non ricordo scudetti da lui festeggiati, se non quelli miei vinti con il Milan.

Una famiglia nel solco dello sport

La nostra è una famiglia molto unita. I genitori ci hanno insegnato molto. Arriviamo da una famiglia profondamente cattolica e praticante, che ci ha trasmesso tanti valori, quegli insegnamenti di vita che vanno oltre alle semplici preghiere o all’andare a Messa. Penso a quelle regole e a quei principi per affrontare la vita nel quotidiano. Poi un sacerdote, un calciatore, vite atipiche, assai particolari.

Alessio, Demetrio e Gabriele

Sono molto legato ai miei fratelli. A Gabriele più piccolo di me di sette anni. E ad Alessio. Il seminario dove studiava lui era molto vicino a Milanello dove vivevo io. Siamo andati fuori di casa entrambi quasi insieme e ci siamo frequentati tanto. Siamo stati vicini anche nelle vicissitudini della mamma e sempre uniti nell’affrontare situazioni familiari. Ed insieme abbiamo avuto anche quella responsabilità di cercare di crescere al meglio il più piccolo, Gabriele.

Tu gliene hai fatti molti in campo, ma l’assist più bello di don Alessio a te?

Molto semplice. Non da sacerdote. Ma da fratello. Mi ha sempre trasmesso tanta serenità. Ho sempre potuto contare sul supporto morale di Alessio. Una presenza costante. C’è sempre stato. Come anche il terzo fratello. Siamo molto uniti.

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Stadium intervista il Ministro per lo Sport e i Giovani, Andrea Abodi.

Riorganizzazione del sistema sportivo, sport a scuola e Giochi della Gioventù tra i temi di grande attualità trattati

Andrea Abodi:

«Un cambio culturale all’Italia in favore dello sport di base»

Il Ministro per lo Sport e i Giovani, Andrea Abodi, traccia il percorso ideale delle azioni necessarie a realizzare il grande sogno di una nazione attenta allo sport di base inteso quale strumento di cura, educazione e formazione delle ragazze, dei ragazzi e dei giovani, oltre che di aggregazione e prevenzione efficace per i meno giovani.

Un quadro articolato, ampio, a volte addirittura complesso, ma utile per capire quali prospettive possa offrire alla comunità italiana questo Ministero tanto importante eppure per tanti anni inesistente nel contesto delle competenze specifiche del Governo.

Ministro Abodi, lei ha parlato, durante il Meeting Nazionale dei Dirigenti del Centro Sportivo Italiano, della possibilità di riorganizzare il sistema sportivo, trasferendo le attività degli Enti di Promozione Sportiva sotto il Ministero dello Sport e dei Giovani. Quali sono le ragioni di questa proposta rivoluzionaria?

Nei prossimi mesi intensificheremo l’impegno, previa condivisione,

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di Leonio Callioni e Alessio Franchina

per definire un assetto del sistema sportivo che ci consenta di elaborare e qualificare il modello italiano dei prossimi decenni. Quella che ho sommariamente citato è un’ipotesi che merita approfondimenti e, come detto, condivisioni con il Parlamento e il CONI, perché qualunque decisione sia il frutto di un confronto costruttivo finalizzato esclusivamente al raggiungimento degli obiettivi sociali che caratterizzano la nostra azione di Governo per lo Sport. Qualunque sia o sarà il disegno, sarà finalizzato a contribuire al miglioramento della qualità della vita degli individui di ogni età, estrazione sociale, riferimento geografico. E dovrà essere un disegno ispirato da una visione, una definizione e attribuzione chiara di ruoli e funzioni, che si basi sul presupposto della complementarità e della collaborazione. Dopo, tra poco, sarà tutto più facile.

Nelle riflessioni che lei ha condiviso nel corso dell’incontro con il Presidente nazionale Vittorio Bosio e con i dirigenti riuniti a Roma, ha spesso evocato la necessità di riportare l’attività sportiva nelle scuole. Quali progetti ha in serbo per raggiungere questi obiettivi?

Uno dei pilastri del mandato governativo che mi è stato affidato per lo sport, i giovani e gli anniversari nazionali, riguarda proprio il legame che unisce lo sport e la scuola, un rapporto che deve diventare sistemico e non sistematico. Da qui la stretta collaborazione con il Ministro Valditara e il Ministero dell’Istruzione e del Merito.

Vogliamo velocizzare il processo di implementazione delle ore di educazione fisica e motoria a partire dalla scuola primaria. Oggi solo i bambini e le bambine della quinta elementare praticano un’ora alla settimana di educazione fisica. Vorrei che alla fine della mia esperienza di Governo, grazie al supporto dei miei colleghi ministri, tutte e cinque le classi praticassero almeno due ore alla settimana di educazione fisica. Un altro aspetto che vorremmo cambiare riguarda la collaborazione tra la scuola e le associazioni o società sportive del territorio, per l’utilizzo ottimale delle reciproche infrastrutture. I dati ci raccontano che in Italia una scuola su due non ha una palestra, e questa media, peraltro, non entra nel merito degli squilibri e delle asimmetrie territoriali: nelle scuole del sud ci sono ancora meno impianti.

Quello che cercheremo di fare è limitare questo effetto negativo con la collaborazione esterna, facendo in modo che non solo la scuola possa far praticare lo sport

ai suoi alunni nell’impianto del territorio, ma permetta alle società e alle associazioni del territorio di far praticare sport nelle palestre scolastiche con un provvedimento che vada oltre la discrezionalità dei singoli, attraverso una collaborazione strutturata con i due ministeri.

L’attività sportiva di base, diffusa e non selettiva, è spesso citata quale valore indispensabile di prevenzione e di contrasto alle malattie del secolo, legate ad una società e ad una generazione giovanile troppo sedentarie. Lei ha già vissuto importanti esperienze nel mondo dello sport (pensiamo solo alla Presidenza del Credito Sportivo) e quindi ha conosciuto tutte le realtà attualmente operanti. Pensa che il suo Ministero possa finalmente dare una svolta a questa situazione, riportando l’Italia a livelli consoni di diffusione dell’attività sportiva? Pensa di collaborare con il

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Vorrei che alla fine della mia esperienza di Governo, grazie al supporto dei miei colleghi ministri, tutte e cinque le classi praticassero almeno due ore alla settimana di educazione fisica
Andrea Abodi: «Un cambio culturale all’Italia in favore dello sport di base»

Ministero della Salute?

Sinceramente me lo auguro: è parte della missione affidatami dal Presidente Meloni. Quello che caratterizza questo Governo è la interdisciplinarità, cioè la collaborazione tra ministeri. Sport e giovani sono trasversali e riguardano la maggior parte dei dicasteri, se non tutti. L’emblema di questa collaborazione saranno i Giochi della Gioventù, dove la dimensione dello sport si legherà ai temi dell’alimentazione, della salute, dell’ambiente, della disabilità, delle pari opportunità.

Questa sarà l’occasione anche per costruire un’agenda stabile, strutturale, che riguarderà, appunto, le infrastrutture, i programmi didattici, la qualificazione dei docenti, l’avviamento allo sport, lo screening sanitario e il rapporto tra scuola e territorio. Per poter diffondere la

cultura della pratica sportiva, non dobbiamo solo decantarne i valori, ma dobbiamo infondere la voglia e la passione nel farlo, e quale miglior luogo se non la scuola?

Per rispondere alla sua seconda domanda, anche con il Ministro Schillaci c’è una stretta collaborazione. A testimonianza di ciò abbiamo firmato, ed è solo il primo atto, qualche giorno fa, un decreto – che aggiorna il provvedimento precedente – sull’utilizzo dei defibrillatori nelle competizioni e durante gli allenamenti per tutelare ulteriormente gli sportivi amatoriali o non agonistici. Dopodiché, il rapporto tra Sport e Salute ha margini di miglioramento straordinari, sui quali lavoreremo insieme: dal contrasto alla sedentarietà, con i suoi effetti sociali e i suoi vari costi, alla pratica sportiva e all’attività motoria, come strumenti di

promozione del benessere, anche in un’ottica di prevenzione e cura di molte patologie, anche attraverso prescrizione medica.

Quanto valore può avere secondo lei la sinergia tra sport di base e sport di vertice per la diffusione di una vera cultura sportiva che annulli le barriere oggi esistenti?

Spesso pensiamo che il fenomeno sportivo si misuri sulle vittorie o sulle medaglie, che sicuramente ci inorgogliscono, ma la verità è che la crescita alla quale dobbiamo aspirare è quella della base. Siamo il Paese del talento e a volte il talento si esprime ancora di più dove si vive nella difficoltà sociale, perché c’è voglia di riscatto, si è più pronti al sacrificio e all’impegno. Per questo è fondamentale che si creino le condizioni per fare sport,

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L’intervista

Andrea Abodi: «Un cambio culturale all’Italia in favore dello sport di base»

anche per fare dello sport una leva anticiclica. Lavorerò, con altri colleghi ministri, perché i ragazzi e le ragazze, i bambini e le bambine possano scegliere in un ventaglio di opportunità dove lo sport rappresenti un punto di riferimento forte, con il sogno delle vittorie, ma con l’impegno della politica e delle istituzioni ad offrire opportunità tanto più dove non ce ne sono.

Come lei sa, il Centro Sportivo Italiano nasce dalla volontà di integrare l’attività sportiva con i valori cristiani di crescita umana, quali formazione dei giovani, educazione, integrazione, inclusione, fair play, solidarietà, empatia. A suo parere, è possibile realizzare un’idea di sport che prescinda dal puro risultato agonistico? Lo sport non può prescindere da tutti questi valori, anzi, ne rappresenta l’essenza. Penso che lo sport sia una delle principali

“difese immunitarie sociali”, uno straordinario strumento del quale anche la Costituzione riconoscerà, con la riforma dell’articolo 33, il valore educativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico. Noi stiamo dalla parte di quelli che vogliono difendere le “difese immunitarie”, promuoverle e arricchirle di nuovo vigore perché ne avremo sempre più bisogno, non soltanto individuali ma anche sociali. Le patologie alle quali siamo stati sottoposti, e che renderanno sempre di più precario o meno prevedibile il futuro, rendono necessarie difese più ampie, che partano proprio dal fatto di sapere che l’obiettivo principale, al netto delle auspicabili ed affascinanti vittorie o medaglie, sarà per lo sport contribuire sistematicamente alla qualità della vita delle persone e delle comunità, affermando quotidianamente il principio dello sport per tutti e di tutti. La nostra missione, la nostra funzione e la nostra visione in ambito

sportivo sono tutte orientate al rafforzamento dello sport dal basso, alla tutela sportiva dei più deboli, al miglioramento dei luoghi di sport, ad accorciare le distanze in un’Italia segnata anche in questo ambito da significative asimmetrie.

Qual è il suo augurio per un futuro del CSI sempre al servizio delle giovani generazioni?

Le agenzie educative hanno bisogno di mantenere e alimentare nel tempo il loro impatto positivo, la loro capacità di occupare “produttivamente” gli spazi sociali per evitare che li occupi in modo meno sano qualcun altro o qualcos’altro. Mi auguro, con una ragionevole certezza che succederà, che il vostro Ente prosegua efficacemente il percorso umano, sociale e sportivo che ha segnato la sua nobile storia e caratterizza il prezioso presente. Sarà fondamentale prestare attenzione alla qualità dei luoghi fisici, alla loro accessibilità ed educazione ambientale, elaborare protocolli educativi che tengano conto dei valori e del tempo nel quale devono affermarsi, attuare un nuovo percorso di sensibilizzazione alla pratica sportiva che parta dalla collaborazione con le scuole che non hanno palestre e operano in prossimità degli impianti gestiti dal CSI.

Si apre una stagione di rinnovate sfide per affermare la necessità di contribuire al benessere sociale attraverso lo sport, per dare un senso compiuto, praticato, diffuso e proficuo all’ingresso, come detto in precedenza, dello Sport nella nostra Costituzione. Il CSI farà molto più della sua parte.

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Al via il progetto di Centro Sportivo Italiano e Fondazione Conad ETS per agevolare la partecipazione dei ragazzi ai camp e coinvolgerli nel primo torneo nazionale estivo degli oratori

«TuttInGioco» nei centri estivi

Si scrive sport, si legge inclusione, benessere e divertimento. Si chiama “TuttInGioco” ed è il progetto dedicato ai centri estivi che coinvolge bambine, bambini, ragazze e ragazzi di oratori e società sportive di tutta Italia. L’iniziativa nasce dalla collaborazione tra Centro Sportivo Italiano e Fondazione Conad ETS, l’ente no profit del Sistema Conad nato per supportare le esigenze della comunità attraverso la promozione di progetti di sostenibilità sociale e

ambientale. Proprio i comuni valori ed intenti sono il nucleo e il motore di questa collaborazione, che mira a rendere lo sport accessibile a tutti. “Persone oltre le cose”, infatti, non è solo uno slogan scelto per la bellezza del significante: dietro c’è un significato vero e profondo – che il CSI non può non condividere – al quale si vuole dare concreta attuazione. È partendo da queste premesse che si è deciso di coinvolgere 50 realtà su tutto il territorio nazionale, alle quali

Fondazione Conad ETS donerà ben 1.800 voucher per facilitare l’accesso alle attività dei centri estivi, oltre ad una dotazione di materiali sportivi. Le realtà coinvolte sono oratori e società sportive, al cui interno il Centro Sportivo Italiano organizzerà dei camp nell’imminente stagione vacanziera. L’erogazione dei contributi previsti consentirà a migliaia di ragazzi con difficoltà economiche di partecipare gratuitamente, o con agevolazioni, alle attività sportive proposte all’interno dei centri; attività

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che vanno dalle discipline più tradizionali, quali calcio e pallavolo, a quelle emergenti, come il tchoukball.

L’aspetto sportivo e quello educativo si muovono all’unisono in questo progetto, in un’azione corale che vuole trasmettere alla comunità i valori dell’inclusione, della sana competizione, del rispetto per sé e per gli altri. Questi valori passano per lo sport e lo alimentano, ma degli stessi valori deve essere intrisa più in generale la vita comunitaria. Come farlo? Passando per iniziative come questa, tramite le quali si desidera comunicare ai ragazzi la bellezza dello stare insieme, abbattendo le barriere sociali che le disparità economiche erigono. Si sente spesso dire che in campo decadono le differenze di tipo economico, che sul terreno di gioco a definire una persona è il suo comportamento e non l’estrazione sociale: il progetto aspira a rimarcare anche questo, supportando le famiglie in difficoltà e concretizzando la possibilità di partecipare tutti insieme, “TuttInGioco” per l’appunto. I ragazzi beneficiari dei voucher sono i partecipanti ai diversi camp estivi in programma, dal mese di giugno alla metà del mese di luglio, in 17 città dislocate lungo la penisola. Le 50 realtà coinvolte in queste località sono anche le protagoniste del primo torneo nazionale estivo degli oratori. Come anticipato, infatti, all’aspetto inclusivo si accompagna quello sportivo, figlio di quella concezione dello sport come sana e rispettosa competizione, in cui si ricerca sì la vittoria, ma non si dimentica lo spirito di squadra e il divertimento insito nella pratica sportiva. In riferimento a questo secondo aspetto, il progetto “TuttInGioco” prevede l’organizzazione di una competizione che porterà a premiare le migliori realtà partecipanti. Nell’arco delle settimane dei centri estivi, infatti,

giovani e giovanissimi prenderanno parte a sfide e giochi, che saranno organizzati all’interno di ogni oratorio e società sportiva e consentiranno di realizzare un punteggio complessivo per ognuna delle realtà coinvolte. Queste ultime sono suddivise in cinque gruppi, sulla base delle zone di competenza delle cinque Cooperative associate a Conad. In ogni zona verrà organizzata una grande competizione finale, alla quale potranno accedere i tre oratori che avranno ottenuto il maggior punteggio durante il camp. I cinque eventi conclusivi saranno ospitati, nella prima metà del mese di luglio, dalle città di Salerno, Lecce, Cuneo, Lecco e Ravenna, dove saranno coinvolti complessivamente circa 300

giovani. Con la medesima volontà di aiutare la comunità che è la forza motrice del progetto, sarà donata una Carta Prepagata Fondazione Conad ETS del valore di 50 euro ai componenti della squadra vincitrice di ognuna delle cinque città. Le realtà aderenti al progetto “TuttInGioco” sono parte dei seguenti 17 Comitati del Centro Sportivo Italiano: Lecco, Reggio Emilia, Bergamo, Lecce, Bari, Salerno, Cava de’ Tirreni, Acireale, Roma, Perugia, Cuneo, Sassari, Bologna, Pisa, Ravenna, Pesaro Urbino e Milano. Che l’estate abbia dunque inizio, e con essa trovi applicazione anche il desiderio del progetto di regalare sport e divertimento a migliaia di bambini e ragazzi in tutta Italia.

Stadium 27 Progetti
L’aspetto sportivo e quello educativo si muovono all’unisono in questo progetto per trasmettere alla comunità i valori dell’inclusione, della sana competizione, del rispetto per sé e per gli altri

Lo sport come antidoto alle discriminazioni e al cyberbullismo

DIFFONDERE E PROMUOVERE

I VALORI DEL GIOCO NELLE COMUNITÀ SPORTIVE INSIEME AD UN’EDUCAZIONE

ALL’USO DEI MOBILE DEVICE, PUÒ FAR MOLTO PER CONTRASTARE QUESTO FENOMENO DILAGANTE

Èun dato assodato che lo sport abbia un valore sociale ed educativo. Grazie allo sport, i ragazzi vivono tra i loro coetanei e affrontano sfide comuni, improntate sul rispetto delle regole e dell’avversario. E così, imparano a vivere: imparano a riconoscere il loro ruolo all’interno di una comunità, imparano a lavorare insieme

per perseguire un fine comune, imparano a gestire le emozioni e le frustrazioni, imparano a vincere e anche a perdere.

E non solo. Considerato che – in base alle ultime statistiche – la vita dei ragazzi trascorre per lungo tempo on line, sui social, è evidente che lo sport diventa anche uno strumento educativo per la gestione corretta dei social, sia in termini quantitativi – dato che il ragazzo sportivo, impegnato negli allenamenti e nelle gare, trascorre meno ore al cellulare rispetto al ragazzo inattivo –sia in termini qualitativi – dato che il ragazzo sportivo tende a trasfondere il proprio stile di vita “sportivo” e rispettoso anche on line. Per questi motivi, occorre incentivare tra i ragazzi lo sport, inteso come gioco organizzato. Al di là della resa finale e delle performance individuali, è importante che tutti i ragazzi, anche quelli meno propensi a scendere in campo, siano coinvolti in modo divertente nella pratica sportiva. Lasciando la pratica agonistica a quelli che più lo desiderano.

Un ragazzo costretto a “mettersi in gioco” impara a conoscere i propri limiti e a rispettare gli altri (che siano concorrenti o compagni di

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L’attività sportiva ha un valore sociale ed educativo oltre ad essere fondamentale oggi per arginare i fenomeni di bullismo tra i giovani
di avv. Marianna Sala*

squadra): per questo lo sport ha un ruolo fondamentale per arginare i fenomeni di discriminazione e di bullismo anche on line.

Lo sport come antidoto alle difficoltà relazionali

Molti sono gli studi scientifici che dimostrano come l’attività fisica faccia bene e in alcuni casi abbia addirittura un effetto curativo contro ansia, solitudine e difficoltà relazionali. È dimostrato infatti che lo sport, in particolare per i giovani, tiene lontano dagli schermi e dai social, favorendo relazioni reali e attività all’aria aperta.

I social non sono necessariamente un male, ma lo diventano nel momento in cui si trasformano in una piazza di odio, generando il cosiddetto hate speech, oppure spazi virtuali in cui si innescano dinamiche di violenza, come il

cyberbullismo, il revenge porn, il sexting, fenomeni che ledono la libertà individuale e mettono a dura prova la sensibilità dei nostri ragazzi.

I ragazzi sono purtroppo le prime vittime dei crimini in rete, perché strutturalmente più fragili e spesso inconsapevoli dei rischi che corrono. Ma noi come adulti che ruolo abbiamo in queste dinamiche? Un ruolo importantissimo, mi viene da dire con fermezza. Siamo noi in prima persona a dare le regole. Siamo noi a dover dare il buon esempio; e siamo noi adulti, più spesso di quanto si creda, a dover essere messi in guardia dinanzi ai pericoli del web.

Il web, infatti, è il contenitore di una gigantesca conversazione che spesso degenera in discorso di odio, colpendo in particolare le persone più vulnerabili, per età, per fragilità emotiva, per ragioni legate

alle origini, alla religione, all’identità di genere, all’orientamento sessuale, alle condizioni socioeconomiche, all’aspetto esteriore.

Il cyberbullismo

Strettamente correlato al tema dei discorsi d’odio è il cyberbullismo. Di che si tratta? Con “bullismo” si definiscono tutte quelle situazioni caratterizzate da volontarie e ripetute aggressioni mirate a insultare, minacciare, diffamare e/o ferire una persona (o a volte un piccolo gruppo). Si tratta, pertanto, di una serie di comportamenti ripetuti nel tempo: quando queste vessazioni vengono fatte online, diventano cyberbullismo.

Il mondo sportivo, proprio per il suo ruolo di generatore di benessere e valori sani tra i giovani, deve essere tenuto alla larga da questi fenomeni. Le cronache, infatti, ci dicono

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Focus

che anche lo sport non è immune dalla violenza, sia in campo che nella vita virtuale: odio in campo, insulti razzisti, scontri tra tifosi, parole d’odio sul web mirate a colpire e ferire l’altro solo perché appartenente ad una squadra avversaria o per il colore della pelle. Abbiamo già detto come lo sport rappresenti un’alternativa salutare alle troppe ore passate davanti agli schermi. Lo sport fa bene al corpo e alla mente e aiuta a prevenire fenomeni come il bullismo e il cyberbullismo. È importante però che anche nelle comunità sportive si faccia attenzione a condividere e promuovere i valori del bel gioco. In questo senso risultano cruciali ruolo e responsabilità degli adulti –allenatori, dirigenti sportivi, genitori –a partire dagli spogliatoi per arrivare al campo da gioco. Cosa possiamo fare dunque, come Istituzioni, media, rappresentanti della comunità sportiva e dell’associazionismo, per contrastare questi fenomeni? Sensibilizzare la comunità sportiva verso tematiche così importanti, quali appunto la violenza in rete, è il punto di partenza per la promozione e diffusione dei giusti valori dello sport, dall’accettazione della sconfitta alla non violenza verbale

e fisica, passando per il rispetto assoluto del proprio avversario.

Le attività del Corecom Lombardia

Il Corecom Lombardia è attivo da anni nella promozione di momenti formativi, online e in presenza, rivolti a varie categorie di persone, tra cui anche le comunità sportive del territorio. Di grande importanza, per arginare il problema, è stata la firma di un Protocollo di Intesa con il CONI Lombardia per diffondere e promuovere i valori del bel gioco nelle comunità sportive lombarde. Perché quello della media education è un tema fondamentale per la crescita dei nostri ragazzi e ci riguarda tutti: dall’educazione e dalla sensibilizzazione dei giovani passa la nascita dei futuri campioni, sia nella vita che nello sport.

Il mondo sportivo deve essere un punto di riferimento anche nella crescita educativa dei nostri ragazzi ed è una missione che il Corecom Lombardia persegue con entusiasmo. Non dimentichiamo che ascoltare i giovani e orientarli verso buone prassi è un dovere di tutti, Istituzioni e cittadini.

*Presidente del Corecom Lombardia

Un video per parlare ai giovani: sport e ironia contro il bullismo

Educare attraverso lo sport è l’obiettivo primario del Centro Sportivo Italiano, che mette la formazione dei giovani e il loro benessere sempre al primo posto. Con l’intento di porre un freno a bullismo e cyberbullismo, fenomeni purtroppo diffusi tra ragazzi e ragazze, il CSI ha avviato una collaborazione con “Cartoni Morti” per la realizzazione di un video in grado di parlare a giovani e adulti di queste tematiche. Affrontarle, infatti, è senza dubbio necessario, e la vena umoristica del content creator e divulgatore Andrea Lorenzon è utile a veicolare il messaggio. La produzione di questo video, già disponibile online, rientra nel progetto

“Net. Oltre le reti”, finanziato da Sport e Salute S.p.A. e dal Dipartimento per lo Sport della Presidenza del Consiglio dei Ministri. L’iniziativa progettuale, il cui nome deriva dagli sport di racchetta che ne costituiscono il cuore e con i quali si vuole frenare l’abbandono della pratica sportiva, desidera coinvolgere i giovani in attività di sensibilizzazione sui temi del bullismo e del cyberbullismo, dando voce anche ad iniziative volte a promuovere rispetto e tolleranza e rivolgendosi ad operatori sportivi e famiglie, perché sappiano cogliere i segnali di disagio che si palesano in chi è vittima di bullismo.

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Quello della media education
è un tema fondamentale per la crescita dei nostri ragazzi e ci riguarda tutti

Il post-alluvione in Emilia-Romagna: un resoconto dettagliato

presidente del Comitato CSI di Reggio Emilia, Raffaele Candini

Ad alcuni giorni dalla disastrosa alluvione in EmiliaRomagna, abbiamo chiesto a Raffaele Candini, presidente del Comitato regionale CSI dell’EmiliaRomagna, di raccontarci com’è la situazione oggi e quanto l’allagamento abbia inciso anche sulle strutture, attrezzature e attività sportive. Queste le sue parole.

«La situazione post alluvione è drammatica: grande devastazione a macchia di leopardo. Faenza, Forlì, Cesena, Ravenna, Lugo e Conselice molto colpite, la zona turistica della Riviera per fortuna un po’ meno. Per quanto riguarda specificatamente le strutture sportive, purtroppo la conta dei danni è ancora in corso. Naturalmente nei giorni scorsi ci si è concentrati sul togliere il fango, spalare, pulire… ripristinare utenze, acqua, luce, gas, internet… recuperare le automobili, rendere praticabili le strade. La situazione degli impianti sportivi è naturalmente passata in secondo piano, pertanto non è ancora ben definita. Quello che sappiamo per certo è che molti campi da calcio, nelle zone allagate, sono completamente da rifare: sia perché negli spogliatoi è entrata l’acqua, ma soprattutto perché un prato, dopo che viene sommerso per tre settimane da un metro di fango che diventa roccia dura, non può più essere ripristinato, diventa sconnesso, l’erba è morta. Insomma, il numero dei campi

Sott’acqua anche lo sport

da calcio da rifare sarà, in misura assolutamente ben pronosticabile, di alcune decine.

Le palestre – penso ad alcuni palasport come Faenza, ad esempio, ma non solo – sono state in molti casi usate anche per affrontare l’emergenza, quindi per l’accoglienza dei profughi e degli sfollati, di tutte le persone in difficoltà, oppure per la distribuzione dei beni di prima necessità.

Non c’è in realtà ancora una mappa esatta dei danni. La Regione sta facendo adesso un censimento, attraverso i Comuni, delle strutture

che risultano inagibili, inutilizzabili… Perché, al di là del fatto che alcune strutture sono andate sott’acqua, si può certamente prevedere che anche altre, che non hanno subìto danni diretti dall’alluvione, non potranno essere utilizzate ancora per mesi, perché sono state adibite ad uso deposito o per altre necessità impellenti, quindi sicuramente lo sport – come al solito e per alcuni aspetti, in questo caso, anche giustamente – viene dopo tutto il resto, risultando assolutamente molto penalizzato.

Dicevo quindi che la conta dei danni

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dal
TANTA SOLIDARIETÀ E PARTECIPAZIONE PER SOSTENERE I COMITATI CSI COLPITI DALL’EMERGENZA

esatta ancora non c’è, nel senso che ancora manca il censimento che la Regione sta facendo attraverso i Comuni; oltretutto naturalmente questo censimento considererà solo gli impianti pubblici, quindi ci sarà un gran numero di impianti sportivi inagibili la cui valutazione dei danni non rientra ancora in alcun tipo di censimento, perché gli impianti delle parrocchie, degli oratori, delle polisportive e delle strutture polivalenti sono ancora in una zona grigia, in un limbo informativo. È chiaro che l’auspicio è che ci siano rimborsi e ristori da parte degli enti pubblici, del Governo e della Regione al 100%, per tutti, però la situazione è ancora molto problematica e poco chiara. Quello che posso dire, per quanto riguarda i danni ricevuti direttamente dal Centro Sportivo Italiano, è che la sede e la palestra del CSI di Forlì sono andati completamente sott’acqua. La palestra del Comitato, che si trova in un seminterrato, è stata liberata dal fango solo molti giorni dopo l’inondazione, quindi il danno è estremamente significativo,

anche perché, dopo che lasci materassi e materiali sportivi per dieci o venti giorni sott’acqua, questi sono completamente marciti, quindi non c’è più nulla da fare né da recuperare.

Il CSI di Forlì si stava adoperando per cercare un’altra sede anche in collaborazione con la Curia e con la Diocesi, perché prima i locali erano del seminario diocesano, quindi Forlì si è prodigato, direttamente e indirettamente coi volontari, per fare le operazioni di pulizie in questo seminario.

Dai Comitati CSI c’è stata una buonissima disponibilità ad aiutare.

Sono andate, secondo me, in una settimana, più di un centinaio di persone a turno a lavorare, tra scout di tutta la regione e tutto l’associazionismo cattolico vicino al CSI, quindi parrocchie e dirigenti di altri Comitati CSI. Insomma, c’è stata molta gente che è andata a spalare, cercando di aiutare a tirar fuori i mobili dalle strutture, cercando di pulire, di ripristinare. Il lavoro da fare resta però ancora immane. I locali del seminario diocesano di Forlì, quelli del piano terra e del piano seminterrato dove c’era tutto il materiale del CSI, risultano oggi completamente inagibili e si dovranno cercare soluzioni diverse. Anche una palestra di Gym Academy, che è una società vicina al Comitato CSI di Ravenna a Russi, è stata allagata e ha subìto danni alle attrezzature; ci sono in corso operazioni di pulizia proprio in questi giorni. Poi ci sono tutte le società sportive per le quali, anche lì, in realtà un censimento esatto di quanto è successo è ancora in corso e non abbiamo ancora dati certi. So di molte palestre o altri

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Sott’acqua anche lo sport
Non c’è in realtà ancora una mappa esatta dei danni. La Regione sta facendo adesso un censimento, attraverso i Comuni, delle strutture che risultano inagibili, inutilizzabili…

campi da calcio con grandi danni alle attrezzature. Ad esempio, una palestra di Forlì che si occupa di ginnastica artistica ed è affiliata al CSI ha subìto danni per attrezzature ginniche per oltre 400/500 mila euro. Casi come questo rappresentano un grande problema che si potrà risolvere solo attraverso l’intervento delle istituzioni pubbliche con ristori nazionali, perché, per quanto possano fare le raccolte fondi, gli angeli del fango, le raccolte di generi di prima necessità, per problematiche di tale entità questi interventi sono assolutamente insufficienti.

Ora come ora servono ancora persone che diano una mano su pulizie, su ripristini e sistemazioni. La raccolta di beni di primissima necessità fortunatamente non

ha più la stessa urgenza. Però l’emergenza cambia tutti i giorni... ed è emergenza proprio per questa ragione: un giorno ti servono gli spalatori, il giorno dopo il fango si è seccato e non si riesce più a spalare e quindi servono le ruspe, poi, dopo che hai ruspato, bisogna portare i mobili in discarica, poi ci sono da ripristinare le linee

elettriche, gli impianti termici… quindi insomma, l’emergenza cambia quotidianamente. Di sicuro la solidarietà si è vista e si è sentita. Anche con il CSI nazionale è stata fatta una raccolta fondi per aiutare. Ci è arrivata qualche richiesta da grandi società sportive di poter contattare le società sportive alluvionate per poter fare opere di solidarietà e beneficenza direttamente con loro.

I dati esatti del nazionale su quanti soldi abbiamo raccolto e come li useremo ancora non li abbiamo, ma il 19 giugno si è tenuto un consiglio regionale alla presenza del presidente nazionale Vittorio Bosio, per discutere anche questo, affrontando, un po’ più a freddo, tutto il tema legato all’alluvione e alla ricostruzione, sportiva e non».

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Attualità
La sede e la palestra del CSI di Forlì sono andati completamente sott’acqua con danni significativi

Come sopravvivere all’era dei «Registri»

La Repubblica italiana riconosce il valore educativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico dell’attività sportiva in tutte le sue forme. Questa non è la solita retorica, ma sono le parole, chiare e impegnative, che il Parlamento si accinge ad inserire nell’art. 33 della Costituzione italiana e che possono aprire la strada ad una una serie di provvedimenti normativi a sostegno ed incoraggiamento dell’organizzazione e della pratica dell’attività sportiva. Lo Stato, pertanto, è chiamato a riconoscere in modo concreto e fattivo questo grande valore, ed in parte già lo fa. Ad esempio, le Federazioni e gli Enti di Promozione Sportiva ricevono finanziamenti pubblici per sostenerne funzionamento e progettualità (i secondi, in realtà, si accontentano solo delle briciole avanzate dagli appetiti delle prime), così come le Associazioni e Società Sportive, che sono i mattoni sociali con cui è costruita l’intera struttura del sistema sportivo nazionale, possono godere di una serie piuttosto corposa e unica nel suo

genere di alleggerimenti non solo di natura fiscale, ma anche, vista la prossima riforma del lavoro sportivo, di carattere previdenziale. In sintesi, lo sport, e perciò l’economia ad esso legata, non è per tutti esente dal fisco per sua stessa natura, cioè “perché fa bene”, ma lo Stato concede questo beneficio solo ad alcuni e a determinate condizioni.

Per poter fruire di questo particolare regime agevolato, le Associazioni e Società Sportive devono infatti possedere una serie di requisiti societari fissati dalla legge e, possedendoli, devono iscriversi in un apposito Registro Nazionale che le censisce: il Registro Nazionale delle Attività Sportive Dilettantistiche (detto RAS o RASD), gestito da Sport e Salute S.p.A. per conto del Dipartimento per lo Sport, quindi dello Stato italiano, che dal 23 agosto 2022 prende il posto del Registro 2.0 gestito dal CONI. La differenza filosofica tra i due Registri si vede ad occhio nudo: mentre il Registro CONI mostra una notevole “elasticità” nei controlli, a volte con

il rischio di aprire varchi non dovuti, il nuovo Registro di Sport e Salute per paradosso esprime il meglio della burocrazia italiana, con una puntigliosità che rischia talvolta di togliere tempo e sonno alle ASD.

Il Registro Nazionale non è un albo statico, ma una struttura dinamica che evolve continuamente; in sintesi, non è affatto detto che una volta iscritti lo si resti per sempre. Anzi la Associazione o Società Sportiva deve costantemente monitorare lo stato della propria iscrizione e deve adempiere ad una serie di semplici “doveri” burocratici, poiché lo Stato vuole una costante e precisa dimostrazione del possesso dei requisiti, pena la temporanea sospensione dal Registro, che significa non poter applicare per quel periodo le agevolazioni previste. Il Registro altro non è che una piattaforma informatica in cui vengono immagazzinati tutti i dati e i documenti dell’Associazione Sportiva, che vengono controllati per verificare il costante possesso dei requisiti di legge, cioè la legittimità

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Per poter fruire di agevolazioni di natura fiscale e previdenziale, le Associazioni e le Società Sportive devono possedere una serie di requisiti societari fissati dalla legge
L’iscrizione al RAS porta una serie enorme di vantaggi. Non è difficile ottenerla e conservarla, basta seguire poche semplici regole

dell’iscrizione. Nel Registro, i dati ed i documenti (sotto forma di file digitalizzati) non vengono caricati dalle ASD, ma dall’Organismo sportivo (Federazione e/o Ente) a cui sono affiliate.

Quindi il primo requisito necessario è che la ASD sia affiliata; il mancato o ritardato rinnovo dell’affiliazione la esclude dal Registro e la fa decadere istantaneamente da ogni forma di agevolazione di carattere fiscale e previdenziale. Da quel momento, ogni movimento economico svolto senza i requisiti formali può essere considerato illegittimo e sanzionabile in caso di accertamento da parte delle autorità. La successiva riaffiliazione la fa rientrare nei termini di legge, ma non sana il periodo scoperto. Se si praticano più discipline sportive, inoltre, è essenziale che ci si affili solo per quelle effettivamente svolte; se si inseriscono discipline non realmente praticate, cioè senza i relativi tesserati e le relative attività sportive svolte, vi è un concreto rischio di contestazioni.

C’è sempre tempo per inserire nuovi sport e tesserare nuovi praticanti. Ma bisogna fare attenzione: il numero dei tesserati per ogni disciplina deve essere “congruo”; cioè, se ci si affilia per il calcio a 11, si devono avere almeno 11 tesserati di calcio. Banale, direte voi, ma non è sempre così scontato.

Il secondo requisito indispensabile è che la ASD si faccia assegnare, presso l’Agenzia delle Entrate, un proprio Codice Fiscale e depositi presso l’Ufficio del Registro dell’Agenzia delle Entrate il proprio atto costitutivo e lo Statuto sociale, e che questi siano redatti secondo lo spirito e le previsioni della legge; gli estremi di registrazione degli atti devono essere ben visibili sulle copie digitali caricate nella piattaforma del CSI, che li trasmetterà al Registro. A meno che lo Statuto non venga modificato successivamente, non sarà più necessario ripetere questa operazione. Allo stesso modo, è importante produrre il verbale di elezione dell’attuale Consiglio Direttivo o di Amministrazione con l’elenco delle cariche sociali e che tutti i membri, nessuno escluso, vengano tesserati con le rispettive qualifiche. L’abitudine di tesserare solo alcuni componenti del Consiglio, per risparmiare qualche euro, può invece costare molto caro in termini di sospensione dal Registro. Una volta fatto questo, è necessario che la ASD, nella persona del suo Presidente, attivi la propria utenza, cioè si registri sulla piattaforma. Questa operazione andrà ripetuta solo nel caso in cui cambi il Presidente.

L’ultima attenzione va posta alla rendicontazione delle attività svolte; la ASD, cioè, non deve

risultare inattiva, poiché la mancata rendicontazione di ciò che si fa comporta la sospensione dal Registro. Chi partecipa a campionati ufficiali CSI può verificare che queste attività sono già inserite in automatico. Tutte le altre attività non ufficiali o organizzate in proprio, siano esse sportive (competizioni, tornei, eventi) o didattiche (corsi sportivi, training, allenamenti, ecc.), vanno autodichiarate al massimo entro 90 giorni dal termine dell’attività in un apposito form sulla piattaforma online del CSI, che poi le trasferirà al Registro.

Questa è l’unica azione che va ripetuta periodicamente (almeno una volta all’anno), poiché va costantemente dimostrato che la ASD è operativa e svolge con regolarità la propria attività sportiva.

Insomma, l’iscrizione al RAS porta una serie enorme di vantaggi, che troppo spesso diamo per scontati ma che non lo sono; non è difficile ottenerla e conservarla, basta seguire poche semplici regole. I Comitati territoriali CSI possono essere di aiuto alle ASD, così come la Presidenza Nazionale del CSI (territorio@csi-net.it) è a disposizione per tutto ciò che concerne il Registro e le relative procedure.

* Coordinatore Area Servizi al Territorio e Tesseramento CSI

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Fisco&Sport

Il CSI sarà presente nell’area sportiva alla 44a edizione del Meeting per l’Amicizia fra i Popoli, dal 20 al 25 agosto presso la Fiera di Rimini

«L’esistenza umana è un’amicizia inesauribile»

IL TANTO ATTESO EVENTO DELL’ESTATE, RICCO DI INCONTRI, MOSTRE, MUSICA E SPETTACOLI, VUOLE ESSERE UN INVITO A RISCOPRIRE IL SIGNIFICATO VERO E PROFONDO DELL’AMICIZIA

Il Centro Sportivo Italiano rinnova la sua presenza al Meeting di Rimini, il tradizionale appuntamento della seconda metà di agosto organizzato, per la 44ª volta, dalla fondazione “Meeting per l’Amicizia fra i Popoli” nella città romagnola. “L’esistenza umana è un’amicizia inesauribile”: questo il titolo scelto per l’edizione 2023. Un

chiaro invito a riscoprire il profondo significato dell’amicizia, in tutte le sue sfaccettature, e i rapporti che legano gli uomini e le donne della nostra società. «L’amicizia è da sempre al centro del desiderio del cuore umano: essa è un dono che nessuno può pretendere – si legge nella scheda di presentazione del Meeting di Rimini –. Quanto più è

grande la consapevolezza di non poter rispondere personalmente alle esigenze fondamentali di felicità, verità, giustizia e amore, tanto più potente emerge il desiderio di una relazione di amicizia autentica. Nell’esperienza dell’incapacità e della solitudine, l’uomo avverte infatti il bisogno di un’apertura che lo spinge ad una relazione con gli altri, alla

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ricerca della realizzazione di sé». Una delle novità in assoluto della nuova edizione è la presenza del tema dell’energia: attraverso una mostra didattica, infatti, un ciclo di incontri e la presenza fisica in fiera di alcuni partner, gli organizzatori della rassegna intendono indagare sui cambiamenti climatici e sul degrado ambientale, che stanno dando origine a mutamenti strutturali che influiscono sulla qualità della vita e sull’attività economica. Nel padiglione della Fiera di Rimini dedicato allo sport, invece, ancora una volta il Centro Sportivo Italiano non farà mancare la propria presenza per tutta la durata della rassegna: dal 20 al 25 agosto 2023. Dopo il grande successo della passata edizione, organizzata a margine dei due anni terribili della pandemia, che ha contato 800mila presenze, 3.000 volontari e circa 350 milioni di utenti raggiunti mediante le radio e le tv, si rinnova un appuntamento ormai tradizionale per la città di Rimini. Lo scorso anno sono stati ventisette i volontari CSI, provenienti da dieci regioni e sedici Comitati differenti, che hanno gestito una cospicua fetta del padiglione A5: il “Villaggio dello Sport Regione Lombardia”. In soli sei giorni il padiglione sport ha registrato la presenza di oltre 5.000 visitatori, che si sono divertiti sui numerosi campi da gioco allestiti per l’occasione: calcio, basket, pallavolo, ma anche scacchi, scherma, calcio balilla e tennistavolo. Un lavoro impegnativo cominciato con la fase di allestimento degli oltre 10.000 metri quadri riservati allo sport e proseguito con la sei giorni di attività proposte dal giovane team arancioblu: dai semplici confronti amichevoli ai tornei, passando per le esibizioni e i camp condotti in collaborazione con l’U.S. Sassuolo Calcio e l’U.C. Sampdoria. Anche per l’edizione numero quarantaquattro del Meeting di Rimini, il padiglione sport sarà –

come sempre – un grande “centro sportivo”: un luogo in cui si favorirà l’incontro tra bambini, ragazzi e adulti all’insegna della promozione di uno sport sano e inclusivo. Sarà possibile, dunque, provare numerose discipline, anche non tradizionali, così come approfondire alcune tematiche sportive mediante la realizzazione di eventi paralleli e di un convegno sui valori dello sport a servizio della crescita dell’uomo. «Il Meeting è un’esperienza unica nel suo genere: una settimana di full immersion nel padiglione sportivo gestito dal CSI, che per alcuni giorni diviene la casa di tutti noi volontari – ricorda Francesco, un operatore volontario del Centro Sportivo Italiano –. È straordinario pensare di essere in grado di regalare a migliaia e migliaia di persone, che visitano la fiera per motivi differenti, alcuni momenti di svago e di divertimento. Lo sport unisce tutti: a prescindere dalle provenienze e dalle proprie abitudini, tutti vengono catturati dalla bellezza dello sport».

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TimeOut
Il padiglione sport sarà un grande “centro sportivo”, dove provare numerose discipline, anche non tradizionali, così come approfondire alcune tematiche con eventi paralleli

La leggenda del green

Biopic di Maurice Flitcroft, un bizzarro giocatore di golf che da dilettante ha preso parte, con risultati improbabili, a tornei professionistici. Un film di uno sportivo ingenuo che, tra humour e commozione, non ci fa perdere la speranza di una buca al primo colpo

C’è Forrest Gump in Inghilterra! Dimenticate però Tom Hanks, gli States e il film di Zemeckis e venite con noi al Formby Golf Club, anno 1976, mentre al suo tee shot nelle qualificazioni dell’Open Championship si accinge Maurice Flitcroft, professionista. Almeno così è scritto sul modulo d’iscrizione.

A vederlo con scarpe di plastica, cappello da pesca e un set di bastoni chiaramente acquistati per corrispondenza, diremmo invece che non ha mai tirato un colpo in vita sua.

Bingo, che occhio! Il nastro riavvolto riporta infatti alla storia di un quarantenne gruista dell’anglonord alle prese con un cantiere d’operai in possibile esubero, ma convinto da sempre che ai sogni si debba dar corpo. Lo zapping notturno gli suggerisce la futura carriera: il golf.

Nascono così l’ancora imbattuto peggior punteggio delle qualifiche dell’Open Championship ed una serie d’esilaranti sotterfugi e travestimenti con cui il nostro protagonista prova ad aggirare la marcatura serratissima di Keith Mackenzie, l’allora segretario del Royal and Ancient.

Dall’omonimo libro di Scott Murray, “The phantom of the open” è l’esilarante biopic del talentuoso regista Craig Roberts – un po’ Ken Loach, un po’ Mike Leigh – sul dilettantesco ed ingenuo gaglioffo Maurice Flitcroft, diventato sul finire degli anni Settanta un personaggio non secondario di popolari rotocalchi britannici.

Però è anche la storia di un padre di famiglia innamorato di moglie e figli, disastroso visionario di

galassie lontanissime, idolo casuale di quanti tra noi Fantozzi scendono in campo con mutandoni orribili per regalarsi un quarto d’ora di celebrità sportiva, nonostante l’economia ci dichiari fuori mercato.

Il motto di Flitcroft, “la pratica porta alla perfezione”, è smentito da ogni putt, pull, punch shot che un suo legno o ferro esegue. Ma non importa: il film è puro godimento, con molto humour e qualche attimo di commozione, anche grazie alla magistrale interpretazione di Mark Rylance.

Ora, a distanza di quasi cinquant’anni, non resta che trovare un altro impertinente gruista del Nord inglese per dare a noi dilettanti della domenica la speranza di una buca al primo colpo. Ne abbiamo bisogno, e pazienza se mancherà della grazia che piace a quelli che non sbagliano mai. Questo fastidioso bunker sabbioso che ci allaccia le caviglie non potrà fermarci per sempre!

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CineSport
LA LEGGENDA DEL GREEN Regia di Craig Roberts con Mark Rylance, Sally Hawkins, Rhys Ifans, Jake Davies Genere Biopic Sportivo Gran Bretagna, 2021, durata 106 minuti. di Andrea Barbetti

1945: dal Sud liberato riparte lo sport CSI

Per quanto numerosi e degni di considerazione siano gli sforzi delle istituzioni civili, educative e culturali del nostro Paese di non perdere la memoria delle condizioni di gravi sofferenze e diffuse devastazioni in cui venne ridotta l’Italia, insieme con le altre Nazioni coinvolte, dalla Seconda Guerra Mondiale e dalla guerra civile che ne segnò gli anni conclusivi, è difficile farsene un’idea minimamente affidabile. Troppe informazioni storiche su quei tempi, troppe cronache di crudeltà ed eroismo, troppe analisi socio-economiche che le persone non amano ricordare. Ma è bene parlarne (e scriverne), perché, quando c’è la consapevolezza delle conseguenze di una guerra, è anche più facile concordare nella ricerca di una via alternativa per rendere possibile la convivenza civile, nel rispetto dei diritti, della libertà e dei valori di riferimento per le singole persone. L’analisi, seppure parziale e per episodi, della situazione dell’attività sportiva e delle istituzioni che la governarono tra il 1943, anno della sconfitta dell’Italia con l’armistizio dell’8 settembre, e la conclusione tra il maggio (resa della Germania) e il settembre 1945 (resa del Giappone), aiuta a prendere coscienza delle reali condizioni degli italiani in quei terribili anni. Questa premessa è indispensabile per dare un quadro di riferimento italiano, con i territori del Sud liberati già nel 1943 e quelli del Nord sottoposti alla violenta fase della Guerra di Liberazione, che vide gli italiani divisi tra partigiani e alleati in lenta ma progressiva risalita dal Sud

e la Germania nazista insieme con la Repubblica Sociale Italiana. Sotto il titolo “C’era anche un’Italia che andava già in gol”, leggiamo a pagina 33 del volume secondo sui “Cent’anni di storia nella realtà dello sport italiano”: «I libri di storia non ci fanno caso. Eppure il riprendere, il ricominciare a vivere dell’Italia liberata dall’incubo nazifascista, passò anche dalla parola sport. Cominciò la Sicilia, proseguì la Puglia, continuarono Roma e Firenze: il 25 aprile 1945, mentre anche Milano scriveva la parola fine sulla guerra, in altri pezzi d’Italia la strada della ricostruzione aveva già incominciato con partite, gare ciclistiche, corse…»

Abbiamo visto nel numero del marzo scorso con quali difficoltà ripresero a funzionare le istituzioni sportive come il CONI e le Federazioni. Sicuramente provocherà interesse riprendere la notizia che in quegli anni, contro un disegno “nazionale” che già di per sé faticava a iniziare, il colonnello statunitense ufficiale capo degli affari civili della Sicilia aveva chiesto

la costituzione della Federazione siciliana. Infatti l’11 novembre 1943 aveva invitato le Prefetture dell’isola a sciogliere «in tutta la Sicilia ogni attività del CONI» e che «venga istituita la Federazione siciliana degli sport con il compito di ricostruire i disciolti Comitati delle Federazioni». Intanto però, fortunatamente, il CSI consolidava il proprio cammino nazionale e il 2 dicembre del 1944 si svolgeva la prima riunione della Commissione Tecnica Nazionale del Centro Sportivo Italiano. Significativo e illuminante il messaggio ospitato su Stadium n. 3, del 28 maggio 1945, dal titolo: “Il messaggio di saluto del CSI in occasione del ricongiungimento con il Nord” e che inizia in modo ancora oggi commovente: «Ai fratelli del Nord. Il Centro Sportivo Italiano porge un particolare saluto augurale ai fratelli del Nord che, dopo mesi di dure lotte ed incessanti sacrifici, si sono ricongiunti a noi con la stessa nostra volontà di lavoro in mezzo alle schiere giovanili…».

Stadium 39 Pillole di Storia

Il territorio al centro AGRIGENTO

“Run for SLA”: da Agrigento a Venezia in corsa per la ricerca

Partirà il 28 agosto la “Run for SLA” 2023, un evento solidale di portata nazionale che mira a sensibilizzare le persone riguardo alla SLA, malattia neurodegenerativa dell’età adulta, e a promuovere la ricerca scientifica su di essa. Si tratta di una staffetta della solidarietà che, attraverso un percorso no stop articolato in 16 tappe, attraverserà tutta la penisola, con partenza da Agrigento e arrivo a Venezia, il 13 settembre 2023.

Saranno 1.800 i km da percorrere e 10 le regioni da attraversare, lungo un percorso che mira essenzialmente ad aumentare la conoscenza di tutti i cittadini su questa patologia.

La prima tappa dell’evento, che si svolgerà in territorio siciliano, godrà della gestione e dell’aiuto del CSI Agrigento in collaborazione con il CSI Sicilia, per un percorso di 130 km che prenderà il

BARI

via dalla Valle dei Templi di Agrigento e arriverà fino a Capizzi. La manifestazione gode del patrocinio di numerose regioni, a cui si unisce il sostegno di cit-

Fiabe in movimento nelle scuole dell’infanzia

Il Comitato di Bari sbarca nelle scuole dell’infanzia. Con il progetto “Fiabe in Movimento”, voluto e finanziato da Sport e Salute e concretizzato in collaborazione con il CSI, i giovani operatori del Comitato barese hanno promosso l’attività ludico-motoria nella fascia d’età tra i 2 e i 6 anni presso la scuola dell’infanzia “Astrid Lindgren” dell’Istituto Comprensivo “Grimaldi – Lombardi” di Bari. Il progetto, avviato nello scorso febbraio, si concluderà il prossimo 30 giugno, in concomitanza con il termine dell’anno scolastico 2022/2023.

Una straordinaria occasione di promozione e avviamento allo sport per tantissimi bambini e bambine, che ha soddisfatto sia i più piccoli sia i loro insegnanti. «Abbiamo portato una nota di colore, rigorosamente arancioblu, in una scuola dell’infanzia che sorge in un’ex ASL – ha commentato Serafina Grandolfo, presidente del Comitato CSI di Bari –. All’interno delle classi coinvolte, abbiamo portato un’idea precisa di attività sportiva per i più piccoli e l’attrezzatura sportiva. Quest’ultima, al termine del progetto, rimarrà loro in dotazione».

tà e società sportive, i cui atleti copriranno le diverse tappe della staffetta, a partire dai componenti della Polisportiva Bibbirria, l’ASD agrigentina del CSI. Le donazioni raccolte serviranno a dare un sostegno concreto ai malati di SLA, non solo contribuendo alla ricerca sulla malattia, ma anche supportando coloro che si prendono cura delle persone che ne soffrono.

Importanti occasioni di sensibilizzazione saranno anche i “Run for SLA Village”, ospitati nelle piazze di 5 città lungo il percorso della staffetta: Agrigento, Roma, Bologna, Verona e Venezia.

All’interno di questi spazi, i cittadini saranno invitati ad ascoltare la testimonianza di persone con SLA, dei loro familiari e del personale sanitario, al fine di comprendere l’importanza di agire insieme per sconfiggere la malattia.

AREZZO Il 17 giugno Oratori in festa

Il CSI di Arezzo, il Gruppo Donatori di Sangue Fratres di Terontola e l’Oratorio “La Gagliarda” hanno organizzato, sabato 17 giugno, l’evento “Oratori in Festa”, dedicato a tutti i bambini e ragazzi dai 3 ai 17 anni e patrocinato dal Comune di Cortona.

Una giornata all’insegna dello stare insieme e dello sport con calcio a 5, beach volley, tennis, pattinaggio, corsa con i sacchi e attività ludiche.

L’apertura sarà per le ore 15:00 con la consegna all’ingresso di gadget donati dal Gruppo Donatori di Sangue Fratres.

Alle ore 18:00, dopo tre ore di attività, si svolgerà la Santa Messa all’oratorio; successivamente, alle 19:00, l’incontro di calcio a 5 tra Cam Cortona e l’APS Pionta Arezzo, mentre dopo la cena ci sarà l’esibizione della società di pattinaggio artistico a rotelle ASD Skate Trasimeno. Una festa, quindi: non potrebbe che essere questo il connubio tra oratorio, ragazzi, giochi, divertimento e sport.

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“Muoviti Muoviti” ha coinvolto 3200 bimbi

CAGLIARI

Tutti pronti per il SummerCRE

Balli, giochi, laboratori e dodici discipline sportive rendono il programma estivo denso di significato e il SummerCRE molto più di un parcheggio per genitori impegnati al lavoro, con l’obiettivo di dare una risposta concreta ed efficace al profondo bisogno di socialità di bambini e ragazzi di questo tempo.

È giunto ormai all’ottava edizione il Centro Estivo SummerCRE, promosso dal CSI di Cagliari, che apre le porte puntualmente a giugno, all’inizio delle vacanze, nei bellissimi impianti sportivi di Poggio dei Pini, polmone verde a venti minuti dal capoluogo sardo. Tanta socializzazione, spensieratezza e condivisione, nelle quali istruttori qualificati e animatori attenti concretizzano valori di autonomia, giustizia, lealtà, rispetto del prossimo e delle regole attraverso la pratica sportiva, fondamentale per una crescita armonica del corpo e della mente.

Un’immagine vitale di ciò che vivono, da giugno a settembre, centinaia di bambini e ragazzi, che diventa occasione per costruire ricordi che resteranno impressi per sempre.

EMILIA-ROMAGNA

Si è conclusa recentemente la 16a edizione di “Muoviti Muoviti”, progetto del territorio carpigiano presente in 15 scuole elementari e ben 23 materne di Carpi, Novi di Modena e Soliera e che coinvolge oltre 3.000 alunni nella fascia d’età dai 5 ai 10 anni, tra cui anche bambini con disabilità.

Nato nel 2007 grazie al CSI di Carpi e alla UISP, promosso dalla Consulta “Sport e Benessere” del Comune di Carpi con l’Assessorato alle Politiche Scolastiche e gli Assessorati allo Sport dei Comuni di Soliera e Novi di Modena e grazie al contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi e del Centro Commerciale Borgogioioso, “Muoviti Muoviti” considera lo sport come un diritto di tutti, che contribuisce a migliorare la salute e la vita promuovendo l’educazione e la socialità,

soprattutto per favorire l’integrazione dei bambini con disabilità e dei piccoli di origine straniera.

I giovani atleti, infatti, sono stati coinvolti con giochi vari, percorsi misti e anche con attività natatorie nella piscina di Carpi. Un successo possibile grazie ai 23 istruttori che hanno accompagnato i bimbi nelle varie attività, interessandosi alle tematiche dell’integrazione e del disagio fisico, psicologico e sociale. Come consuetudine, alla fine del progetto si terrà la festa alla pista di atletica di Carpi, durante la quale i bambini saranno coinvolti in vari sport come arti marziali, calcio, tennis, rugby, basket, pallavolo, ginnastica artistica, pallamano e atletica leggera. Sperimenteranno così la polisportività, con agonismo e impegno, lo spirito che contraddistingue il CSI.

Nuoto interprovinciale. A Parma 255 in vasca

Domenica ricca di emozioni sportive quella del 12 marzo, grazie ai tantissimi giovani nuotatori che hanno animato la piscina comunale di Bibbiano (Reggio Emilia) per la terza prova del Circuito Interprovinciale di nuoto. In vasca si sono tuffati 255 atleti, appartenenti a 13 società provenienti dalle province di Parma, Reggio Emilia

e Modena: Errenuoto Fidenza, San Donnino Fidenza, Sport Center Parma, Sport & Spirit Soragna, Nuotatori Fornovo, Nuoto Club 91 Parma, Unisport Reggio Emilia, Nuoto Club Il Sesamo Sant’ilario, Olympia Bibbiano, CSI Ober Ferrari Reggio Emilia, Onda Della Pietra Reggio Emilia, CSI Nuoto Correggio e CSI Carpi Sport.

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territorio al centro PER CONTATTARE LA REDAZIONE
Il
CARPI

GENOVA

Un’estate ad Altum Park

Quasi 2.000 bambini in quattro anni hanno frequentato i centri estivi di Altum Park a Genova – S.Desiderio, la struttura di riferimento del CSI, dal 2019, per le discipline outdoor con le sue 15 postazioni.

L’edizione 2023 è partita il 12 giugno e proseguirà per 13 settimane fino all’inizio della scuola.

È una formula che ha pochi eguali in Liguria con alcuni capisaldi apprezzati da tantissime famiglie: Altum è sinonimo infatti ormai di qualità, sport all’aria aperta e natura.

Tiro con l’arco, mountain bike, arrampicata, orienteering, fitness outdoor, survival ed escursionismo sono solo alcune delle attività sportive che si possono praticare su un’area di tre ettari di bosco, utilizzando anche i chilometri dei sentieri circostanti.

Due le principali novità del 2023: un playground attrezzato con la possibilità di giochi per i bambini più piccoli ed un percorso sensoriale nel bosco.

«Il centro estivo rappresenta da sempre il baricentro della nostra programmazione, soprattutto nell’ottica educativa.

Il ritorno ad un’unica formula, allineata al marchio EduCamp CONI – sottolinea Enrico Carmagnani, Presidente CSI Genova – semplifica tutto, riportando al centro lo sport outdoor, che si avvarrà del contributo di Legambiente, CAI, FIE e FISO in primis, e di tanti altri partner che con i laboratori accompagneranno i nostri bambini ad una scoperta più consapevole della natura».

BASILICATA A Bernalda i campioni del basket U10 e U12

Il basket regionale di Sport&Go! del CSI Basilicata ha visto la sua terza tappa domenica 7 maggio 2023 al PalaGalilei di Bernalda (MT).

Definite così le squadre che hanno rappresentato la Basilicata nelle categorie Under 10 e Under 12 ai campionati nazionali per le specialità legate alla palla a spicchi. Applausi per tutti i quintetti in campo.

Nella Under 10 Pielle Basket Matera A e B, Normanna Basket Melfi, Basilia Basket Potenza, APD. Virtus Matera Group 2016 e la società ospitante Riva dei Greci Basket Bernalda.

Nella Under 12, invece: Pielle Basket Matera, Normanna Basket Melfi, Basilia Basket Potenza, Torre Ardente, APD Virtus Matera Group e Riva dei Greci Basket Bernalda.

Sport ed inclusione con “InterAgiamo” ad Enna

Si è svolto ad Enna, presso la palestra di Valverde, l’evento “InterAgiamo”, organizzato dal CSI di Enna in collaborazione con l’Associazione Oltre le Frontiere (ANOLF), CISL Agrigento-Caltanissetta-Enna, Croce Rossa Italiana e numerose altre associazioni locali, oltre al Comitato Pari Opportunità dell’Ordine degli Avvocati di Enna.

La giornata, aperta dai saluti istituzionali del Presidente del CSI ennese, Alberto Lo

Giudice, della segretaria territoriale della CISL Agrigento-Caltanissetta-Enna, Carmela Petralia, e del sindaco di Enna, Maurizio Dipietro, è poi proseguita con il focus sulle vulnerabilità sociali, con la campagna “Chi si difende, Agisce”.

Testimoni due donne straniere, che hanno raccontato le proprie esperienze di violenze subite nei loro Paesi di origine.

La giornata è proseguita con varie attività sportive del Centro Sportivo Italiano, dalla difesa personale antiviolenza, al Tai Chi e ai balli, con la dimostrazione della Croce Rossa Italiana (comitato di Enna) di primo soccorso e disostruzione.

Rivolti ai bambini, invece, giochi di squadra e lezioni di difesa personale e sport samurai, tutti insieme contro il bullismo, per infondere in loro lo spirito di condivisione, solidarietà e collaborazione.

Infine, nel pomeriggio sportivo, i giovani delle associazioni si sono incontrati in un torneo di calcio a 5.

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ENNA
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MILANO

Fondazione Milano Cortina e CSI insieme

La Fondazione Milano Cortina 2026 e il CSI Milano annunciano la firma di un protocollo d’intesa per la promozione e la valorizzazione della cultura dello sport e dei valori olimpici e paralimpici. L’accordo, siglato dal Presidente della Fondazione Milano Cortina 2026, Giovanni Malagò, dall’Amministratore Delegato della Fondazione Milano Cortina 2026, Andrea Varnier, e dal Presidente del CSI Milano, Massimo Achini, nasce dal desiderio comune di ideare, sviluppare e diffondere iniziative congiunte, relative al mondo dello sport e rivolte in particolare ai giovani. «Lo sport unisce persone e territori. Aiuta a superare le diversità, gli stereotipi, l’intolleranza e la discriminazione, a migliorare i rapporti sociali. Con questa convergenza d’intenti e comune vocazione, abbiamo av-

viato la collaborazione con il CSI Milano», il commento del Presidente della Fondazione Milano Cortina 2026, Giovanni Malagò. Il Presidente del CSI Milano, Massimo Achini: «Questo protocollo non è un qualcosa di burocratico, esattamente il contrario. È un segno di speranza e di profezia. Vogliamo ringraziare di cuore la Fondazione Milano Cortina 2026 per la fiducia e il coraggio. Per il CSI questa è una firma storica, della quale avvertiamo tutta la responsabilità. Mettiamo al servizio della Fondazione la bellezza e la vitalità delle società sportive di base e di tutto il CSI. Siamo convinti che l’alleanza tra sport di base e grandi eventi sportivi sia una strada maestra da seguire. Una strada che porta lontano, soprattutto se orientata al bene dei giovani del nostro tempo».

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COMO

Sport e festa per oltre 500 bambini e ragazzi

Ancora una volta lo sport è tornato ad essere gioco, divertimento e festa. Sabato 27 maggio, a Cantù, presso l’ormai collaudato centro sportivo di via Giovanni XXIII, è andato in scena il gran finale di stagione del Campionato Polisportivo.

Nel pomeriggio oltre 500 giovani atleti dai 6 ai 12 anni hanno gremito la pista di atletica e i campi circostanti per chiudere in bellezza la stagione sportiva 2022/23. Sport protagonista con le competizioni di biathlon e staffetta 4×600 dedicate alle categorie Under 10 e Under 12. Ma anche calcio per i piccoli atleti Under 8 dei Primi Calci che, a partire dalle 15 e fino alle 17, si sono cimentati in slalom, percorsi e giochi presportivi prima di mettere al collo l’agognata medaglia.

Un momento di festa condiviso per celebrare l’infinita passione per lo sport e la convinta adesione al progetto polisportivo di tante società sportive che

ormai da anni partecipano all’attività. Al termine delle gare, la sfilata delle società sportive con striscioni, palloncini e bandiere ha colorato la pista di atletica e ha aperto il solenne momento della S. Messa. E per finire l’atteso momento delle premiazioni. L’US Mulini Gialla si laurea campione provinciale sia per la

Sono tre gli Open Day previsti ad Ostuni nell’ambito di Mi.Gio. Act – Mi muovo, gioco, sono attivo, il progetto, promosso dal Dipartimento dello Sport e da Sport e Salute S.p.A., volto a creare occasioni costanti di pratica dell’attività fisica e sportiva, in un’ottica di miglioramento della qualità della vita, per le persone over 60.

Coinvolte le associazioni territoriali Ostuni Città da Amare, Bici Club Ostuni e la palestra Salus Sport, illustrando loro le finalità del progetto ed elencando i tre siti prescelti per gli

Open Day: Parco delle Dune Costiere, Ciclovia dell’Acquedotto Pugliese e Parco Archeologico Santa Maria di Agnano. Il primo evento si è svolto il 26 marzo presso lo stabilimento Lido Morelli: nella splendida cornice del Parco Regionale delle Dune Costiere, si sono radunati oltre un centinaio di partecipanti che hanno percorso un sentiero situato nel retroduna della zona umida di Lido Morelli, un territorio con una flora e una fauna mozzafiato, con ritorno, grazie anche alle buone condizioni metereologiche, lungo la spiaggia. La manifestazione si è conclusa con canti e balli tradizionali.

Il 2° Open Day si è svolto invece domenica 21 maggio presso la Ciclovia dell’Acquedotto Pugliese, camminando lungo un sentiero dove è possibile ancora respirare la magia del paesaggio autentico con le sue piccole vallate, i suoi vigneti, i suoi boschi, i suoi trulli di pietra, gli antichi palmenti e le monumentali querce.

categoria Under 10 che per l’Under 12 del calcio.

Per il volley è invece il Kaire Sport a salire sul gradino più alto del podio nella categoria Under 10, mentre l’ASD San Michele Granata si aggiudica la vetta della classifica in Under 12.

Le attività promosse grazie al progetto Mi.Gio.Act – Mi muovo, gioco, sono attivo offrono al target di riferimento non solo l’occasione di sconfiggere la sedentarietà, ma anche momenti di socialità e condivisione.

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OSTUNI Open Day Progetto over 60

IMOLA

Un Gran Premio di collaborazione

A fine maggio alcuni volontari del CSI Imola, insieme ad altri ragazzi imolesi dei gruppi scout, sono stati a Forlì presso la sede del Comitato CSI per contribuire al ripristino della sede colpita dall’alluvione.

«La melma arrivava fino al ginocchio nel seminterrato diocesano di Forlì –racconta il Presidente del CSI Imola, Paolo Busato – dove eravamo scesi per liberare la mensa e la palestra.

Ci siamo adoperati a togliere dal fango quanto è rimasto sommerso; erano presenti un centinaio di volontari, i Carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale, Protezione Civile e Vigili del Fuoco, per recuperare tutti i libri storici: una catena umana per salvare la biblioteca del seminario di Forlì.

Forte l’odore di muffa che permeava l’aria, mentre si lavorava nel recupero di quanto sommerso.

Siamo quindi tornati a casa, stanchi, sporchi, ma carichi per l’umanità incontrata e il clima familiare vissuto, grati per quanti abbiamo avuto la gioia di conoscere, per i sorrisi e le parole condivise, perché abbiamo provato con mano che, donando un po’ del proprio tempo, si riceve tanto di più».

LOMBARDIA

Incursioni letterarie a bordo campo

“Incursioni letterarie a bordo campo”: è questa la nuova iniziativa del CSI Lecce realizzata con il supporto di volontari di LaAV Salento. Si tratta di un’idea che si sta rivelando vincente e che prenderà definitivamente il volo nel prossimo anno associativo. Il CSI Lecce ha infatti aderito, con le associazioni Nausika e LaAV, al progetto finanziato dal Cepell (Centro per il libro e la lettura) “Io leggo per gli altri: dalla Puglia al Piemonte l’onda lunga dei lettori volontari ad alta voce”, nato con la finalità di incentivare la pratica della lettura ad alta voce anche in contesti informali. Incredibilmente, per quanto il contesto sportivo possa sembrare lontano dal mondo della lettura, a partire da gennaio, alcune società affiliate al CSI hanno ospitato con curiosità e successo le letture nelle loro palestre o

nei loro campi da gioco e, come accade per le migliori pratiche, l’idea ha preso piede e sta suscitando interesse. Il format è semplice: ci si accorda con allenatori e maestri per intervenire con letture ad alta voce durante un allenamento, si entra sul campo da gioco nella sorpresa generale, si invitano i ragazzi a sedersi per terra ed inizia la lettura da alta voce. La lettura dura pochi minuti, ma grazie alla scelta di argomenti inerenti allo sport, magari proprio quello sport, oltre all’effetto sorpresa, anche interesse ed emozione sono assicurati.

Incursioni letterarie sono state realizzate domenica 7 maggio presso il Parco Nelson Mandela di Merine, in occasione della festa del minivolley organizzata dal CSI per under 8, under 10 e under 12, e il 2 giugno a Guagnano.

«Essere Centro Sportivo Italiano significa mettere al primo posto l’attività sportiva all’interno di un percorso di promozione della cittadinanza attiva – ha dichiarato il Presidente del CSI Lecce e Vicepresidente nazionale Marco Calogiuri – La promozione della cultura del gioco, coniugata alla lettura, ci rende orgogliosi e sicuri di essere sulla buona strada, per contagiare, contaminare e seminare bene comune».

Sport&Go! Le squadre lombarde puntano la Magna Grecia

Domenica 21 maggio, a Como e nei vicini Comuni di Cantù, Cuggiago e Senna Comasco (CO), si sono svolte le Finali Regionali Sport&Go! 2023 del CSI Lombardia, riservate alle categorie Kids (Under 10) e Giovanissimi (Under 12).

Ben 47 squadre coinvolte con oltre 600 partecipanti che si sono messi in gioco, provenienti da sette Comitati territoriali CSI della Lombardia (Como, Lecco, Milano, Mantova, Sondrio, Vallecamonica e Varese). Le formazioni under 10 in campo nel minivolley 3 vs 3, calcio a 7 e minibasket 4 vs 4, mentre quelle under 12 nel volley, basket e calcio a 7. Per tutti poi la gara di triathlon atletico (velocità, salto in lungo, lancio del vortex) presso la pista di atletica Camerlata a Como. La classifica finale per categoria ha visto prevalere nell’Under 10 la formazione dello Spin Volley Roncello (CSI Lecco) nel minivolley, quella dell’ASO Cernusco (CSI Milano) nel calcio a 7, mentre nel minibasket sempre una formazione del Comitato CSI di Milano, la SSD San

Giuseppe, ha staccato il biglietto per le Finali Nazionali che si sono svolte a Nova Siri nel cuore della Magna Grecia. Nella categoria Under 12 il CSC Cortenova (CSI Lecco) ha trionfato nella pallavolo e le due formazioni del CSI Milano, la Polisportiva Orpas ASD e la San Giuseppe SSD, hanno prevalso rispettivamente nel calcio a 7 e nel basket. Anche queste società hanno così potuto partecipare alla Finale Nazionale.

La giornata, che ha avuto anche una valenza educativa e sociale, svoltasi in modalità “plastic free” nel pieno rispetto del binomio sport e ambiente, è stata organizzata dal CSI Lombardia e ha goduto del Patronato di Regione Lombardia e del Patrocinio dei Comuni di Como, Cantù, Cuggiago e Senna Comasco.

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LECCE

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PERUGIA La Miniolimpiade sorride ai ragazzi

PESARO URBINO

Adriatic Green Trail tra le vallate marchigiane

Una tre giorni di sport e turismo con agriturismi e B&B full e già tante prenotazioni anche per il prossimo anno. Riuscitissima la seconda edizione dell’Adriatic Green Trail (AGT), organizzata il 23, 24 e 25 aprile dall’ASD Fano Corre L. Tonelli, dal Comitato Regionale CSI Marche e dal Comitato di Pesaro-Urbino con sede in Fano.

Tre percorsi adatti ad ogni tipo di bicicletta (mountain bike, trekking, gravel, e-bike), con partenza e arrivo sempre alla Magione Broccoli di Santa Maria dell’Arzilla (un casolare del 1700), cui ha partecipato un totale di 200 appassionati provenienti da ogni parte d’Italia (dal Friuli alla Puglia) e perfino dalla Germania. Il territorio pesarese il 23 aprile, quello urbinate il 24, Fano e le sue vallate il

RIETI

25. Panorami unici per i tre percorsi, ai quali gli organizzatori hanno abbinato anche tappe enogastronomiche, così da far conoscere ai partecipanti non solo la bellezza delle nostre terre, ma anche le specialità delle nostre tavole. E così, tra una pedalata e l’altra alla scoperta di borghi affascinanti come Gradara e Tavullia o centri storici quali Fano e Pesaro, i biker hanno potuto gustare anche la pizza Rossini, la Moretta, la Crescia di Urbino, l’olio di Cartoceto e tante altre prelibatezze.

A questi tre percorsi sono stati abbinati anche due eventi collaterali, come la pedalata in notturna alla scoperta della Fano romana e la pedalata family, adatta anche ai più piccoli.

Al Terminillo il respiro della Oratorio Cup

Dal 16 al 18 giugno 2023, il Comitato CSI di Rieti ha organizzato la V edizione dell’Oratorio Cup interprovinciale alle pendici del Terminillo, manifestazione che coin-

volge, come sempre, tutte le squadre che hanno partecipato ad un campionato nei propri Comitati territoriali CSI. Immersi nel verde reatino, a quota 1550 metri, il torneo si è disputato nel paesaggistico campo d’altura “Enrico Leoncini” e ha riguardato la disciplina del calcio a 5, ma c’è stato spazio anche per attività complementari, contest e sfide, all’insegna della polisportività. Non sono mancati momenti di amicizia e condivisone fuori dal campo, dalla Messa alle serate all’insegna del gioco.

Il maltempo non ha fermato la 34 a edizione della Miniolimpiade organizzata dal CSI di Perugia per bambini e ragazzi delle scuole primarie. Prevista nel pomeriggio di sabato 29 aprile, la storica manifestazione del comitato arancioblu ha ospitato all’arena Santa Giuliana più di 350 bambini dai 6 ai 12 anni. Un appuntamento importante per l’Associazione, ma anche molto utile per i ragazzi che hanno così potuto cimentarsi

con attività usualmente poco praticate: per i più grandi, 60 metri piani, salto in lungo, lancio del vortex, staffetta; per i più piccoli, invece, guidati dagli animatori del Centro Sportivo Italiano, piccole gare di corsa, giochi sull’erba e tutti insieme nella staffetta finale.

Tutto è studiato su misura per i giovani atleti, per consentire loro di vivere una bella esperienza di sport e di amicizia in un clima sereno. Come una vera Olimpiade, immancabile la cerimonia d’apertura: i piccoli atleti hanno prima sfilato in parata, poi, dopo la lettura di un messaggio d’impegno al rispetto delle regole, è stato acceso il braciere che ha dato il via alla manifestazione.

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SONDRIO

A Morbegno 600 ragazzi a scuola di sport

Si chiama “Giocasport” la giornata dedicata all’atletica e proposta, da quasi vent’anni, agli Istituti Comprensivi di Morbegno: 600 ragazzi delle scuole primarie, sulla pista in terra rossa dell’impianto morbegnese, mercoledì 17 maggio hanno corso, lanciato e saltato grazie alle prove di velocità, ostacoli, lancio del vortex e staffette proposte dal GS CSI Morbegno, con il supporto dei Giudici di gara del CSI Sondrio e del CONI Sondrio. Al termine classifica per classi al fine di valorizzare le singole prestazioni, che, messe insieme, hanno portato al risultato di squadra. A salire sul podio le maestre, visibilmente emozionate, premiate dal Dirigente scolastico Labbadia. Una mattinata all’insegna del divertimento, dello stare insieme e dello sport. Dopo la sfilata iniziale di tutte le classi e l’inno nazionale, sono iniziate le gare, contrassegnate dalla voglia di mettersi alla prova e dal grande tifo dagli spalti. Avvincente e combattuta, come sempre, l’insolita staffetta finale 7 per 400. E dopo la merenda, gli applausi e le premiazioni, si è tornati a casa, stanchi ma felici per una mattinata vissuta in modo diverso, che aiuta a crescere e rinsaldare i legami tra compagni di scuola.

REGGIO EMILIA

Il CSI ha incontrato il Vescovo Morandi

Venerdì 5 maggio una delegazione del CSI di Reggio Emilia ha incontrato il Vescovo della città, S. E. Mons. Giacomo Morandi. Assieme al Presidente del Comitato, Alessandro Munarini, erano presenti i direttori di area Franzoni, Codazzi, Bellei e Campani. L’incontro, molto cordiale, è stato occasione di conoscenza e disponibilità reciproca. Munarini ha sottolineato come il CSI reggiano abbia il desiderio di essere al servizio della Chiesa locale e di collaborare con la Pastorale Giovanile. I Grest estivi delle varie realtà parrocchiali sul territorio hanno visto la collaborazione del CSI attraverso il progetto “CSI in Tour”, che prevede l’impiego di istruttori qualificati per strutturare momenti ludico-sportivi all’interno dei campi estivi parrocchiali. Inoltre, al Vescovo sono stati presentati altri due progetti. Uno, sempre in collaborazione con la Pastorale Giovanile, riguarda l’organizzazione di una camminata/corsa per le vie del centro storico con i giovani che saranno protagonisti alla GMG di Lisbona. L’altro è legato al Centro Missionario Diocesano e si rivolge a tutti i giovani e meno giovani delle società sportive reggiane, in particolar modo a quelle legate alle parrocchie, invitandoli ad una esperienza missionaria presso la Parrocchia di Santo Antonio do Lisboa in Amazzonia, con un incarico sportivo come istruttore. Diversi i ragionamenti del Vescovo su tematiche come denatalità e post pandemia. La richiesta del Comitato reggiano è quella di «essere parte attiva nel percorso di formazione e crescita interno – iniziato lo scorso anno e dove sono coinvolti tutti i consiglieri provinciali e alcuni dirigenti di società sportive – sull’essere cristiani e testimoni nella nostra quotidianità, nel lavoro che facciamo ogni giorno nel CSI e nelle società sportive». Dal CSI reggiano un sentito ringraziamento a Mons. Morandi per la gentilezza e simpatia con cui ha accolto la delegazione ciessina e l’auspicio che possa essere l’inizio di un cammino proficuo assieme.

SAVONA-ALBENGA

Concluso il circuito regionale di nuoto

Sesta tappa a Savona il 20 maggio per il 12° Circuito regionale di nuoto del Centro Sportivo Italiano, con il grande momento conclusivo di festa e la premiazione di tutti i partecipanti: in primis ragazze e ragazzi, ma anche tecnici e

dirigenti che si sono prodigati con tanti sacrifici in questi mesi. È stato un bellissimo percorso iniziato a Bordighera l’11 dicembre 2022 e proseguito a Savona, Albenga e La Spezia, prima dell’ultima prova valida per le classifiche, quella

effettuata nelle acque della piscina “Acquarium” di Ronco Scrivia (GE). A fare la parte del leone Acquarium Genova, Rari Nantes Savona, Rari Nantes Spezia, Bordighera, Amatori Savona e Gesco Alassio.

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TOSCANA

“CSI in Tour”, un’estate sportiva nelle piazze toscane

“CSI in Tour, a ciascuno il suo sport 2023” è l’evento itinerante che attraversa tutta la Toscana. Atleti, istruttori ed educatori sportivi del CSI organizzano tornei di rugby, basket, pallavolo, calcio a tre, dodgeball, tennistavolo e tiro con l’arco. E ancora dimostrazioni di arti marziali, danza sportiva, ginnastica artistica e ritmica, fitjump con minitrampolino elastico, allenamento in sospensione, canoa, mountain bike e pilates, oltre alla presenza di animazione ludico-motoria per bambini nelle aree attrezzate con i giochi gonfiabili. Tante le discipline sportive e le novità che caratterizzeranno le postazioni presidiate dai volontari del CSI. Nel villaggio che viene ogni volta allestito, è possibile trovare gratuitamente momenti di sport, gioco, divertimento all’aria aperta e sana merenda

TERAMO

per migliaia di bambini e ragazzi con le loro famiglie, grazie al sostegno del main sponsor Esselunga e di Menarini. Partito in primavera e con traguardo fissato in autunno, “CSI in Tour” arricchirà l’estate di molti Comuni toscani. Complessivamente sono 40 le tappe organizzate dal CSI Toscana con il patrocinio di Regione Toscana, ANCI, CONI e Sport e Salute. Un evento regionale che intende diffondere stili di vita sani

e condividere i valori dell’inclusione attiva nelle piazze di ogni città e paese da Firenze a Grosseto, da Livorno a Siena e a Greve in Chianti, passando per Pisa, Lucca, Arezzo, Massa Carrara, Prato, Pistoia, Volterra. Facendo tappe nelle scuole, nei centri culturali, sportivi e parrocchiali per riaffermare l’importanza dello sport come modello educativo, occasione di socialità e fattore di benessere e salute.

Nel programma sono previsti anche incontri tematici di approfondimento inerenti allo sport, all’alimentazione, alla cultura della salute, alla disabilità e al disagio giovanile.

Lo slogan che porta in giro questa nuova edizione del “CSI in Tour” è “Il villaggio dello Sport CSI”, esperienza itinerante per mettersi in gioco, creare fiducia e conoscere uno stile di vita sano.

“CSI Open Games”: un successo di partecipazione e amicizia

Dal 31 maggio al 2 giugno ad Alba Adriatica si è svolta l’ottava edizione di CSI Open Games, per chi intende vivere lo sport come momento di gioia, entusiasmo e socializzazione. Da

registrare tanta partecipazione soprattutto da parte di oratori, circoli parrocchiali e gruppi sportivi di promozione sociale.

Dopo la cerimonia di apertura, svol-

tasi sul lungomare e nella Bambinopoli, la vacanza sportiva sulla costa adriatica ha ospitato circa 700 partecipanti sui campi di Alba Adriatica e Martinsicuro per le discipline del calcio a 5, pallavolo e padel, ma ha anche permesso di vivere tanto tempo libero in spiaggia o presso le attrezzate strutture alberghiere. Momento particolarmente sentito è stata la Santa Messa celebrata sabato sera da Mons. Lorenzo Leuzzi, Vescovo di Teramo-Atri, nella quale i giovani atleti si sono stretti attorno al pastore diocesano, che ha esortato i giovani a vivere lo sport anche nella dimensione non agonistica e negli ideali di fratellanza ed amicizia. La festa delle premiazioni è stata l’atto conclusivo dell’evento ed ha visto la consegna delle medaglie di partecipazione a tutti gli atleti, dirigenti e tecnici.

Stadium 47 #VitaCSI Il territorio al centro
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Pagine di sport tra gli scaffali

LA CORSA GIUSTA

di Antonio Ferrara

Editore: Coccole Books

La famiglia di Gino non aveva i soldi per comprare una bicicletta. E quindi, come ci si andava a Firenze, per l’ultimo anno di scuola dell’obbligo? Con tanto sacrificio e tanto cuore.

Il risultato fu una bici usata, ottenuta grazie ai risparmi di tutti i parenti messi insieme. E per Gino Bartali si aprì un mondo.

Un mondo che si consacrò sulle strade delle competizioni ciclistiche più importanti del mondo, come il Giro e il Tour, ma che non si chiuse certo lì. Perché Gino visse anche la guerra e, come suo padre gli aveva sempre insegnato con il suo esempio, non se ne stette certo con le mani in mano. Gino scelse di salvare vite. Scelse di rischiare la propria, ogni giorno, pur di aiutare chi stava annegando nell’inferno.

Ma, soprattutto, Gino scelse di non dirlo. Perché «Il bene si fa, ma non si dice». Anche quando è così grande da assegnarti il titolo di Giusto tra le Nazioni. Anche quando rimarrà per sempre impresso nella mente di tutti. Anche quando ci sarà qualcuno che te ne sarà eternamente grato.

RESISTO DUNQUE SONO

di Pietro Trabucchi

Editore: Corbaccio

La vita degli sportivi di alto livello suscita molte volte invidia nei confronti di chi, osservandoli da una condizione per così dire meno fortunata, desidererebbe fortemente essere al loro posto.

Ma la velina cristallina che avvolge queste esistenze nasconde un passato colmo di sacrifici, fatiche, sudore, che pochi sarebbero disposti ad affrontare per raggiungere il proprio obiettivo.

Come si può dunque resistere? Come può un essere umano fronteggiare con maggiore successo rispetto a un altro tutta una serie di difficoltà, ostacoli, stress, per arrivare al conseguimento di un risultato per tanti impensabile?

Pietro Trabucchi analizza le storie di alcuni straordinari atleti, conosciuti e meno conosciuti, mettendo in evidenza la loro ammirabile capacità di resilienza, vale a dire l’arte di saper far fronte alle avversità. Prima attraverso testimonianze dirette, poi tramite consigli pratici, il libro ci invita a riflettere sulle nostre incredibili potenzialità e sull’importanza della forza di volontà.

Nello sport e, di riflesso, nella vita.

LOCOS POR EL FÚTBOL

di Carlo Pizzigoni

Editore: Sperling & Kupfer

C’è un luogo, al mondo, in cui i sogni più stravaganti si trasformano in fatti reali. Solo il Sudamerica può regalare agli appassionati del pallone storie magiche, in cui calcio e vita di tutti i giorni si mischiano fino a formare un connubio perfetto. Il Cile, per esempio, ci racconta di Carlos Caszely, il Rey del metro cuadrado, centravanti della nazionale e bomber d’area di rigore, ma anche uomo straordinariamente coraggioso, capace di opporsi al regime di Pinochet. Il Brasile ci regala la sua viscerale passione per il pallone, capace di entusiasmare il mondo intero con le meraviglie di Pelé, ma anche di inscenare una clamorosa tragedia sportiva come il Maracanazo. L’Argentina ci dimostra che grandi non si nasce, ma si diventa, proprio come il miglior giocatore della storia di questo sport: Lionel Messi, detto la Pulce. Carlo Pizzigoni, maestro del calcio sudamericano, ci accompagna nei meandri di un continente interamente dedito al fútbol. Suggerendoci che, sì, gli inglesi ne saranno pure gli inventori, ma solo il Sudamerica può renderci locos per il pallone.

In Libreria 48

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