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Tra inflazione e rincari, le misure del PNRR puntano al “green”
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La crescita dei prezzi dell’energia è una delle cause del deciso rialzo dell’inflazione che si registra ormai da mesi a livello globale. L’area Euro ha subito in modo assai più marcato questa situazione rispetto agli USA. Dalla vigilia dello scoppio della pandemia sia il “WTI” sia il “BRENT” sono raddoppiati e si trovano oggi su valori attorno ai 120 dollari al barile. La dinamica “esplosiva” (è il caso di dirlo) del prezzo del gas è stata assai più sostenuta: in Europa le quotazioni sono velocemente salite da circa 10 euro per megawatt/ora fino a 180 euro in dicembre 2021 e addirittura a quasi 230 in marzo. Negli USA, a metà giugno, il prezzo ha raggiunto poco più di 80 dollari. A causa di questi andamenti, i prezzi al consumo sono progressivamente decollati. Sia negli USA sia nell’area Euro l’inflazione ha raggiunto un picco in maggio, rispettivamente dell’8,6 e all’8,1%. Come riferisce Banca d’Italia, Eurosistema stima che l’inflazione media nel 2022 si attesterà intorno al 7%. L’ipotesi per il 2023 è già quella di una discesa dell’inflazione verso valori decisamente più bassi: circa il 3,5%, per scendere al 2% nel 2024. In conseguenza di
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Petrolio greggio WTI dati storici
Gas naturale
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