S&A 142 Luglio-Agosto 2020

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UNA RIPARTENZA CON CRESCITA SOSTENIBILE La pandemia ha mietuto molte vittime da differenti punti di vista. E purtroppo continua a farlo. L’imprevedibile, che non faceva parte della nostra cultura, ci è venuto addosso: eravamo abituati a programmare tutto. Nella nostra Lombardia - e in particolare a Milano dove si macinavano record e primati - si è scoperta d’improvviso una grande fragilità. La città sembra ancora disorientata ma io personalmente sono certo che tornerà presto a volare grazie alle tante qualità. Però, ognuno di noi ha il dovere civico e morale di reagire: il virus può essere, paradossalmente, un moltiplicatore di energie positive e non dobbiamo rassegnarci anche se siamo frangibili. Se andrà bene, ci ritroveremo lungo il percorso virtuoso di una crescita più sostenibile per recuperare le perdite. Tutta l’Italia, che vive molto di esportazioni e di turismo, avrebbe infatti tutto da perdere nell’isolarsi. Occorre mettere in moto la leva degli investimenti, pubblici e privati, in infrastrutture materiali e immateriali, declinate in chiave “green”. La scommessa, ora più che mai, è nella drastica semplificazione degli adempimenti burocratici e amministrativi. Il crollo della produzione industriale reso noto da Confindustria (−50% in Marzo e Aprile) è, infatti, l’ulteriore conferma che quella in atto è la più grave recessione della storia nazionale in tempo di pace. Nelle previsioni contenute nel DEF, gli investimenti fissi lordi quest’anno subiranno una contrazione del 12,8%, per poi attestarsi nel 2021 al 4,3%. Una contrazione inevitabile, se si considera l’intensità della recessione, ma la sfida ora è puntare direttamente alla “ricostruzione” attraverso una pluralità di interventi: il Paese non ripartirà se non si metterà in moto la domanda interna. La pandemia e la recessione rilanciano anche l’idea di un buon Governo, però in una democrazia liberale capace di guardarsi allo specchio, per rimediare ai propri errori. In un’Europa che cambia passo, si presenta una grande opportunità: riparare i guasti e attenuare i dolori ingigantiti dalla pandemia investendo soprattutto nel capitale umano e nelle produzioni sostenibili. Un’Europa di ponti e non di muri. Le prospettive di sostegno economico proposto con il Recovery Fund (che, mentre andiamo in stampa, sappiamo verrà confer-

mato il 18 Luglio anche per l’Italia), sarà l’occasione per rilanciare l’adeguamento e la riconversione delle nostre opere pubbliche gestite tra le competenze che spettano al livello centrale e quelle che investono le autonomie locali e regionali, con la speranza che non ci siano pericolose sovrapposizioni. Se si guarda all’andamento degli ultimi anni, il vero problema nel nostro Paese non è stato l’ammontare potenziale e reale delle risorse disponibili, buona parte delle quali provenienti dai fondi comuni europei, ma è stato nell’effettiva capacità di spendere quelle risorse. Per riprendere i temi più significativi della rete viaria nazionale trattati da “Strade & Autostrade”, su questo numero - il cui focus è dedicato a ponti e viadotti - riportiamo le Linee Guida approvate dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici che riguardano la verifica e il monitoraggio delle opere autostradali. Si tratta di un passo importante per definire le modalità di interventi straordinari per il ripristino e la puntuale manutenzione al fine di garantire sicurezza all’utenza. È in arrivo dal MIT anche un manuale tecnico per la verifica delle gallerie autostradali, anch’esso destinato a tutti i Concessionari della rete stradale e ai manutentori che interverranno sulle opere d’arte. Questi interventi normativi da parte del Governo renderanno più chiare le procedure e faciliteranno gli investimenti per interventi in infrastrutture viarie, in grado di stimolare un considerevole effetto moltiplicatore e amplificando gli effetti finanziari delle risorse. La costruzione di opere pubbliche, infatti, comporta un largo impiego di capitale umano e l’attivazione di un circolo virtuoso per l’occupazione con aumento dei redditi e incremento dei consumi. Ritengo sia un processo virtuoso essenziale per lo sviluppo economico, con un’adeguata dotazione di reti di trasporto, agevolando anche l’adozione di nuove tecnologie e la riorganizzazione dei processi produttivi, facilitando così la riattivazione delle Imprese esistenti e la nascita di nuove. Le difficoltà economiche create dall’emergenza e da una gestione non sempre attenta sta creando forte malcontento sociale, pericolosissimo per la salute del Paese. Ma con un deciso e un rapido rilancio delle opere pubbliche il Governo potrebbe (deve) aiutare gli Italiani.

EDITORIALE Claudio Capocelli


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