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issue_031 Novembre 2022 Magazine dedicated to textiles, from yarn to fabric, for furnishing and fashion industry La rivista tecnica per il settore tessile dal filato al tessuto ISSN 2421-4779 Poste Italiane spa Sped. Abb. Post. D.L. 353/2003 (Convertit legge 27/02/2004 46), art. comma LO/MI/ 10,00 caso mancato recapito rinviare all’ufficio CMP Roserio (Mi) per restituzione mittente che impegna pa gare relativa tariffa Editrice webandmagazine s.r.l. Via Valla, 16 I-20141 Milano www.webandmagazine.media textures www.puredenim.it issue_031 textures 02 COLOPHON DICEMBRE 2022
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Fiera

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EDITORIALE

LA CONTINUA RICERCA THE CONTINUOUS RESEARCH di Beatrice Guidi

CULTURA TESSILE MOSHE TABIBNIA

MOSHE TABIBNIA RACCONTA TRE MOSTRE SUL TEMA DEL SACRO MOSHE TABIBNIA TELLS THREE EXHIBITIONS ON THE THEME OF THE SACRED di Paola Govoni

40 PUBBLIREDAZIONALE TINTORIA SALA

L'INNOVAZIONE NON SI FERMA FROM TINTORIA SALA THE FIRST LONG STAPLES YARN IN ONE HUN- DRED PERCENT RECYCLED TREVIRA CS MADE IN ITALY

44 AREA DENIM PURE DENIM SOSTENIBILITÀ CONTROLLABILE TESTABLE SUSTAINABILITY di Pietro Ferrari

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SPAZIO GREEN FSC® ITALIA

DALLA FORESTA AL FASHION FROM FOREST TO FASHION di Pietro Ferrari

20 SPAZIO GREEN LENZING, TENCELTM

TRENT'ANNI DI INNOVAZIONE THIRTY YEARS OF INNOVATION AND SUSTAINABILITY di Lenzing Press Team

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PERCORSI TESSILI

TORCITURA PADANA - INTERFIL TP - COEX STRATEGIE DI GRUPPO TORCITURA PADANA WITH INTERFIL TP AND COEX FORMS A WINNING TEAM di Pietro Ferrari

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PERCORSI TESSILI FILPUCCI

PERCORSI SOSTENIBILI

THE FILPUCCI SPRING SUMMER 2024 COLLECTION, A JOURNEY TO DISCOVER NEW NATURAL MATE- RIALS di Beatrice Guidi

30 ART AND TEXTILE

MUSEO DEL TESSUTO DI PRATO

IL MUSEO DEL TESSUTO DI PRATO. PRESIDIO CULTURALE DEL TERRITORIO FRA STORIA E FUTURO ‘MUSEO DEL TESSUTO‘ IN PRATO. A CULTURAL LOCAL PRESENCE BET- WEEN PAST AND FUTURE di Paola Govoni

48 AREA MAGLIERIA LANIFICIO DELL'OLIVO CRESCERE NELLA TEMPESTA GROWING UP IN THE STORM di Beatrice Guidi

50 AREA TESSUTO TECNICO BEMBERGTM

CRESCE IL RUOLO DELLA FIBRA BEMBERGTM THE ROLE OF BEMBERGTM FIBER IS GROWING di Pietro Ferrari

54 COLOURS STEFANO PANCONESI

L'AGGRAPPAGGIO, PUNTO CRITICO DELLA TINTURA TESSILE GRIPPING, A CRITICAL POINT IN TEXTILE DYEING di Stefano Panconesi

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issue_031 SOMMARIO DICEMBRE 2022 textures
7 9 FEBRUARY 2023
PARIS.PREMIEREVISION.COM
PARIS NORD - VILLEPINTE
@ALESSANDRA.HU

texturesLa continua ricerca

Creare e offrire prodotti di eccellenza è l’unica soluzione che funziona in tutti gli scenari, anche quelli più difficili che stiamo affrontando da mesi.

I protagonisti del cambiamento sono lo sviluppo di nuovi processi produttivi più efficienti e a basso impatto ambientale, la personalizzazione e la produzione on demand per contrastare gli sprechi e il ritorno all’artigianato per offrire prodotti sempre più esclusivi. Le nuove tendenze del settore tessile riguardano anche la scelta dei tessuti: si passa dai tessuti naturali a quelli tecnici innovativi. Ne sono un esempio le aziende presenti in questo numero, ma anche le fiere che apriranno il 2023, che hanno focalizzato l’attenzione sulla sostenibilità creativa.

Con il titolo ‘Textiles Matter’, Heimtextil Trends 23/24 stabilisce gli standard per l'arredamento tessile sostenibile e orientato al futuro di domani proponendo quattro temi di tendenza: ‘Make and Remake’, ‘Continuous’, ‘From Earth’ e ‘Nature Engineered’.

PITTIWAY è il tema dei prossimi saloni di Pitti Immagine. Ri-

partire è il desiderio di tutti, ma decidere la direzione, orientarsi, fare delle scelte non è semplice: bisogna tener conto non solo delle emozioni e dell’esperienza, ma anche di nuovi strumenti: tools digitali, identità biometriche, algoritmi.

MU SUPERPOWER è la tematica di tendenze di Milano Unica per la prossima Primavera/Estate 2024, attribuisce alla bellezza e alla fantasia un simbolico effetto rigenerante e il potere costruttivo che nasce dalla creatività. La moda in grado di esprimere un super-potere che genera la scintilla per compiere nuovi progetti, con una capacità unica di guardare al futuro. Anche FILO propone temi incentrati sulla continua ricerca sul prodotto, con “Geografie Immaginarie” Gianni Bologna elabora delle ispirazioni di grande suggestione, in cui “l’immaginazione lascia campo a mille possibili sfaccettature creative, anche se - spiega Gianni Bologna - l’unica dimensione possibile per l’immaginazione vera è quella reale”.

THE CONTINUOUS RESEARCH

Creating and offering products of excellence is the only solution that works in all scenarios, even the most difficult ones we have been facing for months. The protagonists of change are the development of new and more efficient production processes, with low environmental impact, the customization and the production ondemand to combat waste, and a return to craftsmanship to offer increasingly exclusive products. New trends in the textile sector also concern the choice of fabrics: there is a shift from natural fabrics to innovative technical ones. Examples are the companies featured in this issue, but also the trade fairs opening 2023, which have focused on creative sustainability.

Under the title 'Textiles Matter,' Heimtextil Trends 23/24 sets the standard for tomorrow's sustainable and future-oriented textile furnishings by proposing four trend themes: 'Make and Remake,' 'Continuous,' 'From Earth,' and 'Nature Engineered.

PITTIWAY is the theme of the upcoming Pitti Immagine shows. Remaking is everyone's desire, but deciding the di-

rection, orienting oneself, making choices is not easy: one has to take into account not only emotions and experience, but also new tools: digital tools, biometric identities, algorithms.

MU SUPERPOWER is the trend theme of Milano Unica for the upcoming Spring/Summer 2024, it attributes to beauty and imagination a symbolic regenerating effect and the constructive power that comes from creativity. Fashion capable of expressing a super-power that generates the spark to accomplish new projects, with a unique ability to look to the future.

FILO also proposes themes centered on continuous product research, with "Imaginary Geographies" Gianni Bologna elaborates inspirations of great suggestion, in which "imagination leaves the field to a thousand possible creative facets, even if," explains Gianni Bologna, "the only possible dimension for true imagination is the real one.

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07 editoriale

MOSHE TABIBNIA RACCONTA TRE MOSTRE SUL TEMA DEL SACRO

posto che un tappeto nasce già come un’isola che ha tante funzioni, tra cui quella isolarsi dal resto del mondo in una situazione di meditazione e di preghiera; perciò il tappeto già in sé è un suolo sacro per tanti motivi, composto da una trama e un ordito, di per sé concetti molto simbolici.

Abbiamo incontrato Moshe Tabibnia, collezionista, antiquario e grande esperto di arte tessile antica e di arte contemporanea, nella sua galleria in via Brera 3 a Milano, in occasione della mostra ‘Sacro concreto’ in programma dal 26 ottobre 2022 al 12 febbraio 2023, cui si affiancano ‘Il Numinoso’ un progetto espositivo che indaga il senso del sacro nell’arte italiana contemporanea presso BUILDING, in via Monte di Pietà 23 dal 27 ottobre 2022 al 28 gennaio 2023 e una mostra di arte contemporanea in uno spazio sacro, alla Basilica di San Celso in Corso Italia 37, dal 9 novembre al 22 dicembre 2022.

Nell’ambito di questa mostra abbiamo voluto sottolineare proprio questo tema, rappresentando il tappeto da preghiera come un oggetto che veniva preso e maneggiato tutti i giorni, più volte al giorno, con l’intenzione di isolarsi e pregare. Se è vero dunque che tutti i tappeti sono un suolo sacro, il tappeto da preghiera lo è ancora di più, in quanto consacrato dall’uso quotidiano nell’atto della preghiera.

Mentre da BUILDING abbiamo in corso una mostra meravigliosa curata da Giorgio Verzotti dal titolo ‘Il Numinoso’, che rappresenta l’attenzione verso il sacro attraverso la visione di oltre venti artisti ita-

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PAOLA GOVONI – Qual è il significato del sacro in relazione a queste mostre? MOSHE TABIBNIA – Partiamo dal presup-
CULTURA
n Moshe Tabibnia nella sua galleria di via Brera 3 a Milano. n Mostra ‘Sacro concreto’ curata da Ilaria Maiorino. Galleria Moshe Tabibnia.

MOSHE TABIBNIA TELLS THREE EXHIBITIONS ON THE

THEME OF THE SACRED

We met Moshe Tabibnia, collector, antique dealer and great expert in ancient textile art and contemporary art, in his gallery of via Brera 3 in Milan, on the occasion of the exhibition 'Sacro concreto’ scheduled from 26 October 2022 to 12 February 2023, alongside 'Il Numinoso' an exhibition project that investigates the sense of the sacred in contemporary Italian art at BUILDING, via Monte di Piet‡ 23 from 27 October 2022 to 28 January 2023 and an exhibition of contemporary art hosted in a sacred space, at the Basilica of San Celso, Corso Italia 37, from 9 November to 22 December 2022.

'We start from the assumption that a carpet is already born as an island that has many functions, - says Moshe Tabibnia - including that of isolating oneself from the rest of the world in a situation of meditation and praye. Therefore the carpet is already in itself a sacred ground for many reasons, composed of a weft and a warp, in themselves very symbolic concepts.

In the context of this exhibition we wanted to underline this theme, representing the prayer rug as an object that was taken and handled every day, several times a day, with the intention of isolating oneself and praying. If it is therefore true that all carpets are sacred ground, the prayer carpet is even more so, as it is consecrated by the daily use in the act of prayer. The same is true for church vestments or for those tapestries whose function is to express the sacred concept.

I believe that these three elements - the prayer rugs that come from the Islamic world, the tapestries and fabrics of European Christian origin - express a significant cultural dialogue in this exhibition.'

Concurrently with the three exhibitions organized in Milan, the Moshe Tabibnia Gallery lent three of the eight carpets on display from 10 November to 12 February 2023 at Palazzo Rosso, Genoa, two 'Sanguszko' and one Kirman, on the occasion of the exhibition 'The wonderful 'Sanguszko' - The most beautiful carpets in the world', an exceptional event that brings together a group of carpets of the Safavid period, masterpieces from Persia dating back to the 16th century.

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n Galleria Moshe Tabibnia. Veduta verso la corte interna. n Tappeto a pregheira multipla “Saf”. Anatolia centrale, XVII secolo. Kilim, tappeto piatto, 375 cm x 158 cm. Intelaiato. Galleria Moshe Tabibnia.

n Tappeto a preghiera. Anatolia centrale, circa 1800. Tappeto in lana annodato a mano, 178 x 116 cm. Galleria Moshe Tabibnia.

n Tappeto a nicchia con colonne. Armenia, Caucaso, XVII secolo. Tappeto in lana annodato a mano, 158 x 95 cm, frammento. Galleria Moshe Tabibnia.

n Tappeto a preghiera. Caucaso meridionale, 1832 (anno dell’Egira 1247). Tappeto in lana annodato a mano, 120 x 97 cm. Galleria Moshe Tabibnia.

CULTURA TESSILE MOSHE TABIBNIA

liani contemporanei, ho deciso di esprimere il sacro nella galleria di via Brera attraverso una mostra accompagnata da un testo di Marco Meneguzzo, studioso di arte contemporanea, scelto di proposito, che parla di arte antica.

Normalmente non si creano queste relazioni, ma, essendo io immerso nel tessile antico e nell’arte contemporanea, sono particolarmente interessato a questo incrocio, che abbiamo già sviluppato due anni fa al Miart, dove ho portato un artista contemporaneo, Remo Salvadori, assieme a frammenti di tappeti antichi del Quattrocento e del Cinquecento messi in dialogo fra loro, perché la matrice dell’arte è sempre la stessa: può avere tante forme, espressioni e epoche diverse, ma i temi e i concetti sono sempre gli stessi, perciò non vedo molta differenza tra tessile antico e arte contemporanea. Nella mostra ‘Sacro concreto’ ho voluto un critico d’arte contemporanea molto conosciuto che parli di questi tessili antichi proprio per dare un nuovo punto di vista a un tema, quello del sacro, che è già stato lungamente trattato nell’ambito del tessile. In più sono esposti velluti italiani del Quattro e Cinquecento, che venivano utilizzati nelle chiese sotto forma di vestiti o paramenti.

PAOLA GOVONI – Si tratta dunque di un incontro di culture…

MOSHE TABIBNIA – Credo che questi tre elementi - i tappeti da preghiera che ven-

gono dal mondo islamico, gli arazzi e i tessuti di matrice cristiana europea - esprimano in questa mostra un dialogo culturale significativo.

PAOLA GOVONI – Perché il nome ‘Sacro concreto’ scelto per questa mostra?

MOSHE TABIBNIA – ‘Sacro concreto’ viene, appunto, dalla visione di Marco Meneguzzo, il quale nel suo saggio evidenzia come il tappeto da preghiera è un oggetto concreto, che viene preso in mano tutti i giorni più volte al giorno per elevare chi lo usa e portarlo alla preghiera. Lo stesso vale per i paramenti da chiesa o per questi arazzi la cui funzione è esprimere il sacro. Mentre all’interno della mostra presso BUILDING il sacro può essere espresso in modo concettuale - pensiamo alle attese di Fontana o a tanti altri artisti che ovviamente esprimono le loro visioni di aldilà o cosmo in maniera concettuale, raramente esplicita o figurativa - nella mostra ‘Sacro concreto’ quasi tutto è per l’appunto “concreto” in quanto oggetti che servono fisicamente al momento della preghiera.

PAOLA GOVONI – Quanti pezzi sono esposti? MOSHE TABIBNIA – Nella galleria di via Brera sono esposti circa quaranta pezzi, la maggior parte sono tappeti da preghiera annodati, ci sono anche tappeti da preghiera tessuti, come i kilim, ci sono alcuni arazzi legati al concetto di sacro e poi ci

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sono i velluti. I tappeti annodati sono esposti nelle sale del Caucaso, dell’Anatolia, della Persia e dell’Asia Centrale in aree di religione musulmana.

Abbiamo una sala dedicata ai tappeti più antichi in cui partiamo da un frammento di Saf Zylu del Quattrocento di provenienza persiana e un frammento di Saf persiano del Cinquecento appartenente all’unico tappeto da preghiera di quel periodo, se si esclude un secondo frammento dello stesso tappeto esposto al museo di Kuwait City.

Abbiamo un frammento unico di tappeto della Siria, un tappeto da preghiera millefiori Mugal che viene dall’India, un tappeto da preghiera persiano della metà del Cinquecento che fa parte del gruppo Salting, di cui alcuni esemplari sono conservati al Topkapi di Istanbul.

Sono esposti anche tappeti da preghiera transilvani che nel Seicento i ricchi mercanti della zona compravano dal confinante Impero Ottomano per donarli alle chiese. Anzichè utilizzarli sui pavimenti, le chiese li esponevano appesi sulle pareti, considerandoli oggetti sacri e grazie a ciò si sono conservati in modo eccellente: pensiamo che solamente nella Chiesa Nera di Bra ov sono conservati oltre 150 tappeti, tutte donazioni che i religiosi hanno preziosamente conservato. È in mostra anche un tappeto da preghiera realizzato da tessitori armeni. Ognuno di questi tessuti va interpretato in modo adeguato: basti pensare che nella sinagoga di Pa-

dova c’è un parochet, che copre la nicchia dove è conservata la Torah, e questo tessuto è un tappeto da preghiera egiziano del Cinquecento, che può essere considerato come una ‘porta’ per passare dalla vita comune di tutti i giorni alla sfera del sacro. Lo stesso concetto lo si trova espresso da BUILDING: ci sono porte, ci sono soglie, ci sono finestre e tutte esprimono l’idea che attraverso queste aperture è possibile vedere la sfera del sacro. Anche nel caso dei tappeti bisogna dare questa interpretazione: non sempre sono da posare a pavimento per isolarsi e pregare, magari orientando il tappeto verso la Mecca, ma possono anche essere considerati delle porte che conducono nella sfera successiva.

PAOLA GOVONI – Nella presentazione delle mostre troviamo un riferimento relativo alla Basilica di San Celso. MOSHE TABIBNIA – Nella Basilica di San Celso a Milano c’è uno spazio meraviglioso e raccolto, con uno stupendo giardino in grado, anche da vuoto, di richiamare immediatamente il sacro. Lì abbiamo collocato, in occasione di questa mostra, sette opere di arte contemporanea di Jannis Kuonellis, Remo Salvadori, Bizhan Bassiri, Gianni Caravaggio, Chiara Dynys, Nicola Samorì, tutte sculture esposte in questa cappella, aperta al pubblico,

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n Mostra ‘Il Numinoso’ curata da Lorenzo Palmieri presso BUILDING.

n Mostra di arte contemporanea e tappeti alla Basilica di San Celso.

n Tappeto a vasi. Kirman, Persia meridionale, XVI secolo, III quarto. 155 x 230 cm. Intelaiato.

Ex collezione Jekyll. Galleria Moshe Tabibnia, in prestito alla mostra ‘I magnifici tappeti ‘Sanguszko’ - I tappeti più belli del mondo’, a Palazzo Rosso, Genova.

CULTURA TESSILE MOSHE TABIBNIA

con la volontà di esprimere il sacro contemporaneo degli artisti in uno spazio già di per sé sacro, essendo la chiesa ancora consacrata.

PAOLA GOVONI – Possiamo dire ancora qualcosa della mostra presso BUILDING?

MOSHE TABIBNIA – Oltre all’arte contemporanea, possiamo trovare in mostra anche i tessili: un meraviglioso tappeto kilim di Alighiero Boetti che esprime il sacro attraverso la numerazione da uno a cento che rappresenta il concetto di ritorno, un tappeto sardo della prima metà dell’Ottocento di cui esistono cinque esemplari

conosciuti che vengono chiamati “tappeto da morto”, sui quali si appoggiava la salma nel momento della cerimonia e che riportano le stesse geometrie che si trovano nei tappeti orientali. In Medio Oriente esiste questo tipo di tappeto che si chiama ‘met hane’ ovvero la “casa del morto” in cui spesso erano intessute delle mappe stellari come indicazioni di viaggio per l’anima. Curiosamente, anche questi tappeti sardi hanno rappresentazioni di geometrie che rappresentano l’arrivo e la partenza di un’anima. Non manca un bellissimo tessuto ricamato di Maria Lai e un tappeto Mugal del Seicento, che abbiamo integrato nella composizione di un’opera d’arte contemporanea dell’artista Amalia Dal Ponte e abbiamo dunque qui utilizzato come rappresentazione del suolo sacro.

Contestualmente alle tre mostre organizzate a Milano, la Galleria Moshe Tabibnia ha prestato tre degli otto tappeti che si possono vedere esposti dal 10 novembre al 12 febbraio 2023 a Palazzo Rosso, Genova, due ‘ Sanguszko’ e un Kirman, in occasione della mostra ‘I magnifici tappeti ‘Sanguszko’ – I tappeti più belli del mondo’, un eccezionale evento che raduna un gruppo di tappeti d’epoca safavide, capolavori della Persia del XVI secolo.

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n Un momento della conversazione nei nostri uffici.

n Diversi i campi di applicazione.

https://fashion.fsc-italia.it/ writer Pietro Ferrari

DALLA FORESTA AL FASHION

L'IMPEGNO DI FSC® NELLA CERTIFICAZIONE DEI TESSILI DI ORIGINE FORESTALE.

Incontriamo presso i nostri uffici a Milano Andrés Ortolano Tabolacci che per FSC® Italia, rappresentanza nazionale della ONG internazionale Forest Stewardship Council, la certificazione nel settore tessile e, cortesemente, ci racconta la storia della presenza nel nostro mondo di un marchio che, nel settore forestale e nella filiera del legno/carta, occupa un posto di primo piano.

PIETRO FERRARI – Qual è il ruolo di FSC® in generale nella sua attività?

ANDRÉS ORTOLANO – Come organizzazione internazionale FSC® si occupa di garantire l’origine sostenibile di tutti i prodotti che provengono da gestione forestale, siano un prodotto legnoso come il legno stesso o la cellulosa oppure che si tratti di un prodotto derivato come la gomma naturale, il sughero o il bambù.

PIETRO FERRARI – Anche nel campo tessile distinguiamo diverse categorie di prodotti comunque suscettibili di certificazione?

ANDRÉS ORTOLANO – Certo, le fibre di origine cellulosica. Come però risulta da un report pubblicato da Canopy, una ONG canadese, molti brand della moda ancor oggi impiegano fibre di origine non responsabile, contribuendo alla distruzione o al degrado delle aree forestali nel mondo. Il report di Canopy ha ipotizzato per questo due scenari: la rinuncia all'utilizzo di queste fibre o, in alternativa, il loro utilizzo solo qualora siano certificate FSC®.

PIETRO FERRARI – Di quali fibre stiamo parlando al momento?

ANDRÉS ORTOLANO – Stiamo parlando di quelle che in lingua inglese vengono chiamate "man made cellulosic fibers" e che in lingua italiana possono essere definite "fibre cellulosiche artificiali". È il caso della viscosa che costituisce l'ottanta per cento delle fibre in oggetto ma parliamo anche del Modal, del Lyocell, dell'acetato di cellulosa, e della viscosa derivante dal bambù; ma possiamo anche citare la gomma naturale, che pure è un prodotto forestale, utilizzata ad esempio da Patagonia per fabbricare le mute per il surf in Yulex.

È utile sottolineare però che la fibra è solo il punto di partenza di un percorso che arriva al consumatore finale.

PIETRO FERRARI – Vi inserite in un contesto in cui la certificazione è una prassi diffusa e articolata...

ANDRÉS ORTOLANO – Le tipologie di certi-

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SPAZIO GREEN FSC® ITALIA

FROM FOREST TO FASHION

At our offices in Milan we meet AndrÈs Ortolano Tabolacci who works for FSC® Italia, national representation of the international ONG Forest Stewardship Council, works on certification in the textile sector and, kindly, tells us the story of the presence in our world of a brand which, in the forestry sector and in the wood/paper supply chain, it occupies a leading position.

Pietro Ferrari – What is the role of FSC® in general in your business?

AndrÈs Ortolano – As an international organization, FSC® is responsible for guaranteeing the sustainable origin of all

products that come from forest management, whether they are a wood product such as wood itself or cellulose or whether it is a derivative product such as natural rubber, cork or bamboo.

Pietro Ferrari – Even in the textile field, do we distinguish different categories of products that are in any case susceptible to certification?

AndrÈs Ortolano – Of course, the fibers of cellulose origin. However, as shown by a report published by Canopy, a Canadian NGO, many fashion brands still use fibers of non-responsible origin, contributing to the destruction or degradation of forest areas around the world. The Canopy report hypothesized two scenarios for this: the renunciation of the use of these fibers or, alternatively, their use only if they were FSC certified.

Pietro Ferrari – Which fibers are we talking about at the moment?

AndrÈs Ortolano – We are talking about what in English are called "man made cellulosic fibers" This is the case of viscose which makes up eighty percent of the fibers in question but we are also talking about Modal, Lyocell, cellulose acetate, and viscose deriving from bamboo; but we can also mention the natural rubber, which is also a forest product, used by Patagonia to manufacture surf suits in Yulex. However, it is useful to underline that fiber is only the starting point of a path that reaches the final consumer.

Pietro Ferrari – You enter a context in which certification is a widespread and articulated practice...

AndrÈs Ortolano – The types of certification in the world of textiles are very numerous and the materials used are also numerous: these are complex production processes. I would say that this sector is more advanced than woodpaper in some aspects, above all in terms of traceability practices that com-

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ficazione nel mondo del tessile sono molto numerose e sono numerosi anche i materiali utilizzati: si tratta di processi produttivi complessi. Direi che questo settore rispetto al legno-carta è su alcuni aspetti più avanzato, soprattutto sulle prassi di rintracciabilità che le aziende già seguono come percorso in coerenza con la natura del proprio lavoro. Un altro aspetto molto importante è che queste prassi sono in forte crescita in Italia, fatto che ci ha portato, tra le altre iniziative, a essere presenti a Milano Unica quest'anno, anche in considerazione del fatto che i brand sono determinanti nell'influenzare i comportamenti a monte, attraverso pratiche che portino a benefici (ambientali, sociali ed economici) reali e quantificabili.

PIETRO FERRARI – È un universo omogeneo?

ANDRÉS ORTOLANO – Non proprio. Non va trascurata ad esempio le netta differenza tra il mondo del lusso e quello del fast fashion: nel mondo del lusso stiamo lavorando molto più a livello dei brand e dei loro fornitori: questo perché molto spesso questi player hanno già politiche di sostenibilità ben strutturate e il loro bisogno è quello di promuovere questo impegno.

Il fast fashion, d'altra parte, ha maggior necessità di costruire filiere sostenibili, che tengano conto di aspetti sociali e ambientali, in linea anche con le crescenti attenzioni dei consumatori.

In entrambi i casi, il nostro obiettivo è di ar-

panies already follow as a path in line with the nature of their work.

Another very important aspect is that these practices are growing rapidly in Italy, which has led us, among other initiatives, to be present at Milano Unica this year, also in consideration of the fact that brands are crucial in influencing upstream behaviors, through practices that lead to real and quantifiable (environmental, social and economic) benefits.

rivare alla certificazione dell’intera filiera di produzione (come diciamo spesso, ‘dalla foresta all’armadio’) fino all'etichettatura del capo. Questa sequenza è già molto comune in altri settori, ma nel fashion un po’ meno.

PIETRO FERRARI – A che tipo di realtà forestali vi rivolgete in partenza?

ANDRÉS ORTOLANO – Per quanto riguarda le foreste di approvvigionamento del mondo del tessile, di fatto sono le stesse del mondo della carta e sono per gran parte gestite da tre grossi produttori di cellulosa: Bracell, Rayoner e Sappi, proprietari di grandi superfici forestali. Alcuni importati produttori di fibre artificiali stanno anche espandendo la loro area di approvvigionamento attraverso accordi con piccoli proprietari forestali. Parlando di viscosa, le specie principe da cui è ricavata sono le resinose e l'eucalipto, poi il faggio e la betulla. In realtà non c'è una specie legnosa utilizzata di preferenza; la sola eccezione è per il Modal, che utilizza preferibilmente il faggio. Il bambù è un'altra varietà molto utilizzata in questo campo.

UNA PRESENZA COSTANTE PIETRO FERRARI – Immagino che queste grandi realtà con cui avete a che fare siano tutte certificate proprio per l'interesse che hanno a praticare una selvicoltura responsabile…

ANDRÉS ORTOLANO – Confermo: questi grandi canali sono quasi tutti certificati

Pietro Ferrari – Is it a homogeneous universe? AndrÈs Ortolano – Not really. For example, the clear difference between the world of luxury and that of fast fashion should not be overlooked: in the world of luxury we are working much more at the level of brands and their suppliers: this is because very often these players already have well-structured sustainability policies and their need is to promote this commitment.

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FSC®. Tuttavia essere certificati non vuol dire sempre produrre il 100% come certificato FSC®: in base al mercato o a richieste dei clienti, un produttore può decidere di utilizzare la certificazione anche solo per un prodotto, o una linea di prodotti. Questo è uno dei problemi nel mondo del fashion: ad oggi la maggior parte delle fibre artificiali di cellulosa presenti sul mercato non sono certificate FSC; ciò significa che spesso, ancorché tracciabili, queste fibre non in grado di assicurare impatti positivi dal punto di vista ambientale, sociale ed economico.

PIETRO FERRARI – Il criterio di base del vostro intervento qual è?

ANDRÉS ORTOLANO – FSC® si occupa di promuovere una gestione forestale responsabile: ciò significa applicare rigorosi standard che permettano di garantire un approvvigionamento e un consumo responsabili, assieme alla conservazione e al ripristino delle aree naturali. Guardando al mondo del tessile e della moda, significa applicare principi di trasparenza, legalità ed eticità alla filiera, in modo tale da rendere un prodotto (un capo, un accessorio) non solo bello, ma anche buono.

PIETRO FERRARI – In relazione al futuro come vi state muovendo?

ANDRÉS ORTOLANO – Stiamo lavorando molto sul completamento della filiera: mancano, per esempio, i confezionisti e dobbiamo portare i brand a promuovere maggiormente il loro impegno sull’approvvigionamento responsabile di fibre cellulosiche. Ci aspettiamo però una sempre maggiore attenzione su questi temi nel settore della moda. A dircelo sono anche i numeri: se nel 2016 eravamo a zero, oggi abbiamo oltre 140 realtà certificate in Italia.

Negli ultimi anni brand di prestigio come Rick Owens, Sézane, Masai, JBS Textile Group, Bitte Kai Rand e hanno poi scelto di promuovere la certificazione FSC® presso i propri clienti. Intensificheremo sicuramente la partecipazione alle fiere del

tessile e altri eventi rilevanti per questo settore, puntando a stabilire maggiori collaborazioni con i brand.

A livello internazionale, continueremo a collaborare con Canopy come soluzione certificativa per poter utilizzare le fibre cellulosiche artificiali e dal 2023 cercheremo di approfondire tramite degli studi e delle collaborazioni il tema del riciclo, puntando a trovare soluzioni di maggiore circolarità.

Invitiamo infine tutte le aziende facenti parte della filiera tessili, dai produttori delle fibre fino ai brand, ad aderire alla nostra iniziativa Fashion Forever Green Pact. ( https://www.fashionforevergreen.org ).

Ringraziamo intanto le aziende italiane che hanno già aderito: Brunello s.p.a., Colombo industrie Tessili s.r.l., E. Miroglio s.r.l., Enzo Ghiringhelli s.p.a., Jackytex s.p.a., Ghezzi s.p.a., Torcitura Fibre Sintetiche s.p.a., Italtex s.p.a.

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Fast fashion, on the other hand, has a greater need to build sustainable supply chains, which take into account social and environmental aspects, also in line with the growing attention of consumers.

In both cases, our goal is to achieve certification of the entire production chain (as we often say, 'from the forest to the wardrobe') up to the labeling of the garment. This sequence is already very common in other sectors, but a little less so in fashion.

Pietro Ferrari – What kind of forest realities are you targeting from the outset?

AndrÈs Ortolano – As regards the supply forests of the textile world, in fact they are the same as those of the paper world and are mostly managed by three large cellulose producers: Bracell, Ra-

yoner and Sappi, owners of large forest areas. Some important man-made fiber producers are also expanding their sourcing area through agreements with small forest owners.

Speaking of viscose, the main species from which it is obtained are resinous and eucalyptus, then beech and birch. In reality, there isn't a preferred wood species; the only exception is for Modal, which preferably uses beech. Bamboo is another variety widely used in this field.

A constant presence

Pietro Ferrari – I imagine that these large companies you are dealing with are all certified precisely because of the interest they have in practicing responsible forestry?

AndrÈs Ortolano – I confirm: these large channels are almost all FSC certified. However, being certified does not always

textures 18 issue_031 SPAZIO GREEN FSC® ITALIA
n L'attenzione ai processi produttivi della materia di base.

mean producing 100% as FSC® certified: based on the market or customer requests, a manufacturer can decide to use the certification even just for one product, or a line of products. This is one of the problems in the world of fashion: to date most of the artificial cellulose fibers on the market are not FSC certified; this means that often, even if traceable, these fibers are unable to ensure positive impacts from an environmental, social and economic point of view.

Pietro Ferrari – What is the basic criterion of your intervention?

AndrÈs Ortolano – FSC ® is responsible for promoting responsible forest management: this means applying rigorous standards that make it possible to guarantee responsible procurement and consumption, together with the conservation and restoration of natural areas. Looking at the world of textiles and fashion, it means applying principles of transparency, legality and ethics to the supply chain, in such a way as to make a product (a garment, an accessory) not only beautiful, but also good.

Pietro Ferrari – In relation to the future, how are you moving?

AndrÈs Ortolano – We are working a lot on completing the supply chain: for example, there is a lack of garment makers and we need to get the brands to further promote their commitment to the responsible procurement of cellulosic fibres. However, we expect increasing attention to these issues in the fashion sector. The numbers also tell us this: if in 2016 we were zero, today we have over 140 certified companies in Italy.

In recent years, prestigious brands such as Rick Owens, SÈzane, Masai, JBS Textile Group, Bitte Kai Rand and have then chosen to promote the FSC® certification among their customers. We will certainly intensify participation in textile fairs and other relevant events for this sector, aiming to establish more collaborations with brands.

At an international level, we will continue to collaborate with Canopy as a certification solution to be able to use artificial fibers and from 2023 we will try to deepen the theme of recycling through studies and collaborations, aiming to find circular solutions. Finally, we invite all companies in the textile supply chain, from fiber producers to brands, to join our Fashion Forever Green Pact initiative. (https://www.fashionforevergreen.org). Meanwhile, we would like to thank the Italian companies that have already joined: Brunello s.p.a., Colombo industrie Tessili S.r.l., E. Miroglio S.r.l., Enzo Ghiringhelli s.p.a., Jackytex s.p.a., Ghezzi s.p.a., Torcitura Fibre Sintetiche s.p.a., Italtex s.p.a.

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TRENT'ANNI DI INNOVAZIONE

SEMPRE PIÙ DETERMINANTE L'APPORTO DI TENCEL™ ALLA SOSTENIBILITÀ NEL SETTORE TESSILE.

Il marchio tessile di punta di Lenzing, TENCEL™, celebra quest'anno tre decenni di innovazione sostenibile delle fibre. Dal 1992, il marchio TENCEL™ ha consentito alle aziende di tutta la catena del valore tessile di adottare pratiche più rispettose dell'ambiente.

«Dal suo lancio trent'anni fa, TENCEL™ è sempre stato concepito come un fornitore di soluzioni per l'industria tessile», ha dichiarato Robert van de Kerkhof, membro del consiglio di amministrazione di Lenzing. «In linea con il passaggio di livello del settore verso logiche più profonde di sostenibilità e trasparenza, nel 2018 il marchio si è evoluto da contributore dietro le quinte a protagonista.

Da quel momento in poi, TENCEL™ ha ampliato la propria offerta dalle creazioni in fibra alle tecnologie digitali pionieristiche.

A oggi, il marchio TENCEL™ ha superato le aspettative in tutto il settore come "fornitore affidabile" di fibre sostenibili di alta qualità tra i principali marchi globali di moda e tessili per la casa.

Siamo entusiasti di raggiungere questo traguardo e non vediamo l'ora di guidare l'innovazione continua e costruire partnership più solide nei prossimi 30 anni e oltre». Il marchio TENCEL™ incorpora diversi elementi dell'economia circolare nel suo modello aziendale, nelle sue pratiche e nella sua innovazione.

Le fibre a marchio TENCEL™ sono prodotte con legno, materia prima rinnovabile, proveniente da foreste e piantagioni gestite in modo sostenibile. Le fibre sono compostabili e si biodegradano alla fine del loro utilizzo. In questo modo, il ciclo dei materiali si chiude e si allinea al ciclo biologico, formando una circolarità naturale.

Nel corso degli anni, abbiamo guidato l'industria verso un'economia circolare a tutti gli effetti, cercando di dare ai rifiuti una nuova vita in tutti gli aspetti del nostro core business. Sviluppiamo soluzioni circolari per chiudere i loop ogni volta che è possibile.

Questo include innovazioni circolari come la nostra tecnologia REFIBRA™, che aggiunge fino al 30% di polpa di cotone proveniente da scarti riciclati della produzione di abbigliamento alla polpa di legno per produrre fibre di lyo-

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www.tencel.com
SPAZIO GREEN LENZING, TENCEL™

To date, the TENCEL™ brand has exceed expectations across the industry as ‘ the trusted provider ’ of high-quality sustainable fibers among leading global fashion and home textile brands.

We are thrilled to reach this milestone and are looking forward to driving continuous innovation and building stronger partnerships over the next 30 years and beyond ” .

THIRTY YEARS OF

INNOVATION AND SUSTAINABILITY

Lenzing ’ s flagship textile brand, TENCEL™, is celebrating three decades of sustainable fiber innovation this year. Since 1992, the TENCEL™ brand has empowered companies across the textile value chain to adopt more eco-friendly practices.

“Since its launch 30 years ago, TENCEL™ has always been envisioned as a solution provider for the textile industry ” , said Robert van de Kerkhof, Member of the Managing Board at Lenzing.“Aligning with the industrywide shift towards deeper levels of sustainability and transparency, in 2018, the brand evolved from a behindthe-scenes contributor to a front-facing player. From then on, TENCEL™ expanded its offerings from fiber creations to pioneering digital technologies.

The TENCEL™ brand embeds different elements of the circular economy in its business model, practices, and innovation. TENCEL™ branded fibers are made from renewable raw material wood, which is sourced from sustainably managed forests and plantations. The fibers are compostable and biodegrade at the end of their use. Thus, the material loop closes and aligns with the biological cycle, forming natural circularity. “

Over the years, we have been driving the industry towards a fully-fledged circular economy by striving to give waste a new life in all aspects of our core business. We co-develop circular solutions to close loops wherever possible. This includes circular innovations like our REFIBRA™ technology which adds up to 30% of cotton pulp from upcycled cotton scraps from garment production with wood pulp to produce TENCEL™ branded lyocell fibers, said Krishna Manda, Vice President of Corporate Sustainability, Lenzing Group.

Carbon-zero TENCEL™ lyocell fibers with REFIBRA ™ technology were also launched in 2021 to enhance the sustainability of the fibers even further ”

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cell a marchio TENCEL™", ha dichiarato Krishna Manda, Vicepresidente della Sostenibilità aziendale del Gruppo Lenzing. "Nel 2021 sono state lanciate anche fibre di lyocell TENCEL™ a zero emissioni di carbonio con tecnologia REFIBRA™, per migliorare ulteriormente la sostenibilità delle fibre».

Il marchio TENCEL™ collabora anche con partner che danno valore alla gestione dei rifiuti come cuore di un'efficace economia circolare.

Ispirando e spingendo i confini dell'innovazione nella circolarità attraverso la catena del valore dell'industria, nel 2021 TENCEL™ ha introdotto la nuova iniziativa TENCEL™ Limited Edition, in cui le fibre a

marchio TENCEL™ sono state reinventate utilizzando materie prime sostenibili non convenzionali, come la buccia d'arancia. La nuova fibra, trasformata in tessuti, è stata presentata al mercato nell'ottobre 2021.

Per guidare un cambiamento sistemico nell'industria e trasformare la catena del valore da lineare a circolare, il marchio TENCEL™ continuerà ad abbracciare pratiche responsabili e soluzioni innovative per consentire ai clienti e ai partner della catena del valore di migliorare le loro prestazioni ambientali e raggiungere i loro obiettivi di sostenibilità. Altre iniziative e partnership saranno lanciate nel 2023 e oltre.

The TENCEL ™ brand also collaborates with partners who value waste management as the heart of an effective circular economy.

Inspiring and pushing the boundaries of innovation in circularity across the industry value chain, in 2021, TENCEL™ introduced the new TENCEL™ Limited Edition initiative , where TENCEL ™ branded fibers were reinvented using unconventional sustainable raw materials, like orange peel.

The new fiber, transformed into fabrics, were presented to the market in October 2021. To drive systemic change in the industry and transform the value chain from linear to circular, the TENCEL ™ brand will continue to embrace responsible practices and innovative solutions to enable customers and value chain partners to improve their environmental performance and achieve their sustainability targets. More initiatives and partnerships will be launched in 2023 and beyond.

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PERCORSI TESSILI TORCITURA PADANA - INTERFIL TP - COEX

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STRATEGIE DI GRUPPO

TORCITURA PADANA CON INTERFIL TP E COEX COSTITUISCE UNA SQUADRA VINCENTE.

Incontriamo nel corso di Filo 2022 di settembre Simona Pesaro, CEO di Torcitura Padana: è l'occasione di fare il punto della situazione sulla vicenda di quello che è oggi un gruppo integrato e dinamico nel panorama internazionale.

PIETRO FERRARI – Quali sono le novità più rilevanti che presentate a Filo autunno 2022?

SIMONA PESARO – Di novità ne abbiamo sempre tante, da sempre. Ma in particolare è stato proprio mentre il COVID imponeva il lockdown più restrittivo che abbiamo avuto modo di ripensare all’azienda. Stava cambiando il mondo, per questo abbiamo pensato fosse il momento di rivoluzionare il sistema produttivo sostituendo vecchi macchinari con altri più nuovi, più versatili, produttivi e in grado di trasformare articoli per affrontare nuovi mercati. Ci siamo ad esempio specializzati nella produzione di filati tecnici con la linea TPtech (www.tptech.it) . L’intenzione è quella di portare la nostra forte propen-

sione al ricerca e sviluppo anche in questi settori che al momento sono ancora molto dipendenti dall’import di materie standardizzate. Ovviamente in questo campo la ricerca non è focalizzata su

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TORCITURA PADANA WITH INTERFIL TP AND COEX FORMS A WINNING TEAM

During Filo 2022 in September, we meet Simona Pesaro, CEO of Torcitura Padana: it is an opportunity to take stock of the situation regarding what is today an integrated and dynamic group on the international scene.

Pietro Ferrari – What are the most relevant innovations you presented at Filo autumn 2022?

Simona Pesaro – We always have a lot of new things, always. But in particular it was just as COVID imposed the most restrictive lockdown that we had the opportunity to rethink the company. The world was changing, so we thought it was time to revolutionize the production system by replacing old machinery with newer, more versatile, productive ones capable of transforming items to face new markets. For example, we have specialized in the production of technical yarns with the TPtech line (www.tptech.it). The intention is to bring our strong propensity for research and development also in these sectors which are currently still very dependent on the import of standardized materials. Obviously, research in this field is not focused on new effects, new coats and colors but on obtaining new performances.

The synergies of the Torcitura Padana group, ITP and COEX are becoming more and more concrete and give excellent results at a time when if we had been alone in such complex markets we would have been heavily penalised. It is nothing new if I say that the pandemic, the increase in raw materials, now the cost of energy which has reached peaks of 600% more than last year and a very strong dollar have put us to the test.

With regard to energy costs, we are installing a 1.1 megawatt photovoltaic system which, in addition to helping us in phases of energy price increases and a possible supply crisis, takes us on a path of sustainability that is highly apprecia-

ted on the market today. And still on the subject of sustainability, our COEX jewel which together with Zanolo spa we made into a full-fledged company in 2019, is giving good satisfaction in all respects.

The product gets better and better and better and better adapted to various markets. Its process has been considerably simplified, the maintenance of finished products has no limits except those of the garment itself. This technology is truly exceptional and it never ceases to amaze even ourselves.

Pietro Ferrari – Creativity can become a tool to overcome even these challenges...

Simona Pesaro – Creativity for those who produce in Italy is a MUST and must be pushed to the max. You must always think beyond the imaginable, and this is precisely how we arrived, together with Zanolo, to file the COEX patent. Who would have thought of a cotton or linen that inherently does not burn? And instead we made it possible.

Pietro Ferrari – In which direction is the Group's research moving today?

Simona Pesaro – To date we are very focused on the technical sector and on sustainable fibers. COEX which has now standardized the treatment on the fabric

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with massive productions, is doing research to be able to propose the thread and the staple. In both cases the request is important and comes from the most disparate sectors, including the automotive sector. We hope to achieve some results in a short time.

Pietro Ferrari – We're talking about products that are certainly not limited to furniture or clothing but of important uses and production volumes.

Simona Pesaro – We can't wait to face these challenges for which we believe we are already equipped enough.

s.p.a. abbiamo fatto diventare una società a tutti gli effetti nel 2019, sta dando buone soddisfazione sotto tutti i profili. Il prodotto migliora sempre più e sempre meglio si adatta a vari mercati. Il suo processo si è notevolmente semplificato, la manutenzione dei prodotti finiti non ha limiti se non quelli del capo stesso. Questa tecnologia è davvero eccezionale e non smette di stupire nemmeno noi stessi.

PIETRO FERRARI – La creatività può diventare uno strumento per superare anche queste sfide...

nuovi effetti, nuove mani e colori ma sull’ottenimento di nuove performance.

Le sinergie del gruppo Torcitura Padana, ITP e COEX si stanno sempre più concretizzando e danno ottimi risultati in un momento in cui se fossimo stati soli in mercati così complessi saremmo stati fortemente penalizzati. Non è una novità se dico che la pandemia, l’aumento delle materie prime, ora il costo dell’energia che ha toccato punte del 600% in più dello scorso anno e un dollaro fortissimo ci hanno messo a dura prova.

A proposito del costo energetico stiamo installando un impianto fotovoltaico da 1.1 megawatt che oltre ad esserci d’aiuto in fasi di rincaro energetico e di una eventuale crisi nei rifornimenti, ci porta su una strada di sostenibilità che ad oggi è molto apprezzata nel mercato.

E ancora a proposito di sostenibilità, il nostro gioiellino COEX che insieme a Zanolo

SIMONA PESARO – La creatività per chi produce in Italia è un MUST e va spinta al massimo. Si deve sempre pensare oltre all’immaginabile, ed è stato proprio così che si è arrivati insieme a Zanolo a depositare il brevetto COEX. Chi avrebbe mai pensato ad un cotone o un lino che intrinsecamente non bruciano? Ed invece lo abbiamo reso possibile.

PIETRO FERRARI – Oggi in che direzione sta muovendosi la ricerca del Gruppo?

SIMONA PESARO – Ad oggi siamo molto concentrati sul settore tecnico e su fibre sostenibili.

COEX che ha ormai standardizzato il trattamento sul tessuto con produzioni massive, sta facendo ricerca per poter proporre il filo ed il fiocco. In entrambe i casi la richiesta è importante ed arriva dai settori più disparati, compreso l’automotive. Speriamo di raggiungere qualche risultato in tempi brevi.

PIETRO FERRARI – Stiamo parlando di prodotti che non si limitano certo né all'arredamento né all'abbigliamento ma di utilizzi e volumi di produzione importanti.

SIMONA PESARO – Non vediamo l'ora di affrontare queste sfide per cui riteniamo di essere già abbastanza attrezzati.

issue_031 textures 26 PERCORSI TESSILI TORCITURA PADANA - INTERFIL TP - COEX
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PERCORSI SOSTENIBILI

LA COLLEZIONE SPRING SUMMER 2024 DI FILPUCCI, UN VIAGGIO ALLA SCOPERTA DI NUOVI MATERIALI NATURALI.

Sicuramente siamo portati ad amare di più qualcosa che ha una storia, che ci permette di indossare qualcosa che rispetta i nostri valori, senza mettere da parte l’estetica. Per questo la collezione Spring Summer 24 di Filpucci è il frutto di un’attenta ricerca sui materiali, soprattutto naturali, provenienti da filiere garantite e tracciate, che hanno una storia da condividere.

Tra le nuove proposte ci sono la Canapa

Un’eleganza meno formale ma sofisticata, con una collezione studiata per durare a lungo, che non segue i trend del momento, ma che mira a creare uno stile senza tempo. Consistenze, colori, linee che sono il frutto di un attento lavoro di ricerca, per promuovere un approccio alla moda sostenibile, dove i capi si usano, ma anche si amano.

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PERCORSI TESSILI FILPUCCI
n Una selezione delle novità Filpucci Spring Summer 2024.

GOTS, un materiale naturale che è stato prodotto rispettando i principi della certificazione organica. Oppure il cotone rigenerativo di Good Heart Cotton, il cotone tracciabile grazie alla tecnologia FibreTrace che assicura un approccio positivo nella coltivazione rispettoso del suolo. Alla ricerca di nuove esperienze sia visive che tattili, nella collezione è usato anche il Tencel Luxe, un materiale cellulosico setoso che permette la produzione di filati leggeri e fluidi.

Ma la sperimentazione nella collezione non si ferma solo ai materiali naturali, si sposta anche sui materiali sintetici. Fa capolino il nylon Blue Fiber, realizzato grazie al recupero dei pneumatici e che fornisce una fibra che Filpucci ha deciso di utilizzare per alcuni articoli preziosi.

La moda è fatta di contrasti e anche di storie: è questo il mix che ha portato alla creazione della nuova collezione estiva 2024, ricca di nuovi spunti e di sperimentazione.

THE FILPUCCI SPRING SUMMER 2024 COLLECTION, A JOURNEY TO DISCOVER NEW NATURAL MATERIALS

A less formal but sophisticated elegance, with a collection designed to last a long time, which does not follow current trends, but which aims to create a timeless style. Textures, colors, lines that are the result of careful research work, to promote an approach to sustainable fashion, where the garments are used, but also loved.

Surely we are inclined to love more something that has a history, which allows us to wear something that respects our values, without putting aesthetics aside. This is why Filpucci's Spring Summer 24 collection is the result of careful research into materials, especially natural ones, from guaranteed and traced supply chains, which have a story to share. Among the new proposals are GOTS hemp, a natural material that has been produced respecting the principles of organic certification. Or the regenerative cotton of Good Heart Cotton, traceable cotton thanks to FiberTrace technology which ensures a positive approach in soil-friendly cultivation.

Looking for new visual and tactile experiences, Tencel Luxe is also used in the collection, a silky cellu-

losic material that allows the production of light and fluid yarns. But the experimentation in the collection doesn't just stop at natural materials, it also moves to synthetic materials. The Blue Fiber nylon peeps out, made thanks to the recovery of tires and which supplies a fiber that Filpucci has decided to use for some precious articles. Fashion is made up of contrasts and also of stories: this is the mix that led to the creation of the new 2024 summer collection, full of new ideas and experimentation.

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n Filippo Guarini, Direttore Fondazione Museo del Tessuto di Prato con l’autore dell’articolo Paola Govoni presso l’antico vano caldaia.

n Museo del Tessuto di Prato e Biblioteca Lazzerini nell'area della ex Cimatoria Campolmi.

n Veduta aerea del monumentale complesso di archeologia industriale di 8500 m2

n L'antica caldaia a vapore della fabbrica.

ART AND

DEL TESSUTO DI PRATO

IL MUSEO DEL TESSUTO DI PRATO. PRESIDIO CULTURALE DEL TERRITORIO FRA STORIA E FUTURO

Francesco di Marco Datini – illuminato imprenditore tessile del Trecento – ai laboratori di alto artigianato che hanno operato sul territorio durante il Rinascimento e nei secoli successivi, fino alla presenza diffusa delle ciminiere e delle fabbriche attive nell’Ottocento e del Novecento dentro il tessuto urbano, per arrivare alla realtà produttiva di oggi, che si misura con le nuove sfide della sostenibilità e della economia circolare, un modello che peraltro appartiene da sempre al modo di fare impresa di Prato.

Dentro le mura medievali della città, gli spazi della ex Cimatoria Campolmi – una fabbrica simbolo della produzione tessile di Prato e un esempio monumentale di archeologia industriale con i suoi 8500 m2 –ospitano dal maggio 2003 il Museo del

Per trovare le origini del rapporto fra Prato e il tessile bisogna risalire al XII secolo, ed è sorprendente constatare come, da allora, questo rapporto non si sia mai interrotto. Ha attraversato i secoli, il tempo e le mode, si è sviluppato lungo un percorso di evoluzione, di creatività e di inventiva che ha fortemente caratterizzato il territorio e ne ha plasmato la cultura, la struttura artigianale e produttiva e, più in generale, il tessuto sociale della città.

Prato è depositaria di una rilevanza storica riconosciuta e riconoscibile, che collega idealmente la figura del mercante

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TEXTILE MUSEO

MUSEO DEL TESSUTO‘ IN PRATO. A CULTURAL LOCAL PRESENCE BETWEEN PAST AND FUTURE

To find the origins of the relationship between Prato and textiles, it is necessary to go back to the 12th century, and it is surprising to see how, since then, this relationship has never been interrupted. It has spanned the centuries, time and fashions, it has developed along a path of evolution, creativity and inventiveness that has strongly characterized the territory, shaping its culture, as well as the artisan and production structure and, more generally, the social pattern of the city.

Prato is the keeper of a recognized and recognizable historical relevance, which ideally connects the merchant Francesco di Marco Datini – a farseeing textile entrepreneur of the 14th century – to the craftsmanship workshops that operated in the area during the Renaissance and in the following centuries, up to the widespread presence of chimneys and factories active in the 19th and 20th centuries within the urban walls, to arrive at today's productive reality, facing the new challenges of sustainability and the circular economy, a model that has always belonged to the way of doing business in Prato.

Inside the medieval walls of the city, the former Cimatoria Campolmi – an iconic fac-

tory of Prato's textile production and a monumental example of industrial archeology with its 8500 sqm – hosts since May 2003 the Textile Museum, a dynamic cultural center that since 30 years collects historical evidence of textile production also thanks to an incessant flow of donations of prestigious collections of ancient artifacts and returns all the charm and extraordinary creativity, as a support to training and as an irreplaceable presence that, through the past and the knowledge of historical roots of the Prato community, affirms the strong identity of a city 'that squares around its manufacturing industry' and satisfies its cultural demand, thus contributing to increasing its tourist vocation. The important collection donated by the local textile entrepreneur and passionate collector of applied arts Loriano Bertini is made up of a selection of 612 textile fragments dating from the late Middle Ages to the end of the 18th century and still constitutes the core of the Museum's collections. Therefore, Bertini is considered the founder of the Museum, having donated his collection with the awareness that 'ancient things made by intelligent men create intelligence for us and for the men of the future'. Certainly an example for Italy and one of the first museums of its kind in Europe, today the Textile Museum of Prato is a mo-

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n La sala dei tessuti antichi.

n Veduta del primo piano, sezione Prato citta tessile.

Tessuto, un centro culturale dinamico che da trent’anni raccoglie testimonianze storiche della produzione tessile anche grazie a un incessante flusso di donazioni di prestigiose collezioni di manufatti antichi e ne restituisce tutto il fascino e la straordinaria creatività, come supporto alla formazione e come insostituibile presenza che, attraverso il passato e la conoscenza delle radici storiche della comunità pratese, afferma l’identità forte di una città ‘che fa quadrato attorno alla sua industria manifatturiera’ e ne soddisfa la domanda culturale, contribuendo in tal modo ad aumentare la vocazione turistica. L’importante collezione donata dall’imprenditore tessile pratese e appassionato collezionista di arti applicate Loriano Bertini e composta da una selezione di 612 frammenti tessili che datano dal tardo Medioevo alla fine del XVIII secolo, costituisce ancora adesso il nucleo centrale delle collezioni del Museo e fanno sì che Bertini venga considerato di fatto il fondatore del Museo, avendo egli fatto dono della sua collezione con la consapevolezza che ‘le cose antiche fatte da uomini intelligenti creano intelligenza per noi e per gli uomini del futuro’.

Certamente un esempio per l’Italia e uno dei primi musei del genere in Europa, oggi il Museo del Tessuto di Prato è una realtà moderna e vivace, che offre una serie articolata di funzioni, dalla fruizione tecnicospecialistica allo studio e alla conservazione del patrimonio, dall’infor-

mazione puntuale e scientifica rivolta al mondo della scuola e della formazione, fino al rapporto con il pubblico e le famiglie. Lo studio del passato come fonte di ispirazione della produzione moderna è un messaggio culturale forte che accomuna le esperienze di Lione, Prato e Krefeld, tre poli di prima grandezza nel panorama europeo del tessile.

IL PERCORSO ESPOSITIVO

La superficie espositiva del Museo per complessivi 2400 m2 si articola in 5 grandi aree tematiche introdotte dal corridoio di familiarizzazione che fornisce al visitatore le informazioni di base per la comprensione tecnica delle varie aree espositive attraverso una panoramica delle fibre tessili e dei processi di lavorazione. La stessa area ospita il Laboratorio di restauro tessile.

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TEXTILE
ART AND
MUSEO DEL TESSUTO DI PRATO

dern and lively reality, which offers an articulated series of functions, from technical-specialist use to the study and conservation of heritage, from precise and scientific information aimed at the world of education and training, up to the relationship with the public and families. The study of the past as a source of inspiration for modern production is a strong cultural message that unites the experiences of Lyon, Prato and Krefeld, three major centers in the European textile scene.

THE EXHIBITION ROUTE

The exhibition area of the Museum on total 2400 sqm is divided into 5 large thematic areas introduced by the make-familiar corridor which provides the visitor with basic information for the technical understanding of the various exhibition

areas through a comprehensive overview of textile fibers and manufacturing processes. The same area houses the Textile Restoration Laboratory

The Historical Collections are located in a room with vaulted ceilings and are presented in an evocative setting where the display cases emerge from the darkness and the precious textile artefacts are enhanced thanks to targeted lighting. Adjacent to the vaulted room, the ancient boiler room with the factory's old steam boiler.

On the first floor, the Prato Textile City Section presents archival documents, materials, textile products and machinery and illustrates on mega screens the most important stages in the production history of the area, from the Middle Ages to the 1990s.

The Contemporary Section previews new fabrics produced by local companies, which stand out on the international scene for their technical, technological or aesthetic characteristics.

The tour ends with the Temporary Exhibition Room of about 400 sqm where events, temporary exhibitions and conferences are hosted in a dazzling setting, combining the traits of industrial archeology with the modernity of glulams and steel rods.

To crown its thirty years of activity, in 2005 the Museum received the nomination for the European Museum of the Year Award, the award organized by the European Museum Forum 'to promote and enhance innovation in the European museum framework'.

THE INTERVIEW

In Prato we met Filippo Guarini, Director of the Textile Museum, and we asked him to outline the story of this structure, which represents an undisputed point of reference for the territory and beyond, and to illustrate its role as a precious amplifier of the textile culture and the production and technological process innovation, in a present full of challen-

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n I megascreen nella sala del primo piano illustrano la storia produttiva del territorio dal Medioevo agli anni ’90 del Novecento.

ART AND TEXTILE MUSEO DEL TESSUTO DI PRATO

Le Collezioni storiche sono collocate in una sala con copertura a volte e vengono presentate in un suggestivo allestimento dove le teche emergono dall’oscurità e i preziosi manufatti tessili vengono valorizzati grazie a una illuminazione mirata. Adiacente alla sala delle volte, l’antico vano caldaia con la vecchia caldaia a vapore della fabbrica.

A primo piano la sezione Prato città tessile presenta documenti d’archivio, materiali, prodotti e macchinari tessili e illustra su megascreen le tappe più importanti della storia produttiva del territorio, dal Medioevo agli anni ’90 del Novecento.

La Sezione Contemporanea espone in anteprima nuovi tessuti prodotti dalle aziende della zona, che spiccano nel panorama internazionale per caratteristiche tecniche, tecnologiche o estetiche.

Conclude il percorso la Sala delle mostre temporanee di circa 400 m2 dove vengono ospitati eventi, esposizioni temporanee e convegni in un ambiente particolarmente evocativo, che unisce i tratti dell’archeologia industriale con la modernità di capriate in legno lamellare e tiranti d’acciaio.

A coronamento dei suoi trent’anni di attività, nel 2005 il Museo ha ricevuto la nomination per l’European Museum of the Year Award, il premio organizzato dall’European Museum Forum ‘per promuove e valorizzare l’innovazione nel contesto museale europeo’.

L’INTERVISTA

A Prato abbiamo incontrato Filippo Guarini, Direttore del Museo del Tessuto , al quale abbiamo chiesto di raccontare a grandi linee la storia di questa struttura, che rappresenta un indiscusso punto di riferimento per il territorio e non soltanto, e di illustrarne il ruolo di prezioso amplificatore della cultura tessile e dell’innovazione del processo produttivo e tecnologico, in un presente ricco di sfide e di opportunità, con uno sguardo rivolto al futuro prossimo e ai temi-chiave del riciclo e della

sostenibilità, che necessariamente si giocheranno a livello locale, nazionale ed europeo.

LA NASCITA DEL MUSEO

Filippo Guarini – Il Museo del Tessuto di Prato è nato nel 1975 all’interno degli spazi dell’Istituto Tecnico Industriale Tullio Buzzi, la scuola che da oltre un secolo forma i tecnici dell’industria tessile del nostro territorio, grazie alla donazione effettuata da un imprenditore illuminato, scomparso due anni fa, Loriano Bertini. Bertini era un appassionato di arti applicate antiche e aveva comprato da un antiquario fiorentino una bellissima collezione di tessuti rinascimentali, che pensò di donare alla scuola per fornire materiale di studio e per aiutare gli studenti a conoscere le strutture antiche del tessuto.

Il Museo del Tessuto di Prato è dunque a tutti gli effetti un Museo di Arte Applicata ed è nato con quello spirito pratico che è un po’ una caratteristica del nostro territorio, con il fine preciso di essere una struttura a supporto della formazione. Inizialmente è stato gestito su base volontaria da parte degli ex allievi della scuola poi, nei primi anni Novanta, le collezioni erano cresciute e i locali della scuola non erano più adeguati a ospitare il Museo che nel dicembre del 1997 venne trasferito temporaneamente in due stanze del Palazzo Comunale, in attesa di individuare una sede idonea. Nel 1998, il Comune di Prato acquistò l’edificio in cui si trova attualmente il Museo. Si trattava di un’antica rifinizione tessile, un’azienda storica, la ex Cimatoria Campolmi, che aveva cessato pochi anni prima la propria attività. L’edificio venne sottratto ai progetti di demolizione per costruire unità abitative.

Nel 2003, in quello che era divenuto, per iniziativa del Comune un polo culturale, ha iniziato la sua attività il nuovo Museo del Tessuto e nel 2009 in quest’area ha trovato spazio anche la nuova Biblioteca Lazzerini, una struttura

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ges and opportunities, with an eye to the near future and to the key themes of recycling and sustainability, which will necessarily be played at a local, national and European level.

THE BIRTH OF THE MUSEUM

Filippo Guarini - The Textile Museum of Prato was born in 1975 within the spaces of the Tullio Buzzi Industrial Technical Institute - the school that for over a century has trained the technicians of the textile industry in our territory - thanks to the donation made by a enlightened entrepreneur, who passed away two years ago, Loriano Bertini. Bertini was a lover of ancient applied arts and had bought a beautiful collection of Renaissance fabrics from a Florentine antiquarian, which he thought of donating to the school to provide study materials and to help students learn about ancient fabric structures.

The Textile Museum of Prato is therefore a Museum of Applied Art and was born with that practical spirit that somewhat characterizes our territory, with the precise aim of being a structure to support

training. Initially it was managed on a voluntary basis by the former students of the school then, in the early ’90s, the collections had grown and the premises of the school were no longer adequate to house the Museum which in December 1997 temporarily moved to two rooms of the town hall, pending the identification of a suitable location. In 1998, the Municipality of Prato bought the building where the Museum is currently located. It was an ancient textile finishing company, the former Cimatoria Campolmi, which had ceased its activity a few years earlier. The building was saved from demolition projects to build housing units.

In 2003, in what had become, on the initiative of the Municipality, a cultural center, the new Textile Museum began its activity and in 2009 the new Lazzerini Library, a well organized and qualitative structure, also found space in this area. Since 2003, the Textile Museum has been managed by a Foundation of which the Municipality, the Chamber of Commerce and the Province are members. Unfortunately, with the recent regulatory arrangement of public bodies, the latter two bodies have lost the possibility of supporting us and the role of the Municipality has become fundamental. The Prato industrial world supports us in turn through sponsorships coming in part from a Confindustria service company and in part from a 'club' of about thirty companies that support us every year and, adding their efforts, can generate an outcome. besides the relations with the industry, we can count on the support of a local foundation and other realities.

The Museum also produces autonomous revenues: in addition to the entrance tickets, we offer a bookshop and other services. Several ongoing European projects allow us to finance many different activities. We can count on support from the Ministry of Cultural Activities and from that of the Scientific Research as well.

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ART AND TEXTILE MUSEO DEL TESSUTO DI PRATO

molto organizzata e qualitativa. Dal 2003 il Museo del Tessuto è gestito da una Fondazione di cui sono soci il Comune, la Camera di Commercio e la Provincia. Purtroppo con la recente normativa degli enti pubblici, questi ultimi due enti hanno perso la possibilità di sostenerci e il ruolo del Comune è divenuto fondamentale.

Il mondo industriale pratese ci sostiene a sua volta attraverso sponsorizzazioni che provengono in parte da una società di servizi di Confindustria e in parte da un ‘club’ di una trentina di aziende che ogni anno ci supportano e, sommando i loro sforzi, generano un volume importante. Oltre ai rapporti con l’industria attuale possiamo contare sul supporto di una fondazione locale e di altre realtà. Va detto però che il Museo produce en-

trate autonome: oltre a quelle legate ai biglietti d’ingresso, al bookshop e ai servizi che offriamo, sono attivi diversi progetti europei che ci permettono di finanziare molte attività diverse. Possiamo poi contare su un sostegno da parte del Ministero delle Attività Culturali sia da parte di quello della Ricerca Scientifica.

RUOLO DI PRESIDIO CULTURALE E RAPPORTO CON LA FORMAZIONE

Filippo Guarini – Come Museo, disponendo di una collezione di materiali antichi e storici, la nostra missione principale è quello di valorizzarli, spiegarli e tramandarli. Siamo un Presidio Culturale che custodisce e racconta il passato, ma che è fortemente orientato

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n Il laboratorio di restauro tessile.

ROLE OF CULTURAL PRESIDIUM AND RELATIONSHIP WITH TRAINING

Filippo Guarini - As a museum, having a collection of ancient and historical materials, our main mission is to enhance, explain and pass them on. We are a Cultural Presidium that preserves and tells the past, but which is also strongly oriented to the narration of the contemporaneity, with the aim of telling the present by emphasizing its origins in the past. This is done through the permanent and temporary exhibition activity and the very strong relationship with schools, as well as the one with the visiting public. From this point of view our structure is still growing, like Prato does in all its tourist and cultural aspects. We have good relationship with schools, both with the Buzzi Institute, a secondary technician institute, and with the headquarters of the University of Florence PIN Prato, which has reopened courses on fashion design, textile design, fashion and clothing marketing. In the surrounding area, schools like Polimoda, Marangoni and IED, are closely linked to our city for their training needs.

INNOVATION AND TECHNOLOGY RESEARCH

Filippo Guarini - The stimulus for technological research comes from the market, while we try to amplify what is gradually proposed in terms of innovation through activities, initiatives and conferences. Most companies in Prato have been strongly dedicated to innovation. On the other hand, if a district wants to move forward, it must constantly innovate. Today the important challenge is to deal with the new regulations of the European Commission which is finally addressing the problem of textile waste. On this issue, Prato has all the cards to play a leading role in the world on the theme of textile recycling. A historically already present role which, in perspective, must converge in the theme of sustainability from all points of view and the strengthening of the circular supply

chain. The European standards are currently in the phase of preparing the first guidance documents, while we await the technical specifications relating to the tracking of garments, those on mandatory sorting, which is now voluntary, and the specifications relating to the incentive to use secondary raw materials.

PROPOSALS FOR THE FUTURE

Filippo Guarini - The Museum must give voice to what happens in the territory as a response to these global dynamics and from the Museum one can draw inspiration on the theme of the production structure made up of many small companies, that have given shape to a network in whichapart from a problematic excessive fragmentation and too small size models - efficiency has found its answer. However, if it was true that in Prato "small is beautiful" leading to the creation of widespread well-being, in times of crisis we have seen entire sectors that have been swept away. Therefore, it is necessary to learn to increase synergies and decrease a too strong individualism by creating structures that can weigh more and more on international markets and are able to face the challenges that will arise in the future with strength and adequate capital. It is necessary to team up and scratch the existing barrier in Prato between the traditional textile sector and the production of Chinese clothing. It amazes me that strong structured synergies have not yet been born between these two physiologically close sectors. Nowadays, the industry in Prato is living on a delicate supply chain, with joints such as carbonisations for the processing of both natural and regenerated fibers, which are decreasing. From thousands of spinning mills we have passed to a few hundred, which are, moreover, overwhelmed with work.

Unfortunately, no protection mechanisms have been created for these very delicate joints of the supply chain, which instead should be strongly safeguarded.

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anche alla narrazione della contemporaneità, con l’obiettivo di raccontare il presente sottolineandone le origini nel passato.

Questo si fa attraverso l’attività espositiva, permanente e temporanea e il rapporto molto forte con le scuole, come è forte anche quello con il pubblico dei visitatori.

Da questo punto di vista la nostra struttura sta crescendo, come sta crescendo Prato in tutti i suoi aspetti turistici e di offerta culturale.

Il rapporto con la scuola è vivace sia con l’Istituto Buzzi, tecnico secondario, sia con la sede dell’Università di Firenze PIN Prato, che ha riaperto corsi sul design di moda, sul design tessile, sul marketing della moda e dell’abbigliamento.

Ci sono qui, nell’area attorno a Prato, i presidi di Polimoda, della Marangoni e dello IED, tutte scuole che, per le loro necessità gravitano sulla nostra città per le loro necessità di formazione.

INNOVAZIONE E RICERCA TECNOLOGIA

Filippo Guarini – Lo stimolo alla ricerca tecnologica viene dal mercato, mentre noi cerchiamo di amplificare, attraverso attività, iniziative e conferenze, quello che via via si propone in termini di innovazione. Va detto che Prato conta da sempre aziende fortemente vocate all’innovazione e d’altra parte, se un distretto vuole andare avanti, deve innovare costantemente.

Oggi la sfida importante è fare i conti con le nuove normative della Commissione Europea, che finalmente sta affrontando il problema degli scarti tessili. Su questo tema, Prato ha tutte le carte per giocare un ruolo da protagonista mondiale sul tema del riciclo dei tessuti.

Un ruolo storicamente già presente e che, in prospettiva, deve confluire nel tema della sostenibilità da tutti i punti di vista e del rafforzamento della filiera circolare.

Le norme europee sono attualmente nella fase della preparazione dei primi docu-

menti di orientamento, mentre si attendono le specifiche tecniche relative al tracciamento dei capi, quelle sulla raccolta differenziata obbligatoria, che oggi è volontaria, e le specifiche relative anche all’incentivo all’utilizzo di materie prime seconde.

PROPOSTE PER IL FUTURO

Filippo Guarini – Il Museo deve dare voce a quello che accade sul territorio come risposta a queste dinamiche globali e dal Museo si può trarre ispirazione sul tema della struttura produttiva fatta di tantissime piccole aziende che hanno dato corpo a una rete in cui, se da una parte l’eccessiva frammentazione e le ridotte dimensioni hanno creato dei problemi, l’efficienza ha trovato una sua risposta. Bisognerebbe però considerare che, se è stato vero che a Prato “piccolo è bello” con la conseguente creazione di benessere diffuso, nei momenti di crisi abbiamo visto interi settori che sono stati spazzati via.

Pertanto, occorre imparare ad aumentare le sinergie e a diminuire l’individualismo – ancora eccessivo – creando delle strutture che possano pesare sempre di più sui mercati internazionali e che siano in grado di affrontare con forza e capitali adeguati le sfide che si porranno nel futuro.

È necessario fare squadra e scalfire la barriera che esiste qui a Prato tra il settore tessile tradizionale e la produzione di abbigliamento cinese e mi stupisce che non siano nate ancora forti sinergie strutturate tra questi due settori, fisiologicamente vicini.

L’industria pratese adesso vive su una filiera delicata, con snodi come i carbonizzi per la lavorazione delle fibre sia naturali sia rigenerate, che diminuiscono.

Oggi, da migliaia di filature si è passati a qualche centinaio, che peraltro sono sommerse di lavoro. Purtroppo non si sono creati dei meccanismi di tutela di questi snodi molto delicati della filiera, che invece vanno fortemente presidiati.

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L'INNOVAZIONE NON SI FERMA

Tintoria Sala è un’azienda solida, leader nella tintura di filati per l’arredamento, ma non solo. La sua storia è legata a doppio filo a quella della famiglia Sala. È infatti nel 1946 che Carlo Sala costituisce la Tintoria Lambro nel comune di Briosco. I duri sacrifici e gli ottimi risultati portano alla costruzione nel 1953 e, via via all’ingrandimento, dello stabilimento di Merone che diventerà la sede definitiva della Tintoria che, nel frattempo, assumerà la denominazione di Tintoria Sala.

Dotato di grande intuito, il sig. Carlo è tra i primi a comprendere l’importanza di dotarsi di un laboratorio chimico che supporti la tintoria e ne costituisce uno che, nel corso degli anni, diventerà il fiore all’occhiello della Tintoria Sala: «Ancora oggi il laboratorio chimico garantisce ai nostri clienti le migliori soluzioni in termini di qualità di tintura, riproduzione fedele del colore e standard di solidità richiesto», afferma Franco Sala, figlio del fondatore e da anni al vertice dell’impresa.

«Mio padre ha avuto intuito ma anche grande lungimiranza. Nel 1980 ha costruito un impianto di depurazione al-

l’avanguardia. Negli anni, il depuratore è stato ampliato e oggi è in grado di trattare fino a 3000 metri cubi di acque reflue al giorno.

Mai come in questi anni si sente tanto parlare di tutela dell’ambiente e di sostenibilità, ma noi da sempre ci adoperiamo, utilizzando le migliori tecnologie, per attenuare il nostro impatto sull’ambiente, cercando di ridurre il più possibile gli sprechi sia in termine di risorse idriche che energetiche».

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www.tintoriafilatisala.it PUBBLIREDAZIONALE TINTORIA SALA

FROM TINTORIA SALA THE FIRST LONG STAPLES YARN IN ONE HUN DRED PERCENT RECYCLED TREVIRA CS MADE IN ITALY

Tintoria Sala is a solid company, a leader in the dyeing of furnishing yarns, but not only. Its history is closely linked to that of the Sala family. In fact, it was in 1946 that Carlo Sala set up the Lam bro Tintoria in the municipality of Brio sco. The hard sacrifices and the excellent results lead to the construction in 1953 and, gradually to the enlargement, of the merone factory which will become the definitive headquarters of the Tintoria which, in the meantime, assumes the name Tintoria Sala. thanks to his great insight, Mr. Carlo was one of the firsts to understand the importance of equipping himself with a chemical laboratory that supports the dye works, over the years it will become the flagship of the Tintoria Sala: "Even today the chemical laboratory guarantees our customers the best solutions in terms of dyeing quality, faithful color reproduction and required standard of fastness", says Franco Sala, son of the founder and for years at the top of the company. "My father had intuition but also great foresight. In 1980 he built a state-of-theart purification plant. Over the years, it has been expanded and is now able to treat up to 3,000 cubic meters of waste water per day. never has in these last years we hear so much talk about environmental protection and sustainability, but we have always worked, using the best technologies, to mitigate our impact on the environment, trying to reduce waste as much as possible both in terms of water and energy resources".

The history of Tintoria Sala is therefore a story made up of passion, competence and hard work. Over the various decades, the company has been able to face countless challenges, while remaining an important reference point in yarn dyeing for

furnishing textiles. He has been able to look ahead, enthusiastically taking up the challenges of a constantly evolving market, pushing towards innovation. In 2014, taking up the legacy of an historical spinning mill in biella area, it introduced the production of long staples, bringing a modern and current vision to the service of the furnishing textile sector. Franco Sala recalls the careful research carried out to arrive at what is now the flagship throughout Europe: the Zeus article: "We had the desire to offer our customers a safe flame retardant yarn and at the same time similar in appearance and touch to a natural yarn such as linen".

Zeus has now become a trademark used and known throughout Europe and beyond. It is a 100% Trevira CS yarn where the intrinsic flame retardant characteristics meet the mastery of wool spinning and the innovative two-tone dyeing technologies in a single bath to obtain a yarn with an appearance very similar to viscose linen.

Collaboration with Trevira

Trevira CS fiber is one of the most internationally recognized brands and is the basis of most of the yarns produced by Tintoria Sala today. The flame retardant technology allows its application in complete tranquility even in the most demanding safety requirements from hotels to public spaces, from residential to the most current outdoor dyeing which also makes it the protagonist of fabrics for complement outdoor spaces.

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La storia di Tintoria Sala è dunque una storia fatta di passione, di competenza e duro lavoro. Nei vari decenni l’azienda ha saputo fronteggiare innumerevoli sfide, restando comunque un punto di riferimento importante nella tintura filati per il tessile arredamento. Ha saputo guardare avanti, cogliendo con entusiasmo le sfide di un mercato in costante evoluzione, spingendo verso l'innovazione. Nel 2014, raccogliendo l’eredità di una storica filatura del Biellese, ha introdotto la produzione di filati di tipo laniero portando una visione moderna ed attuale al servizio del settore tessile arredamento. Franco Sala ricorda l’attenta ricerca svolta per arrivare a quello che ora è il fiore all’occhiello in tutta Europa: l’articolo Zeus. «Avevamo il desiderio di offrire ai nostri clienti un filato flame retardant sicuro e allo stesso tempo che fosse di aspetto e tatto simile ad un filato naturale come il lino». Zeus è ormai diventato un marchio di fabbrica utilizzato e conosciuto in tutta Europa e non solo. Si tratta di un filato cento per cento Trevira CS dove le caratteristiche intrinseche del flame retardant incontrano la maestria della filatura laniera e le innovative tecnologie di tintura bicolore in un unico bagno per ottenere un filo dall’aspetto del tutto simile al viscosa lino.

LA COLLABORAZIONE CON TREVIRA

La fibra Trevira CS è uno dei marchi più riconosciuti a livello internazionale ed è alla base della gran parte dei filati prodotti da Tintoria Sala oggi. La tecnologia flame retardant ne consente l’applicazione in tutta tranquillità anche nelle richieste di sicurezza più esigenti, dagli hotel agli spazi pubblici, dal residenziale fino alla più attuale tintura outdoor che lo rende protagonista anche dei tessuti da complemento degli spazi all’aperto. Che Tintoria Sala creda profondamente nella fibra Trevira e abbia saputo valorizzarla e diffonderla sul mercato è comprovato dall’assegnazione del titolo di Gold Member del Trevira CS Club, riservato ai più importanti utilizzatori e sviluppatori.

Tintoria Sala non si limita a tingere e commercializzare i migliori filati presenti sul mercato, ma vuole essere in prima fila nella realizzazione di prodotti innovativi, grazie alla propria filatura e alla collaborazione con aziende di riconosciuta qualità. L'azienda ha dato vita a prodotti molto particolari e dalle alte prestazioni ma è convinta che siano ancora molte le strade da percorrere. Tintoria Sala è infatti aperta alla possibilità di partnership con realtà che desiderino mettere a punto nuovi prodotti. Le condizioni essenziali? Qualità, innovazione e, soprattutto, entusiasmo.

Dal 2014 a oggi i filati di Tintoria Sala si sono evoluti dando nascita a nuove collezioni tra le quali segnaliamo Onil e New Linen, due collezioni di filati in cento per cento Trevira CS ad aspetto lino; Shantung, un filato prezioso e ricercato per dare sempre al Trevira CS un aspetto seta. Fino ad arrivare alle miste: Lino Vintage e Rustico, poliestere e lino naturale per risultati sempre più ricercati e accattivanti. Novità 2022/2023 che sarà presentata ufficialmente al prossimo Heimtextil 2023 a Francoforte sarà una collezione di filati in cento per cento Trevira CS riciclata. Dopo anni di studio e test di filatura e tintoria, in collaborazione con le migliori tessiture del comasco, Tintoria Sala è pronta a mettere

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SALA

a disposizione la collazione di filati Eco Zeus a marchio Trevira CS ECO.

Il marchio Trevira CS ECO unisce le due proprietà di flame retardant e sostenibilità, sposando appieno la mission di Tintoria Sala verso la tutela e il rispetto dell’ambiente, aspetto confermato anche dall’applicazione di speciali nozioni tintoriali, nate proprio in azienda, di tintura bicolore in unico bagno, risparmiando notevolmente sui consumi idrici ed energetici durante il processo industriale.

La storia e la passione della famiglia Sala nel mondo dei filati, portano oggi Tintoria Sala ad essere riconosciuta a livello globale come punto di riferimento nel mondo tessile d’arredamento.

Con la sua capacità di essere versatile, proponendosi con soluzioni nuove e all’avanguardia al fianco del cliente,Tintoria Sala si prepara ad affrontare le nuove sfide del futuro con rinnovato entusiasmo.

That Tintoria Sala deeply believes in Trevira fiber and has been able to exploit and spread out it on the market is demonstrated by the award of the title of Gold Member of the Trevira CS Club, reserved for the most important users and developers. Tintoria Sala does not limit itself to dyeing and marketing the best yarns on the market, but wants to be at the forefront in the creation of innovative products, thanks to its own spinning mill and collaboration with companies of recognized quality. The company has created very special and high performance products but is convinced that there are still many ways to go. Tintoria Sala is in fact open to the possibility of partnerships with companies wishing to develop new products. The essential conditions? Quality, innovation and, above all, enthusiasm. since 2014, Tintoria Sala yarns have evolved giving birth to new collections among which we point out Onil and New Linen, two collections of yarns in one hundred per cent Trevira CS with a linen look; Shantung, a precious and refined yarn to always give the Trevira CS a silk look. Up to the blends: lino Vintage and rustico, polyester and natural linen for increasingly sophisticated and captivating results.

The 2022/2023 novelty that will be officially presented at the next Heimtextil 2023 in Frankfurt will be a collection of yarns in one hundred percent recycled Trevira CS. After years of study and tests in spinning mill and dye works, in collaboration with the best weaving mills in Como area, Tintoria Sala is ready to make available the collection of Eco Zeus yarns under the Trevira CS ECO brand. The Trevira CS ECO brand combines the two properties of flame retardant and sustainability, fully embracing Tintoria Sala's mission towards the protection and respect of the environment, an aspect also confirmed by the application of special dyeing concepts, born right in the company, of two-tone dyeing in a single bath, significantly saving on water and energy consumption during the industrial process.

The history and passion of the Sala family in the world of yarns lead today Tintoria Sala to be recognized globally as a point of reference in the world of furnishing textiles. With its ability to be versatile, proposing new and cutting-edge solutions alongside the customer, Tintoria Sala is preparing to face the new challenges of the future with renewed enthusiasm.

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SOSTENIBILITÀ CONTROLLABILE

PURE DENIM PROPONE UN MODO DIVERSO DI GESTIRE IL COTONE E LA SUA LAVORAZIONE: UN PERCORSO PIONIERISTICO.

Incontriamo negli spazi del salone Denim PV, in novembre a Milano, Luigi Caccia che ci racconta una proposta che viene da lontano e approccia con correttezza il mondo del denim.

PIETRO FERRARI – Come è nata l'azienda Pure Denim?

LUIGI CACCIA – L'azienda nasce negli anni Settanta come Italdenim è ha una sua storicità come produttrice di denim, passando attraverso tutta una serie di evoluzioni per arrivare nel 2016 alla creazione di Pure Denim che nasce per raccogliere quello che Italdenim stava creando nel campo della sostenibilità e non era riuscito a mettere in campo. Le prime collezioni presentate come Pure Denim sono del 2018.

PIETRO FERRARI – Quali sono i tratti distintivi della

produzione Pure Denim?

LUIGI CACCIA – Innanzitutto non utilizziamo l'indaco commerciale ma una tecnologia innovativa che si chiama Smart Indigo in cui l'indaco viene prodotto autonomamente in azienda attraverso l'uso di celle elettrochimiche, quindi viene evitato l'uso di prodotti chimici aggressivi come l'idrosolfito che viene sostituito da un processo fisico come appunta quello dell'utilizzo delle celle elettrochimiche che, tramite l'utilizzo di scariche elettriche, permettono di evitarne l'uso. Si tratta di un processo complesso e non semplice da descrivere e da gestire. Abbiamo poi investito molto sulla trasparenza del prodotto, perché noi crediamo che la sostenibilità non esista se non viene realmente dimostrata. Noi lavoriamo per questo con un cotone australiano nel cui interno viene inserito, come si fa nei passaporti, una piccola quantità di minerale luminescente certificato GOTS e prodotto in Germania che riflette una particolare luce nel momento in cui viene letto con un apposito scanner. Il produttore di cotone inserisce queste micro quantità di minerale luminescente che identifica quel particolare cotone e lo segue in tutta la filiera: chi fa il cotone, chi fa il filo, chi fa il prodotto. Dunque tutti i passaggi sono stati tracciati, letti e inseriti in una blockchain che permette di andare a verificare la storia di questo capo sia per gli aspetti positivi sia per quelli negativi: per esempio il cotone importato dall'Australia necessità per arrivare nel luogo di produzione di un

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AREA
DENIM PURE DENIM
n Luigi Caccia di Pure Denim insieme a Pietro Ferrari. n Good earth cotton.

TESTABLE SUSTAINABILITY

We meet in the spaces of the Denim show, in November in Milan, Luigi Caccia who tells us about a proposal that comes from afar and approaches the world of denim with correctness.

Pietro Ferrari – How was the company Pure Denim born?

Luigi Caccia – The company was born in the 1970s as Italdenim is has its own historicity as a denim manufacturer, passing through a whole series of evolutions to arrive in 2016 at the creation of Pure Denim, which was born to gather what Italdenim was creating in the field of sustainability and had failed to put into the field. The first collections presented as Pure Denim are from 2018.

Pietro Ferrari – What are the distinctive features of Pure Denim production?

Luigi Caccia – First of all, we do not use commercial indigo but an innovative technology called Smart Indigo in which indigo is produced autonomously in the company through the use of electrochemical cells, so the use of aggressive chemicals such as hydrosulfite is avoided, which is replaced by a physical process such as that of the use of electrochemical cells, which, through the use of electrical discharges, allows us to avoid the use of electrochemical cells. This is a complex process that is not easy to describe and manage.

We have also invested heavily in product transparency, because we believe that sustainability does not exist unless it is really demonstrated. We work for this with an Australian cotton in which a small amount of GOTS certified, German-made luminescent mineral that reflects a particular light when it is read with a special scanner is inserted, as is done in passports. The cotton manufacturer inserts these micro-quantities of luminescent ore that identifies that particular cotton and follows it through the whole supply

chain: who makes the cotton, who makes the yarn, who makes the product. So all the steps have been tracked, read and entered into a blockchain that allows you to go and verify the history of this garment for both the positive and negative aspects: for example, cotton imported from Australia needs to arrive at the place of production a very long transport with consequent CO2 emissions, but, in our logic, the durability of the garment resulting from its quality compensates for the greater emissions. We have, for this, invested in an elastomer called XLance, produced directly in Italy cold and without the use of solvents, consequently it does not require high temperatures to be produced: in this way it is possible to transform the yarn into a finished product by offsetting CO2 with a transparent material that can be traced through a scanner that allows the fabric to be "read", recognized, and identified. We believe that our customer should be able to recognize what he or she has purchased without having to wait for industry initiatives that are yet to come.

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Pietro Ferrari – Have you also thought about end-of-life?

Luigi Caccia – Since our products use materials and processes that are not harmful to the environment and are "homemade" without using hazardous substances our product is "safe" and degrades without releasing harmful materials. Consider that the biodegradability argument is not quite correct: the product, in order to be biodegradable, must be able to be given to a compost, it is wrong to say that it can be "thrown in the ground"the product must be iconic and last for

generations. Fast-fashion and its mystifications do not interest me, because communicating that a discarded product vanishes into thin air is wrong and incorrect. "Organic cotton" and "biodegradability" do not solve the problem, they move it downstream. We prefer to work on the "here and now"all our products, for example, use ultrasound to be washed and do not use large volumes of water.

Pietro Ferrari – Why Australia?

Luigi Caccia – Because the inventor of the technology we talked about is British but the family that owns the cotton fields is Australian and this cotton absorbs more CO2 than it takes to grow it, so low impact: less water, less energy to harvest it. A technology that is also being exported to India or Tanzania to spread a sustainable way of growing cotton and, at the same time, tracking it.

trasporto molto lungo con conseguenti emissioni di CO2, ma, nella nostra logica, la durata del capo derivante dalla sua qualità compensa le emissioni maggiori. Noi abbiamo per questo investito su di un elastomero che si chiama X-Lance, prodotto direttamente in Italia a freddo e senza l'uso di solventi, di conseguenza per essere prodotto non richiede alte temperature: in questo modo è possibile trasformare il filo in un prodotto finito compensando il CO2 con un materiale trasparente e tracciabile attraverso uno scanner che permette di "leggere", di riconoscere il tessuto e identificarlo. Noi crediamo che il nostro cliente debba poter riconoscere ciò che ha acquistato senza dover attendere iniziative dell'industria che sono di là da venire.

PIETRO FERRARI – Avete pensato anche al fine vita?

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LUIGI CACCIA – Considerato che i nostri prodotti utilizzano materiali e processi non nocivi all'ambiente e sono "fatti in casa" senza utilizzare sostanze pericolose il nostro prodotto è "safe" e si degrada senza rilasciare materiali dannosi. Consideriamo che il discorso della biodegradabilità non è del tutto corretto: il prodotto, per essere biodegradabile, deve poter essere conferito a un compost, è sbagliato dire che si può "buttare sotto terra": il prodotto deve essere iconico e durare nel tempo per generazioni. Il fast-fashion e le sue mistificazioni non mi interessano, perché comunicare che un prodotto scartato svanisce nel nulla è sbagliato e scorretto.

"Cotone organico" e "biodegradabilità" non risolvono il problema, lo spostano a valle. Noi preferiamo lavorare sul "qui e ora": tutti i nostri prodotti, per esempio, usano gli ultrasuoni per essere lavati e non utilizzano grandi volumi d'acqua.

PIETRO FERRARI – Come mai l'Australia?

LUIGI CACCIA – Perché l'inventore della tecnologia di cui abbiamo parlato è inglese ma la famiglia proprietaria dei campi di cotone è australiana e questo cotone assorbe più CO2 di quanto ne serva per coltivarlo, quindi basso impatto: meno acqua, meno energia per raccoglierlo. Una tecnologia che viene esportata anche in India o in Tanzania per diffondere un modo sostenibile di coltivare il cotone e, nello stesso tempo, di tracciarlo.

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CRESCERE NELLA TEMPESTA

IN UNA FASE DI SITUAZIONE GLOBALE CRITICA, IL LANIFICIO DELL'OLIVO PUÒ ALLINEARE NUMERI DI SEGNO POSITIVO.

Il 2022 si è concluso con importanti risultati sia in termini di fatturato (quasi 22 milioni di euro, circa +40% sull’anno 2021) che di crescita ed espansione nell’internazionalizzazione.

La maglieria ha visto un grande rilancio nelle collezioni presentate sulle passerelle e nei negozi, e Lanificio dell’Olivo non ha mancato di cogliere la spinta verso il futuro grazie ad investimenti a tutto campo: servizio, prodotto, processi e sistemi, tutti investimenti che hanno caratterizzato questi ultimi anni. Un driver fondamentale, oltre al posizionamento orientato maggiormente sul target lusso con l’acquisizione di importanti clienti, che ha visto la crescita delle collezioni a livello qualitativo non senza un orientamento decisivo verso la sostenibilità con concreti risultati.

Infatti l’azienda ha ricevuto un importante riconoscimento di livello Advanced su 3 pilastri fondamentali: Chemical, Material e People.

Il potenziamento del servizio, con tutti i filati disponibili a stock service, va a consolidare l'attenzione al cliente, con operazioni di customizzazione e ricerca ad-hoc di teli e punti.

Impossibile evitare di sottolineare che il rincaro delle materie prime, del gas naturale e dell’energia ha portato giocoforza a un aumento dei prezzi di vendita, anche se contenuto proprio per venire incontro alle richieste della clientela.

Lo sviluppo dell’area commerciale e la presenza consolidata all’estero (Lanificio dell’Olivo esporta l’ottanta per cento del fatturato) hanno consentito una crescita

in diverse aree, in particolare Francia, Stati Uniti e Nord Europa oltre che una presenza maggiore in Italia.

Hanno contribuito a favorire una crescita così importante, in un periodo difficile, anche il sistematico acquisto anticipato delle materie prime, l’allargamento delle capacità produttive e la puntuale programmazione dei semilavorati.

UN IMPORTANTE RICONOSCIMENTO

Lanificio dell’Olivo ottiene il livello ADVANCED su 3 iniziative del Framework della Roadmap di 4 Sustainability: «Ottenere il livello Advanced su 4S Chem, 4S People e

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n Pierluigi Biagini, Fabio Campana e Gianluca Bazzi: il management di Lanificio dell'Olivo.

4S Materials è un riconoscimento importantissimo» – dichiara Fabio Campana, AD di Lanificio dell’Olivo.

«Tra i primi abbiamo aperto la strada della sostenibilità, sostenuti fin dall’inizio da Process Factory con il nostro programma Going Green, che copre tutti i settori chiave della sostenibilità, dalla responsa-

GROWING UP IN THE STORM

bilità sociale alla riduzione del rischio chimico, alla tracciabilità, all’uso di energia pulita».

I materiali impiegati da Lanificio dell’Olivo sono garantiti da un numero di certificazioni che non ha eguali nel settore e che rende sempre più strutturata l’offerta di filati eco-compatibili.

The year 2022 ended with important results both in terms of turnover (almost 22M€, about +40% over the year 2021) and growth and expansion in internationalization.

Knitwear has seen a great relaunch in the collections presented on the catwalks and in stores, and Lanificio dell'Olivo has not failed to seize the thrust towards the future thanks to all-round investments: service, product, processes and systems, all investments that have characterized the last few years.

A fundamental driver, in addition to the positioning oriented more towards the luxury target with the acquisition of important customers, which has seen the growth of the collections in terms of quality not without a decisive orientation towards sustainability with concrete results.

In fact, the company has received an important Advanced level recognition on 3 fundamental pillars: Chemical, Material and People

The enhancement of the services, with all the yarns available in stock service, enriches the focus on attention to the customer, with customization operations and ad-hoc research of fabrics and stitches.

It is impossible not to underline that the increase in the price of raw materials, natural gas and energy has necessarily led to an increase in sales prices which we have tried to contain as far as possible precisely to meet customer requests. The development of the commercial area and the consolidated presence abroad (Lanificio dell'Olivo exports eighty percent of the turnover) have allowed growth in various areas, in particular France, the United States and Northern Europe as well as a greater presence in Italy .

The systematic advance purchase of raw materials, the expansion of production capacities and the punctual scheduling of semi-finished products also contributed to promoting such significant growth in a difficult period.

An important recognition Lanificio dell'Olivo obtains the ADVANCED level on 3 initiatives of the Framework of the 4 Sustainability Roadmap. Achieving the Advanced level on 4S Chem, 4S People, and 4S Materials is a very important recognition" – said Fabio Campana, CEO of Lanificio dell'Olivo. "Among the first we paved the way for sustainability, supported from the beginning by Process Factory with our Going Green program, which covers all key areas of sustainability, from social responsibility to chemical risk reduction, traceability, and clean energy use."

The materials used by Lanificio dell'Olivo are guaranteed by a number of certifications that are unparalleled in the industry, making the range of eco-friendly yarns increasingly structured.

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www.asahi-kasei.com

CRESCE IL RUOLO DELLA FIBRA BEMBERG™

UN INCONTRO ALLO STAND BEMBERG™ A FILO.

Incontriamo allo stand di Bemberg™ a Filo di settembre, Koji Hamada, CEO di Asahi Kasei Italia, un'azienda giapponese con una sede in Italia a Gallarate .

PIETRO FERRARI – Qual è il nuovo lancio di Bemberg™ a Filo?

KOJI HAMADA – Questa volta abbiamo una collaborazione con MagnoLab che è un consorzio che segue la supply chain italiana nel cui contesto noi siamo i produttori di filo: questa fibra a marchio Bemberg™ si chiama Cupro, il filo viene prodotto in Giappone e viene importato in Italia, tutte le restanti fasi di lavorazione del filo vengono realizzate in Italia, compresa la produzione della maglia e degli indumenti. Abbiamo creato ed esponiamo a Filo una t-shirt che avevamo già esposto a Pitti Uomo. ll progetto MagnoLab è sorto con l'obiettivo di sviluppare progetti di innovazione nel settore tessile, soprattutto nel campo della sostenibilità.

La collaborazione tra le aziende che fanno parte di MagnoLab è sempre esistita, e il progetto con Bemberg™ ne è un esempio: portare un capo finito che sia espressione del know-how e del focus di ciascuno step della supply chain che permetta di arrivare al brand finale permette di esprimere il valore aggiunto sia del prodotto sia del processo.

La storia di Magnolab ha avuto inizio da una rete di imprese che si uniscono nel 2022 per volontà di un gruppo di aziende del distretto biellese: Marchi & Fildi, Filidea, Tintoria Finissaggio 2000, Maglificio Maggia, De Martini, DBT Fibre e Di.Vé

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AREA TESSUTO TECNICO BEMBERG™

THE ROLE OF BEMBERGTM FIBER IS GROWING

We meet at the Bembergtm stand at Filo in September, Koji Hamada, CEO of Asahi Kasei Italia, a Japanese company with an office in Gallarate, Italy.

Pietro Ferrari – What is the new launch of Bembergtm a Filo?

Koji Hamada – This time we have a collaboration with Magnolab which is a con-

sortium that follows the Italian supply chain in which context we are the producers of yarn: this Bembergtm brand fiber is called Cupro, the yarn is produced in Japan and is imported into Italy, all the remaining stages of yarn processing are carried out in Italy, including the production of the knitwear and garments. We have created and are exhibiting at Filo a t-shirt that we had already exhibited at Pitti Uomo. The MagnoLab project arose with the aim of developing innovation projects in the textile sector, especially in the field of sustainability. Collaboration between the companies that are part of MagnoLab has always existed, and the project with Bembergtm is an example of this: bringing a finished garment that is an expression of the know-how and focus of each step of the supply chain that allows you to reach the final brand allows to express the added value of both the product and the process. The history of Magnolab began with a network of companies that came together in 2022 by the will of a group of companies from the Biella district: Marchi & Fildi, Filidea, Tintoria Finissaggio 2000, Maglificio Maggia, De Martini, DBT Fiber and Di.VÈ. These are textile companies active at various stages and with complementary roles in the supply chain, which work in synergy sharing objectives, initiative and foresight.

The openness to new partners in the supply chain to collaborate with is the basis of the MagnoLab philosophy. The strength lies in a physical network of pilot plants, installed in a single location in Cerrione (Biella), in which it is possible to develop innovative products and processes in a collaborative way with rapid and streamlined experimentation cycles. Here we have one hundred percent Bembergtm or even the blend with wool and silk: while producing only the yarn, we want to show the entire supply chain. We mainly produce continuous yarn, but we are also able to produce discontinuous yarn, so we wanted to show this application possibility.

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Pietro Ferrari – What are the projects on the Italian market?

Koji Hamada – Historically we were very present in the lining market: jacket, suits and menswear manufacturers. In recent years, while maintaining our presence in these sectors, we have increased the clothing part, so today in Italy we are

present not only in the lining field, but more generally in the clothing sector, also to meet the demand of the market. The casual trend in which knits are also used has contributed to this dynamic, also considering that we are the only producers of Bembergtm yarn in the world.

Si tratta di aziende tessili attive a vari stadi e con ruoli complementari nella filiera, che lavorano in sinergia condividendo obiettivi, intraprendenza e lungimiranza. L’apertura a nuovi partner della filiera con cui collaborare è alla base della filosofia di MagnoLab. Il punto di forza risiede in una rete fisica di impianti pilota, installati in un’unica sede a Cerrione (Biella), nella quale è possibile sviluppare in modo collaborativo prodotti e processi innovativi con cicli di sperimentazione rapidi e snelli. Qui abbiamo Bemberg™ cento per cento o anche il misto con la lana e con la seta: pur producendo solo il filo noi vogliamo mostrare tutta la supply chain. Principalmente noi produciamo filo continuo, però siamo anche in grado di produrre filo discontinuo, perciò abbiamo voluto mo-

strare questa possibilità applicativa.

PIETRO FERRARI – Quali sono i progetti sul mercato italiano?

KOJI HAMADA – Storicamente noi eravamo molto presenti nel mercato della fodera: giacca, abiti e produttori di capi maschili. In questi ultimi anni, pur mantenendo la nostra presenza in questi settori, abbiamo aumentato la parte abbigliamento, per cui oggi in Italia siamo presenti non solo nel campo della fodere, ma più in generale in quello dell'abbigliamento, anche per far fronte alla richiesta del mercato. A questa dinamica ha contribuito la tendenza al casual in cui viene usata anche la maglia, considerando anche che noi siamo gli unici produttori di filo Bemberg ™ al mondo.

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L'AGGRAPPAGGIO, PUNTO CRITICO DELLA TINTURA TESSILE

La tintura naturale ha, quasi sempre, la necessità di un mordente che aiuti il colore, estratto da vegetali o insetti, ad “aggrapparsi” alle fibre tessili.

Il veicolo con la quale il colore si estrae dalle piante e si aggrappa al materiale è l’acqua le cui qualità sono fondamentali e che il buon tintore deve analizzare e conoscere nella sua specificità.

In particolare dovrebbe essere priva di metalli ma anche di sali di calcio e magnesio, poiché influiscono sulla tintura: la migliore qualità dell’acqua dovrebbe essere quella di sorgente o piovana.

Poiché non sempre è possibile usufruire di quest’acqua nella lavorazione della tintoria industriale (anche se non è impossibile dotarsi di cisterne di stoccaggio) ogni acqua utilizzata deve essere ben conosciuta e testata in modo da prevedere come intervengono, nella tintura e nelle diverse gradazioni di colore, sali metallici e variazioni di pH.Oltre alla qualità dell’acqua anche la quantità sta da tempo diventando un tema fondamentale per l’ecologia e la sostenibilità, tanto che molti passi avanti si sono fatti verso un minor uso con un rapporto bagno 1:1 (un litro d’acqua per la tintura di 1kg di materiale da tingere), della depurazione e del riciclo.

La tintura naturale si avvale di tre distinte metodologie a seconda delle piante:

• la tintura diretta (che non ha bisogno di mordente),

• la tintura a mordente (che necessita di una sostanza che aiuti il colore a penetrare nella fibra),

• la tintura a riduzione (che non ha bisogno di mordente ma si lega al materiale tessile attraverso fasi di riduzione e ossidazione come l’indaco).

TINTURA A MORDENTE

La mordenzatura, serve ad assicurare una maggior intensità, stabilità e un fissaggio permanente del colore all’interno della fibra stessa. Questa può essere eseguita prima della tintura, contemporanea-

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COLOURS
STEFANO PANCONESI

GRIPPING, A CRITICAL POINT IN TEXTILE DYEING

Natural dyeing almost always requires a mordant that helps the colour, extracted from plants or insects, to "cling" to the textile fibres.

The vehicle with which the color is extracted from the plants and clings to the material is water whose qualities are fundamental and which the good dyer must analyze and know in its specificity. In particular, it should be free of metals but also of calcium and magnesium salts, since they affect the dye: the best quality water should be spring or rain water. Since it is not always possible to use this water in industrial dyeing processes (even if it is not impossible to equip yourself with storage tanks) each water used must be well known and tested in order to foresee how it affects the dyeing and the different gradations of color, metal salts and pH changes.

In addition to water quality, quantity has also been becoming a fundamental issue for ecology and sustainability for some time, so much so that many steps forward have been made towards less use with a 1:1 bath ratio (one liter of water per the dyeing of 1kg of material to be dyed), purification and recycling.

As for the dyeing plants, all the ingredients used for the "adherence" of the dye to the material, for the color change, to improve the fastness and the "hand" are different in the countries and are subject to continuous improvements, both in terms of performance than as health and ecology.

In particular, we are trying to replace heavy metals and chemical ingredients as much as possible with natural and nonharmful products, even if used in very small doses, neither for users nor for the environment.

The further step being taken is to find products that are not only completely harmless but that can become usable resources before being destined for disposal; of these we have already named

several such as tannic woods but also the shells of many fruits or the leaves and stems of vegetables, the ash of wood (in particular that of camellia wood is very valuable in Japan), the mud of the soils with particular concentrations of iron oxides (always used in Central Africa for the Bogolan and in China to dye rust and black silk "Mud dye").

In this particular moment in which we are forced to radically change the climate and to the general problem of the difficulty of procuring resources, solutions are being studied with a marked reduction in the use of water, with very low bath ratios and more etched and dye baths long in order of time but at very low temperatures.

Natural dyeing almost always requires a mordant that helps the colour, extracted from plants or insects, to "cling" to the textile fibres.

The vehicle with which the color is extracted from the plants and clings to the material is water whose qualities are fundamental and which the good dyer must analyze and know in its specificity. In particular, it should be free of metals but also of calcium and magnesium salts, since they affect the dye: the best quality water should be spring or rain water. Since it is not always possible to use this

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mente alla tintura o, come è d’uso in Giappone, fra un primo bagno di tintura e un altro. Questa decisione dipende dalla fibra che si vuole tingere, dalla tonalità di colore che si vuole ottenere e dalla sostanza che si utilizza per tingere.

Ognuna delle tecniche ha pregi e difetti ma sostanzialmente la pre-mordenzatura è comunemente considerata la migliore e soprattutto quella dall’esito più prevedibile.

Durante la mordenzatura bisogna mescolare il bagno molto spesso: la riuscita della tintura dipende da come è stato mordenzato il materiale.

MORDENTI MINERALI

I mordenti da sempre utilizzati per la tintura naturale si dividono in sali minerali e vegetali.

Molti dei sali minerali storicamente utilizzati non si utilizzano più in quanto si è scoperto che sono altamente inquinanti o cancerogeni, ma l’elenco di quelli che si utilizzano abitualmente è ancora lungo.

Allume KAl(SO4)2·12H2O

Detto anche allume di rocca è un solfato doppio di potassio e alluminio, biancastro, traslucido, solubile in acqua, dal sapore leggermente astringente. Si trova in natura nelle zone vulcaniche, è anche prodotto industrialmente. Non è velenoso ed è il mordente più comunemente usato per tingere con le piante mediterranee. L’Allume non modifica il colore di base del materiale e rende i colori molto brillanti.

Solfato di ferro FeSO4

Detto anche vetriolo, si presenta in forma di cristalli verde pallido che ingialliscono se esposti all'aria. E un sale da usarsi con grande cautela perché oltre ad essere velenoso, rende la struttura del materiale fragile, ed è per questo che si usa in basse percentuali. Viene adoperato per ottenere alcune tonalità come il verde, il grigio o il nero. Viene anche aggiunto al bagno di tintura per rendere i colori più spenti o più cupi. Il solfato di ferro tende a macchiare il materiale che, per questo motivo, dovrà rimanere nel bagno di mordenzata il minor tempo possibile per es-

sere immediatamente risciacquato in acqua corrente per pulire dai possibili depositi.

Il solfato di ferro tinge il materiale di un colore ruggine chiaro.

Solfato di rame CuSO4

È un sale dal bel color turchese, ma velenoso; è indicato per fissare verdi o i marroni, che si possono ottenere sovrapponendogli una tintura rossa o rosa e per rendere i colori più scuri e intensi.

Il solfato di rame tinge il materiale di un colore verde chiaro.

Biossido di titanio TiO2

Si tratta di una polvere di colore bianco che da grande brillantezza al colore arancio.

Come pre-mordenzatura tinge il materiale di arancio chiaro.

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water in industrial dyeing processes (even if it is not impossible to equip yourself with storage tanks) each water used must be well known and tested in order to foresee how it affects the dyeing and the different gradations of color, metal salts and pH changes.

In addition to water quality, quantity has also been becoming a fundamental issue for ecology and sustainability for some time, so much so that many steps forward have been made towards less use with a 1:1 bath ratio (one liter of water per the dyeing of 1kg of material to be dyed), purification and recycling.

As for the dyeing plants, all the ingredients used for the "adherence" of the dye to the material, for the color change, to improve the fastness and the "hand" are

different in the countries and are subject to continuous improvements, both in terms of performance than as health and ecology. In particular, we are trying to replace heavy metals and chemical ingredients as much as possible with natural and non-harmful products, even if used in very small doses, neither for users nor for the environment.

The further step being taken is to find products that are not only completely harmless but that can become usable resources before being destined for disposal; of these we have already named several such as tannic woods but also the shells of many fruits or the leaves and stems of vegetables, the ash of wood (in particular that of camellia wood is very valuable in Japan), the mud of the soils with particular concentrations of iron oxides (always used in Central Africa for the Bogolan and in China to dye rust and black silk "Mud dye").

In this particular moment in which we are forced to radically change the climate and to the general problem of the difficulty of procuring resources, solutions are being studied with a marked reduction in the use of water, with very low bath ratios and more etched and dye baths long in order of time but at very low temperatures.

Natural dyeing almost always requires a mordant that helps the colour, extracted from plants or insects, to "cling" to the textile fibres.

The vehicle with which the color is extracted from the plants and clings to the material is water whose qualities are fundamental and which the good dyer must analyze and know in its specificity. In particular, it should be free of metals but also of calcium and magnesium salts, since they affect the dye: the best quality water should be spring or rain water.

Since it is not always possible to use this water in industrial dyeing processes (even if it is not impossible to equip yourself with storage tanks) each water used must be well known and tested in order

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COLOURS STEFANO PANCONESI

Acido tannico C76H52O46

Si presenta come una leggera polvere marroncina. Si usa per spegnere ed incupire i colori e per tingere in nero sulle fibre cellulosiche.

Viene usato in tintoria al posto dei tannini naturali per convenienza e velocità ma va usato a piccole dosi.

Il materiale si tinge di colore beige.

Cremor di tartaro KC4H5O6

Il Tartaro o cremortartaro, è un tartrato acido di potassio dall'aspetto bianco e gessoso prodotto dal sedimento delle botti di vino dopo la vinificazione. Viene usato quasi sempre combinato con l'allume. Ravviva i colori contribuendo ad una tintura uniforme e diffusa e protegge la morbidezza della lana. Come tutti gli acidi ravviva i rossi, mentre i gialli diventano un po’ più accesi di quello che non sarebbero senza la sua presenza.

Aceto

L'aceto serve per fissare i colori ed è particolarmente indicato per la tintura dei rosa e dei rossi. Di solito viene aggiunto durante le operazioni di risciacquo e i filati si mantengono morbidi e soffici.

Cloruro di sodio (Sale marino) NaCl

Anche il sale marino contribuisce a ravvivare i colori, rafforzando l’effetto dei mordenti.

Solfato di sodio o sale di Gauber Na2SO4

Un cucchiaio di solfato di sodio può essere aggiunto ad ogni bagno di tintura, per rendere la tinta uniforme e per ravvivare il colore delle fibre vegetali.

Infine ci sono due mordenti, molto usati nel passato, ma che sono stati definitivamente abbandonati per la loro insalubrità e sono il Bicromato di potassio e il Cloruro di stagno.

Bicromato di potassio K2Cr4O7

Il Bicromato di potassio, che in molte ricette è indicato solamente come cromo, è un sale di color arancio molto velenoso oltre che sensibile alla luce. Occorre quindi tenerlo al riparo dalla luce e non respirarne i vapori. Non indurisce la lana, al contrario la lascia morbida e setosa. È indicato per tingere in giallo e in rosso fucsia.

Cloruro di stagno SnCl2

Era usato per dare brillantezza ai gialli e per produrre i rossi; in particolar modo il rosso che si estrae dalla cocciniglia.

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MORDENTI VEGETALI Tannini

Il termine venne impiegato per la prima volta nel 1796 per indicare una sostanza chimica presente in alcuni vegetali capace di combinarsi con le proteine della pelle animale in complessi insolubili, in grado di prevenirne la putrefazione e trasformare la pelle in cuoio.

I tannini hanno un gusto amaro e molto astringente e la loro sorgente sono soprattutto il legno degli alberi come la quercia, l’acacia, il castagno - che ne contengono fino al 20% -, tanto che erano temuto dai pittori su tavola, perché potevano sprigionarsi anche da supporti già stagionati e macchiare di scuro alcune parti del dipinto. La loro capacità di legarsi ai composti contenenti azoto (proteine e alcaloidi) si riflette nella qualità astringente di molti vini rossi, ma anche nei frutti di kaki, sorbo domestico, nespolo comune, corniolo, cotogno, carrubo.

In tintura si utilizzano soprattutto le galle di quercia o di sommaco (le galle sono

to foresee how it affects the dyeing and the different gradations of color, metal salts and pH changes.

In addition to water quality, quantity has also been becoming a fundamental issue for ecology and sustainability for some time, so much so that many steps forward have been made towards less use with a 1:1 bath ratio (one liter of water per the dyeing of 1kg of material to be dyed), purification and recycling.

As for the dyeing plants, all the ingredients used for the "adherence" of the dye to the material, for the color change, to improve the fastness and the "hand" are different in the countries and are subject to continuous improvements, both in terms of performance than as health and ecology. In particular, we are trying to replace heavy metals and chemical ingredients as much as possible with natural and non-harmful products, even if used in very small doses, neither for users nor for the environment.

The further step being taken is to find products that are not only completely harmless but that can become usable resources before being destined for disposal; of these we have already named several such as tannic woods but also the shells of many fruits or the leaves and stems of vegetables, the ash of wood (in particular that of camellia wood is very valuable in Japan), the mud of the soils with particular concentrations of iron oxides (always used in Central Africa for the Bogolan and in China to dye rust and black silk "Mud dye").

In this particular moment in which we are forced to radically change the climate and to the general problem of the difficulty of procuring resources, solutions are being studied with a marked reduction in the use of water, with very low bath ratios and more etched and dye baths long in order of time but at very low temperatures.

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COLOURS STEFANO PANCONESI

escrescenze dovute alla puntura di insetti sui rami delle piante), e il mirabolano che è un seme. Le galle di quercia, in particolare, hanno la caratteristica di colorare pochissimo il materiale, sono quasi neutre, e quindi non modificano la tonalità finale del colore.

L’epicarpo del melograno, che è un colorante giallo, è anche un mordente per altre tinture perché contiene flavonoidi ma anche tannini; così come l’acacia e la radice di rabarbaro che contengono antrachinoni e tannino.

La mordenzatura tannica è molto interessante perché può anche derivare da scarti di altre lavorazioni come le polveri del legno utilizzate per mobili ma anche rifiuti alimentari come le foglie dei carciofi. Piante accumulatrici di alluminio

Nella storia della tintura naturale vi sono anche esperienze, in varie parti del mondo, che invece di utilizzare direttamente i sali di alluminio (che non sono sempre facilmente accessibili essendo di cava), usano piante che sono in grado di estrarre l’alluminio direttamente dal terreno. Queste piante si chiamano bioaccumulatori. Le foglie immagazzinano naturalmente l’allume e quindi raccogliendo la pianta, asciugando e macinando le foglie, i tintori possono accedere a una scorta organica di questo importante mordente.

In particolare si usano il Licopodio, molto diffuso in Europa, e il Symplocos che è invece molto diffuso in Oriente in particolare in Indonesia.

Queste piante devono essere estratte in acqua con una percentuale dal 20% al 50% del peso della materiale da tingere.

MODIFICATORI DI COLORE IN AIUTO ALLA MORDENZATURA

Oltre ai mordenti, durante la tintura, si possono utilizzare anche alcune sostanze che servono per modificare o rinforzare il colore.

Acido acetico (aceto da cucina) CH3COOH

L’acido acetico viene aggiunto al bagno

colore per modificare il pH e dare lucentezza e morbidezza alle fibre; è utile soprattutto nelle tinture con i colori rosa e rosso perché accentua il colore rossastro. L’acido acetico chimico è più potente di quello naturale e quindi deve essere utilizzato in gocce. Come aceto naturale viene usato quello bianco.

Acido citrico C6H8O7

L’acido citrico è una sostanza solida, incolore, solubile in acqua che si trova nella frutta, in particolare negli agrumi, e nella verdura. È utilizzato per la correzione del pH per modificarne la sfumatura.

Ammoniaca NH3

L’ammoniaca, come l’acido citrico, viene usato per modificare il pH del bagno colore e per favorire l’estrazione del colore

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da alcuni vegetali come funghi e licheni. Conferisce all’acqua una netta basicità.

Carbonato di sodio Na2CO3

Il carbonato di sodio è una polvere cristallina bianca presente nelle acque superficiali e sotterranee. Industrialmente si produce tramite il metodo Solvay. Sciolto in acqua produce una soluzione basica, per cui si utilizza come correttore del pH nel bagno colore o per neutralizzare bagni acidi come finissaggio soprattutto della stampa con colori naturali.

Cloruro di sodio (sale da cucina) NaCl

Il sale serve per rafforzare l'effetto dei mordenti: può modificare i colori e dare lucentezza alle fibre.

Solfato di ferro FeSO4

Il solfato di ferro, che abbiamo già visto

come mordente, serve a scurire ulteriormente i colori già mordenzati e tinti se usato come viraggio in piccolissime dosi e per breve periodo. È interessante sapere che per preparare una soluzione di ioni ferro si possono immergere chiodi o pezzi di ferro in acqua e aceto.

Solfato di rame CuSO4 Anche il solfato di rame lo abbiamo già incontrato come mordente; può essere utilizzato anche per fissare e migliorare i verdi, è usato per modificare i rossi o i rosa e per ottenere toni più bruni. Migliora la resistenza del colore alla luce se si usa a fine tintura.

Come per le piante tintorie anche tutti gli ingredienti utilizzati per “l’aggrappaggio” del colorante sul materiale, per il viraggio del colore, per migliorare le solidità e “la mano” sono diverse nei paesi e sono soggetti a continue migliorie, sia come prestazione che come salubrità ed ecologicità. In particolare si sta cercando di sostituire il più possibile i metalli pesanti e gli ingredienti chimici con prodotti naturali e non dannosi, anche se usati in piccolissime dosi, né agli utenti né all’ambiente. Il passo ulteriore che si sta facendo è quello di trovare prodotti che non solo siano completamente innocui ma che possano diventare risorse utilizzabili prima di essere destinate allo smaltimento; di queste ne abbiamo già nominate diverse come i legni tannici ma anche i gusci di molti frutti o le foglie e i gambi dei vegetali, la cenere del legno (in particolare è molto pregiato quello del legno di camelia in Giappone), il fango dei terreni con particolari concentrazioni di ossidi di ferro (da sempre utilizzati in Africa centrale per i Bogolan e in Cina per tingere la seta ruggine e nera “Mud dye).

In questo momento particolare in cui siamo costretti al radicale mutamento del clima e al problema in generale della difficoltà di approvvigionamento delle risorse, si studiano soluzioni con diminuzione decisa dell’uso dell’acqua, con rapporti bagno molto bassi e bagni di mordenzata e tintura più lunghi in ordine di tempo ma a bassissime temperature.

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dottor STEFANO PANCONESI Via Italia, 6 - 13843 Pettinengo Biella Italia T. +39/348 3326570 stefano.panconesi@gmail.com www.pancolori.eu CONSULENTE IN TINTURE NATURALI PER L’INDUSTRIA
MILANO UNICA 31 gennaio - 1.2 febbraio 2023 a Rho Fiera Milano Collezioni tessili e accessori per abbigliamento Primavera/Estate 2024 — milanounica.it

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A global perspective of the furniture sector with insights into all furniture segments and in-depth knowledge of the entire value chain.

• E-Commerce in the mattress industry

• The world mattress industry

• The mattress market in China

• The Italian market for mattresses and bases

• The world upholstered furniture industry

• The upholstered furniture market in the USA

• The upholstered furniture market in Italy

o utofmind.it CSIL www.worldfurnitureonline.com
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