Scautismo in Liguria - SIL 51

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A cura di Stefania Dodero

Genitori e Capi: ESTOTE PARATI! Un piccolo bilancio di questa strana “missione scout” tra emergenza sanitaria COVID-19 e reclusione forzata.

Grazie al contributo di: Anna, Andrea, Camilla G., Camilla L. e Francesca (genitori sempre pronti!) In questo tempo particolare vissuto con il distanziamento sociale, la quaresima, la quarantena e quindi gli “arresti domiciliari” forzati per tutti, molte cose sono cambiate. Le dinamiche sociali, i rapporti interpersonali hanno avuto un indubbio scrollone, sia all’interno dei nuclei famigliari più stretti, sia per quanto riguarda le relazioni degli stessi con il “mondo esterno”. Grazie alla convivenza forzata genitori/ figli, 24 ore al giorno, sono successe cose sorprendenti: prima di tutto, qualche genitore si è accorto di avere dei figli! (non datelo per scontato, solo perché i vostri genitori sono tutti così “perfetti” sempre presenti, “carini e coccolosi”); secondo, molti genitori si sono accorti (notando le proprie difficoltà di gestione figliale) di quanto sia importante e prezioso il lavoro di insegnanti e di educatori. Il ruolo dell’educatore (nell’accezione del termine che deriva dal latino “educere = tirare fuori”), non è facile (anche se voi capi scout lo fate apparire così semplice e naturale, con la vostra freschezza e inventiva). Proprio in questo periodo particolare, quando tutti erano presi dallo smarrimento e dalla chiusura, gli Scout hanno saputo essere pronti, con proposte, iniziative, idee e attività a distanza, tirando fuori il meglio dei propri lupetti/scout/ rover, anche se da lontano. C’è chi ha iniziato a fare riunione via Zoom, chi ha sfruttato Whatsapp, mail, video e

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quant’altro il mondo digitale offriva per fare challenge, specialità, missioni… (ma di queste belle iniziative, quelle più degne di nota, ne abbiamo parlato in un altro articolo). Per sapere come è andata, abbiamo chiesto e contattato qualche volenteroso genitore (scout, ex-scout, non scout), in modo da fare un minimo di bilancio…Anche perché si deve, sì, essere “pronti a servire”, ma anche a saper sfruttare ogni opportunità come motivo di crescita personale e/o di gruppo. Poiché i capi, come anche gli insegnanti, non erano da soli coi bambini/ragazzi, almeno inizialmente e soprattutto coi più piccoli hanno per forza dovuto coinvolgere i genitori in tutto, e prima di tutto, come intermediari e mediatori. Inevitabilmente i genitori si sono fatti coinvolgere ed hanno anche dovuto collaborare, soprattutto nelle attività che prevedevano di lavorare insieme alla famiglia. Qualche genitore, poi, avrà anche dovuto farsi da “promotore” con quei bimbi o ragazzi un po’ scarichi per via della situazione e dei cambiamenti repentini subiti nella propria routine. Come hanno sottolineato pediatri, psicologi e sociologi, la routine, insieme a noia, autonomia, solitudine, legami e socialità, fa parte di quei tasselli importanti per la crescita personale di ogni individuo. Confrontandosi su questo con le Co.Ca., qualche gruppo ha deciso di mantenere l’impegno settimanale, altri invece hanno cercato comunque di equilibrare il tutto, senza essere assillanti ed eccedere (come accaduto in qualche scuola)


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