Numero 64

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ACNE, NON TI TEMO!

MEDICINA ESTETICA Dr. Matteo Basso & Dr.ssa Emanuela Di Lella Specialisti in Dermatologia e Venereologia - Roma Docenti CPMA VALET - Bologna

I

mmaginiamo il dermatologo moderno appassionato di molecole peeling come un “piccolo chimico”. Ricordate? “Il piccolo chimico” era un gioco degli Anni 80 grazie al quale impavidi ragazzini si destreggiavano nella creazione di “magiche” e improbabili pozioni. Il dermatologo moderno appassionato di peeling, oggi sfrutta la chimica di molecole conosciute e studiate per indurre un danno calcolato e selettivo di epidermide e derma (papillare e/o reticolare). Le creme e i peeling sono realmente chimica: oseremmo definirle una “congestione calcolata” di chimica e arte. Già, perché un pizzico di genialità e creatività serve nel mondo delle serie e rigorose molecole che curano la pelle. Noi abbiamo le armi, noi dobbiamo usarle e, soprattutto, combinarle nel modo migliore… Grazie alle caratteristiche delle molecole che utilizziamo, possiamo personalizzare le nostre strategie terapeutiche. Insomma, il dermatologo può permettersi di giocare (sempre secondo scienza e coscienza, ovviamente) a un “piccolo chimico” dei grandi, sfruttando i benefici che la chimica ci propone. E in tutto questo, l’acne? Oggi la terapia dell’acne è profondamente cambiata, rispetto a trent’anni fa, innanzitutto perché è cambiata la visione socio-dermatologica della malattia: il dermatologo capisce oggi che si trova davanti, nella maggior parte dei casi, adolescenti che chiedono aiuto, non solo per i “brufoli” in senso lato, ma soprattutto per gli effetti desocia-

Il dermatologo moderno è un “piccolo chimico” che può avvalersi di molecole peeling in grado di risolvere ogni tipo di problema. L’importante è essere preparati a usarle... lizzanti che l’acne provoca. Ecco che l’acne, anche nella sua forma più lieve, non è più sottovalutata e ormai il dermatologo se ne occupa in maniera approfondita e oculata. La terapia oggi è mirata anche alle fasi iniziali comedoniche, al fine di evitare il peggioramento, quasi sempre evolutivo, se non si interviene; in trent’anni sono comparsi nuovi farmaci, oltre agli antibiotici, ovvero tante molecole in grado di agire sia in fase comedonica (solo comedoni), sia in fase papulo-pustolosa (comedoni+lesioni papulo-pustolose), sia in fase nodulo cistica (comedoni, papulo-pustole, cisti e noduli). I peeling oggi sono tra i protagonisti della terapia dell’acne e grazie alla scienza abbiamo tante molecole peeling a disposizione per la cura dell’acne anche in fase attiva.

CHE COS’È IL PEELING?

Una forma accelerata e controllata di esfoliazione indotta dall’uso di una o più sostanze caustiche applicate sulla pelle. Ciò provoca, a seconda della molecola utilizzata e del tempo di applicazione, una parziale o totale distruzione dell’epidermide e danno controllato al derma papillare e reticolare. I peeling, inoltre, grazie alla loro velocità di azione e alla loro ciclicità, contribuiscono a migliorare la famosa compliance, ovvero il rapporto di fiducia che si instaura con il paziente, che viene da noi, con diagnosi di acne, dopo numerose autoprescrizioni o lunghe terapie domiciliari senza, di solito, aver ottenuto risultato e che,

ACNE: DEFINIZIONE E LESIONI ELEMENTARI

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Malattia infiammatoria cronica che coinvolge unità pilosebacea: inizia con una eccessiva ipercheratinizzazione dello sbocco follicolare e con una eccessiva produzione del sebo e la formazione del comedone (aperto o chiuso). La successiva colonizzazione batterica da parte del Propionibacterium acnes+Corynebacterium acnes induce la formazione delle papulopustole. Nel caso l’infezione peggiori avremo la formazione di noduli e cisti che caratterizzano casi di acne gravi che culminano nell’acne conglobata ove le cisti si uniscono in flemmoni grandi, dolenti e deturpanti. Le macchie e le cicatrici e i cheloidi sono la conseguenza dell’infiammazione e dell’acne escoriata-autotraumatizzata.

dunque, manifesta sconforto e delusione. Tale fiducia permette anche di rispettare correttamente le terapie domiciliari che di solito sono malviste e mal seguite dagli adolescenti. Grazie infatti ai peeling ambulatoriali, non è necessario prescrivere tanti prodotti topici, ma solo pochi e mirati da utilizzare a casa. Il peeling migliora anche la compliance di terapie sistemiche con retinoidi a cui il peeling può essere tranquillamente associato, nella sua forma soft o modulata (scarsa aggressività e combinato con sostanze biostimolanti/idratanti/antiossidanti). Gli acidi più utilizzati sono ovviamente i lipofili (particolare affinità per la ghiandola sebacea). Le molecole idrofile, prevalentemente cheratolitiche, come l’acido glicolico, sono in grado di ridurre drasticamente la formazione dei tappi di cheratina, coinvolti prepotentemente nella patogenesi dell’acne. Quindi possiamo utilizzarli come peeling di apertura e nei prodotti domiciliari. Oggi il mondo dei peeling è fatto di peeling combinati (più molecole insieme) e di peeling modulati (abbinati a sostante antiossidanti o biostimolanti o schiarenti), ovvero il dermatologo più che scegliere un’unica molecola per curare l’acne utilizza un complesso di molecole acide e antiossidanti in modo da poter agire pienamente sul follicolo pilo-sebaceo, target principale della malattia, in modo da migliorare l’integrità di tutta la pelle.

COME SI UTILIZZANO I PEELING NELL’ACNE?

Per poter utilizzare i peeling nell’acne, occorre capire alcuni concetti di chimica: ciò è importante non solo per ottenere buoni risultati, ma anche per evitare effetti collaterali. 1. Qual è il meccanismo patogenetico dell’acne?


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