LA FILOSOFIA DEL CIBO
DIETOTERAPIA
Prof. Giorgio Maullu Specialista in Scienza dell’Alimentazione - Sassari Coordinatore e Docente Master di II Livello Università di Sassari - Membro CRISMENC Coordinatore regionale SIES Sardegna Docente CPMA - VALET - Bologna
U
na delle caratteristiche del nuovo millennio, a livello sociologico planetario, è quella di percepire sempre più come un’urgenza, dopo quella del clima, la nutrizione. Infatti come ogni anno le previsioni che riguardano la possibilità di sfamare tutti gli abitanti del pianeta, da parte delle capacità produttive della terra, con toni catastrofici, avvisano che le risorse ipotizzate per un anno terminano molto prima. Se si prende in considerazione che il clima è responsabile in buona parte della capacità di produzione delle derrate alimentari e dell’allevamento, ben si comprende quanto queste due “urgenze” di fatto stanno diventando “emergenze”.
Mangiare non è solo saziare una necessità, ma molto di più: è gratificare il palato con la consapevolezza della salute che nutre l’anima. Il tutto, eliminando gli sprechi...
Infatti, l’uomo tecnologico di fine Ottocento, nel corso del 900, fino ai giorni nostri, praticamente da coabitante terrestre è diventato sfruttatore e manipolatore, con i risultati che sono sotto i nostri occhi: inquinamento atmosferico, inquinamento terrestre e marino, alterazione e denaturazione della struttura paesaggistica, con immancabile ripercussione sull’agricoltura. Tutti questi disastri sono effettuati consapevolmente in nome di un progresso che naturalmente nasconde il volto della vera ragione che è il profitto, arricchendo pochi alle spalle di molti. Se a questi eventi causati dall’uomo imprenditore, si associano i danni effettuati dalle guerre, che oramai sono presenti in tutte le aree geografiche delle terre emerse, non si fa nessuna fatica a essere pessimisti per il futuro del pianeta Terra. Senza tener conto delle imbecillità che di tanto in tanto si leggono sulla possibilità di vita in altri pianeti, spendendo risorse immense nella ricerca di essi, invece di impegnarsi concretamente per risolvere i problemi reali della terra….
alimentare seguiva di pari passo con l’utilizzo di farine di cereali, grandi quantità di legumi e ortaggi, poca carne bianca e proveniente tutta da allevamenti familiari, raramente carne rossa, anch’essa allevata allo stato brado. L’introito calorico era così moderato e presentava una variabilità molto grande, e in più l’organismo era soggetto a non ammalarsi, in quanto è stato appurato che un regime ipocalorico di grassi saturi rinforza il sistema immunitario. Ovviamente non è possibile pensare di riprendere una vita che rispecchi fedelmente questi modi poc’anzi descritti, ma è pur vero che nei Paesi più industrializzati, dove le malattie
Questa introduzione è sembrata indispensabile per capire meglio il concetto di nutrizione e quanto essa sia connessa con la cultura dell’uomo e come la cultura stessa possa essere un mezzo che salva o che condanna la stessa specie umana. Fino all’avvento dell’era industriale, il mondo agropastorale era legato ai ritmi circadiani e alle stagionalità e di conseguenza l’agricoltura e la pastorizia era in completa simbiosi tra loro. Quindi l’attività fisica, lavorativa e non, rispettava il sorgere e il tramontare del sole, e l’introduzione
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RITORNO AL FUTURO?
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