ERKER 04 2021

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Notizie dall'Alta Val d'Isarco

A22 E SADOBRE,SINERGIE ANTIVIRUS

L‘area di sosta e sdoganamento attrezzata per il tampone Covid - Rapida la risposta al blocco improvviso del confine per i Tir Investimenti per 10 milioni in vista di problematiche future Un’occasione cercata e voluta dai vertici dell’A22 e da quelli di Sadobre; occasione per esprimere le proprie opinioni, presentare progetti, fare il punto su di un passato recente irto di difficoltà, ma anche per difendersi da accuse che appaiono ingiustificate quando vengono lanciate in momenti di assoluta emergenza, letti – come spesso accade – con la facile logica “del giorno dopo”. Ecco si potrebbe riassumere così il senso dell’incontro cercato e voluto nei giorni scorsi, dalle direzioni delle due società con Carlo Costa e Paolo Rosatti, Verena Bonfanti, Hartmann Reichhalter, Maria Chiara Pasquali e Richard Amort, riuniti per – come si dice in gergo – “metterci la faccia” e rispondere punto su punto alle accuse, più o meno ventilate, che girando nel web, nel recente periodo hanno investito le due strutture gemellate: quelle di aver costretto migliaia di camionisti a subire soste forzate in condizioni disumane. “Facile parlare - afferma Richard Amort - quando la situazione è praticamente risolta. Meno facile è agire tempestivamente e trovare soluzioni consone”. La battuta è riferita agli avvenimenti più recenti: l’Austria che chiude senza troppo preavviso le sue frontiere; causa Covid. E pretende che tutti i camionisti siano muniti del responso ufficiale del tampone negativo. La notizia trova una valanga di camion in corsa per valicare il Brennero, costretti ad uno stop forzato. In breve si riempiono le piazzole, le aree di sosta, i parcheggi dei distributori, la corsia normale di marcia. Da Campogalliano a Vipiteno. Una situazione pericolosissima. Sono migliaia e rischiano di mandare in tilt l’arteria internazionale. Basterebbe un minimo incidente per provocare una catastrofe. Alle due della notte direzione di autostrada e di Sadobre si attivano coinvolgendo Protezione civile e Forze dell’Ordine e alle 7 del mattino i primi test vengono eseguiti da personale specializzato

in un container. L’intervento consente di sbloccare una situazione in poco più di mezza giornata. Un segno di efficienza ma anche di considerazione per la qualità della vita di quegli autisti, per cui gli “effetti domino” delle decisioni di politi-

vinciale del Passo Pennes ostruendo ogni minimo anfratto. I loro conducenti espletano i loro bisogni fisiologici lungo le strade, con la gente che inorridisce, i politici locali che protestano ma non prendono decisioni se non quella di puntare il dito

stare per il necessario ed obbligatorio riposo e ripartire. Un luogo sicuro ed organizzato anche per le emergenze future come maltempo, code, chiusure improvvise dei valichi. Insomma un bacino di decantazione che evita imbottigliamenti e

ca internazionale, pur giustificabili e giustificati, li vedono come ultimi beneficiari e primi a subirne i contraccolpi. È da qui che nascono e si sviluppano critiche politiche e sociali contro Sadobre e A22. È questo il pomo della discordia, la miccia che fa esplodere le critiche e divenire la Sadobre “luogo disumano” e non consono. Già, perché i tamponi costano e se le direzioni delle due società si fanno carico dell’organizzazione, insieme a Ospedale di Vipiteno, Azienda Sanitaria, Protezione Civile, Esercito per ovviare all’imbottigliamento iniziale dei camion, il successivo passaggio, quello di affidare ad una clinica privata di Bressanone il compito di fare i tamponi e di certificarli a pagamento (40 euro circa) non viene accolto dai camionisti all’unanimità. Non tutti hanno la possibilità o vogliono pagare per trascorrere in sicurezza e col comfort delle strutture igieniche proposte da Sadobre, le ore in attesa del tampone. Così i camion vengono parcheggiati lungo la pro-

su chi rappresenta un’arteria e uno dei suoi più importanti nodi di sosta, di cura dell’igiene, di ristoro e di rifornimento di carburanti “puliti” oltre che della possibilità di espletare le formalità doganali di transito. È così che Sadobre e A22 attivano la giunta provinciale e si giunge al divieto di transito per i mezzi pesanti nel tratto di strada che oltrepassa la Bayernland insinuandosi verso la montagna. Oggi, sempre in epoca Covid, la situazione, anche grazie a queste decisioni, a queste strutture, a coloro che si dannano per rendere traffico e burocrazia umanamente sostenibili, ha trovato uno sviluppo certo, fisso e funzionale nel progetto “Top Stop”. I lavori di adeguamento già iniziati da tempo, con l’investimento di 4 milioni di euro, hanno consentito di creare un complesso dove, in assoluta sicurezza, gli autisti dei camion possono accedere all’area-test (ricavata nella sala conferenze) con ingresso ed uscita indipendenti, utilizzare i servizi igienici, mangiare, farsi una doccia, so-

“onde lunghe” sul traffico internazionale. Con e senza Covid. Altri 6 milioni di euro sono pronti ad essere investiti in sicurezza e facilitazioni: come i sistemi antincendio, segnaletica e viabilità interna, colonnine elettriche per la refrigerazione delle merci deperibili (evitando così che i motori siano sempre accesi), barriere antirumore. Poi, tra le cose “che non si vedono” ci sono le partecipazioni di A22 ai lavori di Bbt, per la manutenzione di viadotti e sicurezza dei versanti, fatto che soprattutto nel tratto Chiusa-Brennero, si rivela di fondamentale importanza. Insomma, se il traffico su gomma esiste (e lo si deve anche al nostro stile di vita, alle nostre esigenze e alle decisioni internazionali) tanto vale che esso sia reso il meno “impattante” possibile, il meno inquinante possibile, il meno caotico possibile e il più sicuro possibile. E le decisioni prese da A22 e da Sadobre vanno e andranno in questo senso. dm Erker 04/21

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