“VENTO DI PONENTE” | ANNO II | DECRETO ACCOGLIMENTO ISCRIZIONE REGISTRO STAMPA N. CRONOL. 240/2018 DEL 26/01/2018 R.G. N. 111/2018, NUM. REG. STAMPA 2 TRIBUNALE DI IMPERIA | EDITO DA ANCE SERVIZI IMPERIA SRL | CONTIENE I.P. | DIRETTORE RESPONSABILE: FABRIZIO PEPINO
DICEMBRE
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2019
il problema è a monte
Frane
Il dissesto idrogeologico si può risolvere solo con interventi di prevenzione, ma le risorse sono poche o non vengono utilizzate
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Vigili del Fuoco al lavoro nella zona del crollo del viadotto sulla Torino-Savona, nei pressi di Altare [Foto: Vigili del Fuoco]
Società editrice e pubblicità: Ance Servizi Imperia Srl Viale Giacomo Matteotti, 32 18100 - Imperia (IM) Tel. 0183/650551 Fax 0183/64245 info@anceimperia.it
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Direttore responsabile: Fabrizio Pepino
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Redazione e grafica: Autorivari studio associato Corso IV Novembre, 8 12100 – Cuneo (CN) Tel. 0171/601962 staff@autorivari.com Stampa tipografica: Tipografia Grafiche Amadeo Srl Via Nazionale Sud, 1 18027 - Chiusanico (IM) Tel. 0183/52603 Spedizione postale: PostaTARGET CATALOG Numero aut. NORD OVEST/00316/03.2018 Ufficio di accettazione/detentore: Imperia CDM Registrazione Tribunale Imperia Decreto accoglimento iscrizione registro stampa n. cronol. 240/2018 del 26/01/2018 R.G. n. 111/2018, Num. Reg. Stampa 2 Chiusura: 04/12/2019
2019 Rivieracqua. Ben vengano i privati, ma le imprese devono essere pagate
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Dissesto idrogeologico. Frane, il problema è a monte
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Collegamenti interrotti. Il grido delle aziende isolate tra Italia e Francia
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Vie alternative. Dai trafori alle ferrovie tra Ponente Ligure e provincia di Cuneo
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Ponti e viadotti. La manutenzione va migliorata
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Nuovo Puc di Sanremo. Massimo Donzella: “Modifiche a misura di edilizia”
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Cantiere Imperia. Aziende locali per ora solo spettatrici
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Riqualificazione edilizia. Bene i bonus su facciate e sottotetti
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Mercato immobiliare. La disponibilità economica resta ridotta
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Incuria e degrado. Da Imperia a Sanremo, lasciate ogni speranza voi che entrate... 22 Fisco. Le ritenute non spettano al committente
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Confindustria Imperia. Barbara Amerio: “Imperia rinascerà dal mare”
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Calcestruzzi della Val Roja. Mezzo secolo di betoniere tra Italia e Francia
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TUTTO IL MEGLIO PER L’EDILIZIA AD UN PASSO DA CASA TUA Abitare Genova (GE)
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S O M M A R I O
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Salvataggio Rivieracqua Ben vengano i privati, ma le imprese devono essere pagate Fabio Rubero
mese di ottobre dalla
Ance Imperia non entra nel merito della decisione dei sindaci per non perdere di vista il suo primo obiettivo
L’associazione dei costruttori edili non vuole entrare nel merito delle questioni e continua ad osservare ciò che succede auspicando che le scelte che vengono compiute siano le migliori possibili per salvare Rivieracqua dal fallimento
“R
iscossione totale dei crediti vantati dalle imprese edili imperiesi”. È con quello che è ormai diventato quasi un mantra, che Ance Imperia ha seguito le tante vicende (anche se forse sarebbe più giusto parlare di vicissitudini) che hanno riguardato Rivieracqua, anche nelle settimane appena trascorse. A partire da quello che può essere considerato un vero e proprio atto di forza perpetrato all’inizio del
Regione Liguria, ovvero l’emanazione del Decreto per mezzo del quale l’amministrazione Toti si è, di fatto, sostituita alla Provincia di Imperia, ora presieduta da Domenico Abbo, quale ente di governo dell’Ambito territoriale ottimale Ovest, attraverso la nomina di un commissario ad acta: la 49enne fiorentina, ex direttore generale del Ministero dell’Ambiente, Gaia Checcucci. Sino ad arrivare all’attesissima Conferenza dei Sindaci dello scorso 27 novembre a Palazzo Bellevue a Sanremo, già entrata nella storia come quella in cui è stato sancito che anche i privati potranno varcare la soglia del consorzio di via Bresca. Investitori che potranno arrivare a de-
tenere complessivamente fino al 49% delle quote da individuare tramite gara europea e che dovranno portare nuovi capitali affinchè il consorzio riesca ad ottemperare al pagamento dei suoi debiti, compresi naturalmente quelli nei confronti delle tante aziende edili imperiesi che in questi anni hanno responsabilmente svolto lavori di alcuni milioni di euro per Rivieracqua senza però riceverne mai il relativo compenso. Un passaggio cruciale, quello dell’ingresso della componente privata, che va a modificare anche strutturalmente la composizione del consorzio, vissuto in maniera diametralmente opposta dai sindaci dei due Comuni più popolosi della provincia di Imperia. Se il sindaco del capoluogo, Claudio Scajola, già un anno fa aveva paventato ed auspicato l’ingresso di una componente privata nel consorzio dalla quale ottenere la necessaria nuova linfa, il primo cittadino di Sanremo, Alberto Biancheri, dopo avere fatto tutto il possibile per evitarlo, non
5 ha potuto non definirlo “un passaggio doloroso”. Tappe di un cammino tortuoso che Ance Imperia ritiene doveroso non giudicare singolarmente ma valutare nella loro completezza, auspicando che le scelte siano state e continuino ad essere compiute con l’obiettivo unico di salvare Rivieracqua dal fallimento, sia perché ciò avrebbe effetti deleteri sui dipendenti e su tante aziende, creditrici e non, dunque sull’intera economia provinciale, sia perché da sempre si ritiene che, con i dovuti aggiustamenti tesi ad ottimizzarne l’operato, il consorzio potrebbe davvero essere in grado
Gruppo
non solo di sopravvivere, ma anche di aspirare a diventare un esempio di modello virtuoso di cooperazione territoriale. “Noi non entriamo nel merito delle questioni e continuiamo ad osservare ciò che succede auspicando che le scelte che vengono compiute siano le migliori possibili per Rivieracqua - è il parere di Ance Imperia -. Quello che è certo è che la nostra posizione non si è spostata di un solo millimetro, così come non si è di certo abbassata la nostra soglia di attenzione sulle questioni che continuano a vedere le nostre imprese quale parte gravemente lesa ed è soprattutto su
Le imprese associate ad Ance Imperia sono parte gravemente lesa e dobbiamo salvaguardarle ad ogni costo questo aspetto che valuteremo ciò che è avvenuto sino ad ora”. Il messaggio è chiaro e ribadisce ancora una volta, se mai ve ne fosse stato bisogno, che l’unica soluzione plausibile per la sezione imperiese dell’Associazione Nazionale Costruttori Edili risiede nelle nove parole iniziali di questo articolo.
Lo specialista italiano del fotovoltaico
G R A N D A N G O L O
Lo scorso 27 novembre la Conferenza dei Sindaci ha sancito che anche i privati potranno varcare la soglia del consorzio fino a detenere complessivamente il 49% delle quote
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Dissesto idrogeologico Frane, il problema è a monte Non è vero che mancano sempre le risorse, spesso ci sono ma non vengono sfruttate o sono utilizzate male Gilberto Manfrin
C’
è una parola che più di ogni altra può spiegare bene quanto accaduto nei terribili giorni
del fine settimana del 23-24 novembre. È devastazione. Le immagini del crollo di un pezzo di viadotto della Torino-Savona, con 30mila metri cubi di materiale franoso, ca-
Lionello Belmonte GEOLOGO EX DIRIGENTE PROVINCIA DI IMPERIA
Salvo qualche caso particolare, i fondi che arrivano spesso servono unicamente per rimuovere materiale franoso, liberare le strade, rastrellare i versanti. Mancano, per esempio, i fondi per regimentare correttamente le acque, per rifare le cunette, le tombinature, etc.
Senza una attenta pianificazione programmata degli interventi di prevenzione il problema non si risolve
duto da un’altezza di 300 metri a circa 20 metri al secondo, secondo gli esperti, sono
vengono stanziate - come ha ben fatto no-
l’emblema di una regione dimenticata e
tare il quotidiano nazionale - solo alcune
che dicono più di ogni altra cosa quanto
centinaia di migliaia di euro a fronte di
la Liguria sia quotidianamente esposta
interventi che, per dirsi risolutivi, dovreb-
ad un rischio idrogeologico che rischia di
bero costare milioni di euro. Un esempio?
provocare tragedie. Allarmi, crolli, frane:
Per fermare la collina della Vesca che sta
capitano ogni anno tra ottobre e dicembre,
franando, fra sondaggi, esami e lavori sono
quando questa terra si riscopre ostaggio del
stati spesi finora 135 mila euro a fronte
meteo. E della burocrazia. Che dimentica il
degli 8 milioni per la messa in sicurezza
suo “grido d’aiuto”. Come ha ben docu-
dell’intera zona. Alla Valle Arroscia sono
mentato di recente “Il Fatto Quotidiano”,
stati assegnati 400 mila euro di fondi
il territorio ligure è reso ancora più fragile
europei per opere contro il dissesto idro-
dall’incapacità di gestire le risorse finan-
geologico, mentre l’entroterra ponentino
ziarie messe a disposizione: sono solo 41
riceverà dalla Regione un contributo di
i milioni erogati per la Liguria a fronte
234 mila euro a favore dei piccoli Comuni
dei 275 previsti dal Piano stralcio per le
con meno di mille abitanti. Una cifra pari
aree metropolitane e le aree urbane, nato
al 35% del costo totale delle opere per la
nel 2015 nell’ambito del Piano operati-
messa in sicurezza delle strade.
vo nazionale, per assicurare l’avvio degli
Ma tali cifre sono investimenti sufficien-
interventi più urgenti. La causa: ritardi
ti per scongiurare il ripetersi di disastri o
nella presentazione di progetti cantierabili.
comunque tali da prevenire nuovi dissesti?
Ecco perché la regione continua a vivere
“Purtroppo non sono investimenti suffi-
una conclamata situazione di instabilità
cienti - afferma il geologo Lionello Bel-
idrogeologica con la sensazione che gli in-
monte -. Salvo qualche caso particolare, i
terventi pensati per scongiurare il ripetersi
fondi che arrivano spesso servono unica-
di nuovi disastri si concretizzino sempre e
mente per rimuovere materiale franoso,
solo a danno avvenuto, mai per atti pre-
liberare le strade, rastrellare i versanti.
ventivi ben studiati.
Mancano, per esempio, i fondi per regi-
Non solo: dove ci sarebbe da intervenire
mentare correttamente le acque, per rifare
7 le cunette, le tombinature, etc. La cosa non
nutenzione costante dell’entroterra, dove
va bene”.
ci sono i piccoli rii che poi defluiscono verso
Così, se i (pochi) soldi disponibili vengono
i rami principali. In queste zone stanno
utilizzati per rimuovere terra, massi, bloc-
sparendo i muri a secco e le canalizzazioni
chi sulle strade, magari per il fissaggio di
d’acqua. Importantissime. L’abbandono
una rete paramassi sulla scarpata, si con-
del territorio si legge immediatamente
tinua a non investire, per esempio, in studi
come risposta del rischio idrogeologico
e indagini accurate su tratti di versante più
sui tratti di torrente a valle. Guardando
lunghi, per capire se fenomeni di dissesto
la dinamica fluviale dei corsi d’acqua che
possano capitare anche in settori adiacenti.
vanno verso il mare, per cui più prossimi
“Proprio così - prosegue Belmonte -. Ci si concentra sul danno, ma non si va mai a fare un’analisi completa per capire se, quanto accaduto, potrebbe ripetersi: se c’è un evento franoso di una determinata tipologia, con molta probabilità in quella zona, per un buon tratto di versante, è possibile che l’evento possa ripetersi, magari a soli 100 metri di distanza. Generalmente con l’attuale disponibilità di professionalità, di denaro e di uomini non si riesce a fare questa parte importante che rientrerebbe in un discorso di prevenzione o di analisi allargata del problema”. Senza scordare i corsi d’acqua: per la vicinanza tra le montagne e il mare, si tratta
alla foce, si può capire lo stato di salute dei bacini di tutto l’entroterra e purtroppo la situazione non è buona, anche perché la Pubblica amministrazione non riesce a soddisfare il fabbisogno di interventi e di incentivi per favorire un ritorno dei giovani all’agricoltura. Perché il punto è proprio questo: occorrono nuovi terrazzamenti, nuovi muri a secco che sono la salvezza del territorio ligure. In particolar modo nel Ponente, salvo per qualche Comune, non arrivano finanziamenti nonostante piccole aziende agricole ben disposte che, pur presentando domanda, non riescono mai, per via di innumerevoli cavilli burocratici, ad accedere ai già pochi sussidi”.
Ci si concentra sul danno, ma non si va mai a fare un’analisi completa per capire se, quanto accaduto, potrebbe ripetersi: se c’è un evento franoso di una determinata tipologia, con molta probabilità in quella zona, per un buon tratto di versante, è possibile che l’evento possa ripetersi, magari a soli 100 metri di distanza
quasi sempre di fiumiciattoli, rii e torrenti di piccole dimensioni, dal percorso molto breve e con un bacino idrografico estrema-
Vigili del Fuoco al lavoro ad Altare, nella zona del crollo del viadotto dell’autostrada Torino-Savona [Foto:Vigili del Fuoco]
mente ridotto. Questo per dire che, in caso di forti piogge concentrate in un’area ridotta, bastano pochi minuti per superare la portata massima del corso e farlo esondare. “Anche in questo caso la manutenzione è scarsa, complice un mancato aggiornamento dei calcoli di portata, che non sono più quelli di una volta - aggiunge il geologo -. Ci scordiamo che negli anni i torrenti portano e depositano materiale in più, che va a collocarsi nell’alveo, modificandone la geometria stessa. Quando arriva la piena manca magari un metro di espansione verso il basso, la sezione utile diventa troppo piccola per favorire il deflusso delle acque e così si verifica l’alluvionamento. Non solo: è in atto una mancanza di ma-
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I L
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Collegamenti interrotti Il grido delle aziende isolate Il crollo del viadotto sulla Torino-Savona si aggiunge ai problemi cronici delle Statali 28 del Colle di Nava e 20 del Colle di Tenda Alessandro Nidi
STATALE 28 COLLE DI NAVA
Ance Imperia chiede all’Anas, che ha portato avanti importanti interventi di manutenzione sia ordinaria che straordinaria, di intervenire per concludere i lavori eliminando il semaforo tra Pieve di Teco e Acquetico che genera rallentamenti e code
Q
uattro mesi. Questa la tempistica di ricostruzione del viadotto Madonna del Ponte sull’A6 Torino-Savona ipotizzata da Autostrada dei Fiori Spa. Una campata in acciaio priva di piloni, per la quale è financo stato avviato un dettagliato iter progettuale. Sono tante, però, le incognite connesse a tale questione. In primis, quando giungerà il via libera da parte della Procura savonese, che dopo il crollo di domenica 24 novembre ha aperto un fascicolo contro ignoti per disastro colposo e posto sotto sequestro i resti dell’opera? Quanto tempo occorrerà per ottenere tutte le autorizzazioni necessarie, inclusa la disponibilità delle
Le imprese per lavorare sono costrette a percorrere vie alternative molto più lunghe, sostenendo costi molto maggiori aree su cui far sorgere la nuova infrastruttura? Parallelamente a questi interrogativi, il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Paola De Micheli, ha parlato di un “Piano Marshall” per la Liguria, composto da fasi di monitoraggio e rilevazione delle criticità e dal successivo reperimento di finanziamenti; un progetto a 360 gradi, che comprende anche un maggior (e miglior)
COME AUMENTANO I COSTI Esiste un prospetto relativo agli esborsi, calcolato in un documento risalente a ottobre 2017 e redatto da Astra Cuneo, FAI Cuneo, Confartigianato Imprese di Cuneo e di Imperia e Confindustria di Cuneo e di Imperia: in sole 4 ore si possono coprire i 214 chilometri di andata e ritorno attraverso il Tenda, che comportano un’uscita complessiva di 90 euro e un consumo di 72 litri di carburante. I chilometri diventano 364 se si ricorre al Nava passando per l’A6 (Mondovì-Ceva) e rientrando in autostrada da Imperia sino a Ventimiglia, con una spesa totale pari a 189,25 euro e 121 litri di carburante (6 ore di viaggio). Infine, guardando esclusivamente alle autostrade (A33, A6 e A10), si tocca quota 416 chilometri, per un costo finale di 267,40 euro e un consumo di 140 litri di carburante (7 ore tra andata e ritorno).
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sfruttamento delle linee ferroviarie e dei collegamenti via mare. Rimane, però, l’enorme problema dell’A6 interrotta, al quale si proverà ad ovviare con l’istituzione del senso unico alternato lungo la carreggiata verso il mare: “Ogni giorno su quest’autostrada viaggiano mille camion da e per il porto di Savona dichiarano dal Comitato di Gestione dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale -. Questa è, di fatto, l’unica via anche per gli approvvigionamenti delle industrie ubicate in val Bormida: impensabile ricorrere ad alternative”. Il caso della “Verdemare” va peraltro a sommarsi alla chiusura dei viadotti Fado Nord e Pecetti
9 Sud sull’A26, dove ora si circola a una corsia per senso di marcia, e alle limitazioni di carico e ai tanti cantieri presenti sull’A7. Un quadro che altro non fa che acuire le difficoltà in materia di collegamenti fra Liguria e Piemonte, ultimamente già ardui per altri fattori. C’è, infatti, da una parte, la Strada Statale 28 del Colle di Nava, itinerario che nell’ultimo quinquennio, complici anche gli eventi alluvionali e meteorologici, ha palesato notevoli criticità su ambedue i versanti; su quello ligure, addirittura, da quasi cinque anni “governa” il semaforo installato a ridosso del cantiere fra Pieve di Teco e Acquetico, per il quale l’Anas, ha individuato la fine del primo mese del 2020 come data di conclusione delle opere. Sull’argomento l’ente è stato incalzato di recente anche da Confindustria Imperia, che ha chiesto “all’Anas, che ha portato avanti importanti interventi di manutenzione sia ordinaria che stra-
ordinaria, di intervenire per concludere i lavori eliminando il semaforo che genera rallentamenti e code”. C’è, dall’altra, la Statale 20 del Colle di Tenda, lungo la cui prosecuzione francese, la R.D. 6204, dal 1° settembre 2017 vige un’ordinanza congiunta, presentata presso la Prefettura di Nizza ed emessa dai sindaci di cinque Comuni della valle Roya (Breil, Saorge, La Brigue, Tenda e Fontan), tesa a decretare la limitazione della circolazione nei rispettivi territori municipali ai veicoli aventi massa massima superiore alle 19 tonnellate. È in questo scenario letteralmente catastrofico che si staglia la preoccupante posizione delle aziende che quotidianamente operano fra il Basso Piemonte e la riviera di Ponente. “Ogni impresa che attraversa tutti i giorni questi territori è toccata dal discorso - afferma Luciano Tesorini della Tesorini di Camporosso -. Le arterie stradali esistenti andrebbero potenziate e sfrut-
tate meglio, in quanto i rapporti turistici e di lavoro tra le due regioni sono storici e dovrebbero essere agevolati. In situazioni come questa, del resto, l’incremento dei costi grava sull’utente finale, con rincari che, va da sé, abbattono la competitività sul mercato”. Circa una soluzione ferroviaria che colleghi le due province, Tesorini sostiene che “l’idea, seppur difficile, è bella e ambiziosa: spero si ricerchi un confronto con le Ferrovie dello Stato e con le amministrazioni comunali per valutarla a fondo”. D’altro canto, Imperia e Cuneo costituiscono quasi una provincia unica, come testimoniano i numerosi dialoghi commerciali in essere: “Ci riforniamo prevalentemente dal Cuneese - asserisce Brunella Ballestra della Calcestruzzi Val Roja di Ventimiglia - e anche noi abbiamo subìto l’incremento dei costi, poiché l’unica alternativa al Tenda è l’autostrada. Occorre che la politica ragioni su carreggiate già
A T T U A L I T À
Le arterie stradali esistenti andrebbero potenziate e sfruttate meglio, in quanto i rapporti turistici e di lavoro tra le due regioni sono storici e dovrebbero essere agevolati
Veduta aerea del crollo del viadotto Madonna del Ponte sull’A6 Torino-Savona [Foto: Guardia di Finanza]
10 pronte: non si può ovviare,
nei prodotti poveri come
una porzione di Costa
attualmente, al trasporto
il cemento; in questo
Azzurra: fino a quando il
su gomma”.
settore, infatti, a fare la
Tenda è stato percorribile,
Le fa eco Giuseppe Paci,
differenza sono le spese
i nostri autisti compivano
direttore dello stabili-
e per contenerle servono
due viaggi al dì, men-
mento Buzzi Unicem di
infrastrutture adeguate,
tre con il quadro attuale,
Robilante: “Riscontriamo
di cui in questo momento
che prevede l’ingresso in
difficoltà inenarrabili nel
non possiamo usufruire”.
autostrada a Mondovì,
raggiungere la Francia, a
Posizione analoga per
l’uscita al casello di Ceva,
causa della presa di posi-
Diego Argirò, titolare
il superamento del colle di
zione dei primi cittadini
dell’omonima impresa di
Nava e il rientro in auto-
della valle Roya e dell’im-
autotrasporti avente sede
strada a Imperia, riuscia-
praticabilità invernale
a Peveragno: “Le nostre
mo a farne soltanto uno.
del colle della Maddale-
problematiche di tutti i
D’altro canto, la distanza
na. Dobbiamo ricorrere
giorni si chiamano ga-
tra Tenda e Ventimiglia
costantemente all’auto-
solio, autostrada e tempi
è di 75 chilometri, quella
strada ed è un’autentica
di guida. Noi serviamo
fra Nava e Ventimiglia è di
pugnalata per chi opera
l’area di Ventimiglia e
200 chilometri”.
Vie alternative Dai trafori alle ferrovie
I
collegamenti fra Basso Piemonte e Ponente Ligure rappresentano, per certi versi, una questione annosa, per
non dire secolare, aggravata ulteriormente dagli accadimenti connessi all’ondata di
TRAFORO ARMOCANTARANA
maltempo del 23 e 24 novembre scorsi, con annesso crollo del viadotto Madonna del Ponte sull’A6, che richiederà mesi per la sua ricostruzione. Mentre le vie tradizionali va-
La variante di valico figura tra le opere che dovrebbero appartenere alla programmazione 2020-2024 sottoscritta dall’Anas e dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti
cillano e lottano contro cantieri e lungaggini burocratiche, timidamente fanno capolino all’orizzonte nuove intuizioni, che in realtà proprio inedite non sono, dal momento che affondano le loro radici in un passato talvolta non così recente. È il caso, ad esempio, del traforo Armo-Cantarana e dei collegamenti ferroviari tra l’alta valle Tanaro e l’Imperiese; alternative più o meno concrete, che,
ARMO-CANTARANA: NOVITÀ A INIZIO 2020? Di Armo-Cantarana si è parlato abbondantemente, con particolare riferimento
tuttavia, verrebbero accolte favorevolmente
ai mesi appena archiviati. Lo scorso 20
anche e soprattutto da chi, quotidianamen-
luglio, di fronte al foro pilota realizzato nel
te, per questioni lavorative è costretto a
1992 dall’Anas ai fini di indagine geogno-
valicare il confine che delimita le pertinenze
stica, si è tenuta la presentazione ufficiale
geografiche delle due regioni.
del progetto, letteralmente rispolverato
11 dopo quasi trent’anni di oblio dall’azione congiunta delle Camere di Commercio di Cuneo e delle Riviere di Liguria. Quattro giorni più tardi è pervenuto il benestare del CIPE (Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica), che ha finanziato lo studio necessario alla realizzazione del tunnel. Attualmente, la variante di valico figura tra le opere che dovrebbero appartenere alla programmazione 2020-2024 sottoscritta dall’Anas e dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. L’intervento, secondo quanto dichiarato in sede di conferenza stampa, dovrebbe svilupparsi per complessivi 9,284 chilometri, con sezione stradale di larghezza complessiva pari a 10,50 metri e due corsie (una per senso di marcia) da 3,75 metri. Serviranno, inoltre, 1020 giorni consecutivi di lavoro e 304.216.922,70 euro per completare l’opera; in ogni caso, a inizio 2020 dovrebbe avere luogo l’ennesimo rendez-vous fra operatori economici e istituzionali ed esponenti politici delle due regioni, con l’intento di fare il punto della situazione.
Piemonte e il Ponente ligure. Le risposte delle istituzioni finora non sono pervenute, nonostante una seconda petizione lanciata su change.org e denominata Ferrovia Garessio-Albenga, ma il modesto dislivello in rapporto alla tratta da percorrere, con la possibilità di allacciarsi direttamente al raddoppio del Ponente ligure, attual-
GARESSIO-ALBENGA E ORMEA-IMPERIA: IDEE PERCORRIBILI? Per contro, negli ultimi tempi hanno ripreso quota le ipotesi collegate alla creazione di un allaccio ferroviario, da intendersi come naturale prosecuzione dei binari della Ceva-Ormea. Quella più accreditata porta alla nascita della bretella
mente ancora da ultimare nel segmento da Andora a Finale Ligure, potrebbe far prevalere quest’opzione su quella storica dell’Ormea-Sanremo, ventilata per la prima volta il 3 aprile 1855 presso la Camera Subalpina dal marchese Domenico anni del Novecento, quando si pensava di raggiungere Taggia attraversando Rezzo e la valle Argentina, con in mezzo le stazioni di Agaggio e Badalucco. Oggi, invece,
Comune dell’alta val Tanaro nel 1982 fu
si immagina un collegamento fra Ormea
organizzato un convegno. In particolare,
e Imperia, in virtù dell’esigenza di un
dopo l’incidente del 9 novembre 2018 a
servizio ferroviario in media valle Arro-
Ormea, che coinvolse un autobus su cui
scia e in valle Impero, dove sono presenti
viaggiavano 25 studenti, il Comitato Treni
alcuni insediamenti industriali. A frenare
Alpi Liguri ha raccolto in poche ore 300
i facili entusiasmi, però, sono il notevole
firme a favore della Garessio-Albenga, che
dislivello verso Pieve di Teco, aggirabile
avrebbe una funzione mista: commerciale,
esclusivamente mediante l’installazione
attraendo da Ventimiglia il traffico che al-
di una rampa elicoidale, e l’avanzamento
trimenti confluirebbe su Savona e Genova,
dei discorsi inerenti al traforo Armo-Can-
e turistica per il traffico di visitatori fra il
tarana.
P I A N O
FERROVIA GARESSIOALBENGA
Spinola e a più riprese discussa nei primi
Garessio-Albenga, sulla quale proprio nel
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Il traforo ArmoCantarana (pag.10) e la stazione ferroviaria di Garessio (pag. 11) così come si presentano oggi [Foto: Autorivari]
La bretella avrebbe una funzione mista: commerciale, attraendo da Ventimiglia il traffico che altrimenti confluirebbe su Savona e Genova, e turistica per il traffico di visitatori fra il Piemonte e il Ponente ligure
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I ponti hanno bisogno di manutenzione, perché il calcestruzzo è soggetto a deterioramento, soprattutto dove ci sono condizioni atmosferiche avverse, come forti escursioni termiche, il vento o il sale marino [Foto: Autorivari]
Ilaria Blangetti
La manutenzione c’è e c’è sempre stata ma sicuramente non sempre i fondi pubblici per la manutenzione straordinaria sono stati spesi in forma adeguata
La manutenzione dei ponti va migliorata Spesso è più facile costruire nuove opere, ma quello che serve veramente è intervenire su quelle esistenti
S
orvegliati speciali. Ponti malati, viadotti a rischio, cantieri aperti. Dopo la tragedia del Ponte
dagine ancora in corso e con quelle immagini scolpite nella mente e nel cuore di chi le ha viste, vissute e subite.
Morandi, la Liguria si riscopre an-
Crepe, calcinacci caduti, qualche segno
cora una volta fragile e sale l’allerta
di deterioramento, che forse prima
sulle strutture autostradali. In tutto
destavano la preoccupazione di qualche
89, tra interventi già effettuati e altri
minuto, ora sono sintomo di allarme e
da concludere entro settembre 2020:
di paura. Ora c’è il precedente, tragico e
sono i cantieri aperti da Autostrade per
sotto gli occhi del mondo.
l’Italia tra Liguria e Basso Piemonte,
Il Morandi era un simbolo, tutti quelli
come ha riportato un articolo de “La
che hanno visto il mar Ligure sono
Repubblica” dello scorso 6 novembre.
passati sopra quel ponte: chi in arrivo
Ci sono poi limitazioni al traffico per
dal Piemonte, chi dal Ponente Ligure,
alcuni viadotti liguri ritenuti “malati”
chi dalla Toscana. Oltre alla gravità di
che hanno ricevuto il voto di 70 (ossia
quanto successo, è caduto un collega-
necessità di interventi urgenti) secondo
mento vitale per una città già struttu-
l’aggiornamento dello stato di salute
ralmente difficile come Genova. Ma ora
delle opere, con il conseguente divieto
perché tutti questi altri allarmi? C’era-
ai trasporti eccezionali. E poi l’ultimo
no già prima e passavano inosservati?
fatto: il crollo del viadotto autostradale
Oppure gli occhi dei media sono ora
sull’A6 Torino-Savona all’altezza di
puntati sulla questione e ogni dettaglio
Altare, spezzato da una frana durante
non sfugge più alla vista di chi passa
l’ondata di maltempo di fine novembre.
ogni giorno su quelle strade? Non solo
Una situazione che crea indubbiamente
quindi interventi sui casi più urgenti,
un allarme sociale tra la popolazione
ma anche un piano diffuso varato forse
già scossa per quanto successo poco più
proprio per evitare allarmismi.
di un anno fa al Morandi, con un’in-
“La manutenzione c’è e c’è sempre
13 stata – commentano da Ance Imperia – ma sicuramente non sempre i fondi pubblici per la manutenzione straordinaria sono stati spesi in forma adeguata, spesso è molto più semplice iniziare nuove costruzioni, alcune che poi rimangono incompiute, invece di agire sulle strutture presenti. Manutenzioni importanti che significano spesso anche l’interruzione del traffico, un disagio e un mancato introito per le concessionarie autostradali, un disagio in più per zone come la Liguria dove non ci sono alternative di scorrimento veloce”. Si rischia di mandare in tilt il traffico, ma a volte tutto ciò si rende indispensabile se non si vuole arrivare a situazioni limite e rinviare sia un nuovo progetto di viabilità, sia la manutenzione necessaria. “I ponti, benché monitorati, hanno bisogno di manutenzione – continuano da Ance Imperia -, perché il calcestruzzo è soggetto a deterioramento,
che aumenta ancora di più dove ci sono condizioni atmosferiche avverse, come forti escursioni termiche, il vento o il sale marino. Si impongono quindi forme di manutenzione che dovrebbero essere sistematiche. Ogni concessionario è a conoscenza dello stato delle sue opere e il sistema è monitorato a più livelli per far sì che la manutenzione avvenga. Il sistema si inceppa sul fatto che spesso vengono privilegiate le nuove opere rispetto alla manutenzione di quelle già in essere. Serve una maggiore coscienza e responsabilizzazione di realtà e dirigenti locali. Con richiesta di maggior investimenti sull’esistente rispetto alle nuove opere”. Insomma gli interventi di controllo ci sono e sono importanti, forse però dovrebbe aumentare la responsabilizzazione da parte di chi ha potere decisionale per agevolare interventi veloci e mirati in situazioni da considerare più a rischio.
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Serve una maggiore coscienza e responsabilizzazione di realtà e dirigenti locali. Con richiesta di maggior investimenti sull’esistente rispetto alle nuove opere
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Il nuovo Puc di Sanremo Modifiche a misura di edilizia Botta e risposta con l’assessore Massimo Donzella sul Piano Urbanistico Comunale appena approvato Anna Cavallera
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ercoledì 30 ottobre la Giunta Bianchieri ha finalmente dato il via libera alle modifiche di aggiornamento del noto Piano Urbanistico Comunale di Sanremo, approvato lo scorso 30 aprile ed entrato in vigore il 9 maggio 2019 presso il Comune matuziano. Una svolta significativa capace di offrire risposte concrete alle istanze sollevate nel corso dell’estate da parte di numerosi cittadini, ma anche degli ordini professionali ed, in primis, da Ance Imperia. Per meglio comprendere l’entità delle nuove procedure di aggiornamento alla normativa, la cui efficacia è prevista a partire dall’estate 2020, abbiamo interpellato Massimo Donzella, Assessore ai Lavori Pubblici, Edilizia Privata e Urbanistica del Comune di Sanremo e già relatore della Legge sul Piano Casa in qualità di Consigliere Regionale. “Auspico fortemente che le modifiche apportate al Puc possano determinare una crescita del territorio tale da rilanciare l’economia edile, volano assoluto per l’economia cittadina da cui deriva l’indotto, nel rispetto della tutela dell’ambiente. La nostra costa e l’entroterra richiedono interventi edili improntati al famoso stile Liberty sanremese, capaci di renderci competitivi con la vicina Costa Azzurra”. Quali novità prevede la nuova delibera? “Innanzitutto otto diverse ipotesi di intervento con una premialità pari al 17 % del volume già consentito. Per realizzare gli interventi, oltre ad un indice edificatorio di base, ne esiste uno esterno che potrà essere trasmesso sull’area prescelta, andandosi a sommare al 17% della premialità”. Può farci qualche esempio? “Nel Puc è previsto come, in caso di interventi di deimpermeabilizzazione delle ‘serre’, sia consentito un aumento volumetrico. Così come avviene per la realizzazione di ‘nuove connessioni ecologiche’, ovvero l’ampliamento dei territori naturali, o nel caso di interventi tesi a mitigare il rischio idraulico e sismico. La premialità, sempre tradotta in termini di superficie agibile, interesserà anche il
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ripristino della viabilità storica, come i sentieri e le mulattiere, o il restauro dei beni storici ed il recupero del centro storico”. L’esclusione delle zone agricole dal Piano Casa rappresentava una restrizione all’edificabilità: cosa cambierà a tal proposito? “Saranno introdotte nuove norme all’interno della disciplina. In seguito ad un lavoro condiviso con la Regione siamo riusciti a consentire, sin da subito, l’ampliamento del 20% di immobili esistenti nelle zone agricole, senza alcun consumo di indice edificatorio”. Permarrà il divieto di realizzare nuove piscine o parcheggi interrati? “Stiamo predisponendo degli aggiornamenti al PucC al fine di consentire la realizzazione di tali opere. Indicheremo la tipologia e le dimensioni delle piscine, compatibili alle singole zone del territorio, mentre relativamente ai parcheggi, bisognerà prestare attenzione ai ‘piani di bacino’, strumenti di tutela sovraordinati tesi a formulare previsioni importanti. Nella delibera è stata inserita la possibilità di realizzare volumi interrati anche autonomi per parcheggi pertinenziali nei limiti del 35% della superficie agibile e parcheggi in superficie negli ambiti agricoli e di presidio”. Il limite del 10% delle superfici agibili per le superfici accessorie negli interventi di nuova costruzione sarà mantenuto? “Sarà eliminato ed ampliato sino al 40%. In un territorio come il nostro è fondamentale garantire la fruibilità dell’ambiente esterno attraverso la realizzazione di porticati: un nuovo modo funzionale di vivere, sfruttando gli spazi esterni per almeno sei mesi all’anno”.
L ’ I N T E R V I S T A
Come funzionerà la normativa relativa alla delocalizzazione edilizia? “Questo meccanismo consentirà di ‘trasferire’ i volumi dalle zone agricole, previa demolizione, agli ambiti urbani, con un incremento del 35%. Queste modifiche avverranno attraverso una veloce procedura di aggiornamento che consisterà in piccole varianti a-tecniche, unicamente sottoposte al controllo della potestà comunale”. I volumi agricoli potranno anche essere accorpati? “Certamente, utilizzando degli indici destinati a questo tipo di intervento, tali da consentire, oltre agli spostamenti all’interno del lotto, la demolizione e ricostruzione anche di più volumi, poi accorpati con l’incremento”. In cosa consiste il Registro delle superfici agibili? “Se, all’interno del proprio fondo si possiede un volume incongruo, o inservibile, sarà possibile demolirlo ed iscriverne all’interno del Registro la superficie, riservandosi la ricostruzione o la delocalizzazione della stessa ad un secondo momento. La superficie stessa potrà essere parimenti messa in vendita. La proprietà non andrà mai perduta”.
Auspico fortemente che le modifiche apportate al Puc possano determinare una crescita del territorio tale da rilanciare l’economia edile, volano assoluto per l’economia cittadina da cui deriva l’indotto, nel rispetto della tutela dell’ambiente
Nel Puc è previsto come, in caso di interventi di deimpermeabilizzazione delle ‘serre’, sia consentito un aumento volumetrico [Foto: Autorivari]
16 Solo 8 le offerte (di cui una sola del territorio) arrivate per il corposo (14 milioni di euro) bando per la realizzazione della pista ciclabile ImperiaSanremo, forse a causa dell’inserimento di troppi lavori aggiuntivi sul progetto originale? [Foto: Autorivari]
Cantiere Imperia Aziende locali solo spettatrici Fabio Rubero
Tra le note stonate il fatto che non si capisce il motivo per il quale, nel bando relativo ai lavori negli istituti scolastici, non venga riconosciuto l’indennizzo per il lavoro straordinario (richiesto) svolto negli orari notturni e nei giorni di festa
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l 2019 è stato un anno particolarmente fertile in ambito edilizio per la città di Imperia e così saranno il 2020 ed il 2021 quando troveranno il loro totale completamento i tanti lavori di restyling attualmente in corso nel capoluogo. Una novità che, sin da quando venne annunciata nei primi mesi dell’anno in un’intervista al sindaco Scajola rilasciata alla nostra rivista, abbiamo naturalmente salutato con favore e compiacimento poiché vista come una grande opportunità anche e soprattutto per le aziende locali. Nei mesi successivi, tuttavia, fatto salvo un giudizio globalmente positivo, il nostro entusiasmo è andato via via scemando allorquando abbiamo dovuto amaramente constatare che delle decine di milioni di euro stanziate soltanto le briciole finiranno nel-
le tasche delle aziende imperiesi, che si sono sino ad ora aggiudicate solamente alcuni lavori di minore entità come la riqualificazione di via Maresca, il rifacimento
In città crescono i cantieri ma continuano a rimanere troppo poche le imprese imperiesi che vi lavorano dei marciapiedi di viale Matteotti, i parcheggi in via Siffredi, il parcheggio di Calata Anselmi, oltre alla manutenzione ordinaria degli edifici scolastici. Lungi da noi l’attribuzione della responsabilità di tale situazione a chi commissiona i lavori (che giustamente segue rigorosamente le prassi del caso) a cui invece chiediamo
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un maggiore dialogo con aziende ed associazioni al fine di individuare virtuosi percorsi comuni. Tra le tante luci, non solamente dovute alla nuova illuminazione in Lungomare Cristoforo Colombo, ci sono tuttavia anche alcune ombre che riteniamo doveroso evidenziare come il crollo dell’impalcatura nel cantiere dei lavori al Teatro Cavour avvenuta lo scorso 4 novembre, quando in città spirava vento di Libeccio ad una velocità superiore ai 90 km/h. Un fatto, su cui si si sta ancora facendo chiarezza, che solo il caso, che ha voluto che in quel momento non transitassero né pedoni né veicoli, ha fatto sì che non avesse gravi conseguenze. Un episodio, certo, di cui vanno accertate le responsabilità che però non fa altro che alimentare ulteriormente il clima di
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disappunto e di sfiducia che aleggia sulle imprese edili imperiesi, già “indispettite” per un paio di altre situazioni poco gradite. Non viene, ad esempio, ritenuto comprensibile il motivo per il quale, nel bando relativo ai lavori negli istituti scolastici, non venga riconosciuto
l’indennizzo per il lavoro straordinario (richiesto) svolto negli orari notturni e nei giorni di festa. Una maggiorazione di spesa per nulla indifferente della quale si deve dunque fare totalmente carico l’azienda stessa, non riconoscendo così un diritto contrattuale, spettante alle maestranze. Che dire poi del bando più corposo di tutto il lotto dei lavori previsti, quello della ciclabile Imperia-San Lorenzo al Mare il cui cantiere dovrebbe prendere avvio nel prossimo mese di gennaio per concludersi ad inizio 2021? Un lavoro da circa 14 milioni di euro attraverso i quali realizzare sette chilome-
tri di pista ciclopedonale. Un progetto finanziato dal “Bando Periferie” sul quale è intervenuta l’amministrazione Scajola inserendo lavori aggiuntivi mantenendo però inalterato il compenso di partenza, congruo sì per il progetto iniziale, ma totalmente inadeguato per quello finale. Forse proprio per queste gravose richieste sono state presentate, per una gara tanto importante, solo 8 offerte, di cui solo una del territorio. Insomma, un paio di situazioni che sicuramente non aiutano a creare un clima di distensione tra aziende ed amministrazione comunale.
Tra i lavori aggiuntivi inseriti dal Comune di Imperia nel progetto della pista ciclabile ci sono una passerella nella zona della torre di Prarola a Borgo Prino, un ascensore fra la ciclabile e viale Matteotti all’altezza del Palazzo Comunale, circa 1,8 km di pista in più dalla stazione dismessa di Oneglia all’incompiuta verso Diano Marina, nonché la terza corsia tra la ex stazione di Oneglia e quella di Porto Maurizio
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Riqualificazione edilizia Bonus su facciate e sottotetti Positive le nuove misure e agevolazioni fiscali a favore di interventi di riqualificazione delle abitazioni esistenti Fabio Rubero
La politica oggi è votata ad una sempre maggiore attenzione alla tutela dell’esistente, laddove possibile, al fine di preservare il suolo restante
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n un mercato immobiliare anconazionale, che ha confermato anche per il ra contraddistinto, pur con qualche 2020 le detrazioni fiscali per le ristruttudistinguo, da una sostanziale staticità, razioni edilizie introducendone un’imporil tema della cosiddetta “riqualificazione tante novità grazie alla quale sarà possiedilizia” continua a godere di una buona bile detrarre il 90% di quanto speso per il vivacità e ad essere una questione partirifacimento delle facciate delle abitazioni. colarmente sentita dalle amministrazioni Agevolazioni che sono le naturali azioni di locali (e non solo) di cui si trova spesso ad una politica votata ad una sempre magoccupare importanti spazi nelle relative giore attenzione alla tutela dell’esistente, agende di governo. In tal senso, La Legladdove possibile, al fine di preservare il ge Regionale 24 del 2001 che consente il suolo restante. Una tutela che deve tutrecupero dei sottotetti a fini abitativi ha tavia trovare applicazione rappresentato, e continua a rappresentare, un’ottima anche attraverso i dovuti Ance Imperia opportunità di ampliamento accorgimenti, quando nerilancia l’idea delle abitazioni esistenti. cessario. In questa direzione di richiedere un va l’iniziativa del Comune Un’iniziativa concreta tesa certificato di a diminuire drasticamente il di Milano che ha deciso di consumo del preziosissimo idoneità statica richiedere obbligatoriamensuolo che in questi anni ha per tutti gli te un certificato di idoneità trovato positivo riscontro edifici con più di statica per tutti gli edifici ed applicazione anche in 50 anni di vita di almeno cinquant’anni provincia di Imperia condi vita. Un adempimento, sentendo l’ampliamento di inizialmente scadenzato lo molte unità abitative e la realizzazione di nuove. Una Legge, la cui applicabilità era stata sino ad ora circoscritta a tutto ciò che era stato costruito sino a quel momento, che concede però alle amministrazioni comunali la possibilità di estenderne anagraficamente il campo di applicazione. Un’opportunità colta nelle scorse settimane dal Comune di Sanremo che ha portato al 29 novembre 2014 il termine ultimo entro i quali devono essere stati realizzati gli edifici passibili di modifica, estendendo così notevolmente la platea dei potenziali beneficiari. Un’iniziativa in linea con le politiche in materia attuate dal Governo
scorso 24 novembre, che è stato tuttavia posticipato di un anno nei giorni scorsi dal Comune meneghino. Il certificato di idoneità statica degli edifici più antichi è uno strumento considerato indispensabile anche da Ance Imperia che auspica trovi presto applicazione anche nella nostra provincia visto che la sicurezza delle abitazioni e delle infrastrutture è una questione che non può e non deve più poter ammettere alcun tipo di dubbio, come testimoniano i recenti tristi fatti avvenuti nei giorni scorsi nella nostra regione.
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PREZZI MEDI
Per quanto riguarda i prezzi medi in Liguria si segnala una esigua ripartenza, pari allo 0,5%, leggermente maggiore di quella nazionale
Mercato immobiliare La disponibilità economica è ridotta Ilaria Blangetti
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a ripresa c’è, ma non è abbastanza. Anche se alcuni
articoli di giornale par-
lano entusiasticamente dell’andamento positivo Alessandro Bocchio OSSERVATORIO DEL MERCATO IMMOBILIARE
del mattone, inserendo la Liguria tra le regioni italiane dove le compravendite immobiliari sono aumentate di più tra il 2017 e il 2018, la realtà di chi vive tutti i giorni il settore sembra un po’ diversa. Il segno + c’è, e questo è incontestabile. Così come
Qualcosa si muove, ormai da qualche tempo, ma ci sono problemi di accesso al credito da parte delle persone che vogliono investire nel mattone e, nonostante i tassi dei mutui siano ai minimi storici e quindi vantaggiosi, in molti non sono nelle condizioni di poter comprare casa
è incontestabile che da qualche tempo si segnali finalmente un’inversione di tendenza, ma per arrivare ai livelli pre crisi la strada sembra esse-
mente avere una sensazione di ripresa, ma non è esattamente così - conferma Alessandro Bocchio, past president di Ance e Confindustria Imperia, membro dell’Osservatorio del mercato immobiliare dell’Agenzia delle Entrate in rappresentanza della Camera di Commercio Riviere di Liguria -. Ci sono dei segni positivi, ma si riferiscono ad aumenti percentuali, minimi tra l’altro, che partono da periodi decisamente difficili, di lunga e profonda crisi”. Secondo il Rapporto 2019 del Mercato immobiliare residenziale
re ancora molto lunga. Insomma, quando si è toccato il fondo dopo non si può che risalire. Ma il percorso è difficile, lento e inevitabilmente in salita. “Se si ragiona su freddi numeri si può indubbia-
della Liguria, realizzato da Scenari Immobiliare con Casa.it, infatti, i dati parlano di un + 7% delle compravendite nel 2018, con stime al 10% per il 2019. Anche per quanto riguarda i prezzi medi si segnala una ripartenza, ma decisamente esigua, pari allo 0,5%, anche se maggiore a quella nazionale, che pare destinata a rimanere invariata. “Non ci sono più dati negativi, questo è indubbiamente interessante – continua -. Sicuramente vedere il segno + può rincuorare gli addetti ai lavori, immettere un po’ di fiducia nel sistema, significa certamente che la caduta libera è terminata, ma da qui a essere davanti ad una reale ripresa si è ancora lontani. Qualcosa si muove, ormai da qualche tempo, ma ci sono problemi di accesso al credito da
Le percentuali dicono che la caduta libera è terminata, ma non si può parlare di ripresa
parte delle persone che vogliono investire nel mattone e, nonostante i tassi dei mutui siano ai minimi storici e quindi vantaggiosi, in molti non sono nelle condizioni di poter comprare casa”.
21 Precarietà lavorativa, poca fiducia nel futuro, condizioni di instabilità economica, influiscono infatti sulla possibilità di buttarsi in un’operazione così impegnativa come comprare casa. E così
fiducia nella propria
L’abbassamento dei prezzi ha portato all’abbassamento della qualità del prodotto
il mercato del mattone rimane comunque in crisi nonostante, a livello teorico, questo rappresenti il momento giusto per comprare e investire. “In questo periodo storico chi si avvicina all’acquisto di un immobile – aggiunge -, quasi sempre arriva già da una casa di proprietà e decide di venderla per migliorare la sua condizione. In quel
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modo si ottiene buona
l’acquisto”. Sempre che chi vuole vendere, riesca a farlo e non sia costretto a “svendere”. “Per tornare al periodo pre crisi la sensazione è che ci vorranno ancora
parte della liquidità per procedere all’acquisto, in un momento in cui effettivamente chi vuole comprare può trovare interessanti offerte sul mercato, visto il drastico calo dei prezzi. Oggi si compra un immobile di nuova costruzione a dei prezzi accessibili, il problema è riuscire comunque ad avere disponibilità economica e sufficiente
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situazione per compiere
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D I N T O R N I
molti anni - conclude -. Senza contare che questa situazione sta creando danni su più livelli: i prezzi si sono abbassati e ne risente anche la qualità del prodotto perché se si avviano operazioni dove i margini sono esigui è chiaro che il sistema si inceppa. Quando ci sarà una vera ripartenza, si alzeranno anche i valori commerciali”.
COMPRAVENDITE
Secondo il Rapporto 2019 del Mercato immobiliare residenziale della Liguria, realizzato da Scenari Immobiliare con Casa.it i dati parlano di un + 7% delle compravendite nel 2018, con stime al 10% per il 2019
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Incuria e degrado Lasciate ogni speranza voi che entrate... Miglioriamo gli ingressi autostradali e ferroviari delle nostre città, a partire da Imperia e Sanremo
Paolo Ragazzo
S
ia che si arrivi in treno, sia che si giunga in auto, poco
cambia. La Liguria meriterebbe ben altri biglietti da visita. Eppure situazioni diffuse di degrado per i residenti rischiano di entrare a far parte della normalità, mentre ai visitatori e turisti fanno storcere il naso. Casi concreti, diversi tra loro, che meritano di rientrare tra le segnalazioni della campagna #bloccadegrado, l’iniziativa lanciata nei mesi scorsi dal Gruppo Giovani Imprenditori Edili dell’Ance proprio per sollecitare una reazione da parte della società civile di fronte a casi di degrado, di incuria e di abbandono del territorio, nell’interesse di tutti.
L’incuria delle nuove stazioni di Imperia, Sanremo e Diano Prima di proseguire, tuttavia, dobbiamo anzitutto uscire da un facile luogo comune: siamo certi, infatti, che l’incuria sia prerogativa solo dei luoghi abbandonati dal tempo e preda della noncuranza reiterata? Il beneficio del dubbio diventa qualcosa di più certo se, ad esempio, guardiamo in che stato versano le nuove stazioni ferroviarie di Imperia, Diano Marina e Sanremo,
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alle prese con deficit di va-
Pietro e Diano Castello,
giovani dell’Ance accenda
ria natura che non le ren-
a diversi chilometri dal
i riflettori anche su edifici
dono i “fiori all’occhiello”
centro abitato, ed è poco
di recente costruzione.
del sistema urbano locale,
servito dai mezzi pubblici.
Passa anche dalla sensibi-
nonostante la loro giova-
Se alle carenze infra-
lizzazione delle ammini-
ne età. A cominciare dal
strutturali e organizzative
strazioni e delle istituzioni,
terminal del capoluogo di
aggiungiamo la discutibile
infatti, l’iniziativa che in-
provincia, dove la critici-
scelta di dislocare alcu-
tende mettere in luce come
ne strutture in zone poco
l’incuria non solo ostacoli
comode per l’utenza, si
lo sviluppo, ma sia anche
capisce dunque come mai
una fonte di disservizi per
la campagna lanciata dai
cittadini e turisti.
tà non sta soltanto nella mancanza di una pulizia adeguata, quanto piuttosto nella carenza di servizi
Le stazioni ferroviarie sono la triste prova che a volte il degrado colpisce anche le nuove costruzioni, non solo quelle vecchie e in disuso
fondamentali (posto ristoro ed edicola), che alimentano a loro volta situazioni di insicurezza dato che a una certa ora la Polfer chiude. Critica anche la situazione dei parcheggi, la cui scarsa disponibilità nell’area esterna costringe i pendolari a girovagare a lungo prima di trovare un posto libero. A Sanremo, invece, lo scalo è difficilmente accessibile, i tapis roulant sono da cambiare e i clochard ne hanno fatto la loro dimora. A Diano Marina, poi, più che l’incuria, comunque evidente in alcune parti esterne della stazione, l’aspetto più problematico resta la collocazione del nuovo edificio, che è stato realizzato tra Diano San
Nella pagina precedente e sotto la nuova stazione ferroviaria di Imperia, sopra quella di Sanremo, a fianco quella di Diano Marina [Foto: Autorivari]
24 oltre ad essere un’opportunità non sfruttata per promuovere la storia e le tradizioni. Si pensi ai vantaggi in termini promozionali che potrebbero generare i vari spazi urbani che fungono da porta di ingresso delle città utilizzando elementi tipici del territorio, sia vegetativi che architettonici. Il rischio altrimenti è che inevitabilmente il turista, messo di fronte a scenari non proprio rispondenti alle sue attese, faccia facili confronti con territori vicini, con il rischio purtroppo
L’arrivo a Imperia e Sanremo dall’autostrada non rende giustizia alla bellezza dei luoghi Così come a Sanremo,
In alto, l’ingresso a Sanremo dal casello autostradale tra alberi tagliati e marciapiedi sconnessi. Sopra, l’originale ponte ferroviario sulla rotonda all’ingresso autostradale di Imperia Est [Foto: Autorivari]
che ad uscirne male siano i centri liguri. Si pensi, infatti, alla cura degli ingressi delle città francesi solo a pochi chilometri di distanza. Il mare ligure è più che all’altezza, l’offerta enogastronomica non teme rivali, ma siamo certi che i turisti gradirebbero
dopo aver lasciato l’au-
essere accolti da ben altri
tostrada, ci si trova a
scorci. Serve anzitutto una
bordo strada marciapiedi
presa di coscienza collettiva
sconnessi, alberi tagliati e
della questione a cui deve
reti arrugginite. Non certo
seguire un lavoro di squa-
due allettanti “omaggi” di
dra che coinvolga tutti gli
benvenuto per gli occhi dei
attori della pianificazione
tanti turisti che visitano
urbanistica sul territorio e
i due i centri del Ponente
sia sviluppato nel tempo.
ligure o da lì transitano
Un cambio di paradigma,
per raggiungere le diver-
in cui ciascuno è chiamato
arrivando a Imperia in
se località balneari della
a fare la propria parte, evi-
autostrada e, uscendo
Riviera.
tando di nascondersi dietro
al casello Est dopo aver
Migliorare gli ingressi delle
alla motivazione, non
percorso pochi chilometri,
città non è un aspetto se-
sempre vera, della man-
si giunge ad una rotonda
condario, ma una priorità.
canza di risorse, quan-
decisamente poco cura-
È una questione di decoro e
do invece si tratta della
ta che non “racconta” a
di immagine che ai turisti
mancanza di idee valide e
dovere il territorio ligure.
balza subito all’occhio,
lungimiranti.
Gli ingressi delle città… non un bel biglietto da visita La stessa incuria che si ritrova, ad esempio,
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Le ritenute fiscali non spettano al committente La misura prevista dall’art. 4 del Decreto Legge N. 124/2019
“U
na disposizione che pel’elenco nominativo dei lavoratori per nalizza pesantemente le ogni singolo appalto, dal canto loro si imprese di costruzione, un troveranno in difficoltà, dal momenmeccanismo complesso che appesantisce to che i propri dipendenti sono spesso ed aggrava la gestione amministrativa impegnati in più appalti nel corso dello delle commesse”. stesso mese – continua Ance – . Ma le Questo il commento di Ance Imperia conseguenze più gravi saranno quelle in merito alla misura fiscale prevista a livello finanziario, dal momento che dall’art. 4 del Decreto Legge N. 124/2019 il nuovo sistema sottrarrà liquidità alle sul versamento delle ritenute fiscali reimprese, le quali, operando in regime di lative ai dipendenti impiegati in appalti ‘Split Payment’ nell’ambito di appalti e subappalti, sia pubblici che privati, che pubblici o in ‘Reverse Charge’ nel caso di prevede che in tutti i casi in lavori privati, normalmente cui un committente affidi vantano ingenti crediti Iva, ad un’impresa l’esecuAnce Imperia mentre in questo modo sazione di un’opera o di un chiede la totale ranno tenute al pagamento servizio, il versamento di abrogazione della con bonifico delle ritenute, tali ritenute dovrà venire nuova norma in senza possibilità di comeffettuato, dal prossimo 1° vigore dal 2020 pensazione con i crediti di gennaio 2020, direttamenimposta”. te dal committente stesso. Per tali ragioni, Ance ImA tal fine, l’appaltatore, o peria ha manifestato la propria preoccusubappaltatore, dovrà fornire la relativa pazione in merito, ritenendo necessario provvista al committente o chiedere di ed urgente provvedere all’abrogazione compensarla con i corrispettivi dovuti. della norma, che rischia di mettere a “Con l’introduzione di questo meccanismo, i committenti dovranno far fronte a notevoli appesantimenti burocratici, dovendo non solo provvedere al versamento delle ritenute, ma anche alla gestione amministrativa dei vari accrediti. Gli appaltatori, che devono fornire
Francesca Braghero
La disposizione non mette a repentaglio solo la sopravvivenza delle imprese di costruzione, appesantendone la gestione amministrativa delle commesse, ma dell’intero settore
repentaglio non solo la sopravviven-
za stessa delle imprese, continuando a caricarle di adempimenti che ne drenano liquidità, ma di un intero settore che riveste un’importanza fondamentale per l’economia nazionale.
Le conseguenze più gravi saranno quelle a livello finanziario, dal momento che il nuovo sistema sottrarrà liquidità alle imprese [Foto: Autorivari]
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Barbara Amerio
Imperia rinascerà dal mare Fabrizio Pepino
Barbara Amerio PRESIDENTE CONFINDUSTRIA IMPERIA
Arrivo dal mare, che è tanta parte della mia vita, ma la verità è che nei mesi scorsi c’è stato un interesse comune e una forte convergenza da parte di tutta l’industria di Ponente a voler rilanciare la provincia di Imperia dal punto di vista nautico
“L
a provincia di Imperia va rilanciata guardandola dal mare, dobbiamo vedere il Ponente Ligure da un’altra prospettiva, provare a cambiare il nostro punto di vista per ripartire”. Barbara Amerio, 52 anni, originaria di Sanremo, titolare con il papà Fernando (il fondatore) e il fratello Rodolfo della Amer Yachts Gruppo Permare, realtà aziendale familiare leader a livello internazionale nel campo della cantieristica navale degli yacht di alta gamma, dal 10 ottobre è il nuovo presidente di Confindustria Imperia, prima donna nella storia dell’associazione degli industriali imperiesi. La sua esperienza in Confindustria comincia tramite Ucina, la Confindustria Nautica di cui è presidente nel segmento Super Yacht (navi da diporto oltre i 24 metri) e in cui siede come consigliere nel consiglio di presidenza nazionale. Presidente, è il mare ad averla portata alla presidenza di Confindustria Imperia? “Senza dubbio arrivo dal mare, che è tanta parte della mia vita, ma la verità è che nei mesi scorsi c’è
stato un interesse comune e una forte convergenza da parte di tutta l’industria di Ponente a voler rilanciare la provincia di Imperia dal punto di vista nautico. Un’intuizione vincente confermata dal successivo arrivo dalla vicina Costa Azzurra di alcuni importanti investitori stranieri, che hanno identificato nella nostra Riviera un territorio dove poter sviluppare una serie di attività imprenditoriali legate alla nautica”. Com’è la provincia di Imperia vista dal mare? “Per chi arriva dal mare, è evidente come i nostri porti possano essere degli ingressi privilegiati per un tipo di clientela che non c’è ancora sul territorio ma sta iniziando ad arrivare, a cui possiamo offrire una serie di servizi che toccano tutti i principali settori merceologici della nostra imprenditoria, dall’agroalimentare all’edilizia, in quanto il Ponente Ligure ha un’offerta interessante di
I nostri porti sono ingressi privilegiati per una clientela che sta cominciando ad arrivare
seconde case disponibili a prezzi ovviamente inferiori rispetto alla vicina Costa Azzurra. Ma soprattutto c’è la portualità: siamo tra le province più attive e dinamiche sotto il profilo di costruzione e di offerta di posti barca riferiti ad un segmento particolare che è quello del diporto nautico, che è l’attività più interessante per far arrivare clienti internazionali, che sono un po’ il nostro focus”. Tutte cose che arrivando da terra non si vedono? “Imperia è una provincia naturalmente orientata verso l’accoglienza di clientela internazionale e questo grazie alla sua posizione geografica strategica. Se non siamo così conosciuti come territorio è anche perché abbiamo dietro l’angolo una realtà internazionale come Montecarlo che ovviamente catalizza su di sé tutte le attenzioni. Negli anni d’oro della ‘belle epoque’, la parola Riviera si identificava immediatamente con il Ponente, come ci ha ricordato la bella mostra-evento su Monet che si è svolta l’estate scorsa tra Bordighera e Dolceacqua. Dobbiamo recuperare quella dimensione, andare a riprenderci quello che era nostro e abbiamo perduto”.
C O N F I N D U S T R I A
I M P E R I A
27 Quale ruolo devono giocare gli imprenditori che non appartengono alla nautica? “Quello che cerco di trasmettere agli imprenditori è di non rimanere chiusi solo nel loro settore, ma di essere trasversali, creare delle sinergie, diventare imprenditori di diversa estrazione per poter avere una visione più strategica del futuro. Ad esempio, abbiamo un entroterra molto vicino alla costa e potrebbe funzionare come volano offrire un’offerta turistica ‘coast to mountain’ che allunghi il periodo di soggiorno dei turisti stranieri, che devono conoscere entrambi i territori per poterci apprezzare in maniera unitaria. Usiamo il biglietto d’ingresso della costa per far conoscere e rilanciare il bellissimo territorio dell’entroterra”. Gli imprenditori edili da dove possono cominciare? “Una specializzazione che potrebbe crescere su un terreno fertile è quella nelle costruzioni eco-sostenibili. Ci sono diversi architetti che lavorano sul nostro territorio su questi indirizzi e che possono essere interessanti per una clientela nordica che è sensibile a tale tipo di applicazioni. Il turista straniero ha identificato Imperia come una provincia di benessere, dove esiste una qualità della vita alta che in qualche modo siamo riusciti a salvaguardare
anche grazie ad un clima particolarmente favorevole: pensiamo a delle case di riposo di lusso o a strutture che offrano trattamenti benessere. Infine, non è un mistero che una cosa che manca alla provincia di Imperia siano le infra-
Imperia è naturalmente orientata all’accoglienza di clientela internazionale strutture. Le chiediamo da tempo e le nostre imprese edili sono perfettamente in grado di essere coinvolte per sopperire al deficit infrastrutturale che impedisce lo sviluppo”. L’anno scorso Ance Imperia ha lanciato il progetto di una viabilità alternativa via mare… “Confindustria Imperia si sente in pieno parte del progetto, è un’operazione assolutamente da realizzare perché renderebbe più snello il traffico transfrontaliero e creerebbe delle piattaforme per la partenza dei traghetti. L’obiettivo potrebbe essere quello di arrivare ad avere un collegamento con Nizza, magari anche coinvolgendo investitori stranieri. Bisognerebbe
studiare il modo per trasmetterlo verso l’esterno a livello internazionale, così come sono riusciti a farlo la Toscana e altre regioni italiane. Dobbiamo trovare una chiave per proporci verso l’estero e creare dei flussi turistici che possano senza dubbio innamorarsi del nostro territorio e portare nuovi investimenti. Non serve solo la pubblicità, dobbiamo saper raccontare il nostro territorio, avere delle storie, perché il turista quando va in vacanza cerca un’esperienza, vuole un’emozione. Apriamo noi la strada, tiriamoci su le maniche e cominciamo a lavorare insieme, poi gli altri ci seguiranno”.
Siamo tra le province più attive e dinamiche sotto il profilo di costruzione e di offerta di posti barca riferiti ad un segmento particolare che è quello del diporto nautico, che è l’attività più interessante per far arrivare clienti internazionali, che sono un po’ il nostro focus
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Mezzo secolo di betoniere tra Italia e Francia La storia della Calcestruzzi della Val Roja Srl di Ventimiglia prosegue da tre generazioni e comprende sei famiglie Francesca Braghero
La prima betoniera risale al 1969, anno in cui Vittorio Brogna fonda l’omonima ditta individuale in frazione Trucco a Ventimiglia
T
re generazioni per un’azienda plurifamiliare che sta per compiere i suoi primi cinquant’anni di vita. Stiamo parlando della Calcestruzzi della Val Roja Srl di Ventimiglia, nata nel 1969 come ditta individuale, trasformata nell’aprile 1970 in Spa e oggi Srl. Un’azienda che da mezzo secolo è protagonista non solo del mercato locale, ma anche di quello francese e soprattutto monegasco, grazie ad un’avanzata tecnologia di produzione e lavorazione dei prodotti, ad una ricercata qualità delle materie prime utilizzate, ma soprattutto, ad una costante cura degli impegni presi
con i propri clienti, requisito che oggi fa davvero la differenza. Addentrandoci nella storia dell’azienda, scopriamo che la prima fornitura offerta, ovvero il primo macchinario e la prima betoniera, risalgono al dicembre 1969, anno di fondazione dell’azienda come Brogna Vittorio d.i., padre di uno degli attuali soci, Maurizio, che si occupa dell’organizzazione tecnica. La decisione dei fondatori di entrare nella produzione del calcestruzzo è da collegarsi al particolare momento storico di riferimento: proprio in quegli anni nasceva l’Autostrada dei Fiori, oggi percorsa da migliaia di turisti
L ’ A Z I E N D A
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La scelta di produrre calcestruzzo è stata dettata dall’inizio della costruzione dell’Autostrada dei Fiori per raggiungere le località marittime dell’omonima Riviera e di conseguenza il calcestruzzo serviva come il pane. Inizialmente nata con una sede centrale a Ventimiglia ed una operativa a Sanremo, la Calcestruzzi della Val Roja è successivamente rimasta soltanto nella sede di Ventimiglia, finché nel 2007 è stata fondata a Sanremo, insieme ad altri soci, con l’85% di proprietà controllata, la Calcestruzzi Valle Armea Srl, che ha sancito il ritorno dell’impresa nella Città dei Fiori. Nello stabilimento produttivo di Ventimiglia, la Calcestruzzi della Val Roja dispone di due diverse linee di produzione di calcestruzzo. Nella prima linea tradizionale “a secco”, le materie prime (acqua, cemento e materiali inerti come sabbia e ghiaia) vengono assemblati direttamente in betoniera, nella seconda invece il calcestruzzo prima di finire nella betoniera viene assemblato in un pre-miscelatore. La prima betoniera
di calcestruzzo premiscelato della Calcestruzzi della Val Roja risale al 2016 ed è servita per la realizzazione del complesso dello Sporting d’Hiver a Montecarlo ad opera dell’Impresa JB Pastor. La normativa francese, infatti, a differenza di quella italiana, non consente più la produzione di calcestruzzo “a secco” e probabilmente l’utilizzo del pre-miscelatore diventerà presto obbligatorio in tutto il mercato dell’Unione Europea. Nel corso degli anni, la Calcestruzzi della Val Roja srl si è perlopiù dedicata all’edilizia privata delle aree turistico-residenziali della zona, oltre a qualche intervento pubblico, e tutt’oggi, è rappresentata da ben sei famiglie con quote societarie diverse, quattro delle quali - Ballestra, Berro, Bertolani e Brogna costituiscono le maggioritarie, con Albino Ballestra
L’azienda conta 25 dipendenti, tra cui due operatori di centrale oltre ad autisti, autisti/ pompisti, manovratori dei bracci distributori di calcestruzzo, personale d’ufficio ed addetti commerciali in Francia
Sopra, foto ricordo per Albino Ballestra, già sindaco di Ventimiglia. A fianco, Maurizio Brogna e Brunella Ballestra rispolverano le foto dei lavori di rifacimento del tetto del rifugio Grai [Foto: Autorivari]
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Grazie alla qualità del servizio l’azienda continua a crescere nonostante il calo produttivo generalizzato del calcestruzzo
Tra i primi lavori pubblici, le gallerie autostradali sulla A10 in direzione Bordighera, il rifacimento, risalente al 1972, dell’ “arco a rovescio” (l’arco posto sotto terra alla base del tunnel, che garantisce la stabilità della struttura, ndr) della galleria autostradale posta sul confine tra Italia e Francia, che presentava un pericoloso cedimento. E poi il porto di Ospedaletti, la galleria che funge da raccordo tra lo svincolo
Oggi la Calcestruzzi della Val Roja Srl vanta un parco macchine di circa 20 mezzi tra betoniere, pompe, autobeton-pompe, e un fatturato che deriva ormai al 70% da lavori eseguiti in Francia, per conto di imprese sia francesi che italiane [Foto: Autorivari]
amministratore unico fin dalla sua costituzione ed oggi, affiancato nel CdA dalla figlia Brunella con ruolo amministrativo. Venticinque dipendenti, tra cui due operatori di centrale oltre ad autisti, autisti/pompisti, manovratori dei bracci distributori di calcestruzzo, personale d’ufficio ed addetti commerciali in Francia, completano questa importante impresa multifamiliare del Ponente Ligure. Tra le realizzazioni più significative il rifacimento del tetto del rifugio Grai a 1.600 metri d’altezza negli anni ‘70, raggiunto con le betoniere su di una mulattiera percorrendo una strada difficilmente praticabile persino in auto.
autostradale di Ventimiglia e la statale del Colle di Tenda, lo scalo merci Roya, le gallerie sulla Statale 20 in direzione Colle di Tenda all’altezza di Airole, il porto di Ventimiglia e l’innalzamento della diga foranea del Portosole di Sanremo, a protezione del medesimo, fonte di un grande incremento produttivo per l’azienda con la fornitura di 12 mila metri cubi di calcestruzzo in soli tre mesi (opera, quest’ultima, realizzata dalla Calcestruzzi Valle Armea). Oggi la sola Calcestruzzi della Val Roja vanta un parco macchine di circa 20 mezzi tra betoniere, pompe, autobeton-pompe, e un fatturato che deriva ormai al 70% da lavori eseguiti in Francia, per conto di imprese sia francesi che italiane. Grazie alla qualità del servizio offerto, particolarmente apprezzata Oltralpe, e allo spontaneo passaparola scaturito dalla soddisfazione dei clienti, l’azienda è uscita a testa alta dal calo produttivo di calcestruzzo che ha interessato l’Italia a partire dal 2004, a seguito della crisi, e continua tuttora a vedere in incremento le richieste di lavoro provenienti dalla Francia.
ASSOCIAZIONE NAZIONALE COSTRUTTORI EDILI L'Ance rappresenta l'industria italiana delle costruzioni. All'Ance aderiscono circa 20.000 imprese private in tutta Italia, specializzate in opere pubbliche, edilizia abitativa, commerciale e industriale, tutela ambientale, promozione edilizia e lavorazioni specialistiche. Il sistema associativo copre tutto il territorio nazionale ed è articolato in 96 Associazioni Territoriali e 20 Organismi Regionali. L'azione dell'Ance è diretta alla promozione e al rafforzamento dei valori imprenditoriali e del lavoro dell'industria edile e del suo indotto, e concorre al perseguimento degli interessi generali del Paese. Nel campo del lavoro, l'Ance gestisce insieme al sindacato una rete nazionale per la formazione (Scuole Edili), l'assistenza (Casse Edili) e la sicurezza dei lavoratori del settore (CPT). A livello internazionale l'Ance è presente stabilmente a Bruxelles e aderisce alle più importanti Federazioni internazionali delle costruzioni.
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