Biancoscuro Art Magazine #52

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rivle, silenziando e spingendo i potenti motori del Velimana, sorvolò la Grecia, si infilò tra le sponde dell’antico cratone adriatico di Tetide e nel giro di poche ore apparve la grande Pianura Padana. Iniziò a introdurre l’origine della civiltà Etrusca: “Dobbiamo imparare a ragionare e collegare. In tempi remoti, gli esseri che ci hanno preceduti, da almeno 300.000 mila anni, erano molto simili a quello che siamo ora, ma molto più robusti e resistenti al freddo; la nostra storia è una trama di migrazioni ancestrali di andata e ritorno dal continente africano. Uno dei nodi di questa tela è stato l’homo Heidelbergensis di 600.000 mila anni fa, si pensa derivato dall’Ergaster, uscito dalla culla della civiltà tempo prima, divenendo Erectus. Possiamo ipotizzare (anche grazie alle ibridazioni avvenute con un altro misterioso essere nel continente Euroasiatico, uscito dall’Africa 5,5 milioni di anni prima) da evidenze paleontologiche, che dall’Heidelbergensis si è poi diramato il Neanderthal, che arrivò a colonizzare l’intera Italia e l’Europa, sino alla lontana Siberia e agli antichi cugini dei Cro Magnon”. Eve, la genetista, distogliendosi dagli ancestrali petroglifi, si aggiunse al dialogo, ricordando gli studi precedenti: “Lo studio del genoma wide, il DNA antico, sta riportato risultati fino a ieri impensabili e attesta che gli agricoltori ed i cacciatori raccoglitori del neolitico, discendevano da una comune popolazione ancestrale. Gli attuali europei ed i medio orientali portano con sè un quarto di ascendenza di DNA di una popolazione fantasma dell’umanità, oggi chiamati ‘Euroasiatici basali’. Già quindicimila anni fa, Iran e Israele avevano già quel un quarto di ascendenza euroasiatica basale.” Eleda, uscendo dal suo pensieroso silenzio, sulla leggenda dell’immortale Tangir di 40.000 anni fa, domandò: “Ma quel misterioso popolo, a che periodo di riferimento temporale poteva corrispondere?” Eve rispose: “Sicuramente, come abbiamo appurato in Mongolia, antecedente ai 24.000 anni fa, in base al ritrovamenti del ragazzo di Malta ritrovato in Siberia centro meridionale, dal quale si è ricavato il DNA fantasma del nord. Tutto questo dimostra che facciamo parte di una storia sepolta più ampia, come il sito di Göbekli Tepe da poco rinvenuto. Ormai si è evidenziato che i popoli attuali hanno nel proprio genoma un mix di Denisoviani, Neanderthal, homo sapiens arcaico ed una parte di questi fantasmi dell’umanità.” Questo antico ceppo basale, si ramificò poi in più lignaggi euroasiatici ba-

Etruria del Nord © Photo by Adele Arati

All’alba del 21 maggio 2017, dai blocchi di arenaria di Kamyana Mohyla, in Ucraina, spiccarono il volo con il Velimana verso la sede della Fondazione Sperimentale a Parma, in Italia. Il prototipo ecosostenibile aveva una forma ottagonale piramidale e all’interno si poteva stare in sedici, ma per ora erano solo in tre: Eleda Itara, la ricercatrice senza memoria; Eve Nidoyie, la genetista biomedica e Arivle, il pilota. Ricalcando l’antico pellegrinaggio a ritroso di Tangir, passando al di sopra della Georgia e virando verso la Turchia, si soffermarono ad osservare dall’alto il sito di Göbekli Tepe e l’antica Çatal Hüyük, gli ancestrali luoghi dove si pensa nacque la contemporanea civilizzazione alimentare, con i templi megalitici circolari di 12.000 anni fa e le sue meravigliose Tau. Purtroppo non avevano più tempo per fermarsi, l’Italia, Parma, le stava attendendo. A bordo, Eve riascoltava i Canti Mongoli, analizzando gli studi degli anni ‘90 sul confronto tra i petroglifi di Kamyana Mohyla e quelli di Çatal Hüyük Anatolico. Anche lei concluse che entrambi erano legati alla scrittura cuneiforme sumera, ma non comprendeva perché i popoli dell’attuale Turchia non erano geneticamente gli stessi di quell’epoca: cosa poteva essere successo nella storia del remoto passato?

[29ª puntata]

Le terre di mezzo, i percorsi del mito, il cammino piramidale dell’essere

Tracce d’Acqua alla base delle Civiltà: Etruria del Nord, ipotesi d’Origine

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