biancoscuro
Jago particolare di Habemus Hominem 2009 / 2016, marmo, 60x35x69 cm. Ph. Gianfranco Fortuna per Arthemisia
Jago a Palazzo Bonaparte La sua prima antologica a Roma di
Rebecca Maniti
P
er la prima volta, a Palazzo Bonaparte è in scena una mostra antologica di Jacopo Cardillo, classe 1987, scultore attento agli esempi della nostra tradizione e universalmente noto come “The Social Artist” per le innate capacità comunicative ed il grande successo che riscuote sui social. Successo social di quello “buono”, perché è grazie alle sue dirette e alle foto e video che pubblica, che coinvolge il giovane pubblico e lo trascina a incuriosirsi per l’arte, raccontano il processo inventivo di ogni
opera, ed il percorso condiviso consente una diretta partecipazione dei suoi followers al singolo passaggio esecutivo. “Jago. The exhibition” è prodotta e organizzata da Arthemisia con la collaborazione di Jago Art Studio, è aperta al pubblico sino a 3 luglio 2022 e la curatela è stata affidata a Maria Teresa Benedetti: “Una mostra nella quale si può essere sedotti dai nuovi linguaggi ampiamente adottati nella pratica artistica contemporanea, avvertire l’innegabile appeal della digital life, ma si può anche intuire la necessità di non escludere
la storia, custode di valori che arricchiscono il nostro presente, pure così dirompentemente diverso”. Prima di raccontare la mostra, una introduzione sull’artista: Jago non è solo uno scultore, ma opera anche nella grafica e nella produzione video. Dal 2016, anno della sua prima mostra personale nella Capitale, ha vissuto e lavorato in Italia, Cina e America. È stato professore ospite alla New York Academy of Art, dove ha tenuto una masterclass e diverse lezioni nel 2018. Fra i tanti emozionanti momenti della sua carriera in continua ascesa, non possiamo
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