VivoGubbio - Numero 13 - 10 Giugno 2023

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Il Pd non cambia mai: c’è il partito di piazza Oderisi, poi ci sono quelli che entrano ed escono pronti a farsi la lista civica per conto proprio andando a dire in giro che il vero Pd sono loro. I LeD l’hanno fatto negli ultimi due mandati, ora però si sentono accerchiati perché altri ci stanno provando. SABATO 10 GIUGNO 2023 ANNO II NUMERO 13 Quindicinale di informazione del territorio eugubino La Tramontana VivoGubbio Foto Massimo Radicchi SOSPETTI SU PRESUNTE IRREGOLARITÀ EDILIZIE NELLA ZONA A VALLE DELLA CONTESSA DOVE C’È LA STRADA ALTERNATIVA. IL COMUNE NON HA MAI EFFETTUATO CONTROLLI INTANTO CI SONO STATI SMOTTAMENTI CHE CREANO PREOCCUPAZIONE E HANNO ROVINATO L’ASFALTO ABUSI Mangimi & Accessori * Mangimi Monge, Royal Canin, Hill’s, Trainer, Advance * Accessori per animali, gabbie per uccelli delle migliori marche (Ferplast, Ferribiellae) Via dell’Arboreto Gubbio (PG) Tel. 075.927.22.88 Agriflor snc Agriflorgubbio PET - MANGIMI - ACCESSORI LA PRIMAVERA È ARRIVATA! TUTTO PER GLI ORTI DAPIANTINE FRUTTO L’OMBRA DEGLI
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VECCHIA CONTESSA , SOSPETTI SUGLI ABUSI EDILIZI

AVANZA L’OMBRA DI PRESUNTE IRREGOLARITÀ

NELLA ZONA DELLA STRADA A VALLE ALTERNATIVA PER I LAVORI SUL VIADOTTO E LA GALLERIA.

NON RISULTANO CONTROLLI EFFETTUATI DAL COMUNE.

ORA PREOCCUPANO GLI SMOTTAMENTI

di MASSIMO BOCCUCCI

Parli della Contessa e viene fuori di tutto. Ci stiamo ancora chiedendo perché rifare tutto il viadotto se nel 2019 era stato dichiarato agibilissimo e perché non aver pensato ad altre soluzioni per evitare la chiusura totale tra gravi disagi e ingenti danni economici al territorio. Non c’è soltanto questo. Il vero dramma è non aver messo a punto un vero piano alternativo per fronteggiare l’emergenza, abilitando per esempio al transito la strada verso la Troppola. Non basta aver abilitato il vecchio tracciato a valle, oltretutto con la pretesa di indicare l’accesso al solo traffico locale che il codice della strada non prevede salvo Ztl adeguatamente motivate (non è questo il caso) e con una segnaletica poco chiara che autorizza camion delle più gigantesche misure al di là del peso. Quella “stradina”, asfaltata da Anas con oltre 300mila euro di soldi pubblici e in parte già rovinata, avrebbe potuto essere sfruttata meglio, prevedendo ampliamenti dove possibile con qualche piazzola. Ora invece preoccupano gli smottamenti.

IL PROBLEMA. Si è aperto un altro grosso problema in quella zona perché nel clima di tensione ci sono rivelazioni in ordine sparso su presunte irregolarità edilizie. Ci sarebbero, insomma, degli abusi edilizi in quell’area. Il condizionale è d’obbligo in assenza di una mappa catastale circostanziata con i riscontri nelle carte da visione aerea e particolareggiata. L’assessore ai Lavori pubblici, Valerio Piergentili, fa sapere che l’ufficio controlli edilizi del Comune, nell’ambito settore territorio e ambiente diretto

dall’ingegnere Francesco Pes, si muove in presenza di segnalazioni ed esposti. Non ci sarebbero state segnalazioni in questo caso, anche se certe verifiche si rivelano sempre opportune se una zona diviene importante come la zona a valle della Contessa per l’emergenza viabilità che si è determinata con i lavori sul viadotto e la galleria.

LE STRATEGIE. Ora il Comune potrebbe decidere di avviare dei controlli con i propri uffici, anche per evitare segnalazioni ed eventuali esposti alla magistratura ordinaria in una vicenda che in generale alimenta tensioni, proteste, polemiche e accuse per le ripercussioni da quando la Contessa è stata chiusa. Tanto più in un’area attraversata da una strada ristretta che sta dando problematiche acuite dal transito di mezzi fin troppo pesanti e impossibilitati a transitare in alcuni punti oltremodo ristretti.

Proseguono senza sosta i lavori per il ripristino strutturale del viadotto Contessa. Le operazioni di smontaggio delle travi del vecchio impalcato dell’opera sono ormai in dirittura d’arrivo: iniziate a metà maggio, hanno ormai raggiunto tutte le 6 campate. È stata eseguita anche l’idrodemolizione superficiale delle spalle e delle pile, che saranno risanate e rinforzate. Una volta ultimata la demolizione dell’impalcato esistente potrà essere avviata la fase di costruzione del nuovo impalcato in acciaio. In parallelo sono ripresi anche i lavori di ripristino strutturale e idraulico della galleria adiacente (erano stati interrotti proprio in previsione dell’altro cantiere), per un investimento complessivo di 3,4 milioni di euro, dove resta da realizzare la parte strutturale che deve essere eseguita in assenza totale di traffico.

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Demolite tutte le travi, i lavori procedono spediti

UNESCO E SAN FRANCESCO, CITTÀ UMILIATA E ISOLATA

La Giunta Stirati e i LeD, con qualche pasdaran della politica e non che pensa più alle prebende personali che al bene della città, sono troppo impegnati a spendere i soldi dei cittadini per monitorare l’aria (già monitorata ogni giorno da Arpa) e a come coltivare sempre a spese della collettività l’elettorato tra le battaglie ambientaliste e della sinistra radicale, da accorgersi che certe situazioni sfuggono di mano con effetti preoccupanti. La Rete delle grandi macchine a spalla ha praticamente scaricato la città nel riconoscimento dell’Unesco ai Ceri, ricordando come il sindaco Stirati ormai da anni dà per imminente l’inserimento della festa nell’elenco dei beni immateriali. E il comitato nazionale per le celebrazioni degli 800 anni dalla morte di San Francesco ci sono tutti meno Gubbio che del patrono d’Italia è stata la città delle grandi scelte. Isolamento e umiliazione sono le conseguenze.

LA REAZIONE. Il sindaco Filippo Mario Stirati si è detto non sorpreso e fortemente indignato, allargando il ragionamento a una considerazione generale: “Non è stato mai facile negli anni, anche lontani, affermare il ruolo di Gubbio dentro la parabola francescana”. Stirati riversa le proprie attenzioni sul Sentiero Francescano facendo riferimento alle sollecitazioni che sono cadute nel vuoto verso la Regione, e annuncia azioni con il vescovo Luciano Paolucci Bedini nei confronti del comitato presieduto dal professor Rondoni per far valere le ragioni. “Stiamo programmando progetti e iniziative culturali - spiega il sindaco - affinché non ci sia la rimozione del francescanesimo a Gubbio, che deve credere fortemente nelle sue radici francescane, insite nella nostra storia e parte integrante della nostra spiritualità e cultura”.

ACCERCHIAMENTO. La politica si è svegliata dopo le anticipazioni di stampa ed è partito l’assalto al fortino di Stirati & C. Si sono mobilitati il gruppo consiliare della Lega con Michele Carini e Sabina Venturi e Angelo Baldinelli del Gruppo Misto. La Lega in un’interpellanza parla del riconoscimento Unesco dei Ceri e la candidatura per la richiesta di riconoscimento delle Tavole Eugubine dopo la petizione promossa dal mondo della cultura inviata alle massime istituzioni nazionali ed europee con la quale si chiedeva di avviare il percorso di riconoscimento Unesco come patrimonio dell’umanità. Il 27 maggio 2022 è stata approvata

EFFETTI PREOCCUPANTI DOPO CHE LA RETE DELLE MACCHINE A SPALLA HA SCARICATO GUBBIO SUI CERI PATRIMONIO DELL’UMANITÀ.

NON CI SONO EUGUBINI NEL COMITATO NAZIONALE PER GLI 800 ANNI DALLA MORTE DEL PATRONO D’ITALIA , CON LA PERDITA DI FONDI STATALI

dal Consiglio Comunale la mozione leghista con cui si impegnava il sindaco e la Giunta ad avviare il percorso di riconoscimento Unesco di patrimonio dell’umanità per le Tavole eugubine: ora la Lega, a distanza di oltre un anno, scopre e denuncia il fatto che quel percorso “non risulta essere stato minimamente attivato”.

REBUS RAPPORTI. Anche Angelo Baldinelli si scuote e in un’interrogazione ricorda un incontro a Viterbo nel 2018 e un altro il 18 dicembre 2020 dopo i quali erano stata esternata tutta la soddisfazione dando per imminente l’inserimento dei Ceri come patrimonio dell’umanità insieme alle altre feste con le grandi macchine a spalla che nell’Unesco sono già entrate. Di tanto in tanto si sono fatti annunci e date rassicurazioni sull’iter che nei fatti è invece rimasto sospeso, fino alle ultime rivelazioni di Gramas-Rete delle grandi macchine a spalle che in una lettera prende a schiaffoni le istituzioni cittadine preoccupate soltanto di tenerla nascosta.

UN ALTRO CASO. Uno schiaffone tira l’altro, così si spiega l’esclusione di Gubbio dal comitato nazionale per le celebrazioni degli 800 anni dalla morte di San Francesco. Stirati ha espresso il proprio sdegno, ha detto che se lo sentiva, che ora cercherà di inventarsi qualcosa coinvolgendo il vescovo Luciano Paolucci Bedini e che punterà tutto sul Sentiero Francescano insieme ad Assisi (che notoriamente pensa ai fatti suoi e lo fa benissimo) e Valfabbrica. L’associazione Maggio Eugubino ha preso posizione facendo riferimento al comitato istituito con decreto dalla presidenza del Consiglio dei ministri che ha nominato presidente Davide Rondoni con altri 18 componenti, in parte dall’Umbria e da Assisi oltre che dal reatino, ma nessuno da Gubbio. “Questo organismo - ha spiegato il presidente Marco Cancellotti - ha il compito di elaborare un programma culturale relativo alla vita, all’opera e ai luoghi legati alla figura di San Francesco e prevede un budget di 4,5 milioni di euro. L’esclusione dal comitato ci rammarica molto. Si deve cercare di entrare nell’agenda delle celebrazioni ricavandoci il giusto spazio che Gubbio con la sua storia merita nell’eredità di San Francesco. La nostra associazione è pronta a collaborare con tutti coloro che vorranno mettere in campo iniziative per il centenario”.

Il parco di San Benedetto in preda al degrado

Una volta era la culla del calcio eugubino, oggi invece il parco dove una sorgeva il “San Benedetto” è diventato un’autentica “foresta” a due passi dal centro storico. E versa in condizioni davvero indecorose tra panchine rotte, piante ed erbe alte e cura ine-

sistente di ogni tipologia di albero. Si è presentato in questa maniera agli occhi dei visitatori durante tutto il periodo dei Ceri, tra le preoccupazioni dei residenti che temono che possa diventare anche un luogo frequentato da persone poco raccomandabili.

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Politica e Ceri in una commistione pericolosa che non porta da nessuna parte. C’è chi non vuole l’Ente Ceri ma in compenso, senza alcuna legittimazione popolare, vengono prese decisioni verticistiche che penalizzano e isolano la città, che si allontana sempre più dall’Unesco e dalle prospettive di fare della festa un patrimonio dell’umanità. La visione è miope con le reazioni scomposte e sbagliate verso chi, come Gramas, richiama a certe responsabilità per le opportunità pesantemente tradite. Dopo le ripetute rassicurazioni che Gubbio sarebbe rientrata nella Rete e avrebbe ottenuto il riconoscimento dell’Unesco tra le feste con le grandi macchine a spalla, ecco il fallimento e lo scaricabarile.

ERRORI DEL PASSATO. Il cosiddetto Tavolo dei Ceri ha reagito malissimo alle accuse di Gramas (Grandi macchina a spalla) che, in una lettera del 12 maggio tenuta nascosta, ha evidenziato come non esistano i presupposti per allargare la Rete, riconosciuta Patrimonio Unesco, anche alla Festa dei Ceri, chiudendo aspettative e prospettive coltivate per oltre dieci anni dopo l’isolamento avviato ai tempi di Orfeo Goracci sindaco ricordando che nel 2010 venne commesso il clamoroso errore di uscire dalla Rete che Gubbio aveva contribuito a fondare per correre in solitaria senza ottenere alcun risultato.

IL RITIRO. La decisione di ritirarsi è stata presa, viene spiegato in una replica da palazzo Pretorio con il coinvolgimento di diocesi e associazioni, con la volontà di sottrarre la città e la sua manifestazione identitaria a un percorso fatto di esami e passaggi, riservandosi di approfondire la vicenda nelle sedi competenti per ottenere riscontri, verifiche e riconoscimenti. La lettera di rottura è stata inviata al presidente del Gramas, ai sindaci della rete (Viterbo, Sassari, Palmi e Nola), al responsabile tecnico scientifico Patrizia Nardi e all’Unesco, vede come capofila il sindaco Filippo Mario Stirati accanto alla diocesi, i presidenti delle Famiglie ceraiole, l’Università dei Muratori e l’associazione Maggio Eugubino. Stirati sostiene che “nel tempo mi sono confrontato con i sindaci per riaprire un dialogo e tutti, chi più chi meno, hanno dato la loro disponibilità. Ci siamo sentiti costantemente sotto esame, superato tutte le prove che ci sono state messe difronte. La sensazione è che la posizione più che del Gramas sia della dottoressa Nardi e questo non potrei accettarlo in quanto sindaco. Così viene meno la fiducia, c’è un problema di serietà e affidabilità”.

Gli ottant’anni di Ottavio Francioni dopo una vita alla Sperelliana

Ha dedicato la sua vita alle letture, ai libri di valore, a un mondo fantastico che è la biblioteca. Ottavio Francioni ora si gode i suoi ottant’anni, festeggiati lo scorso 28 maggio al ristorante Picchio Verde, con la moglie Elisa, i nipoti e i familiari più stretti. La sua attività di impiegato presso la biblioteca comunale Sperelliana l’ha portato a contatto con tanti che sono andati alla scoperta della cultura grazie anche al suo impegno quotidiano. Ottavio si trovava perfettamente a proprio agio, un vero signore come lo è oggi.

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Mandano i Ceri per conto proprio, addio alla Rete e ai riconoscimenti POLO FONTARCANO BIVIO CONTESSA GUBBIO Via Nuova di Fonte Arcano - Gubbio (PG) Tel. 075 922 08 37 Mail elettrautofilippetti@libero.it ANTIFURTI SATELLITARI BATTERIE / IMPIANTI HI-FI / ANTIFURTI MOVITRAK ACCESSORI AUTO / PIOMBATURA TACHIGRAFO SOCCORSO STRADALE Bivio Contessa - Gubbio Tel. 075 927 20 51 Mob. 338 385 60 34 AUTOCARROZZERIA 200I
M. BOC. La grande festa per Ottavio Francioni

VIGNOLI, IL COMUNE DICE LA SUA DOPO LA RIVOLTA DEI RESIDENTI

IL SINDACO STIRATI RICOSTRUISCE I PASSAGGI DELLA VICENDA CHE DAL 2013 VEDE COINVOLTE ALCUNE FAMIGLIE DELLA FRAZIONE

Il caso Vignoli tiene banco. La frazione colpita nel 2013 da un dissesto idrogeologico causato dal maltempo vede ormai da anni le famiglie residenti infuriate per la piega che ha preso la storia tra uno stanziamento per sanare tutto prima deciso e poi ritirato nell’asse tra Comune e Regione. L’Amministrazione Comunale ha deciso di replicare alla posizione dei residenti che hanno espresso preoccupazioni e critiche sul destino delle abitazioni da demolire. “Le famiglie coinvolte, assistite da un legale, hanno richiesto un incontro - spiega il sindaco Filippo Mario Stirati - con gli uffici tecnici del Comune, finalizzato a sottoscrivere un accordo tra le parti per risolvere bonariamente la vicenda. L’incontro è stato chiesto dopo che, d’intesa anche con la Regione Umbria, ci si era orientati verso l’unica soluzione progettuale possibile al momento, che prevedeva la delocalizzazione degli immobili danneggiati su lotti edificabili già urbanizzati, nonché l’attivazione, da parte dei proprietari, delle operazioni necessarie per accedere ai benefici di recupero fiscale del 110 per cento e di Ecobonus, finalizzate alla ricostruzione dei suddetti immobili”.

LA RICOSTRUZIONE. Stirati ricostruisce i passaggi: con deliberazione numero 981 del 20 ottobre 2021, la Giunta Regionale dell’Umbria ha tra l’altro deciso di assegnare al Comune 520.000 euro. Dall’evento franoso e fino all’assegnazione di fondi avvenuta nel 2021 non ci sono stati stanziamenti assegnati e poi revocati. Gli accordi tra il Comune e i proprietari interessati sono stati sottoscritti nei mesi di novembre e dicembre 2021 e prevedevano tra l’altro da parte dei proprietari la disponibilità alla delocalizzazione, l’individuazione del lotto edificabile per la ricostruzione, l’intenzione di avvalersi dei benefici di recupero fiscale del 110 per cento e di Ecobonus esclusivamente per la ricostruzione degli edifici danneggiati, l’esecuzione degli interventi di demolizione degli edifici da delocalizzazione entro il 31 maggio 2022. L’accordo sottoscritto prevedeva inoltre la cessione gratuita al Comune, entro settembre 2022 e previo aggiornamento catastale, dell’area di sedime degli edifici demoliti, nonché le aree agricole limitrofe e gli annessi indicati nell’atto stesso. Lo stesso accordo prevedeva l’autorizzazione al Comune all’esecuzione dei lavori di risanamento ambientale e di manutenzione dell’area ceduta gratuitamente, nonché la fidejussione a favore del Comune per la somma derivante dalle spese per l’acquisto del lotto, le spese notarili e il costo di demolizione. Nella stessa comune sottoscrizione si prevedeva l’impegno a siglare un contratto di comodato d’uso gratuito ventennale per la gestione e l’uso dei terreni ceduti gratuitamente al Comune, con l’obbligo della manutenzione degli immobili e a non eseguire nessun tipo di opera o coltivazione che potesse arrecare danno alla frana. Gli stessi accordi siglati prevedevano, da parte del Comune, l’acquisto dei lotti edificabili, il rimborso del costo di demolizione fino

a un massimo complessivo di € 80.000, l’esecuzione dei lavori di risanamento ambientale e di manutenzione dell’area ceduta gratuitamente al Comune, nonché l’impegno a sottoscrivere un contratto di comodato d’uso gratuito ventennale per la gestione e l’uso dei terreni ceduti gratuitamente al Comune e il pagamento delle spese notarili.

LA DELOCALIZZAZIONE. A oggi - evidenzia Stirati - una delle tre famiglie ha regolarmente ottemperato a quanto stabilito, e per le altre due famiglie è stata disposta, su richiesta delle stesse, una proroga al 31 marzo 2023 per l’esecuzione degli interventi di demolizione degli edifici danneggiati e al 30 aprile 2023 per la cessione delle aree e degli immobili di cui sopra. I terreni comunali non distanti dalla frana, individuati inizialmente per una possibile ricostruzione degli edifici da delocalizzare, non sono ancora urbanizzati. La tipologia di finanziamenti disponibili e i tempi ristretti per poter accedere ai benefici di recupero fiscale del 110% e di Ecobonus hanno pertanto portato all’unica soluzione possibile, concordata tra la Regione, Comune e proprietari, che prevedeva la delocalizzazione degli immobili danneggiati su lotti edificabili già urbanizzati, con opere di urbanizzazione collaudate, al momento reperibili sul mercato e scelti dai proprietari stessi.

LE SPESE DEL COMUNE. La convenzione - osserva il sindaco - è stata sostanzialmente predisposta dal legale di fiducia nominato dai proprietari degli edifici danneggiati, in nome e per conto dei proprietari stessi e condivisa con il Comune. Dopo numerosi incontri si è addivenuti alla stesura finale, poi sottoscritta presso il Comune. I proprietari si sono impegnati a prestare fidejussione a favore del Comune di Gubbio per la somma derivante dalle spese per l’acquisto dei lotti, spese notarili, compresi gli oneri e dal costo di demolizione, svincolata all’avvenuta cessione formale delle aree. Il Comune ha regolarmente adempiuto a quanto concordato, acquistando i lotti edificabili e pagando le spese notarili, ma si è trovato impossibilitato a rimborsare i costi di demolizione alle due famiglie che non hanno ottemperato a quanto stabilito, non riuscendo tra l’altro a terminare i lavori di risanamento ambientale dell’area interessata da movimento franoso.

ALLA LUCE DEL SOLE. L’atto di separazione dei beni si è reso necessario esclusivamente perché gli edifici oggetto di demolizione erano classificati come bene personale dei singoli proprietari e il lotto edificabile acquistato dal Comune con l’impegno di cederlo agli stessi proprietari doveva possedere gli stessi requisiti. Il Comune - aggiunge - non ha tratto nessun beneficio dalla separazione dei beni, la convenzione per la separazione è stata letta dal notaio rogante davanti agli interessati e a due testimoni, e non ci sono state resistenze o disaccordi di alcun tipo. Se il notaio avesse avuto anche solo il minimo dubbio rispetto al fatto che gli interessati non fossero in accordo, non avrebbe proceduto con la stipula. Il Comune provvederà a fornire i documenti richiesti: si tratta semplicemente dei verbali redatti su richiesta dei proprietari stessi durante le riunioni tenutesi nel mese di agosto e ottobre presso il Comune, pertanto le famiglie sono perfettamente a conoscenza del contenuto di tali documenti.

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LA CARICA DEI MILLE ATLETI AL TORNEO “LUPO DI GUBBIO”

di ROBERTO BARBACCI

Quel che riesce a fare il rugby è qualcosa che molti altri sport (anche ben più blasonati) si sognano. Radunare 25 società sportive da ogni parte d’Italia, con 70 squadre impegnate su più fasce d’età (dall’Under 7 all’Under 15), comporta un dispendio di energie enormi che pure non ha spaventato il Rugby Gubbio, che da sempre fa della passione dell’imprenditorialità “fai da te” il suo marchio di fabbrica. Un club che in coda a una stagione indimenticabile ha pensato bene di completare l’opera organizzando la quinta edizione di un torneo che a livello nazionale sta facendo davvero parlare di sé. “Lupo di Gubbio” non è solo un torneo di minirugby, quanto piuttosto un biglietto da visita che negli anni ha saputo presentare al meglio all’esterno uno dei fiori all’occhiello dello sport locale, e non solo. Nel week-end 3-4 giugno sono stati più di 1.000 i giovani atleti (maschi e femmine) che si sono dati appuntamento nella città dei Ceri, inondando di colori e divertimento i prati dello stadio “Pietro Barbetti” (concesso dall’AS Gubbio, che collabora attivamente da tempo che il Rugby Gubbio) e dell’impianto del Coppiolo, la casa del quindici eugubino. A conquistare la vittoria finale è stato il Valpolicella Rugby, mentre il premio Fair Play dedicato alla memoria di Andrea Coccia è andato al Nea Ostia.

UNA RIPARTENZA SUPER. La macchina organizzativa messa in piedi dal presidente Andrea Frondizi e dai 100 tra collaboratori e volontari che hanno contribuito alla buona riuscita dell’evento ha funzionato alla perfezione. “Aver portato così tanti bambini è motivo di grande soddisfazione e orgoglio”, ha spiegato Frondizi, felice di essere ripartito dopo lo stop imposto dalla pandemia. “Abbiamo calcolato un giro tra atle-

EDIZIONE DA RECORD PER LA MANIFESTAZIONE ORGANIZZATA DAL RUGBY GUBBIO , TORNATA DOPO LO STOP IMPOSTO DALLA PANDEMIA.

DUE GIORNI DI DIVERTIMENTO E SOCIALITÀ IMMERSI IN UNO SCENARIO UNICO

GRANDI APPREZZAMENTI PER L’ORGANIZZAZIONE

ti, tecnici e genitori superiore a 1.500 persone, numeri che per Gubbio rappresentano tanto. Il movimento locale sta crescendo a vista d’occhio, e seppur negli anni del Covid un po’ questa crescita è stata rallentata, il numero dei tesserati sta risalendo in fretta. Abbiamo 27 bambini sotto gli 8 anni, che significa che le basi per poter lavorare in prospettiva sono ben solide”. La stagione 2022-23 s’è chiusa con la storia promozione in Serie B della prima squadra e con la consapevolezza che davvero il meglio debba ancora venire. “Abbiamo chiuso l’attività agonistica con questa manifestazione che ci ha riempito d’orgoglio. La fama ci precedeva perché nelle edizioni precedenti erano state fatte cose davvero egregie, ma ricominciare in questo modo è stato ancora più bello”.

SINERGIE VINCENTI. Un grazie il Rugby Gubbio l’ha rivolto agli sponsor Conad e il Garden, oltre che all’AS Gubbio per la collaborazione riferita all’utilizzo dell’impianto di gioco (campo principale e antistadio), figlia di un legame che va avanti da tempo. Marzia Fumanti di Ceramiche Aldo Fumanti ha curato tutta la parte dei premi (vedi il piatto con i loghi di tutte le squadre ospitate), mentre tante associazioni (Centro Sociale San Pietro, Quartiere San Pietro, Amici di Robi, Università dei Muratori e Parrocchia San Marco) hanno contribuito in maniera determinante alla buona riuscita dell’evento, patrocinato dal Comune di Gubbio. La testa corre già all’edizione 2024, magari auspicando di abbattere altri record in termini di presenze e apprezzamento.

Tutto il fascino degli scacchi nelle sale degli Arconi

Quella per gli scacchi non è soltanto una passione: a pensarci bene è una vera e propria vocazione, che a Gubbio ha trovato nel tempo una folta schiera di appassionati, riunito all’interno del Gruppo Scacco

“Matto” Eugubino. Che domenica 4 giugno ha portato nelle sale degli Arconi di via Baldassini oltre 100 giocatori provenienti anche da fuori regione, che si sono dati appuntamento per l’edizione numero 14 del Torneo a Squadre dell’Appennino. Tantissimi i curiosi che nel corso della giornata hanno osservato da vicino le partite, che a dispetto di quel che si possa immaginare riescono

ad attirare curiosità e attenzione per la rapidità delle mosse di ogni singolo giocatore. L’evento è stato particolarmente apprezzato, complici anche le forme d’arte realizzate da Daniele Minelli, Giuliano Tironzelli e Tonino Rosati, che hanno realizzato i primi tre premi per le squadre e quello per il miglior giocatore della giornata. Alla cerimonia conclusiva ha preso parte l’Assessore al Bilancio Marco Morelli, che assieme al presidente Francesco Zaccagni ha ringraziato e omaggiato per la presenza tutti coloro che hanno preso parte all’evento. R.BAR.

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IL PD PROVA LA MOLTIPLICAZIONE DEI CIRCOLI TRA APPETITI E MIRE

ATTACCO ALLA SEDE DI ODERISI DA PARTE DI CHI VUOLE PRENDERE IN MANO IL PARTITO PER DECIDERE CANDIDATO A SINDACO E ALLEANZE.

CHIESTA L’ATTIVAZIONE DI ALTRE DUE SEZIONI MA IL SEGRETARIO MASSIMILIANO GRILLI SI DICE SICURO CHE A PERUGIA SBARRERANNO LA STRADA

ALESSIA TASSO INTERESSATA ALLA VICENDA

Ci mancava il Pd uno e trino. L’unico circolo guidato dal segretario dell’assemblea comunale Massimiliano Grilli non basta più, ma è evidente che l’attacco alla sede di piazza Oderisi nasconde gli appetiti e le mire dei singoli in vista delle elezioni comunali del 2024. Ci sono due gruppi distinti che chiedono, anzi prospettano, l’apertura di altri due circoli. Grilli prova a respingere l’operazione dicendosi sicuro che a Perugia il segretario regionale Tommaso Bori bloccherà tutto non concedendo altri circoli ritenendo che uno basta e avanza. Un secondo circolo fa capo a Leonardo Nafissi, candidato a sindaco in pectore, con Ubaldo Casoli e il giovane Jacopo Cicci faccia nuova del firmamento piddino. Poi a seguire è arrivato l’annuncio della richiesta del terzo circolo con in prima linea Michele Sarli (assessore ai tempi di Paolo Barboni sindaco e poi accanto a Orfeo Goracci), coinvolgendo anche esponenti di Articolo 1 e parlando di oltre 150 adesioni. In diversi non hanno la tessera del Pd e questo è un problema di cui Bori sembra voler tenere conto.

LISTE CIVICHE. Sullo sfondo ci sono le manovre per impossessarsi del Pd e in alternativa di gettare le basi per mettere in campo alle prossime elezioni comunali le liste civiche a sostegno si vedrà di chi. Grilli invita i dissidenti a rinunciare ai nuovi circoli

per confluire in quello che già c’è. Una volta funzionava così: nel Pd quelli che tramavano contro il Pd ufficiale stavano fino all’ultimo negli organismi del partito e poi uscivano sbattendo la porta per allearsi con un candidato di sinistra che andava contro il Pd. L’apripista è stato Gianni Pecci nel 2001, poi c’è riuscito Renato Enzo Albo nel 2006 e nel 2014 ci sono stati i transfughi che hanno costituito i LeD per sostenere Stirati contro il Pd ufficiale per poi fare finta di ricongiungersi nel 2019 quando lo Stirati bis ha umiliato ancora una volta i piddini rimasti da soli in piazza Oderisi.

LE PAURE. Adesso viene agitato il fantasma della destra e allora Ubaldo Casoli prova a tirare le file cercando di convincere il Pd che il candidato ideale è Leonardo Nafissi. Si alimentano le paure di un’alternanza dopo il monocolore sostanziale a sinistra che resiste da decenni, puntellato dagli alleati di turno che si accontentano di qualche assessorato o strapuntino per racimolare qualche incarico e qualche soldo. Nafissi vorrebbe realizzare un’alleanza attorno al Pd, ma c’è l’altro centrosinistra a guida LeD dove la figura di riferimento al momento è il vicesindaco Alessia Tasso. Nel progetto con Alessia Tasso ci sono però già i primi franchi tiratori: non la vedono di buon occhio Simona Minelli e Giovanna Uccellani quote rosa della Giunta Stirati, ma anche pezzi di Scelgo Gubbio (che sta perdendo pezzi visto l’allontanamento progressivo di Mattia Martinelli diretto verso il centrodestra e Giorgia Gaggiotti attratta dal Pd non ufficiale), del Psi e dei Democratici per Gubbio. Un bel rebus.

I grillini inseguono i piddini e spariscono

Avevano promesso di abbattere il sistema politico-istituzionale partendo dal togliere di mezzo i partiti tradizionali che - dicevano - hanno rovinato l’Italia negli ultimi trent’anni. I grillini invece ormai hanno trovato il modo di sopravvivere diventando loro stessi un partito come gli altri. Il Movimento 5 Stelle ha fatto di peggio con una virata a sinistra e alcune operazioni trasformistiche. Questa tentazione aleggia pure su Gubbio dove a Mauro Salciarini e Rodolfo

Rughi non piace la verità per quanto brutale e per preparare una possibile alleanza nel 2024 con la sinistra (da vedere chi e come) preferisce scaricare altrove le tensioni e le ambizioni.

Salciarini e Rughi potrebbero essersi spaventati dalle manovre fallimentari alle elezioni di Terni e soprattutto Umbertide, pensando all’apparentamento perdente con Sauro Anniboletti, candidato del Pd umbertidese il cui presidente dell’assemblea comunale è il professor Massimo Moretti, professore associato di igiene e sanità pubblica al dipartimento di scienze farmaceutiche dell’università

di Perugia e al contempo esponente politico di punta nell’ala sinistra piddina, membro della segreteria regionale dello stesso Pd in quota Alto Tevere che ha promosso a Gubbio un monitoraggio degli effetti dell’inquinamento atmosferico in bambini residenti vicino i cementifici trovando come sponda gli stessi grillini e la Giunta Stirati con il sindaco che ha delegato l’assessore Simona Minelli e il coinvolgimento di due circoli didattici di cui uno guidato dal consigliere comunale di maggioranza Francesca Pinna

Le strategie dei grillini si stanno rivelando del tutto fallimentari, al di là dei tentativi di Giuseppe Conte di cavalcare i temi dell’ultrasinistra come a Gubbio l’ambientalismo dopo i dati estremamente rassicuranti sulla qualità dell’aria che hanno tolto argomenti e strumentalizzazioni agli stessi 5 Stelle e ai fanatici. Il maldestro tentativo di delegittimare le notizie e indiscrezioni si è già rivelando un boomerang visti gli ultimi risultati elettorali, aspettando le prossime mosse.

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M.
BOC.
Rodolfo Rughi Tommaso Bori, segretario regionale La sede del PD in piazza Oderisi Leonardo Nafissi Mauro Salciarini

PROCESSO GORACCI, LA PRESCRIZIONE RESTA IN SOSPESO

Tra color che son sospesi. Resta così Orfeo Goracci, appeso alla prescrizione che il suo legale Franco Libori ha annunciato in aula e sulla quale però il diretto interessato tace non essendosi mai pronunciato ufficialmente. L’ex sindaco non risponde alle domande su questa storia (come su altre), ben consapevole che qualunque decisioni prenderà avrà forti ripercussioni nei commenti, l’analisi e a livello di opinione pubblica. Il rischio di una condanna in primo grado lo spaventa (al di là che poi ci sarebbero comunque altri due gradi di giudizio) e l’ombra della prescrizione lo perseguita perché come si sa per la sinistra la prescrizione non è assoluzione (rivendicando di essere un comunista nudo e puro sarebbe difficile gestire un’eventuale contraddizione clamorosa). In questo momento l’imputato principale dell’inchiesta Trust, sui presunti abusi al Comune di Gubbio nel periodo da sindaco, prende tempo e sostanzialmente fa finta di nulla tra le tattiche difensive che allungano i tempi del processo.

L’ATTESA. La prescrizione, dunque, può attendere sulla posizione di Goracci. I termini sono infatti maturati per tutti, ma l’imputato principale non ne ha fatto alcun riferimento in aula nell’ultima udienza, il 23 maggio scorso, né il presidente Mariella Roberti ha ritenuto di sollevare la questione andando avanti con l’audizione dei testimoni dell’accusa portata avanti dal pubblico ministero Mario Formisano. Così l’udienza si è incentrata sull’ex dipendente comunale Lorenzo Rughi, che ha ricostruito la propria vicenda personale

L’EX SINDACO NON HA ANCORA CHIARITO IN AULA SE MANDARE PRESCRITTI I REATI DI CUI È ACCUSATO OPPURE RINUNCIARE E ANDARE AVANTI COME HANNO FATTO ALTRI SEI IMPUTATI.

SE NE RIPARLA IL 18 SETTEMBRE

di essere stato soggetto sostanzialmente vessato e svantaggiato rispetto ad altri nel suo percorso professionale, anche con riferimento alla possibilità di assumere ruoli di responsabilità per la posizione in graduatoria che l’ex sindaco avrebbe contrastato. Goracci nel rilasciare dichiarazioni spontanee ha riaffermato la legittimità di ogni scelta e sulla propria condotta contestando la ricostruzione di Rughi.

SETTEMBRE. Il processo di primo grado è stato aggiornato al prossimo 18 settembre, alle ore 14.30, e si vedrà in quella sede se verrà posta o meno la questione della prescrizione. Ci sarebbero anche problematiche legate alla produzione delle copie dei documenti nel caso dell’eventuale stralcio degli imputati prescritti qualora a deciderlo sia il tribunale. Nel caso di Goracci, per alcuni capi d’imputazione il suo legale Franco Libori il 25 ottobre aveva annunciato la non rinuncia alla prescrizione da parte del suo assistito, che però non l’ha ufficializzato con la propria dichiarazione in aula, così come l’ex dipendente Umberto Baccarini (potrebbe farlo prossimamente o attendere direttamente la sentenza). Hanno invece rinunciato ufficialmente alla prescrizione gli altri imputati, Maria Cristina Ercoli (all’epoca vicesindaco e poi sindaco dal 2010 per circa un anno), gli ex assessori comunali Lucio Panfili e Graziano Cappannelli, Nadia Ercoli (tenente della Polizia locale), Lucia Cecili (funzionaria del Comune) e l’ex segretario comunale Paolo Cristiano.

PAGINA 10 ATTUALITÀ V G
L’ex assessore Lorenzo Rughi

VALERIO MANCINI: “ISOLAMENTO E VECCHIE IDEOLOGIE FRENANO GUBBIO”

INTERVISTA CON IL CONSIGLIERE REGIONALE IN QUOTA LEGA . MANDA MESSAGGI

AL SINDACO STIRATI: “LE AMMINISTRAZIONI DI SINISTRA A STAMPO AMBIENTALISTA

HANNO SEMPRE CONSIDERATO L’IMPRESA COME

CONTROPARTE E MAI COME FATTORE DI SVILUPPO

DELLA COMUNITÀ LOCALE, METTENDOSI CONTRO

I LAVORATORI DELLE IMPRESE. IL COMUNE

NON HA MAI VOLUTO STIPULARE I PROTOCOLLI PER LA SOSTENIBILITÀ. BASTA RICORSI SULL’AMBIENTE”

di MASSIMO BOCCUCCI

Il consigliere regionale Valerio Mancini è il presidente della Seconda Commissione (Agricoltura, ricostruzione, attività produttive, infrastrutture). Eletto nel 2019 con 6.637 preferenze, è nato nel 1965 a Monte Santa Maria Tiberina e opera nel settore del terziario commerciale. È capogruppo della Lega Nord nel Consiglio Comunale di Città di Castello dal 2012 e, dal 2014, coordinatore della Lega Nord nella provincia di Perugia. Consigliere regionale nella X Legislatura, ha ricoperto l’incarico di vicepresidente dell’Assemblea legislativa dell’Umbria.

Perché secondo lei a Gubbio il dibattito sull’ambiente è così acceso e investe in modo dirompente le imprese trainanti dell’economia locale?

“Perché Gubbio storicamente è sempre stata governata da amministrazioni di sinistra a stampo ambientalista che hanno sempre considerato l’impresa come controparte e mai come un fattore di sviluppo della comunità locale. Questo non è altro che un retaggio delle ideologie che hanno caratterizzato l’azione politica delle amministrazioni comunali di Gubbio guidate dalla sinistra. Peccato che così facendo in questi anni hanno ostacolato lo sviluppo economico del territorio e si sono messi contro i lavoratori delle imprese”.

Crede che ci siano risvolti ideologici e anche di ricerca del consenso elettorale nell’estrema sinistra ambientalista e da lotta di classe?

“Risvolti ideologici per quanto riguarda l’ambientalismo di stampo europeista, sicuramente sì. La lotta di classe è del tutto superata, è rimasta solo nell’intellighenzia comunista. Di fatto i lavoratori, con i loro sindacati, sono a fianco delle imprese, tanto da aver stipulato in questi anni dei protocolli per la sostenibilità delle imprese che però il Comune di Gubbio non ha mai voluto sottoscrivere”.

Il Tar ha respinto il ricorso del Comune di Gubbio contro l’autorizzazione della Regione all’uso del Css nelle cementerie Barbetti e Colacem: si aspetta l’ulteriore ricorso al Consiglio di Stato?

“A oggi pare che una parte della maggioranza del sindaco Stirati sia contraria a un ulteriore ricorso al Consiglio di Stato, e questo è un fattore positivo. Ma il sindaco Stirati ci ha abituati alla sua perseveranza nell’errore. Consiglio quindi al primo cittadino di evitare almeno stavolta e spendere i soldi pubblici per altri scopi, del resto la stessa sentenza del Tar ribadisce in modo inequivocabile la correttezza dell’operato dell’amministrazione regionale, legittimando i monitoraggi ambientali Arpa e Usl”.

Come valuta l’azione di Stirati?

“Negativamente, come tutta l’azione delle amministrazioni di sinistra che hanno governato il Comune di Gubbio fino a oggi. La città simbolo della Regione con i suoi Ceri deve uscire dall’isolamento al quale le amministrazioni di sinistra l’hanno relegata”.

I suoi rapporti con il sindaco di Gubbio?

“Istituzionalmente, come consigliere regionale e presidente della Seconda Commissione consiliare, sono a sua disposizione, come faccio con tutti gli amministratori locali, e sono sempre pronto a collaborare al fine di risolvere eventuali problematiche del territorio eugubino. Politicamente abbiamo divergenze insanabili”.

I dati del monitoraggio e studio voluto dalla Giunta Stirati sulla qualità dell’aria nell’eugubino, commissionati a università La Sapienza di Roma e Cnr, sono gli stessi che Arpa riporta quotidianamente: che idea si è fatto di questa storia?

“Ritengo che questo fosse soltanto un pretesto per dilazionare ulteriormente le decisioni in merito ai cementifici, sperando magari in qualche risultato a sorpresa, che però non c’è stato. I dati difatti confermano quello che già Arpa aveva dimostrato, pertanto ulteriori monitoraggi e studi non sono stati altro che un inutile spreco di risorse pubbliche. L’aria a Gubbio è buona, ma ne serve di nuova nel palazzi”.

Questa operazione è costata 173mila euro: molti parlano di soldi buttati e prospettano esposti alla Corte dei Conti. La sua posizione?

“Ritengo che questi soldi sarebbero dovuti essere utilizzati a vantaggio dei cittadini. La magistratura contabile, se lo riterrà opportuno, potrà intervenire per verificare se c’è stato un utilizzo non corretto delle risorse dato che la questione è di dominio pubblico”.

Nel 2024 si vota a Gubbio, in altri Comuni come Perugia, così come per la Regione oltre che alle Europee: quali scenari politici prospetta?

“Sicuramente si partirà dall’unità della coalizione del centrodestra che, dove si presenta compatta, risulta sempre vincente. Per quanto riguarda la Regione, Matteo Salvini è stato chiaro: la candidata è Donatella Tesei. Nelle città in cui ci sono amministratori di centrodestra uscenti, auspico che ci sarà la loro ricandidatura, dato che quando i sindaci governano bene e ottengono risultati concreti, vengono premiati dai cittadini, mi riferisco a Marsciano e Foligno. Su Perugia si apre la partita dopo dieci anni di amministrazione di centrodestra guidata da Andrea Romizi: i segretari di partito dovranno valutare con estremo equilibrio il candidato migliore da proporre senza personalismi e arroganza. Da Terni è arrivata una bella lezione di umiltà che dovrebbe già averci insegnato qualcosa. Per quanto riguarda Gubbio siamo già al lavoro per individuare una figura di spessore in grado di risollevare le sorti di uno dei comuni più importanti dell’Umbria con le più alte potenzialità di sviluppo sia dell’economia che del turismo. Dopo anni di amministrazione di sinistra anche Gubbio merita di avere la sua occasione di rinascita, e come Lega ci adopereremo al massimo, mettendo in campo le nostre donne e uomini migliori, che saranno al servizio della comunità con serietà, impegno e competenze”.

POLITICA PAGINA 11 V G

MARINANGELI E NADERY VERSO LE CONFERME

C’ERA IL RISCHIO AL “CASSATA-GATTAPONE”

DI UN AVVICENDAMENTO PER LA ROTAZIONE

DEI DIRIGENTI SCOLASTICI MA LA NUOVA DIRETTIVA , REDATTA DAL MINISTERO DELL’ISTRUZIONE

CON I SINDACATI, PREVEDE IL CAMBIO

ALLA GUIDA DI UNA SCUOLA DOPO UN MASSIMO

DI 9 ANNI, SENZA RETROATTIVITÀ

di MASSIMO BOCCUCCI

C’è una vecchia norma sulla rotazione dei dirigenti scolastici che possono guidare un istituto per un massimo di nove anni, ovvero tre mandati da tre anni ciascuno. Nessuno l’ha mai applicata alla lettera e il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara per far vedere che il Governo Meloni è diverso dagli altri aveva fatto sapere di voler attuare inderogabilmente il principio di rotazione. Per questo si prospettava l’avvicendamento al “Cassata-Gattapone” dove David Nadery completerà alla fine di questo anno scolastico il suo terzo triennio, mentre per Maria Marinangeli al polo liceale “Giuseppe Mazzatinti” c’è da attendere il prossimo anno scolastico. Come nella migliore tradizione italiana di leggi e governi, ecco la soluzione concordata con le organizzazioni sindacali che erano insorte sulla mobilitazione dei dirigenti scolastici per nulla disposti a vedersi applicata questa norma.

COSA CAMBIA. Il Ministero dell’Istruzione ha presentato ai sindacati la bozza concordata della direttiva sulla rotazione dei dirigenti scolastici che si sono già detti d’accordo. La rotazione sarà applicata dopo tre incarichi consecutivi nella medesima scuola (nelle altre amministrazioni pubbliche il limite massimo è due); il periodo di permanenza sarà computato a decorrere dal primo

settembre 2023; l’incarico in corso al primo settembre 2023 sarà il primo dei tre incarichi consecutivi possibili (per i contratti a scadenza: altrimenti vale l’anno di riferimento raggiunto nel triennio); allo scadere del terzo incarico triennale, il dirigente potrà esprimere le proprie preferenze verso altre sedi e il nuovo incarico sarà conferito, ove possibile, in un’istituzione scolastica di medesima fascia o superiore; la rotazione non si applicherà ai dirigenti scolastici prossimi alla pensione o ai destinatari di benefici previsti da specifiche disposizioni di legge (come la Legge 104/1992).

RIPERCUSSIONI. Tradotto sul territorio eugubino, questo è lo scenario. Nadery è a fine contratto e dunque dal primo settembre partirà il suo primo ciclo triennale sempre che non voglia cambiare aria (sembra improbabile): teoricamente potrebbe restare alla guida del Cassata-Gattapone per altri 9 anni che si aggiungerebbero agli 11 fin qui accumulati. Marinangeli, in carica da 11 anni, ha invece ancora un altro anno dei tre di contratto e dunque il suo primo triennio sarà già in corso e al “Mazzatinti” potrà unirne eventualmente altri due per un totale di 8 anni a partire dal prossimo primo settembre. Per ora dovrà attendere Francesca Pinna, che (data per possibile candidata sindaco nel 2024) secondo alcune indiscrezioni ambiva ad assumere già da settembre la dirigenza del “Cassata-Gattapone” (in prospettiva anche del “Mazzatinti”).

Gian Marco Chiocci alla guida del Tg1 nel solco del grande giornalismo eugubino

C’è sangue eugubino nelle vene di Gian Marco Chiocci. C’è un’impronta delle origini che rende orgogliosa Gubbio nel vederlo alla guida del Tg1, il telegiornale di punta della televisione italiana. Il sindaco Filippo Mario Stirati ne ha salutato la nomina come “motivo di grande orgoglio e soddisfazione. Le radici eugubine del nuovo direttore del Tg1 rappresentano per tutti noi un importante legame che ci fa sentire gratificati anche come comunità”. Il sindaco ha espresso “l’auspicio di poterlo incontrare e salutare accogliendolo nella nostra sede istituzionale. La sua significativa carriera giornalistica lo vede proiettato in uno dei più importanti ruoli mediatici del nostro Paese”.

LA CARRIERA. Classe 1964, Gian Marco è il figlio di Francobaldo Chiocci, giornalista e scrittore, inviato e direttore di testate. La sua carriera inizia con una lunga gavetta in giro per l’Italia. Dopo varie collaborazioni, emerge alla fine degli anni Ottanta come cronista di giudiziaria al quotidiano romano Il Tempo, per poi collabo-

rare con il Giornale di Vittorio Feltri, dove si contraddistingue per scoop e reportage. Si ricorda la sua famosa inchiesta Affittopoli, sulle case di proprietà di enti pubblici o economici assegnate in affitto a personaggi eccellenti con condizioni di favore. Dopo un periodo alla cronaca di Roma, viene promosso a inviato speciale, ruolo che rivestirà per oltre un decennio. Nel 2010 firma un’altra celebre inchiesta sulla casa di Montecarlo, che travolge l’allora presidente della Camera e leader della destra italiana, Gianfranco Fini. Diventa successivamente direttore de Il Tempo, dove lancia il vignettista Federico Palmaroli, conosciuto come Osho. Nel 2018 Chiocci passa quindi alla guida dell’agenzia di stampa Adnkronos.

TRADIZIONE. La stampa eugubina, talvolta messa nel mirino dai politici caserecci quando non si piega o non svolge funzioni solo notarili, ha espresso negli anni professionalità di alto livello che hanno ricoperto ruoli di primo piano a livello nazionale, pensando proprio a Francobaldo Chiocci e nel mondo Rai a Dante Alimenti e Italo Cicci. Ci sono giornalisti eugubini che si fanno valere all’estero, come Simone Filippetti che dal percorso con Il Sole 24 Ore si è trasferito a Londra, e che lavorano in prima linea in Umbria come Carlo Angeletti nella sede regionale umbra della Rai.

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M. BOC.

UNA PIOGGIA DI PREMI ESALTA IL SOPRANO ELENA ANTONINI

LA CANTANTE LIRICA EUGUBINA, CHE STUDIA A BRESCIA, RACCOGLIE SEMPRE PIÙ APPREZZAMENTI TANTO IN ITALIA QUANTO ALL’ESTERO

di EMANUELE GIACOMETTI

Premio speciale e di prestigio per un giovane talento umbro della musica lirica. Nei giorni scorsi infatti, il soprano eugubino Elena Antonini ha ricevuto presso l’Aula Magna dell’Università per Stranieri di Perugia, il “Premio Giuseppe Allegrini” giunto ormai alla terza edizione. Dopo la pianista ucraina Maria Ponomaryova, seguita dalla violinista giapponese Sayako Obori, ad aggiudicarselo è stata proprio la giovane promessa eugubina della lirica internazionale. Un riconoscimento, istituito dal giornalista perugino Sandro Allegrini, per onorare la figura del padre Giuseppe e la sua passione musicale, che lo portò a ricoprire il ruolo di primo bombardino in banda.

CAMBRIDGE MUSIC COMPETITION. Ma i riconoscimenti e le soddisfazioni non sono finite qui, perchè il soprano nei primi giorni di Giugno ha ottenuto un ottimo risultato anche al Cambridge Music Competition. “Si tratta di un concorso per musicisti classici, per quest’anno ancora in edizione online - spiega Elena -. Fa parte

di una Federazione di concorsi musicali internazionali. Sono molto felice di questo premio, la categoria alla quale ho partecipato è Modern B (senza limiti d’età), musica classica dal 1900 in poi. Ho ricevuto il Platinum Price, che è equiparato ad un primo premio assoluto”.

QUANTE SODDISFAZIONI. La ventiquattrenne Elena Antonini può già vantare numerose esperienze nel campo della formazione professionale. Non a caso, lo dice il suo curriculum: dal debutto nel Lirico Sperimentale di Spoleto, col Don Giovanni di Mozart per la regia di Brockhaus, alle positive presenze nelle competizioni di Manchester, Lugano e del Grand Metropolitan Music Competiition. Dopo la laurea al Morlacchi, Elena sta continuando i suoi studi al Marenzio di Brescia, dove segue con profitto l’insegnamento di Monica Colonna, e nel frattempo, prepara pure i suoi nuovi ruoli allo Sperimentale di Spoleto, dove canterà nella imminente stagione anche spartiti di musica contemporanea.

Don Piero Belardi tra fede, scuola e musica

Tutti lo chiamavano don Piero, all’anagrafe era Pierangelo Belardi, ed è stato uno straordinario punto di riferimento per la città. Si è spento che le sue condizioni di salute erano precarie da Natale. L’ultimo commosso saluto il 3 giugno scorso nella chiesa di San Francesco. Aveva compiuto 93 anni lo scorso 5 maggio. Ordinato sacerdote il 7 dicembre 1952, ha svolto vari servizi pastorali nella diocesi tra i quali, negli ultimi anni del suo ministero sacerdotale attivo, come parroco di Scritto e Belvedere. Della sua famiglia si ricorda la signora Alfreda, con il rinomato tabacchi all’inizio di via della Repubblica sotto corso Garibaldi. Viene ricordato come apprezzato insegnante, anima della corale Giuseppe Verdi, che negli anni Settanta dirigendola ha rilanciato con l’inserimento delle voci femmini-

li, e direttore del coro del Signore per il Miserere. Proprio il coro del Miserere l’ha visto guida autorevole capace di fare gruppo quando radunava tutti davanti la chiesa di San Filippo Neri in via Cairoli e invitava tutti al bar nella zona per offrire caramelle alla menta per schiarire la voce con l’emblematico “Nè più né meno” perché ciascuno poteva spendere 100 lire per averne sei. E’ stato anche cappellano del Cero di San Giorgio. Dopo le vicende legate all’Oasi della Divina Provvidenza, che nel 1996 avevano portato il vescovo Pietro Bottaccioli a inviare una notificazione pastorale a tutti i fedeli della diocesi, don Piero si era ritirato a vita privata presso la sua abitazione nella zona di Fassia.

Addio all’avvocato Gabrio Minelli, qualità e stile hanno lasciato l’impronta

Se n’è andato in punta di piedi a 74 anni l’avvocato Gabrio Minelli, per lungo tempo attivo nel suo studio in via Reposati a San Pietro e la cui eredità professionale è stata raccolta dal figlio Gabriele. Gli sono sempre stati riconosciuti qualità e stile che hanno lasciato l’impronta. Un uomo mite e di grande personalità che ha speso al servizio della vita e l’impegno quotidiano. Era cresciuto sulla scia di quanto rappresentava il padre, il notaio Antonio Minelli, e negli

anni ha saputo farsi riferimento per le competenze professionali unite alla capacità di relazionarsi. Lo si ricorda attivamente impegnato anche nel Rotary Club dando un dinamico contributo a livello culturale. La famiglia e gli amici lo hanno accompagnato nell’ultimo viaggio con discrezione, proprio come piaceva a lui che non ha mai cercato né clamori né riflettori. Se ne va con lui un altro pezzo della città.

M. BOC.
CULTURA PAGINA 13 V G
MA. GI.
Don Piero Belardi con la corale Giuseppe Verdi

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IL CUORE DI ALESSIO GIGLI NON SMETTE MAI DI BATTERE

di MASSIMO BOCCUCCI

Avrà una moto da far andare veloce, avrà tanti amici quaggiù a fargli un tifo sfrenato perché Alessio Gigli non se n’è mai andato. Il suo cuore non smette di battere. Quella terribile notte tra il 27 e il 28 maggio se l’è portato via nel tragico schianto con l’auto mentre faceva ritorno a casa. Avrebbe compiuto 26 anni il prossimo 24 settembre ed era un ragazzo molto apprezzato per la simpatia, la disponibilità, quell’essere autenticamente se stesso. Papà Rodolfo, mamma Barbara e la sorella Giulia lo portano dentro come tutti quelli che l’hanno conosciuto. Alessio era pieno di vitalità e voglia di emergere. Si era realizzato sul lavoro come elettricista mettendo a frutto la

tempra sportiva e la passione di centauro protagonista dell’Italian Cup, il campionato italiano di pet bike 12 pollici. Lo si ricorda quando è salito sul podio conquistando il secondo posto assoluto di categoria con forti emozioni dopo la quinta, ultima e decisiva tappa all’Adria karting international raceway di Adria, in provincia di Rovigo, chiudendo in bellezza la stagione. Aveva festeggiato a novembre 2021 un’avventura magica condividendola con il team, la famiglia e i tantissimi amici. Sui social in tantissimi hanno esternato pensieri e buoni sentimenti, da chi l’ha conosciuto, vissuto, apprezzato. L’essere fieramente ceraiolo santubaldaro, l’esperienza con il Qlinicue per organizzare eventi, lo spirito d’iniziativa. Alessio sapeva vivere e trasmetteva la gioia di vivere. Tutto questo rimarrà.

Summer Camp per portieri, calcio in vacanza per i giovani

Portieri di calcio in campo durante le vacanze estive. A Gubbio è stato organizzato nei giorni 30 giugno, 1° e 2 luglio il Summer Camp presso l’impianto sportivo “Beniamino Ubaldi”. L’iniziativa viene promossa dalla Event Sport Management, già organizzatrice del primo torneo femminile “Città di Gubbio”.

Il camp per portieri vedrà come istruttori allenatori Paolo Bartoccioni (tecnico dei portieri della Women Gualdo Calcio, tecnico federale e abilitato come allenatore dei portieri professionisti a Coverciano); Massimo Prete (allenatore dei portieri dell’Orvietana Calcio in Serie D

e e abilitato come allenatore dei portieri professionisti a Coverciano); Leonardo Brunella (allenatore dei portieri delle squadre giovanili nei campionati nazionali della Gubbio calcio e abilitato come allenatore dei portieri dilettanti e settore giovanile). La formula del camp prevede tre giorni di allenamenti intensi volti al miglioramento del ruolo del portiere con metodologie innovative. Ai ragazzi verrà dato un kit da portiere e alcuni gadget, oltre all’attestato di partecipazione e a una scheda di valutazione che si basa su alcuni parametri importanti e specifici del ruolo. MA. GI.

La prestigiosa Schola Palatina coinvolge nuovamente il professor Luigi Girlanda

Nuovo importante riconoscimento per il professor Luigi Girlanda, nostro collaboratore, teologo e docente di filosofia e scienze umane al Liceo Mazzatinti, dove da anni è membro dello staff di dirigenza. La prestigiosa Schola Palatina lo ha richiamato, dopo la positiva e apprezzata esperienza dello scorso settembre con un corso sulla Divina Commedia, per una nuova serie di lezioni stavolta sul tema della pedagogia moderna.

La Schola Palatina rappresenta una delle più prestigiose realtà di formazione on line del panorama culturale cattolico nazionale. Vi insegnano alcuni dei più prestigiosi intellettuali cattolici del nostro Paese, dal vescovo di Sanremo Antonio Suetta, a Roberto De Mattei, don Nicola Bux, Ettore Gotti Tedeschi, Corrado Gnerre, padre Serafino Lanzetta, la sindonologa Emanuela Marinelli e Cristina Siccardi.

Dallo scorso settembre la Schola riporta tra i suoi docenti anche il professor Luigi Girlanda. Il nuovo corso, intitolato “La rivoluzione educativa nella pedagogia moderna”, è articolato in quattro incon-

tri a cadenza settimanale da giugno e si propone di analizzare le ripercussioni in ambito pedagogico della rivoluzione moderna. Il mondo nuovo esige un nuovo tipo di umanità e dunque un’educazione capace di condurre il bambino a diventare un uomo moderno. Dopo un’introduzione generale alla pedagogia moderna e all’analisi dei nuovi presupposti antropologici dell’educazione, il corso si soffermerà sull’approfondimento delle figure più significative del panorama pedagogico moderno.

In modo particolare verranno analizzate la pedagogia protestante (Lutero e Comenio), quella liberale di John Locke e la svolta rivoluzionaria dell’educazione secondo natura di Jean-Jacques Rousseau. Accanto all’esposizione generale della prospettiva pedagogica dei vari autori, verranno analizzati sia i presupposti filosofici e antropologici del loro pensiero sia alcuni testi chiave con una lettura guidata e critica delle pagine più significative. Si può visitare il sito della Schola per consultare i corsi e iscriversi all’indirizzo www.scholapalatina.it A. PET.

IL RICORDO PAGINA 15 V G
Prete e Bartoccioni

LA DOTTRINA NELLA STORIA

Sollecitati da un lettore affrontiamo il tema della pena di morte. Bergoglio, ultimamente, si è spinto addirittura a modificare il Catechismo, facendo scrivere che “la Chiesa insegna, alla luce del Vangelo, che la pena di morte è inammissibile” (n. 2267). Una modifica non da poco, visto che da sempre la Chiesa ha insegnato che, a certe condizioni (sulle quali dovremo fare chiarezza), la pena di morte è ammissibile e legittima. Per ora, limitiamoci a vedere se è proprio vero che la Bibbia (di cui i Vangeli fanno parte) insegna che la pena di morte è inammissibile. Per quanto riguarda il Vecchio Testamento la questione è presto risolta: Dio stesso, per alcuni reati - omicidio (Es 21,12), adulterio (Lv 20,10), rapimento (Es 21,16), rapporti omosessuali (Lv 20,13), falsa profezia (Dt 13,5), zoofilia (Es 22,19), bestemmia (Lv 24,16) e molti altri casi - non solo ammette, ma addirittura comanda di eseguire la pena capitale. Ammesso, e non concesso, che nel Vangelo, come vorrebbe Bergoglio, Dio avesse cambiato idea, bisognerebbe indicare in quali passi. Stando a tutta la Tradizione della Chiesa, nel Vangelo Gesù non lancia mai degli strali contro la pena di morte, ma anzi ci sono episodi in cui sembra riconoscerne la legittimità. Vediamo: durante la crocifissione uno dei ladroni accusa Gesù, ma l’altro lo riprende dicendo: «Non hai alcun timore di Dio, tu che sei condannato alla stessa pena? Noi, giustamente, perché riceviamo quello che abbiamo meritato per le nostre azioni» (Lc 23, 40s). Gesù non solo non lo corregge, ma fa di lui il primo santo canonizzato. Inoltre, quando Pilato ricorda a Gesù che lui ha il potere di metterlo a morte, egli risponde: non avresti alcun potere su di me (che quindi implicitamente gli riconosce, n.d.a.), se non ti fosse dato dall’alto (Gv. 19,11).

Pillole

DISTINZIONE FRA LEGITTIMITÀ E OPPORTUNITÀ

Prima della modifica di Bergoglio, il Catechismo riportava la dottrina autentica della Chiesa dicendo: “L’insegnamento tradizionale della Chiesa non esclude, supposto il pieno accertamento dell’identità e della responsabilità del colpevole, il ricorso alla pena di morte, quando questa fosse l’unica via praticabile per difendere efficacemente dall’aggressore ingiusto la vita di esseri umani”. Prima di scandalizzarsi, si ragioni. La legittima autorità, supposta la piena responsabilità del colpevole, può infliggere una pena che viola un diritto inalienabile della persona? La risposta non può che essere affermativa. Tanto è vero che chi nega la legittimità della pena di morte accetta comunque quella, per esempio, dell’ergastolo. La pena di morte viola il diritto alla vita, ma il carcere nega quello, altrettanto fondamentale, alla libertà. Si dirà che la vita vale più della libertà. Si è proprio sicuri? La gente muore per la libertà. Pensiamo a Dante: “libertà va cercando, ch’è sì cara come sa chi per lei vita rifiuta” (Purgatorio I). Si esce dalle contraddizioni solo se si capisce bene la distinzione fra legittimità della pena di morte (sempre riconosciuta dalla Chiesa) e sua opportunità (grazie a Dio oggi praticamente scomparsa). La parte del catechismo modificata da Bergoglio, fa parte del tema della “legittima difesa”. Anche l’omicidio è “legittimo” a certe condizioni, se non c’è altro modo di difendere se stessi e i propri cari. Nella visione cattolica, la società è come un organismo. Per cui, a certe condizioni, se non c’è altro modo di difendere efficacemente gli innocenti da un aggressore, anche la società può ricorrere alla “legittima difesa”. Si può non essere d’accordo e magari giudicare barbara questa visione delle cose. Non è mica obbligatorio infatti essere cattolici. Ormai nemmeno oltre Tevere…

Almarina, armonie di contrasti

La storia di Elisabetta, insegnante di matematica presso il carcere minorile di Nisida, è un sussurro potente, che urla dalle pagine di una trama semplice, apparentemente grigia e banale ma che nasconde una luce insolita, fatta di spunti di riflessione, frammenti di vita e soprattutto di amore che salva e stravolge anche la più grigia delle esistenze.

La protagonista è una donna che vive la contraddizione in ogni momento della sua vita: prova il peso della sua libertà che sembra essere quasi ingombrante tra le mura del carcere, si fa chiamare maestra, dottoressa o professoressa dai suoi allievi che non sono ancora riusciti ad assegnarle un’identità, conserva il ricordo del marito che non c’è più e di quel figlio che non è mai arrivato. Riesce a barcamenarsi in una quotidianità che è fatta di contrasti, di zone grige che sembrano popolare una mente come la sua, in realtà brillante,

dolce e costantemente in cerca d’affetto, fino a quando la sua esistenza si intreccerà con quella di Almarina, una donna molto diversa da lei per età, nazionalità ed esperienza, alla quale, tuttavia, si sentirà inscindibilmente legata da un’esperienza intensa e dolorosa.

L’autrice sfoggia, nelle parole accurate con le quali scegli di decorare la narrazione, uno stile insolito e particolare; intenso, incalzante che sembra non lasciare mai spazio alla distrazione del lettore: tutto è autentico, ragionato, ricco di particolari che sono la spina dorsale di una storia d’amore e di rabbia, di cadute e riscatti che fanno capire quanto, come affermava la saggezza antica, il contrasto, la battaglia degli opposti sia indispensabile al fluire della vita in tutte le sue forme.

PAGINA 16 RUBRICHE V G
LA PENA DI MORTE NELLA BIBBIA IL ROMANZO DI VALERIA PARRELLA SULLA LIBERTÀ E SU QUELL’AMORE CHE SALVA SEMPRE
LA ROCCA
Letterarie e Dintorni... a cura di ANNALISA BOCCUCCI
a cura di LUIGI GIRLANDA
L’autrice Valeria Parrella

L’Umbria si colora con la tradizionale Fioritura di Castelluccio

Giugno è il mese perfetto per ammirare la Fioritura di Castelluccio di Norcia, uno spettacolo naturale in cui l’altopiano alle pendici del Monte Vettore adibito alla coltivazione della lenticchia tra fine maggio e metà luglio si colora di ogni sfumatura dal giallo al rosso, dal blu al viola. La zona che ospita lo spettacolo è quella del Pian Grande e del Pian Perduto, a pochi chilometri da Norcia.

In questo angolo di paradiso, che ancora fa i conti con i danni provocati dal sisma del 2016, ogni anno all’interno del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, migliaia di fiori selvatici sbocciano spontaneamente tra i campi di lenticchie regalando la fioritura di narcisi, papaveri, violette e tanto altro. Come riportato dal National Geographic, i campi di lenticchie di Castelluccio non hanno

bisogno di pesticidi: l’alta quota e le basse temperature invernali che arrivano a sotto zero, uccidono tutti quei parassiti che normalmente minacciano le coltivazioni.

Per questo accanto alle piante di lenticchie crescono altre erbe che al momento della fioritura donano un paesaggio terapeutico per gli occhi quanto per l’anima, raro da ammirare in Europa. In queste settimane, come di consueto, moltissimi turisti visitano i Piani per osservarne e fotografarne i colori, cosa che ha i suoi vantaggi per il territorio, ma anche degli svantaggi. Perciò si sono intensificate le misure di sostenibilità introducendo tutti i weekend parcheggi e navette accessibili su prenotazione, al fine di permettere a tutti di assistere allo spettacolo tutelando al contempo la biodiversità e le comunità locali.

FREGNACCE AGLI ASPARAGI E VITALBE

In italiano il termine fregnaccia è usato per indicare una cosa di poco conto, di scarso valore, quasi una sciocchezza. Ma nel lessico gastronomico è invece identificativo di svariati tipi di preparazioni tipiche del centro Italia. Le fregnacce agli asparagi e vitalbe sono delle frittelle di origini umili, semplici ed economiche ma tutt’altro che una preparazione banale. Questa ricetta è un salvacena e al contempo un espediente per uscire nei giorni di tempo incerto, dove si approfitta dei spiragli di sole per fare qualche camminata alla ricerca di asparagi ed erbe spontanee come i germogli delle vitalbe, molto facili da trovare nel territorio eugubino ma che vanno raccolti molto giovani, ovvero prima che le sostanze tossiche della pianta si concentrino troppo. Una ricetta buonissima, sana e di rara genuinità, figlia delle passeggiate all’aria aperta, dell’ingegno

RICETTA

delle nonne e delle cene in famiglia.

PROCEDIMENTO

• Preparare una pastella con acqua, farina e uovo. Regolare di sale e unire le vitalbe e gli asparagi precedentemente lessati e sminuzzati.

• Ungere una padella antiaderente con un filo d’olio e versare un po’ di pastella.

• Cuocere da entrambi i lati finché non saranno belli croccanti.

RUBRICHE PAGINA 17 V G
Farina
gr
ml
Uovo 1 • Sale q.b. • Vitalbe 60 gr • Asparagi 60 gr • Olio q.b.
200
• Acqua 300
Come ti Cucino Sano a cura di LORENZO DIAMANTINI All’insolito posto a cura di CLAUDIA BOCCUCCI

“RICO” MIGLIARINI CELEBRA A MODO SUO 40 ANNI DI BLUES

di ROBERTO BARBACCI

Niente come il blues può infiammare i cuori e le menti degli appassionati di musica.

E Riccardo “Rico” Migliarini l’ha scoperto da tempo immemore: una passione che affonda le radici nell’età dell’adolescenza, poi coltivata nel corso dei decenni fino a farla diventare qualcosa in più di un semplice passatempo. Con l’inseparabile armonica a dettare il ritmo e a scandire i tempi di un’esistenza che continua ad essere influenzata dal magico mondo delle note, che in questi giorni ha portato l’artista eugubino a dare alle stampe un nuovo lavoro. “Suono i blues a casa mia” è l’ultima fatica discografica di Rico, che prosegue un percorso intrapreso da tempo dove ritmi e strutture caratteristiche del genere restano una prerogativa del lavoro. La particolarità dell’opera è da ricercare nella scelta dell’italiano come lingua di riferimento, un compito ardito e un’incombenza mica da poco che pure va a soddisfare un’ossessione che Rico ha definito incalzante, figlia della voglia di avventurarsi in un viaggio nuovo verso mondi inesplorati. “Amici e ricordi lungo la strada, treni dimenticati, torrenti che tagliano la città, quotidiani spettacoli di quartiere con la provincia italiana e umbra in particolare, sorprendente fonte di ispirazione”.

CELEBRARE UNA CARRIERA. “Suono i blues a casa mia” è un album che si compone di 10 brani, tutti originali e tutti scritti da Riccardo Migliarini. Registrato presso La Pepita Studio di Gualdo Tadino, missato e masterizzato da Giulio Catarinelli, si avvale della partecipazione di Rico Migliarini (armoniche, voci e cori), Mirco Capecci (basso, cori), Giuliano Bei (batteria), Edoardo Commodi (chitarre, bancjo, cori) e della collaborazione di Nor-

NUMERI UTILI

Centralino Comunale 075.92371

Centralino Osp. Branca 075.9270801

Pronto Soccorso 075.9270744

Numero Verde Farmacie 800.829058

Guardia Medica 075.9239468

Sez. Croce Rossa 075.9273500

Gubbio Soccorso 075.9277779

Misericordia Gubbio 340.3859797

Carabinieri 075.9235700

Vigili del Fuoco 075.9273722

Vigili Urbani 075.9273770

Cimitero Civico 075.9237690

IAT 075.9220693

Servizio Taxi 075.9273800

Carabinieri Forestali 075.9272585

Guardia di Finanza 075.9273789

Centrale ENEL 800.900.800

Canile 075.9274963

Curia Vescovile 075.9273980

075.9220795 333.5224537

MUSICA PER PASSIONE, MA NON SOLO: IL BLUESMAN EUGUBINO TORNA CON UN LAVORO UNICO E INNOVATIVO, PROPONENDO UN ALBUM IN ITALIANO CHE SOMIGLIA TANTO A UN VIAGGIO, RIPERCORRENDO LE TAPPE DELLA SUA LUNGA ESPERIENZA MUSICALE

berto Becchetti, Lorenzo Cannelli e Michele Fondacci. Per l’uscita dell’opera è stato realizzato anche un backstage fotografico, curato da Francesco Biccheri, con grafiche di Andrea Spigarelli. Rico Migliarini

è sulla scena musicale da quasi 50 anni, eredità di una vera e propria “folgorazione” avuta quando per la prima volta vide esibirsi Edoardo Bennato (nasce soprattutto da qui la passione per l’armonica). Blues e Jazz entrarono prepotentemente nella sua adolescenza grazie anche alle tappe eugubine di Umbria Jazz (negli anni ’70 la città ospitava più di un concerto della kermesse), poi il resto lo fecero la nascita delle radio libere private e la conoscenza dei grandi classici del rock. A livello musicale l’artista eugubino ha dato vita a diversi progetti: la “Mezza Blues Band” del 1985 fu il capostipite, seguito due anni più tardi dalla Wolves Blues Band e, a partire dal 1996, alla Rico Blues Combo, con la quale ha realizzato 5 album girando letteralmente il mondo. Il ritorno sulle scene vuol celebrare decenni di carriera, ma anche ricordare a tutti quanto può essere meraviglioso il mondo blues.

FARMACIE

COMUNALE Piazza 40 Martiri 10 075.9272243

CECCARELLI Via L. da Vinci 50 075.9222471

CENTRO Via Cairoli 15 075.8085796

LUCONI Via Perugina 151/B 075.9273783

PIEROTTI Via Campo di Marte 46 075.9220635

CARDINALI

Loc. Casamorcia 075.9255131

MONACELLI

Frazione Padule 075.9291235

BRANCA Via Ponte Rosso 075.9256122

TOMARELLI

Loc. Ponte d’Assi 075.920134

www.VivoGubbio.com

Società Editrice Infopress srl

Mail redazione@vivogubbio.com

Direttore Responsabile Massimo Boccucci

Redazione Annalisa Boccucci, Claudia Boccucci, Lorenzo Diamantini, Luigi Girlanda, Angela Pettinacci

Grafica Roberto Barbacci

Stampa Artegraf srl - Trestina (PG)

Distribuzione S.I.S. Group - Corciano (PG)

Info Pubblicità 075.9228938

Chiuso in redazione: Lunedì 5 Giugno 2023

Registrazione al Registro Operatori Comunicazione (ROC)

n. 38761 con prov. dir. 677 del 14 Novembre 2022

Aut. Tribunale di Perugia n. 4 del 3 Maggio 2023

Il prossimo numero è in uscita

ACI Soccorso Stradale PAGINA 18 MUSICA V G
SABATO 24 GIUGNO 2023

La tolleranza a gettone del comunista Fabio Sebastiani

Il segretario del Pci di Gubbio, Fabio Sebastiani, è uno straordinario cavallo da corsa della politica nostrana: candidato a tutte le elezioni possibili e immaginabili (non è dato sapere se pure per il condominio), è in servizio politico di attività permanente tanto da aver messo in piedi un’associazione con presunta “scuola” (le norme lo consentono?), finanziata dal Comune, che è anche la sede del Partito Comunista coi simboli cari alla sinistra radicale. Ed è anche uno zelante bacchettone perché legge ma non gradisce VivoGubbio, lanciandosi in critiche feroci fino a intimidire chi liberamente lo sostiene con soldi privati e non pubblici come invece accade per le sue attività associazionistiche dai risvolti politici. La Corte dei Conti dell’Umbria potrebbe pronunciarsi se sia legittimo o meno che l’Amministrazione Comunale di Gubbio attraverso bandi pubblici possa finanziare attività di chiara matrice politica come l’associazione del segretario compagno Sebastiani. Il segretario del Pci

si preoccupa di chi finanzia e sostiene VivoGubbio ignaro che le attività private non devono rendere alla politica, semmai è il contrario.

L’aspetto più sorprendente è vedere Sebastiani promuovere il suo cuore d’oro, l’accoglienza e la tolleranza che sono però a gettone: il “compagno S” si mostra infatti tollerante con chi decide lui, magari per arruolare futuri militanti (con la speranza un giorno di vederli votare il Pci) e magari anche con la stampa che racconta delle sue iniziative ma senza dire proprio tutto, ovvero che un’attività perlopiù rivolta a minorenni - con sostegno compiti e dopo scuola - è organizzata in una sede di partito con i simboli di un partito (non sarebbe diverso il ragionamento se fosse di estrema destra invece che di estrema sinistra). Consigliamo al segretario del Partito Comunista di leggere VivoGubbio per documentarsi e non per fare continuamente campagna elettorale perfino sulla pelle dei minorenni.

Medaglia d’Onore all’ultracentenario Corrado Codignoni

Corrado Codignoni, ultracentenario residente a Branca di Gubbio, ha ricevuto la medaglia d’onore dal Prefetto di Perugia Armando Gradone in occasione della Festa della Repubblica. Corrado, classe 1921, marconista del Genio Trasmissioni, ha operato in Libia nella Campagna del Nordafrica, imbarcato sul transatlantico

“Conte Rosso” della Marina mercantile, il cui nome evoca ancora oggi un terribile ricordo: colpito da un

sottomarino inglese, costrinse Codignoni a buttarsi in mare, senza salvagente, per scampare alle fiamme. Restò tutta la notte in acqua, aggrappandosi a una zattera. All’alba del giorno successivo venne raccolto da un incrociatore tramite una gomma calata in acqua, miracolosamente ancora vivo. Dopo poco tempo, una volta ripresosi, Codignoni tornò al fronte, prima l’Albania e dopo poco la partenza per il fronte russo. A. PET.

VIVOGUBBIO ARRIVA NELLA TUA CASSETTA DELLA POSTA

Tutti i numeri di VivoGubbio vengono consegnati direttamente nelle abitazioni e nelle attività pubbliche, riuscendo così a offrire una copertura ampia di tutto il comprensorio comunale e dando l’opportunità a tutta la cittadinanza di poter ricevere comodamente la copia della rivista direttamente nella cassetta della posta. Qualora però qualcuno abbia notato di non aver ricevuto la propria copia, può contattare la redazione all’indirizzo redazione@vivogubbio.com comunicando il proprio indirizzo, che verrà raggiunto a partire dal prossimo numero.

VARIE PAGINA 19 V G

LA PRIMA AZIENDA ITALIANA A METTERE IN STRADA

Dopo la rivoluzione dei primi veicoli a metano liquido, con il full electric si introduce un nuovo concetto di mobilità e di logistica sostenibile Con LC3 nasce il trasporto pesante di prossimità no limits.

Una soluzione ideale per percorrenze a breve, che consente di collegare zone di carico periferiche ai centri urbani senza alcuna emissione inquinante sul posto. Utilizzare mezzi all’interno delle città, compreso l’accesso alle zone ZTL rende possibile il trasporto e la consegna di grandi quantità di merci, anche deperibili, a strutture che hanno necessità di approvigionamento quotidiano. L’introduzione del full electric è una nuova tappa del nostro viaggio lungo la strada della sostenibilità. Un ulteriore step verso la decarbonizzazione, parte del nostro progetto che ha come obiettivo raggiungere zero emissioni nette di CO2 entro il 2040.

UNA MOTRICE 100% ELETTRICA. lc3trasporti.com

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