VerdEtà 76 - Ottobre 2020

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LA RIVISTA PER I SOCI CHE TI INFORMA E TI CONSIGLIA

Pensionati

n° 76

n° 76 | Bimestrale | Ottobre 2020 www.pensionati.cna.it

VACCINAZIONE ANTINFLUENZALE SVIMEZ: VIA I DIVARI TERRITORIALI PER USCIRE DALLA RECESSIONE INCHIESTA: PANDEMIA, IMMUNIZZAZIONE E IL MONDO DI DOMANI

SPERANZA: NON SOLO VACCINO, IN ARRIVO ANCHE TERAPIE ANTI-COVID VERDETÁ n° 76 | 1


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n° 76 | Bimestrale | Ottobre 2020

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Sommario EDITORIALE Paginatre di Filippo D'Andrea 3

A ZI O N E VACC IN LE U EN Z A ALI A N TI N FL RRITORI IVARI TE ZA: D I IA V : SSIONE SP ER A N O SVIMEZ E DALLA RECE IV IR IN A R R PER USC CC IN O, V ID VA O -C , LO EMIA N SO E A N TI D O N N PI A PA R : TE STA n° 76 | 1 ANCHE INCHIE VERDETÁ ZIONE ZA IZ I N IMMU DOMAN NDO DI E IL MO

Edizioni CNA

Sede ed amministrazione Piazza Mariano Armellini, 9A - 00162 Roma Tel. 06441881 - 0644188800 www.pensionati.cna.it

L'INTERVISTA Il Ministro della Salute Speranza: "Non solo vaccino, in arrivo anche terapie anti-Covid" 4 IN PRIMO PIANO Vaccinazione antinfluenzale 8 ATTUALITÀ Bonus e agevolazioni, cosa c'è ancora in ballo 10 INCHIESTA - PANDEMIA, IMMUNIZZAZIONE E IL MONDO DI DOMANI Operazione vaccino, a che punto siamo veramente 12 Intervista ad A. Aresu: "Covid 19, una spallata non solo sanitaria" 15 Coronavirus, il nuovo medioevo 19 FOCUS SVIMEZ - Via i divari territoriali per uscire dalla recessione da Covid19 22

Direttore responsabile Pietro Romano

LE NOSTRE RICETTE Canederli 24

Direttore Editoriale

LA FINESTRA SUL CAVEAU La trappola dell'eccesso di risparmio 26

Filippo D'Andrea (verdeta@cna.it)

Redazione Coordinamento Livia Pandolfi Comitato di redazione Filippo D'Andrea, Giovanni Giungi, Pietro Romano, Livia Pandolfi, Jacopo Basili, Maria Rosa Battan, Andrea Battistoni, Giulio Cesare Brandini, Mario Filippello, Valter Marani, Antonio Mecca, Elena Pezzetta, Maria Francesca Picchio. Progettazione grafica e impaginazione Tiziana Barone (Albavision Srl) www.albavision.eu - info@albavision.it Photo Editor: Adolfo Brunacci (Albavision Srl)

SPAZIO DONNA Donne che amano troppo 28 IL RACCONTO Gli alberi 30 SALUTE PSICOLOGIA - La solitudine, amica o nemica? GERIATRIA - Le infezioni alimentari, cosa sono DIETOLOGIA - Frutta e verdura, belle o buone? ERBORISTERIA - Le virtù della rucola

DAL TERRITORIO 40 LETTERE AL DIRETTORE 46 IL LIBRO DEL MESE 48 RELAX 49 PANTERE GRIGIE 50

Stampa: Postel SpA Via Campobello 43 - 00071 Pomezia (RM)

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Registrazione presso il Tribunale di Roma n° 405/2006 dell’08/11/2006

2 | VERDETÁ 76 Din°questo numero sono state diffuse 204.600 copie - Stampato su carta riciclata


PAGINATRE

di Filippo D'Andrea

Care lettrici e cari lettori, è appena iniziata la stagione autunnale e siamo ancora alle prese con i problemi di salute pubblica che speravamo di lasciarci alle spalle con l’estate. Certo la bella stagione ci ha aiutato a riprendere una certa normalità con attività all’aperto, sole, mare, montagna che sono serviti a tirare su il morale dopo mesi di grande preoccupazione. Tuttavia il tempo della cautela non è finito e ci prepariamo ad una stagione che per le attività sindacali dell’organizzazione si presenta complessa. La riunione degli organismi dirigenti dovrà avvenire in video e la stessa nostra Assemblea annuale sarà soggetta al rispetto delle regole generali per il contenimento della pandemia. L’agenda politica ci vede impegnati a sostenere le richieste già avanzate in passato al Governo ma che ora vanno migliorate ed aggiornate tenendo conto dei temi all’ordine del giorno. Il quadro di riferimento è sicuramente il Recovery Fund, per la gestione delle ingenti risorse del programma dell’Unione europea denominato Next Generation. Certo il titolo è denso di significati: è in gioco il futuro della UE e quindi delle future generazioni di cittadini europei. Dopo i primi passi incerti delle Istituzioni europee, si è giunti ad un accordo che quando otterrà l’approvazione definitiva costituirà un momento storico per la rigenerazione dell’Unione Europea. La pandemia ha rischiato di accelerare un processo involutivo della UE sotto la spinta dei sovranismi nazionali che hanno dimostrato di saper bene indirizzare le paure irrazionali dei cittadini. La risposta comunque è stata di livello adeguato con uno stanziamento di gran lunga superiore al sempre citato Piano Marshall grazie al quale è stata possibile la ricostruzione post-bellica dell’Europa. Ma c’è di più: per la prima volta gli Stati Membri

hanno deciso di mettere in comune la garanzia del debito. Gli storici ricordano che questo è avvenuto in America quando le Colonie misero in comune il debito per finanziare la guerra d’indipendenza contro il Regno Unito e questo evento viene ricordato come la prima pietra per la nascita degli Stati Uniti d’America. Certo il paragone è un po’ stretto se riportato all’Europa dei nostri giorni, tuttavia si tratta di un passo importante che, se utilizzato nel modo giusto, potrà segnare un punto a favore di una maggiore integrazione dell’Unione Europea. In realtà il debito comune dovrebbe imporre una ulteriore armonizzazione della politica economica attraverso le leve della politica fiscale e della politica dei redditi , rafforzando la politica monetaria che già è stata messa in comune con l’adozione dell’Euro. Nelle prossime settimane ultimeremo il nostro documento di programmazione per perfezionare le nostre richieste e per sostenere con forza una politica per gli anziani all’interno dei progetti che il governo presenterà a Bruxelles entro fine anno a valere sui fondi del Recovery Fund. Ancora una volta indicheremo tra le nostre priorità il potenziamento del sistema sanitario ma soprattutto la necessità di adeguare il sostegno al reddito dei pensionati ai principi già espressi da tempo dalla Ue. In questo numero trovate un’intervista al Ministro della Salute Roberto Speranza che siamo orgogliosi di ospitare su VerdEtà. Ci spiega a che punto siamo con il vaccino e le cure al Coronavirus e in che modo intende trasformare la sanità pubblica. Inoltre abbiamo fatto una piccola inchiesta proprio sul vaccino e su come la pandemia sta cambiando il mondo. Buona lettura! Filippo VERDETÁ n° 76 | 3


L'INTERVISTA

IL MINISTRO DELLA SALUTE, SPERANZA: “NON SOLO VACCINO, IN ARRIVO ANCHE TERAPIE ANTI-COVID” LIVIA PANDOLFI

Roberto Speranza

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“Bisogna puntare sulla medicina territoriale, l’anziano non dovrà recarsi negli ambulatori, a maggior ragione se ha sintomi influenzali, devono essere le strutture territoriali a cercare il paziente”. Sono queste le parole del ministro della salute Roberto Speranza alla vigilia di un inverno che si annuncia complicato per la popolazione anziana. Mentre la seconda ondata della pandemia Covid 19 getta di nuovo nell’ansia intere generazioni fragili, per età o pregressa patologia, il SSN scava le trincee per superare la battaglia in attesa del vaccino o della cura risolutiva. Ecco come il Ministro della salute Speranza intende affrontare i prossimi mesi. Domanda. Ministro, gli anziani sono stati la categoria più colpita dalla terribile Pandemia del Covid-19. Il Coronavirus ha portato in tanti alla morte in solitudine. Si sono verificate situazioni gravi anche nelle case di cura. Come pensate di affrontare l’inverno per far sì che tutto questo non si ripeta? R. Il Coronavirus si è portato via tanti anziani, soprattutto tra i più fragili, facendo scomparire una parte importante della memoria del nostro Paese. In questi mesi abbiamo avuto modo, però, di osservare e conoscere meglio il nemico e questo ci sta permettendo di adottare misure di prevenzione sanitaria più stringenti a partire dai protocolli di sicurezza negli ospedali e nelle strutture sanitarie. Ed è proprio ripensando a quanto è accaduto nelle Rsa e alla necessità di tutelare meglio gli anziani che abbiamo da poco istituito una Commissione di alto livello, presieduta da Monsignor Vincenzo Paglia, e composta da medici, scienziati e personalità del sociale e della cultura dedicata a ripensare l’assistenza a questa importante fascia della popolazione. Abbiamo coinvolto personalità di questo tipo perché non va solo ripensata l’assistenza sanitaria agli anziani, ma vanno anche trovate nuove e più adeguate forme di socialità e di costruzione di rapporto con le altre generazioni.

D. A che punto è il vaccino per il Covid-19? R. La comunità scientifica internazionale sta facendo un lavoro straordinario sul vaccino. Il nostro Paese sta svolgendo un ruolo fondamentale per raggiungere l’obiettivo di garantire a tutti un vaccino sicuro ed efficace. Non dobbiamo cedere alla fretta, ma sono fiducioso che nei prossimi mesi avremo soluzioni efficaci. Non se ne parla spesso, ma si stanno compiendo grandi progressi anche sul versante delle terapie. Si tratta di resistere senza mai abbassare la guardia fino all’arrivo delle soluzioni che ci consentiranno di vincere la battaglia con il virus. D. I medici di prossimità o sul territorio sono fondamentali nella vita dei pensionati. Oggi entrare in ambulatorio con un po' di febbre è impossibile così come sono una chimera le visite a domicilio. CNA Pensionati da tempo propone una profonda riforma della medicina territoriale rivelatasi vincente, laddove efficiente, anche nel contrasto al Coronavirus. In che modo pensate di intervenire? R. È proprio questo l’asse portante nella mia idea di riforma della sanità. Bisogna puntare sulla medicina territoriale, l’anziano non dovrà recarsi negli ambulatori, a maggior ragione se ha sintomi influenzali. Il paziente, soprattutto se è fragile, non dovrà rincorrere il Servizio Sanitario Nazionale, VERDETÁ n° 76 | 5


ma devono essere le strutture territoriali a cercare il paziente. La sfida è quella di costruire una sanita di prossimità, una sanità circolare dentro cui c’è sempre al centro il cittadinopaziente. La disponibilità di risorse economiche, un evento inedito nella storia del nostro SSN che ha subìto anni di definanziamento, ci permetterà di costruire una medicina territoriale capace di rispondere al cambiamento epidemiologico e demografico che ha interessato il Paese. D. Il vaccino antinfluenzale è raccomandato per non confondere i sintomi con il Covid-19. Ci saranno abbastanza dosi per tutti?

Filippo D'Andrea 6 | VERDETÁ n° 76

R. Considerata la particolare situazione epidemiologica relativa alla circolazione di SARSCoV-2, rispetto agli anni precedenti abbiamo aumentato di oltre il 70% il numero di dosi di vaccino antinfluenzale, nella speranza che cresca il numero di adesioni alla campagna di vaccinazione. L’anno scorso si sono vaccinate circa 10 milioni di persone. Quest’anno partiamo con oltre 17 milioni per immunizzare la popolazione a rischio. Nessun anziano sarà lasciato senza. E stiamo lavorando ad aumentare ancora quella quota se la campagna dovesse coinvolgere anche altre fasce della popolazione, non considerate a rischio.

Roberto Speranza


OPPORTUNITÀ MOBILITÀ

✔ Acquisto auto e moto ✔ Noleggio auto

UTILITÀ

✔ Servizi per la persona ✔ Prodotti per la casa ✔ Prodotti per la persona

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TECNOLOGIA

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IN PRIMO PIANO

VACCINAZIONE ANTINFLUENZALE, PERCHÉ QUEST’ANNO VA FATTA SENZA TENTENNAMENTI ANDREA PALAZZO

Parte in un clima di grande attenzione la campagna vaccinale antinfluenzale 2020. Quest’anno, infatti, si tratta di un argomento molto delicato perché vaccinarsi contro l’influenza di stagione, soprattutto per la popolazione anziana, è considerato fondamentale dai medici di base anche in funzione anti-Covid. E’ notizia di questi giorni di alcuni studi che dimostrano come il vaccino antinfluenzale sia in grado di ‘allenare’ il sistema immunitario e quindi proteggere in qualche modo la persona anche da altre infezioni, Covid 19 compreso. Di più: la scorsa primavera ci sarebbe stata una correlazione positiva proprio fra i territori con copertura antinfluenzale maggiore e la resistenza 8 | VERDETÁ n° 76

al Covid 19 stesso. In buona sostanza chi era vaccinato si è protetto di più e nei territori con maggiore copertura vaccinale il virus è circolato molto meno. Vaccinarsi contro l’influenza per contrastarne la morbosità e le complicanze che possono rivelarsi letali nei soggetti fragili come gli anziani, dunque, soprattutto in questa fase storica che stiamo affrontando di convivenza forzata con il Covid-19, è quest’anno un imperativo categorico. Sono le ragioni che guidano la Campagna di vaccinazione antinfluenzale 2020/2021 già messa in atto dal Ministero della Salute, in anticipo rispetto alle precedenti annate.


Tra bilanci e obiettivi. Nell’ultima stagione, secondo i dati pubblicati dal Ministero della Salute, la vaccinazione antinfluenzale pur in crescita ha raggiunto appena il 16,8% della popolazione italiana. Spostando il focus sul target meno giovane la copertura si attesta al 54,6%: ancora troppo poco se si considera che per ottemperare alle indicazioni provenienti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e dal Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale anche nel nostro Paese il range stimato dovrebbe oscillare tra un 75% come obiettivo minimo perseguibile e un 95% come obiettivo ottimale negli ultrasessantacinquenni. Perché è importante. Il vaccino influenzale per le categorie considerate a rischio per ragioni anagrafiche, come quelle dei Pensionati, può rappresentare un vero salva-vita. Troppo spesso sottovalutata, l’influenza rappresenta un serio problema di sanità pubblica e una rilevante fonte di costi diretti e indiretti per la gestione dei casi e delle complicanze della malattia e l’attuazione delle misure di controllo. Si tratta di una tra le poche malattie infettive che di fatto ogni uomo sperimenta più volte nel corso della propria esistenza indipendentemente dallo stile di vita, dall’età e dal luogo in cui vive. L'influenza è una malattia respiratoria che può manifestarsi in forme di diversa gravità che in alcuni casi, possono comportare il ricovero in ospedale e anche il decesso. Proprio le fasce di popolazione degli anziani vengono considerate tra quelle maggiormente a rischio di gravi complicanze come polmonite virale, polmonite batterica secondaria e peggioramento delle condizioni mediche sottostanti. E poi c’è il Covid. Quest’anno si aggiunge un motivo in più che spinge alla vaccinazione: nella situazione epidemiologica di circolazione di SARS-CoV-2 è importante che soprattutto le persone anziane si vaccinino non potendo escludersi una co-circolazione di virus influenzali e SARS-CoV-2 nella stagione influenzale 20202021. La vaccinazione antinfluenzale, infatti, permette di semplificare la diagnosi e la gestione dei casi sospetti, dati i sintomi simili tra

COVID-19 e influenza, di limitare le complicanze da influenza nei soggetti a rischio e, dunque, di ridurre gli accessi al pronto soccorso. Immunizzarsi per avere meno malati e minore pressione sul sistema sanitario potrebbe rilevarsi un vantaggio incredibilmente prezioso. Gratis e facile. Il Ministero della Salute ha già emanato le linee guida per la campagna di vaccinazione antinfluenzale 2020/2021 che abbassano a 60 anni l’età per usufruire dell’offerta attiva e gratuita e raccomandano fortemente la vaccinazione anche a tutti quei soggetti suscettibili di entrare in contatto con gli anziani e i soggetti fragili: i bambini da 6 mesi a 6 anni, i familiari e i caregiver, gli operatori sanitari. Si tratta di uno scudo, in sostanza, per proteggere le persone più vulnerabili che hanno pagato il tributo più alto durante la pandemia di Covid-19 in termini di contagi, ospedalizzazioni e decessi. Come funziona. Per le categorie più a rischio come anziani e Pensionati la vaccinazione viene richiesta dal medico di famiglia che si occupa anche di effettuarla. Per raggiungere l’obiettivo di massima protezione degli anziani, alcune Regioni stanno pensando di rendere l’immunizzazione obbligatoria per gli over65 residenti nei rispettivi territori. E se non rientrate nelle cosiddette fasce protette, tutti i cittadini dai 6 ai 60 anni di età che vogliano vaccinarsi potranno comunque acquistare il vaccino presso le farmacie, previa la prescrizione del medico di famiglia ed effettuare la vaccinazione presso gli studi medici. VERDETÁ n° 76 | 9


ATTUALITÀ

BONUS E AGEVOLAZIONI, CHE COSA C’È ANCORA IN BALLO A.P. Se la pandemia da Covid-19 ha messo in ginocchio una Nazione intera, il Paese è comunque ripartito e il sistema produttivo si è messo nuovamente in moto. Proprio per garantire la ripresa dell’economia e dei consumi sono stati numerosi i bonus che si sono susseguiti in questi mesi. Ma quali sono le agevolazioni contenute nel Decreto Rilancio che non si sono ancora esaurite o stanno per partire? In poche parole quali sono i bonus di cui, se in possesso dei requisiti, è ancora possibile fruire? Ecobonus Casa. Il super Ecobonus al 110% è stato lanciato allo scopo di favorire e agevolare gli interventi in ambito di efficientamento energetico (es. cappotto termico e sostituzione caldaia), riduzione del rischio sismico, installazione di impianti fotovoltaici nonché delle infrastrutture (colonnine) per la ricarica di veicoli elettrici negli edifici. Il Super Ecobonus prevede un’aliquota di detrazione al 110% delle spese sostenute per le ristrutturazioni edilizie dal 1° luglio 2020 al 31 dicembre 2021. Ad esempio, per una spesa di 10.000 euro si possono ottenere 11.000 euro di detrazione pari a 2.200 euro annui da recuperare. Il credito d’imposta è ottenibile a compensazione dell’Irpef versato e in 5 quote annuali di pari importo.. Ecobonus Auto. Con il Decreto Rilancio è stato rifinanziato anche il fondo Ecobonus 10 | VERDETÁ n° 76


con almeno tre persone, 300 euro per le famiglie composte da due persone e 150 per i nuclei composti da una sola persona. L’80% del bonus è utilizzabile come sconto per il pagamento, mentre il restante 20% ha la forma di detrazione di imposta nella dichiarazione dei redditi.

Auto con 100 milioni di euro per il 2020 e 200 milioni per il 2021. Le auto incentivabili devono essere nuove e con emissioni di CO2 non superiori a 110 g/km. Si arriverà (in particolare per le auto a bassissima emissione) ad un’agevolazione di massimo di 8.000 euro per l’acquisto in presenza di rottamazione, e fino a 5000 euro senza la rottamazione. All’Ecobonus si dovrà aggiungere uno sconto fino a 2.000 euro concesso dal venditore. Per accedere al contributo, il veicolo rottamato dovrà essere anche immatricolato da almeno 10 anni. Bonus Mobilità. Dovrebbe essere disponibile da inizio novembre la piattaforma online dedicata al Bonus Mobilità, conosciuto anche come bonus bici o monopattino. L’incentivo vale dal 4 maggio al 31 dicembre 2020 per l’acquisto di biciclette, anche assistite (elettriche), monopattini, hoverboard e servizi di sharing. Per chi ha già acquistato un mezzo prima della possibilità di fare richiesta sarà necessario allegare la fattura dell’acquisto per poter ottenere il contributo una volta che sarà possibile fare domanda. Il bonus è pari al 60% della spesa sostenuta e, in ogni caso, non oltre il valore di 500 euro. In pratica, per una bici che costa 300 euro il bonus si traduce in un rimborso di 180 euro, mentre per una che ne vale, per esempio, 2.000 il rimborso si ferma a 500 euro. Bonus Vacanza. Fino al 31 dicembre può essere ancora richiesto, purché sia speso entro l’anno, il Bonus Vacanza: sussidio nato con l’obiettivo di aiutare gli italiani a coprire parte delle spese fatte per le ferie trascorse in alberghi, agriturismi e bed & breakfast . È rivolto ai nuclei familiari con Isee inferiore a 40 mila euro. Può raggiungere come valore massimo 500 euro per le famiglie

Lotteria degli scontrini. Al via direttamente dal 1 gennaio 2021, l’ulteriore agevolazione prorogata dal Decreto Rilancio: la lotteria nazionale degli scontrini introdotta come concorso a premi gratuito collegato allo scontrino elettronico all’interno della strategia cashless per il contrasto all’evasione fiscale. Partecipare sarà semplicissimo: tutti i cittadini maggiorenni e residenti in Italia che acquistano beni e servizi, di importo pari o superiore a 1 euro, potranno partecipare alle estrazioni annuali e mensili (con decorrenza da determinare, anche settimanali). Le novità sono date dalla conferma da parte del governo della dote da 50 milioni, con singoli premi che potranno arrivare fino a 5 milioni di euro.

Giuseppe Conte VERDETÁ n° 76 | 11


l'inchiesta LA PAN OPERAZIONE VACCINO, A CHE PUNTO SIAMO VERAMENTE? LIVIA PANDOLFI

Operazione vaccino subito. Mentre il mondo cammina sul ciglio di un buco nero capace di inghiottire le nostre vite e le nostre economie bruciando in un attimo il nostro welfare, i nostri risparmi persino le nostre democrazie, la corsa scientifica planetaria forse più importante della storia dell’uomo non si arresta. Dieci, otto quelli realmente in corsa. Questi i vaccini giunti alla famosa fase tre, ossia in fase avanzata di sperimentazione che prelude una validazione da parte degli enti certificatori e quindi poi la commercializzazione. Una strada in salita la loro, irta di ostacoli perché basta una sola grave reazione avversa per bloccare tutto 12 | VERDETÁ n° 76

e rallentare la lotta contro il tempo proprio mentre la pandemia accelera di nuovo. Ma andiamo per ordine. Tutti i numeri dei vaccini in corsa Sarebbero addirittura 92 in totale tutti i candidati vaccini che mentre scriviamo si troverebbero nella fase dei test pre-clinici su animali. Altri quaranta sono in fase sperimentazione umana. Ma soltanto 10, appunto, hanno raggiunto la fase 3, ossia il momento in cui si trovano volontari per vedere se la somministrazione all’uomo provoca reazioni avverse.


NDEMIA IL VACCINO E POI? I tempi Ce lo hanno detto in tanti, anche a epidemia in corso: a voler bruciare le tappe sono necessari 12 forse 18 mesi. Un’eternità mentre in Lombardia si moriva come mosche, nelle RSA gli anziani venivano colpevolmente decimati dal Coronavirus, l’Italia e il mondo vivevano terrorizzati in un lockdown senza precedenti nella storia. Ora si parla di fine anno. Lo ha sussurrato anche il nostro Ministro della Salute Roberto Speranza in una recente audizione alla Camera. Sussurrato perché non è certo e perché qualcosa potrebbe andare storto e allungare i tempi. In ogni caso si spera che già a fine anno si possa iniziare la somministrazione del vaccino, prima ai sanitari, poi alle categorie protette e soggetti fragili compresi anziani e personaggi pubblici. Secondo Walter Ricciardi, consigliere del Ministro della Salute Roberto Speranza, se il vaccino di Oxford-AstraZeneca contro il Coronavirus, quello inglese in produzione anche in Italia, “che è in fase 3 darà risultati positivi, possiamo sperare – ma soltanto se darà risultati positivi – di avere le prime dosi entro quest’anno. Altrimenti tutto slitta al 2021”. Quali sono i vaccini in arrivo Astrazeneca/Università di Oxford - E’ il “nostro vaccino”, prodotto dalla società svedesebritannica AstraZeneca in collaborazione con l’Università di Oxford e l’azienda italiana Advent-Ibm di Pomezia, sviluppato sulla base di vettori virali (adenovirus di scimpanzé). Dopo lo stop dei test clinici per la comparsa di un evento avverso in uno dei 50mila volontari, la sperimentazione clinica è ripresa. AstraZeneca ha indicato che potrebbe essere in grado di iniziare a fornire vaccini di emergenza entro la fine dell’anno subito dopo la validazione degli

enti certificatori. L’Unione europea ha raggiunto un accordo per 400 milioni di dosi, così come fatto anche dal Regno Unito e gli Stati Uniti per circa 700 milioni di dosi. Moderna / NIAID - Tra i candidati vaccini basati su acidi nucleici c’è quello sviluppato dall’azienda di biotecnologie statunitense Moderna in collaborazione con i National Institute of Allergy and Infectious Diseases (NIAID). Per raggiungere dati preliminari di efficacia e sicurezza bisognerà attendere la fine del 2020 o l’inizio del 2021. BionTech / Pfizer - E’ sviluppato dall’azienda tedesca BioNTech in collaborazione con Pfizer. Nel settembre scorso, Pfizer ha comunicato che entro il mese di ottobre saranno disponibili i dati preliminari della sperimentazione, dichiarando di poter produrre oltre 1,3 miliardi di dosi entro il 2021. CanSino Biological Inc./ Istituto di Biotecnologie di Pechino. E’ il vaccino cinese più conosciuto. E’ entrato in fase 3 di sperimentazione già alla fine di giugno, con una somministrazione su larga scala nei militari dell’esercito cinese. I risultati dei test clinici di fase 1 e 2 hanno parlato di un prodotto sicuro e capace di indurre una risposta immunitaria contro il coronavirus SarsCov-2. Il vaccino è già stato approvato come “farmaco particolarmente necessario” dalla Commissione militare cinese che ha riportato una sperimentazione della durata di un anno su 40mila militari. Gamaleya Research Institute Il, il vaccino russo Gam-Covid-Vac, ribattezzato “Sputnik V” dal presidente Vladimir Putin, è entrato in sperimentazione lo scorso giugno. I test clinici, inizialmente previsti su 2mila persone, sono stati VERDETÁ n° 76 | 13


l'inchiesta LA PAN ampliati a 40mila volontari. La formulazione ha dimostrato di produrre anticorpi negli studi di fase 1 e 2, rivelando la comparsa di lievi effetti collaterali. Johnson & Johnson - I belgi di Jassen Vaccines (Johnson & Johnson) hanno lanciato lo scorso settembre i loro test clinici di fase 3 in 60mila volontari in tre diversi continenti. I dati preliminari di efficacia e la sicurezza potrebbero arrivare entro la fine dell’anno, e se saranno quelli sperati, il colosso statunitense conta di produrre almeno un miliardo di dosi nel 2021. Novavax - E’ l’unico tra quelli attualmente in fase 3 sviluppato con una tecnica ben nota e utilizzata per diversi vaccini già in uso (per esempio contro l’influenza e il tetano). Dopo aver ottenuto risultati incoraggianti Novavax prevede di fornire le prime dosi entro il primo trimestre del 2021. La Sinovac sperimenta due vaccini: il CoronaVac e l’altro con il Beijing Institute of Biological Products. Insieme al Wuhan / Sinopharm sono altri tre vaccini studiati in Cina. Tutti si stanno sperimentando su un numero limitato di casi e ne è autorizzato l’uso in emergenza. (dati estratti da una ricerca pubblicata da fanpage.it) La vaccinazione globale non sarà immediata Milioni di dosi, in preparazione, forse miliardi. La vaccinazione e l’immunizzazione del globo è però storia lunga. Succede già oggi per il vaccino antinfluenzale, dalla consegna dei primi vaccini alla somministrazione su larga scala e quindi all’efficacia della copertura sulla popolazione, passano mesi. Per il vaccino anti 14 | VERDETÁ n° 76

Covid la strada è tutta in salita: tutti lo vorranno nel più breve tempo possibile. E allora gli esperti prevedono: ci vorrà quasi tutto il 2021. Ma se il Covid farà nuovi disastri questo inverno, i Paesi in via di sviluppo o più fragili rischiano di creare seri problemi a quelli avanzati in grado di approvvigionarsi più rapidamente. Le disuguaglianze non portano mai alla pace globali e rompono gli equilibri. La cura Non solo vaccino. Dopo la tragica primavera di quest’anno i ricercatori hanno lavorato giorno e notte alle terapie anti Covid. Allo stato sono tre i farmaci rivelatisi efficaci: Il remdesivir (un antivirale nato in chiave anti-Ebola che negli studi ha mostrato un’interessante attività contro Sars-CoV-2, un farmaco di fascia H e quindi di solo per uso ospedaliero) il desametasone, un corticosteroide molto potente, e l’anticoagulante enoxaparina. Sono utilizzati, il primo, in funzione antinfiammatoria e il secondo in funzione antitrombotica, ovvero due effetti letali del Covid 19. Ma la domanda è: se la Pandemia riprenderà a avanzare con la forza che abbiamo conosciuto a primavera le scorte saranno sufficienti per tutti i nostri ospedali? La risposta non è al momento sicura e soprattutto rassicurante.


NDEMIA IL VACCINO E POI?

COVID 19, UNA SPALLATA NON SOLO SANITARIA LIVIA PANDOLFI Sicurezza nazionale, con nuovi perimetri anche immateriali. Scienza e tecnologie che avanzano ma diventano terreno di scetticismo e manipolazione. ll baricentro del mondo verso l’Asia con uno scontro fra Titani, Usa e Cina, sempre più pesante. Oggi pandemie, domani mattina terremoti ecologici. Benvenuti nel terzo millennio. E se la crisi finanziaria del 2008 che ha messo Ko buona parte dell’Europa era solo un assaggio, il 2020 ci ha ricordato che niente è destinato a restare come prima. La Pandemia ce lo sta comunicando con un vero e proprio megafono ma eravamo già sulla strada. Mentre scriviamo i numeri dei contagi crescono e il futuro resta imprevedibile. E come saremo allora? Dove stiamo andando? Lo chiediamo a Alessandro Aresu, consigliere scientifico della rivista Limes e direttore scientifico della Scuola di Politiche, autore di “Le potenze del capitalismo politico. Stati Uniti e Cina” (La Nave di Teseo).

accelerare alcune tensioni già presenti nel contesto internazionale. Si è prodotto un aumento del conflitto fra Stati Uniti e Cina, in particolare perché il digitale è diventato molto più importante. Si tratta di un modo di stare in società, di svolgere attività anche lavorative molto più che in passato e oggi è diventato anche arena di conflitto e di confronto sulle nuove

Domanda. L’epidemia Covid ha alterato gli equilibri internazionali in virtù di un impatto economico fortissimo sull’economia mondiale che ha provocato una recessione improvvisa senza precedenti. Usa e Europa e anche Russia sono ancora in preda al virus mentre la Cina sembra esserne uscita e ha ricominciato a crescere ed esportare massicciamente. Ci spiega che effetti avrà tutto questo? Risposta. Un effetto attuale è stato quello di

Alessandro Aresu VERDETÁ n° 76 | 15


l'inchiesta LA PAN tecnologie di frontiera fra Stati Uniti e la Cina. In realtà il fatto che la pandemia abbia portato a un brusco arresto del commercio internazionale ha colpito tutti. In generale una situazione di blocco non conviene a nessuno, tuttavia chi si dimostra maggiormente in grado di affrontare le crisi epidemiche risulta essere avvantaggiato nella competizione globale, infatti si consente alle proprie imprese di ricominciare a lavorare e produrre prima. D. Chi è riuscito a affrontare meglio il Covid 19? R. Senza dubbio il Sudest asiatico. Molto meglio rispetto all’Europa anch’essa fortemente colpita. Ci sono state tuttavia differenze fra i diversi Paesi europei che pure, al momento, stanno affrontando una seconda ondata. Gli Stati Uniti, dal canto loro, stanno mostrando una fragilità molto forte sia dal punto di vista del coordinamento federale che nella capacità di approvvigionamento, con un bilancio dei morti davvero pesante per la principale superpotenza mondiale. Ci sono stati anche Paesi che hanno risposto molto bene alla prima ondata per poi essere costretti a un durissimo lockdown, Israele ad esempio. In realtà il Coronavirus è imprevedibile e quindi si hanno situazioni piuttosto difficili da immaginare con certezza. Certo, in Giappone o in Corea del Sud è più difficile che si debbano affrontare situazioni particolarmente pesanti perché si tratta di Paesi molto ben organizzati e con una disciplina sociale piuttosto rigida. D. Trump chiama il Covid-Sars 19 il virus cinese. Questa rivista sarà nelle mani dei pensionati nell’immediata vigilia o immediatamente dopo le elezioni americane. Che effetto ha avuto, a suo avviso, l’epidemia su questo importante appuntamento?

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R. Ciò che posso dire oggi è che senza l’epidemia Trump avrebbe avuto la vittoria in tasca. Negli Usa le condizioni economiche con cui il Presidente uscente affronta le elezioni sono fondamentali e prima della diffusione del Covid 19 la congiuntura era positiva. E’ difficile che un Presidente uscente con buone performance economiche in tasca perda. Ora però le cose sono profondamente cambiate e, come noto, la pandemia ha portato un pesantissimo carico di disastri economici e numero dei morti, oltre 200.000 al momento. In generale per la prima potenza economica del mondo la gestione della pandemia è stata carente. Del resto gli Usa dal punto di vista medico sono un paese di grandi disuguaglianze. La spesa sanitaria, se pur ingente, non ha costruito servizi diffusi e di qualità per tutta la popolazione. Sono protetti solo coloro che dispongono di una assicurazione. Negli Stati Uniti ci sono centri di eccellenza medica e grandi aziende che fanno ricerca, oggi impegnate per trovare un vaccino, ma la cosiddetta medicina territoriale non esiste in modo efficace. D. Diciamo allora che i Paesi avvantaggiati nella lotta al Coronavirus sono quelli che possiedono una sanità pubblica efficiente e di prossimità sul territorio? R. Direi di sì. Parlerei di una sanità di pronta risposta e di pronto adattamento. Senza dimenticare che per contrastare l’epidemia restano fondamentali la disciplina sociale della popolazione e il coordinamento delle varie autorità di governo. D. Cosa cambia, a suo avviso, in caso di vittoria di Biden o di Trump? R. Non cambierà granché secondo me. La competizione sulla tecnologia, infatti, è un tema sentito da entrambi i partiti politici, repubblicani


NDEMIA IL VACCINO E POI? e democratici. Ci sono già state, infatti, prese di posizioni dei democratici contro grandi aziende cinesi come Huawei. Probabilmente Biden potrebbe essere un Presidente più inclusivo con gli alleati e abbandonerà lo slogan trumpiano “America first”. Io credo che la sua azione sarà caratterizzata da una politica di alleanze in Asia e poi anche in Europa dalla quale Trump si era viceversa distanziato. In caso di secondo mandato di Trump, invece, mi aspetto che il suo linguaggio sia un po' più moderato rispetto a quello a cui ci ha abituato: avere degli alleati in una competizione globale è troppo importante. D. Gli equilibri mondiali come saranno ridisegnati alla luce di questi enormi avvenimenti del 2020? R. Gli equilibri mondiali erano già instabili. Noi viviamo in un mondo costruito principalmente dagli Stati Uniti dopo la seconda guerra mondiale e alla fine della guerra fredda. Un mondo ormai non più adeguato, visto che il centro economico planetario si sposta sempre di più verso l’Asia e la Cina. Le istituzioni internazionali che ci governano sono quindi in sofferenza e proprio la Cina sta tentando di contare sempre di più dentro di esse. Si pensi all’OMS, l’organizzazione mondiale della sanità. In sostanza dobbiamo affrontare delle sfide globali senza avere delle Istituzioni internazionali all’altezza. E’ difficile che questo conflitto non continui e che ci sia un grande accordo fra tutti i Paesi per ridisegnare il governo del mondo. E’ probabile perciò che in questo decennio vivremo in un mondo più caotico.

competitivo. La competizione fra Stati Uniti e Cina che ho analizzato anche nel mio libro “Le potenze del capitalismo politico” continuerà. La pandemia non è stata un evento rivoluzionario negli equilibri mondiali ha invece sicuramente accelerato delle dinamiche che erano già in corso. Per l’Europa, invece, essa può essere stata un evento importante. D. Perché? R. Per l’annuncio di investimenti comuni molto ingenti. Se noi paragoniamo la risposta europea a questa crisi rispetto a quella del 2008 rileviamo enormi differenze. L’altra crisi ha colpito con forza molti Paesi dell’Ue, a cominciare dal nostro, ed è stata una crisi persa dall’Unione europea che ha passato anni in negoziati di piccolo cabotaggio fra Stati membri. Ci si è impelagati a lungo, ad esempio, su cosa bisognava fare con la Grecia, mentre le altre potenze mondiali si riposizionavano sul mercato globale, recuperavano rapidamente le posizioni economiche perdute e avanzavano nella rivoluzione digitale, vedi Cina. La risposta di oggi alla pandemia ha mostrato invece maggiore consapevolezza. Tuttavia si tratta di processi lunghi. Che gli impegni per investimenti europei assunti con il Recovery Found si traducano poi in un maggiore ruolo dell’Europa nel mondo, quel ruolo che abbiamo progressivamente perso nel corso dei decenni passati, dipenderà da molte variabili, per ora resta solo un’intenzione.

D. E dunque cosa succederà?

D. La corsa al vaccino è un affare gigantesco. Cosa succederà secondo lei e che impatto avrà anche questa battaglia sulla vita delle persone?

R. In questa situazione i singoli Paesi cercheranno di essere resilienti, cioè di attrezzarsi al meglio per resistere alle sfide inaspettate sia sanitarie che climatiche in modo sia cooperativo che

R. Io penso che abbia un impatto ma non credo che sia la carta decisiva. Ci sono tante aziende di diversi Paesi impegnate in questa corsa. Qualcuno arriverà primo ma i risultati ottenuti saranno VERDETÁ n° 76 | 17


l'inchiesta LA PAN poi condivisi e seguiti dagli altri. Fra l’altro non dimentichiamo che il fabbisogno di dosi del vaccino sarà davvero esponenziale e quindi per le necessità dell’intera umanità occorrerà coinvolgere tutti. La corsa al vaccino comunque ci dice che ci sono Paesi che hanno delle capacità e altri no. Per esempio, a parte Stati Uniti, Cina, Russia, Gran Bretagna, un elemento importante della corsa al vaccino è il coinvolgimento delle aziende tedesche. I tedeschi, infatti, hanno un’industria biomedicale di grande livello sia nelle aziende mature che nelle start up. D. Il vaccino è quindi una cartina di tornasole per i Paesi più sviluppati ed efficienti? R. Lo è e lo sarà sempre di più considerando che nel settore sanitario nei prossimi anni saranno canalizzati grandi flussi finanziari proprio perché ci siamo resi conto di quanto è importante. D. La scienza sarà dunque sempre più un terreno di cooperazione planetaria? R. Sì, tuttavia assistiamo anche al fenomeno contemporaneo dello scetticismo alla scienza che fa parte delle nostre società. Guardando al futuro un Paese che ne volesse sabotare un altro, usando l’influenza informatica con i social, le fake news diffuse in rete, potrebbe aumentare lo scetticismo nei confronti della scienza e della tecnologia. Sta già succedendo. Se ad esempio si credesse che i vaccini non servono a nulla questo indebolirebbe quei Paesi in cui tale credenza è già diffusa. Si tratta di una vera e propria guerra di informazione sulla scienza che diventerà in futuro un fronte della guerra vera e propria. D. Gli effetti della pandemia, insomma, potrebbero deviare o alterare il corso delle democrazie occidentali? 18 | VERDETÁ n° 76

R. In un mondo in cui gli equilibri si spostano a oriente le democrazie occidentali, così come le abbiamo conosciute e con le loro diversità, hanno delle difficoltà già di per sé. Molto si giocherà sul piano di una sicurezza nazionale diversa da quella a cui siamo abituati a pensare. Quando i governi o gli apparati burocratici allargano il concetto di sicurezza nazionale in virtù delle evoluzioni tecnologiche oppure perché ci sono delle crisi sanitarie si va su terreni inediti. Ecco, si tratta di sfide nuove che la nostra democrazia è chiamata ad affrontare.


NDEMIA IL VACCINO E POI?

CORONAVIRUS, IL NUOVO MEDIOEVO L.P. Il mondo investito dal Covid 19 sta profondamente cambiando. Cambiano gli equilibri e cambiano i rapporti fra Stati e persone. Cosa è successo e cosa succederà lo chiediamo a Francesco Galietti, consulente strategico che scrive di geopolitica economica sul Foglio. Domanda. L’avvento del Coronavirus ha modificato profondamente molti aspetti della nostra vita sociale ed economica, secondo lei questo virus cambierà gli equilibri internazionali? E come? Risposta. A risentire di più della diffusione del Coronavirus sono i movimenti di persone e i principali settori che ne dipendono (trasporto e turismo). Il mondo è meno ‘piatto’, e i confini più netti. In molti casi, poi, la gestione sanitaria da parte di regioni e province ha creato la sensazione di una frammentazione in staterelli. Abituati a ragionare in termini di sovra-Stati e unioni doganali, intere fette del globo sono ora precipitate in un Medioevo di fatto. D. Al momento stiamo assistendo a una vera e propria corsa alla realizzazione del vaccino. Abbiamo in campo - fra gli altri quello americano, il nostro in collaborazione con l’Inghilterra, quello russo e quello cinese. Quanto sarà importante tagliare il traguardo per primi? R. La realizzazione di un vaccino o di farmaci antivirali efficaci contro il Coronavirus si è caricata di forti aspettative simboliche. Tuttavia non ho dubbi: non intendo farmi un vaccino cinese. Al di là della massiccia strategia di propaganda

dispiegata, Pechino non è stata minimamente trasparente sulle cause del Coronavirus. Dubito quindi che intenda essere a sua volta trasparente sui rimedi. Soprattutto in ambiti delicati come la salute, preferisco affidarmi alla democrazia. D. Secondo lei cosa cambierà per il nostro Paese e dove ci collocheremo alla luce di queste profonde sollecitazioni legate alla pandemia e alla corsa al vaccino? R. La popolazione italiana ha fin qui dato prova di grande coraggio e disciplina. L’emergenza sanitaria si è tradotta in un trauma economico che investe soprattutto il mondo retail (il dettaglio di prossimità) e che sarà fatale per molti operatori. Occorre capire la portata del disagio sociale che ne deriverà, e le cicatrici nella coscienza collettiva del Paese. D. Il mondo occidentale – in particolare l’Europa – ha una popolazione anziana in crescita costante che già raggiunge il 22-23% del totale. I nuovi equilibri che fatalmente si formeranno in che modo impatteranno nella vita degli over 65? R. Il Coronavirus accentua la problematicità delle società che presentano strutture demografiche ‘a piramide rovesciata’, con molte tempie grigie e bianche e pochi giovani. Esso mette in pericolo queste fasce di individui, e ne limita fortemente l’interazione con il resto della popolazione, segregandoli. Ciò, a sua volta, fa sì che venga meno la robusta domanda di beni e servizi specializzata della ‘silver economy’, per la quale la diffusione di vaccini efficaci è fondamentale. VERDETÁ n° 76 | 19


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FOCUS

SVIMEZ: “VIA I DIVARI TERRITORIALI PER USCIRE DALLA RECESSIONE DA COVID 19” PAOLA TOSCANI

Per ripartire, l’Italia non ha solo bisogno di crescere, ma di farlo insieme. È questione di coesione sociale, e non più solo del Mezzogiorno, del Centro o del Nord. Perché le fratture sono distribuite a macchia di leopardo e i confini spesso rappresentati dalla fragilità delle regioni che restano indietro, poiché isolate. Sono le premesse contenute nelle ultime previsioni regionali per il 2020/2021 della Svimez, che lancia un monito: per uscire dalla recessione creata dal Covid-19 è necessario ridurre i divari territoriali. 22 | VERDETÁ n° 76

L’associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno disegna la sua mappa. C’è un Centro trascinato verso Sud, sulle comuni sorti di regioni non necessariamente più interessate dai contagi, ma che nonostante questo hanno risentito della crisi e più lentamente ne usciranno. Con una ripartenza dimezzata (+2,3%) rispetto al CentroNord (+5,4%). E c’è un “triangolo della pandemia” che sorprendentemente, ma non troppo, guida la ripartenza del Nord.


Secondo le previsioni dell’associazione, nel 2021 un Sud che riparte ci sarà, “sia pure con una velocità che compensa solo in parte le perdite del 2020”. Tuttavia non mancheranno aree del Mezzogiorno “dalla ripartenza frenata”. È il caso della Calabria (+1,5%), della Sicilia (+1,3%), della Sardegna (+1%) e del Molise (+0,9%). E invece, proprio da lì dove tutto è iniziato, cioè in Veneto, Emilia Romagna e Lombardia, la ripresa correrà a ritmi superiori alla media: +7,8%, + 7,1% e +6,9%, rispettivamente. La ragione è presto detta, rileva Svimez: da un lato pesa l’isolamento, mentre dall’altro premiano le strutture produttive regionali più mature e integrate nei contesti internazionali. Laddove questo scambio manca, i territori restano dipendenti dalla domanda interna. Chiusi in se stessi, sorretti precariamente dalla stampella dei flussi di spesa pubblica e delle ingenti misure di sostegno al reddito. Ecco allora che la fotografia si presenta a macchia di leopardo. Buchi neri distribuiti lungo tutto lo Stivale: alcune realtà del Centro-Sud sono più aperte e altrettanto pronte a salire sul treno della ripresa, come Abruzzo (+3,5%), Campania (+2,5%) e Puglia (+2,4%), mentre alcune regioni del Nord arrancano. Tra queste ultime la Svimez segnala Friuli V.G. (+4,5%), Valle d’Aosta e Liguria (+3,7%). Nel triste primato della crisi, non c’è divaricazione territoriale che tenga: sul podio, con il Pil crollato rispettivamente del 12,6% e del 12,2%, si trovano a pari merito Basilicata e Veneto, mai così vicine.

a correre a ritmo del 9%. Non abbastanza da recuperare il tracollo del 17%, ma comunque ben di più del timido 2% che si registra al Sud. Prospettive negative e portafogli più leggeri portano gli italiani a consumare meno. A fine 2020 il calo della spesa sarà complessivamente del 10%. Ma mentre al Centro e al Nord del Belpaese si rientrerà per metà dalle perdite, a Sud la spesa ristagna: il recupero non arriva a un terzo, con le Isole e la Calabria fanalino di coda. Le misure di sostegno avranno un impatto positivo sui redditi durante tutto quest’anno, soprattutto nel Mezzogiorno, dove la disponibilità delle famiglie calerà in media meno che al Nord (-3,2% contro -4,4%). Ma è sollievo illusorio, perché temporaneo. L’anno prossimo, prevede la Svimez, tornerà a pesare l’isolamento e la dipendenza dalla domanda interna e i consumi saranno deboli, soprattutto in Calabria, Molise, Sardegna e Sicilia. Insomma, l’economia del Paese non si può reggere su sussidi e sostegni temporanei al reddito: per garantire una crescita stabile, duratura e omogenea, serve un disegno di orizzonte euromediterraneo, intorno al quale compattare le politiche produttive, dal Nord al Sud del Paese.

La flessione della domanda estera ha pesato, eccome, con una flessione del 15,3% per il Mezzogiorno e del 13,8% per il Centro-Nord. Con la ripresa della domanda, l’export tornerà a soffiare sulle vele, ma solo di chi le ha issate. E le spese per rilanciare la produzione? Nel triangolo della pandemia si torneranno ad acquistare macchinari nuovi e a rinnovare quelli esistenti. E così gli investimenti torneranno VERDETÁ n° 76 | 23


Canederli

CNA Pensionati

Ricetta a cura di Fabrizia Cestarollo Baldo

Le nostre ricette Cari amici, questa è la mia ricetta per i canederli. Devo però avvisarvi che, come la pastasciutta ed ogni altra pietanza tipica ogni paese o addirittura, ogni cuoco, inserisce piccole varianti che possono trasformare il prodotto finito e trovare il compiacimento di chi li assaggia.

INGREDIENTI PER LA PREPARAZIONE DEI CANEDERLI ALLO SPECK 400-500 gr. di pane raffermo tagliato a pezzettini, in commercio è possibile trovarlo già pronto 2-3 uova 1/2 litro di latte 1 piccola cipolla bianca 200-300 gr di speck ben stagionato 1 chucchiaio di prezzemolo tritato 1 mazzetto di erba cipollina 50-60 gr di burro 40 gr di farina bianca

Procedimento • • • •

mettere il pane in una recipiente grande e bagnarlo con il latte; Soffriggere (stufare) la cipolla bianca con il burro in una padella; aggiungere lo speck tagliato a dadini (anche questo si può trovcare pronto) qualcuno utilizza la pancetta affumicata; aggiungere il tutto nel composto ed insaporire con sale e pepe;

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• • • •

tritare il prezzemolo e l'erba cipollina ed aggiungerli al composto; mescolare il tutto ed assaggiare per valutare la misura di sale e pepe; aggiungere la farina continuando a mescolare; infine aggiungere le uova per amalgamare il tutto;

IMPORTANTE: PER PREPARARE LE PALLE, le dimensioni sono a vs. discrezione normalmente 5-6 cm. di diametro, si trovano anche di dimensioni maggiori, bagnarsi frequentemente le mani con acqua calda, prima durante e dopo.


SI POSSONO SERVIRE IN BRODO: una volta cotti nel brodo a fuoco dolce per 12/15 minuti, impiattarli cospargendoli con erba cipollina e formaggio grana grattugiato; OPPURE CON LO SPEZZATINO: in questo caso, una volta cotti, versare un cucchiaio di sugo dello spezzatino.

VARIANTE CANEDERLI DI FORMAGGIO 500 gr. di pane raffermo (come per quelli di speck) 1 piccola cipolla bianca 50 gr di burro 150 gr Emmental svizzero 150 gr formaggio tipo Fontal (io metto anche 100 gr di Zola dolce) 1/2 litro di latte (se l'impasto risulta troppo asciutto aumentare la dose) 50-60 gr di farina una manciata di sale fino erba cipollina o prezzemolo 3 uova

Procedimento

Eseguire lo stesso procedimento dei canederli allo speck.

CIAO A TUTTI E BUON APPETITO!

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LA FINESTRA SUL CAVEAU

LA TRAPPOLA DELL’ECCESSO DI RISPARMIO CLAUDIO DI DONATO

Tra gli effetti del Covid-19 alcuni non sono immediatamente visibili come la caduta verticale del Pil ma hanno innescato profondi cambiamenti destinati a modificare per lungo tempo il sistema economico e finanziario. Non solo. La pandemia sta accelerando la revisione di alcuni pilastri che riguardano la moneta ed i relativi tassi di cambio nonché la mappa geografica del sistema di produzione. Limitando l’osservazione al primo punto, negli ultimi mesi i Paesi dell’Euro e gli Stati Uniti hanno conosciuto 26 | VERDETÁ n° 76

una impennata del tasso di risparmio da parte di famiglie e imprese che non ha precedenti. In Europa nel secondo trimestre il risparmio delle famiglie è salito al 17,5% del reddito disponibile rispetto al 12,5% dei primi tre mesi del 2020. Sull’altra sponda dell’Atlantico la dinamica è stata ancor più brusca. Tra aprile e maggio il tasso di risparmio ha mostrato una impennata del 32%, tornando su valori che non si vedevano dagli anni sessanta. Tornando in Europa, i dati della Banca Centrale


Milton Friedman

Europea indicano che tra giugno e settembre la liquidità in eccesso (risparmi che vengono parcheggiati sui conti correnti bancari o altri strumenti simili) ha superato la soglia di 3mila miliardi di euro, un aumento di quasi 850 miliardi rispetto a giugno. Ad una lettura superficiale l’aumento consistente del tasso di risparmio è spiegabile con il lockdown sperimentato a tutte le latitudini. Le misure di contenimento e distanziamento hanno fatto crollare la domanda per l’acquisto di beni e servizi e quindi il crollo dei consumi ha provocato la crescita del risparmio. Se così fosse la progressiva ripresa dei consumi dovrebbe far rientrare la bolla del risparmio. Emerge invece che il risparmio non è salito solo in modo forzoso. C’è, soprattutto, una componente psicologica che gli economisti chiamano risparmio precauzionale. Le prospettive lavorative e sanitarie consigliano le persone a limitare i consumi. I fattori precauzionali continuano così a rappresentare il principale motore della crescita del risparmio. La letteratura economica ha da tempo dimostrato che esiste uno stretto legame tra aumento della disoccupazione e incremento del saggio di risparmio.

L’impennata del tasso di risparmio non è senza conseguenze sulle principali variabili dell’economia innescando una serie di processi. Ad esempio il forte aumento del risparmio rafforza alcune tendenze già esistenti come il basso livello di inflazione e dei tassi di interesse reali che alimentano la cosiddetta trappola della liquidità, quando cioè i tassi prossimi allo zero limitano la capacità delle banche centrali di stimolare l’economia. E’ la situazione in cui si trovano i Paesi Euro. La trappola della liquidità provoca un apprezzamento della moneta (l’euro in 4 mesi è salito sul dollaro da 1,09 a 1,20) che a sua volta rende meno costose le importazioni ma rafforza l’effetto deflattivo. La flessibilità dei tassi di cambio è una realtà in Occidente che risale ai tempi di Milton Friedman e le banche centrali sono assai riluttanti a riconoscere una loro funzione esplicita nella gestione delle monete. Tuttavia l’asimmetria tra Stati Uniti e Eurozona negli scambi commerciali provocata dalla debolezza del dollaro provoca un duplice vantaggio per Washington. Insomma il Covid-19 mostra che il controllo dei tassi di cambio prima o poi dovrà essere all’ordine del giorno per una nuova cooperazione internazionale. VERDETÁ n° 76 | 27


SPAZIO DONNA

DONNE CHE AMANO TROPPO MARIA ROSA BATTAN, Vicepresidente Nazionale CNA Pensionati

Analizzando il titolo, si potrebbe pensare che solo pensieri con risvolto positivo lo sostengano e che esempi come mamme che rinunciano a tutto per amore dei figli, figlie che annullano consapevolmente la loro esistenza per amore nei confronti dei genitori siano da elencare tra le donne che amano troppo. Questi primi esempi, fanno comunque parte di una cultura che nel tempo si è consolidata e ci riporta alle donne. Spesso si sente paragonare come la mamma gatta sia simile e amorevole nei confronti dei suoi micini ai gesti di amore che una 28 | VERDETÁ n° 76

mamma ha nei confronti del suo bimbo. Diventa quindi facile paragonare l’istinto materno primordiale che accumuna umano e animale. Ci sono poi donne che rinunciano alla scelta di vita tradizionale che mette l’unione famigliare al primo posto, per dedicarsi all’amore per la ricerca e il benessere della collettività. Queste donne si dice che rinuncino all’amore di una loro famiglia perché amano troppo l’umanità. “Amare troppo” significa perciò rinuncia, in alcuni casi può essere positiva in altri no. Chi sono queste donne che amano troppo


con intenti meritevoli e non riescono poi a tenere sotto controllo la situazione diventando dipendenti da relazioni pericolose? Sono le donne che desiderano e fortemente si impegnano per modificare un partner. Lo spirito che le anima è inizialmente quello che in amore tutto è concesso per cui, al partner concedono soprusi molto gravi prima di rendersi conto che la situazione affettiva non solo è precipitata e trasformata, che non si tratta più di amore ma di violenza. Mi riferisco a situazioni sentimentali che trasversalmente agiscono nella nostra società e vanno dalla sopraffazione verbale, a quella fisica, psicologica ed economica. L’esperienza e i dati ci aiutano a capire come sia diffusa e costante questo tipo di violenza, come le donne subiscano, per troppo amore e dedizione, condizionamenti che non così raramente le vedono sopperire. Il 31,5% delle 16-70enni (6 milioni 788 mila) ha subìto nel corso della propria vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale: il 20,2% (4 milioni 353 mila) ha subìto violenza fisica, il 21% (4 milioni 520 mila) violenza sessuale, il 5,4% (1 milione 157 mila) le forme più gravi della violenza sessuale come lo stupro (652 mila) e il tentato stupro (746 mila). Questi dati ci fanno riflettere su come sia o diventi ambiguo il termine "amare troppo". Una parte considerevole di queste violenze hanno l’amore come sentimento trainante e vedono in esso il loro nascere, consolidarsi e morire e solo

raramente riescono a liberarsi della schiavitù che le imprigiona. Da anni si cerca, attraverso associazioni nate a proposito, attraverso le istituzioni con organismi di riferimento (Ministero alle Pari Opportunità), di arginare questo triste fenomeno con risultati scarsi. E da anni ci si adopera per fare informazione sul fenomeno fornendo dati. Sono stati istituiti centri antiviolenza funzionanti a macchia di leopardo, potrebbero forse funzionare meglio e avere maggiori aiuti, lo sforzo comunque va segnalato. Del problema se ne parla nelle scuole, magari poco ma se ne parla. Anche i mass media se ne occupano non sempre e non solo a ridosso di fatti eclatanti. Le forze dell’ordine si stanno attrezzando con servizi specifici in caso di abusi e sopraffazioni. Possiamo dire che il fenomeno è maggiormente dibattuto, più conosciuto cosa fare di più? Cosa possiamo fare di più perché le donne continuino ad amare troppo magari, sempre e chiunque senza paura? Penso a una diffusione condivisa e di genere della cultura della parità, dell’uguaglianza e del rispetto della persona come diritto di ogni cittadino e cittadina e a fare in modo che anche gli uomini imparino ad amare troppo con trasporto e rispetto. Solo così ogni piccolo passo sarà una conquista per l’intero genere umano.

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IL RACCONTO

GLI ALBERI ALBA DAL FORNO

A lei piacevano gli alberi e ne aveva piantati nel pezzo di terra intorno a casa. Due betulle prima della porta di entrata, due abeti uno che guardava il balcone della sala, l’altro il balcone della cucina, in un fianco un caco, nell’altro un albero di fichi. Di più non poteva, anche se sul retro se ne potevano piantare altri.

Scelse la betulla per l’eleganza e per la grazia, l’abete per la forza, il caco perché colorava il cielo d’autunno e il fico per i suoi frutti piccoli e dolci. Scelse e li amò fin dal primo giorno. Amò la betulla perché accoglieva con gentilezza e amò gli abeti, forse più quello che dava sul balcone della cucina perché diceva le facesse più compagnia.

Ma il fondo era del marito e del suo orto e dove c’è un orto non possono stare ombre di alberi, neanche una pianta di rose al lato aveva voluto. Anche quella, diceva, faceva ombra e portava via ai pomodori.

La macchina da cucire era vicino alla porta finestra e anche l’acquaio, pur se distanziato, stava poco oltre e così tutte le volte che alzava gli occhi dalle stoffe che correvano sotto il piedino della macchina e tutte le volte che lavava piatti incontrava i suoi rami e sui rami vedeva merli, passerotti, pettirossi. Lo vedeva accogliere e lo vedeva crescere anche se sminuiva la sua forza

E così, per il buon vivere il retro fu del marito, il resto dei suoi alberi. 30 | VERDETÁ n° 76


col marito, sempre preoccupato di una crescita che poteva rovinare il tetto della casa. Li amava e li proteggeva, così come si ama e si protegge qualcosa che ci fa star bene e soprattutto qualcosa che regalava bene senza chiedere niente in cambio. Per questo si inorgogliva della crescita sminuendola al marito e per questo pativa tutte le volte che il cielo oscurava e tutte le volte che il vento cominciava a prendere forza o che la neve appesantiva. Pativa l’impossibilità di proteggerli. Avrebbe voluto ombrelli immensi e teche grandi perché non scuotessero fino ad abbassarsi, avrebbe voluto per non sentire quei suoni che le parevano lamenti che lei non poteva lenire. Passata la tempesta, li osservava uno ad uno. Lentamente, senza fretta. Accarezzava il tronco bagnato e fresco, guardava in alto la treccia dei rami. Se tutto era in ordine, se non trovava ferite la vedevi contenta ma di quella contentezza leggera e nascosta, forse la contentezza più piena. In estate, quando il caldo seccava anche le pietre la sentivi dar acqua la mattina prima ancora del sole, anche se il sindaco diceva di razionare, anche se suo marito diceva ti starebbe bene una multa salata anche e anche lei lo stesso, senza sprecare, senza esagerare, bagnava le radici anche solo per inumidirle, per dare un po’ di sollievo a tutta quella calura. Quasi una sorta di riconoscenza, loro regalavano riparo, ombra e la regalavano anche a suo marito e anche al sindaco. Se così era nelle stagioni così era nelle potature. Sapeva che erano necessarie, lo sapeva ma le temeva, temeva l’errore e aveva paura che sentissero dolore. Anche lontanamente, molto probabilmente diversamente da noi, pensava, cosa ne sappiamo. Non lo confessava, forse neanche a sé stessa ma mai una volta rimase a guardare quando tagliavano. Rimaneva in casa e usciva solo finito il lavoro. Pagava gli operai, toccava i tronchi e solo dopo si metteva a riunire la legna. Lo faceva lentamente, con rispetto. Rispettava chi aveva dato e che ancora dava.

I nuovi dovevano rimodernare tutto e i nuovi volevano sul tetto pannelli solari e non possono esserci alberi a far ombra se si mettono pannelli solari e poi non c’era più lei a sminuire che in fondo crescevano poco e che non avrebbero poi dato tanto fastidio. Li tagliarono tutti e sradicarono. Non so se qualcuno rimase a guardare ma mi dicono che anche per i nuovi non fu una scelta facile. Quasi gli alberi conservassero una memoria e uno sguardo.

E così stagione dopo stagione, potature dopo potature, rimbrotti dopo rimbrotti, un giorno la casa fu venduta e venduti gli alberi. Le due betulle, gli abeti, il caco e il fico. VERDETÁ n° 76 | 31


SALUTE

Psicologia

LA SOLITUDINE: AMICA O NEMICA?

CHIARA VOLPICELLI, Psicologa

Solitudine: dal latino solus, che vuol dire a sé stante, intero. Un sentimento e una condizione che le persone esperiscono quando prediligono una relazione esclusiva con sé stessi. Questa condizione è spesso ricercata e temuta contemporaneamente: ricercata perché da sempre viviamo in una relazione a due, a partire dal grembo materno, viviamo grazie alla simbiosi, cresciamo grazie allo scambio, di cui non si può fare a meno perché vero e proprio humus che sviluppa il Sé. Senza la relazione non potremmo esistere; temuta perché stare da soli 32 | VERDETÁ n° 76

vuol dire entrare in contatto con i propri pensieri, le emozioni profonde, essere un tutt’uno con sé stessi. Ma spesso ciò che arriva da sé può portare dolore, rabbia, paura, angosce che non si vogliono sentire perché poi richiederebbero di essere affrontate, motivo per cui spesso si scappa da sé, si ricercano altri suoni che possano coprire quelli della propria interiorità. In molti si sforzano di non rimanere soli con i propri pensieri, il proprio io, anche se stare da soli può dare immensi benefici – quando lo si sceglie!


Non è stato questo il caso ad esempio della pandemia in cui siamo stati obbligati a eliminare ogni tipo di relazione sociale: niente famigliari, niente amici, niente bar, circoli, addirittura andare a fare la spesa è stato qualcosa da soppesare. Joseph Roux diceva “la solitudine vivifica, l’isolamento uccide”: tutto ciò che va in contrasto con i propri desideri e bisogni più profondi porta a stati emotivi negativi. In questo caso non è una scelta ma una costrizione. Soli ma insieme: strategie per convivere e apprezzare la nuova realtà. La solitudine spesso si evita perché porta con sé la paura della morte. Durante la senilità si diviene coscienti del proprio decadimento fisico e la paura della morte può divenire patologica, fino all’ipocondria (atteggiamento psichico caratterizzato da una costante preoccupazione per la propria salute fisica) manifestandosi con attacchi di ansia o panico. La consapevolezza della brevità della vita consegue l’abilità di equilibrare le priorità. Ad un certo punto del proprio percorso non si ricerca più lo status sociale ma diventa importante vivere come si crede e si ritiene meglio. Questa leggerezza comporta la capacità di leggere i cambiamenti come occasione di crescita, momento per cambiare le abitudini, occasione per sentirci più vivi che mai.

smartphone. Le nuove tecnologie forniscono la possibilità di sentirci più vicini ai nostri cari, divenendo così alleate contro il distanziamento sociale. 6. Organizzare delle serate o dei pomeriggi a casa propria. Che sia vedere un vecchio film, cucinare, o anche semplicemente, giocare a carte. 7. Cercare le varie iniziative regionali per le persone della terza età, andare al cinema o a teatro ricordando che spesso gli over 65 hanno riduzioni sul prezzo dei biglietti. 8. E perché non iscriversi in palestra o ad un corso di yoga o pilates? È dimostrato come l’attività fisica e il coinvolgimento sociale infondano benessere e allunghino la vita. Finalmente soli. Dietro ogni faccia negativa ce n’è sempre una positiva, perciò perché non vedere nella solitudine un po’ di positività? La solitudine, a volte, si può riscoprire come luogo creativo, spazio in cui ci si può sentire liberi di elaborare le proprie emozioni, sensazioni e intuizioni, riflettere, pianificare ed essere VERI e intimi con sé stessi. La qualità della relazione con sé sviluppa la qualità della relazione con il mondo esterno. Ri-scoprite, amate, rinnovatevi sempre!

Cosa fare quindi quando ci si sente un leone in gabbia, quando il respiro diventa affannoso, il cuore inizia ad accelerare e la casa sembra troppo stretta? 1. Sediamoci, respiriamo profondamente, concentrandoci sull’aria che entra e che esce…. 2. Armiamoci della nostra mascherina preferita (e magari creiamone una con una maglia che non utilizziamo più). Mettiamo in tasca il nostro gel disinfettante e… 3. Suoniamo ai vicini. Magari anche loro si stanno sentendo nello stesso modo. 4. Ricominciamo a studiare, perché no? Approfondire degli argomenti che abbiamo dovuto lasciare in un angolo del nostro cuore per tanti anni perché non c’era mai tempo. 5. Usare (o farsi insegnare ad usare) uno VERDETÁ n° 76 | 33


SALUTE Geriatria

LE INFEZIONI ALIMENTARI: CHE COSA SONO, COME PREVENIRLE E QUALI ACCORGIMENTI ADOTTARE DOMINGA SALERNO, Geriatra

Nel corso dell’ultimo secolo le malattie di origine alimentare sono cambiate molto soprattutto nei paesi industrializzati. Da una prevalenza di febbre tifoidea e di colera infatti, grazie al miglioramento della catena di produzione degli alimenti si è passati a malattie diverse. Esistono oggi al mondo più di 250 tossinfezioni alimentari che sono causate da agenti patogeni quali batteri, virus e parassiti. I batteri si trovano solitamente nella carne cruda 34 | VERDETÁ n° 76

o poco cotta, in particolare il pollame, nel latte crudo, nelle verdure fresche e nell'acqua non depurata. Alcuni virus si diffondono facilmente da persona a persona attraverso cibo o acqua contaminati. Gli alimenti più frequenti come fonte di infezione sono i crostacei crudi, in particolare le ostriche. In Italia, la tossinfezione alimentare causata da parassiti è rara, mentre è molto più comune nei paesi in via di sviluppo.


La presenza di microorganismi può determinare tre forme di malattia: infezione, nel caso in cui vengano consumati alimenti che contengono microorganismi vivi, intossicazione, quando vengono assunti alimenti che contengono tossine prodotte in precedenza e tossinfezioni alimentari che possono derivare dall’infezione con microorganismi patogeni o anche dalla presenza nei cibi di tossine di origine microbica. Anche sostanze chimiche ad azione velenosa, come ad esempio i pesticidi utilizzati in agricoltura, possono causare contaminazioni del cibo. Esistono poi categorie di alimenti naturalmente tossici come ad esempio i funghi velenosi o alcune specie di frutti di mare. La contaminazione dei cibi può avvenire in molti modi. Alcuni microrganismi sono presenti negli intestini di animali sani e vengono in contatto con le loro carni durante la macellazione. Frutta e verdura possono contaminarsi se lavate o irrigate con acqua inquinata. Le infezioni possono essere trasmesse al cibo anche da parte degli operatori durante la fase di preparazione degli alimenti sia per contatto con le mani che con gli strumenti utilizzati. Gli alimenti cotti, tendenzialmente, risultano più sicuri perché la maggior parte dei microrganismi non resiste a temperature superiori ai 60-70 gradi, ma il cibo può comunque contaminarsi per contatto con prodotti crudi.

Nel caso invece di tossinfezioni causate da microrganismi che tendono a diffondersi anche nel sistema sanguigno, i tempi di manifestazione possono essere più lunghi con comparsa di diarrea accompagnata da febbre e brividi. Alcune categorie di persone come individui con più di 65 anni, bambini, soggetti con sistema immunitario indebolito a causa di malattie croniche, donne in gravidanza, hanno un rischio maggiore di essere colpite da una tossinfezione alimentare. Occorre contattare sempre il medico in presenza di febbre, vomito che perdura e non consente l’assunzione di liquidi, diarrea che non migliora, segnali di grave disidratazione come confusione o battito cardiaco accelerato. Per prevenire la diffusione dell’infezione è opportuno evitare di preparare cibo per altre persone, tenere stoviglie e biancheria separate, limitare al minimo il contatto con gli individui più deboli, come gli anziani o i bambini piccoli, evitare di frequentare ambienti pubblici o affollati. Come vediamo, ancora oggi, le comuni norme igieniche e di convivenza sociale risultano fondamentali per la tutela della salute di anziani e non. Alcune regole acquisite per prevenire la diffusione del Covid 19 possono quindi diventare buone abitudini per la prevenzione ed il mantenimento della nostra salute.

Grande importanza rivestono le condizioni in cui i cibi sono mantenuti durante le varie fasi di conservazione: la catena del freddo, ad esempio, previene lo sviluppo e la moltiplicazione di alcuni microrganismi. Normalmente, il sistema interessato dalle tossinfezioni alimentari è quello gastrointestinale con comparsa di nausea, vomito, crampi addominali e diarrea e con una insorgenza dei sintomi in un arco di tempo relativamente breve, da ore a giorni.

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SALUTE

Dietologia

FRUTTA E VERDURA: BELLE E/O BUONE? LUCA LOTITO, Biologo Nutrizionista

Sarà successo a molti di passeggiare in campagna e imbattersi in un albero da frutto ed essere tentati di cogliere uno di quei frutti, come sarà spesso capitato di gettare via frutta o verdura perché con forme non regolari o con molte imperfezioni. Ma l’aspetto è davvero cosi importante nella scelta di ciò che andremo a consumare? La “bella” frutta o verdura siamo davvero sicuri di sapere quale sia realmente? Nei supermercati, dai fruttivendoli la frutta è esteticamente impeccabile e spesso la presenza di imperfezioni ci fa supporre che sia di qualità inferiore; in realtà la perfezione ha un costo sia per l’ambiente che per le proprietà nutrizionali. 36 | VERDETÁ n° 76

Questi alimenti vengono raccolti, trasportati, inviati ad un centro di confezionamento da cui vengono trasferiti ad un centro di distribuzione o vendita all’ingrosso per i mercati generali per poi arrivare ai supermercati, ai mercati cittadini, ai fruttivendoli per l’acquisto finale. Tutte queste fasi avvengono in un arco temporale di giorni che possono essere anche molti se il luogo di raccolta e di destinazione sono distanti fra di loro, per cui la frutta tende ad un naturale deperimento. Per ovviare a questo problema si ricorre all’uso di ambienti con atmosfera modificata e controllata che permettono di rallentare il processo di maturazione oppure si utilizzano antimuffa e


cere che, oltre alla protezione, conferiscono un aspetto più attraente al prodotto. Per risolvere l’annosa questione di inestetismi dovuti a “macchie o difetti” che generalmente vengono causati da insetti o altri patogeni si utilizzano fitofarmaci che influiscono sulla maturazione e sull’attacco di questi esserini. Inoltre, un’alta percentuale del raccolto (anche fino al 50%) viene scartata a causa delle imperfezioni estetiche o perché in avanzato stato di maturazione rispetto agli “standard” o perché non è della giusta pezzatura per il mercato a cui è destinato. Spesso questi “scarti” sono destinati alla trasformazione in prodotti derivati, ma, ahimè, molto spesso vengono gettati via con un enorme spreco di risorse e tempo. Premesso questo, possiamo già avere una risposta alla domanda bella o buona? Purtroppo molto spesso la genuinità viene sacrificata a favore della bellezza e quindi tutto quello che vediamo non è sempre oro che luccica. In questo processo di produzione anche l’ambiente ne risente notevolmente per via dell’uso di sostanze chimiche e dell’impiego di numerose risorse che potrebbero essere ridotte con alcuni stratagemmi.

Ad esempio potremmo riscoprire i mercati rionali, l’acquisto diretto dai produttori, per chi invece è più volenteroso e ha voglia anche di una “palestra” naturale affittare un orto comunale e prodursi la propria frutta e verdura che sarà sicuramente a chilometro zero. Si possono adottare anche piccoli stratagemmi per capire se ciò che acquistiamo è anche buono. Diffidiamo da frutta, verdura e ortaggi dal colore troppo intenso e uniforme, ma orientiamoci verso prodotti più “imperfetti”. Per le patate ad esempio scegliamo prodotti di medie dimensioni e non esageratamente grandi o piccole e verifichiamo che incidendo la buccia con l’unghia scricchioli perché indice di maggiore naturalità. Per le mele, immergendole in acqua calda se compare una pellicola oleosa sulla buccia questo indica un trattamento con cere. Per la zucca cerchiamo quelle con una buccia liscia e uniforme perché in questo caso la presenza di righe fibrose non dritte suggerisce l’uso di pesticidi Una buona fetta di anguria deve avere fibre bianche e non giallastre, sintomo di nitrati. Dunque riscopriamo l’antica frutta e verdura dalle “forme strane” e con il “vermetto” all’interno.

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SALUTE

Erboristeria

LE VIRTÙ DELLA RUCOLA, UMILE MA PREZIOSA GENNARO SPORTIELLO, Fitopreparatore

Il sole allo zenit rendeva l’aria arroventata, ma noi bambini stavamo giocando sfidando la calura. Tiravamo dei tappi di bottiglia contro un muro. Il movimento della mano era “una schicchera”, in romanesco un veloce gesto del dito indice o del medio che facendo leva sul pollice dà un colpo a un oggetto, in questo caso il tappo. Vinceva la gara chi, dopo aver fatto rimbalzare il proiettile sulla parete, riusciva a farlo fermare il più lontano possibile dal muro stesso. Quella volta la corsa del mio bolide si era infranta miseramente contro una buffa piantina. Ne strappai una foglia più incuriosito che arrabbiato. Nella mia mente infantile decisi che era una specie di erbalucertola. Senz’altro l’avevo mangiata con altra 38 | VERDETÁ n° 76

verdura, ma in quel momento mi parve del tutto nuova. Più tardi tornai davanti a quella pianta che viveva tra il muro e l’asfalto per poterla guardare con calma. Aveva un gambo peloso, con strane foglie dentate e fiorellini bianchi dall’odore penetrante. Allora la mia ricerca non andò oltre. In seguito scoprii che si chiama rucola o ruchetta (da noi rughetta). Che è un’erba sia selvatica che coltivata, da mangiare con l’insalata per lo più a crudo. Appartiene alla famiglia delle Crucifere e può arrivare a circa 50 centimetri di altezza. É facile trovarla in tutto il bacino del Mediterraneo, dal mare agli 800-1000 metri. Ama crescere vicino ai muri, alle macerie, nei prati incolti, negli


orti abbandonati, anche se si adatta bene a ogni tipo di suolo, meglio se calcare, arido e brullo. La varietà e la qualità del terreno influiscono sul gusto della rucola. Più la terra è asciutta e secca e più il sapore è intenso. Durante la bella stagione, in primavera e in estate, si schiudono dei fiori biancastri che a volte hanno riflessi gialli o rosa. Per quanto riguarda la raccolta delle foglie non c’è un vero e proprio momento balsamico, quando la pianta contiene la più alta concentrazione di principi attivi, ma possono essere colte quando più ci fa comodo. Virtù afrodisiache Conosciuta da sempre è stata oggetto di studio fin dai tempi di greci e romani. Nel primo secolo Plinio, detto “il Naturalista”, considerava la ruchetta un’erba afrodisiaca, in grado di risvegliare e stimolare la passione amorosa. Probabilmente fu a causa di questa fama che in genere i monasteri non includono questa semplice erba tra quelle coltivate nei loro orti. La badessa Santa Ildegarda, grande esperta di medicina, nel Medioevo esortava le monache a preferire insalata e lattuga perché la rucola rendeva schiavi dei sensi.

di emergenza per medicare piccole ferite. Naturalmente se si può disporre di disinfettante non è il caso di fare esperimenti. Mescolando la rucola alla bardana e alle radici di ortica si ottiene una pasta adatta a strofinare i capelli in caso di seborrea. Se ci sentiamo stressati e irritati si può bere sotto forma di tisana insieme a menta e santoreggia per avere un piacevole effetto rilassante. Se qualcuno volesse cimentarsi nella raccolta di questa o di altre erbe selvatiche sono necessari alcuni accorgimenti. Si deve valutare bene il luogo dove cogliere le piante. Evitare la vicinanza di fonti d’inquinamento come fabbriche, officine, strade, fogne, campi coltivati per la presenza di pesticidi. Scegliere l’erba giusta. A volte una somigliante può essere velenosa. Raccoglierla quando è maggiore la presenza di principi attivi. I fiori si prendono poco prima della fioritura, le foglie durante la crescita, le radici in autunno. Ultima raccomandazione: informarsi sulle leggi che regolano la raccolta. Alcune specie non possono essere colte, altre solo in minima parte. Ora però, basta con i discorsi. É il momento di mettersi all’opera.

Proprietà curative Foglie e radici sono le parti maggiormente impiegate per combattere malanni e disturbi. Le doti di pianta afrodisiaca sono state confermate da eminenti uomini di scienza come Jean Valnet, medico e erborista francese del secolo scorso. Le foglie favoriscono sia l’appetito che la digestione. Sono un toccasana per il fegato e facilitano la diuresi. Hanno un’azione“carminativa”, cioè contribuiscono a ridurre i gas intestinali. Già la medicina popolare affermava che il succo fresco di rucola è ottimo come espettorante perché favorisce l’espulsione del catarro dai bronchi e dalla trachea. Anche questa intuizione è stata ribadita dalla scienza moderna. Nella ruchetta sono contenuti minerali come potassio, fosforo, ferro, calcio oltre alla vitamina C. Nel passato si usava per contrastare lo scorbuto, malanno dovuto a mancanza di acido ascorbico (vitamina C) indispensabile per denti e ossa. Per uso esterno può essere utile in caso VERDETÁ n° 76 | 39


DAL TERRITORIO

FRIULI VENEZIA GIULIA “NORME IN MATERIA DI CONTRASTO ALLA SOLITUDINE E PER LA PROMOZIONE DELL’INVECCHIAMENTO ATTIVO” La crisi innescata dal Covid-19 è stata caratterizzata dalla rapidità con cui ha messo sotto pressione il sistema sanitario mondiale ed agito in maniera devastante sugli aspetti socio-economici dei territori coinvolti. Purtroppo a distanza di alcuni mesi si inizia a fare i conti anche con un ulteriore aspetto, in particolare tra i soggetti maggiormente esposti al rischio di esclusione, autoesclusione o marginalizzazione ovvero gli ultra sessantacinquenni e gli adolescenti. Stiamo parlando della solitudine, quel fenomeno descritto come l’angoscia derivante dalle differenze tra le relazioni sociali ideali e quelle percepite, in correlazione con lo stato di salute fisica e mentale, il benessere delle persone, nonché il contesto ambientale in cui vivono la loro quotidianità. A tal fine, dopo l'intesa del Consiglio delle autonomie locali di questo inverno, in primavera è stato approvato in via definitiva dalla Giunta del Friuli Venezia Giulia il disegno di legge sul contrasto alla solitudine, che modifica ed integra una norma già esistente, quella sull'invecchiamento attivo. Come già noto infatti, la Regione FVG da diversi anni ha come obiettivo trasformare l’invecchiamento della popolazione in opportunità di sviluppo sociale ed economico. Già nel 2014 si è dotata di una Legge regionale per la promozione dell’invecchiamento attivo e da allora sono stati approvati due programmi triennali a cui CNA Pensionati FVG partecipa con costanza attraverso laboratori attivi di stimolazione cognitiva. “La decisione di intervenire allargando il ventaglio degli interventi dell’attuale normativa – ha precisato Riccardo Riccardi vicegovernatore con 40 | VERDETÁ n° 76

delega alla Salute – nasce dalla constatazione che la solitudine permea il nostro tempo come mai è accaduto nel passato e i rilievi statistici dimostrano che il numero di persone che ne soffre sta aumentando. La legge in vigore, con le modifiche e le integrazioni proposte, permetterà di ottenere un testo unico e maggior flessibilità nell’attuazione degli interventi su un fenomeno che non riguarda solo una parte della società, quella più anziana, ma coinvolge anche l’adolescenza”. Con il disegno di legge appena approvato, quindi, la Regione desidera contrastare tutti i fenomeni di esclusione, di pregiudizio, di stigma e di discriminazione, che generano il fenomeno della solitudine e contrastano l’invecchiamento attivo, sostenendo azioni ed interventi che facilitano la piena inclusione sociale nella comunità. Il disegno di legge n. 91 "Modifiche alla legge regionale 14 novembre 2014 n. 22 Promozione dell'invecchiamento attivo e modifiche all'articolo 9 della legge regionale 15/2014, concernenti gli interventi per il contrasto alla solitudine" e della proposta di legge n. 11 "Norme per la promozione di iniziative e progetti per la prevenzione del fenomeno della solitudine", pone l’accento sulla necessità di creare reti di comunità e di cittadinanza attiva, supporta le azioni di sussidiarietà orizzontale promosse dal volontariato sociale e persegue il benessere negli stili relazionali e di vita. A tal fine la Regione riconosce e sostiene gli enti del Terzo settore, in quanto soggetti in grado di intervenire con iniziative di contrasto alla solitudine e promozione dell’invecchiamento attivo. Il sostegno della Regione agli enti è subordinato alla creazione di reti territoriali di collaborazione e coprogettazione di servizi, in coerenza con la programmazione regionale o di settore. Tra le azioni messe in campo dal ddl figurano l'apertura di sportelli virtuali per l'assistenza psicologica, la creazione di forum online moderati


DAL TERRITORIO da psicologi e la creazione di luoghi di incontro virtuali (chat) vigilati. A ciò si aggiungono l'attivazione di bacheche virtuali, anch'esse vigilate, in cui inserire proposte di iniziative di socializzazione nonché la possibilità di iscrizione ad aggiornamenti informativi periodici attraverso specifiche newsletter. Tutto ciò sarà garantito da accessi informatici sicuri. CNA Pensionati FVG è inserita da diverso tempo

nel portale www.invecchiamentoattivo.regione. fvg.it come Associazione partner attraverso i propri laboratori di stimolazione cognitiva quali corsi di lingua inglese, pc, anche on-line. Per ulteriori info sui corsi scrivere a pensionati. fvg@cna.it o contattare la segreteria al numero 0432 616911.

TREVISO AIUTATI CHE CNA PENSIONATI TI AIUTA A Treviso, come in tutta Italia, gli anziani hanno sofferto il periodo di lock down: la solitudine, i pochi contatti sociali, le difficoltà logistiche, le piccole cose di ogni giorno che erano diventate impossibili o tremendamente difficili. Di fronte a queste difficoltà l'associazione di Treviso non si è demoralizzata. All'inizio in modo informale, poi sempre più strutturati e organizzati, l'associazione ha messo in piedi un vero e proprio servizio telefonico di aiuto a supporto emotivo per le persone anziane. "Tra marzo e maggio abbiamo risposto o contattato direttamente oltre 200 pensionati a cui servivano informazioni logistiche, un aiuto per la spesa o per ritirare le medicine oppure solo due parole per sentire meno la solitudine". Così Mariarosa Battan commenta l'esperienza del primo periodo di chiusura. L'associazione si è organizzata mano a mano che le richieste emergevano con una rete capillare sul territorio per rispondere alle richieste o dirottando agli enti comunali e all'ASL competente quelle a cui non potevano dare risposta. Ma non si sono fermati a questo. Nel periodo estivo l'associazione, forte della positiva esperienza, ha voluto prepararsi per poter affrontare un nuovo periodo di chiusura invernale. Con il supporto di CNA pensionati Veneto e

il coordinamento dell'ente di formazione di CNA Territoriale di Treviso, è stato costruito un percorso formativo su misura che ha preso il via a luglio e sta proseguendo in queste settimana. Gli argomenti spaziano dall'imparare ad utilizzare le videochiamate, all'installare Immuni, App nazionale per il tracciamento dei contagi, fino all'aspetto emotivo e psicologico per relazionarsi con serenità a chi sta affrontando un periodo di difficoltà. La dottoressa Lucia Boranga, pedagogista clinica e consulente che sta tenendo le lezioni, così commenta l'esperienza: "Le 15 persone dell'associazione CNA Pensionati di Treviso che ho incontrato mi hanno colpito per la loro energia. Si sono organizzati per affrontare situazioni difficili dal punto di vista emotivo ed il percorso che stiamo facendo assieme vedrà argomenti quali la sfera emotiva e il rapporto con i familiari, saper riconoscere i bisogni primari e secondari, dare supporto a distanza con una telefonata o videochiamata." Il percorso di formazione ha coinvolto 15 partecipanti che si renderanno disponibili per tutti gli associati della provincia di Treviso, inoltre CNA Pensionati Treviso sta già diffondendo nel territorio regionale, laddove si è manifestato l'interesse, la positiva esperienza per una proficua contaminazione. VERDETÁ n° 76 | 41


DAL TERRITORIO

LIGURIA LA SPEZIA IN TEMPO DI COVID…. ”LA NUOVA NORMALITÀ” CNA Pensionati La Spezia, nel rispetto delle regole di prevenzione della pandemia, ha incontrato lo scrittore Giorgio Pagano che ha presentato il primo Volume di: “Un mondo nuovo, una speranza appena nata”, gli anni sessanta a La Spezia ed in provincia” “Dai moti del 1960 al maggio 1968” di Giorgio Pagano e Maria Cristina Mirabello. L’incontro da tempo era stato programmato, fermato dal lockdown, nella cornice tematica: “Il nostro territorio. Conosciamo le eccellenze. Nel bel Parco della Maggiolina, presso il Chiosco hanno partecipato all’evento circa 45 persone, tutte distanziate, nel rispetto delle norme vigenti. Uno dei due autori, Giorgio Pagano è stato presentato e intervistato dalla collega, responsabile della comunicazione Cna La Spezia, Emanuela Cavallo: Il primo Volume è intitolato “Dai moti del 1960 al Maggio 1968”. Il secondo volume uscirà in autunno con il titolo “Dalla primavera di Praga all’Autunno caldo”. Il primo volume contiene i Racconti. 1960-giugno 1968, le Immagini. 1952-giugno 1968 e i Documenti.

Nella prefazione lo storico Paolo Pezzino ha scritto: ”un’opera monumentale che restituisce a La Spezia, importante città industriale, il ruolo di primo piano che le spetta nel quadro dei sovvertimenti politico-sociali ed economici degli anni Sessanta”. Una bella ripresa dei lavori, dove i partecipanti hanno interagito con autore e protagonisti del libro. 42 | VERDETÁ n° 76


DAL TERRITORIO

MARCHE ANCONA “RIMETTIAMO AL CENTRO LA MEDICINA DEL TERRITORIO E L’ASSISTENZA DOMICILIARE” IL MESSAGGIO DI CNA PENSIONATI AL MINISTERO DELLA SALUTE ‘Costruiamo un nuovo modello di Sanità’. Questo il titolo del convegno organizzato da CNA Pensionati di Ancona tenutosi in città alla presenza del Sottosegretario alla sanità Sandra Zampa e il Presidente di CNA Pensionati Giovanni Giungi. “A tutti i cittadini e principalmente agli anziani serve chiarezza da parte delle autorità istituzionali e unicità di intenti tra Regioni e Governo – ha detto Giungi- serve in particolar modo per evitare la poca chiarezza e la confusione generata negli ultimi mesi di cui proprio gli anziani hanno purtroppo fatto in larga parte le spese”. Un appello raccolto dal sottosegretario alla salute Zampa che ha sottolineato come l’Italia abbia affrontato la crisi sanitaria da COVID-19 in maniera esemplare, sia tutta la popolazione che gli operatori del settore. “Oggi, non a caso – ha detto - siamo il paese preso ad esempio da tutti gli altri paesi, europei e non solo, colpiti da questo Virus”. Anche il Sottosegretario ha ribadito l’importanza per il SSN del medico di famiglia, chiamato anche medico di quartiere, che potrà essere in un prossimo futuro la punta di diamante della Sanità Italiana. L’incontro, terzo appuntamento con il ciclo “Territori di Ripartenza” ideati e coordinati da CNA Territoriale di Ancona, ha visto la partecipazione anche del Presidente dell’Inrca, l’istituto di ricovero e cura a carattere scientifico, il geriatra Roberto Bernabei, di Fabio Sturani Responsabile della Segreteria della presidenza della Regione

Marche e di Oriano Mercante Segretario Generale ANAAO. Ha inoltre portato i saluti della città il primo cittadino Valeria Mancinelli. Il convegno è stato aperto dalla relazione del Presidente CNA Pensionati Ancona Lamberto Giovagnoli. Giovagnoli ha sottolineato come l’Italia sia spaccata sul fronte sanitario per le prestazioni tra Nord e Sud, con un sistema regionale che dovrà essere ripensato dopo 40 anni di operatività del nostro SSN. L’incontro, molto partecipato sia dalla cittadinanza che dagli addetti ai lavori, nella tavola rotonda moderata da Riccardo Silvi ha visto l’intervento di tutti i relatori. Al centro dibattitto inevitabile il tema della pandemia che ha colpito il nostro paese e la sanità. Il presidente Irca, Roberto Bernabei, sottolineando i numeri dei deceduti con il Covid e la media dell’età, ha chiarito che una grande percentuale di deceduti era affetto da più patologie. Solo una piccola parte, ha sottolineato, era libera da altre patologie. Per il futuro dell’organizzazione della Sanità nelle Marche Bernabei ha ribadito l’importanza di credere ed investire nell’INRCA che è l’unico istituto italiano specializzato sulla ricerca sugli anziani. Fabio Sturani, infine, che ha portato il saluto del presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli assente per altri impegni istituzionali, ha sottolineato come le Marche abbiano dovuto affrontare, in percentuale, una crisi sanitaria pari alla Lombardia e come tutto il sistema sanitario regionale abbia risposto in modo eccezionale. In conclusione ha posto l’accento sull’organizzazione basilare dei medici di famiglia per un futuro si sanità di rete. VERDETÁ n° 76 | 43


DAL TERRITORIO

LOMBARDIA LOMBARDIA, COSA NON HA FUNZIONATO NEI TERRIBILI MESI DEL COVID? Sul tema della Sanità in Lombardia CNA Pensionati e CNA hanno avviato una serie di incontri con le forze politiche per capire insieme cosa è successo. Chiarire i motivi che hanno portato la Regione Lombardia con la riforma introdotta dalla legge 23/2015 ad avere una prevalente considerazione, nonché cospicui investimenti, rivolti alle strutture ospedaliere e tralasciato la medicina territoriale, cioè medici di base e poliambulatori che si trovano in prossimità dei pazienti, generando quel malfunzionamento a tutti noto e che si è conclamato con le gravi difficoltà emerse nella la gestione dell’emergenza Covid-19. E’ questa la finalità degli incontri promossi da CNA Pensionati e CNA con le forze politiche Lombarde appartenenti sia alla maggioranza che all’opposizione del governo regionale. Stefano Binda, segretario CNA Lombardia, Giorgio Zentilini e Antonio Mecca, presidente e segretario di CNA Pensionati Lombardia, Giovanni Bozzini, presidente Elba, Maurizio Negrini, responsabile relazioni sindacali, Carmelo Tindilia, componente del Consiglio regionale, infatti, hanno incontrato i rappresentanti di Forza Italia e una delegazione del Partito Democratico. La situazione a marzo e aprile Durante la pandemia coloro che sono risultati infetti non hanno avuto la possibilità di essere visitati dai medici di base (i quali non avevano in dotazione né camici monouso né mascherine) e non hanno potuto fare altro che rivolgersi alle strutture ospedaliere (prevalentemente pubbliche, quelle dotate di terapia intensiva) poi verso le RSA, provocando congestione 44 | VERDETÁ n° 76

e facendole diventare potenti focolai per la diffusione del virus. Il confronto con Forza Italia Ben prima della pandemia - si condivide con i rappresentanti di Forza Italia - sono emersi diversi elementi di criticità e di ritardo nella messa a regime della riforma introdotta con la legge 23/2015. La difficoltà di operare per una consistente “presa in carico” dei pazienti cronici, la “lungaggine dei tempi di attesa” per le prestazioni, l’approccio non collaborativo degli stakeholder e di buona parte dei medici specialisti ospedalieri, sono i principali elementi negativi noti da tempo”. “Ma una riforma attuata solo in parte non può portare a una bocciatura del progetto complessivo” ci è stato ribadito. E hanno continuato dicendo che “occorre attuare la parte disattesa della legge regionale 23/2015 soprattutto per quanto attiene alla sanità territoriale e domiciliare”. Il confronto con il Partito Democratico “Eccessiva ospedalizzazione”, “poca attenzione alla medicina territoriale”, le due principali criticità della sanità lombarda, sono gli argomenti oggetto della discussione sviluppata da CNA con la delegazione del Partito Democratico. E su queste criticità si sono generati diversi interrogativi: perché si fa convergere un gran numero di pazienti verso gli ospedali? perché, anche quando potrebbe non essere necessario, si viene mandati al pronto soccorso? perché è così difficile ottenere una visita specialistica? Se si vuole usufruire della prestazione con il Servizio Sanitario sia pubblico che convenzionato i tempi di attesa sono davvero lunghi, talvolta impossibili. Se invece si domanda la stessa prestazione privatamente, se si paga direttamente, il posto libero lo si trova da un giorno con l’altro. Perché?


DAL TERRITORIO

Le domande poste alle forze politiche Molte sono le osservazioni poste da CNA. È vero che la sanità in Lombardia ha livelli di eccellenza elevati, è vero che vengono a curarsi da altre regioni (forse perché l’offerta delle prestazioni eccellenti è superiore alla domanda). Le strutture sanitarie private sono ormai l’industria del presente, si fanno enormi investimenti per metterle su, e quindi si cerca di renderle remunerative. Niente di male, è comprensibile, è legittimo per chi fa impresa ma, se si agisce oltre che privatamente anche con il sistema delle convenzioni, occorre siano ben stabilite e rispettate le regole che si danno. Ad esempio: se si ha capienza 10 per una certa terapia, non dedicare 2 al servizio sanitario pubblico e 8 a quello privato. Se arriva un paziente al pronto soccorso di una struttura privata, lo si ricovera e gli si fa tutto quello che occorre, forse anche con ridondanza (tutte le prestazioni sono rimborsate). Diverso è ottenere una visita specialistica oppure una terapia non essendo ricoverato. Perché? Perché non sono stati incoraggiati e finanziati poliambulatori di prossimità, offerta assistenza con personale infermieristico ai medici di base (che talvolta hanno più di 2000 assistiti e non si capisce come fanno a gestirli), perché non sono previsti incentivi concreti per operatori sanitari e personale ausiliario deputato all’assistenza domiciliare? Come si fa a gestire la cosiddetta “presa in carico” del paziente cronici, passare “dal curare a prendersi cura” con esigue risorse e il non utilizzo di banche dati, software e altri supporti tecnologici pur disponibili nei server che gestiscono la Sanità della Regione Lombardia? La Sanità Regionale è argomento complesso e delicato, assorbe gran parte del bilancio delle regioni ed è gestita direttamente dalla Regione. E così si vuole che rimanga. Ogni indicazione che

perviene dal Ministero della Salute e dal Sistema Sanitario Nazionale viene considerata “ingerenza”. Sarà per questo motivo per cui non ci si scalda più di tanto dalle regioni a chiedere i soldi del MES, i quali sono attribuiti all’Italia, dedicati alla Sanità Pubblica e sarebbero gestiti e dal Governo centrale. Le conclusioni e i propositi di CNA Pensionati e CNA “Incontreremo tutte le forze politiche - ha detto Stefano Binda - in conclusione dei due incontri alle quali rappresenteremo gli interessi della CNA e dei suoi associati oltre a quelli dei pensionati ex artigiani che nella nostra associazione, come nelle altre associazioni, sono un numero copioso. Interessi che sono quelli legati al bisogno delle imprese, le quali vogliono poter contare su una rete di prevenzione medica diffusa che assicuri continuità operativa e sicurezza degli addetti, siano essi imprenditori oppure collaboratori dell’impresa ed in più il fabbisogno della popolazione anziana nei confronti della quale occorre sia fatta oltre che prevenzione anche, in caso di non autosufficienza, una pertinente assistenza”. “E’ necessario – ha concluso - che il medico curante (medico di medicina generale o pediatri di libera scelta) sia messo nella condizione di operare una vera presa in carico del paziente (sia esso malato cronico oppure no) e di seguirlo nel suo percorso di cura e sorvegliando costantemente il suo stato di salute e ricorrendo alle cure ospedaliere solo quando strettamente necessario”.

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LETTERE AL DIRETTORE

G

entile Direttore, mai come in questo periodo sono subissata da telefonate, provenienti da operatori di tutta Italia e non, in cui mi propongono cambi di contratto per avere offerte migliori a quelle attuali per risparmiare sulle bollette della luce e del gas. Mi rivolgo a voi perché vedo che pensate sempre a tutte le problematiche di noi pensionati e gradirei qualche informazione per non commettere errori accettando qualche proposta che sembra allettante per risparmiare, magari soltanto per tre mesi lo 0,4 centesimi di euro, sulla bolletta del gas o dell’energia. La ringrazio se vorrà rispondere a questa mia richiesta e le auguro un buon lavoro. Silvia Ferretti – Roma ----------------------------------------Cara Silvia, gli operatori energetici si stanno facendo molta concorrenza per conquistare clienti perché presto il mercato dell’energia sarà completamente liberalizzato e dal gennaio 2022 gli utenti domestici come lei potranno essere riforniti di energia elettrica e gas solo nel Mercato Libero. Verrà infatti meno il Mercato Tutelato, in cui i prezzi dell’energia sono

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definiti in via amministrativa e i prezzi delle forniture saranno rimessi completamente al mercato. È un passaggio delicato per milioni di utenti, in cui i cittadini devono acquisire tutte le informazioni necessarie per conoscere meglio il funzionamento del mercato libero e operare scelte consapevoli. Non è facile, anche perché le nostre bollette non riportano solo le voci di spesa relative all’energia che abbiamo consumato, su cui potremmo basarci per confrontare meglio le varie offerte, ma anche delle macro-voci relative alle spese per gli oneri generali di sistema, ossia voci di spesa che i cittadini finanziano con le bollette per finalità generali e che gravano sul prezzo finale corrisposto. Tuttavia, ti segnalo che esistono alcuni strumenti utili ai cittadini per orientarsi tra le varie offerte e ottenere informazioni quanto più chiare possibili, come ad esempio il Portale per la confrontabilità delle offerte, un portale pubblico e imparziale istituito dall’Autorità per l’energia (www.ilportaleofferte. it) che mette a confronto le diverse offerte degli operatori segnalandoti il prezzo unitario dell’energia e il risparmio annuale stimato per ogni offerta riportata. Non dimenticare, però, che anche le nostre strutture provinciali possono darti un utile supporto per orientarti nella scelta dell’operatore energetico.


LETTERE AL DIRETTORE

C

aro Direttore, ho sentito che per usufruire dei servizi INPS è necessario passare dal PIN allo SPID che poi potrà servire anche per accedere ad altre prestazioni della pubblica amministrazione. In verità non ho capito molto bene cosa devo fare e dove devo andare. Mi aiuta? Antonio Cecchetti – Perugia ----------------------------------------Caro Antonio, lo SPID è un vero e proprio metodo nuovo di accesso ai servizi della Pubblica amministrazione. L’INPS ha comunicato – lo si legge sul sito - che “i PIN in possesso degli utenti conserveranno la loro validità e potranno essere rinnovati alla naturale scadenza fino alla conclusione della fase transitoria la cui data verrà successivamente definita”. Per quel che riguarda dove fare lo SPID è possibile fare richiesta ai gestori digitali ossia agli “Identity Provider”. Essi sono aziende private accreditate da AgID (l'Agenzia del Governo per l'Italia digitale), che forniscono le identità digitali e gestiscono l’autenticazione degli utenti. I soggetti autorizzati sono: Poste, Aruba, Infocert, Intesa, Namirial, , Register, Sielte, Tim o Lepida. Per voi pensionati il consiglio è di recarsi presso gli uffici postali facendo rigorosamente attenzione alle norme anti-Covid considerando la nuova ondata in corso.

G

entilissimo Direttore, le scrivo per chiedere un consiglio su come comportarmi rispetto ai messaggi sms o anche whatsApp che mi arrivano sul cellulare da parte di banche o dalle Poste. So che non devo aprirli perché potrebbero essere virus ma sono sempre insicura e in dubbio ed essendo sola non so a chi chiedere, anche perché ho paura di fare brutta figura. E se fosse invece un messaggio vero? Come faccio a capirlo? Miranda Bellocchio - Siena ----------------------------------------Cara Miranda, innanzitutto nessuno scrupolo: se hai dubbi non avere timore di chiedere ad amici e conoscenti. Nessuno di noi è un nativo digitale e gli smartphone, le chat e i social non sempre sono facili da comprendere. Per quel che riguarda i messaggi di banche e delle Poste io consiglio di cancellarli immediatamente sono quasi sempre virus o truffe. Se la nostra banca vuole contattarci ci chiamerà senz’altro al telefono o ci scriverà. Mai mettere credenziali di conti correnti o pin su richiesta di messaggi che arrivano online. A questo proposito per aiutarvi nell’uso dello smartphone e la navigazione in rete, proprio in questo numero, inauguriamo una rubrica dal titolo “I Consigli di Samuele”. Vi raccomando di guardare il video collegato su www.pensionati.it o iscrivendovi nella pagina Facebook di Cna Pensionati Nazionale. Samuele vi aiuterà a imparare tutti i segreti dei telefonini e della navigazione in rete.

LA SILHOUETTE: Alla numero 2. Le altre si escludono per i seguenti particolari: 1 capelli nuca, 3 suola scarpa sinistra, 4 parte posteriore camice, 5 legaccio scarpa sinistra. ■ P A V E S E ■ G O L

S I ■ A L E ■ R A S O

R A L L E N T A R E ■

■ N I C O T I N A ■ E

R O M A N I N A ■ P V

■ L I M O N I ■ C R A

L A T O R E ■ A R E S

I ■ A N A L I T I C I

A C R I ■ L E R C I O

L A S C I A R E ■ S N

A L I A S ■ I O N I E

E ■ P I E V E ■ F E Z

S P A S S O ■ B U D A

I ■ S P A C C A R E ■

T O T ■ M A R S I N A

O ■ I N I B I T A ■ D

SOLUZIONE DEI GIOCHI DI 75PAG. 49 VERDETÁ n° 76 | 47

completa è infatti la numero 3. Nella 2 manca il profilo destro della cornice, nella 4 manca anche la macchia sulla pancia del cane, nella 1 manca in più una cocca del bavaglio del cane.

■ ■ C E N O N I ■ C E

S O C I A L E ■ D E L

U M I L T A ■ S I T A

P I O ■ O R A T O R I

E N ■ T R I N I D A D

R O S S I ■ D E I ■ E


IL LIBRO DEL MESE

DELLA GENTILEZZA E DEL CORAGGIO S.C. Un romanziere di chiara fama ci introduce alla lettura di alcuni fenomeni di attualità con una chiave leggera ed acuta. Il sottotitolo “Breviario di politica ed altre cose” ci incuriosisce, anche perché si tratta di un libro breve e di facile lettura. Infatti vengono esposti alcuni suggerimenti per orientarsi nel dibattito politico e per decifrare con facilità comportamenti usuali soprattutto nel mondo della politica. Si pensi ai talk show gridati e confusionari che servono più a disorientare il cittadino che a convincerlo. Ebbene attraverso l’illustrazione di alcuni concetti, come la gentilezza ed il coraggio, con una chiave interpretativa originale ma ben argomentata, l’autore ci fornisce alcuni strumenti per poter meglio svolgere il nostro compito di cittadini attivi e non semplici sudditi. In questo è importante l’uso delle parole e comprendere l’utilizzo fallace che a volte i nostri interlocutori ne fanno. A ciò si aggiunga la capacità di riconoscere gli errori per migliorarsi e l’uso del dubbio per accrescere la conoscenza. Tutto questo ci guiderà nella comprensione di un mondo complesso e ci supporterà nell’accettare il conflitto ma con regole precise, necessarie per costruire una società civile che possa contrastare l’esercizio di un potere opaco. Per ridefinire il concetto di gentilezza l’autore riprendere alcuni concetti delle arti marziali, dove alla base c’è sempre il principio di non opporre resistenza alla forza dell’avversario ma di utilizzare la tecnica della cedevolezza per sfruttare a nostro favore la forza altrui. Quindi gentilezza non significa buone maniere, cortesia, ma nel confronto politico significa adattabilità: non serve opporre all’aggressione verbale dell’avversario altrettanta violenza. Bisogna invece adattarsi alla situazione comprendere i punti deboli dell’avversario e mostrare cedevolezza per 48 | VERDETÁ n° 76

sbilanciarlo e quindi nel momento della sua debolezza affermare la nostra tesi. Così facendo, Carofiglio, a t t r ave r s o la citazione dei moderni pensatori, declina altri concetti c o m e l’umorismo e la capacità di ridere di sé stessi come virtù politica, l’arte del complotto con riferimenti brillanti all’attualità politica. Infine, il coraggio, inteso non come temerarietà, ma come azione responsabile ed intelligente per affrontare la complessità del mondo. Quindi una rivalutazione del concetto di paura, intesa in senso positivo e non irrazionale, premessa e non contrario di coraggio. La nostra società è spesso scossa da paure irrazionali che alla luce di un’analisi più attenta si rivelano infondate. Sono quelle sulle quali si fondano i populismi di tutti tempi. Ebbene, in modo chiaro ed avvincente l’autore ci trasmette una ricetta rapida per far rinascere in noi la passione per la politica attraverso questo catalogo breve di regole semplici e facili da applicare.


CRUCIVERBA SENZA SCHEMA 1

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Annerite 15 caselle.

Annerite 17 caselle.

ORIZZONTALI: 1. Sigla di Siracusa - Famosa scrittrice “rosa” - 2. Strumento con tasti - Caloria (abbrev.) - 3. Non esagerare - 4. È percorsa dall’Oglio - 5. Il nome della Duse - Il centro di Pisa - 6. Si ripara nella garitta - 7. Grosse botti - Un passato recente - 8. Gracida - Il padre di Menelao - 9. Competizione - Solleva l’auto - 10. Un po’ “spinto” - Esatti - 11. Fine di spettacolo - La fuga dalla prigione.

ORIZZONTALI: 1. Risultato finale - Come arci e stra - 2. Tipo mingherlino - 3. Una preparazione del cuoco - 4. Ispettore (abbrev.) - Il commediografo Simon - Tesi senza pari - 5. Interrogano candidati 6. Dizionari - 7. Pelo di cavallo - E in inglese - 8. Selle di muli - Gabbie per polli - 9. Stato di agitazione collerica - Tubi elettronici - 10. Il paradiso di Eva - Strumento musicale a corde pizzicate - 11. Fine di vacanza - Città australiana e nome di donna.

VERTICALI: 1. Scrisse “La luna e i falò” - Palla in rete - 2. L’ultima nota - Grido che incita - Sbarbato - 3. Diminuire la velocità - 4. Un veleno del tabacco - 5. La cantante che amò il Metastasio - Sigla di Pavia - 6. Agrumi... agri - Verso di corvo - 7. Postino occasionale - Marte greco - 8. Descritti minuziosamente - 9. Misure terriere inglesi Molto sporco - 10. Abbandonare - Lo stagno (simbolo) - 11. Altrimenti detto - Isole della Grecia.

VERTICALI: 1. Località... di Cadore - Copricapo con nappa - 2. Gran divertimento - Di fronte a Pest - 3. Fare a pezzi - 4. Cifra non precisata - Frac - 5. Proibita o complessata - 6. Ricchi pasti serali Sigla di Caserta - 7. La ragione della ditta Preposizione articolata - 8. Manca al superbo Posta in un luogo - 9. Nome di papi - Tengono comizi - 10. In pena - Si cita con Tobago - 11. Vasco cantautore - Gli abitanti dell’Olimpo.

LA SILHOUETTE A quale delle cinque figure numerate corrisponde esattamente la silhouette a sinistra?

SOLUZIONI DEI GIOCHI A PAG. 47 ??

GIOCHI TRATTI DAL MENSILE

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PANTERE GRIGIE PIETRO ROMANO ANZIANI E DISCRIMINATI

“È necessaria una forte presa di coscienza contro la deriva ageistica discriminante emersa in questi mesi”. Parole forti quelle del professor Alberto Pilotto, direttore del dipartimento scienze geriatriche dell’ospedale “Galliera” di Genova e presidente della Società italiana di geriatria. La massima autorità nazionale in materia di invecchiamento. Parlando senza peli sulla lingua, Pilotto ha sottolineato come “vanno date risposte alla popolazione anziana, che ha pagato il prezzo più alto in termini di mortalità (da Covid-19, ndr), e talvolta di limitato accesso alle cure, con le conseguenti implicazioni etiche” a monte e/o a valle di questa penalizzazione. Spesso, negli scorsi mesi, si è sentito dire, quasi fosse una scelta ineluttabile, che tra la vita di un anziano e quella di un giovane non ci debba essere dubbio: va salvato il giovane. In base a quale considerazione non si sa. Non può essere sufficiente la considerazione che il giovane, sulla carta, abbia una vita più lunga davanti a sé. Anche perché – e lascia ancor più da pensare – tale discriminazione non si è registrata solo di fronte a un’emergenza che non si comprendeva come affrontare. Piuttosto è figlia di un atteggiamento in via di consolidamento: non soltanto sul fronte sanitario, non soltanto in emergenza. Un esempio per tutti? Nella programmazione delle opzioni previste per le future automobili senza pilota sta emergendo, quasi come una costante ineluttabile, che in caso di investimento reso obbligatorio dalle circostanze di una persona tra due diverse, non c’è scampo per la più anziana, perfino se un eventuale azzardo fosse stato commesso dalla più giovane. Una tendenza molto pericolosa, perché la scelta può essere anche tra un venticinquenne e un ventenne… Come ha sottolineato il sociologo Michel Wieviorka, direttore della Scuola di alti studi in scienze sociali di Parigi, a livello relazionale e sociale il virus ha fatto esplodere il fenomeno della frattura generazionale. Colpa, probabilmente, anche del modo in cui è stato raccontato. Se la “spagnola” cento anni fa fu più letale per i giovani, il contrario è successo con il Covid-19. Senonché nessun giornale, all’epoca, diede voce ai più anziani per farli rallegrare di questa opzione generazionale del virus. Viceversa è capitato adesso, con i mezzi di comunicazione e i social pregni di invettive verso i “vecchi”. Questo virus agli anziani ha tolto quanto di più prezioso essi hanno: il tempo. Costringere anche solo un settantenne a chiudersi dentro casa per un anno, ascoltando allarmistici bollettini trasmessi da morbose trasmissioni televisive, è uno dei più gravi torti che gli si possa fare. Con il passare degli anni la sensazione (che poi è esatta) psicologicamente più forte, oltre al timore di una crescente fragilità, è di avere poco tempo a disposizione. Come ha spiegato la filosofa Mona Ozouf, posticipare a non si sa quando l’avverarsi dell’avvenire, che è sempre più corto, significa ridurre un’agenda di vita logicamente già abbreviata. Un modo di anticipare la morte anche a quanti sono in piena salute. 50 | VERDETÁ n° 76


LE SEDI CNA PENSIONATI Sedi Regionali

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Sedi Provinciali

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VAL D'AOSTA-Aosta PIEMONTE-Torino LIGURIA-Genova LOMBARDIA-Milano FRIULI V.G.-Udine VENETO-Marghera EMILIA R.-Bologna TOSCANA-Firenze MARCHE-Ancona UMBRIA-Perugia LAZIO-Roma ABRUZZO-Pescara MOLISE-Campobasso CAMPANIA-Napoli PUGLIA-Bari BASILICATA-Potenza CALABRIA-Catanzaro SICILIA-Palermo SARDEGNA-Cagliari

Corso Lancieri di Aosta 11/F Via Millio 26 Via San Vincenzo 2 - 1° piano Via Marco D'Aviano, 2 Via Verona 28 int. 1 Via della Pila 3/B-1 Via Rimini 7 Via Luigi Alamanni 23 Via Sandro Totti 4 Via A. Morettini 7 Viale Guglielmo Massaia 31 Via Cetteo Ciglia 8 C.da Colle delle Api - Z.I. Via G. Porzio 4-C. Dir. ISOLA G 8-13° p. Via Nicola Tridente 2/Bis Via Isca del Pioppo 144 - Pal. Pino Via Lucrezia Della Valle 19 - II° piano Via Francesco Crispi 72 Viale Elmas 33

11020 10141 16121 20131 33100 30175 40128 50123 60124 06128 00154 65128 86100 80143 70125 85100 88100 90133 09123

0165-31587 011-19672111 010-5959171 02-36512030 0432-616911 041-921715 051-2133211 055-212121 071-286091 075-5009056 06-570151 085-4326919 0874-482021 081-7501065 080-5486931 0971-50148 0961-792484 091-582833 070-273728

Sedi Provinciali

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Agrigento Alessandria Ancona Arezzo Ascoli Piceno Asti Avellino Bari Belluno Benevento Bergamo Biella Bologna Imola Bolzano Brescia Brindisi Cagliari Iglesias Caltanissetta Campobasso Carrara-Avenza Caserta Catania Catanzaro Chieti Como Cosenza Cremona Crotone Cuneo-Borgo S. Dalmazzo Enna Bassa Fermo Ferrara Firenze Foggia Forlì Frosinone Genova Gorizia-Gradisca d'Isonzo Grosseto Imperia-Sanremo Isernia

Via Imera 223/C Via Gramsci 59/A Via Umani 1/A - Baraccola Via Carlo Donat Cattin 129 Viale Indipendenza 42 Corso Alfieri 412 Via Pironti 1-B Via Nicola Tridente 2/Bis Via S. Gervasio 17 Viale Mellusi 36 Via S. Antonino 3 Via Repubblica 56 Via Aldo Moro, 22 Via Pola 3 Via Milano 68 Via Orzinuovi, 3 Via Tor Pisana 102 Viale Elmas 33 Via Antonio Gramsci 1/3 Via Alcide De Gasperi 14 C.da Colle delle Api - Z.I. Viale G. Galilei 1/A Via Carlo Santagata 19 Piazza dei Martiri 8 Via Italia 19 Via Valera 22 Viale Innocenzo XI 70 V.le Giacomo Mancini-Pal. SOIMCO Via Lucchini 105 Via Firenze 34 Via Cuneo 52/I Via Emilia Romagna 3 Via Salvo D'Acquisto 123 Via Caldirolo 84 Via Luigi Alamanni 31 Viale XXIV Maggio 44 Via Pelacano 29 Via Mària 51 Via San Vincenzo 2 (Torre S.V.) Viale Trieste 31 Via Birmania 96 Via Acquasciati 12 Corso Garibaldi 221

92100 15121 60131 52100 63100 14100 83100 70125 32100 82100 24122 13900 40127 40026 39100 25125 72100 09123 09016 93100 86100 54031 81100 95031 88100 66100 22100 87100 26100 88900 12011 94100 63900 44100 50123 71121 47100 03100 16121 34072 58100 18038 86170

0922-595511 0131-253506 071-286081 0575-3291 0736-42176 0141-596000 0825-783345 080-5486908 0437- 954411 0824-317489 035-285111 015-351121 051-299204 0542-632611 0471-546777 030-3519/5/6/7 0831-517035 070-274681 0781-24721 0934-681382 0874-482021 0585-85291 0823-442552 095-7465294 0961-709580 0871-42371 031-276441 0984-21376 0372-442211 0962-62199 0171-268019 0935-1980109 0734-600288 0532-749111 055-3245008 0881-772070 0543-770111 0775-8228219 010-545371 0481-93335 0564-4711 0184-500309 0865-26721

L’Aquila Avezzano La Spezia Latina Lecce Lecco Livorno Lucca Macerata Mantova Matera Messina Milano Modena Napoli Novara Nuoro Tortolì-Ogliastra Oristano Padova Palermo Parma Pavia Perugia Pesaro Pescara Piacenza Pisa-Ghezzano Pistoia Pordenone Potenza Prato Ragusa Ravenna Reggio Calabria Reggio Emilia Rieti Rimini Roma Civitavecchia Rovigo-Borsea Salerno Sassari Olbia-Gallura Savona Siena Siracusa Teramo Terni Torino Trani-BAT Trapani Treviso Trieste Udine Varese Venezia-Marghera Verbania Vercelli Verona Vibo Valentia Vicenza Viterbo Viterbo

C. Dir. Strinella 88-via Pescara, 2/B Via Bruno Buozzi 31 Via Padre Giuliani 6 Viale P. L. Nervi 258/L Via Brunetti 8 Via Carlo Alberto 37 Via Martin Luther King 15 Via Romana 615/P-Arancio Via Zincone 20 Via L. Guerra 13 Via degli Aragonesi 26/A Via Maddalena 108 Via Marco D'Aviano, 2 Viale Corassori 72 Corso Umberto I° 109 - 2° p. Viale Dante Alighieri 37 Via Napoli 14 Zona Industriale Baccasara Via Canalis 29 Via Croce Rossa 56 Via Rosolino Pilo 20 Via La Spezia 52/a Viale Montegrappa 15 Via A. Morettini 7 Via Degli Abeti 90 Via Cetteo Ciglia, 8 Via Coppalati, 10 (Loc. Le Mose) Via Carducci 39 Via Enrico Fermi 2 Via Nuova di Corva 82 Via Isca del Pioppo 144/A Via Zarini 350/C Via Psaumida 38 Viale Randi 90 Via Nicolò Da Reggio 7 Via Mameli 15/G Piazza Cavour 54 P.le Leopoldo Tosi 4 Viale Guglielmo Massaia 31 Via Togliatti 7 Via Alleati Combattenti d'Europa 9/D Corso Vittorio Emanuele 75 Z.I. Predda Niedda Nord Str. 18 BIS Via Vittorio Veneto 15 Via Paleocapa 22/8 Via Simone Martini 18 Via Carso 33 Via Francesco Franchi 25/B Via Lungonera Savoia 126 Via Millio 26 Via Piccinni 4 Via Venere 20 Viale della Repubblica 154 Piazza Venezia 1 Via Verona 28 int. 1 Via Bonini 1 Via della Pila 3/b-1 Via San Bernardino 31/c Via Guicciardini 20 Via Perlar 12 Via P.E. Murmura 56 Via G. Zampieri 19 Via I° Maggio 3 Via I° Maggio 3

67100 67051 19125 04100 73100 23900 57128 55100 62100 46100 75100 98122 20131 41124 80138 28100 08045 08048 09170 35129 90139 43100 27100 06129 61100 65128 29100 56010 51100 33170 85100 59100 97100 48100 89128 42123 02100 47923 00154 00053 45030 84123 07100 07026 17100 53100 96100 64100 05100 10141 76125 91100 31100 34123 33100 21110 30175 28922 13100 37100 89900 36100 01100 01100

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Sedi ESTERE

Sedi ESTERE

Germania Colonia - Burgmauer 18 – 50667 GERMANIA (EE) - Tel 0049.221124761 Germania Mannheim - Augusta Anlage 10 - Tel. 0049.62216530968 Germania Solingen - Talstrasse 3 – 42697 GERMANIA (EE) - Tel. 0049.2123803240 Svizzera San Gallo - Unterer Graben 1 – 9000 SVIZZERA Tel. 0041.712237692 Francia Nizza - Rue Michel Ange 12 – 6100 FRANCIA Tel. 0033.981108543 Belgio Liegi - Chaussee Churchill 81 – 4420 BELGIO - Tel. 0032.42356700 Spagna Alicante - Plaza San Cristobal 2, Planta 1 , Puerta 1 03002 Alicante (Spagna). Tel. 0034.865716972

Australia Sidney Wollongong Coolatai Cescent 1 – 2176 - AUSTRALIA - Tel. 0061.287860888 Australia Melbourne - Grantham ST 57 – 3055 AUSTRALIA - Tel. 0061.393879126 Canada Toronto - 654 Bloor ST. Mississauga - Canada - Tel. 0019.058503611 USA New York - Myrtle Avenue – Glendale 65-54 – 11385 STATI UNITI - Tel. 001.7183865212 Brasile San Paolo - Av. Sao Luiz 50 - 2 Andar CJ 21-A - Brasile - Tel. 0055.1132562455 Argentina Buenos Aires - Calle 45 Uff 5 B 1068 – 1900 ARGENTINA - Tel. 0054.2214588948

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