Trentino Industriale aprile-maggio 2022

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Anche l’economia alla prova del conflitto Gli effetti della guerra in Ucraina sulle imprese

SPECIALE

Misure strutturali per il settore carta ed editoria

TERRITORI

Le aziende puntano su giovani e competenze

ASSOCIAZIONE

Il Trentino a Dubai con le sue imprese

APRILE MAGGIO 2022 ANNO 63 · N°02

Periodico bimestrale di informazione e cultura | Poste italiane S.p.A. | Sped. in a.p. | D.L. 353/2003 /conv.in L. 27/02/2004 n°46) art.1, comma 1, DCB Trento | Diffusione gratuita | Contiene I.R.


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sommario

03

editoriale 7

Emergenze e lezioni di unità

il punto 9

Risultati concreti anche in un mondo disordinato

copertina europa 10

Sanzioni e contro-sanzioni

13

L’economia in una perenne incertezza

41

finanza

speciale rubriche 10 copertina

16

La necessità di misure strutturali

19

L’eccellenza nella carta

22

L’impronta verde nella stampa

24

Il cartone? Cool e green

16 speciale 26 territori

territori

Banche d’affari tascabili di successo

45

Pillole di Finanza d’Impresa

aziende Strategia e creatività a servizio delle aziende

Generazioni, impresa e territorio

49

Di generazione in generazione

52

Tra nuova normalità e digital transformation

28

Leggere il presente, progettare il futuro

55

La “contaminazione” torna in presenza

30

L’ambiente naturale è in tavola

57

Machine to Machine

26

42 finanza 47 aziende

42

47

32 associazione 41 europa

Quanto versa l’Italia all’Ue?

associazione

education

32

55 innovazione

Nuove regole per la filiera agro-alimentare

34

58 education

Un bando a sostegno delle nuove imprese

35

Fondimpresa Trento: rinnovate le cariche

61

Visioni: Evoluzione (in)sostenibile

Il Trentino a Dubai

63

Tutto inizia da un click

61 giovani

37

58

Un ecosistema di competenze

giovani


04 TRENTINO INDUSTRIALE Anno 63 | N. 2 Aprile - Maggio 2022

Direttore Responsabile

Alessandro Santini Comitato di Redazione

Martina Togn Roberto Busato Nicolò Andreini Paolo Angheben Andrea Marsonet Eduard Martinelli Maria Cristina Poletto Luca Ribaga

Anche l’economia alla prova del conflitto Gli effetti della guerra in Ucraina sulle imprese

SPECIALE

Silvia Bruno Direzione, Redazione e Amministrazione

Palazzo Stella, Via Degasperi, 77 38123 Trento T 0461 360000 | F 0461 933551 Internet: www.trentinoindustriale.com e–mail: trentino.industriale@confindustria.tn.it

Illustrazione ed elaborazione: GRAFFITI

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invio ai professionisti trentini: ingegneri ed architetti, commercialisti e consulenti aziendali, notai ed avvocati, giornalisti...;

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invio a università, istituti di ricerca, scuole e centri di formazione professionale;

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presentazione di aziende, loro attività e prodotti ad una vasta e competente platea di lettori;

Assoservizi Srl | Via Degasperi, 77 | Trento | T 0461 360000 Autorizzazione del Tribunale di Trento N. 71 del 10 febbraio 1990 Le tesi espresse nelle rubriche e negli articoli firmati impegnano soltanto l’autore e non rispecchiano quindi necessariamente le opinioni della rivista.

Associato all’Unione Stampa Periodica Italiana

INFORMATIVA Ai sensi dell’art. 13 del D.Lgs. 30 giugno 2003, n. 196, si informano i destinatari del periodico che i dati dei medesimi sono conservati – con la garanzia di massima sicurezza – nell’archivio informatico del Titolare del trattamento: Associazione degli Industriali della Provincia di Trento via Degasperi 77 – 38100 TRENTO. Tali dati saranno utilizzati esclusivamente per l’invio del periodico e di eventuali allegati.Ai sensi dell’art. 7 del citato D.Lgs., i destinatari hanno diritto di conoscere, aggiornare, rettificare, cancellare i dati, nonché di esercitare tutti i restanti diritti ivi previsti mediante comunicazione scritta al Titolare del trattamento.

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editoriale

07

Emergenze e lezioni di unità Siamo di fronte a una immane tragedia umana. Anche per chi, come noi, è chiamato ad occuparsi dell’impatto di questa nuova crisi sulle economie del territorio, il primo devastante dato di realtà, è questo. Non c’è nulla che possa essere paragonato alla guerra. Il secondo dato di realtà è nell’unità, che a livello Istituzionale come nelle manifestazioni spontanee dei singoli, delle Associazioni, delle Comunità, è capace di affermare quelle “ragioni della civiltà umana” richiamate di recente dal presidente Mattarella. Nel nostro ruolo, siamo costretti a osservare che non abbiamo fatto in tempo a voltare una pagina che già se ne è aperta un’altra, parimenti dolorosa e problematica: per il numero, incredibile e inaccettabile, di vittime, e per le conseguenze su tanti soggetti già prossimi alla soglia di povertà. L’aumento dei costi di materie prime ed energia, saliti alle stelle già prima della guerra, grava sulle famiglie così come sugli stanchi bilanci delle imprese e della Pubblica Amministrazione, che a valle di questi due anni di pandemia faticano ad avere una stabilità, figuriamoci poi a far fronte a una nuova crisi. Secondo il Centro Studi Confindustria, anche nell’ipotesi più ottimistica che entro tre mesi si pervenga a una risoluzione diplomatica del conflitto, nel 2022 avremo una crescita del Pil dell’1,9%, e non più oltre il 4% come atteso, e dell’1,6% nel 2023. Se la guerra in ucraina dovesse spingersi fino alla fine dell’anno, la crescita 2022 scenderebbe ulteriormente all’1,6%, e all’1% nel 2023. Se invece dovesse proseguire nel 2023, con l’anno a venire saremmo in recessione conclamata. Numeri che spaventano, e che richiamano all’urgenza di un’azione congiunta, immediata e lungimirante a sostegno non solo dell’attività delle imprese, ma anche e soprattutto della loro propensione a investire, che è fondamentale per la messa a terra del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. E su questo, una riflessione merita di essere fatta: dobbiamo selezionare investimenti che potremo permetterci di mantenere e che abbiano un ritorno economico. Ferma la transizione energetica, ferma la sostenibilità sociale delle nostre scelte, è forse il caso di concentrarci anche sulla loro sostenibilità economica: condizione necessaria per un successo che sia anch’esso sostenibile. La crisi sanitaria non è completamente alle spalle, l’incremento delle materie prime e tra queste le commodity del settore alimentare porteranno alla fame milioni di persone nel mondo e spingeranno molte famiglie dentro la soglia di povertà anche nel nostro Paese. Abbiamo un incredibile numero di autority ma nessuno è in grado di quantificare e stroncare la speculazione finanziaria sui prodotti necessari a imprese e famiglie per vivere dignitosamente. Rammentiamo come l’interconnessione delle economie ci porti a vivere in un solo grande mercato e che le sanzioni verranno pagate dal popolo russo e da tutta l’umanità a partire dalla povera gente. Il nostro Paese ha la straordinaria capacità di unirsi nelle emergenze e di dividersi non appena l’emergenza sembra superata. Dovremmo imparare invece a preservare questa unità anche “in tempo di pace”: ci sono scelte che ci attendono da sempre. Smettiamo di annegarle in una sterile dialettica che si traduce di fatto nell’incapacità di prendere decisioni strategiche di lungo termine. Fausto Manzana Presidente di Confindustria Trento TRENTINOINDUSTRIALE.COM | APR-MAG 2022


Ognuno lascia la sua impronta nel luogo che sente appartenergli di più H. Murakami

Per ognuno di noi, l’impresa è l’impronta di ciò che siamo in ciò che facciamo. Ma nel DNA dell’industria trentina c’è anche un tratto comune che trasforma l’eccellenza territoriale in un motore per la crescita. Confindustria Trento dà valore a ciò che sei in ciò che fai.

” confindustria.tn.it


il punto

09

Risultati concreti anche in un mondo disordinato Quando penso a com’è oggi la nostra Associazione, penso a un corpo pulsante, capace di prendere rapidamente la forma che di volta in volta gli si chiede di assumere. In un mondo “ordinato”, il compito di un’istituzione come la nostra è predefinito dall’esperienza di anni e anni di rodaggio. In uno scenario dominato dal disordine è diventato necessario che essa sappia anche fare altro: adattarsi, e adattare azioni e reazioni, alle nuove esigenze delle imprese. Da due anni a questa parte, le nostre aziende si misurano con fatti inediti: la tempesta Vaia, la pandemia, la guerra. E noi con loro. Con l’invasione dell’Ucraina, Confindustria Trento ha attivato un gruppo di lavoro interno per informare le imprese sull’evolversi della situazione, con particolare riferimento alle sanzioni economiche imposte alla Russia e ai possibili impatti nei rapporti commerciali tra le imprese. La crisi ha inasprito una situazione - quella degli input energetici - già critica, che monitoravamo da tempo e che, fra i primi in Italia, abbiamo portato all’attenzione del Sistema affinché agisse sulle strategie del Governo. Il nostro Servizio Energia, insieme al Consorzio Assoenergia, sta operando uno sforzo straordinario per assistere le imprese associate con un’informazione costante e soluzioni per favorire l’efficientamento energetico. Oltre a ciò, Confindustria Trento ha introdotto un nuovo servizio tecnico specialistico per l’analisi e la previsione dei prezzi delle materie prime: si tratta di una piattaforma web di nome Appia, promossa in collaborazione con Prometeia, che per le imprese aderenti è accessibile gratuitamente. Nuove competenze sono state assunte dalla nostra squadra anche per favorire, da parte dei nostri imprenditori, l’accesso alle opportunità offerte dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza: abbiamo avviato un’attività certosina di monitoraggio e selezione, per segnalare al target delle aziende industriali aderenti in particolare le iniziative di vero interesse per gli associati. Oltre a questo, cerchiamo di fare al meglio anche quello che abbiamo sempre fatto. Di queste settimane mi piace evidenziare soprattutto l’impegno profuso sul fronte degli appalti, nell’ambito del quale Confindustria Trento ha saputo diventare un interlocutore privilegiato contribuendo alla definizione di disegni di legge, linee guida, circolari, elenchi prezzi. Un impegno che presidiamo con lo stile che ci è proprio, quello della dialettica costruttiva, per ottenere non tanto il clamore, quanto risultati concreti per le nostre imprese. Roberto Busato Direttore Generale di Confindustria Trento

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10

copertina

copertina

Sanzioni e contro-sanzioni I risvolti economici dell’invasione russa ai danni dell’Ucraina, dalle sanzioni dell'Unione Europea e degli Stati Uniti alle controsanzioni della Federazione russa. di NICOLÒ ANDREINI, Mercati Esteri, Confindustria Trento

IL MONDO

osserva con stupore, delusione e orrore quanto sta accadendo in Ucraina. La decisione russa di invadere un Paese indipendente e orientato verso le democrazie occidentali, non può che rendere queste ultime antagoniste di Mosca. Si vanificano decenni di lavoro e collaborazioni nel senso dell’integrazione politicoeconomica della Federazione russa con l’Unione europea. E ne rimettono i civili, terribilmente, ma anche l’industria. L’invasione russa, come noto, ha obbligato molti Paesi a prendere provvedimenti esemplari. Gli Usa, l’Unione europea, il Regno Unito, il Giappone, l’Australia, il Canada – di fatto i Paesi G7 in testa, oltre ad outsiders di rilievo – hanno adottato numerose misure orientate a far terminare, quanto prima e più in fretta possibile, un conflitto che nessuno si aspettava o vuole. Limitandoci alle sanzioni Ue, che direttamente intervengono negli scambi dell’industria europea con Russia e Bielorussia, ad oggi ne sono state comminate quattro tranche, fra il 23 febbraio e il 31 marzo, su diversi livelli: finanziario; economico; alle persone e alle merci; e a livello territoriale, coinvolgendo prima e direttamente le autoproclamate Repubbliche separatiste di Lugansk e Donetsk, poi soprattutto la Federazione russa e, in misura minore, la Bielorussia. Con il proseguo delle operazioni militari e il progressivo coinvolgimenti di tante vittime civili, le misure sanzionatorie europee si sono ampliate, limitando o vietando sia l’export di beni e servizi strategici, sia l’assistenza tecnica e finanziaria europee verso la Russia; poi, congelando beni russi in Ue e vietando l’ingresso nell’Ue di una serie di persone fisiche e giuridiche russe; bloccando le riserve internazionali della Banca

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centrale russa e, da ultimo, escludendo alcune banche russe dal sistema dei pagamenti internazionali Swift. Dal canto suo, anche la Federazione russa sta adottando misure sanzionatorie nei confronti dei Paesi considerati nuovi “ostili”, fra cui quelli europei ed – espressamente – l’Italia. Con successivi decreti presidenziali, sono state limitate in modo massiccio la circolazione e l’utilizzo di valute estere in territorio russo, imponendo pagamenti in rubli per qualunque transazione, indipendentemente da quanto previsto in contratti o accordi in essere. Il Cremlino ha poi adottato il divieto di importazione in Russia di circa 200 prodotti dall’Ue, dei settori metalmeccanico, tecnologico, e altri, e sta valutando divieti di esportazione di alcuni beni primari. Per l’Industria europea, le misure sanzionatorie si traducono, evidentemente, in consistenti limitazioni o divieti di importazioni ed esportazioni da Russia e/o Bielorussia, per interi settori: l’energia, con il divieto di esportazione europea di beni e tecnologie specifici nella raffinazione del petrolio e restrizioni alla fornitura dei servizi correlati; i trasporti, con il divieto di esportazione europea di beni e tecnologie dell’industria aeronautica, spaziale e marittima, nonché di fornire servizi assicurativi, riassicurativi e di manutenzione relativi ad essi e servizi di assistenza tecnica e finanziaria; divieto di esportazione europea di beni a duplice uso, secondo un’accezione più ampia rispetto a quanto previsto dalla normativa europea di riferimento e, nel caso italiano, con la sospensione temporanea di tutte le licenze di esportazione dual use verso la Russia; restrizioni al commercio di beni utilizzati per la produzione o la fabbricazione di prodotti


11 copertina

Emergenza rincari Di fronte all’aumento dei prezzi di commodities ed energia, l’Associazione si è attivata su più fronti per portare il caso all’attenzione dell’opinione pubblica e per dare il massimo supporto concreto alle aziende associate. Insieme ad Assoenergia, Confindustria Trento ha spronato la Confindustria nazionale affinché operasse un’interlocuzione serrata con il Governo, mentre continua a dialogare con gli stakeholder locali per cercare soluzioni di breve e lungo respiro. Sul versante dei servizi, l’Associazione ha messo gratuitamente a disposizione delle imprese aderenti strumenti operativi come Appia, una piattaforma per monitorare l’andamento dei costi legati alle materie prime, e tutte le risorse tecniche del consorzio Assoenergia. Costante l’attività di informazione e aggiornamento. Dei giorni scorsi il webinar informativo “Dalla crisi alla sfida energetica”, che ha affrontato il tema del rincaro dei prezzi anche come un’occasione per pensare a interventi strutturali, dalle biomasse alle energie alternative, come ad esempio il fotovoltaico, con uno sguardo alle opportunità offerte dal modello delle comunità energetiche. Maggiori informazioni alla pagina “Emergenza rincari” sul sito confindustria.tn.it.

del tabacco, combustibili minerali, sostanze bituminose e prodotti a base di idrocarburi gassosi, prodotti a base di cloruro di potassio (“potassa”), prodotti in legno, cementizi, siderurgici e prodotti della gomma; infine, dal 15 marzo, sono state adottate ulteriori restrizioni all’esportazione europea di beni e tecnologie per l’industria della difesa, per la sicurezza e per l’industria energetica; soprattutto, export ban per i beni di lusso di valore unitario superiore a 300 euro (salve ulteriori specificazioni indicate); e divieto di importazione di prodotti siderurgici. Alle suddette limitazioni “sulle merci”, si sommano le misure sanzionatorie individuali, che vietano alle imprese europee di intrattenere rapporti commerciali con specifiche persone fisiche e giuridiche russe e bielorusse, nonché con società e imprese le cui quote anche non maggioritarie siano da questi individui detenute. Con l’ultima tranche sanzionatoria del 15 marzo, il numero di soggetti per i quali è disposto il congelamento dei beni e delle proprietà e il divieto di ingresso in Ue si è attestato su 893 persone fisiche e 65 società o organismi, per lo più russi, altre misure sanzionatorie rendono estremamenma anche bielorussi e ucraini: fra essi, oligarchi, te difficoltoso lavorare in Russia e, in misura esponenti del governo russo - compresi il presi- minore, in Bielorussia, con complessità evidenti dente Vladimir Putin e il Ministro degli Affari per le imprese che hanno sedi produttive o uffici Esteri Lavrov – i 336 parlamentari della Duma, operativi nei due Paesi e che registrano notevotitolari a manager d’azienda e giornalisti che li difficoltà anche logistiche e operative, con lo hanno contribuito alla propaganda russa. spettro – minacciato e paventato – di nazionalizAldilà delle limitazioni su merci e individui, zazioni future ai danni degli investimenti esteri. le misure sanzionatorie finanziarie, nella loro Per fornire supporto nel gestire le citate comorizzontalità, coinvolgono e complicano note- plessità, Confindustria Trento fin dal 23 febbraio volmente la gestione di tutti gli scambi com- fornisce monitoraggio e assistenza individuale merciali fra Occidente e Russia. Un dato su tutti, sulle misure sanzionatorie, con un “emergency l’avvenuta esclusione dal sistema di messaggisti- desk” apposito in coordinamento con il sistema ca internazionale utilizzato per dare esecuzione confindustriale nazionale. Al fine di garantire agli ordini di pagamento transnazionali, Swift, il massimo grado di informazione, l’Associadi sette delle principali banche russe (VTB, Bank zione ha poi organizzato a marzo tre webinar Otkritie, Novikombank, Promsvyazbank, Rossiya di aggiornamento: “Suggerimenti operativi alle Bank, Sovcombank, Vneseheconombank - VEB) imprese che operano in Russia, Bielorussia o e di tre banche bielorusse (Belagroprombank, Ucraina”; “Il nuovo Regolamento Dual Use: cosa Bank Dabrabyt, Development Bank of the Repu- cambia per le imprese? Il caso della Russia”; blic of Belarus). “Russia e Bielorussia – indicazioni operative per La complessità generata negli scambi da queste e gestire Sanzioni e Contro-Sanzioni”.

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L’economia in una perenne incertezza Il conflitto mette in dubbio la ripresa economica. Maggiore sarà l’impatto sulla crescita in Eurozona: l’Europa sconta infatti una forte dipendenza energetica dalla Russia. di DANIELE BERTI, Ufficio Studi, Confindustria Trento

CENTRARE

delle previsioni di andamento economico negli ultimi tre anni rimane un compito assai arduo. Le continue fluttuazioni dovute alle misure di contenimento del covid-19 hanno messo a dura prova anche i migliori analisti. Sembrava di poter intravedere la famosa luce in fondo al tunnel (e una parvenza di stabilità), quando la mattina del 24 febbraio lo scoppio del conflitto tra Russa e Ucraina ha gettato una nuova ombra di incertezza sulle prospettive post pandemia. Ma andiamo con ordine. I dati Istat attestano un 2021 di ripresa ben oltre le aspettative. L’economia, rilanciata dalle riaperture e dall’attenuarsi della pandemia, ha consentito di raggiungere una crescita del Pil nazionale nel 2021 pari al +6,6%, dopo il calo del 8,9% del 2020. La manifattura in primis ha fatto da traino per tutti i settori nazionali, approfittando del caos creato dalla pandemia per conquistare fette di mercato lasciate scoperte da competitor internazionali. Con slancio differente, a seconda della capacità di ripresa di ogni specifico tessuto economico e produttivo, anche gli altri Paesi europei hanno beneficiato della ripresa economica del 2021 guadagnando parte del valore aggiunto perso nel 2020. Ad inizio 2022 gli indicatori economici

rimanevano ancora buoni, anche se con qualche campanello d’allarme in merito alla crescita lenta ma continua dell’inflazione. La certezza della disponibilità dei fondi del Pnrr però garantiva livelli di fiducia molto alti dei mercati. La Bce, in accordo con gli stati stava cominciando a ragionare sulla frenata della politica monetaria ultra-espansiva degli ultimi anni. Tutte queste riflessioni sono state spazzate via dal primo razzo russo caduto sul suolo ucraino. Lo scoppio del conflitto Il conflitto ha cambiato nuovamente le prospettive mettendo in dubbio la ripresa economica. Secondo le ultime previsioni pubblicate dalla Banca Centrale Europea, l’impatto della guerra sulla crescita in Eurozona sarà quasi sicuramente elevato. La ricaduta sarà maggiore rispetto agli altri Paesi poiché l’Europa sconta una forte dipendenza energetica dalla Russia (l’Europa nel 2019 ha attinto al gas russo per circa il 41% del suo fabbisogno, al suo petrolio per il 27% e ai suoi combustibili solidi per il 46,7%). Dato il protrarsi degli scontri e l’inasprirsi delle sanzioni nei confronti delle Russia e dei suoi “alleati” (come raccontato nell’articolo precedente), il prezzo in termini di crescita mancata del Pil dell’eurozona è di quasi 1,5 punti percentuali rispetto a quello altrimenti previsto (l’Ocse prevedeva una crescita del 4,3% per il 2022 e del 2,5% per il 2023). Innanzitutto, c’è lo shock di offerta generato sui mercati dell’energia e delle commodities (minerarie e agricole), shock che sta portando a un incremento duraturo dei prezzi (contribuendo dunque a mantenere l’inflazione a livelli elevati). Inoltre, i nuovi “colli di bottiglia” che si sono generati lungo le supply chains stanno già causando problemi a diversi settori manifatturieri europei (soprattutto automotive e agroalimentare). Infine, questa situazione, unitamente alla forte instabilità geopolitica, contribuirà a mantenere alta la volatilità sui mercati finanziari, scoraggiando le decisioni di investimento di imprese e fondi. Con effetti che proseguiranno molto probabilmente anche nel 2023. Aspettative per l’Italia Il nostro Paese è entrato in questa nuova fase con una produzione industriale che già era in diminuzione a febbraio (-0,3%), dopo la

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flessione ancora più marcata di gennaio (-0,8%), inglobando solo in minima parte gli effetti dello scontro tra Russia e Ucraina che ha acuito le difficoltà di approvvigionamento delle imprese e spinto ancora più in alto i prezzi di materie prime ed energia. Le indagini sulla fiducia delle imprese manifatturiere rilevavano un rallentamento nei primi due mesi dell’anno, trainato prevalentemente da attese pessimistiche sulle prospettive economiche, già prima dello scoppio del conflitto bellico. Le ripercussioni economiche del conflitto saranno addirittura più accentuate in un Paese come il nostro che a livello energetico dipende per il 40% dal gas russo, senza possibilità di un piano b accessibile in tempi brevi, e per il 30% dal import di cereali dalla Russia. Il rapporto di primavera del Centro Studi Confindustria prevede una brusca frenata della ripresa italiana dovuta al conflitto Russia-Ucraina: l’andamento del Pil italiano del 2022 è previsto in crescita del 1,9%,

PIL Italia (mln €)

ovvero 2,2 punti percentuali in meno rispetto allo scenario delineato ad ottobre. Dal punto di vista turistico il nostro Paese dovrà affrontare la mancanza di circa 3% degli incoming pari circa al 2% delle entrate turistiche nazionali (un miliardo di euro). Diverso è per il turismo di lusso, dove interi settori sono sostenuti dalla capacità di spesa russa, che risulta essere al primo posto come spesa media giornaliera per turista (1.200€). Tutti gli scenari sono soggetti a profonda incertezza, ulteriormente complicata dalla ripresa dei contagi che in Cina produce nuovi lockdown e torna ad inceppare le catene globali del valore. Sarà fondamentale quindi per le imprese locali e nazionali aumentare la propria antifragilità per riuscire ad attutire le continue fluttuazioni che il mercato impone. La ricetta è raccolta in quattro azioni, identificate da molto ceo a livello globale: innovare, internazionalizzarsi, crescere e fare pianificazione.

Livello pre-crisi

440.000 430.000 420.000 410.000 400.000 390.000 380.000 370.000 360.000

Previsioni, a cadenza trimestrale, realizzate dal Centro Studi Confindustria. Fonte: elaborazioni Centro Studi Confindustria su dati ISTAT.

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FV Logistica: un servizio completo di distruzione documenti Le aziende che producono documenti contabili, fiscali, amministrativi o con informazioni riservate, devono obbligatoriamente per legge possederli in azienda per almeno 10 anni. A seguito di questo periodo, i documenti possono essere eliminati seguendo procedure specifiche normate dalle attuali leggi in vigore (il d.lgs. 196/03 e il GDPR), tenendo presente che la responsabilità legale dell’azienda prosegue fino alla gestione del rifiuto e al suo smaltimento. Ma perché è così importante distruggere correttamente i documenti? La mancata distruzione dei documenti presenti in azienda può portare involontariamente a spiacevoli inconvenienti come:

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La necessità di misure strutturali Intervista ad ALESSANDRO LETO, presidente Sezione Carta, Grafica, Editoria di Confindustria Trento. di FEDERICO PESSOT, Confindustria Trento

PRESIDENTE LETO,

prima di andare ad analizzare la situazione complessa che sta coinvolgendo il settore della carta, della grafica e dell’editoria, riuscirebbe a descriverci come questo comparto si articola all’interno del territorio trentino? Devo dire che non è facile fare delle generalizzazioni per una sezione come la nostra, caratterizzata da una chiara visione di filiera. Se però dovessimo fare un esercizio di sintesi la potremmo suddividere in due blocchi principali: il primo costituito da aziende im-

pegnate nella trasformazione della carta, il secondo da aziende legate ai processi di stampa e al mondo dell’editoria. La nostra sezione inoltre ha il privilegio di rappresentare un’accurata fotografia di tutto il comparto trentino: su quasi 3mila dipendenti occupati, 2300 fanno parte delle 25 imprese associate a Confindustria Trento. Realtà in grado di generare un ingente contesto di filiera, parliamo infatti di duecento realtà produttive attive, dove quasi l’80% degli addetti complessivi lavora in aziende con oltre cento dipendenti. Nell’ultimo periodo ha fatto irruzione nell’agenda di tutti il tema della sostenibilità. Il settore come sta affrontando la questione? Se guardiamo al comparto in una dimensione nazionale, già in fase di stesura del Piano nazionale di Ripresa e Resilienza la Federazione Carta e Grafica ha avviato un dialogo con il Governo per stimolare tutti verso obiettivi concreti e misurabili. Mi riferisco ad esempio ad azioni che mirino alla riduzione della carta destinata al macero oppure all’obiettivo di aumentare il più possibile il recupero della materia prima. Come realtà trentina ci sentiamo assolutamente allineati con questi principi che riteniamo fondamentali. Proprio in tema di economia circolare mi preme ricordare che, già ora, tutte le nostre aziende per produrre carta si approvvigionano da foreste sostenibili, questo vuol dire che per ogni albero abbattuto ne vengono piantati tre. Guardando invece agli indicatori esclusivamente economici, nonostante il significativo calo dovuto alla prima fase pandemica il 2021 vi stava vedendo in decisa ripresa. Esatto, con il 2021 stavamo recuperando i livelli produttivi precrisi pandemica, c’era decisamente un clima di fiducia. In relazione ai primi nove mesi dell’anno i dati di Assocarta avevano registrato un +13% relativo alla produzione cartaria nazionale, con un picco del +15,1% legato alle aziende che si occupano di imballaggi trainate dall’esplosione del commercio online. Prendendo in considerazione lo stesso periodo, anche i fatturati hanno coerentemente registrato un andamento al rialzo simile, in questo

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caso parliamo di un +22,5%. Stavamo acquisendo fiducia: seppur i volumi registrati erano ancora al di sotto rispetto a quelli pre-pandemia, si stava prospettando un quadro tutto sommato positivo. Poi nell’ultimo trimestre del 2021 e in questi primi mesi del 2022 stiamo assistendo a un aumento vertiginoso del prezzo di materie prime ed energia. Cosa è successo e cosa sta succedendo? Se ci riferiamo all’ultimo trimestre del 2021 c’erano già segnali di un sistema che si stava incrinando. Inizialmente le prime criticità riguardavano gli aumenti relativi al costo della materia prima: venivano però giustificati dal disallineamento tra domanda e offerta causato dalle brusche frenate e forti accelerazioni causate dall’andamento della pandemia. Poi si è aggiunto anche l’aumento esponenziale e improvviso del costo dell’energia che sta mettendo in difficoltà un po’ tutti, non di meno il nostro settore, energivoro per definizione. Ha utilizzato l’espressione “aumento esponenziale”, che cifre stiamo prendendo in considerazione? Il costo dell’energia sta costituendo un problema di fortissimo impatto sull’attività aziendale del nostro settore: se confrontiamo i dati registrati a gennaio e febbraio 2021 con quelli relativi allo stesso periodo solo nell’anno corrente, parliamo di aumenti del prezzo di acquisto che superano ampiamente il 400%. Infine, la tempesta perfetta si è completata in concomitanza degli scossoni politico-economici dovuti al conflitto in Ucraina, i quali hanno fatto emergere fenomeni speculativi che hanno dato ancora più volatilità a dei prezzi già di per sé instabili. Mi preme però sottolineare come, anche in questi momenti di particolare difficoltà, il supporto di Confindustria Trento e del Consorzio Assoenergia si stiano rivelando fondamentali.

ranno costrette a rallentare le attività produttive se non addirittura sospenderle. La cicatrice della pandemia si stava pian piano ricucendo, senza delle contromisure adeguate uno shock di questo genere rischia di mettere seriamente in ginocchio tutto il comparto. Mi spiego: non è sostenibile, nemmeno nel breve termine, che le aziende si trovino nella situazione di pagare bollette 15 volte più alte rispetto a dodici mesi fa. Siamo al punto in cui l’attività produttiva si programma il giorno prima in base al prezzo dell’energia previsto per il giorno successivo. È un dispiacere constatarlo, ma questa che è stata definita una “tempesta perfetta” rischia di congelare i programmi di investimento, anche in capitale umano e occupazione, con conseguenze che potrebbero proseguire per un periodo significativo. Questioni ed analisi che non si limitano solamente al perimetro che coinvolge la produzione della carta, si parla di filiera. È corretto? Certamente, ad esempio si consideri che oltre ai costi delle materie prime e dell’energia anche i trasporti hanno subito aumenti di costo mai registrati nel recente passato. Concretamente significa che gli editori, il cui prodotto è molto sensibile a questo indice di costo, hanno iniziato un processo di ritorno alla produzione europea riducendo gli ordini che venivano commissionati all’estremo oriente. La filiera quindi non potrà che beneficiare della nuova strategia di approvvigionamento degli stampati soprattutto editoriali ma non solo. È sicuramente un periodo che ci sta mettendo alla prova, ma le nostre aziende dovranno essere pronte a cogliere tutte le nuove opportunità che si presenteranno.

Come si può uscire da questa situazione? Dispiace dirlo, ma se a livello governativo non verranno presi dei provvedimenti strutturali a sostegno delle aziende energivore molte realtà sa-

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Per andare avanti bisogna uscire dagli schemi SE RESTIAMO ANCORATI AL PRESENTE NON RIUSCIAMO A VEDERE IL FUTURO L’intelligenza artificiale è un tema centrale nelle aziende di oggi. Grazie al machine learning, ovvero sistemi che apprendono e migliorano le performance di giorno in giorno in base ai dati che utilizzano, le produzioni riescono ad essere più controllabili e far guardare al futuro con occhi diversi in termini di sostenibilità, quantità e qualità. D’altra parte il mondo ormai è sempre più user oriented e siamo circondati da strumenti che sanno quali sono le nostre abitudini, i nostri gusti e li modificano in base a quello che chiediamo, giorno dopo giorno. Pensiamo per esempio a Google, che ci propone risultati in base alle nostre preferenze. Oppure a Maps, che ci indica la strada più breve per arrivare a casa analizzando il traffico. O ancora a Netflix, che ci suggerisce i prossimi film secondo quello che abbiamo guardato recentemente. Come nella vita di tutti i giorni, allo stesso modo la centralità dell’utente può essere applicata in azienda grazie a macchine che lavorano con percorsi e ritmi diversi in base all’operatore che le sta utilizzando, conoscendo quali sono i cicli di lavoro e quali sono i tempi necessari, scegliendo il percorso migliore secondo le condizioni del momento.

Dove le macchine imparano a fare da sole non solo la produzione aumenta, ma il lavoro può essere realizzato in condizioni che evitano rallentamenti del processo e riducono i costi. Meno sprechi, meno costi, più sostenibilità per le persone e per l’ambiente. Il futuro è dietro l’angolo, basta solo andargli incontro.

In un’ottica di deep learning poi, le macchine possono imparare a conoscere la stagionalità delle produzioni, a rallentare perché si sta avvicinando il momento della manutenzione e a sapere automaticamente quando i carichi di lavoro sono maggiori. Ma la sostenibilità è questo e molto altro. Dove le macchine imparano a fare da sole non solo la produzione aumenta, ma il lavoro può essere realizzato in condizioni che evitano rallentamenti del processo con un occhio all’ambiente. In FGP a Verona abbiamo realizzato un impianto completamente automatico, dove a capannone spento (sì, al buio!) e con temperature ridotte, sono gli stessi robot a lavorare per realizzare il prodotto. Senza vincoli di orario, tutto gestito da remoto.

Meno sprechi, meno costi, la stessa produzione. Ed è questo che ci piacerebbe realizzare in futuro con le tante aziende trentine di manifattura: far crescere la ricca produzione industriale del nostro territorio e renderla più competitiva sul mercato. Gli strumenti e le competenze non mancano e il percorso è tracciato...ora non resta che intraprendere questo viaggio verso il futuro.

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L’eccellenza nella carta Quella di Cartiere del Garda non è solamente un’eccellenza del territorio trentino, ma un’azienda riconosciuta sui mercati internazionali per la qualità ed unicità delle sue lavorazioni. di ALESSANDRO DE BERTOLINI

"STIAMO

attraversando una fase positiva. Registriamo un aumento nella richiesta di carta, che si attesta sui volumi pre-Covid. Ma, soprattutto, l’aumento dei costi dei trasporti navali sta paradossalmente generando effetti positivi per il nostro business”. Antonio Di Blas, direttore dello stabilimento trentino Cartiere del Garda, riassume così il momento che vive l’azienda, tra la fine della pandemia e l’inizio di un conflitto internazionale, che ha riportato l’Europa a un passo dalla guerra. “I costi dei trasporti via nave – spiega Di Blas – sono letteralmente impazziti. Per capirci, alcuni mesi fa, il viaggio di un container carico di carta da New York verso l’Europa costava circa 1.500 euro. Lo stesso viaggio oggi costa circa 15.000

euro. Questo aumento smisurato, che ha messo in crisi le aziende, si è tradotto, di fatto, in un dazio. Con il conseguente ritorno delle richieste di lavoro in Europa”. In altre parole, nel consumo della carta, diversi protagonisti del mercato

Alcuni mesi fa, il viaggio di un container carico di carta da New York verso l’Europa costava circa 1.500 euro. Lo stesso viaggio oggi costa circa 15.000 euro.

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europeo, tra i grandi player che si rifornivano presso le cartiere oltreoceano, hanno spostato le loro richieste in Europa. E Cartiere del Garda, leader nella produzione di carte grafiche di alta gamma e di prestigio, si trova in una posizione di favore. “Stiamo lavorando a pieno ritmo – prosegue il direttore – facendo fronte all’aumento di commesse”. Questa crescita potrebbe mantenersi anche nel 2023. “L’aumento dei costi di trasporto si arresterà – continua sul punto Di Blas – ma i valori non torneranno come prima. Inoltre, alcuni nostri competitors hanno spostato negli ultimi anni la loro produzione dalle carte grafiche ad altri business. E questo dovrebbe favorire ulteriormente il nostro core”.

Questo aumento smisurato, che ha messo in crisi le aziende, si è tradotto, di fatto, in un dazio. Con il conseguente ritorno delle richieste di lavoro in Europa Inserita nella più ampia cornice di Lecta, Cartiere del Garda svolge un ruolo centrale all’interno del Gruppo. “Nella nostra Company, questo stabilimento è considerato un’eccellenza”, sottolinea il direttore. “Siamo gli unici che produciamo carte grafiche, di qui la nostra solidità all’interno di Lecta, e il nostro sito è quello con il brand name più apprezzato e conosciuto sul mercato”. L’appartenenza a Lecta, del resto, garantisce a Cartiere del Garda la possibilità di operare sui mercati globali. Il gruppo internazionale Lecta – leader nella produzione e distribuzione di carte speciali per imballaggi flessibili ed etichette, carta patinata e naturale per l’editoria e la stampa commerciale e altri supporti stampa ad alto valore aggiunto – è presente in tutti i mercati d’Europa con stabilimenti Spagna, Francia e Italia. Dotata delle

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tecnologie più recenti, Lecta dispone di un sistema di produzione integrato che comprende pasta di cellulosa e diverse carte con una capacità produttiva di oltre 1,6 milioni di tonnellate. “La centralità che Lecta ha scelto di dare a Cartiere del Garda rappresenta per il nostro stabilimento trentino un grande attestato di fiducia e di solidità”. Fortemente impegnato nella sostenibilità, il Gruppo Lecta opera nel pieno rispetto dell’ambiente, con prestazioni “green” di altissimo livello: “Un principio fondamentale alla base delle attività aziendali, come affermato nella Politica del sistema di gestione integrato di Lecta, che guida l’attività dell’azienda”. Cartiere del Garda è perfettamente allineata a questi standard. “Abbiamo investito tanto e continuiamo a investire in efficientamento energetico”, conferma Di Blas. “L’anno scorso sono stati fatti investimenti per 7 milioni di euro solo nel comparto per la produzione di energia, per rendere Cartiere del Garda sempre più sostenibile ed efficiente”. Il codice etico dell’azienda non riguarda soltanto l’efficientamento energetico ma anche le condizioni sull’ambiente di lavoro e una serie di altri parametri volti a promuovere un’economia sana e sostenibile, che garantisca a tutti l’opportunità di condividerne i benefici. “Pienamente allineata ai principi del Global Compact delle Nazioni Unite, di cui è firmataria, Lecta pubblica e mette a disposizione dei propri dipendenti, clienti, fornitori e parti interessate alcune politiche in materia che costituiscono la base della nostra attività e delle buone pratiche”.



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L’impronta verde nella stampa Da quasi sessant’anni sul mercato, Esperia Print Evolution è una tipografia industriale fondata sul valore irrinunciabile dell’attenzione alla persona e all’ambiente.

UNA

tipografia industriale naturalmente votata Esperia ha recentemente ottenuto la certificazioa minimizzare il proprio impatto sull’ambiente ne Family Audit, il marchio di proprietà della e a garantire il benessere dei propri dipenden- Provincia autonoma di Trento, ente certificatore, ti attraverso un’organizzazione etica e sociale. che attesta gli elevati standard di organizzazione “Sono queste le nostre priorità” spiega Maura aziendale in tema di conciliazione vita-lavoro. Trainoni, direttore commerciale e responsabile “Esperia - L’impronta verde nella stampa”, quecapi commessa presso Esperia Print Evolution. sto il claim adottato nella comunicazione dell’a“Portiamo avanti un’idea di impresa familiare zienda e dei suoi valori”, racconta una storia che si fonda su alcuni valori irrinunciabili: po- di famiglia che dura da quasi sessant’anni. I niamo il cliente al centro ma allo stesso tem- primi passi si devono a Clemente Cainelli che, po consideriamo i nostri collaboratori come il nel 1963, ha trasformato la sua esperienza in un cuore pulsante dell’azienda. Siamo una squadra timbrificio, e la sua intraprendenza, in un’imunita e compatta che procede con una visione presa che ha contagiato tutti: dai figli, Sonia e condivisa. Il nostro team è partecipe dello spi- Gianni, ai nipoti, Maura e Walter. Tre generaziorito imprenditoriale e la coesione del gruppo ni di bambini che sono cresciuti nell’immensa è valore aggiunto. Un’impostazione di metodo fortuna di vivere circondati dalle montagne del che favorisce il confronto interno e contribu- Trentino e con la grande responsabilità di esisce a orientare scelte e strategie”. Non a caso, serne anche i custodi. L’educazione costante al rispetto per la natura, alla dignità del lavoro e al sacrificio, hanno reso quei bambini di ieri i manager di oggi. “Per questo siamo a sostegno di aziende che mirano a distinguersi per la propria sensibilità green – sottolinea Maura – e perseguiamo da anni l’obiettivo di favorire una produzione rispettosa delle risorse umane e ambientali. Abbiamo messo in pratica una serie di comportamenti virtuosi che vanno dalla dotazione di idonee certificazioni ambientali all’adozione di nuovi modelli d’acquisto e di gestione aziendale. Studiamo e realizziamo soluzioni su misura, ecocompatibili e di alto livello. L’attitudine al servizio e alla consulenza pervade ogni nostra attività. Per questo tutta la struttura, a ogni livello, è caratterizzata da una notevole flessibilità d’intervento che, al di là di ogni altra cosa, è ciò che più apprezza chi ci sceglie”. Maura Trainoni gestisce l’impresa di famiglia

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assieme al fratello Walter Cainelli e allo zio Gianni Cainelli. Fino a pochi anni fa era presente anche Sonia, la mamma di Maura. Il core di Esperia abbraccia tre business diversi e complementari: la stampa di libri, la cataloghistica commerciale e le linee di packaging. I libri che escono da Esperia “nascono e crescono” interamente nello stabilimento di Lavis, dove ha sede l’azienda. Tutte le competenze sono presenti in house: “Dalla progettazione grafica ai layout esecutivi, dalla stampa alla legatoria”. Per lavorazioni particolari si procede tramite una rete collaudata di interlocutori esterni. “Negli ultimi anni – sottolinea Trainoni – il libro è tornato a essere un prodotto molto richiesto. Sembrava che tutto si spostasse verso il mondo digitale, con la smaterializzazione dei volumi cartacei, ma il mercato ha dimostrato il contrario. Registriamo un notevole aumento nella domanda sia a livello generale, di settore, sia per la nostra azienda”. Seguendo questo trend di crescita, Esperia ha da poco approvato un importante investimento per acquisire nuovi macchinari e tecnologie nella linea produttiva, per essere ancora più performante. Accanto al libro, prodotto principe dell’editoria, Esperia ha differenziato puntando sul packaging, con “prodotti che comunicano contenuti ed emozioni”. Si tratta di “lavorazioni particolari della carta – continua la responsabile marketing – che si arricchiscono mediante forme tridimensionali, valorizzando la comunicazione delle aziende che si rivolgono a noi. Lavoriamo da alcuni anni con Menz&Gasser, con la quale abbiamo costruito un rapporto di reciproca fiducia”. I mercati di riferimento sono il Trentino e l’Alto Adige, dove Esperia realizza il 70-80% del fatturato. “Ci muoviamo bene anche nel nord Italia, in Veneto, Lombardia e in Emilia-Romagna. E una percentuale ridotta del nostro business, circa il 4%, viene realizzata all’estero: Svizzera, Francia e Germania”. Il mercato provinciale e regionale rappresenta storicamente lo spazio di vita di Esperia, che nasceva in Trentino quasi sessant’anni. Una lun-

ga esperienza alle spalle, radicata sul territorio, cresciuta tramite una vasta rete di rapporti di fiducia. Nei primi anni 2000, l’acquisizione di un’azienda altoatesina del settore ha permesso ad Esperia di entrare direttamente nel mercato sudtirolese. La sede operativa rimane quella di Lavis, ma Esperia possiede oggi anche un ufficio commerciale a Bolzano e dei presidi in Veneto e in Emilia-Romagna. (adb)

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Il cartone? Cool e green Dagli Anni Settanta Bertolin Imballaggi produce packaging in cartone. Economiche, leggere ed eco-friendly le confezioni in carta rappresentano importanti strumenti di marketing. Sempre attuali. di GENNY TARTAROTTI

SE LE CARTIERE

sono messe a dura prova dalla penuria di materie prime e dal caro energia al punto da essere costrette a procedere a singhiozzo o in alcuni casi a fermare la produzione, il settore degli imballaggi in cartone non sembra riscontrare, almeno in Trentino e almeno per il momento, le stesse criticità. “Nelle ultime settimane sono aumentati gli ordinativi a medio lungo termine. Se una volta lungo termine voleva dire una settimana, ora abbiamo la produzione piena per due mesi. Anche se

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purtroppo non siamo più in grado di garantire il prezzo al momento dell’ordine”. Omar Rota, ceo di Bertolin Imballaggi, azienda attiva nella produzione di packaging in cartone per il mercato alimentare e industriale, riporta dei dati in controtendenza rispetto a quello che ci si aspetterebbe, ma sottolinea anche come questo possa rappresentare la diretta conseguenza di una corsa agli acquisti e segnala anche come l’aumento del 45% del fatturato nel primo trimestre 2022 sia determinato dall’incremento del costo delle materie prime. 30 milioni di imballaggi prodotti e 11 milioni di euro di fatturato a fine 2021, Bertolin Imballaggi non rallenta la sua crescita, puntando verso livelli qualitativi sempre più elevati e mercati nuovi. “Abbiamo da poco terminato una campagna di investimenti durata cinque anni – racconta –. Siamo soddisfatti dei risultati raggiunti. Se prima il nostro mercato di riferimento era rappresentato da Trentino e Veneto, ora abbiamo importanti sbocchi in Friuli, Piemonte, Toscana, Emilia-Romagna e Francia”. Territori contraddistinti da un elemento comune: il mercato vitivinicolo. Settore su cui l’azienda ha puntato fin dagli Anni Settanta. Nata nel 1948 come Segheria Imballaggi F.lli Bertolin, specializzata nella produzione di cassette in legno per il mercato ortofrutticolo, negli Anni Settanta converte la produzione in imballaggi di cartone. Leggere ed economiche le confezioni in cartone conoscono un successo crescente, diventando potenti strumenti di marketing. Non solo. Trattandosi di prodotti realizzati quasi esclusivamente partendo da materiali riciclati, gli imballaggi in cartone hanno conosciuto negli anni un successo crescente. La filiera della carta, regina dell’economia circolare, risulta essere una


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delle supply chain maggiormente sostenibili e da subito ricca di opportunità. l’utilizzo del cartone è stato ed è tutt’ora privi- “Il settore vinicolo, che in Trentino vanta una tralegiato rispetto all’impiego di altri materiali. “Il dizione antica e radicalizzata, è diventato in poco 70% del cartone che produciamo è composto al tempo il mercato di riferimento”. Non solo vino, 100% da materiale riciclato – commenta – mentre ma anche confezioni per il settore alimentare in il restante 30% possiede una percentuale di rici- generale. Ultimo obiettivo raggiunto il territorio clo pari all’80%. Le cartiere lavorano sulla soste- siciliano. “La Sicilia rappresenta un patrimonio nibilità del prodotto da molto tempo, altrimen- di eccellenze culinarie e prodotti tipici – spiega ti – scherza – a quest’ora saremmo senza foreste con soddisfazione –. Al momento le cose stanno in Europa”. Nella storia di Bertolin Imballaggi il andando bene, ma la situazione drammatica in cartone ha incontrato il vino. La filiera vinicola, cui siamo tutti precipitati non consente di fare con un’elevata domanda di scatole in cartone per previsioni. Ad ogni modo, qualunque cosa accail packaging e per le spedizioni, si è rivelata fin da, ricominceremo ancora e ancora”.

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Generazioni, impresa e territorio Intervista ad Alberto Zanetti, delegato del territorio di Alta e Bassa Valsugana, Bersntol, Tesino e Valle di Cembra. di SILVIA BRUNO, Comunicazione Istituzionale, Confindustria Trento

ALBERTO ZANETTI,

il mondo sembra ogni giorno più piccolo. Qualsiasi ragionamento di carattere locale non po’ prescindere dalla considerazione dell’impatto delle dinamiche globali: geopolitiche, economiche, ambientali… Partiamo, necessariamente, da qui. Stiamo attraversando un periodo molto strano. Le aziende hanno sofferto per due anni a causa della pandemia: evento straordinario, improvviso e dirompente che ha messo a dura prova tutte le imprese, e così anche il nostro lavoro. Nel momento in cui, sull’onda di una ripresa generale e di un trend di medio-lungo periodo positivo, ci era sembrato di potere riprendere fiducia e solidità, arriva questa nuova ondata di effetti negativi: prima il problema dei costi energetici e dei costi delle materie prime in generale, e ora anche la guerra, con le ripercussioni che sta avendo e avrà anche nei confronti del nostro business locale. Gli imprenditori che incontro sono sfiduciati: hanno la sensazione di essere tornati a due anni fa, di essere in balìa di eventi incontrollabili e di avere pochi strumenti per reagire in maniera efficace. Ciò detto, ho anche la percezione che i nostri associati non si perdano mai d’animo: anche nel nostro Trentino orientale le aziende rimangono dinamiche: investono in 4.0, in ristrutturazioni, riorganizzazioni, ampliamenti. E in effetti il lavoro, nonostante tutto e ancora oggi, non mancherebbe… La situazione è decisamente paradossale. In questi mesi, in molti abbiamo lavorato moltissimo. Ma chi ha acquisito commesse e ordinativi è ora in difficoltà perché fa fatica a scaricare sui propri clienti gli aumenti delle forniture. E non è questo

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il solo, grosso problema. Perché con le materie prime che non si trovano e i ritardi nelle consegne, l’imprenditore non deve soltanto gestire costi elevatissimi e non preventivati: c’è il rischio che i clienti possano applicare penali o contestazioni per inadempienze contrattuali. Come si dice: il danno e la beffa insieme. Nonostante le difficoltà, e forse anche in qualche misura rafforzate dalla complessità presente, anche le attività associative sul territorio di riferimento hanno mantenuto ritmo e contenuto. Così è. Il gruppo di imprenditori di questa zona ha sempre mantenuto particolare vitalità nella relazione e nello scambio, nella partecipazione


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organizzazione, sia che si tratti delle sinergie tra gli attori del territorio. Collaborazioni, dinamiche di rete e sinergie tra gli attori del settore economico, sociale, culturale delle nostre valli sono un aspetto connaturato. Vale la pena di evidenziare in particolare i rapporti con il mondo della formazione e in generale il tema dell’inserimento dei più giovani in azienda. Al di là delle prassi in essere, per le quali non possiamo che esprimere entusiasmo e soddisfazione, mi piace valorizzare lo spirito con il quale noi imprenditori viviamo l’assunzione di ogni giovane collaboratore. Crediamo fortemente, anche su questo versante, nel ruolo sociale dell’impresa, che dopo la famiglia e la scuola è essa stessa palestra di vita e occasione per la crescita personale, oltre che professionale, dell’individuo. Per questo, cerchiamo di creare per i giovani le migliori condizioni di ingresso, e li accompagniamo, tra le altre cose, anche nell’apprendimento del senso di responsabilità, delle regole e dei modelli di comportamento. Riconoscere i segni di questo percorso di crescita Le vostre iniziative associative prestano partico- e cambiamento è di soddisfazione anche per la lare attenzione all’aspetto relazionale: sia che proprietà, e dà in generale il senso del valore si parli delle dinamiche interne a ogni singola dell’esperienza del lavoro.

e nella promozione di iniziative dedicate, con particolare riguardo a temi trasversali e di interesse condiviso. Negli ultimi tempi abbiamo organizzato alcune tavole rotonde: sul cambiamento nella gestione del personale, sulla gestione dell’aumento dei costi energetici. A maggio ci concentreremo sull’argomento caldissimo del passaggio generazionale: un aspetto fondamentale, perché riguarda la sopravvivenza dell’azienda stessa, che tutti conoscono ma nessuno vuole affrontare, quasi si tratti di una specie di tabù. Invecchia la popolazione, e invecchia anche la governance delle nostre aziende: nei giorni scorsi, una statistica riportata dal Corriere del Trentino mostrava come, tra il 2012 e il 2021, il numero degli over 60 presenti in azienda e con cariche sia aumentato del 30%, laddove il numero degli under 30 si è ridotto del 5%. Il nostro intento è di sensibilizzare sia i senior che gli junior su un aspetto che deve essere gestito in maniera pragmatica e oggettiva, perché si tratta di una vera e propria scelta strategica aziendale.

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Leggere il presente, progettare il futuro Ronzani Engineering, new entry nella grande famiglia di Confindustria Trento, ha sempre investito su know how, formazione e innovazione. E ora è pronta a conquistare i mercati mondiali.

MECCANICO,

regolare, preciso. Il movimento ceutica e cosmetica le Fiorettatrici vengono procon cui i tamponi rotanti delle Fiorettatrici im- dotte da poche aziende di nicchia. Fra queste la primono sulle lamiere la particolare finitura di Ronzani Engineering di Levico Terme. Fondata lucidatura circolare sovrapposta ed incrociata, nel 1975 da Angelo Ronzani con il figlio Franco, chiamata appunto fiorettatura (detta anche ro- ai quali si affianca nel 1984 l’altro figlio Paolo. settatura, damascatura o marmorizzazione), pro- L’azienda familiare è arrivata oggi alla terza geduce all’occhio dell’osservatore un effetto ma- nerazione con l’ingresso del nipote Roberto. gnetico e ipnotico. Lo scopo può essere anche “Nata come studio di progettazione e costruziosemplicemente estetico-decorativo, ma la fun- ne di impianti per l’automazione industriale zione principale è di trattare in modo specifico su commessa – racconta Franco Ronzani – la la superficie interna di serbatoi e contenitori Ronzani Engineering, alla fine degli anni Ottannascondendo impurità, imperfezioni, piccole ta, in seguito alla progettazione su commessa deformazioni e dando omogeneità alle superfici della prima Fiorettatrice, inizia la trasformaziodi lamiere in acciaio inox e alluminio. Impiega- ne dall’ideazione e costruzione su richiesta alla te soprattutto nell’industria alimentare, farma- produzione e vendita del proprio prodotto. L’a-

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zienda entra così nel settore della lavorazione di lamiere in acciaio inossidabile dove, avvalendosi dell’esperienza in progettazione di impianti industriali, trova spazio per nuovi prodotti dedicati alla lavorazione di finitura superficiale delle lamiere in acciaio inox: macchine lucidatrici, stendipellicola protettiva, smerigliatrici per fondi e serbatoi, laminatrici/smerigliatrici saldature su lamiere e serbatoi, saldatrici puntatrici intercapedini per il controllo della temperatura all’interno dei serbatoi per l’industria alimentare”. Da allora la crescita è stata costante. Sicuramente grazie al know-how, ma anche alla capacità, propria dei migliori imprenditori, di essere lungimiranti e di capire su cosa conviene investire energie e risorse. L’ultimo traguardo: la nascita di Ronzani Design con la produzione di un nuovo prodotto, chiamato Alrox. Pannelli in lamiera di vario materiale con particolari finiture superficiali, dall’effetto ottico tridimensionale, impiegati prevalentemente nell’arredamento. Oggi l’impresa può vantare una sede produttiva di circa 2mila mq, 17 collaboratori, e un fatturato annuo che sfiora i 4 milioni di euro, metà del quale proveniente dai mercati esteri. “Negli anni – precisa Ronzani – oltre che in Europa e Stati Uniti, nostri mercati principali, abbiamo iniziato ad avere commesse anche dal Sud Est Asiatico, dall’Australia, dal Sud Africa e dall’America del Sud. Il 50% del nostro fatturato proviene dall’estero, di questo il 25% deriva dall’Europa e il restante dal resto del mondo”. All’inevitabile domanda sulla situazione dei mercati ucraini, bielorussi e russi risponde: “Fortunatamente non abbiamo in corso contratti attivi. Abbiamo però offerte in essere e il nostro rivenditore russo ci sta chiedendo quali sono le nostre intenzioni. Stiamo cercando di capire se i nostri prodotti rientrano tra quelli soggetti a sanzioni”. Una situazione complessa che aggrava pesantemente un quadro economico già provato da due anni di pandemia. “Abbiamo grosse difficoltà a reperire le materie prime – evidenzia – . Dobbiamo ancora ricevere

dei componenti elettronici ordinati a settembre. Non sappiamo quando arriveranno, perciò, stiamo cercando di recuperare materiali alternativi. Non parliamo poi dei prezzi, sono alti, ma ormai non ci facciamo neanche più caso”. (gt)

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L’ambiente naturale è in tavola Casearia Monti Trentini è una realtà di dimensione industriali che ha mantenuto un’impronta familiare e la qualità del lavoro artigianale, per un’economia di salvaguardia della montagna.

IL PAESAGGIO

nel prodotto: Casearia Monti rizza e supporta le aziende agricole, favorisce l’alpegTrentini utilizza solo latte vaccino del territorio che gio e la conservazione dei pascoli, consente la cura e proviene da 120 aziende agricole sparse sul territorio il mantenimento dei boschi e del paesaggio alpino a del Trentino e del Veneto entro un raggio di 90 chi- tutto vantaggio dell’equilibrio ambientale”. lometri da Grigno, in Valsugana, dove l’impresa ha La materia prima giunge nei caseifici e viene lala sede principale, luogo della produzione e punto vorata quotidianamente “dai nostri esperti casari vendita. L’altro stabilimento si trova a Enego, storica – prosegue Maria Vittoria – nel segno di una gestiosede del caseificio della famiglia Finco, dove l’attivi- ne familiare di lungo corso e di grande esperienza, così come ci è stata tramandata da nostro bisnontà cominciò il secolo scorso. “I nostri formaggi – spiega Maria Vittoria Finco, re- no”. Florindo Finco, il bisnonno di Maria Vittoria, sponsabile marketing – provengono esclusivamente iniziò la tradizione casearia della famiglia nel 1925 da territorio montano, nei paesaggi delle Dolomiti, sull’Altopiano di Asiago. Gli anni successivi, con le dove gli allevatori a cui ci rivolgiamo, con la loro difficoltà e le fatiche dovute all’isolamento montano, presenza in montagna, si prendono cura del paesag- il dopoguerra, l’emigrazione e le incertezze della rigio preservando alpeggi e pascoli”. I caseifici Monti costruzione, segnano le sorti della famiglia Finco e Trentini sono “il motore di una filiera che genera della loro impresa, che attraversa indenne un secolo un’economia di salvaguardia della montagna, valo- di storia. Negli anni ’60 il figlio di Florindo, Gian-

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franco, fonda il Caseificio Finco di Enego e successivamente, verso la fine degli anni ’80, insieme ai suoi figli, la Casearia Monti Trentini. Negli anni si passa dalla forza lavoro di poche braccia a quella di quasi 120 dipendenti e collaboratori. Questa la fotografia odierna di Casearia Monti Trentini: una realtà di dimensione industriali che ha mantenuto la qualità del lavoro artigianale e una rigorosa impronta familiare. Al timone dell’azienda ci sono oggi quattro fratelli, figli di Gianfranco: Fiorenzo, Fabio, Florindo e Federica Finco. Assieme a loro, la quarta generazione è già presente e ben radicata: quattro cugini che perpetuano la tradizione con affiatamento e passione per un lavoro prezioso, di antica memoria alpina agro-silvo-pastorale. Le sedi di Monti Trentini sono due e ben distinte. Presso lo stabilimento di Grigno, ultramoderno e tecnologico, vengono prodotti vari formaggi con latte vaccino di tradizione alpina, trentina e veneta: “Più di 50 formaggi di nostra produzione, con oltre 300 referenze suddivise per tipologie di taglio, lavorazione e confezionamento”. Mentre a Enego, nello storico caseificio si lavora per la produzione esclusiva dell’Asiago DOP. Il mercato di riferimento prevalente è quello nazionale, ma una percentuale significativa del fatturato è realizzata all’estero. “Circa il 20% del nostro giro di affari”, precisa Maria Vittoria Finco. “Lavoriamo bene in Europa e siamo presenti nel mondo. In America Latina: Messico, Perù e Colombia. E in Nord America: sui mercati statunitense e canadese”. A orientare la produzione di Casearia Monti Trentini sono la qualità e il rispetto dell’ambiente. Per

un’azienda che mette il paesaggio nel piatto, questi sono principi cardine. “Lavoriamo per portare in tavola la qualità e la genuinità del nostro ambiente naturale – conclude Maria Vittoria – e per costruire un’impresa le cui produzioni siano sostenibili, rispettose dell’ambiente ed efficienti da un punto di vista energetico. Il nostro stabilimento principale è dotato di un impianto di cogenerazione che ci ha consentito, finora, di produrre energia per un totale di 10.096.447 kWh, equivalenti a 4.038,58 tonnellate di CO2 non immesse in atmosfera”. (adb)

Novità da Iveco Bus Iveco Bus ha consegnato sette minibus Daily Line a Trentino Trasporti, che verranno impiegati per il trasporto studenti di Trento e provincia, per tratte dedicate a trasporti interurbani e anche per servizi a chiamata.

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Nuove regole per la filiera agro-alimentare A metà giugno scade il termine per adeguare i rapporti commerciali in corso alla disciplina di recente adottata: tra pratiche commerciali sleali e libertà negoziale (esigua) degli operatori. di PAOLO ANGHEBEN, Diritto d’Impresa e Affari Legali, Confindustria Trento

L'EUROPA

prima e l’Italia poi hanno predisposto essere e rimanere conformi a principi di trasparenza, un nuovo quadro di regole per le “cessioni di beni di correttezza, di proporzionalità e di reciproca corriagro-alimentari” a partire dall’assunto che nella fi- spettività delle prestazioni. liera agricola e alimentare siano estremamente fre- Il contratto dovrà essere concluso obbligatoriamente quenti considerevoli squilibri nel potere contrattua- per iscritto, anche nelle forme snelle di documenti di trasporto o di consegna, fatture, ordini di acquile tra fornitori e acquirenti. Stiamo parlando di uno dei settori trainanti del co- sto che facciano seguito ad un più esaustivo accordosiddetto “Made in Italy” e quindi la questione assu- quadro scritto a monte. me un rilievo tutt’altro che trascurabile; gli squilibri Elementi minimi che non potranno mai mancare che hanno ispirato l’intervento normativo risultano nei contratti saranno l’indicazione della durata, delparticolarmente evidenti nel nostro paese a causa le quantità e caratteristiche del prodotto, del prezzo della grande frammentazione verso il basso della fi- – determinato o quanto meno determinabile dall’iliera produttiva, cosicché tali asimmetrie nel potere nizio -, delle modalità di consegna e di pagamento; contrattuale non di rado sfociano in pratiche com- a sua volta la durata dei rapporti commerciali non potrà mai essere inferiore a dodici mesi, salve ipotesi merciali sleali. Ciò accade nel momento in cui partner commerciali specificamente individuate o deroghe motivate. più grandi e strutturati cercano di imporre determi- Ed è qui che interviene la parte se vogliamo più ostinate prassi o condizioni contrattuali a proprio van- ca della disciplina perché il legislatore predispone taggio, relativamente ad un’operazione di vendita: si tre distinti elenchi di pratiche commerciali vietate, tratta per lo più, nella narrazione corrente, di porre come tali suscettibili – qualora riscontrate in conrimedio agli abusi derivanti dallo strapotere delle creto - di travolgere accordi già stipulati: i primi due elenchi sono di diretta derivazione dalla Direttiva centrali della grande distribuzione. Ora, a seguito di una direttiva europea del 2019, il europea con la differenza sostanziale che le pratiche legislatore si propone di mettere ordine nella disci- rientranti nel secondo elenco – a differenza di quelle plina formatasi nel corso dell’ultimo decennio, disci- rientranti nel primo, sostanzialmente non sanabiplina rimasta peraltro largamente disattesa almeno li in alcun modo - rendono nullo il contratto solo sul piano delle sanzioni previste e raramente appli- se non sono state precedentemente concordate per cate: l’ipotesi presa in considerazione è quella di un iscritto dalle parti. Il terzo elenco è il frutto dello rapporto commerciale tra acquirenti e fornitori di “zelo” del legislatore nazionale che aggiunge ulteriori prodotti agricoli e commerciali (B2B), con esclusio- ipotesi di pratiche commerciali sleali a quelle prefine delle relazioni dirette con i consumatori, purché gurate dalla Direttiva europea. sia posto in essere da fornitori stabiliti nel territorio Occorre a questo punto, anche a fronte di un genenazionale, indipendentemente dal fatturato di forni- rale inasprimento delle sanzioni, che ciascun operatore confronti analiticamente le proprie condizioni tori e acquirenti. In primo luogo si identifica un nucleo di principi contrattuali con quelle inserite negli elenchi per non ed elementi essenziali dei contratti di cessione come correre il rischio di veder dichiarati nulli gli accordi standard minimo: i contratti di cessione dovranno già stipulati.

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Un bando a sostegno delle nuove imprese Confindustria Trento, tramite Assoservizi srl, fornirà il proprio sostegno alle imprese giovanili e femminili in fase di avviamento. di GIANLUCA FEDRIZZI, Assoservizi Confindustria Trento

SOSTENERE

economico-finanziaria; la nascita e la crescita di nuove imacquisto di beni mobili nuovi (arredi, macprese a partecipazione giovanile e femminile sul • chinari, attrezzature, impianti, hardware e territorio provinciale che poggiano su idee innosoftware). vative, costituitesi fino a 12 mesi prima della domanda: questo l’intento dell’Avviso 1/2022, adotta- Gli aiuti previsti sono concessi in forma di contributo a fondo perduto e variano su due alito dalla Giunta provinciale lo scorso 8 aprile. In particolare, l’intervento, che ha una dota- quote diverse, ovvero 40% e 50% in funzione dei zione finanziaria pari a 1,4 milioni di euro, si punteggi attribuiti in sede di valutazione. concretizzerà nel sostegno ai costi iniziali che Il neoimprenditore è tenuto a presentare un bule nuove imprese devono affrontare, e che spes- siness plan e a frequentare un percorso formatiso rappresentano un ostacolo non indifferente vo sulle tematiche sopraelencate. Le domande di contributo potranno essere preall’avvio di attività. Le principali tipologie di spesa ammesse a con- sentate a Trentino Sviluppo dal 28 aprile al 28 luglio tramite la piattaforma Agorá. tributo riguardano: • spese notarili e amministrative relative alla Assoservizi srl, riconosciuta Cat Imprese – Centro Assistenza Tecnica, affianca e assiste le nuocostituzione dell’impresa; • consulenze negli ambiti marketing, comuni- ve imprese nella fase di presentazione della domanda e rendicontazione delle spese, oltre alla cazione e gestione d’impresa; • formazione riguardante le tematiche digital stesura del business plan e all’erogazione della marketing, innovazione d’impresa, gestione formazione.

PNRR: Confindustria Trento per le imprese Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, con il suo pacchetto di investimenti complessivi da 220 miliardi di euro, costituisce una grande occasione di rilancio per tutto il Paese. Gli investimenti previsti dal Piano hanno infatti l’obiettivo di rilanciare l’economia italiana per renderla più digitale, dinamica, sostenibile e inclusiva. Alle imprese associate, Confindustria Trento propone supporto e affiancamento specializzato per consentire un’agile lettura del Piano. L'Associazione offre inoltre un costante monitoraggio delle principali opportunità per le imprese, selezionando le sole iniziative di vero interesse per il target delle aziende industriali aderenti. Tutte le notizie, sempre aggiornate, sono accessibili alla pagina PNRR del sito confindustria.tn.it.

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Fondimpresa Trento: rinnovate le cariche Rieletto alla presidenza Marcello Lunelli: “L’impresa sarà tanto più sostenibile se affronterà le sfide rispetto al tema del lavoro come un’opportunità per accrescere la propria competitività”.

FONDIMPRESA

Trento, il Fondo Interprofessionale del Trentino che vede coinvolti Confindustria Trento, CGIL, CISL e UIL del Trentino, si è riunito per rinnovare le cariche relative al triennio 2022-2024. Marcello Lunelli è stato riconfermato alla guida del Fondo, mentre ha assunto il ruolo di vicepresidente Alan Tancredi, UIL del Trentino, che subentra a Andrea Grosselli della CGIL. Siedono, con loro, nel consiglio di amministrazione Stefania Segata e Maria Cristina Poletto per Confindustria Trento, Maurizio Zabbeni per la CGIL e Michele Bezzi per la CISL. Oltre al rinnovo delle cariche l’Assemblea ha fatto il punto sull’attività del Fondo che dal 2007 è impegnato quotidianamente nell’offrire strumenti innovativi per la formazione all’interno delle aziende. L’idea da sempre è quella di strutturare opportunità formative garantite da una gestione bilaterale tra parti datoriali e sindacali, grazie alle quali si è in grado di valorizzare allo stesso tempo il ruolo delle imprese, dei lavoratori e dei loro rappresentanti. Un binomio vincente che negli anni ha portato alla soddisfazione di fabbisogni condivisi. “Fondimpresa è il partner che

oggi più che mai favorisce, sostiene e stimola il perseguimento degli obiettivi strategici delle politiche del lavoro come pure, tra le altre, quelle per la sostenibilità - afferma il rieletto presidente di Fondimpresa Marcello Lunelli –. E su quest’ultimo punto, ritengo che l’impresa sarà tanto più sostenibile se affronterà le sfide rispetto al tema del lavoro come un’opportunità per accrescere la propria competitività, favorendo modelli che rafforzano e incrementano le competenze dei propri collaboratori sul piano professionale, quanto personale.” Un metodo di successo misurabile anche in termini numerici: ad oggi le aziende aderenti sono circa 1.900 – nel 2016 erano 1553 - ed occupano un numero complessivo di lavoratori che si attesta introno ai 40mila. Le attività non si sono fermate neanche a causa della crisi pandemica, difatti sono stati oltre 998 i Piani formativi finanziati nel triennio 2019-2021 per oltre 16mila lavoratori coinvolti ed un finanziamento impegnato di circa 5,3 milioni. Marcello Lunelli

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Il Trentino a Dubai In occasione di Expo 2020 la missione commerciale e istituzionale negli Emirati Arabi Uniti: a seguito dei contatti avviati sul posto, si aprono ottime prospettive di stabili collaborazioni.

DAL 5

al 10 febbraio scorsi Confindustria Trento e Trentino Export hanno organizzato, in collaborazione con la Provincia autonoma di Trento, una missione commerciale e istituzionale negli Emirati Arabi Uniti, nel quadro dell’Expo Dubai 2020 che, per effetto del Covid-19, si è svolto appunto dal 1° ottobre 2021 al 31 marzo 2022. La prima parte della missione, dal 5 al 8 febbraio, è stata di carattere esclusivamente commerciale, organizzata da Trentino Export e guidata da Barbara Fedrizzi, con il doppio incarico di presidente del Comitato Piccola Industria di Confindustria Trento e, appunto, di presidente di Trentino Export. Vi hanno partecipato quattro imprese trentine: Alfalinea, Duesa Pharm, Elixe e Metalife. Grazie alla struttura operativa di Trentino Export presente stabilmente a Dubai, specializzata nel fornire supporto alle imprese per l’ingresso sul mercato emiratino e per la ricerca partner e clienti, le quattro aziende hanno svolto con soddisfazione oltre 40 incontri business to business. Soprattutto, in occasione del coordinamento di marzo a un mese dal rientro dalla missione, le imprese hanno confermato di avere in corso contatti con le aziende emiratine incontrate a Dubai, con ottime prospettive di concludere contratti di vendita e attivare stabili collaborazioni. Ciò a conferma della buona selezione partner svolta e dell’effettivo successo dell’iniziativa commerciale. La missione è proseguita, l’8-10 febbraio, con una parte più istituzionale ma non per questo meno operativa. Si sono uniti alla delegazione il presidente di Confindustria Trento, Fausto Manzana, il direttore generale, Roberto Busato

e Marisa Zeni, titolare di Eurostandard, nonché i rappresentanti di Provincia e Regione: Achille Spinelli, assessore allo Sviluppo economico, Ricerca e Lavoro della Provincia autonoma di Trento; Raffaele Farella, dirigente dell’Unità di Missione semplice per le Attività internazionali della Provincia autonoma di Trento; e Marcello di Francesco Torregrossa, responsabile dell’Ufficio di Gabinetto della Regione Trentino-Alto Adige. Si è svolta una due giorni di lavoro, confronto e programmazione di iniziative future con alcuni dei principali player emiratini attivi nel campo dell’internazionalizzazione e della ricerca e sviluppo. La delegazione al completo è stata ricevuta presso il Padiglione Italia, dal Commissario generale d’Italia a Expo Dubai, Paolo Glisenti, dal console generale d’Italia a Dubai, Giuseppe Finocchiaro, dal direttore Ice Dubai, Amedeo Scarpa, e dal viceconsole, Damiano Fior. Si è trattato di un utile momento di confronto su molte possibili linee di lavoro rivolte a intensificare gli scambi commerciali con Dubai e con gli Emirati Arabi Uniti tutti. La delegazione ha incontrato, poi, varie strutture governative emiratine, di supporto e sviluppo agli investimenti in Dubai, di incubazione e innovazione industriale e capaci di individuare e coinvolgere potenziali partner locali nelle possibili e auspicate iniziative di business trentino negli Emirati Arabi Uniti: Dubai Science Park; Sharjah Research Technology and Innovation Park; la Municipalità di Dubai; Dubai Industries & Exports; Dubai South Free Zone; Smart Dubai. In particolare, la delegazione ha incontrato il ceo dello Sharja Technology Park, Hussain Mo-

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hamed al Mahoudi. Questa nuova realtà della ricerca e dell’innovazione che si sta affacciando con forza nello scenario internazionale parte da un’iniziativa dell’Emirato di Sharja ed ospita un rilevante centro di ricerca scientifica sul trasporto intelligente del mondo. Nel corso del dialogo si sono individuate alcune aree nelle quali si approfondiranno i contenuti per una partnership: manifattura avanzata (additive manufacturing) e tecnologie dei materiali. Particolarmente fruttuoso è stato l’incontro con il ceo di Dubai Industry and Export Saed Alawadi, e la sua prima linea esecutiva. Si tratta dell’ente governativo il cui compito è supportare le imprese lì stabilite, emiratine e straniere, nell’ esportazioni, fornendo guida, consulenza e supporto pratico costanti sia agli acquirenti che ai fornitori d’oltremare. Lavora a stretto contatto con altri dipartimenti governativi per semplificare il processo di esportazione e fornisce numerosi servizi: informazioni commerciali, consulenza sul marchio, rappresentanza finanziaria, legale ed estero e accesso a potenziali acquirenti. Nel confronto, sono emerse interessanti opportunità di matchmaking e collaborazione fra imprese trentine e di Dubai con l’obiettivo di rispondere ai bisogni di sviluppo emiratino nei

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settori agroalimentare, elettronico/tecnologico e dei materiali. Infine, la delegazione trentina è stata ricevuta alla Dubai South Free Zone, il più grande sviluppo urbano unico di Dubai incentrato su un ecosistema aeronautico e logistico che ospita l’aeroporto più grande del mondo quando pienamente operativo, integrato da un’infrastruttura di trasporto multimodale che collega aria, terra e mare. Il distretto logistico di 18 kmq facilita la movimentazione delle merci attraverso il corridoio logistico, consentendo lo spostamento delle merci dal porto all’aeroporto in soli 20 minuti. L’infrastruttura avanzata include strutture di magazzino e consente ai sistemi di stoccaggio flessibili di supportare un flusso continuo di merci, prodotti e servizi. Inoltre, il distretto comprende un’apposita zona di e-commerce EZDubai, una zona di 920 mila metri quadrati dedicata al potenziamento delle strutture di e-commerce negli Emirati Arabi Uniti e nella regione con la sua gamma di soluzioni aziendali per multinazionali e piccole e medie imprese (pmi). Si compone di sei aree dedicate che soddisfano i vari tipi di esigenze aziendali di e-commerce come centri dell’ultimo miglio, centri di adempimento elettronico, centri di riparazione e restituzione, centri di fornitura e soluzioni per ufficio. Attraverso visite e incontri presso le strutture citate, la delegazione trentina ha potuto valutare non soltanto il valore delle antenne in loco, utilizzate nella fase commerciale della missione per intercettare nuove opportunità di business, ma anche l’opportunità di stimolare l’attivazione di veri e propri cluster di aziende capaci di sfruttare le grandi potenzialità in termini di agevolazioni e dinamicità del mercato, per poter pensare anche ad attività più stabili negli Emirati. (na)


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Quanto versa l’Italia all’Ue? Fino al 2020, l’Italia era il terzo contribuente netto dell’UE, dopo la Francia e la Germania. Dal 2021 la svolta: il nostro Paese è entrato nel club dei partner europei definiti “beneficiari netti”.

IL BILANCIO generale dell’Unione europea è finanziato da tre principali fonti di entrata: i contributi dei singoli Paesi dovuti in base al reddito nazionale lordo (circa il 70% del totale), quelli provenienti da una percentuale (0,3 %) dell’Iva e i dazi doganali sui beni extra-Ue. Per anni abbiamo sentito dire che l’Italia versa alle casse dell’Unione europea più di quanto riceve. Ed in effetti è così, ma questo è anche uno dei cardini della cosiddetta “politica di coesione”, ossia l’insieme di azioni e progetti messi in campo da Bruxelles per ridurre le disparità di sviluppo fra le regioni degli Stati membri, rafforzando così la coesione economica, sociale e territoriale attraverso le risorse dei fondi strutturali europei: quello per lo Sviluppo regionale (Fesr), quello Sociale (Fse) e quello di Coesione (Fc). Fino al 2020, effettivamente, l’Italia era il terzo contribuente netto dell’Ue, dopo la Francia e la Germania, che è il “socio” che paga la quota più cospicua, essendo anche quello più ricco. Grecia, Ungheria e Polonia erano invece sempre in testa alla classifica dei beneficiari. Dalla relazione annuale sui rapporti finanziari tra l’Italia e l’Unione europea redatta dalla Corte dei conti, emerge che nel 2020 l’Italia ha partecipato al bilancio europeo con

versamenti per complessivi 18,2 miliardi di euro (+1,4 miliardi rispetto al 2019). Mentre sul fronte delle assegnazioni, il bilancio europeo attribuiva nello stesso anno all’Italia 11,66 miliardi di euro. L’avvento della pandemia ha portato a un cambiamento radicale, tanto che la Commissione europea ha deciso di introdurre importanti strumenti di solidarietà per favorire la ripresa dei 27, l’ormai famoso Next Generation Eu. Questo ha fatto sì che nel computo del “dare-avere” tra Stati membri, l’Italia sia entrata nel gruppo di Paesi che nel gergo comunitario vengono definiti “beneficiari netti”. In sostanza, significa che l’importo versato nelle casse europee è inferiore rispetto a quanto rientra da Bruxelles nel bilancio nazionale. Il merito è stato tutto del Piano nazionale di Ripresa e Resilienza, come certifica l’Ispettorato generale per i Rapporti finanziari con l’Ue che fa capo alla Ragioneria generale dello Stato. Ne risulta che l’Italia ha un saldo positivo di circa tre miliardi di euro e a fare la differenza con l’anno precedente sono i quasi nove miliardi di aiuti a fondo perduto a valere sul Pnrr versati a metà agosto dalla Ue. A questi vanno aggiunti circa 14 miliardi di “rientri” ordinari da Bruxelles. Complessivamente, quindi, 23 miliardi contro i 20 miliardi versati dall’Italia alle Ue a consuntivo 2021. (gf)

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Banche d’affari tascabili di successo Mediocredito Trentino Alto Adige ha ottenuto un upgrade del rating sui depositi da parte di Moody’s. Un risultato importante non solo per la banca amica delle imprese, ma per tutto il territorio.

IL 2022

ha portato significativi risultati per Mediocredito Trentino Alto Adige che si è vista riconoscere da parte dell’agenzia Moody’s un upgrade del rating sui depositi da Baa3 a Baa2. Il passaggio, si legge nel comunicato, è dovuto a due aspetti importanti: il costante miglioramento della qualità dei prestiti della banca, evidenziato dalla riduzione del peso degli NPL e l’ulteriore rafforzamento del già solido patrimonio di Mediocredito Trentino Alto Adige. “Questo importante risultato è frutto del costante impegno dell’intera squadra di Mediocredito – afferma Diego Pelizzari, direttore generale della banca –, che in anni non certo facili per l’economia ha saputo coniugare l’impegno per sostenere con il credito le imprese con la capacità di selezionare i progetti più meritevoli di creare valore per l’intero territorio. Dopo la crisi del 2008 il percorso di

miglioramento è stato costante e oggi possiamo dirci ampiamente soddisfatti. Moody’s è un’agenzia molto severa. Per usare una metafora, è

Mediocredito TAA presenta il Bilancio 2021 Più che positivo il bilancio 2021 della corporate bank trentina che registra un utile netto di 6,5 milioni di euro. Lo scorso anno l’attività corporate dell’Istituto è stata molto intensa, grazie al lavoro della struttura commerciale che ha portato al finanziamento d’importanti investimenti, correlati alla ripresa economica e alla ritrovata fiducia delle imprese. Risultato la crescita dei volumi di attività, degli indicatori di solidità e di reddittività. L’ incremento nel volume del nuovo credito concesso (+14% rispetto al 2020) ha superato i 280 milioni di euro, mentre i crediti caratteristici deteriorati lordi continuano nel loro virtuoso tracciato di contrazione, registrando anche quest’anno un -26,5%. Il risultato lordo di gestione raggiunge i 16,5 milioni di euro, stabile rispetto allo scorso esercizio. Ottima la crescita dell’utile lordo, che supera gli 8,7 milioni di euro, così come l’utile netto che sfiora i 6,5 milioni di Euro. Infine l’indicatore cost to income si conferma su livelli di eccellenza nel panorama nazionale, con un 41,6%.

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come un professore che non si accontenta di un buon voto da parte dello studente, ma valuta il percorso complessivo verso risultati che devono essere saldi e duraturi”. Oggi Mediocredito può infatti vantare crediti validi, buoni e resilienti con un bilancio 2021 più che positivo. “Il 2021 si è chiuso con un bilancio che vede la banca caratterizzata da una solidità patrimoniale, un utile che si rafforza e una forte presenza di credito sul territorio con il finanziamento di progetti importanti”. Uno scenario più che positivo ora messo in discussione dalla guerra ai confini dell’Ue. “La situazione che stiamo vivendo – prosegue – è straordinaria. Stiamo cercando di capire cosa sta accadendo. Quali fenomeni sono contingenti e quali invece strutturali. Le aziende trentine hanno fondamenta solide. Vengono da percorsi virtuosi che le hanno viste investire nell’innovazione, nell’industria 4.0, nel digitale, nella tecnologia, nelle risorse umane. Questo sarà d’aiuto in una fase di resilienza che sicuramente non sarà brevissima”. Un osservatorio privilegiato quello di Mediocredito Trentino Alto Adige, corporate bank che ricopre un ruolo chiave nel panorama industriale trentino. Ciò che la contraddistingue è la capacità di offrire risposte concrete alle necessità delle aziende e del territorio. “Amiamo definirci ‘la banca d’affari tascabile’, perché abbiamo studiato e messo a punto modalità per offrire alle Pmi, che costituiscono la grossa fetta delle imprese trentine, servizi complessi in formato semplice. Soluzioni a valore aggiunto, accompagnate da servizi di consulenza a supporto degli imprenditori indispensabili per una buona gestione del credito. Il tutto a costi contenuti e perciò usufruibili anche da parte di aziende meno strutturate che diversamente dovrebbero sostenere una spesa proibitiva o rinunciare al servizio. “Accompagnare le imprese negli investimenti e nella gestione del credito è importante non solo per l’impresa stessa, ma per lo sviluppo dell’intero territorio”. Ora più che mai Mediocredito Trentino Alto Adige è pronta a supportare le aziende davanti a

Prorogato l’accordo per il rafforzamento della struttura finanziaria delle piccole e medie imprese associate Lo scorso anno, Confindustria Trento e Mediocredito TrentinoAlto Adige avevano stretto un accordo per consentire alle piccole e medie imprese associate a Confindustria Trento di accedere a finanziamenti garantiti al 70% per investimenti materiali e immateriali e per supportare esigenze di liquidità e capitale circolante. Di questi giorni la notizia che la validità dell’accordo è stata prorogata fino al 30 giugno. Si tratta di un plafond da 50 milioni: un importante fetta dell’accordo FEI attivato da Mediocredito Trentino-Alto Adige con l’utilizzo del Fondo Paneuropeo di garanzia. I fondi riservati alle piccole e medie imprese associate a Confindustria Trento da Mediocredito Trentino-Alto Adige sono finanziamenti a 7 e 10 anni, con durate lunghe, come peraltro auspicato dalle aziende nelle recenti interlocuzioni con l’ABI. Alle imprese è riconosciuto così un beneficio finanziario, in termini di minor spread e minori spese accessorie. I finanziamenti potranno essere finalizzati a nuovi investimenti, al circolante e al rifinanziamento di obbligazioni esistenti, anche attraverso strumenti quali il leasing finanziario e, novità importante, le emissioni di minibond. Per informazioni Area Finanza d’Impresa T 0461 360046 finanzadimpresa@confindustria.tn.it

uno scenario straordinario. “Si tratta di una situazione eccezionale e ci aspettiamo misure eccezionali a livello europeo, nazionale e provinciale. Noi siamo pronti a tradurle in operatività”. (gt)

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Pillole di Finanza d’Impresa a cura dell’AREA FINANZA D’IMPRESA

Corso di (in)formazione per imprenditori delle Pmi – Prima edizione Al via il prossimo 6 aprile, la prima edizione del corso di (in)formazione per imprenditori delle piccole e medie imprese, organizzato da Confindustria Trento. Il percorso, gratuito per le aziende associate, è articolato in quattro incontri interattivi in modalità live streaming. Ogni incontro vedrà l’intervento di un diverso Istituto di credito, per offrire una visione completa delle logiche applicate alla valutazione del merito di credito di un’azienda. Accordo con Mediocredito Trentino-Alto Adige Prorogata fino al 30 giugno la validità dell’accordo sottoscritto dalla nostra associazione con Mediocredito Trentino-Alto Adige, per la concessione di finanziamenti assistiti da garanzia del Fondo Pan europeo al 70%, implementata dal Fondo europeo degli Investimenti. Il plafond da 50 milioni, interamente riservato da Mediocredito alle piccole e medie imprese associate a Confindustria Trento, è dedicato a finanziamenti con durata fino a 10 anni. Fondo Centrale: novità per finanziamenti connessi ai maggiori costi derivanti dagli aumenti dei prezzi dell’energia Per il periodo compreso tra il 1° aprile e il 30 giugno, a seguito del recepimento del DL Energia, è prevista la gratuità di intervento del Fondo per tutte le richieste di ammissione alla garanzia riferite a finanziamenti concessi a sostegno di comprovate esigenze di liquidità delle imprese, conseguenti ai maggiori costi derivanti dagli aumenti dei prezzi dell’energia.

Protocollo Quater Pat/Banche/Confidi Lo scorso 4 marzo, la Giunta provinciale ha approvato il nuovo Protocollo, destinato alle imprese con sede in Trentino, che abbiano subito un impatto negativo a seguito dell’emergenza Covid-19. Le imprese avranno tempo fino al 31 maggio per richiedere agli intermediari bancari aderenti i finanziamenti che concorrono a formare il “Plafond Ripresa Trentino”.

Prospettive e opportunità nel mercato degli Stati Uniti Il mercato statunitense, strettamente legato a quello europeo, continua a rappresentare il secondo mercato di prospezione per il Trentino con l’11,7% dell’export totale della Provincia per un valore di circa 720 milioni di euro di commesse. Con queste premesse Confindustria Trento e Intesa Sanpaolo hanno organizzato un’occasione di confronto per analizzare le prospettive e le opportunità di business che può offrire il mercato Usa. Introdotto da Lorenzo Delladio, vicepresidente di Confindustria Trento con delega all’internazionalizzazione e sviluppo dei mercati esteri, l’appuntamento è stato animato dagli specialisti di Intesa Sanpaolo. Sono stati dunque offerti due casi studio dell’impresa trentina, rappresentati da Giuseppe Gaspari, presidente Texbond Spa e presidente della Sezione Sistema Moda di Confindustria Trento e Mirco Pellegrini, Presidente del Cda di Novurania Spa e Delegato di Territorio delle Valli Giudicarie e Val Rendena. Le conclusioni sono state affidate a Barbara Fedrizzi, presidente di Trentino Export e del Comitato Piccola Industria di Confindustria Trento.

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Strategia e creatività a servizio delle aziende Grazie ad un approccio integrato tra comunicazione digitale e marketing strategico, dal 2008 a oggi Vitamina studio si è affermata come partner di oltre 400 realtà in Italia e all’estero.

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il brand di un’azienda in modo fresco, giovane, creativo e brillante con una prospettiva di medio e lungo termine che non si ferma all’oggi ma che guarda al domani: “Il nostro approccio è fortemente progettuale, accompagniamo le aziende in percorsi di crescita capaci di generare valore nel tempo”. Lorenzo Viesi e il suo team hanno le idee chiare. Con Vitamina Studio, l’agenzia di comunicazione con base a Trento, specializzata in strategie di marketing per aziende nel mondo del business to business, si propongono al cliente come un vero e proprio partner. La condivisione di un piano di comunicazione non si basa su interventi estemporanei ma sulla progettazione e condivisione di un pensiero, una visione, un percorso, un sentimento. In questo senso il contributo di Vitamina Studio “genera valore nel tempo”. Creatività, design, innovazione, tecnologie e nuovi linguaggi sono gli strumenti per far crescere le idee e per offrire la giusta visibilità. Ma, alla base, ci sono il rapporto di fiducia col cliente e l’allineamento con i valori dell’impresa committente. Il compito di Vitamina Studio è questo: “La nostra caratterizzazione – sottolinea Lorenzo Viesi

– è offrire in un’unica agenzia la cultura della comunicazione e la conoscenza del mondo digitale”. Una cultura, quindi, non una semplice strategia d’immagine e posizionamento. “Ci rivolgiamo alle pmi – precisa Viesi – che operano nei contesti B2B, mercati italiani e internazionali”. Sono un team di circa 8 persone, con 15 anni di esperienza nel settore, che si definisce “dinamico e motivato, connesso alla contemporaneità e ai trend emergenti” e che opera “con grande fiducia e con la consapevolezza che prima di ogni scelta ci sono sempre le persone”. Dal 2008 a oggi, Vitamina Studio ha lavorato per 400 diverse realtà in Italia e all’estero. L’offerta dello studio di comunicazione è molto ampia: analisi di business, studio del naming, studio del marchio, percorso di sviluppo del brand, company profile, comunicazione promozionale, campagne pubblicitarie, fotografia corporate, video corporate, eventi corporate, progettazione stand per fiere, de-

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Da sinistra: Lorenzo, Elena, Giada, Giacomo, Giada, Deborah


48 aziende

sign e sviluppo website, posizionamento seo, analisi di mercato web, digital marketing e social marketing. “Abbiamo un preciso metodo di lavoro – dice Viesi – suddiviso in 4 fasi: analisi e strategia, sviluppo del brand, sviluppo della comunicazione, sviluppo del digitale. Abbiamo quindi competenze nell’ambito del mondo digitale, nella comunicazione di brand e nel marketing strategico”. Tra le molte realtà con cui lo studio ha lavorato, ci sono non soltanto grandi aziende ma anche protagonisti del mondo associazionistico di primo piano, come la SAT. La Società degli Alpinisti Tridentini ha scelto di rivolgersi a Vitamina Studio proprio in questi anni, mentre, nel 2022, si celebrano i 150 anni della fondazione del sodalizio. Un momento importante per rilanciare la propria immagine, cercando nella comunicazione nuovi strumenti per innovarsi. Tra i principali interventi, Vitamina Studio ha recentemente curato anche la nuova immagine di LeMur, azienda di Ala conosciuta a livello internazionale, che opera nel tessile e nella

moda. Eccellenza del Made in Italy, LeMur ha affidato al team di Lorenzo Viesi la nuova immagine del marchio, che, con il consolidamento sul mercato del nuovo filo in silicone muriel®, sta conoscendo un momento di forte crescita, con il conseguente riposizionamento dell’identità aziendale sui mercati nazionali e internazionali. Per LeMur, Vitamina studio ha realizzato il nuovo video corporate e il nuovo sito web. “Nell’ambito di questo lavoro, è stata realizzata – fanno sapere da Vitamina Studio – una comunicazione fortemente evocativa, basata sulle applicazioni finali del prodotto. Lavorando d’intesa con Mario Dorighelli e Thomas Klotz, amministratore delegato e direttore generale di LeMur, abbiamo strutturato la nuova architettura di brand di prodotto e il video corporate, che si fondono in uno unico linguaggio fatto di bellezza, innovazione e cultura. Nel brand sono stati inseriti i valori della territorialità e della sostenibilità, al fine di fornire elementi di preferenza al mercato internazionale” (adb).

L’industria trentina è anche Felix Vi sono anche cinque aziende associate a Confindustria Trento tra le aziende premiate da Industria Felix nel Triveneto. Si tratta di Acs Data Systems, Dedagroup, Ferrari F.lli Lunelli, Pulinet Servizi e Vetri Speciali. “Alle aziende premiate - spiega il vicepresidente di Confindustria Vito Grassi - va il nostro ringraziamento perché sono il nostro orgoglio, essendo autentici campioni di resilienza, un modello di impresa da cui ripartire. Siamo passati a una nuova normalità, aziende e persone si trovano dinanzi alla sfida di dover vivere e lavorare in modi nuovi e diversi, reinventando processi e sistemi organizzativi in un’ottica di nuovi equilibri e nuove necessità. Una sfida vinta dalle imprese premiate da Industria Felix nel Triveneto, che si rivelano colonna portante del made in Italy”. L’evento è stato organizzato a fine febbraio da Industria Felix Magazine, trimestrale di economia e finanza in supplemento al Sole 24 Ore, in collaborazione con Cerved, Università Luiss Guido Carli, A.C. Industria Felix, con il sostegno di Confindustria e il patrocinio di Simest.

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Di generazione in generazione Arrivata alla quarta generazione, la Trafileria Punteria Ghezzi può vantare una tradizione solida e un ricco know how. Strumenti preziosi in tempi di incertezza.

"ENERGIA,

gas, materie prime… sono i tre elementi sui quali mi concentro quotidianamente con l’obiettivo di continuare ad offrire il massimo servizio ai nostri clienti”. Esordisce così Mauro Ghezzi, ceo dell’omonima azienda, commentando la situazione eccezionale che sta sconvolgendo il mondo. Una nuova mazzata, quella inflitta all’economia dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, che va ad aggravare un quadro generale dei mercati già provato da due anni di pandemia. La Trafileria Punteria Ghezzi, produttrice di sistemi di fissaggio, in particolare chiodi e punti

metallici per l’industria del wood packaging, fa parte di uno dei settori più colpiti. “L’Ucraina – spiega Ghezzi – è uno dei maggiori esportatori a livello mondiale di metalli, nonché Paese fino a “ieri” nostro fornitore e con il quale ancora oggi, grazie all’amicizia che ci lega con i nostri fornitori ucraini, abbiamo contatti quotidiani, purtroppo non, al momento, per l’acquisto di materia prima ma bensì per il supporto che stiamo offrendo con materiale di prima necessità. La fornitura del nostro acciaio al momento si è spezzettata su più fronti. Il nostro obiettivo è quello di continuare ad offrire un servizio di Il Presidente Ezio Ghezzi e i figli Mauro e Matteo

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approvvigionamento costante ai nostri clienti. Dunque, nonostante tutti i rincari, le mancate consegne dei nostri fornitori e la necessità di gestire nuove modalità di forniture e pagamenti, ci stiamo impegnando tutti i giorni al massimo per riuscire a gestire una fortissima richiesta di prodotto finito mettendo a disposizione la nostra produzione. Una situazione di instabilità e incertezza mai affrontata prima dall’azienda anauniense, fondata oltre ottant’anni fa da Mario Ghezzi che, in uno scenario molto diverso, realizzò il sogno di aprire un laboratorio artigianale destinato alla produzione di chiodi e filo di ferro la cui richiesta da parte dei produttori di cassette per la frutta era in forte aumento. Negli anni Settanta il settore agricolo conobbe un notevole sviluppo in tutto il Trentino, dando impulso anche alle attività collegate. Un periodo di forte crescita che portò l’azienda a diversificare la produzione di chiodi sia nei materiali che nelle dimensioni. Con l’ingresso del figlio Ezio, attuale presidente, l’attività conobbe una nuova spinta, destinata a crescere ulteriormente con l’arrivo di Matteo e dei fratelli Mauro e Marianna. “Il passaggio di generazione non ha rappresentato una rottura, ma una continuazione, un’evoluzione – spiega Mauro –. Abbiamo sempre lavorato in ottica di miglioramento e innovazione. A partire dagli anni Novanta sono

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stati introdotti i settori di ricerca e sviluppo e di controllo della qualità, contestualmente a diversi interventi finalizzati a ridurre al minimo l’impatto ambientale dei processi di produzione. Fra questi il riciclo di tutti i materiali di scarto, l’utilizzo di pannelli fotovoltaici e l’installazione, in collaborazione con Dolomiti Solution, di un impianto di trigenerazione presso lo stabilimento di Tuenno che ha portato nel 2021 ad un abbattimento dei costi di energia elettrica. Arrivata alla quinta generazione, la Trafileria Punteria Ghezzi conta attualmente tre stabilimenti in Val di Non, nei comuni di Ville d’Anaunia e Predaia, e uno a Storo in Valle del Chiese, ai quali va ad aggiungersi quello aperto in Ungheria. Con circa 200 collaboratori e un fatturato annuo proiettato ai 30 milioni di euro, l’azienda, presente da anni sui mercati internazionali, continua, nonostante il periodo nefasto, a cavalcare l’onda dell’evoluzione e della crescita. La vera forza è la famiglia, che in un momento come questo è presente più che mai e, ognuno nel suo ambito, sta offrendo il massimo dell’impegno. Il vero obiettivo, in questo momento in cui è impossibile fare previsioni, è esserci, per il territorio e sul mercato, come azienda che si è sempre distinta per il servizio e la vicinanza ai propri clienti e dipendenti, ora più che mai. (gt)


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Tra nuova normalità e digital transformation What’s Next Future Challenges 2022 è il nome del progetto che ACS Data Systems ha costruito ascoltando e affiancando le imprese. Il risultato: una serie di testimonianze di valore.

"VIVIAMO

in un mondo che cambia sempre più velocemente, se abbiamo imparato qualcosa in questi due anni è che dobbiamo essere pronti a gestire il cambiamento e se possibile ad anticiparlo… da questa capacità di reagire dipende il presente e il futuro delle nostre imprese”. Mauro Gottardi è un manager giovane ma già di grande esperienza e che riesce sempre a tradurre in parole precise il dna dell’azienda per cui lavora, ACS Data Systems. Un It Service Provider di eccellenza tutto italiano che, di mestiere, ha come obiettivo l’accompagnamento verso il Futuro di ogni forma e dimensione di imprese nel percorso di trasformazione digitale, a tutti i livelli. L’idea, il progetto, il prodotto, l’integrazione, la consulenza… Un mestiere inevitabilmente chiave mentre tutti, nessuno escluso, stiamo cercando di ripartire proprio grazie al motore e alla magia del digitale. Un mestiere che ACS interpreta da sempre con una forte e inconfondibile vocazione per la prossimità, l’incontro e l’ascolto. Caratteristiche che, non a caso, sono anche la Dall’alto Cainelli, Delladio, Gottardi “pasta” di cui è fatto What’s Next e Busato Future Challenges 2022, un progetto semplice e tremendamente utile nato a cavallo tra la fine del 2021 e l’inizio del nuovo anno. “Nel solco della nostra tradizione

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di confronto, ascolto delle imprese ci siamo chiesti – spiega Gottardi che per la precisione è Area Manager Trento/Verona presso ACS Data Systems -, quali saranno le sfide che dovranno affrontare le aziende del nostro territorio quest’anno. Abbiamo cercato risposta attraverso un sondaggio che ha chiamato in causa oltre 50 aziende del territorio e soprattutto abbiamo sviluppato un ciclo di interviste in diretta streaming, trasmesse sul nostro canale youtube e sul nostro profilo LinkedIn, in cui abbiamo dato voce ad alcuni imprenditori di eccellenza e responsabili di Associazioni di categoria di rilievo per il nostro territorio”. Nascono così una serie di confronti aperti, informali e preziosi con manager di valore come Roberto Busato, direttore generale di Confindustria Trento e amministratore delegato di Assoservizi; Lorenzo Delladio, vicepresidente di Confindustria Trento e amministratore delegato e presidente La Sportiva Spa; Mirco Cainelli, vicepresidente di Confindustria Trento e ovviamente ceo di Meccanica Cainelli Srl e Capi Group Srl, Paolo Armenio, vicepresidente di Confindustria Venezia Rovigo, amministratore unico di Ad Consulting Srl e presidente di Procyber Srl. nonché Evelyn Kirchmaier, vicepresidente di Assoimprenditori Alto Adige e direttrice generale di Markas Spa. La prima provocazione ha chiamato i manager a spiegare come e cosa si aspettano dai prossimi mesi le aziende con cui collaborano “La pandemia ha stravolto gli equilibri economici – racconta Busato -; probabilmente ha anche ridisegnato le sinergie industriali. La sfida più impellente che le aziende si trovano ad affrontare è cercare di avere una continuità produttiva mantenendo dei livelli di marginalità accettabili. Perché dico questo? Perché oggi il rincaro dei prezzi ha spinto le aziende a continuare a produrre, ma spesso anche andando in perdita, perché tante aziende pur di restare nel mercato hanno venduto anche sottocosto”. Il ruolo del digitale: da forza reattiva a motore abilitante della ripartenza. E poi c’è il digitale, il motore della resilienza e di questa solida ripartenza per molte aziende, un motore su cui è al lavoro da tempo proprio ACS Data Systems.


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“La digitalizzazione è un must per tutte le azien- informatica, abbiamo fatto formazione, ma tecnide – spiega Cainelli -. Come Confindustria stiamo camente per come sono fatti, questi attacchi inspingendo molto nel supporto alle aziende del formatici possono arrivare praticamente ovunque, territorio; da due anni stiamo facendo degli asses- sotto qualunque forma anche le più subdola… è un sment sulla digitalizzazione di ogni impresa per argomento che ci preoccupa molto e il messaggio fornire uno status ad ogni imprenditore intorno che cerco di dare a tutti i colleghi/imprenditori è al proprio sviluppo in ambito digitale. Abbiamo che la protezione deve essere molto forte, precisa, visto che c’è molto interesse in tale ambito per ele- programmata, non sono più ammesse improvvivare la competitività. Ecco perché al tempo stesso è sazioni”. sempre più importante scegliere e avere al proprio fianco partner tecnologici, innovation managers e Dire, fare… 2022, i consigli per gli imprenditori collaboratori che abbiano capacità di analizzare What’s Next Future Challenges di ACS Data Systems esigenze e dati in virtù dello sviluppo successivo è un progetto che ha la concretezza nel motore e allora ecco che tutti i confronti sono stati chiusi con delle tecnologie”. Nella difficoltà e nella corsa al lavoro da remoto e la formula “magica” dei consigli che tutti gli interverso il digitale molte imprese poi hanno scoperto vistati si sentivano di dare a colleghi e “competitor”. vantaggi inattesi, oggi diventati elementi differen- “Il primo consiglio che mi viene da dare – conclude zianti “lavorare da casa – racconta Delladio - non Busato - è che forse bisogna imparare di più a stare era mai stato previsto nella nostra azienda e invece uniti”. Dobbiamo imparare a fare più sistema perabbiamo scoperto che si può effettivamente fare e ché questo ci può aiutare moltissimo, lo abbiamo probabilmente è anche meglio in qualche situazio- visto anche con la pandemia che come insieme si ne o reparto dell’azienda. Ci ha aiutato a generare può anche andare oltre le difficoltà più grandi”. processi e flussi di lavoro più veloci, più facili, più “Concordo – rilancia Delladio – non essendo tuttocadenzati con le riunioni con gli orari ecc. Oggi la logi dobbiamo per forza agganciarci a chi ne sa più flessibilità degli spazi è un elemento chiave per noi di noi, soprattutto in ambito digitale. Un ambito e ci permette di essere più rapidi, operativi e di ren- in cui le tecnologie e le dinamiche cambiano con dere più felici i nostri dipendenti perché più liberi velocità incredibili. Chi continua a fare ricerca e ad agganciarsi a partner e professionisti giusti ottiene e abili nel gestire vita personale e professionale”. risultati eccezionali”. Il rovescio della medaglia, la sfida della sicurez- “Gli imprenditori per natura sono dinamici e non hanno bisogno di molti suggerimenti – spiega Caiza e della tempesta cyber Si corre dunque inevitabilmente verso il digitale, si nelli – però quello che continuo a dire ai miei è che ottengono grandi vantaggi ma, come sempre quan- serve mantenere velocità. Bisogna cioè essere sempre do si corre, si rischia anche maggiormente di cadere in fase di miglioramento continuo, ma non bisogna e di finire nei guai. Attacchi, truffe cyber, ransomwa- mai dimenticare che la differenza tra una azienda re, richieste di riscatto per “liberare” soldi e dati che e l’altra la farà il capitale umano. Per cui invito a puntare sulla formazione continua, sulla crescita dei comportano blocchi clamorosi di intere aziende. “Questo è un argomento molto delicato, proprio propri collaboratori, questo secondo me è un must delicatissimo, le cronache parlano chiaro – rilan- che ogni azienda deve avere in cima alla propria cia Delladio -: siamo tutti in pericolo e chi viene agenda”. colpito può subire danni ingenti dal punto di vista economico e di immagine, quindi blocchi, consegne non fatte. Abbiamo degli esempi di aziende molto grosse che non sono riuscite ad evitare guai simili. Noi abbiamo investito molto sulla sicurezza

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La “contaminazione” torna in presenza Momento di incontro fra ricerca, studenti e aziende, l’edizione 2022 degli Ict Days è tornata a svolgersi in un luogo fisico. Tema di quest’anno: “Il clima come sfida”.

DOPO

alcune edizioni online dovute al diffonder- dustriale nel mercato strategico dei chips, investensi della pandemia, la quattordicesima edizione degli do 45 miliardi di euro: l’obiettivo prefissato è di guaIct Days torna in presenza, con ben 29 aziende del dagnare il 20% della quota di mercato globale della produzione di chip entro il 2030. Ora è stimata al 9%. settore Ict locale e nazionale e numerosi studenti. “Torniamo in presenza dopo due anni complicati e In questo contesto l’industria trentina intende asquesto è già un successo per gli Ict Days che sono un sumere un ruolo attivo rispetto all’inserimento dei momento di incontro fra ricerca, studenti e aziende. giovani nel mercato del lavoro, nella consapevolezza Quest’anno la novità è l’apertura alla cittadinanza che l’occupazione giovanile di qualità rappresenta che avrà la possibilità di scoprire come si studiano un fattore importante per lo stesso sviluppo delle le tecnologie del futuro” ha commentato il direttore imprese. Ora più che mai vi è la necessità di trovare elevate competenze che vadano posizionate al posto del Disi, Paolo Giorgini. Gli Ict Days rappresentano un’iniziativa dalla forte giusto per sprigionare così il massimo del proprio valenza simbolica perché quando un Dipartimento potenziale: per creare valore comune e soddisfaziouniversitario attiva collaborazioni di questo genere ne personale. significa che ha colto appieno l’importanza della partnership con il mondo produttivo. Per questo ha una doppia valenza: momento fondamentale per favorire il trasferimento di conoscenza dal mondo accademico alle imprese, è anche un momento di riflessione e sintesi in un periodo di grande incertezza economica e sociale. Il tema di quest’anno — “Il Industrial Problem Solving with Physics è un evento nato per clima come sfida” — affrontato in una prospettiva promuovere la connessione tra il mondo della ricerca in fisica Ict apre a molte discussioni. L’Ict, al di là della strada e il mondo delle imprese. È rivolto alle aziende che intendano che si voglia percorrere, rimane imprescindibile per presentare uno specifico problema tecnologico: un problema di un progresso umano che rispetti il concetto di sodifficoltà tale da poter essere affrontato efficacemente nell’arco stenibilità, faro delle politiche nazionali ed europee. di una settimana da dieci giovani ricercatori. Il problema deve “Sarà centrale il modo in cui verrà gestita la strategipoter essere risolto utilizzando prevalentemente metodologie cità delle tecnologie Ict e la capacità di soddisfare il proprie della Fisica: misurazioni, sensoristica, materiali innovativi, continuo incremento della domanda di nuove tecenergetica, criogenia, macchine da vuoto, nanotecnologie, nologie e di beni a elevato contenuto di conoscenza: questi temi sono ormai alla base del confronto fotonica, simulazioni di sistemi e processi, sistemi di automazione competitivo tra le diverse economie” ha detto Alfree controllo, elaborazione dati, comunicazioni sicure/crittografia, do Maglione, presidente della Sezione Informatica biofisica… e Tecnologie Digitali di Confindustria Trento. Basti Le aziende che intendono aderire dovranno comunicare la pensare al recentissimo European Chips Act (nel propria candidatura entro il 14 aprile 2022. quale è stata coinvolta proprio l’azienda Optoi di Maglione), con cui l’Ue vuole diventare un leader in-

Pubblicato il bando per l’edizione 2022 di IPSP

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Machine to Machine Inaugurata a Rovereto la Live Demo di Smact Competence Center: 1.000 mq di fabbrica meccatronica per sperimentare l’automazione avanzata su un ciclo produttivo reale.

PRESSO

gli spazi di Polo Meccatronica di Rovereto è stata inaugurata la Live Demo di Smact, intitolata “Machine to Machine”. Rappresenta uno dei sette laboratori tematici sparsi sul territorio del Nord Est, gestiti dal Competence Center. Il Digital Innovation Hub del Trentino, formato da Confindustria Trento e la Fondazione Hub Innovazione Trentino, si interfaccia direttamente con Smact e farà da ponte tra le aziende del territorio e il Compentence Center. L’obiettivo di Smact è creare un ecosistema di laboratori dove tutte le imprese possono toccare con mano le tecnologie 4.0. Oggi le imprese sono chiamate a intraprendere nuovi processi di lavoro, che fanno leva su macchine evolute, connesse e capaci di comunicare tra loro, facendo tesoro di ambienti come i Live Demo Smact, dove poter testare le tecnologie e prototipare i prodotti prima di immetterli nel mercato. Il Live Demo di Rovereto è votato alla diffusione di tecnologie e protocolli di comunicazioni “Machine

to Machine”, dove le macchine scambiano dati in maniera automatica per l’ottimizzazione dei processi. Uno spazio di 1.000 mq di fabbrica meccatronica per dimostrare e sperimentare l’automazione avanzata su un ciclo produttivo reale di lavorazione di tubi e lamiere, con macchine evolute connesse e capaci di comunicare tra loro. La prima macchina installata è la taglio laser Adige Sys LC5 del Gruppo Blm Adige Spa di Levico Terme, tra i primissimi gruppi industriali in Italia e in Europa nel settore delle macchine utensili per la deformazione del taglio laser. Le altre macchine presenti sono fornite dalle aziende, Optoi, EnginSoft Carpano Equipment e Alascom. La Live Demo Smact “Machine to machine” di Rovereto sarà utilizzata anche per finalità sociali, grazie alla collaborazione con Ruotalibera, associazione di promozione sociale di Rovereto che promuove l’inserimento lavorativo di persone provenienti da categorie svantaggiate: i macchinari verranno utilizzati per la produzione di telai e l’assemblaggio di bici.

Vince la UX Challenge 2022 il team abbinato a Marangoni Machinery Sale sul primo gradino del podio della UX Challenge 2022 Marangoni Machinery, società di ingegneria con sede a Rovereto, altamente qualificata nella progettazione e realizzazione di grandi impianti industriali per l’assemblaggio di pneumatici. La sfida di innovazione delle interfacce digitali consisteva in uno studio approfondito dell’utente e dei suoi contesti d’uso. Lo studio era finalizzato alla realizzazione di un prototipo interattivo per un software che, attraverso un’interfaccia vocale, può semplificare la gestione e la risoluzione delle non conformità Andrea Ginevra Hossein Luca Rita Roberto Lomurno Fedrizzi Mapar Milano Gambardella Venditti lungo tutto il processo di installazione degli impianti presso i clienti finali. Secondo e terzo posto per i team che hanno lavorato con PAMA With mentor for e Sartori Ambiente. Nicola

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education

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Un ecosistema di competenze Con nove Centri di Formazione professionale sul territorio provinciale, Enaip Trentino mette in primo piano la sfida della transizione digitale per un rapporto sempre più stretto con le imprese.

ENAIP

Trentino è un’Istituzione formativa paritaria a cui fanno capo nove Centri di Formazione professionale che spaziano dal settore turistico-alberghiero a quello industriale. A questo comparto e a quello artigiano fanno riferimento sei Centri (Arco, Borgo Valsugana, Cles, Fiera di Primiero, Tione e Villazzano) con le qualifiche del settore meccanico, elettrico, elettromeccanico e meccatronico, alle quali si aggiungono quelle relative alla filiera del legno, all’edilizia, della termoidraulica e della riparazione di veicoli. A queste, dal prossimo anno scolastico presso il Centro di Arco, si aggiungerà quella di Operatore della gestione delle acque e risanamento ambientale che riserverà una particolare attenzione alle tematiche relative al rispetto e razionalizzazione della risorsa idrica sia negli utilizzi civili, che agricoli e industriali.

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Di seguito l’intervista al Massimo Malossini, direttore generale EnaipTrentino. Quali saranno le prossime sfide che vi caratterizzeranno sotto il profilo dell’innovazione? L’attuale congiuntura storica pone la sfida della transizione digitale anche al mondo scolastico. Per accompagnare sia gli alunni che il corpo docente in questa fase di cambiamento, che pone certamente al centro una sfida degli apprendimenti legati alla tecnologia, ma anche la capacità di un maggiore collegamento con il mondo delle imprese, abbiamo messo a punto un importante progetto che abbiamo definito come un vero e proprio “ecosistema di competenze”. Da questo approccio è nata una nuova figura professionale che abbiamo definito come il “facilitatore digitale” che a partire da questo anno scolastico è stata inserita nei nostri organigrammi con il compito di affiancare e accompagnare gli altri docenti e gli alunni nel processo di evoluzione degli apprendimenti e nell’espletamento di tutte le funzioni relative alla transizione digitale. Quali sono le iniziative riguardanti l’Alta formazione professionale? Riguardano le qualifiche di Tecnico superiore per l’edilizia sostenibile e il Tecnico superiore per l’energia e l’ambiente. Entrambe trovano sede presso il Cfp di Villazzano ed entrambe sviluppano una spiccata attenzione nei confronti dell’innovazione ambientale con l’appro-


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fondimento di competenze riguardanti la bioedilizia, l’utilizzo di materiali legati alle filiere locali nonché lo sviluppo delle cosiddette energie alternative per la tutela del territorio. In quali modi intendete rafforzare il vostro rapporto diretto con le nostre imprese? Nei nostri tirocini formativi coinvolgiamo alcune centinaia di aziende dei settori legati alle grandi e piccole e medie imprese, con 160 ore di percorso in azienda nel terzo anno e 405 nel quarto. I legami con le imprese trovano inoltre una fondamentale applicazione diretta attraverso il coinvolgimento ha successivamente frequentato un ulteriore corso di delle stesse nella co-progettazione della didattica e formazione teorico-pratico della durata di 80 ore. Al dei percorsi formativi nonché negli obiettivi specifici termine del percorso hanno conseguito il diploma di che riguardano il percorso scolastico di ogni singo- International Welder. Si tratta di una assoluta novità lo allievo ed allieva. Da sottolineare inoltre che le all’interno della Provincia di Trento, essendo i primi rappresentanze delle imprese e delle associazioni di ad avere raggiunto questo risultato. Un secondo step categoria siedono stabilmente nel nostro Consiglio di progettuale ha previsto l’organizzazione di un percorAmministrazione mentre per statuto interno è previ- so formativo per International Welder dedicato agli sta la partecipazione di almeno due rappresentanti allievi che frequentano i IV anno di settore dei Centri del mondo economico nei nostri singoli Consigli di di Formazione Professionale Enaip. Il corso ha coinCentro. volto 32 allievi provenienti da tutti i sei Cfp Enaip specializzati nei settori dell’industria e l’artigianato, Una novità recente consiste nei primi diplomi di tra questi anche un’allieva. I ragazzi completeranno “International Welder” riferiti al corpo docente. Di il percorso entro l’anno formativo e sosterranno l’esacosa si tratta? me per il conseguimento del diploma International Da circa due anni Enaip Trentino è fortemente im- Welder entro giugno 2022. pegnato in un processo di rinnovamento ed ammodernamento dell’intero comparto del settore della saldatura. In questa linea di sviluppo strategico Enaip Trentino ha siglato nel febbraio 2020 con il l’Istituto Istituzione Formativa Paritaria – ENAIP Trentino Italiano della Saldatura una partnership finalizzata Sede provinciale via Madruzzo 41 – 38122 TRENTO ad instaurare una stretta collaborazione nel settore della saldatura, con particolare riferimento all’amhttp://www.enaiptrentino.it/ bito della formazione. Il primo step progettuale, realizzato in collaborazione con IIS, ha riguardato Direttore Generale: dott. Massimo Malossini la formazione del corpo docenti del settore tecnicoCentri di Formazione Professionale: 9 professionale di Enaip. Un gruppo di 20 docenti, proDocenti: 290 | Personale ATA: 91 venienti da tutti i centri Enaip del Trentino che opePercorsi: 18 qualifiche, 17 diplomi, 4 tecnici superiori rano nel settore industria-artigianato, ha frequentato Studenti corsi diurni: 2089 da gennaio a settembre 2020 un corso di aggiornaPercorsi di Alta Formazione Professionale: n. 4 mento riguardante la formazione teorica e l’attività Studenti Percorsi di Alta Formazione Professionale: 161 pratica nei vari processi di saldatura su acciaio. Tra questi docenti, un gruppo selezionato di sette unità Studenti corsi serali: 46 | Classi: 116 Laboratori: n.109 per un totale di 20.000 mq Mense/servizio ristorante interni | Servizio convitto

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Visioni: Evoluzione (in)sostenibile La partita della sostenibilità è stata anche al centro del 34esimo Meeting dei Giovani imprenditori di Confindustria Nordest a Cortina d’Ampezzo. di SERENA BEBER

È STATA LA

sostenibilità, nelle sue più diverse declinazioni, il tema del 34° convengo dei Giovani Imprenditori di Confindustria ospitato a Cortina il 18 marzo scorso. Il dibattito del meeting – dal titolo “Visioni: Evoluzione (in)sostenibile” - è stato aperto dalla vicepresidente di Confindustria, Maria Cristina Piovesana, la quale ha ricordato i nostri numeri e le nostre peculiarità: il fatto di disporre di poche materie prime ci ha portati ad essere

un sistema di abili ed efficienti recuperatori. Il tema fondamentale posto all’attenzione della platea è stato dunque quello della transizione verso la sostenibilità: in quanto tempo “saremo sostenibili”, dove trovare la finanza necessaria a questa transizione, come integrare gli studi di fattibilità affinché nessuno rimanga indietro, affinché nessuna filiera sia penalizzata. Secondo l’esperta di sostenibilità, Martina Rogato, la sostenibilità è una modalità di gestione aziendale e deve abbracciare più sfere della vita aziendale, deve essere ambientale, sociale, economica. Non si può prescindere dal rispetto dei diritti umani, in primis, e il resto ne è una logica conseguenza: “se viene lanciato un nuovo prodotto – si è detto – deve essere condotta una valutazione degli impatti sull’ambiente, sul benessere sociale e sulle eguaglianze”.

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L’Unione Europea è un driver di sostenibilità: le nuove direttrici europee spingono affinché vi sia una mappatura degli impatti ambientali e sociali del nostro business e anche i consumatori sono molto attenti a questi aspetti. Le recensioni on line e sui social diventano un importante ago della bilancia che può esaltare o mettere a rischio la reputazione dei brand sui mercati. La finanza poi è molto attenta a questi aspetti; come ha anticipato Ernesto Lanzillo di Deloitte, anche le banche e i finanziatori tendono sempre più a condurre valutazioni approfondite sul contesto e sulle ricadute sul territorio delle attività economiche, privilegiando progetti sostenibili nelle tre accezioni viste poc’anzi. Del fronte della gestione dei collaboratori e delle nuove modalità di lavoro, emerse in maniera dirompente nel corso della pandemia, ha invece parlato la vicepresidente di Tetra Pack, Stefania Pertusi, che ha intrattenuto la platea raccontando le nuove frontiere dell’organizzazione del lavoro, che si snoda, secondo i vertici del colosso svedese, su più punti chiave: dall’agevolazione del lavoro “smart” alla maggiore attenzione alle politiche di inclusione di genere, dai concetti di meritocrazia alla reverse mentoring (quando cioè i giovani insegnano ai senior). A proposito delle nuove figure richieste, l’intervento della Presidente di Umana Maria Raffaella Caprioglio ha spiegato come, per fronteggiare le sfide dei nostri tempi, emergano anche laureati in filosofia e in discipline umane: occorre infatti apprendere il mondo che ci circonda e meditare sulle sfide e sulle opportunità che si manifestano, perché oggi il cambiamento è sempre più veloce e significativo. Il convegno è poi entrato nel caldo della discussione sul tema, oggi molto critico, delle energie e approvvigionamenti energetici. Gli esperti e imprenditori presenti hanno convenuto che il mix energetico di un Paese non può prescindere dalla continuità di forniture energetiche, che deve essere indipendente dalle condizioni climatiche e dall’irradiamento solare. Secondo Alessandro

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Dodaro di Enea, dunque, il sì alle rinnovabili deve essere convinto, ma “serve lo zoccolo duro dell’energia nucleare”. Interessante il contributo di Andrea Bos, presidente di Hydrogen Park, che promuove lo studio e lo sviluppo di tecnologie industrializzabili con applicazione di combustibile idrogeno, mentre sul fronte della mobilità è intervenuto Carlo Costa, direttore tecnico Autostrada del Brennero. La mobilità impegna un terzo delle risorse di idrocarburi, perciò è necessario investire sulle infrastrutture: per realizzare una transizione ecologica duratura e significativa non si può solo chiedere a imprese e cittadini di dotarsi di mezzi elettrici o a idrogeno, ma è l’infrastruttura che deve adeguarsi per canalizzare i mercati nella direzione ottimale. A chiusura dei focus infine l’intervento di Matteo Ward, ceo e co-founder di Wrad. Suo l’affondo: “essere imprenditori oggi è la più grande figata che ci poteva capitare”. “Il tempo che stiamo vivendo – ha spiegato –, con tutte le difficoltà che presenta, è anche il tempo in cui i mercati sono in crescita e i cambiamenti sono epocali… così le opportunità sono altrettanto enormi e stimolanti”.


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Tutto inizia da un click Click Economy è il volume scritto da Luca Cattoi e Michele Modina. Un viaggio nel mondo del web per conoscerlo e analizzarlo, scoprendone rischi e opportunità.

UN GESTO

ordinario, naturale, scontato, apparentemente banale. In realtà, però, dietro il click che ogni giorno miliardi di persone compiono, premendo il pulsante del mouse o il tap dello smartphone, per addentrarsi nel mondo del web, si nascondono risvolti inaspettati. Un fenomeno articolato che interessa tutti da vicino e che Luca Cattoi e Michele Modina, appassionati conoscitori del mondo digitale, hanno voluto approfondire descrivendone implicazioni e opportunità. La loro analisi, riportata nel volume "Click Economy. Come l’economia digitale sta cambiando le

nostre vite", edito da FrancoAngeli, prende le mosse dagli studi e dalle esperienze professionali dei due autori. Grande esperto del web e fondatore di Graffiti, società operante nel campo della comunicazione e del digitale, Luca Cattoi segue costantemente l’evoluzione tecnologica, interpretandone applicazioni e risvolti. Michele Modina, professore di Economia e gestione delle imprese presso l’Università degli Studi del Molise, ha incentrato i propri studi sugli effetti prodotti dallo sviluppo tecnologico sulle aziende e gli intermediari finanziari. Dalla loro esperienza il desiderio di delineare un quadro esaustivo dell’inarrestabile evolversi del mondo digitale e delle sue implicazioni sulla sfera professionale e privata di ogni individuo. Partendo da un excursus sull’evoluzione tecnologica dagli anni Novanta ad oggi, il volume, attraverso un linguaggio accessibile a tutti, si propone di offrire un’analisi delle principali implicazioni che la diffusione su larga scala del World Wild Web ha comportato, permettendo al lettore di acquisire consapevolezza sui meccanismi e gli effetti prodotti dalla realtà digitale. Così, prendendo le mosse dall’avvento di Internet, passando attraverso la New Economy, la nascita del web partecipativo, la diffusione dei social, la cultura digitale e l’era dei dati, si sofferma sugli algoritmi, approfondendone il funzionamento e le implicazioni. Questi ultimi, programmati con l’obiettivo di indurre più click possibili, massimizzandone al massimo il valore monetario, consentono di raccogliere tutti i dati necessari a profilare gli utenti, con lo scopo di offrire contenuti personalizzati e influenzando pensiero e azioni. L’internauta, vedendo apparire sullo schermo banner pubblicitari di suo interesse, viene indotto a cliccare su di essi, dando origine a importanti fonti di guadagno. Se da un lato è importante prendere coscienza di questi meccanismi, operando con consapevolezza in merito alle possibili conseguenze negative della Click Economy, come la generazione di fake news e l’influenza che esercita sul pensiero umano, dall’altro, se ben governato l’universo digitale può produrre molteplici vantaggi. “Il web – osservano gli autori – ha liberato le attività dai vincoli di spazio e oggi un’agenzia di comunicazione italiana può competere nello stesso mercato con


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un’agenzia della capitale londinese. Se impiegata nel modo giusto la Click Economy potrebbe portare a un’evoluzione ancora più virtuosa, consentendo una rincorsa all’eccellenza tra territori. La sfida in questione coinvolgerebbe persino quelle aree meno favorite perché considerate periferiche, come alcune province italiane, con una serie di ricadute positive persino sulla vitalità demografica”. Fondamentali l’etica e la governance

digitali, le quali richiedono accurate riflessioni. “Non basta incentivare la trasformazione digitale – spiegano – se non si introducono nel nuovo mondo ibrido regole di buona governabilità”. Riservatezza dei dati e regolamentazione etica rappresentano pertanto le sfide del futuro. “Può essere considerato, per esempio, pregiudizievole un algoritmo di una compagnia assicurativa che stabilisce l’entità dei premi in misura diversa a seconda che il conducente sia un uomo o una donna? Potrebbe essere tracciato di pregiudizio un sistema di rating creditizio che dovesse respingere le richieste di finanziamento di una minoranza”? Le risposte sono articolate. Solo dotandosi di un appropriato sistema di norme etiche sarà possibile sfruttare i vantaggi offerti da questo universo parallelo, scegliere la pillola rossa di Matrix, unire con consapevolezza la dimensione reale a quella digitale, solo apparentemente distinte, e scoprire “quanto è profonda la tana del Bianconiglio”. (gt)

Valorizzare le imprese made in Italy Cosa comunicare, come, dove, quando e perché. Per far crescere un’azienda trasformandola in un medium e sfruttando al meglio l’interesse naturale che ogni progetto innovativo genera nel pubblico. Insomma, la cassetta degli attrezzi per essere riconosciuti come veri portatori di innovazione comunicandola nel modo giusto, al momento giusto e nel posto giusto. È il cuore di Comunicare innovazione e impresa. Le regole del gioco per far parlare di sé del giornalista e imprenditore Luca Barbieri, (192 pp. Ayros Editore): un libro che, tra casi studio e consigli pratici, condensa dieci anni di esperienza professionale come consulente, a cavallo tra comunicazione e innovazione, capitalizzando gli insegnamenti che il metodo giornalistico può dare al mondo dell’impresa. Al centro del volume la questione tempo. Perché scegliere il momento giusto per lanciare un prodotto, un’impresa o una startup è determinante per la riuscita di ogni strategia di innovazione. “Comunicare è fondamentale per essere riconosciuti tra i protagonisti dell’innovazione e far conoscere a tutti il proprio valore – spiega Barbieri. Ma prima di impostare qualunque strategia di comunicazione bisogna avere chiari gli obiettivi, una profonda comprensione del progetto e dei suoi potenziali sviluppi”. Comunicare innovazione e impresa si presenta infatti come un vero e proprio manuale per coordinare in un unico piano editoriale social network, giornali, piattaforme pubblicità, eventi, per dare a imprenditori, manager e comunicatori tecniche e consigli per valorizzare al meglio l’innovazione made in Italy.

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