Trentino Industriale ottobre-novembre 2021

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OTTOBRE | NOVEMBRE 2021 ANNO 62 | N°05

| Contiene I.R.

La persona al centro Proposte concrete per una “Società Trentino 5.0”

Speciale

Associazione

Giovani

Dinamicità e propensione al cambiamento

Manager in cooking training

Giovani Imprenditori 50° Anniversario


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sommario

03

editoriale 7

La qualità della vita e del lavoro come leva dello sviluppo

innovazione 40

il punto 9

La persona al centro

copertina

rubriche

aziende 42

Mauro Giacca Una vita “elettrica”

45

La nuova concezione del podcast

48

Funi d’acciaio

10

Centralità dell’individuo e qualità della vita

12

Il punto di vista delle imprese

15

In partnership per un Trentino 5.0

51

“Respira!”: di nuovo il TEDxTrento

L’Autonomia è forte solo se ben gestita

52

Giovani Imprenditori: 50° Anniversario

16

giovani

10 copertina

40 innovazione 42 aziende 51

18

Dinamicità e propensione al cambiamento

20

Trasporti eccezionali, soluzioni speciali

22

Il trasporto può essere sostenibile

24

Valtrasporti. Serve una legislazione

26

Driver del trasporto e della logistica

giovani

53 education 56 economia 64 internazionalizzazione

education

speciale

18 speciale 29 associazione

Foundation Open Factory: il kickoff

associazione 29

La persona 5.0 è al centro

34

Manager in cooking training

36

Connext ritorna in phygital

38

Impresa al femminile

53

Management and Industrial Systems: il nuovo corso

54

Itt Buonarroti “Scuola dell’innovazione”

economia 56

Green and digital Life

58

Ripresa robusta o semplice rimbalzo?

61

Energia, corsa al rialzo senza precedenti

internazionalizzazione 64

Brasile: un’esperienza di successo


04 TRENTINO INDUSTRIALE Anno 62 | N. 5 Ottobre - Novembre 2021

OTTOBRE | NOVEMBRE 2021

Direttore Responsabile

ANNO 62 | N°05

Alessandro Santini La persona al centro

| Contiene I.R.

Martina Togn Roberto Busato Nicolò Andreini Paolo Angheben Andrea Marsonet Eduard Martinelli Maria Cristina Poletto Luca Ribaga

Proposte concrete per una “Società Trentino 5.0”

Redazione

Silvia Bruno Direzione, Redazione e Amministrazione

Palazzo Stella, Via Degasperi, 77 38123 Trento T 0461 360000 | F 0461 933551 Internet: www.trentinoindustriale.com e–mail: trentino.industriale@confindustria.tn.it

Speciale

Associazione

Giovani

Dinamicità e propensione al cambiamento

Manager in cooking training

Giovani Imprenditori 50° Anniversario

Illustrazione: KILLERIDEA - Elaborazione: GRAFFITI

Comitato di Redazione

PUBBLICITÀ

Progetto grafico

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Stampa

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Editore

invio ai professionisti trentini: ingegneri ed architetti, commercialisti e consulenti aziendali, notai ed avvocati, giornalisti...;

Associazione degli Industriali della Provincia di Trento

invio a università, istituti di ricerca, scuole e centri di formazione professionale;

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presentazione di aziende, loro attività e prodotti ad una vasta e competente platea di lettori;

Assoservizi Srl | Via Degasperi, 77 | Trento | T 0461 360000 Autorizzazione del Tribunale di Trento N. 71 del 10 febbraio 1990 Le tesi espresse nelle rubriche e negli articoli firmati impegnano soltanto l’autore e non rispecchiano quindi necessariamente le opinioni della rivista.

Associato all’Unione Stampa Periodica Italiana

INFORMATIVA Ai sensi dell’art. 13 del D.Lgs. 30 giugno 2003, n. 196, si informano i destinatari del periodico che i dati dei medesimi sono conservati – con la garanzia di massima sicurezza – nell’archivio informatico del Titolare del trattamento: Associazione degli Industriali della Provincia di Trento via Degasperi 77 – 38100 TRENTO. Tali dati saranno utilizzati esclusivamente per l’invio del periodico e di eventuali allegati.Ai sensi dell’art. 7 del citato D.Lgs., i destinatari hanno diritto di conoscere, aggiornare, rettificare, cancellare i dati, nonché di esercitare tutti i restanti diritti ivi previsti mediante comunicazione scritta al Titolare del trattamento.

www.trentinoindustriale.com il nostro periodico è anche online compresi i numeri arretrati trentino.industriale@confindustria.tn.it

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editoriale

07

La qualità della vita e del lavoro come leva dello sviluppo Da tempo, i dati dimostrano un lento ma inesorabile rallentamento della crescita del Pil del Trentino rispetto agli altri partner europei, ma anche alle regioni vicine, compreso l’Alto Adige. La pandemia ha solo accentuato questa crisi, ma la tendenza era in atto da tempo. Inoltre, lo scenario di nuova normalità nel quale ci muoviamo ci impone un ripensamento urgente dei nostri stili di vita, a cominciare dall’emergenza climatica. Io credo che qualcosa possa e debba essere fatto, ma dobbiamo iniziare a farlo nel nostro piccolo, senza attendere che qualcuno trovi la soluzione per noi. Ecco perché abbiamo voluto avviare una riflessione, che ci porterà a una proposta di visione per il Trentino dei prossimi anni che sia sostenibile sotto tutti i punti di vista. Abbiamo chiamato questo percorso “Duemilatrentino - Futuro Presente”: crasi tra “Trentino” e “2030”: data simbolo di un futuro talmente prossimo – un “futuro presente” per l’appunto – che il progetto necessariamente traguarda, per disegnare traiettorie di più ampia percorrenza. Al centro vogliamo mettere la persona, elaborando proposte concrete per una “Società Trentino 5.0”: un modello centrato sul benessere dell’individuo basato su un approccio integrato tra aziende e territorio. La nostra Associazione, con questo progetto, si vuole fare promotrice di un’iniziativa aperta a tutti gli stakeholder del territorio: come destinatari, ma anche come contributori. Infatti, già per questo primo rapporto abbiamo intervistato anche alcuni esponenti delle Istituzioni, dell’Economia, dell’Istruzione e del Sindacato, che voglio ringraziare per la disponibilità. Ringrazio tutti i Colleghi Imprenditori che hanno contribuito attivamente a elaborare questo rapporto, The European House – Ambrosetti per il lavoro che ha svolto al nostro fianco e Sparkasse, che vi ha creduto fin dal principio. Nelle prossime fasi di questo progetto coinvolgeremo un numero sempre maggiore di componenti della nostra società, perché abbiamo bisogno dell’apporto di tutti. Noi vediamo lo sviluppo del nostro territorio in un’ottica di massimo rispetto per l’ambiente e le sue fragili peculiarità e riteniamo che il Trentino possa ambire a diventare la regione europea leader nella sostenibilità. Mi riferisco alla sostenibilità Ambientale, Economica e Sociale. Siamo di fronte a un’occasione storica, in cui abbiamo la disponibilità di ingenti risorse, come quelle del PNRR e dei fondi che il Bilancio dell’Unione Europea ci mette a disposizione. Abbiamo davvero la possibilità di ripensare e trasformare il nostro Trentino, ma dobbiamo avere le idee chiare sulla direzione che vogliamo prendere. Il primo rapporto del progetto “Duemilatrentino – Futuro Presente”, che presentiamo alla nostra Assemblea 2021, contiene le proposte per valorizzare la centralità dell’individuo e della qualità della vita come leva di sviluppo del Trentino. Fausto Manzana Presidente di Confindustria Trento

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OLTRE LE APPARENZE


il punto

09

La persona al centro In queste settimane si è animato un acceso dibattito su quello che tecnicamente è definito “mismatching” tra domanda e offerta. Finalmente. Per il periodo che stiamo vivendo, questo sta diventando un problema di grande importanza: che le persone non trovino un lavoro e che le imprese non trovino le persone è un paradosso inaccettabile. Sono stato interpellato più volte, e più volte ho espresso e ribadito la stessa considerazione: non un’opinione personale, né un’opinione di parte, ma un’evidenza che emerge dalle analisi economiche, e in particolare anche dall’indagine che abbiamo promosso tra le aziende associate nell’ambito del nostro progetto “Duemilatrentino – Futuro presente”, realizzata da The European House – Ambrosetti. Stando all’elaborazione, le due Province di Trento e Bolzano sono tra i territori italiani dove si fatica di più a reperire lavoratori: a Trento, il 35,2% dei lavoratori in entrata è di difficile reperimento (in peggioramento rispetto al 25,1% rilevato nel 2019). La principale motivazione risiede nella mancanza di candidati (22,3%). In termini di titolo di studio richiesto, i titoli ITS sono di difficile reperimento nel 63% dei casi, seguiti da laureati universitari (43%), qualifiche professionali (35%) e titoli secondari (34%). Evidenze incontestabili. Il tema non è però chi abbia un po’ più ragione. Il tema è che il danno è per tutti, per il sistema, per la persona che guida un’impresa, per la persona che lavora, o vorrebbe lavorare, per l’impresa. Su questo siamo tutti d’accordo. Smettiamola di parlare di forza lavoro, iniziamo a parlare di persone. Ciò detto, cosa possiamo fare, di fronte a questo? Come Associazione, un’Associazione responsabile, che rappresenta imprese responsabili, stiamo cercando di fare la nostra parte. Mettendo la persona al centro: nelle iniziative dedicate ai giovani, nelle politiche a favore del welfare aziendale, nella nostra azione di rappresentanza. Ne abbiamo parlato in occasione dell’ultimo incontro di “Una certa idea di futuro”, il nostro pensatoio, insieme a Padre Natale Brescianini. La pandemia ha insegnato molto, anche a chi era magari meno sensibile. Ne parliamo, soprattutto, nel primo step del progetto Duemilatrentino, dedicato alla “Centralità dell’individuo e della qualità della vita”, e nell’ambito del quale anche grazie al confronto con la comunità e gli stakeholder cerchiamo di dare una risposta anche a questo problema. Per un Trentino che sappia, anche nella dimensione del lavoro, valorizzare la persona. Roberto Busato Direttore Generale di Confindustria Trento

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10

copertina

copertina

Centralità dell’individuo e qualità della vita Presentato all’Assemblea 2021 di Riva del Garda il position paper che riassume gli esiti del lavoro svolto sul primo dei tre step dell’iniziativa “Duemilatrentino - futuro presente”.

LA PRIMAVERA scorsa, Confindustria Trento ha annunciato di avere iniziato a lavorare a una proposta per lo sviluppo del territorio che potesse essere di beneficio a tutta la comunità. Si tratta del progetto “Duemilatrentino - futuro presente”: piattaforma di analisi e insieme laboratorio nel quale definire proposte, soluzioni e orientamenti per la crescita delle imprese e del territorio trentino. Un percorso condotto grazie al supporto scientifico di The European House – Ambrosetti, tra i principali think tank privati a livello mondiale e il primo in Italia, e al contributo di Sparkasse, main partner del progetto. “Centralità dell’individuo e della qualità della vita” è il titolo del primo ambito di approfondimento, che approda all’Assemblea di Confindustria di Riva del Garda nella forma di un position paper che dà conto degli esiti del lavoro svolto nei mesi scorsi dalla cabina di regia e dai tavoli di lavoro impegnati nel percorso. Un percorso che si è sostanziato nell’analisi dello scenario di riferimento, con l’obiettivo di comprendere i punti di forza e gli ambiti di miglioramento del

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Trentino; nell’approfondimento dei fattori di attrattività e delle opportunità percepite dagli stakeholder del territorio; infine nell’identificazione di idee progettuali per lo sviluppo del settore manifatturiero e del sistema-Trentino, con la definizione di un portafoglio di iniziative di sistema a sostegno della filiera della qualità della vita in Trentino. Le analisi sulle caratteristiche e sull’evoluzione del tessuto socioeconomico del Trentino da un lato, e il confronto con i rappresentanti delle istituzioni, della comunità imprenditoriale e del sistema della formazione e della ricerca dall’altro, hanno contribuito a mettere in luce come il territorio debba puntare all’eccellenza e sfruttare al meglio la propria autonomia. In particolare, nel delineare la propria visione al 2030, il Trentino deve tener conto dei megatrend che si stanno consolidando nella fase post Covid-19, degli indirizzi programmatici delineati dall’Europa per il periodo 2030-2050 e, non da ultimo, delle Missioni al centro del Piano nazionale di ripresa e resilienza del Governo italiano. Alla luce di questo, il riposizionamento strategico-competitivo del Trentino – una necessità confermata dai gap di crescita rilevati a confronto con altri territori del Nord Italia e del Centro Europa (in primis, PIL e capacità di innovazione) – potrà declinarsi sui tre pilastri al centro delle proposte operative dell’iniziativa: la centralità dell’individuo e della qualità della vita; la transizione sostenibile; la “Società Trentino 5.0”. La visione strategica al 2030 – sintetizzabile nel motto “Trentino per la vita e il lavoro” – è quindi: “Riaffermare il Trentino, con un forte rilancio dell’autonomia e posizionamento sui servizi e le produzioni a valore aggiunto, come territorio dinamico e sostenibile, avanguardia d’Italia per le politiche e le migliori pratiche per la qualità della vita, del fare impresa e del lavoro”. Per concretizzare tale visione al 2030, valorizzando la centralità dell’individuo e della qualità della vita come leva di sviluppo del Trentino e integrando le eccellenze del sistema produttivo in chiave sistemica, sono state identificate cinque direttrici d’azione con dodici proposte d’intervento:


11 copertina

1. Rendere il Trentino una best practice nei nuovi modelli di welfare, di lavoro e di impresa costruiti attorno all’individuo. 2. Innovare il sistema educativo in Trentino attraverso un approccio di filiera che allinei la formazione ai nuovi trend del mercato e ai bisogni delle imprese. 3. Posizionare il Trentino e la sua immagine come territorio “life-friendly e work-friendly” per attirare talenti e competenze. 4. Affermare un nuovo modello per il turismo in Trentino a partire dallo sviluppo delle attività sportive delle filiere industriali e di servizio associate, integrando la collaborazione in ambito sportivo. 5. Avviare un’azione concertata tra pubblico e privato di forte semplificazione ammini-

strativa secondo un criterio di sostenibilità dei processi nell’ambito dell’Autonomia del Trentino.

Un progetto in tre step L’iniziativa “Duemilatrentino - futuro presente” si sviluppa in tre step di lavoro. Ciascuno di essi culmina in un documento di orientamento e posizionamento strategico che l’Associazione consegna alla comunità in concomitanza con le Assemblee di Confindustria Trento del 2021, 2022 e 2023. I tre pilastri: > > >

Centralità dell’individuo e della qualità della vita Transizione sostenibile Società Trentino 5.0

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12 copertina

Il punto di vista delle imprese Gli associati confermano che centralità dell’individuo e qualità della vita sono asset su cui rafforzare un’immagine del territorio in grado di attrarre visitatori, studenti e lavoratori.

FRA I

passaggi chiave del lavoro svolto nei mesi scorsi nell’ambito del primo step dell’iniziativa “Duemilatrentino - futuro presente” c’è l’indagine condotta tra le imprese del mondo industriale per raccogliere sentiment e attese per il prossimo futuro. Questa operazione ha portato all’evidenza alcuni elementi, anticipati a fine settembre in occasione di una conferenza stampa a Palazzo Stella. All’appuntamento sono intervenuti il presidente di Confindustria Trento Fausto Manzana, il direttore generale dell’Associazione Roberto Busato, i consulenti di The European House – Ambrosetti e Nicola Calabrò, AD e DG di Sparkasse, main partner del progetto. Il punto di vista delle imprese restituito dalla survey per “Duemilatrentino” evidenzia in sintesi quanto segue: Gli imprenditori del Trentino dichiarano un sentiment positivo sul presente e sul futuro del business della propria azienda. Nel valutare le prospettive del Trentino nel suo complesso, 1 azienda su 5 giudica il territorio in declino. Secondo 7 imprenditori su 10 il Trentino offre concrete opportunità di sviluppo, a condizione che siano superate le criticità legate ai rapporti con la Pubblica Amministrazione e ai gap del mercato del lavoro.

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Secondo quasi 1/3 degli imprenditori, il Trentino non è un territorio innovativo, in primis a causa della scarsa apertura del territorio e del ridotto dinamismo culturale. Le imprese hanno una percezione positiva del territorio, che si concretizza nelle connotazioni di natura, sostenibilità e affidabilità. Tra le accezioni negative: chiusura, staticità e autoreferenzialità sono le più ricorrenti. Secondo la quasi totalità delle imprese trentine la qualità della vita è un fattore di attrattività per il territorio, ma per 4 imprese su 10 non viene sufficientemente valorizzata. L’attività di ascolto delle imprese e degli stakeholder del Trentino conferma dunque che centralità dell’individuo e qualità della vita sono ritenuti asset su cui costruire e rafforzare un’immagine del territorio in grado di attrarre visitatori, studenti e lavoratori. A monte, occorre tuttavia intervenire su alcuni “fattori abilitanti” che – potenziando l’offerta attuale e migliorando le occasioni di connettività e di fruizione dei servizi a tutti i livelli (contesto sociale, culturale, formativo, ecc.) – non solo influenzano le scelte di vita e di localizzazione di quanti provengono dall’esterno, ma favoriscono anche una maggior capacità di ingaggiare e trattenere le persone in Trentino. Nello specifico, il sistema imprenditoriale richiede un miglioramento dei collegamenti infrastrutturali e auspica un intervento anche su aspetti strategici di natura intangibile, in primis un minor peso della burocrazia nei rapporti con la Pubblica Amministrazione (che potrebbe valorizzare le opportunità connesse all’autonomia della Provincia su più ambiti direttamente legati alla qualità della vita, tra cui lavoro, welfare, istruzione e ricerca), l’upgrade delle competenze professionali e la managerializzazione della forza lavoro e una maggiore apertura culturale della società che possa superare un approccio spesso chiuso e autoreferenziale che frena la vis innovativa del territorio e delle sue imprese. Attraverso queste misure, il Trentino potrebbe risultare più attrattivo verso l’esterno ed essere percepito come un territorio “life-friendly” e “work-friendly” che offre un ampio ventaglio di opportunità a chi lo sceglie come destinazione di vita, lavoro o turismo.


13 copertina

CAPITOLO 4

Hanno partecipato all’indagine empirica 150 imprese associate a Confindustria Trento (pari al 25% delle imprese associate) e nel 61,5% dei casi i rispondenti sono stati vertici aziendali (CEO e/o Presidenti), SETTORE DI ATTIVITÀ (% DEL CAMPIONE), 2021 24,5%

MECCANICA, MECCATRONICA ED IMPIANTI

10,4%

SERVIZI ALLE IMPRESE, ENGINEERING E FINANZA ALIMENTAZIONE

9,8%

INFORMATICA E TECNOLOGIE DIGITALI

9,8% 8,6%

CHIMICA, VETRO, GOMMA E PLASTICA

8,0%

IMPIANTI A FUNE CARTA, GRAFICA, EDITORIA

5,5%

LEGNO

4,9%

ESTRATTIVE, LAPIDEO, PORFIDO E MATERIALI DA COSTRUZIONE

4,3%

SANITÀ E CURA DELLA PERSONA

4,3%

FATTURATO 39,5%

FINO A 5 MLN €

18,5%

TRA 5 E 10 MLN €

15,4%

TRA 10 E 25 MLN €

ENERGIA E SERVIZI PER L’AMBIENTE

3,7%

TRA 25 E 50 MLN €

TRASPORTI E LOGISTICA

3,7%

TRA 50 E 100 MLN €

6,8%

OLTRE 100 MLN €

8,6%

SISTEMA MODA

2,5%

11,1%

N. DI DIPENDENTI Figura 37. Caratteristiche delle imprese rispondenti all’indagine empirica dell’iniziativa “Duemilatrentino” sulla centralità dell’individuo e della qualità della vita (composizione percentuale del campione). Fonte: elaborazione The European House – Ambrosetti su risposte alla survey presso le imprese associate a Confindustria Trento, 2021

<50

56,5%

50-150 150-250

26,1% 5,6%

250-500

5,0%

500-1.000

4,3%

> 1.000

2,5%

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15 copertina

In partnership per un Trentino 5.0 Sparkasse ha scelto di condividere il percorso di Confindustria Trento: molti i punti d’incontro, a partire dall’idea di lavorare per sostenere lo sviluppo economico e sociale. di NICOLA CALABRÒ, Amministratore Delegato e Direttore Generale Sparkasse-Cassa di Risparmio di Bolzano

L'INIZIATIVA

“Duemilatrentino – Futuro Presente”, lanciata da Confindustria Trento e concepita in tre importanti step per il prossimo biennio, rappresenta un ambizioso progetto di visione sulle sfide e le opportunità per la crescita delle imprese e del territorio. Sparkasse ha deciso di essere partner di Confindustria Trento e di supportare e condividere con voi questo importante percorso. Sono molti i punti d’incontro e gli aspetti che ci accomunano, come quello di agire ogni giorno nell’interesse dei nostri clienti e di sostenere lo sviluppo economico e sociale. È stato questo anche il nostro impegno, durante il difficile periodo pandemico tradotto in interventi e azioni concrete a supporto di famiglie ed imprese. Nel 2020 abbiamo toccato livelli record di crescita dei finanziamenti (+10%) dimostrando che anche in un momento di incertezza e complessità la banca voleva continuare a sostenere i clienti proprio quando c’è stato il maggior bisogno. Il contesto nel quale stiamo ora operando è fortemente cambiato, e presenta oggi anche nuove opportunità. Nell’aprile di quest’anno abbiamo approvato il nuovo piano industriale 2021-23 di Sparkasse. Si tratta di un piano ben ponderato che coniuga prudenza e coraggio, e che contiene una serie di sfide importanti ed ambiziose. La banca ha registrato negli ultimi sei anni crescite significative e realizzato importanti obiettivi, il nuovo piano conferma la volontà di continuare a crescere ed investire. Responsabilità imprenditoriale, anche per Sparkasse, come per Confindustria Trento, significa prestare grande attenzione al contesto sociale e ricoprire questo ruolo anche in futuro in maniera consapevole. Sparkasse, come banca leader, da sempre vicina a famiglie e imprese porta avanti con impegno

e con convinzione la sua missione nel Trentino, orientando il suo agire sempre a vantaggio del contesto territoriale e della sua gente. Fin dalla sua fondazione nel 1854, la Banca ha fornito prova dell’attaccamento ai territori in cui è insediata ed alle persone che ci vivono, della capacità di essere vicina ai loro bisogni e di supportare lo sviluppo con attenzione. Siamo una banca che contribuisce in maniera significativa a produrre valore supportando le famiglie e le imprese e sostenendo gli investimenti per la crescita. Lavoriamo quotidianamente per migliorare i nostri prodotti e servizi con l’obiettivo di offrire un alto livello di consulenza alla nostra clientela.

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Nicola Calabrò


16 copertina

L’Autonomia è forte solo se ben gestita Oggi, avere una percezione chiara di come essa possa essere messa nelle condizioni di sostenere un nuovo e generativo processo di crescita, è la vera emergenza a cui dobbiamo rispondere. di MAURO MARCANTONI

PER MEGLIO

cogliere la portata della straordinaria crescita economica di cui abbiamo potuto beneficiare, è opportuno partire dai dati. Rispetto alla media nazionale, nel 1971 il Pil pro capite era in Trentino pari al 98,2% e in Alto Adige al 104,5%: in entrambi i casi sostanzialmente basso. Negli ultimi cinquant’anni questo indicatore è schizzato verso l’alto, superando rispettivamente il 130% in Trentino e il 160% in Alto Adige. Per apprezzare meglio questo dato, è utile considerare che la crescita percentuale, sempre rispetto alla media nazionale, nel periodo considerato è risultata in Trentino doppia e in Alto Adige addirittura più che tripla rispetto al Veneto, che pure è la migliore performance tra le Regioni del nord. In Trentino, sempre rispetto alla media nazionale, negli ultimi dieci anni questa capacità propulsiva si è attenuata, ma se consideriamo il trend nel suo complesso il giudizio rimane positivo, pur con qualche preoccupazione. Se ci interroghiamo sulle ragioni che hanno consentito questi risultati, non possiamo prescindere da come, nel tempo, si è conformato il nostro sistema di autogoverno, sia in termini di assetti che di gestione. Innanzitutto, è utile precisare che

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questo sistema, in termini di competenze, a livello nazionale è di gran lunga il più potente e dotato. Un risultato dovuto alla eccezionale capacità di dare forma e sostanza alla nostra Autonomia, non solo portando a compimento il disegno istituzionale previsto dal Secondo Statuto, ma anche potenziandolo acquisendo nuove competenze dallo Stato. E questo vale sia per Trento che per Bolzano. Un secondo fondamentale indicatore dell’eccezionale livello di compiutezza del nostro sistema autonomistico riguarda la quota di spesa pubblica gestita in loco, rispetto a quella gestita dallo Stato. Poco meno e poco più di due terzi del totale della spesa pubblica, a Trento e a Bolzano, sono gestiti direttamente dalle istituzioni dell’Autonomia. In Friuli-Venezia Giulia la quota gestita in loco quasi si dimezza, scendendo a poco più di un terzo, e in Sicilia, addirittura, scende ad un quarto. Ciò significa che in Trentino e in Alto Adige la presenza diretta dello Stato è bassissima, in Friuli-Venezia Giulia è media, in Sicilia è elevatissima. Siamo pertanto in presenza di un sistema di autogoverno fortissimo, senza uguali nel Paese, che proprio per questa forza, se gestito bene, produce frutti altamente positivi. Simmetricamente, e questo è il problema, se gestito male i risultati sono inevitabilmente di segno inverso. In una fase dove la pandemia ha scombinato tutti i nostri più consolidati riferimenti, avere una percezione chiara di come il “gioiellino” Autonomia Speciale può essere messo nelle condizioni di sostenere un nuovo e generativo processo di crescita è la vera grande emergenza a cui dobbiamo rispondere. Una grande emergenza che sfida la nostra capacità di autogoverno, quindi la qualità del capitale sociale e della classe dirigente su cui possiamo, e soprattutto potremo, fattivamente contare.



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speciale

speciale

Dinamicità e propensione al cambiamento Intervista ad ANDREA GOTTARDI, presidente Sezione Trasporti e Logistica di Confindustria Trento. di FEDERICO PESSOT, Confindustria Trento

PRESIDENTE

Gottardi ci potrebbe, prima di questo scenario fino all’anno scorso inedito? tutto, inquadrare la Sezione che presiede deline- Mi preme sottolineare che il 2020 in primis è stato un anno complesso non solo dal punto di vista manageandone le sue caratteristiche principali? A seguito della recente riorganizzazione la sezione riale, ma lo è stato soprattutto sotto l’aspetto umano. può contare su venti aziende per un totale di circa Guardando invece allo scenario economico delinetremilaquattrocento dipendenti. Più nello specifi- iamo un quadro non uniforme: qualcuno ha retto co, diciassette presentano una spiccata caratteriz- l’urto, altri non sono riusciti a chiudere il bilancio zazione nell’ambito dell’autotrasporto merci, per in utile, nonostante fossimo tutti partiti bene nei poi completarsi con realtà di più ampio respiro primi mesi dell’anno. Individuiamo le cause di ciò come Autostrada del Brennero, Trentino Trasporti e soprattutto in relazione al sistema di chiusure che, Ferrovie dello Stato. Realtà sensibilmente differenti oltre a diminuire i volumi di lavoro, ha reso difficitra di loro, ma con cui spesso si condividono que- le delineare linee programmatiche precise nel breve stioni comuni e con cui si è riusciti a trovare una e medio termine. concreta coesione. E invece per quanto concerne il 2021, che proUn tema caldo per tutti è sicuramente la pande- spettive traccia sia a livello nazionale che intermia che ci ha coinvolto, come avete affrontato nazionale? Nonostante permanga un notevole grado di incertezza, riscontriamo che il 2021 sta fornendo buoni segnali di ripresa. Facciamo i conti con tutta una serie di casistiche che, come si può immaginare, non ci fanno ancora esprimere il nostro massimo grado di operatività, senza contare la costante difficoltà a reperire personale specializzato. Guardando invece al bicchiere mezzo pieno, la forte richiesta di materie prime e lo sblocco delle grandi opere sta permettendo al settore di esprimere segnali di ripresa. Quando segnala una mancanza di personale qualificato, precisamente a cosa si riferisce? Dall’esterno molte volte si ha l’idea che per operare come autista basti la patente del camion. In realtà, al giorno d’oggi questi mezzi sono strumenti ad alta tecnologia che devono essere gestiti con competenze specifiche. I compiti dell’autista, infatti, comprendono ad esempio la

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conoscenza delle questioni normative legate alla Il problema di come affrontare la transizione tipologia di carico che trasportano oppure alle energetica si sta ponendo a livello di qualsiasi procedure legate ai macchinari connessi al mezzo. comparto. Quello dei trasporti e della logistica Per sopperire a queste mancanze abbiamo avviato in che direzione si muove? una collaborazione con l’Agenzia del Lavoro, che Anche nel nostro settore c’è una sensibilità crescenfinanzia percorsi di riqualificazione di persone te rispetto alla tematica della sostenibilità. Nel conche arrivano da altri settori. In un secondo mo- creto stiamo investendo molto in tecnologie che ci mento interveniamo noi come aziende, fornendo permettano di ridurre i consumi dei nostri mezzi. una formazione ulteriore in modo da orientare i Ad oggi noto che la tendenza sia quella del paslavoratori verso le esigenze peculiari di ogni realtà. saggio al metano liquido (LNG), il quale abbassa In questa direzione stiamo investendo anche significativamente il tasso di emissioni riducendo sui giovani, lavorando con l’Università Popo- quindi l’impatto ambientale. Nella Sezione, in parlare e l’Istituto Martino Martini di Mezzolom- ticolare, si investe molto anche su veicoli tradiziobardo, per la formazione di risorse che non de- nali con i motori di nuova generazione euro 6 step vono limitarsi alla figura dell’autista, ma anche D e si sta guardando anche a trazioni alternative a quella del personale logistico: figure altret- quali full electric, di recente entrata sul mercato, tanto importanti all’interno delle nostre realtà. o mezzi ad idrogeno di prossima commercializzazione. Nel futuro immagino quindi una modalità Nel vostro settore quello della concorrenza sleale di trasporto che avverrà con più tipologie di comè un tema molto sentito, come vi approcciate bustione e trazione: dal full elettrico per l’ultimo miglio al LNG, idrogeno o combustibili nuovi sulle alla questione? Al giorno d’oggi ci troviamo nella situazione medie e lunghe distanze. di soffrire su due fronti noti da tempo. L’infiltrazione della criminalità nel settore, che de- Invece per quanto riguarda il rapporto con gli nunciai pubblicamente già 10 anni fa, feno- interlocutori istituzionali, come vi ponete? meno che ha avuto un forte incremento negli I rapporti con le istituzioni trentine sono di qualità ultimi anni, come riportato anche da Banca d’Italia. e questo ci porta conseguentemente a fare meglio Non da meno è la questione che coinvolge la con- il nostro lavoro. La Provincia è sensibile alle nostre correnza di imprese estere. L’esempio più lampante problematiche: l’esempio più recente è quello del è quello di Polonia e Slovacchia che, da paesi euro- supporto fornito nell’organizzare la somministrapei, aggirano le quote stabilite dall’Unione Europea zione dei tamponi per i nostri autisti che dovevano in termini di utilizzo di autisti extracomunitari. È varcare il confine austriaco. evidente che situazioni come queste inquinano le Stessa cosa vale anche per tutte le istituzioni predinamiche concorrenziali all’interno del mercato poste al controllo del settore. I rapporti da sempre in materia di trasporti e logistica. È una situazione sono ottimi e favoriscono la collaborazione reciproca. Auspico che la fine della fase emergenziale che teniamo monitorata. Infine, il problema degli sgravi contributivi del 30% della pandemia permetta di potersi rincontrare e per 10 anni alle aziende aventi sede nel meridione confrontarci sulle problematiche del settore. d’Italia, agevolazioni previste dal Decreto Cura Ita- I rapporti, a livello locale, con le altre Associaziolia. Contestualmente, con i colleghi presidenti delle ni che rappresentano la categoria (Artigiani e FAIsezioni trasporti del Nord Italia abbiamo scritto Conftrasporto) sono profittevoli per tutti, difatti il una lettera comune ai nostri governatori chieden- dialogo costruttivo ha portato a ottimi risultati per do di escludere il personale viaggiante da tale nor- il settore in Trentino. ma, perché crea una situazione di squilibrio tra imprese a seconda dell’ubicazione geografica.

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Trasporti eccezionali, soluzioni speciali Cristelli Srl, azienda leader nel trasporto di ogni tipo di merce, offre soluzioni personalizzate per ogni tipo di esigenza. Anche quando l’impresa sembra impossibile. di ALESSANDRO DE BERTOLINI

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più è difficile la sfida, tanto più siamo determinati nel risolverla: il nostro obbiettivo è trasportare ogni tipo di merce, soprattutto quelle che presentano i maggiori problemi di movimentazione, grandi manufatti, macchinari, componenti di impianti industriali e altro, oggetti dalle forme e dalle misure più irregolari, anche molto pesanti, completamente fuori standard”. Gianluca Romani guida con entusiasmo Cristelli Srl, l’azienda di famiglia, tra i principali protagonisti regionali nel settore dei trasporti speciali e dei sollevamenti. Con la cugina Ro-

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mina e con le sorelle Jessica e Roberta, Gianluca rappresenta la seconda generazione. Cristelli Srl nasceva nel 1976 come azienda di trasporto conto terzi, per poi intraprendere con passione la strada del servizio con gru. Ma l’offerta di servizi non si ferma a questo: “Si spazia dalle ventose per il sollevamento e posizionamento di vetri, che sono richieste in tutto il Nord Italia, garantendoci ottimi partner commerciali nelle locali aziende legate alla produzione di finestre, alle minigru, che possono lavorare in spazi molto piccoli, dove un autogru non potrebbe operare, e addirittura in spazi interni. “Possiamo descrivere la nostra – continua Gianluca Romani – come un’azienda in continua evoluzione, che però non ha mai perso di vista i principi alla base della sua attività: professionalità e specializzazione. Nel corso degli anni ci siamo specializzati nel trasporto di quelle merci la cui movimentazione non può essere risolta con procedure standard. È questa la nostra scommessa: non ci sono dimensioni, pesi o destinazioni che ci spaventano. Abbiamo portato a termine con successo incarichi che sembravano impossibili”. Dinamismo, inventiva ed efficienza sono gli elementi che contraddistinguono Cristelli Srl e che costituiscono il Dna dell’azienda. A Pergine, dove si trova la sede operativa, lavorano quasi 20 dipendenti tra operai, autisti, personale tecnico e amministrativo. La maggior parte del business viene realizzato in Trentino e in Alto Adige. Il 10% circa delle commesse proviene invece da altre regioni del Nord Italia e dall’estero. Sul mercato regionale Cristelli gode di una nomea di lungo corso, una posizione conquistata anche attraverso importanti riconoscimenti: come dimostra il risultato ottenuto agli ILTA (Italian Lifting & Transportation Awards) nel 2013 e nel 2015, dove


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l’azienda di Pergine si è distinta fra quasi 200 imprese italiane di sollevamento e trasporti eccezionali, vincendo nella categoria “Sollevamento con gru da autocarro”. Per incontrare il più possibile le esigenze del cliente e per la gestione del flusso continuo di richieste, Cristelli ha puntato su un parco mezzi ampio e innovativo, oltre che su una buona rete di partnership. Ma non soltanto. “Negli ultimi anni – racconta Romani – abbiamo intrapreso un percorso di grande rinnovamento, lavorando sulle nostre vocazioni, per soddisfare a 360 gradi la richiesta dei clienti. Ma anche per anticiparla. Nel contesto in cui viviamo, definito in maniera figurativa come “società liquida”, perché in continua mutazione ed evoluzione, è necessario avere la lungimiranza di essere pronti a captare e prevedere le nascenti esigenze del mercato, anticipare la richiesta del cliente, per trovarsi pronti a offrire un servizio innovativo, attuale e soprattutto di qualità. Abbiamo dotato il nostro ufficio tecnico di un ingegnere, che si occupa di progettare e realizzare strutture idonee a compiere determinate movimentazioni. Abbiamo inoltre integrato il nostro organico con una squadra di persone addette a smontare e rimontare gli oggetti per renderli trasportabili. Abbiamo poi creato un nuovo ufficio logistico per portare a termine le pratiche burocratiche legate ai trasporti eccezionali e alla movimentazione di merci fuori dall’Italia, principalmente in Europa”. Di pari passo, Cristelli continua a investire in nuove tecnologie: “Dopo aver acquistato delle cavallette idrauliche per movimentazioni fino a 130 tonnellate in spazi ristretti, recentemente abbiamo

rinnovato il nostro parco macchine con una gru di ultima generazione ad alimentazione elettrica (a emissione zero), con una gru cingolata (disegnata e progettata dal nostro ufficio tecnico), con una nuova unità modulare per trasportare oggetti con un peso fino a 75 tonnellate e con due autogru da oltre 100 tonnellate, Liebherr e Idrogru”.

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Il trasporto può essere sostenibile Autotrasporti Pedot ha fatto della sostenibilità la sua forza, perché “investire verso una società più sostenibile è un atto di responsabilità che deve coinvolgere tutti”. Per l’ambiente e per le persone.

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far capire che anche il trasporto è un valore e che, come tale, deve essere considerato e deve essere valorizzato”. Stefano Pedot, socio e amministratore dell’omonima azienda di famiglia, protagonista da più di ottant’anni nel settore dei trasporti in Trentino, guarda con fiducia al futuro, ma è sinceramente preoccupato della situazione attuale del proprio comparto. “Le merci, di qualsiasi tipologia e settore, vengono realizzate e commercializzate, hanno un costo di produzione e un prezzo di vendita, necessitano di grandi investimenti per essere prodotte e richiedono alle aziende capacità di visione

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e strategie per il futuro. Tutte cose che conosciamo bene e che teniamo nella giusta considerazione. Ma non per il settore del trasporto. I trasporti… li diamo spesso per scontati. Sembra che per i trasporti questi ragionamenti non valgano. Vengono quasi percepiti come una scocciatura. Sia nella percezione comune della gente, sia da parte degli amministratori e della politica. Sentiamo dire che i mezzi pesanti e i camionisti sono un intralcio, intasano le strade, inquinano l’aria, sono rumorosi. Siamo i destinatari e l’oggetto di queste critiche. Ma si dimentica che i trasporti sono l’ultimo anello della catena, che sono necessari, nella loro


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quotidianità. Se non ci fossero, le merci non viaggerebbero. Si dimentica che il nostro è un compito indispensabile e, soprattutto, che può essere svolto puntando sulla qualità. Che significa, per esempio, guardare al miglioramento delle condizioni di lavoro del personale. Oppure investire tempo, risorse ed energie nel rispetto dell’ambiente, per adottare politiche green finalizzate a ridurre le emissioni di Co2”. Proprio su questo, Autotrasporti Pedot ha basato il proprio impegno e la propria credibilità. Non soltanto puntualità nelle consegne e garanzia di fiducia e professionalità con il cliente, ma anche rispetto dell’ambiente. “La nostra flotta – continua Stefano – è composta interamente da veicoli Euro 6. Così, già da diversi anni. Abbiamo i veicoli meno inquinanti e più efficienti sul mercato. Inoltre, da quest’anno disponiamo anche di mezzi ad alimentazione Lng”. Con Lng (acronimo di Liquefied Natural Gas) si fa riferimento al metano liquido, una realtà consolidata nel panorama dei carburanti alternativi al diesel, che consente di annullare le polveri sottili e di avere un decremento di emissioni considerevole rispetto ai carburanti tradizionali. “Ma diciamo anche – sottolinea Pedot – che nell’acquisto di questo combustibile scegliamo solo Bio-Lng, muovendoci quindi senza compromessi nel raggiungimento di obiettivi finalizzati alla tutela dell’ambiente per il miglioramento dell’aria che respiriamo”. In questa direzione va anche l’uso dell’intermodale. “Da oltre vent’anni acquistiamo solo semirimorchi intermodali – aggiunge Pedot – e ci siamo strutturati sul trasporto combinato delle merci strada/rotaia”. Sono scelte che costano e che non sempre pagano. “Investire verso una società più sostenibile è un atto di responsabilità che deve coinvolgere tutti: chi offre il trasporto, chi lo compra, chi governa scelte e dinamiche ai tavoli della politica”. A più di ottant’anni dalla nascita dell’azienda – il nonno di Stefano, Eugenio, avviò l’attività in valle di Cembra tra le due guerre, iscrivendosi alla Camera di Commercio nel 1939 – Autotrasporti Pedot è ancora tra i protagonisti del settore, con la capacità di contraddistinguersi per queste scelte.

Un’azienda, la Pedot, che ha superato la pandemia senza un’ora di cassa integrazione. “Abbiamo affrontato il Covid cercando di cogliere nella crisi delle opportunità. Certo, ci sono state delle contrazioni, ma il nostro organico è rimasto sempre operativo, dal primo all’ultimo collaboratore. In un momento così difficile, il nostro personale ha dato il meglio di sé. Mai come durante la pandemia ci siamo accorti di quanto sia indispensabile il settore dei trasporti, capace di garantire l’approvvigionamento delle merci in un momento di crisi. Il plauso, quindi, va ai nostri autisti, che hanno saputo lavorare con grande dedizione”. Un categoria, questa, tanto fondamentale quanto difficile da reperire. Oggi, in pochi sono disposti a viaggiare su un camion, dormire nelle cuccette, stare lontani da casa per diversi giorni ogni settimana. Quasi nessuno tra i trentini, in pochi tra gli italiani. “A livello nazionale – conclude sul punto Stefano Pedot – mancano decine di migliaia di autisti, è un problema strutturale che deve essere affrontato con scelte politiche forti e decise, aprendo l’ingresso ai cittadini di altri Stati. Se questo non avverrà, rischiamo che il sistema italiano produttivo e quello dell’interscambio merci entrino irreversibilmente in crisi”. (adb)

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Valtrasporti. Serve una legislazione condivisa Valentini: “Concorrenza e legislazione ci pongono sempre di fronte a nuove sfide. Si sente la mancanza di un coordinamento a livello nazionale e sovranazionale”

"LA DIFFICOLTÀ

maggiore è rimanere al passo con il mercato: concorrenza e legislazione ci pongono sempre di fronte a nuove sfide. E per un’azienda di piccole dimensioni, come la nostra, a volte è difficile trovare il modo giusto per affrontare i continui cambiamenti”. In un momento non facile per il settore dei trasporti, Marco Valentini, in rappresentanza di Valtrasporti Srl, spiega così le criticità del comparto. La concorrenza con i competitors, che giungono dall’estero, e la produzione smisurata di norme e pratiche burocratiche, che soffocano la quotidianità, stanno mettendo in ginocchio il settore, costretto, oggi più che

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mai, a districarsi in un panorama di leggi mutevole, spesso disarmonico, che presenta forti asimmetrie e dissonanze. La pandemia ha complicato gli scenari, spingendo verso una normazione a ordine sparso, dove ogni Paese ha prodotto i propri disciplinari per l’ingresso, l’uscita e il transito entro i confini di Stato, sia per le persone sia per le merci. Si sente la mancanza di un coordinamento a livello nazionale e sovranazionale, a danno delle imprese di trasporti, costrette a navigare a vista. Specializzata nei servizi di trasporto merci, logistica e gestione di magazzino, Valtrasporti è presente in Trentino da quarant’anni. Come ditta individuale di trasporti conto terzi, nasceva a Mezzocorona nel 1981, cogliendo un trend di crescita costante, dovuto soprattutto alla capacità di interpretare le richieste del mercato locale, prima provinciale e poi regionale. Dopo l’acquisto di un nuovo terreno, nel 1988, Valtrasporti ha conosciuto un percorso di ristrutturazione con la messa in opera di nuovi uffici, con il potenziamento dell’officina e con l’ampliamento del magazzino di stoccaggio. La sede storica dell’azienda si è così spostata da via IV Novembre, dove si trovava, alla zona produttiva di Mezzocorona, in Località Fenice.


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L’attuale stabilimento è in grado di rispondere alle richieste provenienti da molte regioni di Italia. Con il tempo, le commesse si sono intensificate, comportando un cambio di orizzonti non soltanto quantitativo, ma anche geografico e qualitativo: si sono moltiplicati i rapporti con le altre provincie d’Italia e sono aumentati i servizi offerti da Valtrasporti ai propri clienti. “Da quando abbiamo costruito la nuova sede – continua Marco Valentini – abbiamo integrato l’attività di autotrasporto con quella dello stoccaggio. Disponiamo di 1000 metri quadrati all’interno dello stabilimento, più altrettanti con copertura esterna, il tutto recintato e sorvegliato. Ora i nostri punti forza sono il Nord Ovest e il Centro Italia, ma siamo in grado di coprire tutta la penisola”. Le merci trasportate sono tante, di diverse tipologie e provenienti da differenti settori dell’industria. Anche in questo senso Valtrasporti ha saputo diversificare. “Si va dagli alimentari, compresa la frutta, agli inerti sfusi, agli imballaggi di varia natura e molto altro. Abbiamo ampliato la nostra gamma, per rispondere alle esigenze del mercato, e abbiamo ottimizzato il più possibile le tempistiche, per garantire alla clientela un servizio veloce e puntuale, mettendo la qualità al centro. Da molti anni, dal marzo 2003, operia-

mo in conformità alla normativa ISO 9001:2000, tramite gli organismi CSQ e IQNET. Tutto questo si traduce in affidabilità del servizio, cortesia e disponibilità, aggiornamento professionale e innovazione. Uno sforzo teso al miglioramento costante degli standard qualitativi della nostra offerta. Un tipo di visione e un’impostazione di metodo che applichiamo anche alla nostra flotta di autoveicoli, in costante aumento, senza tralasciare l’aggiornamento dei vecchi mezzi”. Per essere più presenti sul territorio, l’azienda di Mezzocorona ha creduto inoltre nella possibilità di fare rete, cercando forme di sinergia con altri protagonisti del settore. “Essere nel mondo dell’autotrasporto da quarant’anni – conclude Marco Valentini – ci ha permesso di acquisire una forte conoscenza delle tipologie di trasporto e dei nostri interlocutori. L’esperienza acquisita e un interessante collaborazione con svariati trasportatori ci consente di ampliare il nostro raggio di azione e fornire un servizio che, con le sole nostre macchine, non sarebbe possibile”. (adb)

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Driver del trasporto e della logistica Il Gruppo Arcese racconta la sua strategia globale per competere sui mercati di domani. I pilastri dell’azienda: eccellenza ad ogni livello, persone, digital thinking e crescita.

NEGLI

ultimi due anni, anche sotto la spinta della pandemia, la logistica ha ricoperto il ruolo di protagonista e di settore trainante per il sistema economico nazionale e non solo, rivestendo il suo ruolo strategico e non di commodity. Oggi questa evoluzione continua e vede il settore sempre più attento

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ai temi della sostenibilità economica, ambientale e sociale, dell’innovazione tecnologica e digitale e dei servizi logistici avanzati. Sono, questi, anche i driver di sviluppo del Gruppo Arcese, come conferma Guido Pietro Bertolone, Ceo del Gruppo: “In quanto operatore logistico globale – spiega – nel rispondere alle esigenze dei nostri clienti teniamo sempre a mente i nostri pillar: crescita, digital thinking, eccellenza ad ogni livello, persone e sostenibilità. Grazie a loro possiamo competere sui mercati internazionali, connettendo mondi e creando valore per tutti coloro che partecipano alle nostre attività e ne condividono gli obiettivi”. L’azienda persegue una strategia di incremento della redditività attraverso una crescita organica e sostenibile con il chiaro obiettivo di consolidare la propria presenza sul mercato e di competere in modo più efficace. Il Gruppo Arcese oggi opera a livello globale con oltre 2800 dipendenti e un fatturato consolidato 2020 di 630 milioni di euro. Nel settore dei trasporti e della logistica, la digitalizzazione e l’automatizzazione dei processi sono due fattori chiave e fondamen-


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tali per ottenere un vantaggio competitivo. Arcese implementa sistemi IT innovativi in ogni processo end to end, potenziando tutti i progetti di integrazione dei processi aziendali, la business intelligence e le attività di controllo di gestione. “Per noi di Arcese è fondamentale rispondere con prontezza alle esigenze dei nostri clienti: per questo cerchiamo di anticipare le richieste del mercato, proponendo soluzioni innovative con una forte componente tecnologica e digitale e riconoscendo una rilevanza significativa alla sicurezza informatica e alla protezione dei dati aggiunge Bertolone, che prosegue: "La ricerca della massima soddisfazione e del miglioramento continuo dei processi e servizi è da sempre un obiettivo che perseguiamo insieme ai nostri partner e clienti”. Il Gruppo mira ad una gestione strategica dei collaboratori attuali e futuri, con l’obiettivo di offrire una Employee Experience di successo e concentrandosi sull’empowerment dei Leader, in modo da attrarre, sviluppare e trattenere i migliori talenti in una cultura di engagement, flessibilità e leadership a tutti i livelli. Non solo: l’azienda si impegna a creare un ambiente di lavoro stimolante, sicuro e coinvolgente nel rispetto di tutte le persone, in cui non è tollerato nessun tipo di discriminazione. La sostenibilità è un obiettivo concretamente perseguito e misurato anche grazie a un importante strumento come il Bilancio di Sostenibilità che viene pubblicato ogni anno. Essere un’azienda socialmente responsabile significa per il Gruppo Arcese arricchire le scelte manageriali e strategiche con considerazioni etiche e sociali, investire nel capitale umano, nell’ambiente e nelle relazioni con tutti gli stakeholder. “Siamo consapevoli che le nostre attività e scelte possono

avere un impatto sull’ambiente. La gestione ambientale responsabile oggi è riconosciuta come prerequisito per operare sul mercato. Il nostro modello aziendale mira all’eccellenza: vogliamo affermarci come fornitori leader di servizi logistici ecosostenibili a livello mondiale attraverso il miglioramento delle nostre pratiche e processi, nonché sviluppando modelli di business innovativi. Per questo ci impegniamo a ridurre la nostra impronta ambientale, adottando misure proattive contro il cambiamento climatico e coinvolgendo in questo impegno i nostri clienti e partner” commenta infine Bertolone. I principi di Corporate Social Responsibility di Arcese mirano a promuovere il rispetto e la sostenibilità come parte integrante della cultura aziendale. In linea con questo scopo, sono molteplici le iniziative messe in campo dall’azienda. Tra queste le principali riguardano la flotta di Arcese, costantemente aggiornata e che vanta un numero crescente di veicoli LNG ed elettrici. Inoltre, Arcese è stata pioniera in Europa nello shift modale dalla strada al trasporto intermodale e investe costantemente nell’ampliamento del network.

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La persona 5.0 è al centro Per creare valore nell’impresa massimizzare il profitto non basta. L’azienda è un attore sociale ed è chiamato a creare un valore che non deve essere esclusivamente economico.

É POSSIBILE

coniugare la necessità di mettere la persona al centro dell’azione imprenditoriale senza rinunciare all’imprescindibile esigenza del profitto? Si è presentata così, con questo quesito, la nuova tappa del ciclo di appuntamenti targati “Una certa idea di futuro”, ormai consueto appuntamento formativo organizzato da Confindustria Trento in collaborazione con l’Università degli Studi di Trento. Come nelle precedenti occasioni, l’incontro ha coinvolto ospiti di varia estrazione, per dare ampie prospettive sul tema. È stato Alessandro Garofalo a introdurre i lavori e moderare l’incontro, invitando gli spettatori a porsi nell’ottica di analizzare l’entità azienda non solamente come attore di mercato, ma anche come organizzazione composta da persone che hanno il ruolo di dirigere e comporre l’impresa nelle sue parti. L’apertura del dibattito è stata affidata a Padre Natale Brescianini, monaco benedettino e formatore, e a Ilaria Agosta, Presidente AIDP Veneto: due ospiti provenienti da percorsi sensibilmente differenti, ma con prospettive comuni. Il primo, infatti, partendo dalla regola di San Benedetto, che ha ispirato la vita dei monaci

per più di 1500 anni, si è chiesto se essa possa essere interpretata e declinata nell’ambito aziendale per offrire spunti significativi nella gestione d’impresa. “Il lavoro deve essere concepito come strumento per cercare di costruire qualcosa per noi e per gli altri – ha detto Padre Brescianini -. Possiamo identificare l’azienda come luogo fortemente educativo. E qui si pone la domanda: a cosa vogliamo educare la persona? Solo alla massimizzazione del profitto? Bisogna integrare nuove dimensioni al modello attuale di economia. Questo non significa demonizzare il profitto, ma decidere cosa farsene: profitto come strumento e non come fine. L’azienda è un attore sociale ed è chiamato a creare un valore che non deve essere esclusivamente economico. Quella che viene posta è una sfida importante per trovare linguaggi nuovi. Utilizzando la regola di San Benedetto facciamo ragionare le persone per migliorare sé stessi e poi l’organizzazione”. Agosta, in qualità di specialista delle risorse umane, ha offerto invece una visione più pragmatica rispetto agli step da affrontare per compiere un’effettiva transizione a un modello che integri business e valorizzazione del capitale umano. Il testimo-

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ne degli interventi è stato dunque raccolto dallo chef stellato Peter Brunel, il quale, attraverso un contributo video, ha raccontato la sua sperimentazione dell’approccio benedettino all’interno della sua cucina. Un tentativo di veicolare attraverso il cibo valori come equilibrio, saggezza e esigenze legate alla persona. A chiudere il cerchio degli ospiti è stata Serena Vanzillotta, startupper promotrice di “Log Out”: un metodo innovativo che tenta di coniugare connessione digitale e bisogno di silenzio. Non sono mancate le riflessioni proposte anche dagli organi interni di Confindustria Trento. Tra queste, il focus posto dalla Vicepresidente Stefania Segata, che da imprenditrice ha ripercorso l’evoluzione storica delle diverse tipologie di leadership, andando poi a delineare i modelli che

la contemporaneità chiede di adottare. L’ultimo spunto l’ha fornito Roberto Busato. Il Direttore Generale ha rimarcato la sensibilità dell’Associazione ai temi della responsabilità: dal Report di Sostenibilità presentato nel 2019 all’imminente pubblicazione del Position Paper dedicato alla “Centralità dell’individuo e della qualità della vita” all’interno del più ampio progetto “Duemilatrentino – futuro presente”. All’appuntamento hanno inoltre partecipato Marcello Lunelli, membro del Consiglio di Presidenza dell’Associazione degli industriali di Trento e Flavio Deflorian, Rettore dell’Università di Trento. Come di consueto, il Presidente Fausto Manzana ha chiuso i lavori invitando gli spettatori al prossimo appuntamento.

Natale Brescianini, monaco benedettino e formatore È un monaco benedettino camaldolese che dal 2006 si occupa di formazione e coaching all’interno delle aziende. Dal 2016 è accreditato come ACC Coach presso l’International Coach Federation. Mette a disposizione 30 anni di sue esperienze, studi e linguaggi per aiutare le persone a generare pensieri e a tramutarli in azioni e scelte concrete. Guardando all’azienda come luogo educativo, i suoi interventi formativi si occupano di tutte le soft skills che, nell’ambito della gestione delle risorse umane, ne consentono lo sviluppo e il miglioramento a tutti i livelli.

Ilaria Agosta, presidente AIDP - Triveneto Ha maturato una visione globale dell’azienda e dei flussi di attività nelle unità organizzative, con padronanza dei processi trasversali e delle logiche interfunzionali. È appassionata di tutto ciò che ha a che fare con la funzione People (Personale), ha ricoperto ruoli manageriali e consulenziali in varie aree dell’azienda (HR-L&D, Marketing-ComunicazioneEventi, P&C, Area Tecnica) e in diversi settori (servizi, manifattura, assicurazioni). Al momento si occupa di digitalizzazione dei processi HR, consulenza per lo sviluppo organizzativo e formazione manageriale.

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Manager in cooking training Alfio Ghezzi l’ospite del settimo appuntamento del percorso organizzato da Confindustria Trento e Federmanager grazie al contributo di 4.Manager.

PRENDERE

decisioni, gestire un progetto, rispettarne il timing, finalizzare il gioco di squadra, ottenere risultati sotto stress... sono situazioni e dinamiche con le quali facciamo i conti tutti i giorni. Non sempre però abbiamo piena consapevolezza di ciò che realmente accade, né il distacco necessario a valutare correttamente cosa abbia funzionato e cosa no; in quale aspetto siamo più forti e in quale invece siamo più deboli. Uscire dal proprio contesto abituale per calarsi in uno scenario differente può essere un modo interessante per guardare con occhi nuovi agli aspetti di un processo organizzativo o produttivo. Perché non provarci, ad esempio, nella cucina di uno chef stellato? È questa l’esperienza non convenzionale proposta al gruppo di manager che ha aderito al “Cooking

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Training” di giugno, tappa del percorso promosso nell’ambito del “Progetto 4.Manager - Managerial skills for personal growth and new opportunities” organizzato da Confindustria Trento e Federmanager grazie al contributo di 4manager. Ai partecipanti era stato affidato il compito di preparare, a coppie di due, le portate della cena che avrebbero consumato a fine giornata. Un menù ricco, per niente scontato, pensato dallo chef stellato Alfio Ghezzi. Sua, nella prima parte dell’attività, la presentazione dei prodotti, delle preparazioni e delle procedure. Per un non addetto ai lavori (quello delle risorse umane e quello dello chef) l’appuntamento è stato l’occasione per riflettere su alcune lezioni fondamentali. Chi scrive, avrebbe dovuto essere in prima battuta solo un osservatore esterno. Avendo avuto invece il piacere e l’opportunità di partecipare attivamente ai lavori, posso dire che l’appuntamento è stato anche l’occasione per riflettere su alcune lezioni fondamentali. 1.

Prenditi il tempo che occorre per dare priorità alle cose importanti e organizzare di conseguenza le tue azioni. Un progetto complesso è fatto di fasi sequenziali che vanno valutate attentamente e poi rispettate. I compiti che ci vengono assegnati non vanno per forza assolti rispettando l’ordine di arrivo. Se un preparato richiede più tempo di un altro, deve


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essere ingaggiato per primo. In un menù, la panna cotta arriva dopo il risotto, ma la colla di pesce per il dessert va sciolta prima di fare restringere il brodo. 2. In un team di pari non è scontato vedere le cose allo stesso modo, ma un compromesso va trovato perché una decisione va presa. Nel mio piccolo team, il mio cooking partner e io avevamo opinioni contrapposte anche di fronte al misurino del brodo ristretto. Io ho deciso di dare retta a lui perché, se con le lettere sono a mio agio, con i numeri lo sono un po’ meno. Lui invece è l'hr manager di un’azienda chimica. È andata bene così. 3. In un contesto caratterizzato da stress, ricevere in un’unica soluzione un vasto numero di informazioni e trattenerle non è facile. Mentre ti concentri sulla procedura da seguire per tagliare l’insalata belga, può sfuggirti la dimensione dei cubetti di zucchine, o quale forma debbano prendere carote e cavolfiori. Anche qui, in due si fa meglio. Dovremmo tenerne conto, anche quando deleghiamo.

è essenziale. Quando sbagli, prendi fiato e valuta la situazione. Chiedi aiuto, se puoi, o almeno un confronto. Fai un passo indietro: non perseverare per coerenza o per disfattismo. Se la decorazione di una tartare è partita male, non continuare a farla male per coerenza. Dimentica la parola ormai. Pulisci il piatto e ricomincia. Un’ultima considerazione – ancora una volta universale - sul clima. In cucina, come, in azienda, le cose funzionano meglio quando i membri di un team sono in grado di mantenere, anche e soprattutto nonostante lo stress, rispetto e fiducia, dunque relazioni positive e costruttive. Non si tratta di un aspetto scontato, ma di un equilibrio che va costantemente presidiato e incentivato. E che merita, anch’esso, di essere esperito e allenato. (sb)

4. Bisogna mantenere la calma necessaria a fare le cose con precisione, anche quando c’è una gran fretta e il tempo sta per scadere. Per ottenere un trito di prezzemolo che ne preservi l’aroma, le foglie vanno staccate, lavate, tamponate e sovrapposte l’una all’altra a mucchi di dieci. Un trito forsennato di foglie bagnate libererebbe un aroma spiacevolissimo. Il risultato sarebbe irreparabile, anche se magari arriva con qualche anticipo. 5. Leggi le istruzioni dalla prima all’ultima riga. E controlla sempre due volte. Nessuno legge più, si dice spesso. Di sicuro in pochi arrivano alla fine di un testo, anche quando si tratti di un messaggio di poche righe. Spesso però la risposta è proprio lì, nelle scarne frasi che accompagnano un mandato. La lettura veloce aiuta poco, in questi casi. Meglio rileggere. 6. “Chi fa, sbaglia”. Capire come reagire correttamente a un errore in una situazione di stress

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Connext ritorna in phygital Previsto un calendario ricco di iniziative, articolate su quattro driver: Fabbrica Intelligente, Città del Futuro, Pianeta Sostenibile, Persone Scienze della Vita e Progresso.

UNA GRANDE

occasione di confronto tra tutti gli attori di rilievo del mondo economico, che mette al centro la forza del network per supportare in modo concreto le imprese a gestire e guidare il cambiamento, implementando la loro competitività sui mercati globali attraverso percorsi ad alto valore aggiunto e nuove partnership. Una piattaforma di relazioni basata su dinamiche di integrazione orizzontale e

Bonomi indica le direttrici del cambiamento “È il tempo di scegliere di cambiare. Perché cambiare è certo difficile, ma non cambiare per l’Italia sarebbe fatale. Noi ci battiamo per gli interessi del Paese, prima che dell’industria. E crediamo che questi interessi vengano prima dei nostri rispettivi ruoli. Perché non c’è immunità di gregge che ci salvi, se ognuno dei componenti non esercita una grande responsabilità. È tempo di fare come ci ricorda Bebe Vio: Fatti dire che è impossibile, e dimostra a tutti che puoi farcela”. Così il Presidente Carlo Bonomi all’Assemblea Nazionale di Confindustria. Sono quattro le direttrici dei profondi cambiamenti necessari indicati da Bonomi nella sua relazione: quella rappresentata dal presidente del Consiglio Mario Draghi, “uomo della necessità”; le riforme strutturali indicate dal Pnrr; una nuova stagione di intese con i sindacati, a partire dai temi della sicurezza sul lavoro, delle politiche attive e dello smartworking; il Fit-for-55 e la transizione energetica.

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verticale, di crescita delle Filiere, di contaminazione con il mondo delle Startup e di dialogo con la Pubblica Amministrazione. Il 2 e 3 dicembre il Mico di Milano apre le porte al mondo del business con la seconda edizione di Connext. Il secondo appuntamento parte con una nuova veste, dopo l’edizione del 2020 annullata a causa della Pandemia, e il successo dell’edizione 2019, che aveva registrato 7000 presenze e 2500 B2B. Organizzata in modalità phygital, questa edizione prevede un calendario ricco di iniziative, articolate su quattro driver, tutte accessibili online grazie a un Marketplace dinamico: Fabbrica Intelligente, Città del Futuro, Pianeta Sostenibile, Persone Scienze della Vita e Progresso. I Driver guidano la definizione dello spazio, fisico e virtuale, attivando attraverso i laboratori le forze motrici della progettazione e dello sviluppo economicosostenibile. Connext vede in campo Pmi e grandi aziende, imprese familiari e multinazionali, startup e imprese innovative, reti di impresa, Università, centri di ricerca, cluster tecnologici, Digital Innovation Hub e Competence Center, enti di formazione e di certificazione, attori del credito e della finanza, la Pubblica Amministrazione e la grande committenza privata, le Associazioni e le Camere di Commercio. Un ambiente dove aziende associate e realtà innovative e in crescita, anche non legate all’Organizzazione, avranno la possibilità di individuare nuove opportunità di collaborazione. Solida la presenza internazionale, con un forte indirizzo sui principali mercati esteri, grazie al supporto di ICE Agenzia, e a tutte le imprese estere. Sono coinvolte in particolare quelle provenienti dai paesi del Mediterraneo e dell’Europa, aree strategiche per lo sviluppo dei partenariati.


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Impresa al femminile In un progetto editoriale le storie di ventiquattro imprenditrici trentine. Autentiche e brillanti. “L’impresa di mettersi in proprio” è scaricabile gratuitamente dal sito della Camera di Commercio di Trento.

SONO

volti sorridenti, lo sguardo fiero di chi ce l’ha fatta, quelli ritratti nelle ventiquattro fotografie di volti femminili riportate sulla copertina di “L’impresa di mettersi in proprio”, pubblicazione realizzata dal Comitato per la promozione dell’imprenditoria femminile della Camera di Commercio di Trento col fine di incentivare il percorso verso una cultura imprenditoriale libera da stereotipi di genere. Si tratta di ventiquattro storie di donne forti e determinate che hanno saputo gestire in prima persona la loro vita e il loro futuro professionale, esempi di coraggio, che insegnano come affrontare le sfide, trovare le risorse,

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costruire le competenze per realizzare un sogno: creare e guidare la propria attività con passione e tenacia, per raggiungere obiettivi ambiziosi. “Lo scopo di questa iniziativa editoriale – ha spiegato Claudia Gasperetti, coordinatrice del Comitato per la promozione dell’imprenditoria femminile di Trento – è quello di trasmettere esperienze positive che possano essere di esempio per coloro che intendono avviare un’attività economica, ma anche essere di stimolo alle giovani e ai giovani nell’età di passaggio dalle scuole medie a un nuovo ciclo formativo, quando cominciano a fare le prime ipotesi ponderate sul ‘cosa fare da grandi’”. Raccontando in prima persona la propria esperienza le protagoniste condividono con il lettore il vissuto personale, offrendo spunti interessanti e concreti ai giovani in cerca del percorso da intraprendere. “Questa pubblicazione – ha aggiunto Gasperetti – non è un’azione isolata, ma rientra in un progetto più articolato, che prevede non solo la sua distribuzione presso gli istituti scolastici secondari di primo grado, ma anche l’organizzazione di incontri in classe per approfondire il tema dell’opportunità e della scelta di mettersi in gioco, affrontando il mondo del lavoro in autonomia, con l’obiettivo di rimuovere pregiudizi di genere ancora resistenti, nonostante la realtà quotidiana richieda che certi tabù vadano definitivamente superati”. Le imprenditrici coinvolte in questo lavoro – ha commentato Giovanni Bort, presidente della Camera di Commercio di Trento – sono ventiquattro e rappresentano alla perfezione il mondo imprenditoriale femminile della nostra provincia, ma sono sicuro che di testi come quello che è stato presentato oggi, se ne potrebbero scrivere molti di più, perché le testimonianze di successo delle imprese guidate da donne sono davvero tante e sotto gli occhi di tutti. È dunque importante sostenere la loro crescita per ragioni di equità e perché è ormai dimostrato che la loro presenza rende trasversalmente più solida e robusta la struttura del nostro sistema economico”. “L’impresa di mettersi in proprio” è scaricabile gratuitamente dal sito della Camera di Commercio di Trento, nella sezione dedicata al Comitato per la promozione dell’imprenditoria femminile.


Ognuno lascia la sua impronta nel luogo che sente appartenergli di più H. Murakami

Per ognuno di noi, l’impresa è l’impronta di ciò che siamo in ciò che facciamo. Ma nel DNA dell’industria trentina c’è anche un tratto comune che trasforma l’eccellenza territoriale in un motore per la crescita. Confindustria Trento dà valore a ciò che sei in ciò che fai.

” confindustria.tn.it


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innovazione

Foundation Open Factory: il kickoff Lanciato il progetto di Open Innovation sul territorio del Triveneto, pensato per favorire l’incontro innovativo tra piccole e medie imprese e startup in ottica di coinnovazione.

CONFINDUSTRIA

Trento ha preso parte a Rovereto all’evento di kick-off del progetto Foundation Open Factory: un’iniziativa promossa dalle Fondazioni Caritro, Cariverona e Cariparo e da Elis Innovation Hub, della quale l’Associazione è partner. Il presidente Fausto Manzana ha portato i saluti degli industriali insieme a rappresentanti delle Fondazioni e di Trentino Sviluppo. Foundation Open Factory è un progetto di Open Innovation sul territorio del Triveneto, pensato per favorire l’incontro innovativo tra piccole e medie imprese e startup in ottica di coinnovazione. Fondazione Caritro, Fondazione Cariparo e Fondazione Cariverona insieme al Consorzio Elis hanno collaborato per la creazione di un percorso sperimentale di innovazione aperta e collaborativa. Concretamente le Pmi partecipanti hanno selezionato un perimetro di innovazione all’interno del quale svolgere attività di open innovation, grazie all’incontro con una start up, selezionata dagli organizzatori, che favorirà lo sviluppo innovativo di processo o di prodotto.

Il progetto è suddiviso in quattro fasi FASE 0 Dicembre 2020 - Gennaio 2021 Avviare le interviste con partner e pmi coinvolte, per far comprendere il progetto e i suoi benefici, farle dialogare direttamente con le Large Corporate in un’ottica di peer learning e di valorizzazione progetti sul territorio. Identificare le risorse da coinvolgere come team operativo e la nomina di un board decisionale, individuando i criteri di accesso all’iniziativa delle startup. Introdurre le pmi alla fruizione e l’utilizzo dei contenuti della piattaforma digitale. FASE 1 Gennaio - Febbraio 2021 La prima fase è dedicata alla sensibilizzazione e alla diffusione della cultura dell’innovazione, permetten-

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do alle piccole e medie imprese del territorio di formarsi attraverso approfondimenti e testimonianze proposti da Elis. Il percorso culmina con un lavoro di mappatura dei perimetri di innovazione, il supporto all’individuazione dei bisogni delle pmi e la loro pubblicazione in piattaforma. FASE 2 Febbraio - Giugno 2021 Raccolta delle migliori candidature di startup a livello nazionale che presenteranno i loro prodotti/ servizi già convalidati alle Pmi per risolvere le loro esigenze definite in Fase 1. Valutazione e selezione di una rosa ristretta di bisogni-soluzioni, tramite un catalogo personalizzato di proposte. Parallelamente comincia il percorso per i giovani talenti, che hanno l’opportunità di partecipare ad un Innovation Bootcamp, organizzato da Elis e composto da una fase di formazione esperienziale e una fase attiva sui progetti di co-innovazione in Fase 3. FASE 3 Giugno - Novembre 2021 Una volta definita la combinazione tra Pmi e startup, si avviano i progetti di coinnovazione, che si svolgono secondo la metodologia agile convalidata già nel programma Open Italy. Il progetto di implementazione sarà supportato da un team di facilitazione dedicato fino alla finalizzazione dei progetti di co-innovazione. La squadra è composta da esperti di settore, ricercatori e project manager oltre che da uno o più giovani talenti. Al termine si presentano i prototipi con la possibilità di cogliere opportunità di filiera e/o con assegnazione di commessa.


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Mauro Giacca Una vita “elettrica” Mauro Giacca, fondatore dell’omonima impresa, racconta la sua storia, e quella della sua azienda, fatta di emozioni, sfide imprenditoriali e curiose coincidenze.

"DIECI

anni di ferro, vent’anni di luce, cinquant’anni di vita, cento anni di storia: si sono realizzati così i miei sogni” racconta Mauro Giacca, con questa coincidenza curiosa di date, di anniversari tondi… “Che non avrei mai immaginato”. Poche parole per descrivere una vita, tante avventure, grandi emozioni che vanno dalle sfide imprenditoriali all’amore per lo sport, dall’affezione al territorio alla passione per il proprio lavoro. Poche parole, anche se ce ne vorrebbero un milione, per descrivere il percorso di Giacca Costruzioni Elettriche e del suo fondatore, un’impresa nata nel 2001 come società unipersonale, che oggi conta oltre 110 collaboratori. Dieci anni di ferro perché, nel 2011, Mauro Giacca apriva la Divisione carpenteria di Giacca Srl, a Spini di Gardolo, a fianco della sede principale dell’azienda madre, dove oggi lavorano otto dipendenti. Vent’anni di luce perché Giacca Srl veniva fondata nel 2001. Cinquant’anni di vita perché, all’anagrafe, Mauro Giacca è nato nell’anno di Imagine, il classico di John Lennon, classe 1971. Cento anni di storia, infine, dove il riferimento all’anniversario tondo – un tributo personale a questa associazione sportiva e

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alle sue storie – è tutto per il Trento Calcio, per il quale Mauro Giacca è presidente del consiglio d’amministrazione: il club, appena tornato in Lega Pro, centrando un successo che mancava da trent’anni, fu fondato a Trento un secolo fa, nel 1921. Per il Trento Calcio, la presenza di Giacca Srl ha segnato un punto di svolta. Era il 26 giugno 2014, quando un pool di 33 soci trentini, guidati da Mauro Giacca, fondava la cooperativa dilettantistica Ac Trento, rilevando la precedente società. Di lì in avanti, mediante il contributo di altri grandi nomi dell’industria trentina – tra questi Enrico Zobele, oggi vicepresidente dell’associazione – Ac Trento intraprende un percorso di crescita costante, misurato e ponderato, che ha condotto alla rinascita del Club: “Sono fiero di aver preso in mano il Calcio Trento – sottolinea Mauro – e ringrazio i miei compagni di avventura. Assieme ai risultati della squadra è tornato anche il calore del pubblico, i tifosi ci seguono, siamo sulla strada giusta. Ma non ci fermiamo qui. Voglio che il Briamasco possa tornare a essere gremito come negli anni Ottanta”. Le vicende calcistiche del principale club trentino non vengono citate a caso da Mauro Giacca. “Ci sono molte similitudini tra la storia della mia azienda, il mio percorso personale di


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imprenditore e l’impegno con il Trento Calcio” sottolinea. “L’attenzione al territorio fa parte del Dna di Giacca Srl. Non solo un principio fondamentale ma anche una priorità e un valore che ho voluto trasmettere ai miei colleghi e che vorrei trasmettere ai miei figli. Il territorio è cuore e passione, nella vita come in azienda. Insieme all’attenzione per il territorio, ho cercato di costruire l’azienda sui principi di fiducia e dignità. La certezza della busta paga per i miei colleghi, che devono sapere di poter contare sempre sull’azienda. Così come la puntualità nelle prestazioni verso il cliente e la qualità nell’esecuzione dei lavori. Così come l’assoluta trasparenza nei confronti delle banche. Sono questi i miei punti fermi, nella vita e nel modo di fare impresa, nel rapporto con tutto il mio staff, nell’educazione dei miei figli e anche nella gestione di un club calcistico”. Giacca Costruzioni Elettriche lavora per l’80% con clienti privati, di piccole e grandi dimensioni, dai singoli cittadini alle grandi catene di distribuzione o le grandi società. La gamma di servizi offerta è molto ampia: impianti elettrici civili e industriali di ogni tipo e dimensione, impianti speciali, domotica, rilevazioni incendi, diffusione sonora, trasmissione dati, sistemi IT

Dieci anni di ferro, vent’anni di luce, cinquant’anni di vita, cento anni di storia: si sono realizzati così i miei sogni.

e carpenteria metallica (con la divisione apposita fondata nel 2011). Il mercato di riferimento è quello provinciale e regionale, anche se Giacca opera ormai da molti anni in tutta Italia,

Lizard Srl e Suanfarma Spa "Welfare Champion 2021" Le due aziende associate sono state premiate per aver messo in campo verso i dipendenti iniziative di eccellenza sia in termini di ampiezza che di qualità. Entrambe le aziende aderiscono tra le altre cose alla rete #WelfareTrentino promossa da Confindustria Trento. L'assegnazione è avvenuta a Roma, in occasione della presentazione del Rapporto Welfare Index Pmi 2021 sullo stato del welfare nelle piccole e medie imprese italiane, giunto alla sesta edizione, che ha coinvolto più di 6mila imprese di tutti i settori produttivi e di tutte le dimensioni. L’iniziativa è promossa da Generali Italia con il patrocinio della presidenza del Consiglio dei ministri e con la partecipazione delle principali Confederazioni italiane: Confindustria, Confagricoltura, Confartigianato, Confprofessioni e Confcommercio. specialmente al Centro Nord, rispondendo, se necessario, anche alle commesse estere che giungono dai Paesi confinanti. Una storia di successo, quella di Giacca, che ha visto l’azienda crescere in modo vertiginoso in due decenni di vita. “Leadership, professionalità e qualità: queste le parole d’ordine – conclude Mauro Giacca – . Ho sempre creduto inoltre nell’importanza del marketing, che reputo uno dei valori costruttivi della mia impresa, e nella necessità di saper investire non soltanto per ricevere in cambio del denaro, ma anche e soprattutto fiducia, strette di mano, rapporti personali e legami di reciproco rispetto con i nostri interlocutori, a tutti i livelli. Siamo cresciuti moltissimo, è vero. E ora che siamo presenti in Confindustria, mi sento fiero e onorato. In fondo, però, rimango sempre un artigiano. Continuo a vedermi in questo modo. Continuo a guardare alla mia azienda come alla mia immagine, come a un figlio da educare”. (adb)

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La nuova concezione del podcast Il sound branding, sorpassando il concetto di branded podcast, permette di comunicare con efficacia l’identità aziendale. Regalando un’esperienza innovativa e coinvolgente. di GENNY TARTAROTTI

IL SUO

successo è in continua crescita con un trend del + 4% dopo l’exploit del 2020 (dati della Ricerca NielsenIQ per Audible). Il podcast, tornato alla ribalta negli ultimi anni soprattutto grazie all’avvento dello smartphone, si è guadagnato un ruolo centrale nel panorama dei mezzi di comunicazione. Originale e facilmente fruibile, ha attirato l’attenzione delle imprese che hanno riconosciuto in esso un innovativo ed efficace strumento di marketing. È il caso di Eurostandard e de La Sportiva, due aziende trentine che, intuendo le potenzialità del mezzo, hanno deciso di utilizzarlo per promuovere e veicolare il proprio sistema di valori in modo innovativo e accattivante. Non solo contenuti di qualità, ma anche una cura particolare per il suono, fondamentale per comunicare i valori che caratterizzano il brand. Lo sa bene Emanuele Lapiana, musicista e fondatore dell’agenzia di sound branding oSuonoMio, che dopo il successo di Voit, noir in podcast ambientato sulle sponde del lago di Molveno, inserito dal Corriere della Sera tra le migliori serie del 2020, lancia due nuovi ambiziosi progetti: “Sete. La grande Transizione” e “Climbing Sparkling Moments”, promossi rispettivamente da Eurostandard e da La Sportiva. Scritto dal giornalista Gianluca Taraborelli e sonorizzato da Emanuele Lapiana, Sete è un podcast sci-fi (di fantascienza) incentrato sul tema dell’acqua. 10 puntate di circa 15 minuti l’una raccontano un mondo futuro nel quale una forte siccità ha stravolto il mondo e nel quale scienziati, attivisti, campioni di videogames e oscure sette religiose si confrontano con l’emergenza climatica e la sete di potere. “Il genere narrativo – spiega Taraborelli – per-

mette di affrontare messaggi e argomenti anche delicati senza il rischio di banalizzarli, in modo aperto, curioso e creativo, intercettando un elevato numero di persone che in quei valori si riconoscono e identificano”. È grazie a questa intuizione che, Eurostandard, azienda specializzata nella lavorazione di materie plastiche e nella produzione di raccordi per le reti di trasporto di gas, acqua e impianti antincendio, sorpassa la concezione del branded podcast, promuovendo, attraverso una storia di intrattenimento slegata dal prodotto, il proprio impegno nei confronti dell’ambiente, portando all’attenzione del pubblico il problema della scarsità e dello spreco delle risorse idriche. “Da sempre – osserva Marisa Zeni, ceo di Eurostandard – siamo un’azienda aperta alle sfide e a nuovi metodi di comunicazione. Volevamo trovare un modo efficace di informare i nostri

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clienti e ascoltatori in generale, e catturare la loro attenzione su un tema così importante e attuale – l’acqua, l’oro blu del futuro, bene primario senza il quale non può esserci vita. E quindi è nata l’idea di un podcast. La storia “Sete – la grande transizione” non parla solo di mancanza d’acqua, ma ci immerge nel nostro futuro e ci fa riflettere sulle nostre vite e soprattutto su cosa lasciamo alle nuove generazioni”. È curioso notare – osserva Lapiana – che in “Sete”, scritto nell’estate 2020 si parla della quotazione dell’acqua in borsa e a dicembre dello stesso anno, per la prima volta nella storia, l’acqua è diventata una commodity con ticker NQH2O. Un’inaspettata profezia di qualcosa che appariva inverosimile e che rende ancora più urgente una concreta riflessione su questi temi. “Sete, oltre ad essere un podcast, è anche una newsletter – spiega Taraborelli – pensata con il fine di sensibilizzare sempre più persone sull’argomento. Stiamo lavorando affinchè questa community da luogo virtuale possa diventare un luogo reale, magari un Festival, in occasione del quale, attraverso linguaggi e installazioni artistiche differenti, si possano approfondire queste tematiche. Vorremmo coinvolgere sempre più aziende su un problema che ci riguarda tutti direttamente”. “Climbing sparkling moments” è invece il titolo della serie di podcast in 11 episodi prodotta da La Sportiva, noto brand di scarpette d’arrampicata, abbigliamento e scarponi da montagna, per raccontare alla community del climbing e in particolare a quella nuova, nell’anno in cui per la prima volta l’arrampicata è entrata a far parte delle discipline olimpiche a Tokyo, la storia di questo sport. “I neofiti di oggi – racconta Luca Mich, coordinatore del progetto e marketing communication manager dell’azienda fiemmese – praticano questa disciplina prevalentemente in ambienti indoor nelle grandi metropoli e spesso sono molto distanti dalla realtà di un movimento nato negli anni Settanta come disciplina outdoor di nicchia, quando La Sportiva

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ha iniziato a produrre le scarpette d’arrampicata permettendo di fatto di praticare questo sport. Ci siamo resi conto di essere un contenitore di storie, di ricoprire un ruolo culturale importante e di avere la possibilità, grazie al podcast, di lanciare messaggi molto potenti”. Climbing sparkling moments, scritto da Emilio Previtali e Federico Ravassard e letto da Claudio Ruatti, attraverso l’utilizzo di tecniche di soundscaping innovative e le voci originali dei “game-changer”, si fa interprete attraverso un linguaggio originale dei momenti che hanno segnato una rottura con il passato cambiando le regole del gioco verticale. “Lo scopo – precisa Lapiana, che anche in questo caso si è occupato della sonorizzazione – era quello di incarnare lo spirito di innovazione, che da sempre contraddistingue La Sportiva, mediante un’esperienza di suono e audio legata al brand, in modo da definirne e completarne l’identità”. Oltre che in lingua italiana gli 11 episodi sono stati editati anche in inglese e in tedesco. “Non si tratta solo di una traduzione – precisa Mich – ma di un adattamento culturale con la conseguente modifica di certi riferimenti in base al Paese di appartenenza”.


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Funi d’acciaio Impiegata non solo nell’edilizia e nell’architettura, ma anche nel settore agricolo, nell’industria e nel comparto forestale, la fune d’acciaio è un prodotto versatile che si presta a infinite opportunità di business.

L'AZIENDA

nasce nel 2013: subito interprete di una crescita costante, conquista nuove quote di mercato, guadagna la fiducia del cliente e, dopo neanche un decennio di storia, è già tra i protagonisti del settore. “Qui – spiega la titolare Sonia Miori – ruota tutto attorno alla fune d’acciaio, è questo il nostro business. La fune d’acciaio e soprattutto le sue lavorazioni, che sono la nostra specializzazione”. Sonia Miori guida con i soci Alessio Zardini e Stefano Tonini Tren-

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tinoRope, impresa della Valsugana con sede a Novaledo, dove lavorano una decina di persone. Ma l’organico è in espansione. “Stiamo cercando personale qualificato per ampliare l’ufficio tecnico, così da seguire la crescita di commesse e fatturato, in particolare per quanto riguarda il settore dell’architettura, un mercato relativamente nuovo, per noi, che ci sta dando grandi opportunità”. L’impiego nel settore dell’edilizia e dell’architettura è solo l’ultimo orizzonte per TrentinoRope. Dal 2013 l’azienda è presente nel settore agricolo, nell’industria e nel comparto forestale. Sono questi i tre ambiti principali, quelli sui cui si sono basate dal 2013 strategie di sviluppo e di posizionamento. La fune in acciaio è infatti un prodotto estremamente versatile, che trova spazio in molti settori. Proprio questo è un punto di forza per TrentinoRope. “Durante la pandemia – racconta Sonia – abbiamo superato le difficoltà putando sulla differenziazione. Anche nei mesi più difficili, siamo riusci-


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ti a dare continuità al nostro business, sfruttando al meglio le opportunità fornite da mercati molto diversi. A fronte delle numerose commesse che riceviamo e del crescente giro d’affari, ci siamo inoltre strutturati per disporre sempre di una riserva di materia prima a magazzino. Il costo delle materie prime è aumentato, a causa della pandemia, e si sono allungati i tempi di consegna da parte dei fornitori. Con la certezza di poter contare sempre sul magazzino, non rischiamo che i tempi di attesa ricadano sui nostri clienti”. Le tipologie di fune di TrentinoRope sono in acciaio lucido, zincato, zinco/alluminio e inossidabile, ricoperte in materiale plastico, in diversi diametri e costruzioni. Completano la gamma i cavi sintetici, in materiali di alta qualità e tenacità ma al contempo leggeri, quali il Kevlar e il Dyneema®. “Nel settore agricolo siamo presenti in Trentino con la messa in opera di impianti antigrandine, per esempio per i meleti. Ma non solo. Lavoriamo anche in altre regioni d’Italia e all’estero. Nel settore forestale siamo protagonisti con la fornitura di funi per la realizzazione di teleferiche e altri tipi di strutture per lo spostamento del legname. Nel settore dell’industria riceviamo commesse da moltissime aziende, che lavorano nei campi più disparati: in tutti i casi in cui c’è bisogno di movimentare qualche cosa, l’impiego delle funi in acciaio è assai diffuso in tanti ambiti industriali”. A questi settori, come sottolinea la titolare, si è recentemente aggiunto un forte interesse per l’architettura. “Le funi in acciaio inox e le reti in fune inox si prestano particolarmente per la ricerca di soluzioni innovative, sicure, eleganti e di design, che offriamo ai nostri clienti con proposte su misura e personalizzate”. Non solo nell’architettura, ma anche in agricoltura, industria e foreste la forza di TrentinoRope è proprio la personalizzazione. “È la lavorazione delle funi che ci contraddistingue e ci differenzia dai competitors”, sottolinea Sonia Miori. “Avvalendoci di macchinari ad hoc, rispondiamo a qualsiasi richiesta, anche per quanto riguarda la componentistica. Lavoriamo per fornire al nostro cliente un vestito su misura. Qualità del lavoro, puntualità nelle consegne e customizzazione: così ci siamo

guadagnati la fiducia dei nostri interlocutori e dei nostri fornitori”. A questo, si aggiunge l’assistenza post-vendita. “Il nostro impegno non si esaurisce dopo la vendita ma, al contrario, comincia con la fornitura una delle fasi più delicate del lavoro: l’assistenza al cliente, la reperibilità, la disponibilità ad ascoltare e a essere presenti. Diventiamo un partner, in questo senso”. Con tale spirito TrentinoRope sarà presente ad AgriAlp, il prossimo novembre, una tra le più importanti fiere del settore. (adb)

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“Respira!”: di nuovo il TEDx Trento Si rinnova la collaborazione tra Confindustria Trento e TEDxTrento: la nona edizione della manifestazione trentina si è svolta nella cornice spettacolare delle Dolomiti di Brenta.

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che val la pena diffondere”, questa è la formula di presentazione di Technology Entertainment Design, meglio conosciuto come Ted, fondato in America da Richard Saul Wurman e Harry Marks, nel febbraio 1984 come organizzazione No Profit, con l’obiettivo di diffondere e far conoscere progetti, idee, valori e intuizioni capaci di cambiare la nostra quotidianità e meritevoli quindi di essere sostenuti. Inizialmente ideato come singolo evento realizzato negli Stati Uniti, si è poi trasformato nel 1990 in un ciclo di conferenze indipendenti, diffuse in ogni continente e denominate “TEDx”, che con l’aiuto di relatori di spicco della cultura internazionale, hanno esteso il raggio di competenza al mondo scientifico, culturale ed accademico, favorendo così la creazione di un patrimonio diffuso di conoscenza ed informazione. Anche la città di Trento è protagonista sotto questo aspetto e nelle scorse settimane ha organizzato la nona edizione di TEDxTrento, dal titolo “Respira”. L’evento si è svolto domenica 22 agosto, davanti al panorama spettacolare e suggestivo delle Dolomiti di Brenta. Anche in questa occasione Confindustria Trento, già partner da

vari anni, ha voluto garantire nuovamente il proprio supporto e nelle fasi organizzative, in particolare attraverso il Gruppo Giovani Imprenditori, da sempre impegnato nella divulgazione della cultura e dei valori d’impresa ed aperto a recepire gli stimoli all’innovazione. Lo scrittore Gregory Maguire ha scritto: “Ricordatevi di respirare. Dopo tutto, è il segreto della vita”. Frase semplice, ma colma di significato, specialmente dopo un lungo periodo di restrizioni dovute alla pandemia di Covid-19. E proprio nel rispetto delle normative anti-Covid l’incontro si è svolto all’aperto ed ha visto la partecipazione di alcune centinaia di persone interessate a vivere un’esperienza di condivisione e di confronto. Tra queste era presente anche una delegazione dei Giovani Imprenditori, guidati dalla presidente Martina Togn. Con l’edizione 2021 TEDxTrento ha voluto volgere lo sguardo verso il futuro con un nuovo slancio, proponendo interventi dedicati all’innovazione, alla socializzazione, all’imprenditorialità e all’apertura al cambiamento. I vari relatori, pur nella specificità dei rispettivi ambiti, hanno saputo infondere una nota di positività e uno stimolo verso sé stessi e la comunità. Programma e contenuti degli interventi sono disponibili sul sito di TEDxTrento, consultabile all’indirizzo http://tedxtrento.com/.

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Giovani Imprenditori: 50° Anniversario In occasione della ricorrenza, il Gruppo ha lanciato un progetto che guarda alle persone meno fortunate che con coraggio si impegnano per la realizzazione nel lavoro.

L'INDIVIDUAZIONE

del “che fare?” per consentire un ordinato sviluppo sociale senza perdere o distruggere i beni fondamentali della libertà e della democrazia. La necessità di un’approfondita conoscenza dei fatti e delle idee per ben operare, formare gli Imprenditori che dovranno domani dirigere le aziende e le Associazioni, predisporre uomini e mezzi per la più incisiva presenza degli imprenditori nella società moderna e il bisogno di conoscersi e creare amicizie per allargare i propri orizzonti culturali.” Queste le parole pronunciate nel 1971 dell’allora presidente di Confindustria Trento Ito Del Favero, in occasione dell’Assemblea Generale dell’Associazione, per presentare gli obiettivi e le motivazioni sottesi alla costituzione del Gruppo Giovani Imprenditori, guidato da Mimmo Franco Cecconi. Fin dalle origini il Gruppo si è dato l’obiettivo di preparare le nuove leve alle future responsabilità, di diffondere la cultura d’impresa, con la volontà di rendere sempre più valida ed efficace la partecipazione degli Imprenditori al contesto sociale. Ricorre quest’anno il 50° anniversario dalla fondazione, e per celebrare l’importante traguardo i Giovani Imprenditori, guidati oggi

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dalla presidente Martina Togn, hanno voluto avviare, con lo stile che sempre li caratterizza, un progetto dal titolo “I Giovani per i Giovani”, che guarda alle persone meno fortunate, a coloro a cui la vita ha posto davanti grandi difficoltà, ma che con coraggio ed intraprendenza si impegnano per avere un’occasione di realizzazione nel mondo del lavoro. L’iniziativa, realizzata in collaborazione con Opera Famiglia Materna, con la Cooperativa “Le Formichine” e con altre realtà trentine attive nel “sociale”, intende dare importanza al tema dell’inclusione, offrendo a persone svantaggiate (soprattutto ragazzi e ragazze), orientamento, tutoraggio, stages e sostegno alla produzione di piccoli prodotti artigianali, così da favorirne l’inserimento nel mondo del lavoro. I Giovani Imprenditori hanno voluto così adeguarsi alla linea tracciata dal presidente Fausto Manzana e dal Consiglio di Presidenza di Confindustria Trento, con il progetto “Duemilatrentino - Futuro Presente”, che ha posto “La centralità dell’individuo e della qualità della vita” quale tema centrale di quest’anno. Il progetto “I Giovani per i Giovani” è presentato ufficialmente nel corso di un evento molto partecipato che si è tenuto giovedì 16 settembre, presso la sede roveretana della cooperativa “Le Formichine” dove sono attivi laboratori artigianali, corsi di formazione e percorsi esperienziali “protetti” all’interno delle strutture di servizio gestite direttamente dalla cooperativa (un bar, un ristorante, un bed & Breakfast, un orto biologico). Nata per offrire opportunità di inserimento nel mondo del lavoro a soggetti fragili, soprattutto donne, a rischio di emarginazione sociale, la cooperativa collabora con il Comune di Rovereto, la Comunità della Vallagarina, la Provincia Autonoma di Trento e l’Agenzia del Lavoro. È inoltre sostenuta da Confindustria Trento, attraverso un protocollo attivo da parecchi anni per offrire periodi di stage in azienda e per favorire il coinvolgimento dei ragazzi in percorsi formativi volti al miglioramento delle competenze ed all’acquisizione di una maggiore consapevolezza nell’utilizzo delle risorse territoriali secondo criteri di equità sociale e di sostenibilità socioeconomica e ambientale.


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Management and Industrial Systems: il nuovo corso Inaugurata la nuova Laurea magistrale del Dipartimento di Ingegneria Industriale. Segata: “Dal nostro osservatorio abbiamo riscontrato la necessità di queste competenze”.

L'OFFERTA

didattica del Dipartimento di Ingegneria Industriale dell’Università di Trento si è arricchita ulteriormente nelle ultime settimane con l’erogazione del nuovo corso di Laurea Magistrale in Management and Industrial Systems. Il corso di laurea ha l’obiettivo di formare ingegneri gestionali e dei sistemi industriali con solide conoscenze di progettazione e gestione di impianti industriali e sistemi logistici, unitamente a competenze di natura manageriale necessarie per l’organizzazione e sviluppo delle diverse funzioni aziendali. I laureati magistrali acquisiranno conoscenze distintive nell’ambito della gestione dei progetti di innovazione, delle tecnologie digitali abilitanti per i sistemi produttivi, con particolare riguardo all’automazione ed al controllo dei processi industriali. I laureati magistrali sapranno utilizzare queste competenze in modo interdisciplinare e innovativo, in considerazione dell’alto tasso di dinamicità che contraddistingue i sistemi industriali moderni unitamente ai repentini cambiamenti organizzativi e la costante evoluzione tecnologica. “Dal nostro osservatorio sull’innovazione delle imprese abbiamo riscontrato la necessità di compe-

tenze che vanno nella direzione di quanto strutturato in questo corso di laurea magistrale – ha confermato Stefania Segata, vicepresidente di Confindustria Trento con delega a Capitale Umano e Giovani in occasione dell’inaugurazione del corso –. Al giorno d’oggi viene sempre più richiesta la competenza tecnica intrecciata con quella tecnologica da sviluppare verticalmente in tutti processi produttivi aziendali. La base solida che questo percorso garantisce crediamo possa avere una ricaduta positiva su tutto il nostro tessuto imprenditoriale in un’ottica di mediolungo termine”. Tramite la scelta tra diversi curricula, i laureati magistrali in Management and Industrial Systems Engineering potranno ottenere una preparazione specifica in settori affini all’ingegneria gestionale e dei sistemi industriali, quali ad esempio: ottimizzazione matematica, gestione della qualità, digitalizzazione dei processi, sostenibilità ambientale, gestione del ciclo di vita dei prodotti, economia circolare. La preparazione sarà completata e integrata da esperienze di laboratorio, seminari, testimonianze dal mondo industriale e tirocini aziendali in ambito locale, italiano ed europeo. Il corso di laurea magistrale è erogato interamente in lingua inglese. Per ulteriori informazioni inerenti il corso di laurea è possibile visitare la pagina web del corso o contattare il responsabile del corso di laurea Francesco Pilati (francesco.pilati@unitn.it).

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Itt Buonarroti “Scuola dell’innovazione” Apriamo, con questo numero di Trentino Industriale, un lungo viaggio alla scoperta degli istituti scolastici del Trentino, con un’intervista alla dirigente Laura Zoller.

NEL CUORE

della città di Trento, l’Istituto Tecnico Tecnologico Buonarroti è la più grande scuola della Provincia e con i suoi corsi diurni e serali accoglie quotidianamente circa 1700 studenti e conta oltre 300 persone tra docenti e personale amministrativo, tecnico e ausiliario.

Nuovo anno scolastico: gli auguri di Confindustria Trento Confindustria Trento ha formulato il migliore augurio per il nuovo anno scolastico, che mai come quest’anno ha anche il valore e il significato di una ripartenza per l’intera società. “Una Scuola – si è detto - caratterizzata da professionalità, innovazione, impegno, determinazione e inclusione, per la quale l’Associazione conferma la propria disponibilità a contribuire al sostegno dei nostri ragazzi per orientarsi verso i traguardi da raggiungere. Siamo certi che nonostante le difficoltà del particolare momento ancora condizionato dalla pandemia Covid-19, la Scuola, nel suo insieme, saprà continuare a portare avanti i propri obiettivi e i propri progetti, con il forte legame al territorio che le è proprio. Investire sui giovani, sul loro entusiasmo e talento significa investire per il futuro del nostro Trentino”.

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Recentemente è stato selezionato da Indire, l’Istituto nazionale per la Documentazione Innovazione e Ricerca, come Scuola Polo regionale per il movimento di Avanguardie Educative. Abbiamo incontrato la dirigente Laura Zoller per conoscere più da vicino l’ITT Buonarroti. Quali sono i tratti distintivi dell’Itt Buonarroti? La cifra identitaria dell’Istituto è la tensione a innestare sulla ricca tradizione e sulle solide competenze dei suoi docenti, un costante sguardo al futuro. In questa prospettiva i tratti distintivi dell’Itt Buonarroti sono senz’altro la capacità innovativa, una forte propensione a fare rete con il territorio e l’apertura all’Europa, elementi sui quali abbiamo puntato negli anni per far crescere la qualità della nostra offerta formativa. A sostenere e attuare questi orientamenti, oltre al costante impegno e contributo dei suoi docenti, concorre in modo molto significativo il Comitato tecnico scientifico dell’Istituto che costituisce un importante stimolo alla riflessione sui contesti in continuo cambiamento e tavolo di confronto tra scuola e mondo del lavoro e della ricerca. Da questa alleanza con il territorio ed in particolare con importanti aziende trentine, con Fbk e Università di Trento è nato ad esempio il corso innovativo Digital Science, giunto ora al terzo anno, che propone un percorso di diploma quinquennale con focus su Cybersecurity e Sistemi Autonomi, tematiche cruciali per il nostro futuro. Diceva anche di una forte attenzione all’apertura all’Europa… Esattamente. Un’apertura che si concreta nella partecipazione attiva a molti progetti europei e nel recente accreditamento dell’Istituto al programma Erasmus+ mobilità 21-27 che consentirà anche ai ragazzi della nostra scuola di partecipare ad esperienze Erasmus all’estero, finora riservate agli studenti universitari. Anche dall’interazione con i nostri partner europei è cresciuta nel tempo la forte attenzione


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L’identikit della scuola

all’innovazione didattica facilitata anche dall’uso interattivo delle tecnologie e dai nuovi ambienti di apprendimento. Grazie a queste progettualità Avanguardie educative ha selezionato il Buonarroti come Scuola Polo di riferimento per la nostra Regione. L’ITT Buonarroti diventa Polo regionale di Avanguardie Educative: cosa significa? Con questo ruolo il Buonarroti è chiamato a collaborare attivamente con il Movimento di Avanguardie Educative e le altre scuole polo Regionali per promuovere la formazione dei docenti, l’innovazione didattica e i processi di miglioramento della scuola. Su quali competenze punta il Buonarroti e come sono affrontate dagli studenti? La nostra tensione è quella di diventare appieno “scuola dell’innovazione”, in grado di stare al passo con le trasformazioni scientifiche e tecnologiche, attenta allo sviluppo della creatività, del pensiero critico, dell’attitudine all’autoapprendimento continuo negli studenti. Quando si toccano queste corde i ragazzi si accendono, si attivano e diventano i protagonisti del loro processo formativo. Grazie all’impegno e alle competenze dei docenti si fornisce una solida base culturale di carattere scientifico e tecnologico con competenze adeguate sia per un rapido inserimento nel mondo del lavoro che per l’accesso all’Università e all’Alta Formazione. Cerchiamo inoltre di integrare cultura scientifico-tecnologica e cultura umanistica in nome di quello che possiamo definire umanesimo tecnologico con l’obiettivo di formare cittadini responsabili ed equilibrati, capaci di inserirsi costruttivamente nella società, per una piena realizzazione personale. Quali le sfide aperte? Sul piano didattico-pedagogico una sfida importante è quella di un corretto orientamento scolastico che aiuti i ragazzi a scegliere la scuola giusta per loro e, in particolare, far percepire alle famiglie e alle ragazze che le discipline Stem (science, technology, engineering and mathematics) fanno certamente anche per loro, abilitano competenze sempre più richieste dal mercato del lavoro e possono costituire una solida e appassionante prospettiva. Le ragazze che già si

Istituto Tecnico Tecnologico “M. Buonarroti” Via Brigata Acqui, 15 - 38122 Trento https://www.buonarroti.tn.it Dirigente Scolastico: Dott.ssa Laura Zoller • Studenti Corsi • Docenti: 239 • Diurni: 1.635 • Personale ATA: • • Studenti Corsi 87 • Serali: 101 • Classi: 84

Laboratori: 51 24.000 mq Mensa interna

Nel Cts siedono anche rappresentanti delle associazioni imprenditoriali, dell’università, degli ordini professionali e delle aziende del territorio. Per Confindustria Trento si tratta di Luca Arighi (Adige BLM Group) e Giordano Tamanini (Aldebra Spa).

cimentano su questi temi ottengono ottimi risultati. Altre sfide sul piano organizzativo-gestionale sono rappresentate dalla necessità di garantire un’evoluzione professionale ai docenti anche sul piano della carriera, in modo da valorizzarne appieno le competenze, l’impegno e i risultati raggiunti. Ciò offrirebbe anche l’opportunità di ripensare e potenziare la governance della scuola con la crescita di un ‘middle management’. Urgenti sono infine le sfide socioculturali del presente: la sostenibilità ambientale, sociale ed economica e la transizione digitale, cui si sono aggiunti i problemi posti dalla pandemia. Ciascuna di queste emergenze offre grandi opportunità di impegno, di ricerca e di lavoro. Dobbiamo continuare a coglierle offrendo ai nostri giovani nuove opportunità per dare senso alle proprie scelte scolastiche e professionali, a un progetto di vita per una società più giusta e solidale.

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economia

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Green and digital Life Programma europeo LIFE: oltre 580 milioni di euro per contribuire alla realizzazione di progetti green. Transizione ambientale e digitale come fattori di competitività.

IL 1° GENNAIO

2021 il Primo Ministro portoghe- scala. Soluzioni innovative potranno contribuire al se Antonio Costa assumeva la presidenza di turno miglioramento delle prestazioni ambientali e della del Consiglio europeo lanciando il motto “Tempo di sostenibilità, in particolare ai fini della messa a punto di pratiche sostenibili nelle aree attive nei settori agire: una ripresa giusta, verde e digitale”. Con queste parole i temi legati alla transizione ver- del clima, dell’acqua, del suolo, della biodiversità e de e all’economia circolare entravano a pieno titolo dei rifiuti. nell’agenda europea per il settennato 2021-2027, dan- Transizione ambientale e digitale come fattori di do impulso al rifinanziamento del Programma Life, competitività sono anche i principali capitoli della che sin dal 1992 rappresenta lo strumento principa- dichiarazione congiunta siglata lo scorso 7 settemle dell’Ue dedicato ai temi dell’ambiente, del cam- bre a Roma dal Presidente di Confindustria Carlo biamento climatico e, da quest’anno, anche ai temi Bonomi e dal numero uno di Bdi, la Federazione dell’economia circolare e delle energie rinnovabi- delle industrie tedesche, Siegfried Russwurm in occasione della due giorni dell’11° Business Forum tra li, in coerenza con il Green Deal europeo. Per promuovere l’economia circolare e l’uso efficien- gli industriali italiani e tedeschi. te delle risorse è necessario cambiare il modo in cui materiali e prodotti sono progettati, consumati, ri- I numeri in breve parati, riutilizzati, riciclati e smaltiti, concentrandosi • dal 1992 ad oggi Life ha cofinanziato più di 5.500 progetti (900 riguardano anche l’Italia), di sull’intero ciclo di vita dei prodotti. Il programma cui 1.100 ancora in corso; Life contribuisce pertanto alla transizione verso un modello di economia circolare finanziando vari sog- • la dotazione finanziaria complessiva del programma per il settennato 2021-2027 è pari a 5,4 getti, come imprese, autorità pubbliche e consumamiliardi di euro, il 60% in più del precedente tori, in particolare tramite l’applicazione, lo sviluppo Programma 2014-2020; e la replicazione delle migliori tecniche, pratiche e soluzioni adattate ai contesti locali o nazionali, e • i temi di maggior interesse riguardano problematiche connesse all’acqua e ai rifiuti, in partiche possano essere replicate e utilizzate su più larga colare il trattamento delle acque reflue risulta il sottotema più finanziato. Il 13 luglio scorso la Commissione europea ha lanciato le prime call for proposal del programma, con una dotazione pari a 580 milioni di euro, con scadenze variabili a seconda del bando (novembre 2021 e gennaio 2022). La lista completa dei bandi può essere reperita sui siti del Ministero della Transizione ecologica e della nuova Agenzia esecutiva europea per il clima Cinea.

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Ripresa robusta o semplice rimbalzo? Nel 2020 l’economia italiana ha registrato una caduta del Pil dell’8,9%. Nella primavera 2021 invece è stata protagonista di una ripresa corposa. Per alcuni economisti però si tratterebbe di un fuoco di paglia. di DANIELE BERTI, Confindustria Trento

Nel secondo trimestre 2021 l’economia italiana ha fatto registrare una crescita corposa di tutti principali indicatori economici: Pil, produttività, esportazioni, investimenti e occupazione. Quello a cui ci troviamo davanti è stato etichettato da alcuni economisti come un semplice rimbalzo dovuto alla profonda caduta subita dalla nostra economia a causa delle chiusure per mitigare la pandemia di Covid-19. Il 2020 può essere definito come annus horribilis per il mondo intero, l’economia mondiale ha fatto registrare una caduta del Pil del 3,5%. In questo panorama il Pil italiano è caduto in picchiata del 8,9%: il blocco totale imposto in primavera alle attività e agli spostamenti ha completamente fermato la macchina economica italiana che avanzava già a marce ridotte da un ventennio. Il gap di produttività e di Pil pro-capite accumulato dall’Italia nei confronti dei principali Paesi dell’eurozona è davvero enorme, insieme al più basso livello di crescita economica dell’intera Europa. La pandemia ha mescolato le carte, mostrando alcune crepe che ad occhio nudo non si potevano osservare: le catene globali del valore sono state completa-

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mente distrutte e si stanno ridefinendo secondo logiche ancora poco chiare. Il nostro sistema produttivo era uscito dal 2020 con le ossa rotte, etichettato come fragile e poco resiliente. La percezione è che quei giudizi siano stati un po’ troppo affrettati e non supportati da dati analizzati correttamente: partendo dai numeri dei primi sei mesi del 2021 si può affermare che qualcosa si stia muovendo nella nostra penisola. La crescita economica italiana nei primi sei mesi del 2021 è stata inaspettata: il Pil ha registrato una crescita del +4,7% e non accenna a rallentare. La reazione del Prodotto interno lordo è tipica di un’economia tutt’altro che fragile, trainata da una crescita monstre della manifattura e delle costruzioni. I dati Eurostat sono eloquenti, il valore aggiunto dell’industria manifatturiera è cresciuto del 11% in termini reali. Si tratta dell’incremento più alto registrato nell’euro area, più di Francia, Spagna e del nostro maggiore concorrente, la Germania. Ancora meglio nelle costruzioni, l’incremento acquisito del valore aggiunto dopo i primi sei mesi del 2021 è stato in Italia del +19%, sempre attestandosi in prima posizione tra i paesi dell’eurozona. L’ultimo aggiornamento Istat sulla produzione industriale di luglio rinforza la tesi di un tessuto manifatturiero robusto: secondo gli indici destagionalizzati la produzione industriale è cresciuta ancora dello 0,8% su giugno, ridimensionando i timori di rallentamento determinato da fenomeni di strozzatura nei rifornimenti di materie prime e semilavorati. Infine, l’ultimo rapporto Sace attesta una crescita delle esportazioni made in Italy del 11,3% in volume rispetto al 2020, ritornando abbondantemente ai livelli pre-covid. Sono cifre di notevole significato, confermando un dato ormai strutturale di una manifattura italiana che dal 2015 in poi ha compiuto un formidabile cambio di passo. Come riconosciuto anche dal recente rapporto Ocse sull’Italia, il Piano Industria 4.0 ha avuto un impatto enorme sugli investimenti, ricucendo i ritardi di crescita passati e presenti della nostra economia. Il Piano ha anche avuto la funzione di smascherare i settori che più zavorrano la crescita italiana, tra tutti servizi e settore pubblico. Si tratta di un fondamentale mutamento di pa-


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radigma, dopo che tanti anni è stata scaricata sull’industria, ingiustamente e superficialmente, la colpa della bassa crescita del nostro Pil. Lo stesso studio dell’Ocse argomenta come il settore manifatturiero sia stato un settore in cui gli investimenti si sono mantenuti alti, soprattutto nel campo della proprietà intellettuale. Nel settore dei servizi, invece, gli investimenti sono diminuiti e di conseguenza è diminuito anche il tasso di produttività. Il Governo si appresta a presentare a fine settembre il Nadef (Nota di Aggiornamento del Documento di Economia e Finanza) nel quale viene rivista al rialzo la crescita per il 2021 ad oltre il 6%, con un’accelerazione di 1,9 punti rispetto al tendenziale calcolato nel Def di aprile. Data la spinta propulsiva del nostro sistema

produttivo, una crescita di queste dimensioni non è più così utopica, ma è richiesta all’Italia la capacità di consolidare e mantenere questi livelli. L’Ocse individua in maniera semplice e chiara i punti deboli storici dell’economia italiana: una burocrazia inefficiente, processi e le controversie sui fallimenti sono lenti e costosi, gli investimenti sono scarsi, la forza lavoro poco qualificata, la digitalizzazione insufficiente, c’è scarsa disponibilità delle banche a garantire liquidità e le tasse sul lavoro sono troppo alte. Le sfide sono perfettamente superabili e tutto questo può essere risolto anche grazie al PNRR e alle riforme che ne seguiranno. La ricompensa, in termini economici, per la correzione dei punti elencati potrebbe essere grande sia per l’Italia che per l’Europa.

Dove si investe si cresce Valore aggiunto lordo per dipendente (contributo alla produzione di ogni lavoratore). Percentuale di crescita media annuale 2012-2019

2,0

1,5

1,0

Settore manifatturiero

0,5

Servizi

0 Regno Unito

Germania

Stati Uniti

Francia

Italia

Paesi Ocse

Fonte: Internazionale n. 1427 • anno 28

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Energia, corsa al rialzo senza precedenti La ripresa post pandemia della produzione industriale e dei conseguenti fabbisogni di materia prima ed energia ha innescato un rally dei prezzi che mai si era visto nella storia. di FEDERICO DE COL, Assoenergia e Confindustria Trento

È IL 4

novembre 2020. Joe Biden è appena stato eletto Presidente degli Usa. I mercati energetici, piatti da qualche mese dopo il crollo di aprile, hanno un leggero sussulto. Il 6 novembre viene dato l’annuncio della scoperta di un primo vaccino contro il virus che attanaglia il pianeta. Si riparte. O almeno, si ripartirà. Una prima vittoria contro la crisi globale innesta nuova fiducia. Inizialmente la ripartenza dei prezzi delle commodities è lenta e lascia il tempo agli operatori del settore di mettere al sicuro quotaparte dei fabbisogni per l’anno successivo. Anche la Cina diffonde il proprio vaccino, avendo però combattuto la pandemia con lockdown durissimi. L’inverno parte in anticipo in Europa: temperature sotto la media, abbondanti nevicate su tutto il continente. Sembra quasi che 6 mesi di

fermo abbiano fatto risorgere le stagioni di un tempo. Lockdown mirati e coprifuoco tengono moderata la crescita, ma il freddo costringe ad utilizzare più gas per il riscaldamento con la conseguenza della forte diminuzione degli stoccaggi a livello non solo italiano ma europeo. Il freddo prosegue fino al mese di maggio ritardando così la ripresa del riempimento degli stoccaggi di metano europei, tenendo le quotazioni a livelli elevati. La previsione di un ritracciamento dei prezzi nel mese di giugno è stata disattesa da un basso apporto delle rinnovabili, eolico in particolare. Allo stesso tempo si è interrotto l’arrivo di metaniere dal Medio Oriente, “dirottate” verso i porti asiatici, cinesi in particolare. Tali mercati con elevatissimo consumo interno, riescono infatti ad acquistare GNL a prezzi maggio-

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ri di quelli offerti dall’Europa che torna ad una copertura di tale commodity di appena un 10% rispetto al normale 30%. Inoltre la Russia, date le tensioni politiche con gli Stati Uniti, si limita a far transitare solo i quantitativi di metano contrattuali attraverso il gasdotto Nord Stream o i gasdotti in transito dall’Ucraina, pur avendo la possibilità di aumentare il flusso. Gli stoccaggi rimangono molto più bassi della media del periodo: 33 Mld di metri cubi contro gli oltre 55 Mld che dovrebbero essere presenti in questo momento. Una speranza è data dall’accordo tra Russia, Germania e Stati Uniti per la messa in funzione del gasdotto Nord Stram 2, parallelo al suo omonimo, che permetterà il raddoppio dell’apporto in Europa di metano (+27,5 Mld di metri cubi all’anno). Certo non dipende tutto dal gas metano. Come era già stato accennato in precedenza, il prezzo finale dell’energia dipende sempre più dalle quote ETS, la CO2. Una tonnellata di CO2 è passata da 15 a 62 € in un anno. Più vi sono emissioni, più aumentano le quote

L’energia elettrica ha ormai raggiunto valori spot (il Prezzo Unico Nazionale) sopra i 150 €/ MWh ed il mercato dei future per il 2022 ha sfondato quota 160/MWh. Mai nella storia si erano verificati tali aumenti, né nel 2008 né nel 2015. di CO2 da dover acquistare e di conseguenza aumenta il loro prezzo. Purtroppo, negli ultimi mesi proprio a causa della scarsità di metano (l’Europa passa da una copertura del suo fabbisogno energetico di questa commodity dal 30% al 10%), molti processi di generazione elettrica si sono riportati sul carbo-

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ne. Nonostante i record della CO2, che dovrebbero favorire l’utilizzo di combustibili a minori emissioni, ad oggi è più conveniente produrre energia utilizzando carbone piuttosto che gas. In sostanza, l’attuale scenario dei prezzi del gas ai massimi storici (95 euro cent/Smc) con una domanda comunque in aumento, mette in crisi anche gli obbiettivi della transizione energeticaecologica. Lo stesso petrolio mostra un rialzo, tornando sopra i 70 dollari/bbl, con le previsioni di domanda per il 2022 che tornano ai livelli pre-pandemia ed un’offerta che rimane al momento invariata. Con questo concatenamento di eventi e situazioni, l’energia elettrica ha ormai raggiunto valori spot (il Prezzo Unico Nazionale) sopra i 150 euro/MWh ed il mercato dei future per il 2022 ha sfondato quota 160 euro/MWh. Mai nella storia si erano verificati tali aumenti, né nel 2008 né nel 2015. La speranza è di un inverno mite e non prolungato così da dare un po’ di ossigeno (sarebbe più opportuno dire gas) al sistema e che possa calmierare gli aumenti previsti anche sulle altre componenti in bolletta. Per queste ultime è al lavoro il Governo, per competenza del ministro Cingolani, che già a luglio aveva stanziato 1,2 Mld di euro per correggere gli oneri generali di sistema. È molto probabile che tale azione venga replicata ad ottobre, sempre sfruttando i proventi del mercato ETS (le quote CO2).


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internazionalizzazione

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Brasile: un’esperienza di successo Anche se negli ultimi anni ha avuto un’inversione di tendenza rispetto alla crescita dell’ultimo decennio, l’economia brasiliana ha potenzialità enormi per il made in Italy. di GIORGIO ZAGONEL, Trentino Export

DAL 2009

Trentino Export ha avviato un progetto di commercializzazione dei prodotti delle proprie aziende associate in Brasile con l’apertura di un desk a Florianopolis, nello Stato di Santa Catarina. Lo scopo era quello di sfruttare le enormi potenzialità del paese Sudamericano e aprire il mercato alla esportazione dei prodotti trentini. Tramite il supporto del referente in loco Oscar Lenzi, le prime aziende incominciarono a operare con un approccio che a una prima fase di sondaggi di mercato e organizzazione di incontri B2B, aggiungeva anche un affian-

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camento delle aziende nella fase post B2B. Il successo non è tardato ad arrivare e più di 35 aziende associate hanno in questi anni incominciato a operare in Brasile, allargando il proprio business dagli stati del sud fino a San Paolo e oltre. Oggi la Cooperativa è in grado di offrire alle proprie aziende anche una assistenza post-vendita che oltre a una consulenza fiscale e normativa, accompagna le stesse in tutto il loro percorso di export, dallo sdoganamento alla nazionalizzazione dei prodotti importati. Anche se negli ultimi anni ha avuto una inversione di tendenza rispetto alla continua e sostenuta crescita dell’ultimo decennio, l’economia brasiliana ha potenzialità enormi per il made in Italy. La crisi pandemica legata al Covid 19 ha colpito anche in Brasile il tessuto economico, esacerbando la situazione politica. Secondo Luiz Dalla Valle, consulente fiscale e doganale di Trentino Export: “Il Brasile è un paese particolare, di grandi differenze etniche, sociali e difficile da capire chi non ci è nato e vissuto. La situazione politica odierna è frutto di vari fattori complicati dalla crisi pandemica. Questo però non toglie che le opportunità di business siano molteplici in quanto il Paese non si è mai veramente fermato con lockdown o simili e la situazione politica e sociale non quella che viene fatta passare dai media europei”. I mancati lockdown in Brasile hanno fatto sì che il Pil nel 2020 sia cresciuto anche se più lentamente del previsto del + 1,3 (Fonte Istat) e questo sempre secondo Luiz Dalla Valle “è sintomo di una vivacità economica. I prodotti made in Italy mantengono sempre un grande appeal e le opportunità per le Pmi trentine sono molteplici”. Per il futuro Trentino Export, per le aziende che vorrebbero approcciare questo mercato o che hanno già incominciato ad operavi, offre la possibilità tramite la sua struttura di Trento ed i professionisti del proprio network, di consolidare le loro quote di export e ampliarle grazie ad una assistenza a 360° operando come un vero e proprio ufficio commerciale in outsourcing in Brasile.


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