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degustazioni
Antinori ALLA
CANTINETTA
CON RENZO COTARELLA È sempre un piacere andare a cena alla Cantinetta Antinori di Firenze. Sono andato il passato dicembre, col dottor Renzo Cotarella, amministratore delegato della Marchesi Antinori Spa e con l’amico Sergio Antonini. Per me è d’obbligo, si fa per dire, andando alla Cantinetta Antinori di Firenze, mangiare la pappa al pomodoro un pò piccante, la migliore mai mangiata, poiché è troppo piacevole e solo a pensarci mi viene l’acquolina in bocca. Per secondo piatto ho mangiato la milanese, buonissima come sempre. Sono un goloso del fritto in generale. La cosa importante della serata è che, dopo aver bevuto una piacevole bollicina, esattamente il Blanc de Blancs Antinori, ho degustato e bevuto, nell’ordine Il Pian delle Vi-
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gne Brunello di Montalcino annata 2017. Non posso dimenticare il loro piacevolissimo Brunello 2016, come neppure i loro rossi di Montalcino 2018 e 2019. Devo dire che finalmente l’azienda è riuscita a fare vini con uve perfettamente mature e non surmature. Non ho sentito la ciliegia candita, ma una ciliegia croccante. Il secondo vino è stato il Pinot nero del Castello della Sala 2018 che ho trovato accattivante per la presenza all’olfatto di un’intensa e piacevole rosa canina. Questo Pinot nero negli anni passati l’ho sempre trovato non ben equilibrato gustativamente, con la massa alcolica che dominava la freschezza, mentre nelle annate 2016 e 2018 questo non è avvenuto, lo dimostra il fatto che, quando vado nei ristoranti e lo trovo in carta, lo ordino volentieri. Per ultimo abbiamo bevuto il Solaia annata 2018, che mi è piaciuto molto, anche se non è al livello del 2015. Naso ricco e vario con finale di sesso sfrenato. Al naso ho trovato una lieve nota verde e al gusto nel finale ho sentito i tannini lievemente brucianti sulla gengiva superiore. Seguono le mie note di degustazione dei 3 vini degustati, preceduti dalle mie precisazioni sui tannini. Per
quanto riguarda la larghezza del tannino, è importante che faccia le precisazioni che seguono, affinché possa esser compresa. Io sento il tannino del vino sulla gengiva superiore. La totale larghezza del tannino è 6/6, cioè tutta la larghezza della gengiva superiore. Ovviamente, se il tannino è meno largo, potrà esser per esempio 5/6 e così via. La larghezza del tan-
paolo baracchino fine wine critic info@paolobaracchino.com www.paolobaracchino.com
nino è importante quando la qualità dello stesso è di buono o alto livello. Più il tannino è largo, più il vino è degno d’attenzione, ma il tannino, come ho precisato, dev’essere, in ogni caso, di buona qualità. Passiamo adesso a descrivere i vini degustati.