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I Balzini per
“RITORNO AL FUTURO” ALLA STORICA WINERY OGGI GUIDATA DA DIANA D’ISANTO andrea cappelli
Alla fine degli anni Settanta investire nella terra era quantomeno controcorrente, sicuramente tempi non sospetti per investimenti speculativi in Chianti, dove allora il futuro non era così certo... Questa storia inizia nel “lontano” 1977, un’epoca “antica” per la storia della viticoltura toscana di qualità, ma anche di gran fermento enoico, quando Vincenzo D’Isanto, persona molto pragmatica e meticolosa con una gran passione per il nettare di Bacco, decise d’acquistare in località Pastine, vicino Barberino Val d’Elsa, una casa colonica con dei terreni denominati sui fogli catastali Balzini. Per capire cosa fare a “I Balzini” Vincenzo va subito sul sicuro, rivolgendosi al noto assaggiatore che abita nella vicina Poggibonsi, il mitico “Bicchierino”, al secolo Giulio Gambelli, principe del Sangiovese toscano: il maestro consiglia, vista la particolarità dei terreni, oltre al Sangiovese, d’impiantare anche vitigni capaci d’andare a fondo nel terreno tufaceo fino ad abbracciare, tra strati d’argilla e sabbia gialla, quei fossili calcarei
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d’ostriche preistoriche e conchiglie di cui quella terra è ricca. Così nel 1980, armato di passione e coraggio, il noto commercialista fiorentino, seppur geograficamente nel cuore del Chianti Classico, in contrasto con l’ortodossia chiantigiana, mette a dimora, appunto sui balzi, una vi-
gna anche con Cabernet sauvignon e Merlot per raccontare una Toscana diversa. Dapprima l’idea era quella di fare il suo vino per hobby, da condividere in famiglia e con gli amici, poi ci si rende conto della reale vocazione del terroir e con la vendemmia 1987, immessa poi sul mercato nel 1991, arrivano le prime 5.234 bottiglie. Ma la vera svolta avviene con l’entrata in azienda della moglie Antonella, una siciliana appassionata, solare, ma soprattutto entusiasta, che nel 2004 decide d’azzardare, lasciando il suo ben avviato studio di consulente del lavoro per buttarsi anima e corpo nel mondo del vino. Da qualche anno il timone de “I Balzini” è passato nelle mani della bella figlia Diana, molto sensibile ai temi inerenti la salvaguardia del pianeta: “L’azienda conduce complessivamente circa 7 ettari di vigneti, oltre a un ulteriore ettaro in affitto che comunque abbiamo piantato