Editoriale
Apparire di G IOVANNI CANALI
O
ggi in una società che cura moltissimo l’immagine, che viaggia in modo informatico, con vari social ecc. l’apparire, l’immagine, pesano moltissimo. C’è anche chi fa una professione della sua immagine, promuovendo tante cose. Poi ci si pone una famosa domanda: è meglio essere o apparire? Quasi tutti rispondono essere, ma l’apparire non è certo aspetto secondario. Anch’io penso che sia più importante essere, ma l’apparire vale quasi come l’essere. Bisogna dire che chi è ma non appare è quasi come se non fosse, visto che nessuno lo conosce. Se Tizio avesse in un cassetto opere filosofiche straordinarie, tali da gareggiare con quelle di Kant, sarebbe certo un grandissimo filosofo, ma se tali opere rimanessero
nel cassetto e non fossero pubblicate, nessuno ne saprebbe nulla. Tizio sarebbe si un grandissimo filosofo, ma nessuno lo riconoscerebbe come tale e a nulla servirebbero le sue opere. Si può dire che chi è ma non appare, potrebbe apparire in seguito, invece chi non è non ha speranza alcuna di una apparenza sostenuta dalla sostanza; al massimo potrà avere un’apparenza fasulla che non si sa quanto potrà durare, e sempre con la spada di Damocle che qualcuno la sveli come sola apparenza. Perché ho fatto questo discorso? L’ho fatto per diversi motivi che vado ad illustrare. A volte sento dire che vi sono allevatori che hanno degli ottimi soggetti ma non li espongono, per motivi vari.
Il Presidente federale, avv. Antonio Sposito, ripreso da Canale 5 in occasione del Campionato Mondiale di Cesena 2018
NUMERO 2 - 2021
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