Italia Ornitologica - Numero 2 - 2021

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ESTRILDIDI FRINGILLIDI IBRIDI

Il Diamante di Gould (Chloebia gouldiae) testo e foto di FRANCESCO FORMISANO

Prima parte

Premessa Allevo (per puro diletto) da circa quarant’anni e senza soluzione di continuità, piccoli passeriformi appartenenti alle famiglie Fringillidae e Estrildidae. Ho iniziato come tanti, affetto da quell’incurabile “malattia” nota come “mal di piuma”, malattia per la quale, si sa, c’è ben poco da fare, in quanto si è “contagiati” già nel grembo materno. Infatti, come già ho avuto modo di dire in altre occasioni, anche sulle pagine di questa rivista, la mia cara mamma mi ha trasmesso geneticamente la passione per gli animali in generale e per quelli dell’universo alato, in particolare. In principio furono passerotti e fringuelli caduti dal nido, raccattati qua e là nei campi e intorno casa, salvati dalle grinfie dei gatti, nostri e del vicinato e allevati allo stecco; col tempo, vennero poi un paio di coppie di rustici e robusti canarini domestici (i bei pezzati di una volta), ai quali seguirono in breve i primi tentativi di ibridazione tra il Serino domestico appunto e gli indigeni, per la cui detenzione avevo nel frattempo chiesto e ottenuto l’autorizzazione dall’ufficio caccia e pesca provinciale competente per territorio. Oggi il rilascio dell’autorizzazione è di pertinenza delle Regioni. Tuttavia sono convinto che allevatore non si diventa, considerando l’allevamento la forma più evoluta di questa sana passione che, come detto poc’anzi, coltivo fin dalla più tenera età,

Uova fecondate

provando forti e indescrivibili emozioni al cospetto dei volatili, quali che fossero, spaziando dall’appariscente e pregiato Cardellino all’anonimo e modesto Luì piccolo. La curiosità e l’irrefrenabile voglia di cimentarmi sempre in nuove ed affascinanti esperienze riproduttive in tutti

La curiosità e la voglia di cimentarmi sempre in nuove esperienze riproduttive in questi anni hanno arricchito il mio bagaglio di cultura ornitologica

questi anni, poi, hanno arricchito il mio bagaglio di cultura ornitologica e, su invito dall’amico Renzo Esuperanzi, un quarto di secolo fa “esordivo” come collaboratore presso la redazione di I.O.; da allora ho preso l’abitudine a riportare ciò che vivo nell’ambito del mio piccolo allevamento amatoriale. Niente di eccezionale, intendiamoci, ma sic et simpliciter descrivere quanto osservato, provando a farlo possibilmente in maniera chiara e comprensibile a tutti - almeno spero - senza presunzione di insegnare niente a nessuno, con il pensiero rivolto più che altro al neofita. Fatta questa doverosa premessa, passo a raccontare l’ennesima esperienza riproduttiva maturata stavolta allevando il Diamante di Gould, iniziando come sempre nel presentare la specie nel suo ambiente naturale.

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