POMEZIA-NOTIZIE
Agosto 2021
IN RICORDO DI
ANGELA CASTOLDI di Lia Giudici
“O
GNI perdita produce dolore”, così afferma il nostro direttore Domenico Defelice, e dice bene. Ma ogni lutto è diverso e la differenza consiste nella sua rielaborazione o forse meglio nell’esito di essa. Ci può infatti condurre a un allargamento di orizzonti, a rendere concime futuro il bene che nella relazione si è scambiato, oppure ci può sprofondare in abissi molto profondi, dove a volte ci si perde e riemergere è faticoso. Ho conosciuto Angela tantissimi anni fa, nel 1975 per l’esattezza, nel cortile di quella che è stata la mia prima vera residenza a Milano, una casa di ringhiera non lontana dal centro, un tempo zona popolare, trasformatasi con lo scorrere degli anni in una delle aree più ambite dalle scuole di moda e dalla movida Quella casa di ringhiera, teatro del nostro primo incontro, aveva la caratteristica di essere stata la
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prima casa di ringhiera costruita con i servizi interni; generalmente i bagni erano in comune, sui ballatoi. Aveva dieci anni più di me, sposata con un bambino che non aveva ancora tre anni quando ci incontrammo la prima volta, il secondo doveva ancora raggiungerci. Come nuova arrivata ero stata chiaramente notata e un giorno mi approcciò, chiedendomi se frequentavo l’Università. Alla mia risposta positiva - frequentavo Lingue - mi informò che anche lei era iscritta, a Lettere. Fu l’inizio di un’amicizia feconda che non ha conosciuto interruzioni. Anche dopo il mio trasferimento in altri ambienti, i miei soggiorni altrove, che includono pure stati esteri, anche dopo aver lasciato Milano. Solo il suo decesso l’11 giugno scorso, ha scritto la parola fine a questa frequentazione, a seguito di una malattia durata poco più di un anno; il “brutto male”, che spesso ancora oggi sembra non dare scampo, probabilmente già si poteva intravedere in una ecografia da lei fatta poco prima che iniziasse il lockdown; analisi, visite, controlli però, per chi non aveva contratto il coronavirus, furono rimandati e la diagnosi per lei arrivò quando forse era troppo tardi: tumore alle ossa e con questa sentenza si è dovuta confrontare prima di cedere il passo a questa “cosa” che l’ha mangiata dentro. Angela era nata a Castano Primo, un paese in provincia di Milano di quasi undicimila abitanti, il 25 luglio 1943, una data memorabile. Il 25 luglio infatti il re Vittorio Emanuele III aveva deposto Benito Mussolini. La coincidenza delle date era per lei motivo di grande orgoglio. Come donna nata durante la guerra, in una famiglia con quattro figli (tre sorelle e un fratello), “di gente tranquilla, che lavorava” suo padre era uno dei parrucchieri del paese (a volte le canzoni di musica leggera rendono bene i concetti), il destino poteva sembrare segnato: avrebbe frequentato dopo le Scuole Elementari al massimo la Scuola di Avviamento Professionale, trovato un’occupazione, in attesa di accasarsi. Ma il suo destino “deragliò” da quel tracciato; grazie a una sua