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POMEZIA-NOTIZIE

Agosto 2021

Bene scripsisti dixit Deus di Italo Francesco Baldo

N

ON si può né leggere, né gustare appieno la Divina commedia se non si ha almeno una spolverata di conoscenza del pensiero di San Tommaso d’Aquino, il “nobil agno della santa greggia”. Le opere del dottore scolastico sono, ieri come oggi, un caposaldo del pensiero filosofico e della teologia rivelata. Il Doctor Angelicus, così è appellato il pensatore, che è maggiore filosofo e teologo del Medioevo è un valore, anche oggi ben presente a coloro che sanno unire la fede e la ragione, le due ali senza le quali l’uomo è semplicemente invalido, ha dato. Le sue grandi opere, Summa theologiae e della Summa contra gentiles, i suoi Inni colgono i temi più centrali della filosofia e non, contrariamente a quanto dicono certi dottorelli, sono figli del tempo, della moda, ma inducono a piena riflessione. Lo furono ieri quando egli insegnava a Parigi e quando le sue opere vennero divulgate e oggi

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quanto attraverso il suo pensiero si esprime la genuinità della fede e della retta ragione. Dante Alighieri conobbe e studiò le opere di San Tommaso e il pensiero dell’Aquinate lo ritroviamo in tutte le sue opere e particolarmente nelle tre le cantiche e coloro, tra cui Dante stesso, “che ragionando andaro a fondo” non possono che riferirsi al suo pensiero, il quale si coniuga con chiarezza con quello dei Padri della Chiesa e con quello degli ordini mendicanti, in particolare i Francescani e di altri pensatori della Scolastica. Non approfondiamo qui i due celebri canti (Paradiso XI e XII) dove San Francesco e San Domenico sono ricordati da San Tommaso e da San Bonaventura, ma il Centone dantesco A San Tommaso d’Aquino dell’Abate Leonardo Perosa (Portogruaro, 16 maggio 1834 – Venezia, 31 luglio 1904). Fu protagonista della cultura a Venezia e nel Veneto, fu bibliotecario alla Querini Stampalia di Venezia, critico letterario e fondatore della rivista “La scintilla”, che a fine Ottocento ebbe un ruolo importante per la cultura cattolica nella regione dove operò. In occasione del Ricordo del sesto centenario [della morte] di San Tommaso d’Aquino (Venezia, Tip. L. Merlo, 1874), fece memoria con una originale composizione proprio di quel caposaldo del pensiero, utilizzando soprattutto versi dell’Alighieri, che spesso si intrecciano con la persona ed il pensiero dell’illustre pensatore. Nel volume trovano posto anche altri scritti di particolare rilievo come Influenza della dottrina di San Tommaso sulla civiltà, Della politica di San Tommaso d’Aquino, alcuni sonetti e appunto il Centone dantesco. Il valore di questa composizione (pp.65-70) in ottave, ben 16, è nell’intrecciarsi dei versi danteschi presi da ogni cantica a formare l’elogio di San Tommaso lui “che al ben ne incuora” e “di quest’umile Italia alfin salute / sia di Cristo adunar la bella scuola/ di sapienza, d’amore e virtute.” Così verso la fine del Centone. Di questo proponiamo la lettura delle alcune ottave, lasciando al lettore la curiosità, prima scintilla della ricerca della conoscenza,


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