La storia è presente

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con la collaborazione didattica di Alessandra D'Alessandro e Sonia Zanier

STORIE NELLA STORIA

EDUCAZIONE CIVICA

METODO DI STUDIO

APPRENDIMENTO COOPERATIVO

DIDATTICA INCLUSIVA

CARLO GREPPI | ROBERTO PERSICO
1 | il medioevo AUDIO E VIDEO SUL TUO SMARTPHONE
L’investitura di un cavaliere. Miniatura dal Codice di Metz, 1290. CAPITOLO 5
843 Trattato di Verdun 846 Attacco saraceno a Roma 877 Capitolare di Quierzy 887 Deposizione di Carlo il Grosso 909 Fondazione di Cluny 911 Rollone duca di Normandia SEZIONE II L’età feudale 164
L’epoca del feudalesimo

A CASA

Guarda il video “Crisi tra Papato e Impero: Ottone I”. (fai attenzione: il video fa riferimento anche a eventi che saranno approfonditi nei capitoli successivi).

A SCUOLA

Rispondi con i tuoi compagni alle domande: che cosa accade tra il papa e l’imperatore? Chi sono i vescovi-conti? Che cosa stabilisce il Privilegio ottoniano?

Vassallo: Io vi servirò fedelmente per quanto io saprò e potrò, con l’aiuto di Dio, senza inganno o frode e con il consiglio e l’aiuto secondo il mio ufficio e la mia persona affinché quel potere che Dio vi concesse, voi possiate conservarlo ed esercitarlo secondo la sua volontà e per la salvezza vostra e dei vostri fedeli. Signore: Anche io per quanto saprò e potrò ragionevolmente fare, con l’aiuto di Dio, vi onorerò secondo la vostra condizione e persona; e veglierò che siate onorato e aiutato; vi conserverò la vostra legge e il vostro diritto; e userò verso di voi quella giusta misericordia di cui avrete bisogno e di cui farete ragionevole richiesta.

Così recita la formula del giuramento di fedeltà riportata in un antico documento del regno dei Franchi.

FARSI DOMANDE

❱ Chi sono questi due uomini che si promettono fedeltà reciproca?

❱ Che ruolo ha questo gesto nella vita della società?

❱ E che tipo di società è quella che si struttura intorno a questo patto?

Iperlezione

Videolezioni Le nuove invasioni barbariche

Crisi t r a Papato e Impero: Ottone I

Videocarta Le invasioni di Vichinghi, Saraceni e Ungari

Vichinghi alla fine del mondo

Roma Palermo Parigi Quierzy Lechfeld Costantinopoli Kiev Cluny
936 Ottone I re dei Germani 955 Battaglia di Lechfeld 962 Ottone I imperatore 987 Ugo Capeto re dei Franchi 1000 Stefano re d’Ungheria 1002 Morte di Ottone III
IN DIGITALE PROSPETTIVE UNIVERSALI CAPITOLO 5 L’epoca del feudalesimo 165

SEGNA SULLA LINEA DEL TEMPO GLI AVVENIMENTI DI QUESTA LEZIONE.

1 La società feudale

1. Ludovico il Pio

Dopo quarantasei anni di regno, all’età di 72 anni, nell’814 Carlo Magno muore

All’inizio, la situazione dell’Impero rimane stabile. L’anno precedente infatti Carlo ha imposto a tutti i suoi vassalli di giurare fedeltà a Ludovico, l’unico figlio maschio rimasto. Così, alla morte di Carlo, tutti i signori del regno rimangono fedeli a Ludovico, che può continuare a governare senza grosse difficoltà. Profondamente religioso, tanto che passerà alla storia come Ludovico il Pio, il nuovo imperatore si dedica soprattutto a migliorare la vita della Chiesa.

2. La divisione dell’Impero…

Alla morte di Ludovico però, nell’840, i problemi esplodono. Ludovico infatti lascia tre figli: Lotario, Carlo il Calvo, e Ludovico che sarà detto il Germanico. E nessuno dei tre intende rinunciare alla sua parte di eredità. Così Carlo e Ludovico si alleano nell’842 con un giuramento solenne a Strasburgo contro il primogenito Lotario e, dopo tre anni dalla morte del padre passati a combattersi, costringono Lotario a firmare un accordo. Con il trattato di Verdun, siglato nell’843, i territori dell’Impero vengono divisi in tre zone:

• Carlo il Calvo viene nominato re dei Franchi occidentali;

• Ludovico diventa re dei Franchi orientali;

• a Lotario vanno il titolo di re d’Italia e la corona imperiale, con la fascia centrale dei domini carolingi che da lui prenderà il nome di Lotaringia .

Anche se Lotario è riconosciuto imperatore di tutti i territori, e quindi l’Impero formalmente è ancora uno, in realtà comincia qui una divisione che non avrà fine

3. … e la sua fine

Regno di Carlo il Calvo

Quando Lotario muore infatti, nell’855, le sue terre vengono ulteriormente divise tra i suoi tre figli; ma Carlo il Calvo e Ludovico il Germanico approfittano della situazione per cercare di riconquistarle. La conseguenza è una lunga serie di guerre, in cui le alleanze cambiano continuamente e nessuno riesce più ad affermare un forte potere. Alla fine, uno dei figli di Ludovico il Germanico, Carlo il Grosso, riesce a riunire sotto il suo controllo tutti i territori dell’Impero. Ma per poco: nell’887, Carlo il Grosso viene deposto dai signori feudali. Con la deposizione di Carlo il Grosso la stirpe dei Carolingi finisce e l’Impero si disgrega definitivamente.

LEZIONE
843 846 877 887 909 911
Parigi Metz Poitiers Strasburgo Milano Pavia Ravenna Spoleto Venezia Roma Napoli Benevento Sassonia Turingia Austrasia Boemia Baviera
Neustria Bretagna Moravia Frisia
Provenza Lombardia
Guascogna Navarra Liburnia Dalmazia
ANGLO-SASSONI MARCA BRETAGNA MARCA SPAGNOLA EMIRATO DI CORDOVA STATO PONTIFICIO DUCATO DI SPOLETO DUCATO DI BENEVENTO Mar Mediter r a n e o
Regno
Regno
Ludovico
Germanico
DELL’IMPERO DOPO IL TRATTATO DI VERDUN SEZIONE II L’età feudale 166
Aquisgrana
Carinzia
Borgogna
Aquitania
REGNI
di Lotario
di
il
DIVISIONE

4. L’affermazione del sistema feudale

La deposizione di Carlo il Grosso mostra quanto i rapporti tra il re e suoi vassalli siano cambiati dai tempi di Carlo Magno. Nelle guerre per il controllo dell’Impero infatti i sovrani in lotta hanno dovuto cercare sempre più l’appoggio dei propri feudatari; in cambio non solo hanno dovuto assegnare loro nuove terre, ma in pratica hanno rinunciato a ogni forma di controllo sui feudi concessi. La crescita dell’autonomia dei feudatari è definitivamente sancita dal capitolare di Quierzy: una norma che i signori costringono Carlo il Calvo a firmare nell’877 e che stabilisce l’ereditarietà dei feudi maggiori, ovvero dei feudi assegnati direttamente dal re. Fino ad allora infatti alla morte di un vassallo il suo feudo ritornava nelle mani del re, che poteva assegnarlo a chi voleva; di conseguenza il vassallo, se voleva che il feudo venisse poi affidato ai figli, doveva dimostrare al sovrano grande fedeltà. Il capitolare di Quierzy invece stabilisce che i feudi maggiori passino direttamente in eredità ai figli del feudatario. In questo modo i signori feudali diventano in pratica sovrani autonomi dei propri territori, e si impegnano in continue guerre per ampliarli

La breve pausa di pace e unità realizzata da Carlo Magno è finita. È iniziato un periodo in cui il governo dell’Europa occidentale è nelle mani dei feudatari, tanto che lo chiamiamo epoca feudale

5. I castelli

Il segno più visibile della feudalizzazione della società sono i castelli [ ▶ Scheda a pp. 168-169]. In questo clima di continue lotte, infatti, ogni signore circonda la propria residenza di fortificazioni in grado di difenderla dagli attacchi nemici. Agli inizi si tratta di semplici terrapieni sormontati da palizzate in legno; rapidamente però queste prime strutture lasciano il posto a mura di pietra sempre più alte e possenti. Così, nei secoli seguenti le dimensioni di un castello saranno della potenza di un signore, e questi edifici diventeranno uno degli elementi più caratteristici dei paesaggi europei.

Parr. 1-3

↑ Gli abitanti di un castello si difendono dall’attacco dei nemici lanciando pietre dalle mura.

• Inserisci nella mappa i nomi dei discendenti di Carlo Magno e delle terre che essi governano.

Lotario:

Carlo Magno: intero Impero

Par. 4

Ludovico il Pio:

Carlo il Calvo: Regno dei Carlo il Grosso:

Ludovico il Germanico: Regno dei

• Durante le guerre fra i Carolingi l’autonomia dei signori feudali: aumenta. diminuisce.

• Il capitolare di Quierzy stabilisce

Par. 5 • I castelli vengono fatti costruire: dall’imperatore. dai feudatari.

936 955 962 987 1000 1002
PRENDO APPUNTI CAPITOLO 5 L’epoca del feudalesimo 167

Ilcastello

I castelli medievali, da semplici strutture militari, col tempo si sono evoluti, diventando residenze signorili più confortevoli, imponenti e con ricche decorazioni interne.

La tipologia dei castelli varia a seconda dell’area geografica in cui si trovano e del periodo di costruzione: nell’Europa settentrionale sono generalmente collocati su “motte”, delle alture artificiali circondate da un fossato; nell’Europa meridionale, invece, vengono innalzati soprattutto sulla sommità di colline o su speroni rocciosi.

GLI EDIFICI

All’interno delle mura si trovano le officine, i laboratori, le stalle, le abitazioni dei servi del signore.

LE

Il castello è circondato da una cinta esterna di mura merlate , cioè dotate di merli (rialzi in muratura, rettangolari o a coda di rondine, eretti a intervalli regolari), alternate a torri, e sormontate da camminamenti che permettono la difesa e la guardia.

Il castello è spesso circondato da un fossato , talvolta riempito di acqua, che può essere superato da un ponte levatoio che viene abbassato o alzato a seconda delle esigenze.

MURA IL FOSSATO
SEZIONE II L’età feudale 168
COME SI VIVEVA

LE DONNE NEL CASTELLO

La castellana sovrintende a tutta la vita domestica: si occupa degli acquisti, delle cucine, dell’allestimento di feste e banchetti. Quando poi, come spesso accade, il signore è lontano per la guerra, è alla signora che compete l’amministrazione delle terre che dipendono dal castello e di tutte le attività connesse. E non è raro il caso che sia la donna stessa la titolare del feudo, o perché è rimasta vedova o perché è l’erede più prossima.

IL MASTIO

Al centro del castello, nel punto più elevato, c’è il mastio – cioè la torre principale – all’interno del quale risiedono il signore e la sua corte; nei piani inferiori ci sono le cucine, i magazzini e altri locali di servizio.

Quando non sono impegnate nell’organizzazione della vita del castello, la castellana e le sue dame si dedicano alla tessitura, alla filatura e al cucito. Spesso le bambine imparano a leggere: in questo periodo è facile che in un castello le donne capaci di leggere siano più numerose degli uomini. Molte donne sanno cavalcare e partecipano ad attività considerate “maschili”, come la caccia.

CAPITOLO 5 L’epoca del feudalesimo 169

MEMO

I raccolti della pars dominica vanno interamente al signore; i raccolti della pars massaricia vanno in parte al signore e in parte al contadino.

Allodio : dal germanico al-ôd , composto da al , “tutto” e ôd , “bene”, “proprietà”; vuol dire dunque “proprietà completa”.

6. L’economia feudale

Intorno al castello, l’organizzazione sociale ed economica del feudo ricalca quella delle curtes, però con una importante variazione:

• una parte delle terre infatti continua a essere divisa in una pars dominica e una pars massaricia, coltivate da contadini che sono servi della gleba , cioè legati da un giuramento che li vincola in perpetuo a quelle terre;

• una parte crescente delle terre feudali però è costituita da allodi, cioè terre di cui i contadini sono proprietari a pieno titolo, e che possono essere liberamente acquistate e rivendute.

Un singolo contadino perciò può essere servo di un signore e al tempo stesso libero proprietario di un allodio.

7. L’indivisibilità dei feudi

Nel momento in cui i feudi diventano ereditari, ecco che si pone un altro problema: la divisione tra i figli. Esattamente come abbiamo visto succedere per i regni, infatti, la spartizione di un feudo può dar luogo a infinite contese tra gli eredi. Per risolvere il problema, rapidamente si afferma un principio nuovo: il feudo passa in eredità interamente al primogenito. E gli altri? Ai figli cadetti rimangono due strade

STORIA DI UNA PAROLA Cadetto

Anche se a prima vista non sembra, “cadetto” è una delle tante parole che derivano dal latino caput , “testa”. Vediamo come.

Da caput vengono in linea diretta capo, nel senso di “testa” ma anche di “guida”, “superiore”; Nel latino medievale poi troviamo un diminutivo di caput che è capitetus , che potremmo rendere con “capetto”. Tra i figli di una famiglia medievale perciò il primogenito è il caput , la guida, il superiore; gli altri sono capiteti, “capetti”, capi di rango inferiore; e da capitetus viene appunto cadetto. Nel tempo, la parola “cadetti” è rimasta per indicare gli allievi delle accademie militari, perché si dedicano, come i “cadetti” medievali, alla guerra; e in un senso più generale per riferirsi a realtà di secondo livello: per esempio, i giornalisti sportivi chiamano “serie cadetta” la serie B del campionato di calcio, e in diversi sport i “cadetti” sono una delle categorie giovanili.

Par. 6

• Le terre del castello sono divise in: pars dominica e pars massaricia. pars dominica e allodi. pars dominica , pars massaricia e allodi.

• I proprietari degli allodi: sono servi della gleba. sono uomini liberi. possono essere l’uno e l’altro.

Par. 7

• Alla morte del signore il feudo: viene ereditato dal primogenito. viene suddiviso fra tutti i figli. torna al sovrano.

PRENDO APPUNTI
↓ Servi della gleba che falciano il grano sotto la supervisione del feudatario.
SEZIONE II L’età feudale 170

8. La feudalizzazione della Chiesa e la ripresa della vita monastica

La prima strada che i cadetti si trovano davanti è la carriera ecclesiastica . Molti di loro infatti vengono imposti dal signore come abati dei monasteri o come vescovi delle città che si trovano nei suoi territori. Con la conseguenza inevitabile che questi ecclesiastici provenienti dalla nobiltà feudale sono sempre meno interessati ai loro compiti religiosi e sempre di più alle risorse economiche delle città e dei monasteri, risorse che adoperano per partecipare anche militarmente alle lotte politiche.

Naturalmente non tutti i religiosi sono contenti di questi sviluppi. Così, nel 909 un gruppo di monaci fonda a Cluny, in Francia, un nuovo monastero, che proprio per sfuggire al controllo dei feudatari si mette sotto la diretta protezione del papa.

A Cluny i monaci riprendono a seguire la Regola benedettina in modo rigoroso, e da qui ha inizio un movimento di ripresa della vita religiosa che nei secoli successivi avrà grande importanza.

9. I cavalieri erranti a servizio dei più deboli

La seconda strada per i cadetti è la carriera delle armi

Essi si mettono infatti al servizio di qualche feudatario e combattono per lui nelle infinite guerre di questo periodo. Così facendo, ottengono dal signore alloggio e protezione, e hanno la speranza che, se le guerre saranno vittoriose, il signore potrà dar loro a sua volta un nuovo feudo.

Ben presto questi combattenti al servizio dei signori verranno chiamati semplicemente cavalieri; dato poi che molti di loro si spostavano frequentemente in cerca di nuove opportunità, verranno spesso detti cavalieri erranti

Nel loro vagabondare in cerca di fortuna, i cavalieri spesso diventano un problema, perché approfittano delle loro armi per saccheggiare villaggi o per derubare mercanti.

Per contrastare questi comportamenti, la Chiesa comincia ad attribuire alla figura del cavaliere un forte valore religioso. La cerimonia dell’investitura diventa un vero e proprio rito sacro, durante il quale il cavaliere pronuncia un solenne giuramento: si impegna a usare le armi solo contro i suoi pari e a proteggere i più deboli .

Nasce così l’immagine del cavaliere “senza macchia e senza paura”, coraggioso contro i forti e protettore degli orfani e delle vedove. E anche se la realtà non sarà sempre conforme a un tale modello, la nascita di questo ideale cavalleresco di lealtà e di protezione dei deboli contribuirà non poco a rendere la vita dell’Occidente medievale un po’ meno violenta.

Par. 8

Erranti : dal verbo latino errare , “vagare senza meta”. Da qui anche il verbo italiano “errare” nel senso di “sbagliare”: vagare lontano dalla soluzione, dalla risposta giusta.

MEMO

In origine, la cerimonia dell’ investitura segnava semplicemente il rapporto di fedeltà fra due uomini d’arme.

• Gli ecclesiastici provenienti dalla nobiltà feudale sono interessati: ai loro compiti religiosi. alle risorse economiche delle città e dei monasteri.

• I monaci di Cluny seguono la in modo .

Par. 9 • I cavalieri erranti villaggi e mercanti.

• Che cosa si impegna a fare il cavaliere con l’investitura?

CAPITOLO 5 L’epoca del feudalesimo 171
↑ L’abbazia di Cluny in Francia, costruita sulle rovine dell’impianto medievale.

10. I tre ordini

Perché i figli cadetti si danno alla carriera ecclesiastica e a quella delle armi e non ad altre attività? Per rispondere a questa domanda occorre considerare un altro punto chiave della mentalità dell’epoca. Secondo il pensiero medievale infatti, come spiegherà in un testo degli inizi dell’XI secolo il vescovo francese Adalberone di Laon, la società è divisa in tre ordini, a somiglianza di Dio che è Trinità:

• oratores : monaci e chierici, che hanno il compito di pregare, ma anche di occuparsi delle leggi;

• bellatores: i guerrieri, feudatari e cavalieri, che hanno il compito di combattere;

• laboratores : i contadini, ma anche gli artigiani e i mercanti, a cui competono tutte le attività economiche.

Anche qui, siamo davanti a un’immagine ideale, e la realtà è spesso più complessa. Però almeno un elemento di questa descrizione è vero: i cavalieri e i signori feudali si sentono appartenenti a un ceto diverso da quello dei lavoratori; per loro, l’attività delle armi è l’unica occupazione onorevole (e infatti spesso anche quando diventano ecclesiastici continuano a combattere).

Par. 10 • Unisci ciascun termine della prima colonna con il corrispondente della seconda.

Oratores Coltivare la terra

Bellatores P regare Laboratores Combattere

SINTESI ATTIVA

Completa il testo a lato, inserendo al punto giusto le parole e le espressioni elencate (attenzione: alcune andranno usate più di una volta e altre non andranno inserite affatto, perché sono di troppo).

incoronazione • investitura •

lavorativa • militare

Carlo il Calvo

primogeniti

sottomessi

LEZIONE 1

Quando Carlo Magno muore gli succede il figlio . All a morte di quest’ultimo l’Impero viene diviso fra i suoi tre figli, , e .

Quando muore comincia una lunga serie di guerre, che termina con l’incoronazione imperiale di . Ma nell’887 Carlo il Grosso viene deposto dai signori feudali: è la fine della dinastia dei e dell’unità dell’Impero.

• cavalieri

• Lotario

• indipendenti

Carlo il Grosso

Carolingi

• servi

Approfittando delle lotte fra i sovrani, i feudatari hanno accresciuto la loro autonomia, tanto che nell’877 hanno ottenuto il , che stabilisce l’ereditarietà dei , che diventano di fatto dei territori .

• Merovingi

• Impero

• autonomia

• deboli

cadetti

• capitolare di Quierzy

• feudi maggiori

• ecclesiastici

Montecassino

Ludovico il Pio

• Cluny

Ludovico il Germanico

Per evitare che vengano troppo spezzettati, i feudi sono lasciati in eredità ai , mentre i diventano o . Questo comporta una decadenza della vita religiosa, alla quale cerca di rispondere la riforma dei monaci di , e violenze da parte dei cavalieri erranti. La Chiesa allora attribuisce alla cerimonia dell’ un forte valore religioso, che impegna il cavaliere a proteggere i .

I si danno solo alla vita ecclesiastica o cavalleresca perché i signori feudali ritengono che l’attività sia l’unica degna di loro.

SEZIONE II L’età feudale 172
↑ Un re detta le sue leggi a uno scrivano in presenza di un giurista, di un cavaliere e di un chierico.
PRENDO APPUNTI

Principio elettivo e principio ereditario

F ILO Senti, Sofi, io comincio a non capire più niente: un re lo eleggono, un altro divide il regno fra i suoi figli, i signori lasciano tutto al primogenito…

S OFIA Caro Filo, il problema della successione è un problemone. Ti ricordi la prima cosa che abbiamo letto?

F ILO Sì: che l’Impero romano a un certo punto è andato in crisi perché non c’era una legge per la successione.

S OFIA Bravo. E che cosa abbiamo detto delle tribù germaniche antiche?

F ILO Che ciascuna in tempo di guerra eleggeva il proprio re, e alla fine della guerra il suo mandato finiva; poi, col tempo, la carica è diventata permanente; e poi ha cominciato a essere trasmessa di padre in figlio.

S OFIA Bravissimo. E alla morte di Maometto che cosa è successo?

F ILO Che alcuni volevano scegliere il nuovo capo fra i collaboratori di Maometto, e altri dicevano che doveva essere un membro della sua famiglia.

S OFIA Perfetto. In tutti questi casi vediamo che ci sono in ballo due sistemi di scelta diversi, che possiamo chiamare principio elettivo e principio ereditario . Secondo il principio elettivo, il capo dev’essere scelto – in latino electus vuol dire “scelto”; secondo il principio ereditario, anche il potere viene lasciato in eredità come altri beni.

F ILO Ho capito. Ma qui, tra i Franchi?

S OFIA Quelli che hanno il potere cercano di affermare il principio ereditario, per trasmetterlo ai figli; quelli che non ce l’hanno affermano il principio elettivo, che può portarli a conquistarlo.

F ILO È chiaro. Ma la questione della divisione dell’eredità?

S OFIA Semplificando un po’, possiamo dire che fra i popoli nomadi prevale il principio della divisione del patrimonio tra i figli, fra i sedentari quello della trasmissione al primogenito .

F ILO E perché?

S OFIA Perché fra i nomadi l’eredità è fatta di animali e di oggetti, che gli eredi possono continuare a moltiplicare. Per i sedentari l’eredità è fatta di terre, che sono sempre quelle, e a furia di dividerle diventano troppo piccole.

F ILO E quindi?

S OFIA E quindi i Franchi, che sono in origine nomadi, inizialmente usano il principio della divisione; però poi, quando diventano sedentari, cominciano a adottare il principio della trasmissione al primogenito.

F ILO Problema risolto, dunque?

S OFIA Neanche per sogno! Andando avanti, vedrai quanti conflitti scoppieranno per i contrasti fra questi principi concorrenti…

PERCHÉ CI RIGUARDA educazione civica CAPITOLO 5 L’epoca del feudalesimo 173

Verso i vent’anni il giovane è pronto per l’investitura, cioè per diventare un vero e proprio cavaliere. Il rituale nei secoli si formalizza in una serie molto precisa di gesti simbolici e prende il nome di “addobbamento”. Dopo aver trascorso una notte di veglia, il cavaliere si presenta al cospetto del proprio signore. Si inginocchia davanti a lui con le mani giunte in segno di sottomissione mentre presta un giuramento di obbedienza. Da parte sua il signore gli porge le armi, in genere una spada, ma anche un elmo o una lancia, benedette da un sacerdote. Dopo la consegna delle armi, il signore dà un colpo al cavaliere, o con la mano sulla guancia o con la spada sulla testa o sulla spalla, per trasferire su di lui simbolicamente la propria forza guerriera.

Cavalieri e dame

I figli cadetti destinati a diventare cavalieri si allontanavano presto dalla propria famiglia di origine. Vediamo quale destino era loro riservato.

A circa 6 anni il futuro cavaliere viene affidato a un’altra famiglia “di adozione”: diventa paggio, svolge servigi per il signore e comincia ad apprendere l’arte militare nelle “scuole di cavallerie” dei castelli.

Intorno ai quattordici anni il giovane destinato alla carriera militare viene messo al servizio di un altro cavaliere, e lo accompagna in battaglia, a caccia o nei tornei, ed è addestrato all’uso delle armi e all’equitazione, quindi all’uso del cavallo anche in battaglia.

Osserva la miniatura a sinistra e rispondi.

• Quale delle due figure ti sembra essere il paggio?

• In quale attività ti sembra impegnato il paggio?

• Qual è la differenza evidente tra le due figure?

Osserva la miniatura del XV secolo e rispondi.

• Come è posizionato il signore? Come tiene le mani?

• Che oggetto tiene in mano e come lo usa?

• Che tipo di atteggiamento sembra assumere nei confronti del cavaliere?

LAVORIAMO
SEZIONE II L’età feudale 174

Quando non sono impegnati in guerre al seguito del proprio signore, i cavalieri si addestrano nella caccia e in combattimenti. Partecipano inoltre a giostre e tornei, che sono degli spettacoli cavallereschi in cui i cavalieri simulano azioni di guerra in formazione oppure duelli l’uno contro l’altro. Le esibizioni sono molto realistiche e in alcuni casi pericolose, e permettono ai cavalieri di mettere in mostra la loro abilità militare e il loro coraggio. Nella miniatura a lato, tratta dal Codex Manesse e realizzata tra il 1304 e il 1340, troviamo un altro aspetto tipico della società feudale.

Osserva e rispondi.

• Quale spazio è riservato alle donne? Quali azioni svolgono le donne?

Nei tornei e nelle giostre i cavalieri combattono ed esibiscono il proprio valore e la propria forza, mentre le donne sono spettatrici, tutt’al più accordano il proprio favore ai contendenti più valorosi con gesti di approvazione o offrono una ghirlanda al vincitore. La società feudale, infatti, prevede una netta separazione di ruoli tra gli uomini e le donne, e non solo nel corso degli spettacoli pubblici. Generalmente le donne passavano l’intera esistenza sottoposte all’autorità del padre o del marito. Da bambine venivano educate a svolgere i lavori di casa in vista del matrimonio. Si sposavano giovanissime, spesso con uomini più grandi scelti dalla famiglia, e avevano diverse gravidanze. La loro funzione era quella di crescere i figli e occuparsi dei lavori di casa.

ABBIAMO CAPITO CHE...

Osserva l’immagine sopra e descrivi l’azione in corso.

• Come sono equipaggiati i due cavalieri?

• Che cosa reggono in mano?

• Che cosa accade a uno dei due cavalieri?

CAPITOLO 5 L’epoca del feudalesimo 175
❱ ❱

SEGNA SULLA LINEA DEL TEMPO GLI AVVENIMENTI DI QUESTA LEZIONE.

L’Europa sotto attacco

1. Una nuova ondata di scorrerie

PROSPETTIVE UNIVERSALI

VICHINGHI

ALLA FINE DEL MONDO

Popolo di viaggiatori ed esploratori, a partire dalla fine dell’VIII secolo d.C. i Vichinghi giunsero ovunque, nel mondo conosciuto di allora. Furono anche i primi ad arrivare dall’Europa alle Americhe, circa mille anni fa, ma non furono capaci di insediarsi in pianta stabile.

Le lotte tra i feudatari non sono gli unici scontri a insanguinare questi secoli durissimi. Mentre infatti i signori feudali sono impegnati a combattersi fra loro, l’Europa occidentale viene attaccata da ogni lato – da nord, da sud e da est – da nuovi e vecchi avversari, che attraversano le sue terre con rapide e violente scorrerie, saccheggiano città e campagne e sterminano le popolazioni che incontrano sul loro cammino.

2. Da nord, i formidabili Vichinghi

Fin dagli ultimi anni dell’VIII secolo, le coste dell’Inghilterra e dell’Irlanda hanno cominciato a essere attaccate da genti sconosciute che provengono dal mare. Arrivano fulminei sulle loro veloci navi, assaltano monasteri e villaggi, si impadroniscono di beni e ricchezze, rapidissimi scompaiono nel mare da cui sono arrivati. Questi formidabili incursori chiamano se stessi Vichinghi

Si tratta di un popolo di origine germanica che arriva dalla Penisola scandinava. Nelle gelide acque del Mare del Nord, i Vichinghi hanno messo a punto eccellenti tecniche di navigazione. Fabbricano infatti navi solide e veloci, munite di vela e di remi, capaci tanto di affrontare le burrasche dell’oceano quanto di risalire i bassi fondali dei fiumi. I Vichinghi le chiamano drakkar, perché alle estremità portano scolpite immagini di draghi o mostri.

I Vichinghi però non sono solo predoni, ma anche cacciatori e commercianti. Così, dove trovano condizioni favorevoli si insediano, costruiscono villaggi in legno e pietra, e nel tempo stabiliscono con gli abitanti dei dintorni rapporti commerciali e anche politici di grande importanza.

Vichinghi : la maggior parte degli studiosi ritiene che questo termine derivi da vik, parola della lingua vichinga che significa “baia”. “Vichinghi” vorrebbe dunque dire “abitanti delle baie”.

Par. 2

• I Vichinghi provengono dalla

• Le navi vichinghe si chiamano e sono in grado di navigare tanto nell’ quanto nei

• I Vichinghi sono non solo ma anche e

LEZIONE
843 Trattato di Verdun 846 877 Capitolare di Quierzy 887 Deposizione di Carlo il Grosso 909 Fondazione di Cluny 911
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PRENDO
SEZIONE II L’età feudale 176
Video – Audio
APPUNTI

3. I primi Europei in America

Nel corso del IX secolo, i Vichinghi si spingono in tutte le direzioni Verso nord-ovest, si lanciano nelle acque inesplorate dell’Oceano Atlantico. Raggiungono un’isola coperta di ghiacci, e la chiamano Islanda, “terra dei ghiacci”; poi arrivano su un’altra isola vastissima, le cui coste meridionali sono libere dai ghiacci e ricche di vegetazione, e la chiamano perciò Groenlandia, “terra verde” (all’epoca non era una distesa di ghiacci come oggi). Infine approdano in uno spicchio di terra a cui danno il nome di Vinland, che probabilmente significa “la terra dei pirati”. Loro non lo sanno, ma Vinland è un lembo di quel continente che secoli dopo sarà chiamato America .

Lungo le coste ghiacciate dell’Atlantico settentrionale, i Vichinghi si specializzano in particolare nella caccia al tricheco. Le zanne di questi animali sono infatti molto ricercate, perché sono fatte di avorio; e i Vichinghi le rivendono ovunque.

4. Alle origini della Russia

Verso sud-est, gruppi di Vichinghi risalgono i fiumi che dal Mar Baltico portano nel cuore delle pianure dell’Europa orientale. I gruppi di Vichinghi che si spingono in queste regioni sono chiamati con due nomi diversi. I Bizantini li chiamano Variaghi; i Finni li chiamano invece Ruotsi, da un vocabolo che significa “remare”: gli uomini che remano. E, come subito vedremo, questo nome avrà una grande importanza. Intanto, i Variaghi cacciano orsi e volpi, le cui pelli rivendono poi ancora più a sud, fino al Mar Nero e a Costantinopoli, e arrivano perfino a essere arruolati negli eserciti bizantini e arabi. Essi però non si limitano al commercio e alla guerra, ma si insediano stabilmente e stringono con le popolazioni locali anche alleanze politiche e militari.

Gli abitanti di queste zone appartengono al gruppo dei popoli slavi, e all’epoca dell’arrivo dei Vichinghi sono divisi in tribù sempre in lotta fra loro; ma grazie all’incontro con l’organizzazione sociale più solida dei Vichinghi le tribù slave cominciano a darsi forme di governo più stabili.

Questa nuova civiltà sorta dall’incontro di Variaghi e Slavi prende il nome dal termine “ruotsi”, e si chiamerà Rus’: è il primo nucleo di quella nazione che nel tempo diventerà la Russia .

→ Il re e la regina degli scacchi, piccole statuette del XII secolo in avorio di tricheco provenienti dall’isola di Lewis, nelle Ebridi, in Scozia.

Islanda : dal germanico eis , “ghiaccio”, e land , “terra”. Groenlandia : dal germanico groen, “verde”, e land , “terra”.

VEDREMO

Le direzioni dell’espansione dei Vichinghi e i luoghi dove vivono le popolazioni che nominiamo sono raffigurate nella carta di pp. 180-181.

Finni : popolo affine agli Ungari, st anziatosi nella regione che da loro prenderà il nome di Finlandia, “terra dei Finni”.

Par. 3

Par. 4

• Verso nord-ovest, i Vichinghi arrivano fino in .

• I Vichinghi che si spingono verso sud-est vengono chiamati o .

• Dall’incontro fra i Variaghi e le tribù nasce la .

936 955 962 987 1000 1002
CAPITOLO 5 L’epoca del feudalesimo 177

VEDREMO

• Delle vicende del Regno dei Franchi parleremo nella prossima lezione.

• Delle spedizioni dei Normanni nell’XI secolo parleremo nella lezione 1 del capitolo 7.

5. Da Vichinghi a Normanni

Verso sud-ovest, i Vichinghi attaccano le coste della Francia, dove si insediano in una penisola che si protende nell’oceano. Da qui, risalendo i fiumi francesi si spingono profondamente verso l’interno, tanto che arrivano a saccheggiare perfino

Parigi

Nel tempo però anche i rapporti tra Vichinghi e Franchi si fanno meno cruenti. Fino a che, nel 911, il capo vichingo Rollone accetta di convertirsi al cristianesimo e di fare atto di sottomissione al re dei Franchi occidentali, Carlo il Semplice. In cambio, Carlo concede a Rollone il titolo di duca e la signoria sulla penisola che i Vichinghi avevano occupato. E dato che i Franchi chiamano i Vichinghi Normanni, cioè “uomini del nord”, il feudo di Rollone prenderà il nome di Normandia . D’ora in avanti, i Vichinghi di Normandia saranno sempre detti Normanni; essi cominciano ad assorbire sempre di più aspetti della civiltà dei Franchi, fino a dar vita a una cultura originale, che mescola elementi della tradizione vichinga e altri della mentalità franca

E nel secolo successivo i Normanni diventeranno protagonisti di primo piano delle vicende politiche europee.

6. Da sud, gli inarrestabili Saraceni

Nel frattempo, lungo le coste del Mediterraneo continuano gli attacchi degli Arabi. Nell’827 infatti i musulmani sono sbarcati in Sicilia – allora sotto il controllo bizantino – e nel corso di durissimi scontri durati diversi decenni a poco a poco conquistano l’intera isola.

Da qui gli Arabi lanciano ripetuti attacchi lungo le coste del Tirreno: nell’846 arrivano alle porte di Roma e saccheggiano le chiese di San Pietro e di San Paolo, allora al di fuori delle mura della città; verso la fine del secolo riescono a costruire alcune fortezze lungo le Alpi occidentali , da cui compiono scorrerie nella Francia meridionale e nella Pianura padana.

← Una nave saracena solca le acque del Mediterraneo.

Vichinghi si insediano sulle coste della e arrivano a saccheggiare

• Nel 911, il capo vichingo

riceve dal re dei Franchi occidentali il titolo di

• In questo periodo, i Vichinghi in Francia cominciano a essere chiamati , e la penisola dove vivono prenderà il nome di . La loro civiltà nasce dalla fusione di elementi e di elementi

Par. 5 Verso sud-ovest, i
PRENDO APPUNTI SEZIONE II L’età feudale 178

Ma i pirati saraceni non si limitano a queste imprese: tra IX e X secolo tutte le città costiere sono sottoposte a continue incursioni.

A volte, le città attaccate riescono a resistere; altre volte si liberano degli attaccanti pagando loro forti somme.

Più spesso però i Saraceni sono inarrestabili: irrompono nei monasteri e nei centri abitati, saccheggiano magazzini e chiese, portano via gli abitanti più robusti, compresi donne e bambini, che rivenderanno poi come schiavi sulle coste dell’Africa e nei mercati del Mediterraneo orientale.

7. Da est, i terribili Ungari

Nel frattempo, nelle pianure lungo il corso del Danubio si sono insediati gli Ungari

Gli Ungari appartengono allo stesso gruppo di popoli di cui facevano parte gli Unni. Come loro, sono abilissimi arcieri a cavallo, e come loro compiono rapide scorrerie, saccheggiando città e monasteri e devastando le campagne. Sembra che nessuno riesca a fermarli. E nel 955 intraprendono una grande spedizione: non piccole bande per veloci incursioni, ma un grande esercito, pronto a impegnarsi in una battaglia decisiva contro le forze dei feudatari germanici. Intanto però anche in Germania qualcosa è cambiato.

Saraceni : l’origine del termine è incerta. Si diffonde a partire dal IX secolo per indicare genericamente gli Arabi e gli altri popoli musulmani che attaccano le coste del Mediterraneo.

Par. 6 • I pirati saraceni sono . Nell’8 46 arrivano a saccheggiare . I prigionieri che catturano vengono .

Par. 7 • Gli Ungari:

– appartengono alla stirpe dei Vichinghi. degli Unni. dei Saraceni.

– sono abilissimi agricoltori. navigatori. arcieri a cavallo.

– compiono rapide scorrerie. lente conquiste.

– nel 95 5 intraprendono una rapida scorreria. una grande spedizione.

LEZIONE 2 SINTESI ATTIVA

Completa il testo a lato, inserendo le parole elencate (attenzione: alcune andranno usate più di una volta e altre non andranno inserite affatto).

Ungari • Unni • Normanni •

saraceni • Rollone • orientale •

settentrionale

cacciatori

schiavi

• drakkar •

• contadini •

• commercianti •

Normandia • Roma •

America

Mar Nero

• Costantinopoli •

• oceano • fiumi

Rus’ • slave • germaniche

monasteri • duca • conte •

scorrerie

• Penisola iberica

• Penisola scandinava

I Vichinghi provengono dalla e dal l a fine dell’VIII secolo cominciano ad attaccare le coste dell’Europa

Abilissimi marinai, con i loro sono in grado di affrontare le tempeste dell’ e di risalire i . Oltre che predoni, i Vichinghi sono anche e .

Verso nord-ovest si spingono nell’Atlantico fino alle coste dell’ Verso sud-est arrivano a commerciare fino al e Nelle pianure dell’Europa si legano alle tribù e danno vita a una nuova civiltà, la Verso sud-ovest attaccano le coste francesi, fino a che il loro capo viene nominato . Qui cominciano a essere chiamati e il feudo assegnato a prende il nome di Nel frattempo, lungo le coste del Mediterraneo si moltiplicano gli attacchi dei pirati saraceni, che saccheggiano città e , e rapiscono gli abitanti per rivenderli come . Infine, da est arrivano gli : anch’essi compiono rapide , saccheggiando città e e devastando le campagne.

PRENDO APPUNTI CAPITOLO 5 L’epoca del feudalesimo 179

Le invasioni di Vichinghi, Saraceni e Ungari

Nei secoli IX e X l’Europa occidentale viene attraversata, da nord, da sud e da est, da un’ ondata di incursioni compiute da Vichinghi, Saraceni e Ungari.

Osserva la carta e rispondi alle domande.

• Quali grandi isole nell’Oceano Atlantico toccano i Vichinghi nelle loro spedizioni verso l’America?

• Verso quali luoghi sono dirette le incursioni dei Saraceni?

• I Vichinghi, espandendosi a est, vengono in contatto con popoli slavi e dall’unione nasce una nuova civiltà: quale territorio occupa?

• Quale popolo raggiunse la Sicilia nelle sue rotte di espansione? Quale invece puntò su Roma? In quale anno?

Territorio d’origine dei Vichinghi

Conquiste dei Vichinghi

Incursioni dei Vichinghi

Territorio d’origine degli Ungari

Incursioni degli Ungari

Territorio d’origine dei Vichinghi

Conquiste dei Vichinghi

Incursioni dei Vichinghi

Territorio d’origine degli Ungari

Incursioni degli Ungari

Territorio d’origine dei Saraceni

Aree saccheggiate dai Saraceni

Incursioni dei Saraceni

Domini arabi

Principali battaglie

Territorio d’origine dei Saraceni

Aree saccheggiate dai Saraceni

Incursioni dei Saraceni

Domini arabi

Principali battaglie

Oceano Atlantico AMERICA DEL NORD 180 SEZIONE II L’età feudale LAVORIAMO CON LA carta Videocarta

GROENLANDIA

ISLANDA

Isole Fær Øer

Isole Shetland

SCANDINAVIA

NORVEGIA

Oslo

IRLANDA

Dublino

Lindisfarne 793

INGHILTERRA

Londra

FEUDO DI NORMANDIA 911

Lisbona

Cordova

Tangeri

Barcellona

Stoccolma

Mare del Nord MarBaltico

Amburgo

SVEZIA

Kiev

Parigi 845

Borgogna

Provenza

Augusta

Lechfeld 955

PANNONIA

Roma 846

Napoli

Palermo

Novgorod 862

RUS’

Lago d’Aral

Mar Nero

Costantinopoli

Tunisi

M
C
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a
M a r M e d i t e r r a n e o
181 CAPITOLO 5 L’epoca del feudalesimo

MEMO

La divisione dell’Impero carolingio è rappresentata nella carta di p. 166.

VEDREMO

Delle vicende del Regno dei Franchi sotto i Capetingi parleremo nella lezione 1 del capitolo 7.

La Renovatio Imperii

1. La divisione definitiva

Riprendiamo ora il racconto dove l’avevamo lasciato all’inizio della prima lezione. Con la deposizione di Carlo il Grosso nell’887 la divisione dell’Impero carolingio già stabilita dal trattato di Verdun diventa definitiva . Una divisione evidenziata anche dalla diversificazione delle lingue che si sviluppano nelle diverse regioni:

• nel Regno dei Franchi occidentali si parla una lingua derivata dal latino, che a poco a poco diventerà il francese;

• nel Regno dei Franchi orientali invece si afferma la lingua germanica, che nel tempo diventerà il tedesco;

• anche nel Regno d’Italia si continua a parlare una lingua che viene dal latino, da cui nel tempo prenderà forma l’italiano

• la Lotaringia invece, posta all’incrocio fra le diverse zone, non svilupperà un’identità linguistica propria e nemmeno una forte struttura politica, tanto che verrà contesa a lungo fra i vicini.

Vediamo ora che cosa succede nei tre regni nel corso del X secolo.

Il Regno dei Franchi occidentali Nel Regno dei Franchi occidentali il potere e l’indipendenza dei signori feudali continuano ad aumentare, tanto che spesso combattono non solo fra loro ma anche contro lo stesso re. Di conseguenza, il potere dei re si riduce sempre più, così come i territori che essi controllano: nel X secolo, l’autorità del re si esercita solo su una piccola regione nei dintorni di Parigi.

Solo verso la fine del secolo le cose cominceranno a cambiare. Nel 987 infatti viene incoronato re dei Franchi il duca di Parigi, Ugo Capeto. Nei decenni successivi, Ugo e i suoi discendenti – i Capetingi –cominceranno a ristabilire il potere del re.

Par. 1 • Nei territori dei Franchi occidentali si sviluppa la lingua , mentre nei territori dei Franchi orientali si sviluppa la lingua

LEZIONE
843 Trattato di Verdun 846 Attacco saraceno a Roma 877 Capitolare di Quierzy 887 909 Fondazione di Cluny 911 Rollone duca di Normandia
SEGNA SULLA LINEA DEL TEMPO GLI AVVENIMENTI DI QUESTA LEZIONE.
3
. In Lotaringia . Lione Parigi Vienne Tours Bourges Digione Orléans Compiègne Sens Rouen Montreuil Dol Bordeaux Auch BORGOGNA REAME DI BORGOGNA LORENA AQUITANIA BRETAGNA NORMANDIA FIANDRE Reims Verdun Laon Narbona Reno Loira Garonna Rodano Oceano Atlantico Mar Mediterraneo Canale della Manica Senna
DEI FRANCHI
SEZIONE II L’età feudale 182
REGNO
OCCIDENTALI PRENDO APPUNTI

Il Regno d’Italia Simile la situazione nel Regno d’Italia, che peraltro comprende solo la parte centro-settentrionale della penisola. Anche qui diversi signori feudali si contendono la corona, e i re che si succedono non riescono a esercitare un potere effettivo.

Il Regno dei Franchi orientali Nel Regno dei Franchi orientali invece le cose prenderanno uno sviluppo diverso. Qui infatti nel 919 viene eletto re il duca di Sassonia, Enrico I . Siamo nel pieno delle scorrerie degli Ungari, e per far fronte al nemico comune la maggior parte dei signori del Regno accetta la sua autorità; insieme combattono contro gli avversari, e riescono anche qualche volta a sconfiggerli. Con i feudatari che non riconoscono la sua autorità, Enrico non si fa scrupoli a usare la forza; così, alla sua morte, il Regno dei Franchi orientali, che intanto comincia a essere chiamato Regno dei Germani, ha ritrovato una certa unità.

2. Ottone I re dei Germani e d’Italia

L’opera di Enrico viene proseguita dal figlio Ottone I, eletto re dei Germani nel 936. Energico e determinato come il padre, Ottone non solo completa l’opera di assoggettamento dei feudatari, ma allarga anche i propri domini. Qualche tempo dopo infatti alcuni signori italiani lo chiamano in aiuto contro i rivali. Ottone allora scende in Italia, sbaraglia gli avversari, e nel 951 viene incoronato re d’Italia

Rimane ancora la minaccia degli Ungari. Che nel 955 – l’avevamo anticipato – si dirigono verso il cuore della Germania con un esercito imponente.

Lo scontro contro i cavalieri di Ottone e dei suoi feudatari avviene il 10 agosto, in una località chiamata Lechfeld. Alla sera, l’esercito degli Ungari è annientato. Da allora in avanti si ritireranno nelle pianure della Pannonia e abbandoneranno le loro scorrerie.

• Perché nel Regno dei Franchi occidentali il potere del re diminuisce?

Par. 2

• L’esercito di a Lechfeld sconfigge gli nel 955.

936 955 962 987 1000 1002
Roma Zara Spalato Salerno Spoleto Venezia Benevento Capua Palermo Pisa Genova Verona PRINCIPATO DI SALERNO PRINCIPATO DI CAPUA MARCHESATO MARCHESATO REGNO DI LOMBARDIA DI TOSCANA CROAZIA UNGHERIA CARINZIA BAVIERA SVEVIA BORGOGNA DI VERONA Romagna DUCATO DI AMALFI GIUDICATI CORSICA PRINCIPATO DI BENEVENTO DUCATO DI SPOLETO EMIRATO DI SICILIA IMPERO BIZ A N T I N O REPUBBLICA DI VENEZIA STAT O ITNOP F I C IO
D’ITALIA
REGNO
Un
arciere a cavallo.
CAPITOLO 5 L’epoca del feudalesimo 183

IL SACRO ROMANO IMPERO GERMANICO

↑ La corona imperiale creata per l’incoronazione di Ottone I. In oro, è adornata di perle, pietre preziose e smalti, oltre che da riquadri che illustrano scene della Bibbia.

3. Ottone I imperatore

Con il prestigio derivato dalla vittoria sugli Ungari, ora Ottone può realizzare il suo progetto: indossare la corona imperiale. Così quando il papa, Giovanni XII, lo chiama per difendere i territori della Chiesa, Ottone torna in Italia, sconfigge i nemici del papa, e nel 962 a Roma viene incoronato imperatore: il Sacro Romano Impero è rinato. I cronisti del tempo chiamano questa rinascita Renovatio Imperii, che in latino vuol dire appunto “il rinnovamento dell’Impero”.

È un Impero però molto diverso dal precedente. Esso riunisce infatti le corone di Germania e d’Italia; e d’ora in avanti l’autorità imperiale si eserciterà solo su queste terre. E il nuovo Impero verrà detto Sacro Romano Impero della nazione germanica.

4. Ottone I, i feudatari e la Chiesa

Incoronato imperatore, Ottone ha ancora il problema di affermare la propria autorità . Da una parte infatti alcuni signori feudali, cessato il pericolo ungaro, cominciano a ribellarsi, per cercare di riaffermare la propria autonomia. Dall’altra, papa Giovanni XII vorrebbe che Ottone combattesse per lui contro i propri avversari.

DUCATO DI SPOLETO STATO DELLA CHIESA REGNO D’ITALIA REGNO DI FRANCIA REGNO D’INGHILTERRA REGNO DI BORGOGNA MARCA DI VERONA MARCA DI CARINZIA MARCA ORIENTALE MARCA DEL NORD Aquisgrana Treviri Spira Worms Ratisbona Francoforte Augusta Vienna Milano Venezia Pavia Spoleto Polonia Boemia Pomerania
SEZIONE II L’età feudale 184

In questo periodo infatti il Papato attraversa un periodo difficile. In pratica, i papi vengono nominati da un piccolo gruppo di famiglie nobili di Roma, che si contendono il governo della città; perciò anche i papi si comportano più come signori feudali che come capi della Chiesa, e sono spesso impegnati nelle lotte fra le diverse famiglie. Il papa vorrebbe dunque che l’imperatore intervenisse in queste lotte, e in caso contrario minaccia di appoggiare i suoi nemici .

Per risolvere questi problemi, Ottone prende due iniziative.

In primo luogo, subito dopo l’incoronazione, Ottone costringe il papa a firmare un documento, chiamato Privilegio ottoniano, il quale stabilisce che nessun papa possa essere eletto senza il consenso dell’imperatore. In pratica, con questo accordo l’imperatore può scegliere come nuovo papa un candidato a lui gradito.

La seconda iniziativa di Ottone riguarda i feudatari ribelli.

Tornato in Germania, Ottone attacca gli insorti, li sconfigge, e quindi affida i loro feudi a vescovi o abati, che cominciano a essere detti vescovi-conti, perché riuniscono entrambe le cariche.

In questo modo, Ottone ottiene contemporaneamente due risultati:

• elimina la questione dell’ereditarietà dei feudi, perché alla morte dei vescovi-conti, che essendo religiosi non possono avere figli, i feudi tornano all’imperatore, che può farne ciò che vuole;

• conquista un forte controllo sulla Chiesa perché i vescovi-conti sono nominati dall’imperatore, e sono quindi più fedeli a lui che al papa.

Così, grazie al Privilegio e alla nomina dei vescovi-conti, Ottone riesce a consolidare la sua autorità sui feudi e a sottomettere la Chiesa al controllo imperiale.

5. Ottone II

Alla morte di Ottone, nel 973, gli succede il figlio, Ottone II . Ottone vorrebbe completare la conquista dell’Italia . Per ottenere l’appoggio dell’imperatore di Costantinopoli, sposa la principessa bizantina Teofane; quindi, nel 982, lancia una spedizione

contro gli Arabi

La spedizione si conclude però con una dura sconfitta . E mentre sta cercando di radunare nuove forze, nel 983 Ottone II muore di malaria, a Roma, a soli ventotto anni.

Par. 3

Par. 4

Par. 5

↓ Ottone II in trono con le insegne del suo rango: corona, scettro e il globo. Intorno a lui, le personificazioni dei territori del suo regno: Germania, Alemannia, Francia e Italia.

• Quando nel 962 Ottone viene incoronato imperatore a Roma, i cronisti del tempo parlano di .

• L a nomina dei vescovi-conti è un doppio vantaggio per l’imperatore perché

• L’obiettivo di Ottone II è: la conquista dell’Italia. la conquista di Costantinopoli.

.
PRENDO APPUNTI CAPITOLO 5 L’epoca del feudalesimo 185

Par. 6

6. Ottone III

Il figlio ed erede designato, Ottone III, è un bimbo di tre anni. La madre lo affida all’educazione del monaco Gerberto d’Aurillac, l’uomo più colto dell’epoca. Sotto le cure di Teofane e di Gerberto, il giovane Ottone impara il latino e il greco e cresce coltivando il sogno di completare la Renovatio, riportando l’Impero agli antichi splendori. E appena incoronato – nel 996, a sedici anni – si mette all’opera. Dopo aver favorito l’elezione papale di Gerberto, che prende il nome di Silvestro II , con il suo aiuto si dedica a costruire buoni rapporti con i popoli che vivono lungo i confini orientali dell’Impero. In questa politica di accordi anche gli Ungari passano al cristianesimo, e nell’anno 1000 il loro signore, Stefano, viene consacrato primo re d’Ungheria

Ma il sogno finisce presto. Solo due anni dopo infatti, nel 1002, Ottone III muore, di malaria come il padre. Con lui finisce la dinastia degli Ottoni; dopo di lui l’Impero prenderà strade diverse.

• Il sogno di Ottone III è: riportare l’Impero agli antichi splendori. s ottrarre l’Impero alla madre Teofane.

• Per questo Ottone III con papa Silvestro II e crea buoni rapporti con .

• Ottone III muore: dopo aver realizzato il proprio progetto. prima di riuscire a realizzare il proprio progetto.

SINTESI ATTIVA

Completa il testo a lato, inserendo al punto giusto le parole e le espressioni elencate (attenzione: alcune andranno usate più di una volta e altre non andranno inserite affatto, perché sono di troppo).

aumenta • diminuisce •

tedesco

re

• papa

Germani

LEZIONE 3

Nell’887 l’Impero si divide definitivamente in tre regni, dove si parlano tre lingue diverse: nel Re gno dei Franchi occidentali il ; nel Regno dei Franchi orientali il ; nel Regno d’Italia l’ Nel Regno dei Franchi occidentali l’indipendenza dei signori feudali ; solo , incoronato nel 987, comincerà a ristabilire il potere del . Anche nel Regno d’Italia i non riescono a esercitare un potere effettivo.

• francese

• latino

• imperatore

• Franchi

Privilegio ottoniano

vescovi-conti

Ungheria

Arabi

• Chiesa

• Inghilterra

• Silvestro II

Ugo Capeto

Ot tone I

Ottone III

• Italia

• Stefano •

• italiano

• Ottone II

• Enrico I

Nel Regno dei Franchi orientali invece riesce a imporre ai signori feudali la propria autorità. La sua opera viene proseguita dal figlio , che diventa prima re dei , poi re d’ e infine . Ottone emana quindi il e comincia a nominare

. In questo modo conquista un forte controllo sulla

Il figlio, , vorrebbe completare la conquista dell’ , ma viene sconfitto dagli e poco dopo muore di malaria.

coltiva insieme a papa il sogno di riportare l’Impero agli antichi splendori, e nell’anno 1000 a incoronare re d’ .

Ma con la morte di nel 1002, la dinastia degli Ottoni finisce.

PRENDO APPUNTI SEZIONE II L’età feudale 186
← Incoronazione di Ottone III, re di Germania.

La battaglia di Lechfeld

Da settimane, gli Ungari assediano la città di Augusta. Gli assediati però resistono, così Ottone ha avuto il tempo di radunare i suoi cavalieri e di arrivare nei pressi della città.

Il 10 agosto del 955, l’esercito di Ottone si raduna in una piana sulle rive del fiume Lech, poco distante da Augusta, e si prepara ad attaccare. Gli Ungari però, appena avvistano gli avversari, decidono di giocare la loro carta migliore, la velocità: lanciano i loro cavalli al galoppo, attraversano il fiume, aggirano le schiere dei Sassoni e li attaccano alle spalle. Gli uomini della retroguardia non si aspettavano l’attacco e sotto la pioggia delle frecce nemiche si disperdono.

Ma Ottone non si perde d’animo. Radunati i suoi uomini, ne lancia una parte in soccorso della retroguardia: gli Ungari, che nel frattempo hanno cominciato a saccheggiare i carri dei rifornimenti, sono travolti. Sistemate le retrovie, Ottone si dedica al nemico principale: schierati i suoi uomini in file compatte, si lancia con loro al galoppo contro il grosso dell’esercito avversario. Appena i Sassoni arrivano a tiro, gli Ungari li bersagliano con una pioggia di frecce; ma contro le armature e gli scudi di metallo le frecce si spezzano, e la carica della cavalleria prosegue inarrestabile: i Sassoni piombano in mezzo alle schiere nemiche e le disperdono.

F ILO Queste cose mi sembra di averle già sentite… quelli che arrivano lanciando frecce, questi altri che stanno fermi, poi attaccano…

S OFIA Pensaci: dove le abbiamo lette?

F ILO Ci sono! Nella lezione sul Sacro Romano Impero, dove si parla della cavalleria pesante e della cavalleria leggera!

S OFIA Bravissimo. E ti ricordi che cosa avevamo letto?

F ILO Certo. Che la cavalleria leggera era tipica di popoli delle steppe, come gli Unni, e quella pesante dei Franchi.

S OFIA E infatti qui troviamo gli Ungari, eredi degli Unni, e i Sassoni, eredi dei Franchi, che combattono come i loro antenati.

F ILO Mi torna in mente anche la battaglia di Poitiers. Anche lì si sono scontrate cavalleria leggera e cavalleria pesante.

S OFIA E allora?

F ILO E allora può darsi che anche quella sia andata più o meno come questa.

S OFIA Bravo! Hai fatto quello che fanno gli storici.

F ILO E cioè?

S OFIA E cioè, quando non hanno fonti sufficienti, provano a immaginare come possano essere andate le cose ricorrendo a eventi simili.

F ILO A proposito… Perché stavolta non abbiamo letto una fonte?

S OFIA Perché le fonti che raccontano la battaglia di Lechfeld sono scritte in maniera un po’ difficile. Allora abbiamo chiesto a uno storico di riscrivere la vicenda con parole sue. Di tanto in tanto lo faremo, per andare a vedere più da vicino che cosa è successo “quel giorno”.

QUEL GIORNO
CAPITOLO 5 L’epoca del feudalesimo 187
← La battaglia di Lechfeld, da una miniatura di un manoscritto medievale.

L’EPOCA DEL FEUDALESIMO

843: TRATTATO DI VERDUN Impero diviso in tre parti

– Lotario è imperatore e governa la Lotaringia e l’Italia

– Carlo il Calvo è re dei Franchi occidentali

– Ludovico il Germanico è re dei Franchi orientali

877: CAPITOLARE DI QUIERZY

si afferma il feudalesimo

i feudi maggiori diventano ereditari

IX E X SECOLO: L’EUROPA SUBISCE VARIE ONDATE DI INVASIONI

il signore ha sempre più potere diffusione dei castelli

i Vichinghi dalla Scandinavia che: – si stabiliscono in Normandia e vengono chiamati Normanni – si fondono con gli Slavi nella zona chiamata Rus’ – si spingono fino in Groenlandia e in America

i Saraceni dalle coste dell’Africa che si stanziano in Sicilia e saccheggiano Roma nell’846

gli Ungari da est, eredi degli Unni, invadono la Germania ma nel 955 vengono sconfitti da Ottone I

IN GERMANIA

RINASCE IL

SACRO ROMANO IMPERO

Ottone I (912-973) viene nominato imperatore

controlla l’elezione dei papi (“Privilegio ottoniano”) e con i vescovi-conti controlla il territorio, perché i feudi non sono più ereditari

Ottone II (955-983) vuole completare la conquista dell’Italia ma viene sconfitto dagli Arabi

Ottone III (980-1002) per rafforzare l’Impero cerca di migliorare i rapporti con popoli confinanti

gli Ungari si convertono al cristianesimo e Stefano diventa il primo re della neonata Ungheria

Mappa di sintesi MAPPA DI SINTESI
SEZIONE II L’età feudale 188

1 2 8

3 4 5 6 7 9

● Che cosa viene stabilito con il trattato di Verdun?

Nell’843, con il trattato di Verdun, il Sacro Romano Impero è diviso in tre regni diversi, ciascuno affidato a uno dei tre nipoti di Carlo Magno: Lotario mantiene il titolo di imperatore e i territori che si estendono dal Mare del Nord al centro Italia; Ludovico diventa re dei Franchi orientali e perciò viene detto il Germanico; Carlo il Calvo viene nominato re dei Franchi occidentali.

● In che cosa consiste il feudalesimo?

È un sistema politico, sociale ed economico basato sul rapporto di vassallaggio tra il signore, che concede terra (feudo) e protezione, e il suo vassallo, che giura fedeltà e garantisce aiuto militare. I feudi sono ereditati solo dal figlio maggiore; i figli minori, chiamati “cadetti”, possono diventare religiosi o cavalieri.

● Quale popolo conquista parte dell’Europa fra l’VIII e l’XI secolo?

I Vichinghi, o Normanni, grazie alla loro ferocia in battaglia e alla loro abilità nella navigazione. Essi:

– raggiungono le coste del continente americano, nell’odierna Groenlandia;

– si stanziano nella regione settentrionale della Francia, la Normandia;

– si fondono con gli Slavi e si stanziano nella Rus’.

● Quale popolazione rende insicura la navigazione nel Mar Mediterraneo fra il IX e il X secolo?

I Saraceni, che fra il IX e il X secolo attaccano le navi mercantili e i porti europei. All’inizio del X secolo strappano la Sicilia ai Bizantini.

● Quale popolo di origine asiatica compie scorrerie in Europa centrale a partire dal X secolo?

Gli Ungari, che sono gli eredi degli Unni. Vengono respinti dai Sassoni, guidati da Ottone I, nella battaglia di Lechfeld del 955.

● Come nasce il Sacro Romano Impero Germanico? Il re di Germania, Ottone di Sassonia, estende la sua autorità sui territori dell’Italia settentrionale, placando le dispute tra i feudatari e il papa. Per questo viene incoronato nel 962, da papa Giovanni XII, imperatore del Sacro Romano Impero Germanico.

● Che cosa stabilisce il “Privilegio ottoniano”? Stabilisce che un papa può essere nominato solo se l’imperatore approva la persona che è stata scelta.

● In che modo Ottone I limita il potere dei nobili?

Ottone I indebolisce la nobiltà affidando numerosi feudi ai vescovi-conti, che non possono avere figli a cui lasciare la terra in eredità. In questo modo, alla morte dei vescovi-conti, il feudo viene restituito all’imperatore.

● Come finisce la dinastia di Sassonia?

Il nipote di Ottone I, Ottone III, vuole ristabilire un grande Impero cristiano ma muore prima di realizzare il suo progetto.

MI PREPARO PER LA VERIFICA Audiosintesi
CAPITOLO 5 L’epoca del feudalesimo 189

Conoscere e comprendere

● COORDINATE TEMPORALI

1 Colloca sulla linea del tempo gli eventi elencati sotto, inserendoli in corrispondenza della data corretta.

a. Trattato di Verdun: l’Impero è diviso in tre parti

b. Muore Carlo Magno

c. Ottone I è imperatore: nasce il Sacro Romano Impero Germanico

d. Muore Ludovico il Pio, figlio di Carlo Magno

e. Deposizione di Carlo il Grosso

f. Ottone I è re dei Germani

2 Le due carte illustrano l’estensione del Sacro Romano Impero di Carlo Magno (1) e del Sacro Romano Impero Germanico al tempo di Ottone I (2). Osservale e rispondi alle domande.

2 1

a. Quali sono i territori che hanno in comune?

b. Quali sono i territori per cui differiscono?

c. Qual è il cuore dell’Impero di Carlo Magno? E di quello di Ottone I?

FACCIAMO IL PUNTO Esercizi interattivi
814 840 843 887 93 6 962
COORDINATE SPAZIALI
Mar Medite r r a n e o Mare del Nord OCEANO ATLANTICO
SEZIONE II L’età feudale 190
Regno dei Franchi all’avvento di Carlo Magno Conquiste di Carlo Magno Territori bizantini

● LESSICO

3 Collega i seguenti termini e documenti con la propria definizione.

1. Epoca feudale a. Documento promulgato da Ottone I con il quale si stabilisce che da quel momento il papa deve essere eletto con il consenso dell’imperatore

2. Renovatio Imperii b. Documento che sancisce la divisione dell’Impero di Carlo Magno tra i suoi tre nipoti

3. Privilegio ottoniano c. Periodo della storia dell’Europa occidentale in cui il potere è nelle mani dei feudatari, sempre più indipendenti dal potere del re e sempre più sovrani del territorio in loro possesso

4. Trattato di Verdun d. Rinascita dell’Impero e del titolo imperiale a opera di Ottone I e dei suoi successori; tale rinascita prevede uno stretto rapporto tra l’imperatore e la Chiesa di Roma

● EVENTI E PROCESSI

4 Completa i periodi inserendo opportunamente le frasi di seguito riportate. sovrani autonomi dei propri territori • termina la dinastia carolingia e l’Impero si dissolve • la proliferazione di castelli • dal capitolare di Quierzy, che sancisce l’ereditarietà dei feudi • aumenta il potere e l’autonomia dei feudatari

a. Con la deposizione di Carlo il Grosso

b. Con la disgregazione dell’Impero

c. La forza dei feudatari è visibile anche

d. I signori feudali diventano

e. Il segno più evidente dell’autonomia del potere locale è

5 Indica con una crocetta se le informazioni e le caratteristiche elencate appartengono ai Vichinghi (V), ai Saraceni (S) o agli Ungari (U). Attenzione: alcune caratteristiche possono appartenere a più di un popolo.

a. Vengono così chiamati gli Arabi che attaccano le coste del Mediterraneo.

b. Si rendono protagonisti di saccheggi di città e campagne.

c. Sono di origine germanica e provengono dalla Scandinavia.

d. Sono abili navigatori.

e. Sono abili cavalieri.

f. Si rendono protagonisti di violente scorrerie.

g. Conquistano, dopo lunghi scontri con i Bizantini, la Sicilia.

h. Giungono fino in America.

i. Si stanziano anche in Francia e Russia.

l. Arrivano a costruire fortezze anche sulle Alpi.

m. Vengono sconfitti a Lechfeld dall’esercito di Ottone I.

n. Il loro primo re è Stefano I.

facciamo il punto
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V S U CAPITOLO 5 L’epoca del feudalesimo 191

STORIA ATTIVA

Analizzare e riflettere

6 LA VITA A CORTE Castel Roncolo è un castello medievale del Trentino-Alto Adige, situato vicino alla città di Renon, e custodisce un vasto ciclo di affreschi, risalenti alla prima metà del XIII secolo, in cui sono rappresentati diversi aspetti della vita di corte, tra giochi e tornei cavallereschi, oltre a scene della vita quotidiana. Osserva l’immagine e completa la didascalia. Poi rispondi alle domande.

Su un terreno erboso si affrontano due squadre di e intenti, come si intuisce da ciò che regge la donna a destra, al gioco della , uno dei passatempi più in voga tra i nobili del Medioevo.

a. Osserva l’abbigliamento dei personaggi e descrivilo.

b. Che cosa possiamo dedurre da questa scena spensierata sulle abitudini di vita dei nobili durante questo periodo?

7 IL GIURAMENTO DI STRASBURGO Con il giuramento di Strasburgo dell’8 42 Carlo il Calvo e Ludovico il Germanico, nipoti di Carlo Magno, si alleano contro il fratello Lotario per spartirsi il regno. Oltre che per il suo valore politico questo documento è importante perché per la prima volta un atto ufficiale non viene scritto in latino, bensì nelle lingue dei due firmatari. Per farsi comprendere dai soldati francesi, Ludovico il Germanico giura in romana lingua, cioè in quella lingua che può essere considerata l’antenato dell’odierno francese; Carlo il Calvo, per farsi capire dai soldati tedeschi, giura in teudisca lingua, l’antenato dell’odierno tedesco. In tal modo ciascuno giura nella lingua dell’altro.

a. Che cosa rispecchia, secondo te, il fatto che un documento così importante non sia scritto in una unica lingua?

b. Che cosa ci dice la scelta di Carlo e Ludovico sulle lingue utilizzate quotidianamente dalla maggior parte della popolazione nel IX secolo? E dell’effettiva conoscenza del latino?

Al tempo dell’Impero romano per la comunicazione quotidiana si utilizzava una forma di latino più semplice, detta sermo vulgaris , che scompare gradualmente nei primi secoli del Medioevo, dopo il crollo dell’Impero Romano d’Occidente. Sopravvive solo il latino scritto, che viene utilizzato come lingua ufficiale della Chiesa, di molte corti e della letteratura. Per parlare, invece, nel Medioevo si utilizzano lingue nuove, differenti da area ad area, alcune derivanti dal latino e altre no, progressivamente sempre più diverse.

facciamo il punto
SEZIONE II L’età feudale 192

Con il giuramento di Strasburgo siamo davanti all’utilizzo di una di quelle lingue che chiamiamo volgari (cioè “popolari”, da vulgus che in latino significa “popolo”), cioè quelle lingue parlate dai medievali in Europa occidentale e meridionale. Queste sono influenzate dalle lingue dei popoli conquistati dai Romani, ma anche da quelle delle popolazioni barbariche vicine (germaniche, slave ecc.) e si sono poi evolute nelle lingue cosiddette neolatine, tra cui l’italiano e il francese.

Leggiamo il testo del giuramento di Ludovico il Germanico, pronunciato in “francese”.

Testo originale

Pro Deo amur et pro christian poblo et nostro commun salvament, d’ist di in avant, in quant Deus savir et podir me dunat, si salvarai eo cist meon fradre Karlo, et in adiudha et in cadhuna cosa si cum om per dreit son fradra salvar dist, in o quid il mi altresi fazet. Et ab Ludher nul plaid nunquam prindrai qui meon vol cist meon fradre Karle in damno sit.

Traduzione

Per l’amore di Dio e per la salvezza del popolo cristiano e nostra comune, da questo giorno in avanti, per quanto Dio mi dà sapere e potere, io soccorrerò questo mio fratello Carlo e nel dargli aiuto e in ogni cosa, come si deve secondo diritto soccorrere il proprio fratello, purché egli faccia lo stesso verso di me, e non concorderò con Lotario nessun patto che per mio volere vada a danno di questo mio fratello Carlo.

Latino Lingua del giuramentoFrancese odiernoItaliano

amor amour

populus peuple

antem avant

sapere savoir

frater frère

facciamo il punto
c. Completa la tabella considerando le parole sottolineate nel testo originale e nella traduzione. Potrai così evidenziare l’evoluzione di alcuni termini dal latino al volgare francese e al francese moderno.
CAPITOLO 5 L’epoca del feudalesimo 193
← Illustrazione ottocentesca della Storia di Francia in cui è rappresentato il Giuramento di Strasburgo dell’842.

COMPITO DI REALTÀ Il mio atlante storico

SITUAZIONE

Grazie a un bando vinto dalla vostra scuola, avete l’opportunità di collaborare con una Casa editrice per la realizzazione di un atlante storico che sarà pubblicato il prossimo anno. L’idea vi piace molto e decidete di raccontare la storia d’Europa nel Medioevo attraverso le carte.

MATERIALI E STRUMENTI

❱ Libro di testo, fogli A4, un cartoncino

A3 colorato, carta da lucido, matite colorate.

PRODOTTO ATTESO

Ogni studente e studentessa dovrà realizzare un piccolo atlante storico.

TEMPI

12 ore

AUTOVALUTAZIONE

❱ Quale scopo ha questa attività, secondo te?

❱ Hai avuto difficoltà a lavorare sulle carte?

❱ È stato facile/difficile progettare il tuo prodotto?

❱ Hai aiutato i tuoi compagni e compagne? Sei stato aiutato?

❱ L’insegnante è dovuto/a intervenire durante il lavoro per ripristinare l’ordine e la calma?

❱ Si è creato un clima sereno in classe?

❱ Come sono state prese le decisioni? Come avete concordato il lavoro?

❱ Quest’esperienza è stata positiva o negativa per la tua crescita personale?

FASE 1 DOCUMENTAZIONE

Dopo aver concluso il capitolo 5, insieme all’insegnante lavorate per un ripasso generale degli argomenti affrontati. Durante il ripasso, prestate particolare attenzione alle carte storiche che il vostro libro vi fornisce. Con la guida dell’insegnante, scegliete le carte che rappresentano meglio la storia d’Europa nel periodo che avete studiato. In particolare, soffermatevi su quelle che rappresentano i cambiamenti.

Vi suggeriamo di osservare in particolare quelle alle pagine 59, 84, 87, 166, 183, 184.

FASE 2 REALIZZAZIONE DELLE CARTE

Disegnate sul foglio bianco una carta muta dell’Europa in cui si vedano i confini degli attuali Stati europei e delle regioni italiane.

Ricopiate la stessa sagoma dell’Europa, ma senza i confini interni, sui fogli da lucido. Vi serviranno tanti fogli da lucido quante carte storiche avete scelto di utilizzare. Su ogni lucido con carta d’Europa, riportate una delle carte storiche scelte indicando in alto a destra il periodo storico che essa rappresenta.

FASE 3 REALIZZAZIONE DELL’ATLANTE

Una volta preparati tutti i lucidi, mettete sul banco il cartoncino A3 colorato, che sarà la copertina del vostro atlante.

Piegatelo a metà seguendo il lato corto. Incollate al suo interno, il foglio A4 con la carta muta dell’Europa attuale (quella con i confini degli Stati europei e delle regioni italiane). Sovrapponete a questo i fogli da lucido in ordine cronologico (concordate con l’insegnante da quale carta iniziare). Incollate tutte le carte in modo tale che i fogli da lucido siano sfogliabili.

Decorate a piacere la copertina del vostro atlante storico.

facciamo il punto SEZIONE II L’età feudale 194

la

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AUDIO

è CARLO GREPPI
PROSPETTIVE UNIVERSALI

Un nano gigante

PRIMA DELLA LETTURA

❱ In questo capitolo parleremo della schiavitù. Hai mai sentito parlare della tratta atlantica degli schiavi?

❱ Dove venivano catturati gli schiavi? Dove venivano portati?

❱ Può esistere un “nano gigante”? In quale senso si potrebbe spiegare il significato di questo titolo? Fai delle ipotesi considerando l’argomento del capitolo e l’immagine riprodotta.

Il piantagrane: Benjamin Lay

Il nome di quest’uomo, nato nel 1682 in Inghilterra, è Benjamin Lay. È stato un visionario, autore di «una campagna per salvare il mondo da sé stesso»: così ne parla lo storico Marcus Rediker, che a lui ha dedicato un libro intitolato Il piantagrane, descrivendo in poche parole quanto Benjamin Lay cerca di fare tra il 1714 e il 1732. Per diciotto anni Lay è «un uomo ostinato e polemico», un piantagrane, appunto, che si dedica senza risparmiare le sue energie a esigere l’abolizione della schiavitù

Ma chi è Benjamin Lay? È un ex marinaio, innanzitutto: viaggia parecchio e nella sua vita si trasferisce varie volte al di qua e al di là dell’Oceano Atlantico.

LAY

1682 Nasce nell’Essex (Inghilterra)

1718 Londra-Barbados

17 20 B arbados-Londra

Come avrete intuito dall’incisione che apre queste pagine Lay è inoltre affetto da nanismo, infatti non è alto più di un metro e venti, ed è definito anche “gobbo” dai suoi contemporanei. Questi sono dettagli non secondari: lui stesso è vittima di scherni e pregiudizi, che all’epoca sono particolarmente velenosi. È anche quacchero, crede cioè che Dio stia in ogni essere umano e che si debba disobbedire alle leggi ingiuste: dice a gran voce quello che ritiene sia giusto. Sappiamo che proclama l’uguaglianza tra uomini e donne – anche su questo è una voce piuttosto isolata – e che entra una prima volta in contatto con la schiavitù in mare quando si sente raccontare cosa significa essere proprietà di altri esseri umani da quattro suoi compagni di viaggio che sono stati loro stessi schiavi in Turchia (all’epoca capita ancora agli europei di finire a loro volta in catene, sebbene sia assai più raro), e ne rimane molto colpito.

↑ Henry Dawkins, incisione commemorativa di Benjamin Lay, 1760 ca.
I VIAGGI DI BENJAMIN
2
1722 Londr a-Colchester 173
Colchester-Philadelphia
Video Audio SEZIONE 2 56

La tratta atlantica

L’avvio della “tratta atlantica” cambia tutto, e il traffico degli schiavi diventa un’operazione massiccia – dalla quale traggono immensi profitti gli europei e le popolazioni di carnagione chiara presenti al di là dell’Oceano Atlantico – e che colpisce l’Africa come una catastrofe. Pochi decenni dopo l’inizio della conquista delle Americhe, proprio in quel continente in precedenza sconosciuto vengono deportati i primi schiavi dal continente africano: in circa due secoli e mezzo verranno trascinati in catene circa 11 milioni di schiavi africani. Catturati con la complicità dei poteri locali o dalle popolazioni costiere dell’Africa occidentale, gli schiavi vengono spediti appunto nel “Nuovo Mondo” dagli europei: spagnoli, portoghesi, francesi, inglesi, olandesi. In quella terra, una terra di opportunità e ricchezze che loro possono solo osservare da lontano, lavorano in catene, e molte delle merci che producono con il loro lavoro giungono infine in Europa, dove vengono consumate intorno a un tavolo, sorseggiando un buon tè.

È certamente un’annotazione terribile da scrivere, ma va sottolineato: questo traffico di uomini, donne e bambini e merci, che per via di questo tragitto Africa-Americhe-Europa conosciamo come “commercio triangolare”, ancora nel Settecento conviene quasi a tutti. Conviene, sì, a tutti quelli che non sono deportati, naturalmente. Le grandi piantagioni americane possono infatti tenere i costi bassissimi, dal momento che gli schiavi non sono pagati, e le merci arrivano a prezzi accessibili proprio perché sono prodotte dal sudore e dal sangue degli schiavi.

Della diffusione del caffè parleremo nel capitolo La rivoluzione del caffè (p. 62), e nel periodo in cui Benjamin Lay nasce e cresce molte altre merci altrettanto preziose giungono da due secoli, in gran quantità, in Europa: lo zucchero, il cioccolato, il cotone

Nanismo : difetto staturale. Le persone affette da nanismo sono più basse della media. In genere gli uomini non superano i 130 centimetri e le donne i 125.

Quacchero : chi appartiene alla setta protestante dei quaccheri, fondata nel XVII secolo in Inghilterra e basata sui principi del calvinismo.

Deportati : coloro che vengono forzatamente trasferiti in un luogo diverso da quello in cui liberamente hanno scelto di vivere.

rum, tabacco, cotone melassa,cotone zucchero,cioccolato New York L’Avana Rio de Janeiro AMERIC A DEL N ORD AMERIC A DEL SU D AFRIC A EURO PA Charleston Gran Bretagna Londra Lisbona Senegambia Goree Costa d’oro Elmina Congo Brasile Luanda Angola schiavi schiavi schiavi ru m m a n u f a t t i e a r m i IL COMMERCIO TRIANGOLARE Un nano gigante 57

Una voce nel deserto

Ma non tutte le persone che vivono in quel tempo ragionano secondo la loro convenienza e il loro interesse: Lay, diventato adulto, si rende conto di questo orrore. Prima a Barbados, isola caraibica dove abita tra il 1718 e il 1720 tra novemila abitanti di origine europea e almeno settantamila schiavi: è lì che, insieme alla moglie Sarah, capisce che la lotta contro la schiavitù sarà lo scopo della sua vita. «Lo zucchero si fa col sangue», capisce, chiedendosi «quando finirà tutto questo?». La sua prima condanna pubblica di questa «pratica infernale» è proprio del 1718: è a Barbados che Lay inizia a denunciarla pubblicamente e ad aiutare, per quanto possibile, gli schiavi lì presenti. Poi torna in Inghilterra e, quando arriva infine a Philadelphia, nel 1732, è pronto per la sua grande battaglia. È una fase ormai molto diversa, in cui non mancano le rivolte degli schiavi, che però di norma non vengono sostenute dagli europei. E Lay è forse il primo bianco, come ci racconta ancora Rediker, ad «accusare i mercanti di schiavi di essere una classe di assassini». Come potete vedere, non è certo uno che le manda a dire.

Anche se le voci contrarie allo schiavismo non sono mancate nei secoli precedenti, Lay è di tutt’altra pasta. Per lui è una missione, vive per questo. Si considera un predicatore, e un maestro, e tiene continui incontri e conferenze che vogliono provocare e scuotere chi lo ascolta: ritiene che tutti siano «immersi nel sonno»; li vuole svegliare. Dichiara persino che «ogni parola» di chi pratichi la schiavitù «è una menzogna», e che possedere schiavi è una colpa «sudicia», «ripugnante», «abominevole», «infernale». Pare che rivolga una domanda a chiunque incontri: «Tu da che parte stai?». La sua presenza mette spesso in imbarazzo chi incontra, perché sono poche, tra i bianchi, le persone che non sono coinvolte in qualche modo nella schiavitù.

SEZIONE 2 58
→ Schiavi a bordo di una nave negriera, in un’incisione del XIX secolo.

Una delle sue pratiche preferite è anche quella di grandi esibizioni pubbliche per aprire gli occhi del mondo. Leggiamo nelle parole di Rediker alcune delle sue gesta leggendarie, per esempio queste che mette in scena a un’assemblea degli Amici di Philadelphia, quando denuncia pubblicamente varie persone anche della sua congregazione quacchera:

Consapevole della fatica e lo sfruttamento che si nascondevano dietro merci all’apparenza benigne come il tabacco e lo zucchero, si presentò a una delle Assemblee annuali con «tre grosse pipe da tabacco nascoste sotto la giacca». Prese posto a metà tra i settori riservati agli uomini e alle donne, non lontano dai membri anziani e dai ministri, e al termine della funzione si alzò in piedi e in un silenzio carico di indignazione scagliò «una pipa tra i ministri maschi, un’altra tra le ministre donne e la terza contro la congregazione generale». Ciascuna simboleggiava una specifica protesta: contro il lavoro schiavistico, contro il lusso e contro i danni alla salute causati dall’abuso di tabacco. Così facendo, cercava di portare l’attenzione […] sul valore politico delle piccole scelte, anche quelle all’apparenza insignificanti.

Marcus Rediker, Il piantagrane, elèuthera 2019

Lay negli anni si fa moltissimi nemici, la sua non è una vita facile. Anche perché nel 1738 pubblica uno dei primi libri in cui si chiede pubblicamente l’abolizione della schiavitù, in un’epoca in cui – sono ancora parole dello storico Rediker – «gran parte del mondo considerava lo schiavismo una realtà naturale e immutabile quanto il sole, la luna e le stelle del firmamento. Nessuno aveva mai preso una posizione così militante, intransigente e universale contro lo schiavismo, né sulla stampa né nelle azioni. Benjamin voleva la libertà, e la voleva subito».

Eredità di un piantagrane

È vero che quella di Lay è stata una battaglia che ha combattuto quasi da solo insieme alla moglie Sarah, purtroppo mancata nel 1735, tre anni prima che il suo libro fosse pubblicato. Ed è anche vero che nessuno prima di lui aveva preso una posizione così netta e radicale nei confronti di quella pratica terribile che permetteva per legge agli uomini di possedere altri uomini, e di sfruttarli fino alla morte. Questo non sarebbe stato dimenticato, anche se nella sua vita non avrà la fortuna di vedere la sua battaglia arrivare alla vittoria. Nei decenni successivi alla sua azione, le gesta di Lay verranno però raccontate a lungo, e il suo libro contribuirà a influenzare moltissimo gli abolizionisti, che riusciranno infine a far dichiarare illegale, almeno nei “suoi” due paesi, la Gran Bretagna e gli Stati Uniti, la schiavitù. Oltre cinquant’anni dopo la sua morte, però: accadrà nel 1833 nell’impero britannico e nel 1865 negli Stati Uniti. Questo non sconfiggerà il razzismo, le persecuzioni e i pregiudizi nei confronti degli ex schiavi e dei loro discendenti, ma sarà un passo decisivo verso il mondo che aveva tanto tenacemente sognato Benjamin Lay, un nano gigante.

LA SCHIAVITÙ

1607 Nasce la prima colonia inglese : la Virginia

1619 Primi schiavi africani deportati in Virginia

1776 Procl amazione dell’Indipendenza. Nascono gli Stati Uniti d’America

1820 La schia vitù viene dichiarata illegale negli stati del Nord

1860-1865 Guerr a di secessione dopo l’elezione del presidente antischiavista

1865 Vit toria degli stati del Nord e abolizione della schiavitù

Abolizionisti : coloro che chiedevano l’abolizione della schiavitù e lottarono per raggiungere questo risultato.

NEGLI STATI UNITI D’AMERICA
Un nano gigante 59

Comprensione

1. Scrivi se le seguenti affermazioni sono vere (V) oppure false (F).

a. Benjamin Lay è un ex marinaio. V F

b. B enjamin Lay è stato per lungo tempo un mercante di schiavi. V F

c. Nel corso della storia solo i neri sono stati fatti prigionieri e ridotti in schiavitù. V F

d. Poco dopo la conquista dell’America gli europei iniziano la deportazione degli schiavi africani nel nuovo continente. V F

e. P er le sue posizioni contro la schiavitù, Lay si fa numerosi nemici. V F

f. L a schiavitù viene abolita in Gran Bretagna e negli USA prima della morte di Lay. V F

Analisi

2. Quando Lay sente parlare per la prima volta della schiavitù? Da chi?

3. Quale vantaggio porta agli europei il “commercio triangolare”?

4. Perché possiamo affermare che Lay è il primo vero antischiavista della storia?

5. Con quali mezzi Lay porta avanti la sua battaglia contro la schiavitù?

6. Perché Lay viene definito il “piantagrane”?

Piste di approfondimento e rielaborazione

7. Benjamin Lay agiva anche attraverso manifestazioni pubbliche sorprendenti che avevano come obiettivo scuotere le coscienze dei suoi contemporanei. Immaginate quale “evento” avrebbe potuto organizzare Lay se avesse avuto a disposizione i moderni strumenti tecnologici e i social media. Dopo esservi informati sui purtroppo sempre presenti episodi di schiavitù, organizzate un evento social per sensibilizzare i compagni delle altre classi su questo tema. Ricordate che deve essere un evento di grande impatto. Potreste organizzare ad esempio un flash mob facendovi aiutare dagli insegnanti di educazione fisica e di musica, oppure un piccolo spettacolo teatrale che metterete in scena con l’ausilio degli insegnanti di lettere e di arte e immagine.

Divisi in gruppi scegliete l’evento che maggiormente vi ispira. Una volta realizzato e registrato, il vostro evento social verrà condiviso sul sito della scuola.

8. Nel capitolo si dice che Benjamin Lay proclamò con grande convinzione e determinazione le proprie idee, superando i pregiudizi e la malvagità dei contemporanei. Vi vengono in mente altri personaggi che hanno sfidato il pensiero comune per portare avanti le proprie battaglie, mettendo anche a rischio la propria vita? Confrontatevi in un brainstorming in classe e poi scegliete uno o più personaggi di cui approfondire la biografia, le idee, le azioni.

9. L’autore afferma che la fine della tratta degli schiavi nel 1833 in Gran Bretagna e nel 1865 negli Stati Uniti «non sconfiggerà il razzismo, le persecuzioni e i pregiudizi nei confronti degli ex schiavi e dei loro discendenti, ma sarà un passo decisivo verso il mondo che aveva tanto tenacemente sognato Benjamin Lay, un nano gigante».

Che cosa pensate di questa affermazione?

Quali altri eventi storici conoscete durante i quali il razzismo contro i neri ha continuato a manifestarsi? E oggi si può dire che il razzismo e la schiavitù siano stati definitivamente sconfitti? Approfondite questo tema consultando il libro di Storia, oppure quotidiani e riviste recenti reperibili anche online.

10. Nel 1839 avvenne un fatto davvero incredibile, senza precedenti: un gruppo di schiavi si ammutinò e prese il controllo della nave Amistad. Una volta sbarcati negli Stati Uniti, gli schiavi vennero catturati e incarcerati ma al processo alcuni attivisti li difesero e riuscirono a farli assolvere. Trovate documenti interessanti per approfondire questo evento cliccando sull’icona Interessante è anche la lettura dell’episodio ricostruito da Steven Spielberg nel film Amistad, del 1997.

Link web

DOPO LA LETTURA
SEZIONE 2 60

OLTRE LA LETTURA

Libri da leggere Oh, Freedom!

di Francesco D’Adamo, Giunti 2014

La Underground Railroad (“ferrovia sotterranea”) non è una vera e propria ferrovia, ma un percorso segreto creato da un’organizzazione di ribelli, che permise a migliaia di schiavi di fuggire e trovare la libertà in Canada. Tra di loro c’è Tommy, 11 anni, che vive insieme alla sua famiglia in una piantagione di cotone, ma sogna di poter essere finalmente libero. Un giorno conosce Peg Leg Joe, che gli fa apprezzare la musica degli spirituals e gli ideali di libertà. Tommy fugge con Peg Leg Joe e il suo banjo. Lungo la strada, tra pericoli e avventure, Tommy imparerà a suonare il banjo e a cantare gli spirituals. Diventerà a sua volta una guida e dedicherà la vita a portare in salvo gli schiavi del Sud, lungo il percorso segreto della Underground Railroad (adatt. da www.lalibreriadeiragazzi.it)

Film da vedere Harriet

regia di Kasi Lemmons (2019)

Continuiamo il nostro viaggio sulla Underground Railroad e conosciamo Harriet Tubman, l’attivista afroamericana che nella seconda metà dell’Ottocento ha combattuto contro la schiavitù, salvando più di 300 persone.

Inzialmente schiava con il nome di Araminta “Minty” Ross, la donna fugge dalla piantagione nel sud degli Stati Uniti raggiungendo il Nord America, dove la schiavitù è già divenuta illegale. Qui cambia nome e diventa Harriet Tubman, per confermare il suo stato di donna libera. Successivamente decide di tornare indietro. Grazie al suo coraggio e alla sua determinazione, Harriet diventerà una vera e propria eroina americana. Infatti, attraverso l’utilizzo dell’Underground Railroad, Harriet riuscirà a portare in salvo centinaia di schiavi.

(adatt. da www.comingsoon.it)

Siti per fare ricerca

Puoi compiere un viaggio virtuale con Google Earth sulle tracce della Underground Railroad

Potrai visitare i luoghi simbolo di questo percorso: case, chiese, luoghi dove i fuggiaschi trovavano rifugio e sostegno, ma anche musei e oggetti significativi di questa incredibile storia di riscatto. Clicca sull’icona in alto.

Al sito seguente, in inglese, ma appositamente realizzato per i ragazzi della tua età, potrai scoprire altre informazioni sulla Underground Railroad Clicca sull’icona in alto.

Un po’ più difficile da leggere, ma molto interessante per le informazioni che offre è il sito citato qui sotto. Consultandolo, magari attivando la traduzione automatica dall’inglese all’italiano, potrai svolgere una ricerca sulla tratta degli schiavi, sulle loro storie, il numero delle persone deportate, le rotte delle navi, ma anche trovare immagini e documenti originali. Una vera miniera per ricostruire la storia di questo orribile commercio. Clicca sull’icona in alto.

Un nano gigante 61
Qui trovi tutti i link

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