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È il momento del RESKILLING Per fare carriera non c’è spazio per pigrizia e paura. Bisogna invece aggiornare costantemente le proprie competenze
C
he le cose siano cambiate rispetto a qualche anno fa è evidente e non solo per gli ultimi accadimenti. Non è da ieri, infatti, che si parla della necessità di una maggiore responsabilizzazione nel proprio autosviluppo: da quando il mito del lavoro fisso è scomparso o, a seconda del punto di vista, risponde meno alle aspirazioni di crescita, è diventato fondamentale non basarsi solo sulla formazione che viene erogata, ma attivarsi per orientare autonomamente la propria carriera. Da una parte le aziende si occupano sempre più dello skilling dei propri dipendenti, della formazione cioè, per avere nuovi lavoratori qualificati e non cercare le competenze solo guardandosi all’esterno. Questo pone le basi per fidelizzare i propri dipendenti, che di contro devono essere
disposti a imparare e accogliere con entusiasmo la proposta di sviluppare nuove competenze. Dall’altra parte serve far fronte all’uscita di scena di ruoli obsoleti, spazzati via dalle rivoluzioni tecnologiche che continuano a cambiare il set di competenze da mettere in campo nel proprio lavoro in sostituzione di quelle richieste in precedenza. Con il reskilling le aziende insegnano ai propri dipendenti quanto necessario per occuparsi di nuove attività che hanno sostituito quelle vecchie. Quindi senza paura, mettiamo da parte la nostra precedente identità professionale e ci trasformiamo in un professionista nuovo, capace di traghettare la cultura aziendale in un nuovo contesto competitivo. Oltre alle competenze tecniche necessarie per lavorare in un
sempre più mutevole contesto lavorativo, se si vuole far crescere i leader di domani, serve lavorare anche con l’upskilling per accrescere le competenze dei singoli dipendenti nel loro medesimo ruolo, individuando quanti abbiano il potenziale nonché la volontà di fare un salto di carriera. In ogni caso, è la persona che si mette in gioco: non si tratta più di scegliere se agire o non agire, serve necessariamente attivarsi per collocarsi in un contesto lavorativo in modo adeguato, basando le scelte sulla consapevolezza delle proprie capacità e aspirazioni. Fronteggiano questa necessità sia i giovani che intraprendono i primi passi nel mondo del lavoro sia i lavoratori di mezza età in transizione di carriera. Rimanere alla finestra ad aspettare non è una scelta che alla lunga risulta efficace.
SIMONA CIOTTI Hr manager e coach simona.ciotti.MeC@gmail.com
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