giardiniere
vo o nu
PROGETTAZIONE COSTRUZIONE GESTIONE E MANUTENZIONE PROFESSIONALE DEGLI SPAZI VERDI
N° 023
IL
Luglio – Agosto 2020
+TECNICHE +PROGETTO Focus i nuovi CAM
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In copertina un dettaglio di uno dei lavori eseguiti da Andrea D’Angelo, protagonista della cover story di questo numero
Forest Garden, un vero bosco condominiale a Milano
BIODIVERSITÀ
SMART
ALLA LENTE UNO STUDIO LA NUOVA RIVISTA DELL’UNIVERSITÀ IL GIARDINIERE DIPER BOLOGNA 1 Radicazione
migliorata con ICL 2 Gli intelligenti Husqvarna Automower® 3 Florinfo Academy anche online
DRONI PER LA GESTIONE DEL VERDE Approfondimento tecnico con un focus sull’arboricoltura “di precisione”
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Nuove tecnologie per la concimazione, innovativi robot tagliaerba progettati per le grandi applicazioni, sistemi brevettati per la realizzazione di pavimentazioni esterne sopraelevate, soluzione per migliorare la messa a dimora di alberi e arbusti, tool moderni per la gestione del verde… Sono solo alcune delle novità presente all’interno della consueta sezione Smart della nostra rivista. A pagina 27, infatti, trovate una selezione di strumenti utili per ottimizzare le fasi operative in cantiere, oltre a prodotti che garantiscono la buona riuscita di un lavoro, di un progetto. Sta proprio qua il cuore editoriale de IL giardiniere: suggerire a manutentori e operatori del verde, soluzioni che consentano di migliorare il risultato e la qualità del lavoro, quindi la propria efficienza operativa. Ma questo lo facciamo anche raccontando l’esperienza di chi lavora in pieno campo. Dallo scorso numero abbiamo preso la (bella!) abitudine di aprire la rivista con un’intervista a un giardiniere, che ci permette di raccogliere le parole e le aspettative dei protagonisti del settore, come una sorta di confronto a distanza per condividere idee, considerazioni e preoccupazioni. Così, questo numero la nostra cover story è dedicata ad Andrea D’Angelo, che si è avvicinato al giardinaggio per caso e ne è rimasto affascinato, tanto che lo ha trasformato nel suo mestiere. Ma un giardiniere deve essere anche attento ai tempi che cambiano, interpretandoli nel lavoro di tutti i giorni, dove è possibile. E allora vi proponiamo a pagina 22 un articolo sul primo Forest Garden urbano, bosco nato spontaneamente con una sorprendente varietà di specie. Sorgerà a Milano e sarà il giardino di un nuovo progetto immobiliare di riqualificazione della zona Gallaratese. Questo è un bell’esempio di come, in alcune occasioni, non sempre la scelta giusta sia quella di rinnovare ad ogni costo. Perché sta anche al giardiniere avere un acuto spirito di osservazione e di analisi, per capire come integrare al meglio vecchia e nuova vegetazione. Quando è possibile. di Francesco Tozzi
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PROGETTISTA & G
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© Valerio Cozzi.
isegnare e costruire un giardino sono due azioni che parimenti ci parlano di esseri viventi. Sembra un’ovvietà ma è la prima causa di misunderstanding in cui incappano oggi giorno progettazione e realizzazione di giardini. Progetto spazi aperti da più di vent’anni e i giardini che disegno rappresentano una quota importante del mio lavoro. Alcuni di questi rimangono sulla carta. Di altri ho poco controllo perché molto lontani da me o perché proprio non riesco a ottenerlo contrattualmente. Di molti, invece, ne vivo in prima persona ogni fase costruttiva e vi ritorno a distanza di tempo apprezzandone la crescita o lamentandone la mancanza di cura. In un giardino, ineffabilità ed effimero sono in equilibrio precario con solidità ed essenza. La figura del Giardiniere (maiuscolo non per errore) è cruciale, sia quando c’è, sia quando sarebbe meglio mancasse. Il Giardiniere dovrebbe essere una sorta di confessore, un tecnico ma anche un artista giardiniere: l’interprete giusto, si direbbe in musica. Dovrebbe, appunto, conoscere la propria arte – mestiere – così tanto da suonare bene lo spartito e gestire con equilibrio il rapporto costi e benefici. Dovrebbe imporsi quando il progettista, spinto non si sa bene da quale forza occulta, ne sollecita i nervi con proposte inattuabili (stecche). Dovrebbe, al pari, saper ascoltare, liberarsi dalla routine, dalla sicurezza delle operazioni ripetute: dallo scorciare rapido. Dovrebbe cogliere da ogni informazione una risorsa per il prossimo giardino (innovazione) e aggiornarsi per non affossare la propria professione entro i soliti limiti rassicuranti che giorno per giorno diventano sempre più stretti. Il campo dell’umiltà è dove Progettista e Giardiniere si devono incontrare.
Gli strumenti del mestiere del progettista.
Valerio Cozzi
Il Giardiniere dovrebbe essere una sorta di confessore, un tecnico ma anche un artista giardiniere: l’interprete giusto, si direbbe in musica 6
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& GIARDINIERE
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uale rapporto deve Gli strumenti del mestiere esserci tra Progettista del giardiniere. e Giardiniere? Il punto di vista del Giardiniere dopo quello del Progettista: un modo per osservarsi a vicenda e trovare un punto d’incontro, o meglio, il punto d’incontro. Entrambe le professioni non possono che essere complementari. Come giustamente scrive Valerio Cozzi, fanno parte dello stesso spartito, note, pause e ritmi per evitare di steccare. Preparazione e formazione continua sono fondamentali. Il Giardiniere deve padroneggiare gli strumenti che ha a sua disposizione e che spesso gli vengono forniti da chi progetta, mentre il Progettista deve avere l’umiltà di fidarsi e, a volte di affidarsi, di accettare consigli e quelle osservazioni provenienti da un punto di vista altro, che a volte intercettano i limiti di un progetto, mostrando la capacità di trovare insieme una soluzione condivisa. Il Giardiniere deve assolutamente mettersi a disposizione, imparare umilmente, osservare e non criticare per partito preso ma mettere a disposizione un ricco patrimonio di conoscenze allo scopo di portare a termine il progetto raggiungendo il massimo successo possibile. Progettista e Giardiniere devono perciò utilizzare lo stesso linguaggio, devono immaginare il medesimo scenario. Questo è quello che penso. Cosa vedo nella realtà di tutti i giorni? Il Giardiniere soffre di un distacco tra le due professioni come fossero completamente separate. L’una spesso è la peggior nemica dell’altra e succede che il giardiniere si senta padrone di tutto lo spartito: progettista, paesaggista, architetto del paesaggio e costruttore insieme, con tutti i limiti del caso. Il risultato: una perdita di identità e di carattere. Il primo a soffrirne veramente è però il Giardino e quindi il committente.
© Valerio Cozzi.
Sandro Degni
Il Progettista deve avere l’umiltà di fidarsi e, a volte di affidarsi, di accettare consigli e quelle osservazioni provenienti da un punto di vista altro N°023
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Il cantiere
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Custode della bellezza della natura
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La gestione del verde pubblico nei nuovi CAM
di Daniela Stasi
di Valerio Pasi
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Un vero bosco condominiale di Daniela Stasi
smart
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Radicazione migliorata, basso impatto ambientale di Daniela Stasi
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I tagliaerba intelligenti
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Pavimenti belli e pratici
di Daniela Stasi di IIrene Nuvola
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Al passo coi tempi
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L’evoluzione del sistema di ancoraggio
di Viola Delfino
di Jacopo Fromelli
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Bollicine sul tetto
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Tool innovativi per la gestione del verde
di N Nora Adamsberg
di Daniela Stasi
gestione
SOMMARIO N°023
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Imparare facendo
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Giardino e Natura
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Droni per la gestione del verde
di Adriana Colombo e Dante Valenzisi di P Pio Rossi
di SStefano Fiorillo e Andrea Pellegatta
sCOPERTE
N˚ 023 LUGLIO / AGOSTO 2020 DIRETTORE RESPONSABILE Francesco Tozzi / f.tozzi@laboratorioverde.net
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Biodiversità e specie aliene di IIrene Nuvola
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IN REDAZIONE Daniela Stasi / d.stasi@laboratorioverde.net
Distanziatori green
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Eleganza in giardino di M Matteo Ragni
COLLABORATORI Nora Adamsberg, Giorgio Barassi, Jessica Bertoni, Lucio Brioschi, Jurg Burger, Adriana Colombo, Alessandro Coraggio, Valerio Cozzi, Camillo De Beni, Sandro Degni, Viola Delfino, Stefano Fiorillo, Jacopo Fromelli, Marta Meggiolaro, Irene Nuvola, Valerio Pasi, Andrea Pellegatta, Nicolò Pensa, Matteo Ragni, Pio Rossi, Dante Valenzisi, Anna Zottola
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Novità dalla tradizione
GRAFICA Testo&Immagine snc / testoeimmagine@fastwebnet.it
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di V Viola Delfino
di Alessandro Coraggio
Fortunata combinazione di Alessandro Coraggio
rubriche
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Editoriale/1
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Editoriale/2
di Francesco Tozzi
COMUNICAZIONE DIGITALE Irene Accattino / promozione@laboratorioverde.net PROMOZIONE E SVILUPPO Matteo Ragni / m.ragni@laboratorioverde.net Stefano Carlin / s.carlin@ laboratorioverde.net STAMPA Ciscra spa, Via San Michele 36, Villanova del Ghebbo (RO) DIREZIONE, REDAZIONE E AMMINISTRAZIONE Edizioni Laboratorio Verde srls, via Pasubio 16, 21020 Brebbia (VA) Tel. 0332 989211 - fax 0332 773850 www.laboratorioverde.net - info@laboratorioverde.net Flortecnica e vivaismo, periodico mensile registrato presso il Tribunale di Piacenza n. 275 del 8/03/1977 – n. R.O.C. 15/171. Spedizione Posta Target Magazine autorizzazione LOMBARDIA/00202/02.2014/CONV.
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News di Nicolò Pensa
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e d i z io n i
di SSandro Degni e Valerio Cozzi
PRODUZIONE E SEGRETERIA Katiuscia Morello / k.morello@laboratorioverde.net
L’opinione
Casa editrice specializzata nei settori florovivaismo, garden e interior
Prontuario
di Anna Zottola
Laboratorio
verde
AMMINISTRATORE UNICO Francesco Tozzi SEGRETERIA GENERALE Katiuscia Morello Edizioni Laboratorio Verde srls edita i seguenti prodotti: • GreenUp • Flortecnica e vivaismo • Bio Agenda • I Quaderni di greenup • Bio Calendario Rappresentante e collaborazioni: • floorewall.com Edizioni Laboratorio Verde srls, titolare del trattamento dei dati relativi ai destinatari della presente pubblicazione, informa che le finalità di tale trattamento sono rivolte a consentire l’invio della presente rivista, e/o altre di propria edizione, allo scopo di agevolare l’aggiornamento dell’informazione tecnica, nonché alle operazioni necessarie alla gestione amministrativa e contabile dell’abbonamento. Edizioni Laboratorio Verde srls riconosce e garantisce ai medesimi destinatari i diritti di cui all’art. 7 del D.Lgs. 196/03.
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CONTRIBUTI
JESSICA BERTONI Consulente e collaboratrice. Laureata in Economia e Commercio, abilitata alla professione di dottore commercialista, sulle nostre testate ci svela, in modo semplice e diretto, come si può stare sempre informati anche sui temi più ostici. Suoi gli argomenti economici, finanziari e amministrativi.
CAMILLO DE BENI Dottore agronomo e specialista nella gestione agronomica dei manti erbosi, con una ventennale esperienza nell’uso di prodotti naturali e biologici per la cura del verde ornamentale in ambito pubblico e privato. Ha contribuito, già dalla fine degli anni ’90, a introdurre e sviluppare protocolli per l’uso di biotecnologie e di metodologie finalizzate all’incremento di bio-fertilità nei terreni, con l’applicazione di micorrize, batteri benefici, antagonisti naturali per le patologie fungine e biostimolanti per l’incremento della vitalità nelle piante e nei manti erbosi.
Sandro Degni
VALERIO PASI
La sua formazione ha inizio con il corso di realizzazione e manutenzione per parchi e giardini della Scuola Agraria del Parco di Monza, al quale segue nel 1998 la fondazione dell’azienda 100giardini. Lavora con diversi studi di architettura e garden center di Milano e provincia. Nel 2013 con il gruppo di professionisti Giga-G realizza il progetto “Locus genii”, vincitore del Festival Internazionale dei Giardini nel parco del Domaine di Chaumont-sur-Loire, in Francia. Fonda poi lo studio di progettazione Verde Officina.
Dottore agronomo, da più di 20 anni si occupa principalmente di verde ornamentale e di pianificazione del territorio per gli aspetti legati all’agricoltura e alle foreste. Diversi gli ambiti: consulenza agronomica, di lotta integrata e biologica alle aziende di produzione nel settore florovivaistico, orticolo e dei piccoli frutti; valutazione dei rischi legati alla stabilità degli alberi pubblici e privati; attività inerenti le trasformazioni territoriali quali quelle di boschi, progetti del verde, sistemazioni idraulico-forestali; consulenza alle pubbliche amministrazioni.
MATTEO RAGNI
Anna Zottola
Si è diplomato presso la Scuola di Minoprio come agrotecnico, e dopo aver seguito due progetti di sviluppo agricolo prima in Kosovo e poi in Libano, è rientrato in Italia e si occupa di rappresentare alcune aziende israeliane e olandesi leader nella produzione di giovani piante. Lavora anche come consulente per imprese floricole e vivaistiche, soprattutto in materia di scelte assortimentali e piani colturali. Da oltre cinque anni è, prima collaboratore, poi consulente tecnico-editoriale per le riviste GreenUp e Flortecnica e vivaismo di Edizioni Laboratorio Verde.
La passione per le piante e per le tematiche socio-educative si conciliano dopo la laurea in Scienze Agrarie con una lunga esperienza di ricerca, docenza e poi gestione della Scuola di Minoprio. Creando la filiera formativa completa, ha tessuto reti nei settori a indirizzo vegetale. Tra i premi: il “Memorial Fabio Rizzi”, il riconoscimento alla carriera in occasione di Myplant & Garden e da Regione Lombardia per l’eccellenza dei risultati raggiunti. Ora collabora con enti e organizzazioni per progetti di formazione e sviluppo del verde.
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IL CANTIERE | in copertina
Il Giardino dell’Uccelliera.
Andrea D’Angelo.
Il giardiniere protagonista della cover story è Andrea D’Angelo. Avvicinatosi al giardinaggio per caso, ne è rimasto affascinato e, studiando e formandosi, lo ha trasformato nel suo mestiere. Ecco cosa ci ha raccontato di Daniela Stasi
Custode
della bellezza della natura TEMPO DI LETTU R A: 10 minuti
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usanza di aprire il numero con un’intervista a un giardiniere, inaugurata sullo scorso numero (pag. 12), ci fa conoscere, attraverso le parole di chi si racconta, gli aspetti più profondi e meno visibili di questo straordinario mestiere. Ci fa sentire il profumo della terra bagnata e le ore di fatica sulla schiena. Questa volta tocca ad Andrea D’Angelo, per il quale il giardinaggio professionale, settore dove è approdato per caso, è stata una folgorazione. È stata “la” scelta. Oggi è socio di due aziende, Verdemaverde a Milano e Il Giardino Malandrino
a Roma, entrambe attive nella progettazione e cura di giardini, terrazzi, giardini storici e cura degli alberi. Negli ultimi anni Andrea si è specializzato in particolare nella cura degli alberi, ma senza tralasciare l’attività di giardiniere a terra. Ecco qui cosa ci ha raccontato. Come e perché ha deciso di diventare giardiniere? Curiosamente ho iniziato per caso: dopo un anno di borsa di studio post dottorato decisi che la vita da ricercatore con contratti annuali a progetto non era quello che faceva per me. Mollai il colpo ma senza avere un piano B. In attesa di risposte
Come ha iniziato? Inizialmente facevo ore e ore di decespugliatore per le operazioni di cura ordinaria in quanto non avevo alcuna esperienza. Intanto osservavo e mi venivano insegnate le operazioni di cura più complicate e alcune mansioni per le realizzazioni. A casa poi studiavo manuali e riviste: per molti aspetti è stato come ripartire da capo, ma studiare cose nuove non era un problema, per quattro anni dopo la laurea ero pagato per studiare! Questa esperienza da operaio è’ stata una palestra fondamentale per capire a fondo tanti aspetti tecnici e pratici e quantificare economicamente le cure necessarie a un giardino per rimanere “in forma”, aspetto indispensabile poi anche a livello progettuale quando ho cominciato a immaginare su carta i primi giardini da progettare. Il mio “insegnante”, Paolo, è poi diventato il mio socio quando abbiamo deciso di tentare l’avventura mettendoci in proprio. Come definirebbe il mestiere di giardiniere? Qual è la sua visione? Ell pu bel mestee! (“il mestiere più bello” in dialetto E milanese, ndr). Il mestiere del giardiniere ha moltissime sfumature, è difficile annoiarsi e sono tante le competenze necessarie da padroneggiare, anche inconsapevolmente: botanica, biologia, fisiologia, chimica del suolo, meteorologia, idraulica, architettura, storia del giardino e ho dimenticato sicuramente qualcosa. Inoltre, è necessario essere creativi e originali
Dettagli del meraviglioso Giardino dell’Uccelliera, uno dei giardini segreti di Villa Borghese a Roma, ripristinato da Andrea D’Angelo.
È un lavoro che faccio per mantenere me e la mia famiglia, ma mi tiene ancorato al mondo naturale che ci circonda e mi costringe a osservare tanti particolari (anche se quando vedo buone idee le copio subito!) e possedere un’ottima manualità. Chiaramente non bisogna primeggiare in tutto, col tempo ci si specializza e si collabora con chi è più bravo e attrezzato per alcuni tipi di lavoro, ma è fondamentale essere in grado di dialogare con i vari specialisti. Cosa rappresenta per lei idealmente essere un giardiniere e come considera oggi il giardinaggio professionale? Tra l’ideale e la realtà trova dissonanze? Sono ono tante le situazioni in cui può lavorare il giardiniere. Forse un po’ l’ideale figura del giardiniere è il capo giardiniere di una villa storica: ci si occupa di tutto, dalla cura dei giardini all’autoproduzione delle piante, alla riqualificazione di alcune aree, seguendo quasi sempre i tempi della natura. Affascinante, forse il prezzo da pagare è rimanere sempre nello stesso giardino o parco: alla lunga è una monotonia che può stancare. Per me attualmente essere un giardiniere comporta essere un piccolo custode della bellezza della natura. È un lavoro che faccio chiaramente per mantenere me e la mia famiglia, ma mi tiene ancorato al mondo naturale che ci circonda e mi costringe a osservare tanti particolari: il mutare delle stagioni e delle piante, la vita che c’è in un giardino con tutto il suo microcosmo di insetti, funghi e batteri. Detta così può essere una visione ingenua la mia, “molto Marcovaldo”.
© Sarah Mayol.
ad alcuni curricula che avevo mandato in ambito agrario (ho una laurea in scienze e tecnologie agrarie), fui assunto in sostituzione di un mio amico come apprendista giardiniere in una piccola cooperativa sociale che si occupava di giardinaggio. Tempo un mese e decisi che quello era il lavoro che volevo fare “da grande”.
IL CANTIERE | in copertina Dettagli del meraviglioso Giardino dell’Uccelliera, uno dei giardini segreti di Villa Borghese a Roma, ripristinato da Andrea D’Angelo per il Giardino Malandrino.
Per saperne di più su Andrea D’Angelo:
Ma so benissimo che nella parola “giardiniere” c’è un giardinaggio a tantissimi livelli. È giardinaggio la cura del verde pubblico, il taglio di chilometri e chilometri di erba e siepi, i conti da far quadrare, la guerra dei prezzi, la sensazione che il verde sia solo un costo, il cliente difficile da soddisfare o con gusti completamente opposti ai miei. Il giardinaggio è un’attività economica: è un pacchetto completo, non è la sola attività piacevole in giardino. Se decidi di fare il giardiniere, ti prendi il pacchetto completo, ma le soddisfazioni per me sono di gran lunga superiori agli aspetti negativi. Cosa pensa sia prioritario nel fare giardinaggio professionale? Il rispetto della natura, l’estetica, le scelte dei clienti? O un mix equilibrato di tutti questi fattori? Un mix, fortunatamente spesso e volentieri mai uguale uno all’altro. Il rispetto della natura è fondamentale, ma non deve essere uno scandalo forzare il comportamento di qualche pianta per ottenere un particolare effetto estetico. Coppicing e forme obbligate sono storia e tecnica del giardino, non vanno demonizzate ma spiegate fino alla noia. L’atteggiamento positivo è fondamentale: alcuni L paletti imposti dalle richieste dei clienti li vedo sempre come uno stimolo per trovare una
Il giardinaggio
www.verdemaverde.it www.ilgiardinomalandrino.it
soluzione a cui non avrei pensato inizialmente. Questi vincoli in questo caso ci costringono a esplorare territori che non avevamo considerato, cercando di mantenere sempre tutta l’armonia che devono avere i diversi elementi di un giardino o un terrazzo. Secondo lei come si evolverà in futuro il mestiere del giardiniere? Il giardiniere del futuro è un mix tra una persona dinamica, comunicativa, necessariamente imprenditore, molto pratica, con grande capacità di organizzazione, e il giardiniere d’altri tempi, che vedo come un’enciclopedia vivente di piante che ha in sé il tocco per saperle coltivare e propagare tutte. Quest’ultima è una “figura mitologica” reincarnata in alcuni giardinieri che ho conosciuto
è un’attività economica: è un pacchetto completo, non è la sola attività piacevole in giardino. Se decidi di fare il giardiniere, ti prendi il pacchetto completo, ma le soddisfazioni per me sono di gran lunga superiori agli aspetti negativi
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LA PAROLA AD ANDREA D’ANGELO, I SUOI LAVORI PREFERITI
Giallo#57, il giardino realizzato per il concorso Follie d’Autore al Festival del Verde e del Paesaggio nel Parco Pensile dell’Auditorium Parco della Musica di Roma.
Ne ho diversi: il ripristino del Giardino dell’Uccelliera, uno dei giardini segreti di Villa Borghese a Roma, è stato un sogno: per 45 giorni consecutivi ho potuto lavorare in una cornice meravigliosa, immaginando la vita nel ‘600 e parlando spesso con i turisti incuriositi che chiedevano notizie sui lavori. Giallo#57, il mio primo lavoro a Roma, per il concorso Follie d’Autore al Festival del Verde e del Paesaggio nel Parco Pensile dell’Auditorium Parco della Musica progettato da Renzo Piano. In questa occasione ho conosciuto Pierfrancesco Malandrino, mio futuro socio a Roma. La riqualificazione dell’arboreto dell’orto botanico di Brera, a Milano, anche in questo caso la bellezza del luogo è stata la maggiore ispirazione. Più recentemente, una realizzazione a Roma di un giardino privato: molte situazioni diverse riguardo all’esposizione al sole unitamente alla carta bianca concessa dal cliente per la scelta delle specie specie, ci ha permesso di utilizzare varietà che “avevo visto solo sulle riviste”. Tuttavia, più che legarmi a un particolare lavoro, sono molto legato all’operazione di piantagione: piantare una qualsiasi pianta, dal bulbo all’albero, è un gesto bellissimo che non mi stanca mai.
interessante e stimolante: il cambiamento climatico in atto comporta nuovi adattamenti, nuove specie da poter utilizzare, alcune rusticissime “del giardino della nonna” da riscoprire, altre da scartare… Ci sarà un sacco da studiare! Q Quale o quali sono i suoi punti di forza sul lavoro? Penso siano tre. La capacità di ascoltare il cliente: di natura non sono un chiacchierone, ma durante i sopralluoghi mi devo I lavori di riqualificazione dell’arboreto Sei un giardiniere dell’orto botanico di Brera, a Milano. trasformare in un investigatore per e vuoi raccontarci la tua capire cosa piacerebbe al cliente storia? Scrivi a a cui evidentemente oltre al e come armonizzare le possibili d.stasi@laboratorioverde.net sangue scorre la clorofilla nelle soluzioni con il contesto. Una buona vene. Questo giardiniere è il conoscenza delle caratteristiche consulente perfetto dell’architetto o del garden ed esigenze delle piante che posso utilizzare nei designer. giardini, unitamente alla continua curiosità di Riguardo alle piante, già da diversi anni è necessario scoprirne di nuove. R prestare più attenzione alla sostenibilità dei nostri L’incapacità di lavorare da solo in tutte le fasi L giardini. Non è una moda, è ineluttabile. Sempre del mio lavoro. Fin dalla progettazione ho meno input esterni con prodotti di sintesi, meno assolutamente bisogno di confrontarmi sulle scelte fabbisogno d’acqua, meno fabbisogno di cure. Si con i miei soci, Paolo e Pierfrancesco, con gli dovrà essere sempre più preparati, anche i clienti operai, i collaboratori, talvolta con qualche collega sono più informati. Ritengo stia aumentando una che ne sa di più: li chiamo e li molesto chiedendogli corretta cultura del verde in Italia, anche se i soldi “ma tu cosa faresti in questa situazione, hai già a disposizione sembrano sempre meno, andranno provato questa specie?”. E per quanto riguarda la spesi meglio. Io sono molto ottimista. parte fisica del lavoro, non essere da solo a lavorare A fianco a situazioni di incuria e cattiva gestione in giardino a 35 o a 0 gradi mi aiuta tantissimo: che lasciano veramente perplessi, vi sono sempre lavorare in gruppo è divertente, molto meno più esempi virtuosi, sia nel pubblico che nel faticoso e aumenta la qualità del lavoro, ognuno privato. Il mestiere del giardiniere sarà sempre più stimola l’altro a fare la propria parte al meglio. N°023
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IL CANTIERE | tecniche
LA GESTIONE GESTIONE DEL nei nuovi CAM TEMPO DI LETTU R A: 13 minuti
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iprendiamo il filo dallo scorso numero, dove (a pag. 16) avevamo iniziato la nostra serie di articoli di approfondimento sui nuovi CAM, focalizzando l’attenzione sulla progettazione del verde. In questo articolo, invece, cominciamo a trattare la parte dei CAM relativa alla gestione e manutenzione del verde pubblico. E visto che è una parte particolarmente corposa, ci ripromettiamo di continuare ad affrontarla anche sul prossimo numero. Ma veniamo al dunque.
MONITORAGGI SPECIFICI E CATASTO DEGLI ALBERI
Per quanto riguarda l’affidamento del servizio di gestione e manutenzione del verde pubblico, nei nuovi CAM, si esordisce dicendo che nella selezione dei candidati non sono obbligatori i requisiti tecnico professionali della qualifica di manutentore del verde! Nelle specifiche tecniche è obbligatorio che la stazione appaltante metta a disposizione il censimento dell’area oggetto dell’appalto, mentre l’offerente presenta il piano di gestione e manutenzione relativo all’area, sulla base delle indicazioni progettuali dell’area, se presenti, oppure secondo le specifiche contenute nella scheda A) del Decreto. Tra le diverse attività quali la conservazione dei tappeti erbosi, la manutenzione di siepi e arbusti, la manutenzione del patrimonio arboreo, lo sfalcio dei cigli stradali e gli interventi di diserbo, troviamo anche una novità: i monitoraggi. Sono ben quattro i monitoraggi richiesti all’appaltatore (approfondimento nel box “I monitoraggi richiesti”). Seppur interessante,
In questo articolo affrontiamo la parte dei CAM relativo al servizio di gestione e manutenzione del verde pubblico. Sui prossimi numeri torneremo nuovamente sul tema (particolarmente corposo) e focalizzeremo l’attenzione sulla fornitura di prodotti per la gestione del verde. Sullo scorso numero, invece, a pagina 16, abbiamo illustrato la parte dei CAM relativa alla progettazione del verde.
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VERDE PUBBLICO Continua l’approfondimento sui nuovi CAM per il servizio di gestione del verde pubblico e la fornitura di prodotti per la cura del verde. Una revisione critica, che ne mette in evidenza le luci e le ombre di Valerio Pasi pare un po’ eccessivo raccogliere dati che poi non si sa bene chi debba interpretarli, con quali competenze e soprattutto con quali finalità. La seconda specifica tecnica riguarda il catasto degli alberi. Nel caso la stazione appaltante non disponga ancora di un censimento e di una classificazione degli alberi, già previsti dalla legge n. 10/2013, per le amministrazioni comunali con popolazione superiore ai 25.000 abitanti, l’offerente integra il censimento delle aree verdi “anagrafica delle aree” con le informazioni relative alle alberature. A far data dal 2021, tale obbligo è esteso ai comuni con popolazione superiore ai 15.000 abitanti. Quindi con i futuri affidamenti dei servizi di manutenzione e gestione del verde si affida integralmente all’appaltatore anche il censimento degli alberi, tra l’altro senza specificare quali figure professionali possano redigere il censimento, visto che gli elementi tecnici previsti comprendono localizzazione con coordinate geografiche, nome scientifico dell’albero, fase sviluppo (nuovo impianto, pianta giovane, adulta, senescente), analisi di stabilità (speditive, visive o strumentali), tutti elementi che prevedono conoscenze professionali specifiche. In questo modo si rischia di ottenere censimenti approssimativi e tecnicamente scorretti quindi sostanzialmente poco utili.
© Milano di Antoine.
I MONITORAGGI RICHIESTI Ecco i quattro monitoraggi richiesti dai nuovi CAM: ◗ il monitoraggio periodico della comunità vegetale, comprendente le specie inserite da progetto e quelle che spontaneamente si sono inserite nell’opera; ◗ il monitoraggio periodico della comunità animale (vertebrata); ◗ il monitoraggio periodico delle qualità chimico-fisiche dei terreni; ◗ il monitoraggio periodico della qualità delle acque. N°023
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Vaglio per compost.
IL CANTIERE | tecniche
© Valerio Pasi.
Pacciamatura per Popillia japonica.
LUCI • Richiesta di monitoraggi specifici all’appaltatore • Elaborazione di un rapporto periodico che contenga la documentazione attestante gli obblighi • Introduzione dell’obbligo formativo per il personale
TRA LE CLAUSOLE, FORMAZIONE E COMUNICAZIONE
T le clausole contrattuali, niente di nuovo sotto Tra il profilo della clausola sociale e la sicurezza dei lavoratori, ma curiosamente tra le competenze tecniche e professionali troviamo che il titolare o altro preposto facente parte dell’organico dell’impresa deve possedere la qualifica di manutentore del verde, fatto escluso tra i criteri di selezione. Quindi non è obbligatorio il requisito per la selezione dell’offerente, ma è obbligatorio tra le clausole contrattuali: una stranezza. Ma le clausole contrattuali non sono finite qui. È previsto un rapporto periodico che contenga la documentazione attestante altri obblighi quali il rispetto dei requisiti previsti per l’esecuzione delle attività come ad esempio registrazioni
sulla formazione e aggiornamento professionale somministrati al personale (elenco partecipanti, test di verifica dell’apprendimento effettuati e risultati conseguiti), il piano della comunicazione, relazione sul reimpiego di materiali organici residuali generati dalle attività di manutenzione, relazione tecnica con descrizione delle attività previste per il rispetto della fauna, per l’esecuzione di interventi meccanici senza danneggiare la vegetazione circostante, per l’utilizzo dei prodotti fitosanitari e dei prodotti per la cura del terreno, relazione sullo stato di funzionamento degli impianti di irrigazione e sulla gestione dei rifiuti, lista dei lubrificanti biodegradabili utilizzati per la manutenzione delle macchine e lista dei fornitori dalla quale si evince la provenienza del materiale florovivaistico acquistato. Ottima l’introduzione dell’obbligo formativo per il personale, soprattutto Materiale vegetale in fermentazione prima della triturazione.
© Valerio Pasi.
Pacciamatura con scheggia di legno.
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© Valerio Pasi.
preferibilmente compostati in loco o cippati in situ e, ove tecnicamente possibile, utilizzati come pacciame nelle aree idonee per ridurre il fenomeno di evaporazione dal terreno”. E qui le cose si complicano. Infatti, la L. 37/2019, esclude dal campo di applicazione dei rifiuti “gli sfalci e le potature derivanti dalla manutenzione del verde pubblico dei comuni, utilizzati in agricoltura, nella silvicoltura o per la produzione di energia da tale biomassa, anche al di fuori del luogo di produzione ovvero con cessione a terzi, mediante processi o metodi che non danneggiano l’ambiente né mettono in pericolo la salute umana”. Al contrario, laddove non siano rispettate le condizioni sopra riportate, gli sfalci e le potature saranno a tutti gli effetti qualificabili come rifiuti (urbani o speciali), sulla base dell’art. 184, commi 2, lett. e) e 3, lett. a) del d.lgs. 152/2006 e, dunque, dovrà essere rispettata la normativa sui rifiuti al fine di non incorrere in pesanti sanzioni amministrative e penali. Quindi, a parte non poter essere utilizzati come pacciame, in quanto le aree a verde pubblico non sono aree agricole, i rifiuti devono quindi essere gestiti secondo la normativa di riferimento (Collegato Ambientale L. 221/2015, articolo 180 comma 1-septies del d. lgs. 152/06) che riporta l’attività di autocompostaggio
riguardo le competenze tecniche specifiche, ma anche riguardo la gestione delle risorse idriche ed energetiche, delle sostanze chimiche pericolose e dei rifiuti. Peccato che anche in questo caso non si faccia alcun riferimento alla durata minima degli eventi formativi e a quali soggetti debbano erogare la formazione! Altra clausola riguarda il piano della comunicazione. L’aggiudicatario deve proporre e condividere con l’amministrazione un piano di comunicazione avente lo scopo di promuovere il coinvolgimento attivo dei cittadini e dei vari portatori di interesse e di garantire la corretta informazione dei cittadini e degli operatori in caso di richieste specifiche al fine di migliorare la valorizzazione delle aree verdi gestite. Tradotto in parole semplici vuol dire affidare all’appaltatore anche la gestione delle lamentele e delle richieste dell’utenza, invece di continuare a gestirle dall’ufficio. Inoltre, il censimento dell’ente appaltante dovrà essere aggiornato dall’appaltatore.
© Valerio Pasi.
GESTIONE DEI MATERIALI ORGANICI RESIDUALI
Altra clausola riguarda la gestione dei materiali organici residuali. “I residui organici generati da interventi di manutenzione ordinaria delle aree verdi quali sfalci e potature, devono essere
OMBRE • Nella selezione dei candidati non sono obbligatori i requisiti della qualifica dimanutentore del verde • Incongruenza normativa per la clausola di gestione dei materiali organici residuali
(Articolo 2 DECRETO 29 dicembre 2016, n. 266)
REQUISITI DELLE APPARECCHIATURE
Le apparecchiature sono classificate secondo la seguente Tabella
Taglie
T/anno massime trattate
Denominazione taglia apparecchiatura
T1
10
Piccola
T2
60
Media
T3
130
Grande
I quantitativi riportati nella tabella sono comprensivi dello strutturante. Per la taglia piccola (T1) l’apparecchiatura è di tipo statico o elettromeccanico; per la taglia media (T2) e grande (T3) l’apparecchiatura è di tipo elettromeccanico. N°023
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IL CANTIERE | tecniche
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Potatura realizzata con uso di piattaforma elevatrice, tra le attività più frequenti nella manutenzione del verde pubblico.
Compost difficile da gestire.
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domestiche, a condizione che il compost, prodotto a seguito del trattamento, sia utilizzato esclusivamente dalla medesima utenza che ha prodotto e trattato il rifiuto. Il nodo riguarda i quantitativi da sottoporre a trattamento: visto che per quanto riguarda il compostaggio di comunità il DM 29 dicembre 2016 n. 266 sono previste diverse apparecchiature a seconda dei quantitativi trattati in funzione dell’emissione di vapori e odori (vedi tabella “Classificazione delle apparecchiature di compostaggio di comunità per taglia”), è plausibile e prudenziale che in base ai quantitativi si debba comunque prevedere una gestione del processo di compostaggio, sia che venga attuato con apparecchiatura statica che elettromeccanica (approfondimento nel box “Focus sul compostaggio”).
in relazione alla riduzione della produzione dei rifiuti organici. Secondo lo stesso Ministero dell’Ambiente l’attività è di autocompostaggio (articolo 183, comma 1, lettera e del d. lgs. 152/06) qualora si tratti di un’utenza singola. È “domestica la produzione di rifiuti organici pari a 80 kg/ab anno per ciascun componente del nucleo familiare”. Per le utenze non domestiche i quantitativi saranno in funzione dell’attività svolta dall’utenza. Per l’autocompostaggio non sono necessari titoli autorizzativi e può essere intrapreso dalle singole utenze domestiche e non FOCUS SUL COMPOSTAGGIO
Se non correttamente gestito, il processo di compostaggio può infatti facilmente causare emissioni di odori fortemente sgradevoli e originare un prodotto inutilizzabile, per la prevalenza di processi putrefattivi. Il punto 8, sul Reimpiego di materiali organici residuali, stabilisce anche che “qualora le attività suddette (compostaggio in situ situ) non possano essere svolte interamente nelle aree verdi gestite nell’ambito del contratto, le eccedenze di tali materiali organici devono essere compostate all’interno dei terreni di proprietà della ditta appaltatrice, se disponibili, o in impianti autorizzati, oppure, ove abbiano le caratteristiche fisiche adeguate, devono essere recuperate in microfiliere per la realizzazione di arredi. Quindi la ditta appaltatrice, per provvedere al compostaggio sui propri terreni deve possedere terreni agricoli e reimpiegare il compost nell’attività agricola. In questo modo gli scarti non sono rifiuti e non necessitano di formulario per il trasporto. Altrimenti gli scarti vegetali diventano rifiuto e come tale deve essere conferito a impianti di compostaggio con relativo formulario. È inoltre esplicitamente escluso l’utilizzo per la produzione di energia da biomassa.
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N°023
INNOVARE, ECCELLERE,
I
CRESCERE
l Gruppo Newpharm® chiude il 2019 con un fatturato in forte incremento e inaugura il 2020 all’insegna di nuove acquisizioni e il lancio di un nuovo rebranding aziendale che attesta una forte spinta all’innovazione. Il dottor Dionisio Bagarollo, che ha fondato il Gruppo Newpharm nel 1982, ha saputo tracciare un percorso virtuoso e lungimirante di sviluppo imprenditoriale. Newpharm è conosciuta storicamente per lo sviluppo di soluzioni innovative per il pest-control e la disinfezione ambientale. Nel corso degli anni ha poi diversificato il business anche nel campo medicale, specializzandosi nella chirurgia mininvasiva e traumatologica, brevettando diversi dispositivi medici.
Oggi, i figli Enrico e Claudia Bagarollo, alla guida delle aziende del Gruppo, contano di consolidare l’espansione nei mercati internazionali e potenziare l’offerta nei settori strategici: Cereals Storage, Zootech, Pest Control e Medical. Il primo passo è stata un’importante acquisizione: «Oltre alla società Newpharm Home&Garden-Fitoguard, eccellenza nel mercato con soluzioni per casa e giardino, alla fine dello scorso anno è entrata a far parte del Gruppo Newpharm una quarta azienda, Pan-De Rebus Plantarum, spin-off dell’Università di Padova,, vocata alla ricerca di soluzioni a basso impatto ambientale che vanta importanti brevetti» commenta Enrico Bagarollo «Tale passo è stato intrapreso nell’ottica del Gruppo di offrire al consumatore di oggi, sempre più esigente, prodotti efficaci ma che, al contempo, abbiano un impatto ambientale quasi a zero emissioni». La sostenibilità è da sempre la mission di Newpharm, che rinnova il suo impegno potenziando ulteriormente l’efficienza energetica del nuovo headquarter con energie rinnovabili anche in vista di un ampliamento previsto per il 2020 che ospiterà nuovi uffici e magazzini. «Anche il nuovo rebranding esprime al meglio la volontà di raccontare le nostre nuove identità» spiega Claudia Bagarollo «che combina tradizione e innovazione». Il nuovo logo Newpharm mette in evidenza la lettera p con un pittogramma che vuole focalizzare l’attenzione sulle persone, vero cuore del Gruppo, ma anche i pilastri, da cui nascono le idee, le soluzioni e le tecnologie più innovative. “Le persone al centro del nostro universo”. www.newpharmgarden.it
IL CANTIERE | progetto
IN BREVE • 71 unità immobiliari • 255 mq di aree comuni • 830 mq di balconi, logge e terrazzi privati • 2.618 mq di forest garden • 3.350 mq di aree verdi totali • 230.000 kWh di energia elettrica prodotta coi pannelli fotovoltaici
Un vero bosc o
condomi n
È il primo Forest Garden urbano, bosco nato spontaneamente con una sorprendente varietà di specie. Sorgerà a Milano e sarà il giardino di G311 – Green Living, progetto immobiliare che, tra le varie innovazioni, ha scelto il crowdfunding come formula di finanziamento di Daniela Stasi TEMPO DI LETTU R A: 13 minuti
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N°023
U
n progetto destinato non solo a far parlare di sé. Di più, molto di più: un progetto di sviluppo immobiliare destinato a innovare e cambiare la fisionomia del mercato immobiliare stesso. Dentro, nelle sue dinamiche interne, e fuori, nella percezione e fruizione di chi vi aderisce. Non
sto esagerando, e se alla fine dell’articolo la pensate diversamente, sono ben pronta a parlarne. G311 – Green Living, situato in via Gallarate 311 nella zona nord-ovest di Milano, comprende due edifici residenziali di otto piani fuori terra e innoverà per le sue numerose caratteristiche a valore aggiunto: oltre all’alta qualità progettuale e costruttiva,
Per saperne di più vai al sito www.g311.it
co
i niale ospiterà il primo Forest Garden urbano e non sarà solo un’operazione immobiliare tesa a valorizzare il territorio coinvolto, ma anche una comunità di abitanti che si riconosce nei valori della sostenibilità e della condivisione. G311 – Green Living cambia le regole del mercato immobiliare anche per la formula di finanziamento scelta dalla Vitofin, la società che ne ha promosso lo sviluppo: Vitofin, quella del crowdfunding, o finanziamento
collettivo, processo collaborativo di un gruppo di persone che utilizza il proprio denaro in comune per sostenere gli sforzi di persone e organizzazioni. Si tratta di una pratica di microfinanziamento dal basso che mobilita persone e risorse. Formula molto usata in tanti ambiti ma nuova per il mercato immobiliare. G311 – Green Living sarà finanziato proprio così, dalle persone che aderiranno al progetto su Mamacrowd, la piattaforma di equity
Non aveva senso sradicare per realizzare il verde ex novo: quelle piante erano nate spontaneamente e per quasi una decina d’anni si erano sviluppate senza alcuna manutenzione N°023
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IL CANTIERE | progetto
crowdfunding autorizzata da Consob che permette di investire in progetti innovativi italiani. Insomma, di sostanza ce n’e molta. In queste pagine ve ne diamo una prova, chiaramente posando lo sguardo soprattutto sul verde, progettato da Vittorio Peretto di Hortensia Garden Design. SMART LIVING Il progetto G311 – Green Living abbraccia la filosofia smart living, presentando interni connotati da comfort e privacy che si aprono in modo intelligente alle parti comuni. L’esterno, come abbiamo detto, è uno spazio immerso nella natura, un piccolo bosco da vivere in tranquillità o da condividere. Nello smart living rientrano una piattaforma di servizi appositamente sviluppata sul web al fine di ottimizzare la gestione e prenotazione degli spazi comuni e di tutti i servizi interni ed esterni da parte di ogni condomino, anche per mezzo di un’app. Da segnalare anche la bacheca digitale in grado di fornire una serie d’informazioni utili e in tempo reale sulla gestione del condominio. Sul fronte dei costi e del risparmio energetico, basti dire che il plesso sarà dotato di teleriscaldamento, impianto di ventilazione controllata con recupero di calore e impianto fotovoltaico.
Per maggiori info sul Forest Garden: www.hortensia.it
RICCHEZZA NATURALE
Il verde, esteso su una superficie complessiva di 3.350 mq, è il fil rouge di tutto il complesso architettonico. E non per modo di dire, per davvero. «Quando sono andato a fare il primo sopralluogo in cantiere per poter progettare il verde condominiale – racconta Vittorio Peretto – mi sono trovato davanti a un vero spettacolo della natura: in quel cantiere abbandonato da anni (poi rilevato da Vitofin, ndr) erano nate in autonomia, senza la mano dell’uomo, moltissime piante, alcune anche di grande pregio botanico. Così, estasiato da tanta bellezza, ho capito che era importante partire da lì: non sradicare per realizzare ex novo, ma tenere ciò che già c’era e integrare in modo rispettoso e consapevole. Non aveva senso fare il contrario: quelle piante erano nate spontaneamente e per quasi una decina d’anni si erano sviluppate senza alcuna manutenzione, ed erano cresciute forti e resistenti».
TRA LE SPECIE PRESENTI:
Buddleja davidii.
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N°023
Ficus carica.
Sambucus nigra.
GIARDINO DA CONDIVIDERE
Così G311 – Green Living valorizzerà e proteggerà la grande quantità e qualità della vegetazione presente e, grazie a tale ricchezza naturale, è nato il concept del Forest Garden, nome scelto per questo bosco spontaneo, che sarà cornice di verde intorno agli edifici. «Le piante sono davvero numerose e testimoniano
la capacità della natura di agire senza la presenza umana – continua Peretto – Ci sono varie specie spontanee, non solo autoctone della Pianura Padana ma anche “viaggiatrici”, nate da semi portati dai volatili, che qui hanno trovato un buon
Robinia pseudoacacia.
Acer platanoides.
Salix aurita.
IL CANTIERE | progetto CONDOMINIO A 7 STELLE Le abitazioni del progetto G311 – Green Living (bilocali, trilocali, quadrilocali, duplex) comprendono nel capitolato sistemi di domotica, le cucine e le parti più importanti dell’arredamento (con arredi del miglior design italiano). Tutte le soluzioni presentano spazi comuni al piano terreno, già arredati e attrezzati (portineria, sala lounge, spazi smart working e sala fitness). I manufatti e le finiture sono di prima qualità. Il complesso risponderà ai parametri del Condominio a 7 Stelle, la certificazione sulla base di un protocollo del dipartimento ABC del Politecnico di Milano, che classifica il livello di benessere abitativo grazie a 64 indicatori di tipo: tecnico/ambientale (funzionalità ed efficienza energetica), sociale (qualità delle strutture comuni e dei relativi servizi), economico (efficienza ed economicità della gestione). Il progetto, inoltre, è certificato da Bureau Veritas Nexta, società francese specializzata in verifiche e controlli al fine di garantire qualità e affidabilità in progetti immobiliari e infrastrutturali.
posto per attecchire». Un bosco che diventerà spazio condominiale, con la creazione di due piccole piazze con il ping pong e il gioco degli scacchi per creare occasioni per vivere il giardino.
COME UN ORTO BOTANICO
Sulle facciate ci saranno dei grandi glicini rampicanti, mentre le piante e le fioriere di balconi e terrazzi sono state scelte per armonizzarsi con architetture e arredamenti. L’imprinting green
BOSCO E SOTTOBOSCO La varietà delle specie presenti è sorprendente. Solo per fare qualche esempio: Salici, Pioppi, Biancospini, Buddleja, Carpini, Olmi e delle vere chicche come l’Aquilegia e le Bocche di leone. Non manca anche la frutta spontanea come fragole, more e ciliege selvatiche. Un vero bosco con tanto di sottobosco.
caratterizzerà anche le coperture sommitali. Altro aspetto fondamentale del Forest Garden è la A sua funzione educativa e scientifica. Infatti, è stato deciso di cartellinare le piante presenti in giardino, indicando anche il loro nome scientifico, come in un piccolo orto botanico. I cartellini identificativi avranno l’inconfondibile forma di violino (idea di Vittorio Peretto) per sottolineare il legame tra la musica e la botanica, sodalizio ricorrente nei progetti di Hortensia Garden Design.
Sono presenti varie specie spontanee, non solo autoctone della Pianura Padana ma anche “viaggiatrici”, nate da semi portati dai volatili, che qui hanno trovato
un buon posto per attecchire
TECNOLOGIE . INNOVAZIONI . SOLUZIONI
| concimi
Radi c
VANTAGGI • Cessione controllata con tecnologia Poly-S per una pronta risposta del TE e durata di oltre tre mesi • La tecnologia Pearl® permette un rilascio costante di P per una migliore radicazione • Contiene Polyhalite (con K, Ca, e Mg) • P derivato da economia circolare • Riduzione dei tempi di produzione e di attecchimento del prato a rotoli
miglio r impatt o Vi presentiamo Sierrablen Plus di ICL con la nuova tecnologia Pearl®, con fosforo a lenta cessione recuperato da fonti rinnovabili. In queste pagine tutti i dettagli tecnici di Daniela Stasi
Guarda il video di approfondimento e scarica la brochure
LA GAMMA Nella gamma Sierrablen Plus sono stati introdotti due nuovi prodotti con la nuova tecnologia Pearl: ◗ Sierrablen Plus Renovator PT (11-11-5+8MgO), pensato per la posa di tappeti a pronto effetto e per le rigenerazioni, contiene oltre alla tecnologia Pearl® anche la tecnologia di rilascio controllato Poly-S. ◗ Sierrablen Plus Turf Starter (5-28-0+16,5MgO) per le nuove semine e la produzione di tappeto a rotoli.
Q
uel dettaglio che ne aumenta l’efficacia. E quel dettaglio è la tecnologia Pearl® aggiunta ai concimi a cessione controllata Sierrablen Plus di ICL. Di cosa si tratta? La tecnologia Pearl incorpora un’innovativa fonte di fosforo riciclato e a rilascio continuo, le cui caratteristiche consentono un significativo incremento della radicazione e un miglior utilizzo dei nutrienti rispetto ad altre fonti di fosforo tradizionali.
NUTRIZIONE IN BASE AL BISOGNO
Sierrablen Plus con tecnologia Pearl® contiene Crystal Green® di Ostara, il primo concime con P a rilascio continuo frutto di processi produttivi sostenibili. Crystal Green® è ottenuto tramite
i cazione
o rata, basso t o ambientale FOSFORO DA FONTI RICICLATE L’utilizzo di fosforo da fonti riciclate, come Crystal Green®, contribuisce a chiudere il ciclo del fosforo, riducendone le perdite in ambiente acquatico e preservando le limitate fonti di fosfato naturale destinato alla produzione di concimi convenzionali.
APPLICAZIONI • Produzione tappeto a rotoli • Posa tappeto a rotoli • Campi da calcio • Campi sportivi • Tees • Fairways • Prati ornamentali
comprovati da ricerche indipendenti pubblicate negli Stati Uniti e nel Regno Unito, che ne hanno evidenziato la capacità di aumentare la densità dell’apparato radicale e la migliore efficienza di utilizzo del fosforo. AUMENTO DELLA MASSA RADICALE Dati emersi da prove indipendenti hanno dimostrato un aumento significativo dell’apparato radicale quando Sierrablen Plus con tecnologia Pearl® viene utilizzato come concime durante la posa dei tappeti erbosi a pronto effetto. Si è registrato un aumento della massa radicale fino a 2,5 volte rispetto ad altri prodotti ad alte prestazioni.
un processo di recupero di acque reflue a elevato contenuto di fosforo, quali quelle dei processi industriali, minerari, di trasformazione alimentare, dell’allevamento e fonti urbane. Utilizza un procedimento che permette di ottenere un granulo puro di struvite (5-28-0+16,5MgO). Il suo meccanismo rilascia fosforo, azoto e magnesio solo in risposta agli acidi organici prodotti dalle radici, fornendo quindi elementi nutritivi durante tutta la stagione in base al bisogno della pianta. Si riduce così l’impatto ambientale causato da eccessiva lisciviazione e dispersione nell’ambiente. I benefici del fosforo a rilascio continuo sono stati
| robot
MENO RUMORE, ZERO EMISSIONI Il robot tagliaerba Husqvarna Automower® svolge il proprio lavoro in modo rapido, silenzioso ed ecologico (il motore è elettrico e la batteria agli ioni di litio). L’elevata silenziosità è data anche dall’innovativo design del motore che, per l’appunto, rende più silenzioso il sistema di trazione, consentendo di tagliare l’erba 24 ore su 24, anche in aree residenziali.
I PLUS • Possibilità di tagliare sempre • Riduzione del calpestio del terreno • Diminuzione dei costi • Contenimento dell’inquinamento • Elevata silenziosità
D
ue le parole chiave che contraddistinguono i robot tagliaerba professionali Husqvarna Automower® (distribuiti in Italia da Fercad): sostenibilità e produttività (che, come ben si sa, si traduce anche in risparmio). A queste ne fanno seguito molte altre, altrettanto importanti: praticità, silenziosità, controllo da remoto (grazie a Automower® Connect) e intelligenza. Sì, intelligenza: nel riconoscere i confini entro cui lavorare, gli ostacoli da superare e il percorso più breve per tornare alla stazione di ricarica. Da evidenziare, inoltre, la gestione ottimale dei passaggi stretti e la navigazione via
GPS incorporato, che consente di creare una mappa interna dell’area per sapere esattamente dove ha già tagliato e dove passare più volte per garantire un prato più uniforme. In queste pagine vi presentiamo due nuovi modelli Husqvarna Automower® della Serie 500: il 550 e il 535 AWD.
I robot tagliaerba professionali Husqvarna Automower® della Serie 500 sono progettati per le grandi applicazioni. Ecco le caratteristiche tecniche dei due nuovi modelli 550 e 535 AWD di Daniela Stasi
PROGETTATI PER CONTESTI PROFESSIONALI
I nuovi Husqvarna Automower® della Serie 500, tutti caratterizzati da una struttura particolarmente solida, sono stati progettati per contesti professionali. I motori brushless di alta qualità, i cuscinetti inossidabili e la guarnizione in
I tagliaerba
I
HUSQVARNA AUTOMOWER® 550
Per maggiori info: husqvarna.com/it/
gomma assicurano una lunga durata anche in ambienti difficili. Il paraurti ne aumenta la resistenza, mentre un’interfaccia utente più robusta riduce il rischio di manomissioni. Le caratteristiche strutturali degli Automower® professionali si aggiungono alle capacità ingegneristiche che consentono di farli lavorare in ambienti molto ampi. Anche in spazi pubblici, nei prati di grandi complessi industriali, ospedalieri, alberghieri. Ma anche nei campi
Ampiezza area di lavoro
5.000 m² ±20%
Tempo medio di lavoro per ogni carica
270 min
Massima inclinazione nell’area di lavoro
24°
Dimensioni
LxPxA 72x56x31 cm
HUSQVARNA AUTOMOWER® 535 AWD Ampiezza area di lavoro
3.500 m² ±20%
Tempo medio di lavoro per ogni carica
100 min
Massima inclinazione nell’area di lavoro
35°
Dimensioni
LxPxA 93x55x29 cm
INTELLIGENTI
| robot PRATO (SEMPRE) UNIFORME da calcio, dove molte società sportive iniziano ad apprezzarne i benefici di averne all’opera più di uno. L’innovazione Husqvarna consente infatti di installarne diversi, ma facendoli lavorare all’interno dello stesso filo perimetrale, per un lavoro di squadra davvero esemplare.
TAGLI SEMPRE OTTIMALI
V Vediamo da vicino il modello Automower® 550, per giardini molto vasti fino a circa 5.000 mq. Offre il controllo totale da remoto e la configurazione avviene da smartphone. Tra i plus: la navigazione assistita GPS e il timer climatico, che assicurano una copertura uniforme di prati complessi, oltre a un adattamento automatico della
Tagliando l’erba poco per volta, le tre lame affilate assicurano un prato uniforme. Il tagliato finissimo funge da fonte costante di fertilizzante per il prato, contribuendo a renderlo più sano, verde e rigoglioso. Inoltre, poiché il tagliato contiene una grande quantità d’acqua, i prati curati con i robot tagliaerba Husqvarna Automower® richiedono una minore irrigazione rispetto a quelli tagliati in modo convenzionale. Infine, grazie al percorso casuale di taglio e al peso ridotto, i robot tagliaerba non lasciano alcuna traccia del loro passaggio.
rasatura in base alla crescita dell’erba. Automower® 550 gestisce tutti i tipi di prato affrontando pendenze fino al 45% (24°) con risultati di taglio sempre ottimali anche in condizioni di forte umidità e pioggia.
AD HOC DEL VERDE PUBBLICO
PIÙ DI UN MILIONE DI ROBOT TAGLIAERBA Il primo Husqvarna Automower® risale al 1995 e, a oggi, più di un milione di robot tagliaerba del Gruppo svedese sono in servizio in tutto il mondo. Una lunga esperienza che ha portato a produrre modelli sempre più evoluti, in grado di affrontare pendenze anche del 70% (35°). Inoltre, grazie al navigatore GPS incorporato e all’accesso remoto, il robot tagliaerba Husqvarna Automower può essere facilmente monitorato dal personale incaricato, nonché tracciato in caso di furto.
Ed eccoci all’Automower® 535 AWD, robot tagliaerba avanzato con trazione integrale. Il design del corpo posteriore articolato consente una notevole mobilità per operare su prati complessi e attraverso passaggi stretti. Il corpo posteriore ha anche capacità di rotazione, migliorando notevolmente la trazione in terreni accidentati. Il modello è progettato per la cura di prati fino a 3.500 m² e consente di superare ostacoli, terreni difficili e pendenze fino al 70%. In grado di effettuare il rilevamento degli oggetti tramite tecnologia ultrasonica, è stato progettato appositamente per il verde pubblico, così da venire configurato e monitorato da remoto.
| supporti
Per maggiori dettagli:
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Prosupport Tube System.
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Pavimenti
belli e pratici Posa veloce con Prosupport Tube System, Prosupport Slim System e Prorail System, i tre nuovi sistemi brevettati di Progress Profiles per pavimentazioni esterne sopraelevate di Irene Nuvola
T
re nuove soluzioni per una posa pratica e stabile di pavimenti flottanti, con altezze variabili da 10 a 1.000 mm. Si chiamano Prosupport Tube System, Prosupport Slim System e Prorail System, e sono state brevettate da Progress Profiles di Asolo (TV). Adatto per qualsiasi superficie (massetti cementizi, calcestruzzo lisciato, solai in legno e vecchi rivestimenti), Prosupport Tube System è composto da sette elementi in polipropilene: dotato di una resistenza al carico di 1.300 kg per pezzo, permette di installare pavimentazioni con altezza compresa tra 29 millimetri e 1.000 mm. Per realizzare, invece, una pavimentazione con altezza tra 10 e 30 mm, ecco Prosupport Slim System, composto da due basi di altezza 10 mm, sovrapponibili tra loro, e quattro dischi livellatori, anch’essi da porre uno sull’altro.
E ancora, il sistema modulare Prorail System garantisce una sottostruttura stabile e resistente fornendo tutti gli elementi necessari: i travetti in alluminio Prorail o Prorail Ret, gli anelli per il fissaggio Prorail Ring e i distanziatori Prorail Spacer, per posare in maniera veloce, pratica e sicura lastre in ceramica, marmo, listoni in legno, WPC e materiali compositi di qualsiasi formato; le gomme Prorail Rubber, infine, garantiscono un effetto antiscivolamento e antirumore.
Prosupport Tube System e ProRail System.
| corsi
Florinfo Academy, impegnata nella formazione di settore dal 2004, ha trasformato l’esperienza del lockdown in evoluzione. Come? Proponendo percorsi formativi anche online e, dal prossimo autunno, organizzando webinar gratuiti di Viola Delfino
Al passo
coi tempi U na realtà più che consolidata, con lo sguardo sempre rivolto all’oggi e al domani. Florinfo Academy nasce nel 2004 per supportare le esigenze di formazione dei clienti che acquistano i sistemi software di Florinfo e richiedono di approfondire gli argomenti. Da allora, Academy ha tenuto in tutta Italia centinaia di corsi di
PERCHÉ I WEBINAR? «I mesi del lockdown ci hanno insegnato – spiegano i responsabili di Florinfo – che è davvero necessario condividere e mettere a disposizione l’esperienza dei migliori docenti per offrire ai clienti la possibilità di conoscere e valutare le opportunità che si possono aprire grazie alle nuove tecnologie. E per capire in anteprima quali siano le tendenze del mercato o quali sono i cambiamenti in atto, per poterli affrontare e magari trasformarli da fattori di criticità in risorse».
formazione coinvolgendo migliaia di professionisti del verde, quali vivaisti, manutentori, progettisti, addetti e titolari di garden center.
L’ACADEMY
Negli anni, i corsi sono stati tenuti nell’aula di informatica presso la sede di Florinfo a Pontassieve (FI) o in varie location in Italia. Gli argomenti affrontati sono suddivisi in due macroaree: Area Progettazione del verde (approfondimento nel box) e Area Gestionale e marketing per vivai e centri di giardinaggio. La scelta dei docenti è scrupolosa: per l’Area Progettazione del verde sono specialisti dei software per la progettazione dei giardini e docenti universitari per corsi di Architettura del Giardini; per l’Area Gestionale e marketing, Florinfo Academy si avvale dell’esperienza di affermati consulenti aziendali oltre che di risorse interne formatesi in oltre 30 anni di attività nel settore.
IL PROGETTO 2020
Da febbraio 2020, a causa del Covid-19, Florinfo Academy ha iniziato a operare anche online offrendo ai propri clienti corsi specializzati con la formula “1 Teacher 1 Allievo”. Sulla scorta di questa esperienza “forzosa”, dovuta al lockdown, Academy sta pianificando per il prossimo autunno una serie di corsi online dedicati alla formazione professionale dei propri clienti, sia diretti docente-allievo (one to one) sia corsi di gruppo con aule virtuali fino a otto-dieci allievi.
sopralluogo e soddisfacendo le esigenze della clientela. Un altro tema molto attuale sarà quello sulle modalità di gestione del Passaporto Fitosanitario CEE, argomento ancora molto nebuloso e soprattutto da affrontare in modo professionale e non con il fai da te.
NON SOLO CORSI, ANCHE WEBINAR
La vera novità è rappresentata dalla possibilità per tutti i professionisti del settore di poter partecipare a webinar tenuti da Florinfo. Di cosa si tratta? Sono dei seminari gratuiti che si svolgono via web e sono aperti a tutti previa registrazione. I webinar possono essere interattivi per consentire l’approfondimento con i docenti e si possono seguire ovunque ci si trovi, scegliendo gli argomenti di interesse negli orari più congeniali. Per poter soddisfare il maggior numero possibile di partecipanti in piena sicurezza informatica, Florinfo si è dotata della piattaforma di e-learning Microsoft Teams. I webinar hanno generalmente una durata di 60 minuti e affrontano un tema specifico. Come detto, sono riservati, previa iscrizione, a 10/20 partecipanti per volta, in forma gratuita. Quali gli argomenti? Si terrà un ciclo su “Come vendere un giardino a distanza”, che farà scoprire a manutentori e a garden center quali opportunità ci siano per proporre e vendere un giardino, un balcone o un terrazzo a distanza, senza necessità di
CORSI AREA PROGETTAZIONE DEL VERDE Area Tecnica: ◗ Progettazione visuale dei giardini ◗ Progettazione planimetrica ◗ Gestione computo e preventivazione ◗ La progettazione di un impianto di irrigazione Area Commerciale e Arte della vendita: ◗ Come vendere un giardino ◗ Le 10 regole d’oro per vendere un giardino
Vai al sito www.florinfo.it per conoscere il calendario dei corsi e webinar
| soluzioni
Dalla collaborazione di due aziende del settore, nasce una nuova soluzione per la messa a dimora di alberi e arbusti. Garantendo il giusto affrancamento delle radici al terreno di Jacopo Fromelli
L` evoluzione de l DI ancorag g
D
i sicuro una novità interessante per quanto riguarda i sistemi di ancoraggio sotterranei: tema dibattuto tra gli esperti del settore. Stiamo parlando di Save Plant messo a punto da Fast Italia, in collaborazione con Nuovo Verde, azienda pistoiese specializzata nella costruzione e manutenzione del verde. In pratica, si tratta di un sistema di ancoraggio della zona – potremmo definirla una “radice meccanica” –, che protegge la pianta dalle sollecitazioni del vento, quindi da eventuali ribaltamenti, nei successivi due anni dalla messa a dimora. Rispetto all’ancoraggio sul fusto – spigano i tecnici di Fasta Italia –, questa nuova soluzione rispetta maggiormente la fisiologia dell’albero: di fatto, trattenendo la zolla, permette l’affrancamento delle radici in struttura primaria, un passaggio di vitale importanza per l’attecchimento della pianta. In seconda battuta, stimola una crescita più regolare nella produzione dei tessuti legnosi, grazie alla piena mobilità del fusto.
Il basamento del sistema.
FACILITÀ DI UTILIZZO
e l sistema
g gio
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Una delle caratteristiche di Save Plant è la facilità d’impiego, visto che non necessita di attrezzature specifiche ed è anche facilmente trasportabile, in quanto è suddiviso in un corpo centrale e quattro bracci di appoggio che costituiscono il basamento. La parte superiore, invece, è formata da una fettuccia sintetica, alla quale è abbinato un elemento di trazione, che consente di creare un anello in prossimità del colletto della pianta. Da qui, partiranno quattro brache a doppia asola che verranno collegate ai quattro bracci che compongono il basamento.
Per maggiori informazioni sulla produzione di Fast Italia, collegati a www.fastitaliasrl.it
UNICA OPERAZIONE
Da sottolineare, inoltre, che ogni componente impiegato per la realizzazione dell’intero sistema è a ridotto impatto ambientale, a partire dal materiale ferroso non trattato con prodotti chimici e non presenta zincature o verniciature. La fettuccia sintetica, presente per garantire solidità al dispositivo, potrà essere rimossa al termine del processo di emissione delle nuove radici della pianta, circa dopo due anni dalla messa a dimora. Un’altra caratteristica di Save Plant risiede nel fatto che è possibile verificare costantemente le fasi della messa a dimora dell’albero o di un cespuglio e, contestualmente, occuparsi del suo tutoraggio, il tutto in un’unica operazione. A livello pratico, inoltre, l’operatore non è costretto a lavorare all’interno della buca realizzata per la messa a dimora della pianta, con tutti i vantaggi che ne conseguono in termini di praticità e di sicurezza. È facile intuire, quindi, che questo sistema può essere utilizzato in tutti quei luoghi dove è difficile lavorare con procedure tradizionali, come in caso di presenza di “sottoservizi”, nei cantieri di verde pensile, per la sostituzione di alberature delle banchine stradali o per la messa a dimora di alberi e cespugli in grandi fioriere.
Un esempio di Save Plant allestito su una pianta pronta per la messa a dimora.
| materiali
Bollicine sul tetto
Un’interessante case history agricola che può spronare la fantasia anche di chi progetta il verde. Siamo sui Colli del Prosecco e lì la cantina Giusti Da Col ha parte della vigna sul tetto. Tra i protagonisti dei lavori, di Nora Adamsberg Laterlite con la speciale argilla espansa LecaPiù
L
a case history è agricola, ma abbiamo scelto di parlarne perché può essere di fonte di ispirazione anche per progetti verdi. Vediamo di cosa si tratta. Sul tetto della nuova cantina di Giusti Wine, per due terzi interrata ai piedi del colle Montello, è stato realizzato un vigneto in continuità al territorio circostante per inserire al meglio l’edificio nel suo contesto ambientale, ossia i colli del Prosecco, entrati da qualche mese nella lista del patrimonio mondiale dell’Umanità Unesco. Laterlite ha contribuito alla realizzazione del drenaggio in copertura con la speciale argilla espansa LecaPiù. Ecco tutti i dettagli.
INTERVENTO IMPEGNATIVO
Proprio dalla volontà di rispettare il paesaggio naturale di quest’area vinicola, è nato il progetto
architettonico per la nuova cantina dell’azienda agricola Giusti Dal Col, a Nervesa della Battaglia (TV). Nota nel mondo come Giusti Wine, l’azienda è nata nel 2003 dall’idea del titolare Ermenegildo Giusti e oggi conta circa 100 ettari di terreno, di cui circa il 70% coltivati a vigneto, raggruppati in dieci tenute. Nella tenuta Sienna, in un “lembo” di terreno ai piedi del colle Montello, l’azienda ha deciso di costruire la sua nuova cantina, luogo di raccolta delle uve e di trasformazione del prodotto. L’intervento costruttivo è risultato particolarmente impegnativo per la dovuta tutela della zona sottoposta a vincolo paesaggistico, ma dalla peculiarità del territorio è sorta l’essenza del progetto firmato dall’architetto Armando Guizzo. La nuova cantina ha una forma allungata: l’edificio è per due terzi interrato e si trova ai piedi del
Per maggiori dettagli: www.leca.it
PLUS LECAPIÙ
e Montello che non poteva essere “intaccato” da un volume che ne avrebbe oscurato una parte. La particolarità più evidente sta nel tetto: ha una forma ondulata, che ricorda il declivio naturale di un colle, ed è ricoperto a verde da lunghi filari di vigne, in continuità con il terreno circostante. La struttura risulta così perfettamente inserita nel contesto ambientale, a parere dei progettisti e con il benestare della Soprintendenza dei BB.AA. Veneto Orientale.
IL RUOLO DELL’ARGILLA ESPANSA
Laterlite ha avuto un ruolo di primo piano nella realizzazione della copertura a verde, eseguita dall’impresa Emaprice: l’argilla espansa LecaPiù 3-8 è stata utilizzata per realizzare lo strato di alleggerimento drenante (circa 360 mc) sul quale poi posare una guaina, un tessuto non tessuto e la terra destinata alla piantumatura a vigna. Il tetto della cantina, su cui LecaPiù è stato cementato in opera, è diventato così un vero e
proprio vigneto. LecaPiù 3-8 è risultato il materiale più indicato per questa applicazione per diversi motivi. A cominciare dalla sua capacità di non trattenere l’umidità. Basti pensare che il suo coefficiente di imbibizione dopo 30 minuti di immersione è circa dell’1%. LecaPiù non contiene materiali organici né loro derivati; non marcisce, non si degrada nel tempo, resiste bene ad acidi, basi e solventi conservando inalterate le sue caratteristiche. È incombustibile (Euroclasse A1) e, se sottoposto al gelo, non si rompe né si imbibisce. Inoltre, grazie alla sua struttura cellulare interna, LecaPiù ha una bassa conducibilità termica (valore certificato λ = 0,09 W/ mk) e quindi il suo impiego è ottimale nella realizzazione di isolamenti termici durevoli. Infine, LecaPiù è un materiale ecobiocompatibile, certificato da Anab-Icea per la bioarchitettura e quindi adatto a inserirsi in un contesto naturale protetto come quello delle colline del Prosecco.
• Capacità di non trattenere l’umidità • Non marcisce, non si degrada nel tempo, resiste bene ad acidi, basi e solventi • È incombustibile • Se sottoposto al gelo, non si rompe né si imbibisce • Bassa conducibilità termica • Ecobiocompatibile • Ottimale rapporto tra peso e resistenza
RESISTENZA E LEGGEREZZA Determinante nella scelta di LecaPiù è stata anche la resistenza combinata alla leggerezza: grazie alla sua struttura cellulare racchiusa in una scorza esterna clinkerizzata, compatta e indeformabile, ottimizza il rapporto tra peso e resistenza. La massa volumica di Lecapiù 3-8 è di circa 350 kg/m3: un materiale leggero adatto a non pesare eccessivamente sulla struttura della cantina Giusti. Allo stesso tempo, grazie alla sua robustezza e resistenza, la copertura in LecaPiù ha permesso di sostenere le macchine da cantiere che hanno portato il terreno per la piantumazione della vigna. La copertura è così carrabile anche in futuro per l’accesso di trattori e altri mezzi per un’agevole coltivazione e cura delle vigne.
| tecnolog ie
L’applicativo R3Trees di R3 GIS per i gestori del verde è stato ribattezzato GreenSpaces ed è stato totalmente rinnovato e arricchito di nuovi strumenti. L’innovazione è stata possibile anche grazie al progetto Life Urbangreen. Ecco alcune delle novità introdotte di Daniela Stasi
L´
applicativo R3 Trees, sviluppato da R3 GIS a supporto delle attività di manutenzione del verde, è stato completamente rinnovato nell’architettura e nell’interfaccia utente ed è stato ribattezzato GreenSpaces: le funzionalità esistenti sono state migliorate e nuovi moduli aggiuntivi stanno progressivamente
arricchendo il set di strumenti che l’applicativo mette a disposizione dei gestori del verde. Alcune novità sono state introdotte grazie al progetto Life Urbangreen che ha ormai superato i due anni di attività. Grazie a questo progetto diverse innovazioni e tecnologie saranno integrate nel software con l’obiettivo di gestire in modo più efficiente il patrimonio verde sfruttando nuove
Nell’ambito del progetto Life Urbangreen, per le due aree pilota Rimini e Cracovia, si stanno acquisendo settimanalmente le immagini satellitari al vicino infrarosso fornite dai satelliti Planet. Tali immagini sono processate all’interno di un sistema di monitoraggio che elabora degli indici vegetativi utili a valutare lo stato di salute delle singole piante a scala urbana.
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per la gestio n
I dati meteo sono visibili tramite un cruscotto che consente di visualizzare i valori validi al momento dell’accesso sulla piattaforma, un grafico con l’andamento dei parametri nei quattro giorni precedenti e nei tre giorni successivi e un elenco degli eventuali allarmi meteo riguardanti eventi metereologici estremi.
I dati metereologici sono anche visualizzabili su mappa, dove vengono mostrati i valori registrati più di recente rispetto a temperatura, pioggia e velocità del vento.
tecnologie quali la sensistica, i dati meteo, i dati da satellite. Ecco alcune delle novità introdotte dal progetto.
DATI METEO
Come possono essere utilizzati i dati meteorologici nella gestione del verde urbano? La vita sulla terra dipende dall’acqua, dall’aria e dalla luce, così come le piante e i loro servizi. Per poter gestire il verde urbano in modo efficace, per massimizzare i loro benefici e per agire in caso di condizioni climatiche avverse, è importante comprendere i parametri meteorologici e utilizzare le previsioni del tempo nella gestione delle aree verdi. Per questo motivo in Life Urbangreen si è iniziato a raccogliere informazioni su diversi parametri meteorologici: temperatura, umidità, velocità e direzione del vento, isolamento e precipitazioni. I dati vengono acquisiti tramite un servizio web fornito da Ubimet con frequenza oraria, con previsioni per le successive 72 ore. I dati sono visibili tramite un cruscotto che consente di visualizzare i valori meteo validi al momento dell’accesso sulla piattaforma, un grafico con l’andamento dei parametri nei quattro giorni precedenti e nei tre giorni successivi e un elenco
degli eventuali allarmi meteo riguardanti eventi metereologici estremi. I dati metereologici − visualizzabili su mappa, dove vengono mostrati i valori registrati più di recente rispetto a temperatura, pioggia e velocità del vento − saranno inoltre utilizzati per calcolare le corrette quantità d’acqua necessarie per l’irrigazione. Aiuteranno anche a comprendere meglio i dati storici sulle attività di manutenzione, poiché il tempo atmosferico è la variabile principale che influenza la crescita delle piante e quindi le attività Per conoscere di manutenzione. le altre novità
o vativi
o ne del verde
introdotte dal progetto Life Urbangreen vai al sito lifeurbangreen.eu
| tecnolog ie
Nel progetto Life Urbangreen si utilizzano diversi tipi di sensori. Tra questi, i TreeTalker, sviluppati dal prof. Riccardo Valentini e installati sulle piante monitorate dal progetto Life Urbangreen nelle città pilota di Rimini e Cracovia.
dall’Università degli Studi di Milano. Anche sensori per il monitoraggio della qualità dell’aria, della temperatura e per il conteggio dei visitatori del parco sono stati installati nelle aree pilota di Rimini e Cracovia: in questo modo sarà possibile raccogliere dati sul livello di fruizione delle aree e correlarlo alla qualità delle aree verdi.
DATI DA SATELLITE DATI DA SENSORI
La raccolta di dati attraverso sensori per il monitoraggio di oggetti o fenomeni è una prassi sempre più diffusa. Nel progetto Life Urbangreen si utilizzano diversi tipi di sensori per valutare la qualità ambientale delle aree pubbliche e degli alberi selezionati e per valutare l’effetto degli alberi sull’ambiente urbano. TreeTalker è un sensore sviluppato dal prof. T Riccardo Valentini, per misurare diversi parametri degli alberi (trasporto dell’acqua all’interno della pianta, diametro di crescita, quantità e qualità del fogliame, trasmissione della luce in quattro bande spettrali), parametri climatici (temperatura, umidità) e stabilità degli alberi con sensore giroscopico. Diversi TreeTalker sono stati installati sulle piante monitorate dal progetto a Rimini e Cracovia, il che permetterà di confrontare i valori misurati con le misure strumentali svolte
Il monitoraggio dello stato di salute delle piante è un compito impegnativo, vista la natura diffusa del verde urbano. Tuttavia, la disponibilità di immagini satellitari costantemente aggiornate permette di sfruttare la tecnologia a questo proposito. I dati settimanali di telerilevamento permettono di confrontare gli indici vegetativi delle principali specie arboree, aiutando nella diagnosi precoce di patologie e malattie degli alberi. Dall’autunno 2018 per le due città pilota Rimini e Cracovia si stanno acquisendo settimanalmente le immagini satellitari al vicino infrarosso fornite dai satelliti Planet. Tali immagini sono processate all’interno di un sistema di monitoraggio che elabora degli indici vegetativi utili a valutare lo stato di salute delle singole piante a scala urbana. Grazie a questo sistema i gestori del verde riceveranno un allarme per le piante i cui valori degli indici vegetativi risultano anomali, affinché possano procedere con una verifica mirata delle alberature potenzialmente affette da patologie.
NEWS DA L MERCATO
News
BRUSCA FRENATA PER LE MACCHINE DA GIARDINO Nel primo trimestre del 2020 il mercato delle macchine e delle attrezzature per il giardinaggio sconta “l’effetto Covid-19” con una f lessione del 23,1% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. È quanto emerge dai dati elaborati dall’associazione italiana dei costruttori Comagarden. Tra le principali famiglie di prodotto, decespugliatori e trimmer hanno chiuso il trimestre con un calo pari, rispettivamente, al 34,4% e al 25,1%, mentre per i trattorini la contrazione delle vendite è stata pari al 19%. Passivo pesante anche per il comparto dei rasaerba (-32,6%), nel quale tuttavia si segnala la sostanziale tenuta dei modelli a batteria che hanno limitato le perdite (-1,7%). Il crescente appeal delle macchine elettriche ha caratterizzato anche l’andamento dei soffiatori e delle motoseghe a batteria. Nel caso dei soffiatori, il dato riferito al settore nel suo complesso ha visto una sensibile riduzione delle vendite (-28,1%) mentre i modelli a batteria, sulla spinta degli ottimi risultati nei primi due mesi dell’anno, migliorano le performance rispetto al 2019 (+23,3%). Questo trend è ancora più evidente nel caso delle motoseghe: mentre il dato di vendita complessivo vede una leggera f lessione rispetto allo scorso anno (-4,9%), quello riferito ai soli modelli a batteria registra un vero exploit con un incremento pari al 136%. In uno scenario caratterizzato dunque da una generalizzata contrazione delle vendite, il settore dei rasaerba robot va in controtendenza e si segnala per un significativo incremento delle vendite (+9,1%), secondo un trend espansivo in atto in modo costante dal 2014. Segno positivo anche per le potatrici ad asta (+11%) e per gli atomizzatori (28,9%). Secondo le previsioni di Comagarden i prossimi mesi saranno caratterizzati da un recupero del mercato, che vedrà una riduzione del deficit ma che segnerà comunque un passivo consistente (-9%), non potendo recuperare la quota di mercato che era strettamente legata alle manutenzioni primaverili, in buona parte sospese proprio per l’emergenza sanitaria.
EUROFLORA, ISPIRAZIONE PER IL SETTORE Appuntamento a Genova dal 24 aprile al 9 maggio 2021, dove Euroflora inviterà il pubblico nei Parchi e nei Musei di Nervi. Il format inaugurato nel 2018, particolarmente interessante grazie alla ben riuscita combinazione fra un luogo di straordinario interesse botanico, paesaggistico e artistico con la qualità della migliore produzione florovivaistica e il fascino della creatività di giardinieri, progettisti e compositori floreali, verrà replicato con ulteriori miglioramenti. Sarà un’edizione più che mai a sostegno della filiera del florovivaismo, grazie alla collaborazione con il Ministero delle Politiche Agricole e Forestali e l’Associazione Nazionale Vivaisti Esportatori; fra i sostenitori Grandi Giardini Italiani, che contribuisce alla giornata dei buyer, facendo partecipare i responsabili acquisti dei principali giardini italiani. Non solo cultura, ma anche business: per sostenere la ripresa e il rilancio del comparto, Euroflora per la prima volta diventa strumento concreto di promozione commerciale attraverso la collaborazione con ICE e con AICG – l’Associazione Italiana dei Centri di Giardinaggio. L’Agenzia Ice organizzerà la presentazione di Euroflora in un’importante città europea all’inizio del 2021 e due missioni di buyer provenienti da mercati internazionali individuati incrociando gli interessi dei florovivaisti e le effettive possibilità di penetrazione dei mercati. Le azioni di co-marketing in corso di definizione con Aigc prevedono invece la presenza di associati, nella loro qualità di buyer, durante la manifestazione per contatti diretti con le aziende espositrici, l’organizzazione di un incontro tecnico in partnership con altre associazioni di settore e la promozione della manifestazione presso i punti vendita sparsi sul territorio nazionale. www.euroflora.genova.it
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MYPLANT, PRONTI A RIPARTIRE
“Myplant è nata con le aziende e per le aziende, che sono il nostro primo patrimonio – commentano dagli uffici della manifestazione –, non avrebbe avuto senso dar vita all’evento l’adeguata fiducia delle imprese nella situazione generale”. Lo slittamento è il risultato della scelta espressa dalla netta maggioranza delle aziende espositrici, che hanno avuto modo di indicare alla segreteria organizzativa le proprie necessità e volontà. Febbraio 2021 è risultata l’opzione che permetterà loro di programmare con certezza i prossimi passi e prepararsi al meglio per il grande appuntamento del prossimo anno. Una scelta ampiamente condivisa anche dai comparti internazionali: “Il Salone si sarebbe svolto e si svolgerà solo con la garanzia di massima sicurezza e facoltà di movimento per tutti, e con la possibilità di confermarne standard di qualità e internazionalità nel rispetto degli investimenti fatti da tutte le parti coinvolte”. Nel frattempo, Myplant ha implementato il nuovo format myplantonline.com, per amplificare le opportunità commerciali e comunicative dei propri espositori, arricchendo la vetrina
digitale con contenuti di attualità e di interesse per gli operatori. Un’esperienza destinata a continuare nel tempo che integra l’esposizione vera e propria. Quindi, appuntamento al 15-17 febbraio per uno dei momenti di incontro più rappresentativi dell’intera filiera del florovivaismo.
STIHL INVESTE NELLA LOGISTICA
APPUNTAMENTO A SETTEMBRE
Sarà il primo evento ufficiale del settore dopo la fase di emergenza sanitaria che ha vissuto il nostro Paese. Si tratta di Demo 2020, appuntamento espositivo caratterizzato da prove dimostrative in campo di macchine e strumenti per il giardinaggio professionale, alla sua seconda edizione. Si svolgerà, come lo scorso anno, presso il Parco Esposizione di Novegro, alle porte di Milano, e sarà punto di incontro tra i professionisti del verde e le aziende che producono o commercializzano attrezzature per la manutenzione, le sementi, i concimi, i software per la progettazione e le piante. Diverse le associazioni che hanno già aderito, da Anve a Florveneto, dal Distretto Florovivaistico Alto-Lombardo al marchio Vivai Fiori. Altra novità di quest’anno è l’apertura al pubblico, appassionati e hobbisti. La due giorni si terrà il 18 e 19 settembre, con un calendario di prove in campo e momenti di approfondimento. Info: www.demogreen.it
Lo stabilimento di pressofusione di magnesio Stihl amplia la sede di Weinsheim in Germania, ultimando i lavori di costruzione con 13 mesi di anticipo dall’inaugurazione ufficiale. Il nuovo edificio ha richiesto un investimento complessivo di 18 milioni di euro e consentirà di aumentare lo spazio di stoccaggio, ottimizzando così i processi logistici interni: su una superficie di 6.300 metri quadrati, saranno garantiti 11.100 posizioni di stoccaggio. Inoltre, il sito è adiacente allo stabilimento di produzione, vicinanza che consentirà di utilizzare l’energia di scarto delle linee produttive. “Il nuovo spazio ci permetterà di aumentare il volume di produzione dello stabilimento e di mettere in opera nuove tecnologie in settori, come quello della colata dell’alluminio in gravità. Questo ci consentirà di offrire nuovi posti di lavoro, incrementando le opportunità di crescita”, ha dichiarato Hartmut Fischer, direttore generale del sito produttivo.
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GESTIONE | formazione/1
inincollaborazione con collaborazione con
Imparare
facendo
Dietro le quinte della formazione professionale della Scuola di Minoprio. Ecco qui, nel dettaglio, quali sono le attività che vengono svolte, con lo sguardo rivolto all’apprendimento pratico di Adriana Colombo e Dante Valenzisi, foto di Ignazio Perego
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a Scuola di Minoprio da oltre 50 anni considera l’acquisizione delle nozioni teoriche strettamente connessa all’apprendimento attraverso lo svolgimento di attività pratiche. Infatti, la modalità educativa scelta prevede l’affiancamento di lezioni teoriche in classe a lezioni esterne in azienda in cui l’alunno può cimentarsi nelle aree di lavoro che la nostra Azienda Agricola didatticosperimentale offre. Gli ambiti esplorati dal percorso di studi della formazione professionale riguardano prevalentemente la produzione vegetale (floricola, frutticola, orticola e vivaistica), la manutenzione del verde (giardinaggio, meccanica agraria) e l’arte floreale, tutti settori molto vicini alla realtà agricola che ci circonda così da favorire l’ingresso nel
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mondo del lavoro da parte dei nostri studenti, una volta terminato il loro percorso di studi.
CRITERI TEMPORALI E LOGISTICI
Naturalmente ciascun ambito prima elencato ha una sua collocazione temporale all’interno del triennio di studi e logistico all’interno dell’Azienda Agricola divisa in Tenuta Superiore (frutteto e aree boschive) e Tenuta Inferiore (strutture scolastiche, parco botanico, strutture serricole, orto e vivaio). Temporale perché alcune attività T pratiche possono essere eseguite solo quando i ragazzi hanno acquisito una certa manualità nell’esecuzione di alcune procedure e quindi potranno essere svolte solo a partire dal secondo anno o addirittura dal terzo (ad esempio arte floreale). Logistico invece perché i lavori legati alle produzioni orticole e frutticole nonché le lezioni di meccanica agraria sono svolti presso la Tenuta Superiore della scuola di Minoprio mentre le altre
Per maggiori informazioni
www.fondazioneminoprio.it produzioni floricole e vivaistiche sono svolte presso le serre e il vivaio collocati presso la Tenuta inferiore. Sempre nella Tenuta Inferiore sono svolte anche le attività di manutenzione del verde e di giardinaggio nel parco botanico. In sintesi, la forza della nostra scuola è che da noi si impara lavorando.
IN COSA CONSISTONO QUESTE ATTIVITÀ PRATICHE? ◗ Floricoltura: tale ambito è vissuto dall’allievo in ogni sua fase, dall’inizio della coltivazione alla vendita della pianta fiorita. Infatti, nell’arco dell’anno vengono coltivate le più comuni specie da fiore, da quelle primaverili (Geranio, Petunia, Impatiens, ecc.) a quelle autunnali (Viola e Crisantemo), fino alla Stella di Natale. Vi è inoltre una serra dedicata alle piante verdi da appartamento, propagate e sviluppate internamente da allievi e docenti. ◗ Vivaismo: in vivaio si coltivano piante in contenitore e in piena terra; questa parte di azienda permette di insegnare agli studenti la coltivazione di arbusti e alberi da esterno, con le conseguenti pratiche di gestione, dal prelievo di materiale per la propagazione nelle specie presenti nel parco botanico, alla rizollatura delle piante a dimora nel vivaio in piena terra. ◗ Giardinaggio e manutenzione del verde: partendo dal secondo anno di formazione professionale gli allievi dedicano inoltre un consistente numero di ore alla manutenzione del verde nel parco botanico con la preparazione e smantellamento di aiuole, pulizia, taglio dei prati e cura degli arbusti e delle siepi. ◗ Arte floreale: gli allievi si approcciano a questa materia a partire dal terzo anno, momento in cui viene data loro la possibilità di specializzarsi in allestimenti e nella realizzazione di mazzi, bouquet…
◗ Orticoltura: durante il primo anno gli alunni imparano quali sono i principali lavori di preparazione dell’orto, quali ad esempio la lavorazione del terreno, la preparazione delle prode, la posa della pacciamatura. Seguono le operazioni di trapianto delle piantine in pieno campo secondo il calendario stagionale. Gli studenti possono anche partecipare alla raccolta del “frutto” del loro lavoro. I prodotti ottenuti sono, infatti, destinati alla vendita presso lo spaccio aziendale o alla mensa interna. ◗ Frutticoltura: le lezioni pratiche di frutticoltura hanno l’obiettivo di dare all’alunno le basi per poter imparare a potare le principali specie frutticole (melo, pero, pesco, kiwi), a metterle a dimora e a eseguire le principali operazioni di potatura verde durante la fase vegetativa. L’alunno affianca inoltre il docente o il tecnico durante la realizzazione degli impianti di irrigazione o la realizzazione di un nuovo piccolo impianto frutticolo. ◗ Meccanica agraria: in queste ore l’alunno viene formato sull’utilizzo in sicurezza delle principali macchine che un giardiniere utilizza giornalmente durante il suo lavoro (soffiatore (soffiatore, decespugliatore, rasaerba, motosega). La collaborazione con alcune tra le aziende più prestigiose del settore ci consente di far lavorare gli studenti con le migliori attrezzature disponibili, alimentate con motori endotermici e a batteria. N°023
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GESTIONE | formazione/2 in collaborazione con
Giardino e
Imprenditorialità, innovazione e formazione. Tutti elementi presenti nel corso per “Imprenditore e tecnico di agricoltura biologica” proposto dalla Scuola Agraria del Parco di Monza per il prossimo autunno di Pio Rossi
C
ome in ogni settore dell’agricoltura, anche in giardino nulla si svolge in modo naturale. Anzi, ogni operazione spesso va contro natura e talvolta indebolisce o stressa la vita delle piante. Tuttavia, ci stiamo dirigendo verso la consapevolezza che la natura si sta ribellando all’uomo e dobbiamo quindi riconquistare la sua fiducia con le cure più corrette e in generale con maggiore preparazione. Le direttive europee relative ai temi della sostenibilità e della riduzione dei prodotti chimici utilizzati a scopo agricolo sono già state emanate da alcuni anni. Siamo ora in attesa della prossima PAC (rinviata al 2022), ma un’anticipazione arriva dal programma Green Deal. Occorrerà fare uno sforzo importante. Aumentare il numero delle imprese a conduzione biologica e ridurre del 50% l’utilizzo di fertilizzanti e prodotti antiparassitari. Saremo pronti?
PIÙ PREPARAZIONE, PIÙ QUALITÀ Nel giardinaggio ancora si stenta ad avere un approccio di tutela del suolo, aria e acque. L’obiettivo è spesso unilaterale, quello di
REFERENTE DEL CORSO Pio Rossi: cell. 329.1016843; email: segreteriacorsi@monzaflora.it
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raggiungere bellezza e perfezione. E se nel verde urbano le preiscrizioni sono già severe, nel giardino privato la preparazione tecnica può ancora migliorare. Purtroppo, la figura del giardiniere biologico ancora non è stata prevista. Intanto tutti coloro che vogliono tenersi pronti alle nuove direttive possono frequentare un nuovo corso che prepara sui principi e sulle tecniche dell’agricoltura biologica, applicabili anche alle
o e Natura pratiche del giardinaggio, con il vantaggio di accedere Per maggiori informazioni al titolo di imprenditore www.monzaflora.it agricolo. Rafforzati dal fatto che nonostante osserviamo il necessitano però fenomeno dell’abbandono delle terre, per lo più più operatori gestite da agricoltori anziani, l’agricoltura si pone professionalmente come il settore strategico con alte potenzialità preparati in per la creazione di imprese, per l’assorbimento di agricoltura lavoro, per l’impiego di giovani. biologica e È stimolante pensare che nell’ottica di una agroecologia, produzione di qualità e dei nuovi orientamenti in chiave moderna. Formazione individuale comunitari di rispetto dell’ambiente, o acquisizione di competenze trasmesse da l’imprenditore agricolo possa tecnici e professionisti costituiscono le premesse riappropriarsi delle strategie produttive in funzione del mercato, assumendosi i rischi indispensabili per avere idee chiare su come convertire la propria azienda, sempre più delle proprie scelte multifunzionale, verso un’agricoltura di precisione, imprenditoriali. per produrre in maniera economicamente Per produrre sostenibile e redditizia, per usufruire al momento qualità opportuno di finanziamenti e progetti.
COMPETENZE CERTIFICATE
La Scuola Agraria del Parco di Monza propone quindi per l’autunno un corso per “Imprenditore e tecnico di agricoltura biologica” rivolto a giovani e meno giovani. Il corso fa riferimento al QRSP di Regione Lombardia di Tecnico di agricoltura biologica e prevede un attestato regionale a validità nazionale che certifica le competenze acquisite nella gestione tecnica di produzioni vegetali e animali nell’azienda biologica, tecniche di trasformazione dei prodotti agro-zootecnici, meccanica e informatica applicata, e le competenze imprenditoriali e di gestione aziendale. La teoria sarà erogata in parte in videoconferenza, le attività pratiche si svolgeranno presso aziende agricole specializzate, con il coinvolgimento di esperti e imprenditori di successo. Ogni partecipante presenterà al termine del corso un progetto personale di impresa agroforestale multifunzionale, documento indispensabile per ottenere finanziamenti e partecipare a bandi pubblici. N°023
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GESTIONE | pratiche
Droni
per la gestione d Approfondimento tecnico sull’uso dei droni nel settore del verde, con un focus sull’arboricoltura. Vi spieghiamo come e per cosa vengono utilizzati di Stefano Fiorillo* e Andrea Pellegatta, in collaborazione con la rivista Arbor**
TEMPO DI LETTU R A: 10 minuti
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a diversi anni si stanno sviluppando applicazioni che prevedono l’utilizzo di sensori ottici, termici e multispettrali su droni (SAPR Sistemi Aeromobili a Pilotaggio Remoto). Tra le applicazioni più interessanti vi sono quelle destinate al settore agricolo e alla gestione del verde pubblico. Grazie all’utilizzo di particolari sensori si possono infatti raccogliere, attraverso l’uso dei droni, fotogrammi multipli, sensibili a
diverse lunghezze d’onda (Red, Green, Blue), tra cui l’infrarosso (NIR) che l’occhio umano non può vedere ma che consentono analisi multispettrali. Ottenuti i dati, l’operatore può interpretarli per individuare rapidamente le aree problematiche della coltivazione e porre in atto le necessarie azioni mirate perché la frequenza è direttamente correlata alla attività fotosintetica della coltura e quindi, dal punto di vista agronomico, all’efficienza clorofilliana della foglia.
NON SOLO DIAGNOSI Oltre alle analisi diagnostiche, con i droni è possibile effettuare la dispersione di soluti, utilizzando prodotti innovativi e a basso o nulla impatto sull’ambiente. Grazie alla precisione di movimento in aria che questo tipo di mezzo aereo garantisce, la macchina è in grado di volare a una altezza costante dal suolo, in quanto il suolo viene costantemente monitorato da un radar che ne legge la morfologia. Con il drone, dotato di un atomizzatore, è così possibile diffondere sostanze liquide o solide.
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DJI AGRAS MG drone agricolo.
sfruttato per calcolare i cosiddetti indici di vegetazione, algoritmi matematici tra le varie www.isaitalia.org bande multispettrali (es. NDVI) in grado di poter fornire indicazioni sullo stato della efficienza clorofilliana. Tramite l’analisi multispettrale delle colture, si è in grado di fornire informazioni sull’attività fotosintetica al fine di poter riconoscere e, soprattutto, prevedere eventi legati allo stress vegetativo nelle monocolture. Ciò consente di determinare e pianificare metodi di intervento innovativi e sempre più sostenibili. Dal calcolo degli indici di vegetazione possono essere quindi ricostruite le cosiddette mappe di vigore, utili per poter valutare zone eterogenee nel campo e *Pilota di aeromobili a pilotaggio remoto con competenze quindi intervenire solo dove è da agronomo, fondamentali per rilevazioni e operazioni necessario, nei tempi più utili per in campo agricolo. Partecipa al progetto Sky53, una serie l’intervento e con i quantitativi di di servizi promossi da Calvi Tecnologie che prevedono prodotto correttamente calibrati, l’impiego di droni. Info: www.sky53.it per riportare la produzione quali/quantitativa a una corretta omogeneità, permettendo anche TUTTO SULL’ATTIVITÀ un migliore utilizzo delle risorse economiche. FOTOSINTETICA Grazie all’infrarosso vicino (Near Infrared), le bande Eventuali stress della pianta causati da fisiopatie (es. E strette (Narrowband) dei sensori ad alta risoluzione stress idrico, carenza di un nutriente) o fitopatie (es. ottica sono in grado di analizzare gli aspetti legati malattia da funghi, batteri o virus) vanno a incidere alla clorofilla e all’attività fotosintetica della singola proprio l’attività fotosintetica, che è direttamente foglia. Il calcolo dell’algoritmo NDVI in modalità correlata alla risposta ottica nell’infrarosso vicino. LIVE View è una prerogativa dei sensori utilizzati Il NIR (Near Infrared) permette quindi di essere per questo tipo di operazioni e, grazie ad essa, **Arbor è la rivista della Società Italiana di Arboricoltura
del verde
I SERVIZI DI SKY53 • DTM • Agricoltura di precisione • Rilievi forestali • Rilievi linea di costa • Catasto strade • Monitoriaggio • BIM • Rilievi tattici • Asset management • Tour virtuali • Topografia • Ricostruzioni 3D
Infrarosso termico sui campi agricoli.
Indice NDVI da anlisi multispettrale in campo di vite.
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GESTIONE | pratiche
è possibile monitorare direttamente in campo anomalie di stress dovuti ad esempio alle escursioni termiche, oppure agli effetti di una concimazione nel breve tempo o a una nuova patologia che sta aggredendo il campo di coltura.
ANALISI TERMICA
Un’ulteriore applicazione è rappresentata dall’utilizzo di sensori termici in grado di calcolare le differenze di temperatura e di umidità al
suolo. Tali sensori possono essere montati in abbinamento a sensori multispettrali fornendo dati molto importanti per individuare, ad esempio, zone colpite da eccessiva siccità. Dall’analisi termica possono essere ricavate informazioni relative all’andamento delle temperature in campo, a livello microclimatico, andando ad approfondire tutti gli aspetti che possono generare delta termici in grado di influire sulla produzione sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo. Le due
CASE HISTORY Un esempio di quello che può essere svolto attraverso i droni è la realizzazione di cartografia adatta per la progettazione di un parco: la restituzione fotogrammetrica di elevata precisione al suolo (1 cm/pixel) può essere di ausilio anche per poter realizzare attraverso i GIS estrazioni di dati vettoriali da quelli Raster ricavati dai sensori ottici. L’insieme dei fotogrammi che costituiscono un ortomosaico sono stati trattati e trasformati in vettori elaborabili in Autocad al fine di poter calcolare spazi e metrature precise. Nella foto a sinistra si possono notare tutti i fotogrammi che vengono acquisiti durante il volo. Il Software processa la sovrapposizione di ognuno e, grazie al principio della stereoscopia, è possibile ricavare un modello 3D formato dall’insieme di tutte le foto scattate.
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Il risultato finale (visibile nella foto a destra) è l’estrazione di un ortomosaico georeferenziato perfettamente calibrato sulle coordinate geografiche WGS84 UTM32N. Grazie al modello 3D precedentemente calcolato è possibile estrarre le linee di quota e scontornare gli ingombri delle chiome così da poter calcolare spazi e forme. Nella foto sotto viene rappresentata la sovrapposizione di più strati in GIS e con sfondo Google Satellite. Come risultato finale è stato processato l’ortomosaico generato dalle foto al fine di ottenere polilinee vettoriali utilizzabili in CAD tramite il processo della cosiddetta vettorializzazione del Raster .
Digital Elevation Moddel (DEM) campo di vite.
NDVI in falso colore campo di vite.
informazioni, se correlate, alimentano database in grado di suggerire come migliorare gli interventi di irrigazione, di concimazione o di tutte quelle operazioni che richiedono correzioni di precisione in campo, adatte per una resa migliore della produzione.
MODELLI 3D DEL TERRENO
I droni, grazie ai loro sensori ottici, sono in grado di poter ricostruire nelle tre dimensioni un oggetto come un edificio. Questo tipo di applicazione viene utilizzata per poter ricreare un modello 3D perfettamente misurabile e collocabile geograficamente nello spazio. In questo contesto quindi i droni possono restituire un modello digitale del terreno (Digital Elevation Model o DEM) utile per poter calcolare volumetrie, restituire valori in metri cubi per esempio negli interventi di estrazione in cava. Andando a ricostruire, grazie ai fotogrammi scattati automaticamente, il cosiddetto ortomosaico, possono restituire la cartografia di un sito sorvolato, perfettamente misurabile e precisa. Questo prodotto risulta essere uno strumento molto importante per quanto riguarda il catasto, oppure semplicemente la base di partenza per poter riprogettare un’area.
direttamente in campo i difetti in quota delle branche oppure, tramite lo zoom, le parti del fusto poco ispezionabili dal suolo (es. castello) e quindi avere subito un riscontro più completo dalla analisi visiva. In questo contesto operativo vengono utilizzati droni cosiddetti “inoffensivi”, con un peso al di sotto dei 300 grammi, equipaggiati di camere che riprendono video ad alta risoluzione e zoom ottici in grado di penetrare dentro la chioma alla ricerca di anomalie strutturali. Tramite i droni è possibile raggiungere risultati T in tempi brevi e a costi ridotti, rispetto ai metodi tradizionali che richiedevano post elaborazioni lunghe. La precisione del rilievo, a seconda del lavoro finale che si vuole svolgere, può essere impiegata sia nel cosiddetto settore del Mapping GIS sia, tramite strumentazione RTK in sinergia ad esempio con stazioni totali, nella geodesia edile e strutturistica. A livello catastale è quindi possibile impiegare tali strumenti anche per la redazione di piani del verde pubblico o privato sfruttando le molteplici informazioni direttamente rilevate dai sensori.
ARBORICOLTURA DI PRECISIONE
I droni possono essere impiegati a supporto del monitoraggio di alberi, facilitando, per esempio, l’ispezione della chioma. Anche in questo caso i sensori multispettrali sono in grado di evidenziare carenze da fitopatie o fisiopatie ancor prima che gli occhi possano osservare i primi sintomi di stress. Grazie all’utilizzo di una camera ottica ad alta definizione, è possibile visualizzare
Volo fotogrammetrico del drone.
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SCOPERTE | ricerche
Uno studio condotto dall’Università di Bologna ha rivelato come sono cambiate le piante che crescono nel centro del capoluogo emiliano negli ultimi 120 anni. Le specie sono quasi triplicate ed è raddoppiato il numero di quelle aliene. A voi i dettagli di Irene Nuvola, foto di Alessandro Alessandrini
Bocca di leone (Antirrhinum majus).
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U
n interessante studio condotto da un gruppo di ricercatori dell’Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, poi pubblicato su Scientific Reports, rivista del gruppo Nature, ha rivelato come sono cambiate le piante che crescono nel centro del capoluogo emiliano negli ultimi 120 anni. Come? Mettendo a confronto un catalogo botanico di fine Ottocento con la nuova mappatura realizzata dai ricercatori stessi. Ecco qui per filo e per segno i dettagli emersi.
FLORA CAMBIATA RADICALMENTE
Partiamo dalla fotografia attuale: nel periodo preso in esame le specie verdi dentro la cerchia delle
Canale delle Moline, Bologna.
mura sono quasi triplicate. Ad aumentare però sono state soprattutto quelle aliene a discapito di quelle originarie del territorio. Ora facciamo un passo indietro. Nel 1894 al botanico bolognese Lucio Gabelli venne l’idea di creare un catalogo delle piante che crescono in città. Così iniziò ad attraversare in lungo e in largo il centro storico di Bologna – all’epoca ancora cinto dalle mura medievali – registrando le specie vegetali che incontrava sulla sua strada: quelle che animavano i giardini, quelle che crescevano ai bordi delle carreggiate, quelle che spuntavano tra le crepe dei muri. A un certo punto trovò persino un Heliotropium amplexicaule, un eliotropio purpureo, originario del Perù e arrivato fino al cuore dell’Emilia. Come detto, l’esperimento è stato
Biodiversità e sp 54
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Eliotropio purpureo (Heliotropium amplexicaule).
Felce maschio (Dryopteris filix-mas).
Per maggiori informazioni ripetuto oggigiorno da un gruppo di ricercatori dell’Università di Bologna che ha deciso di ripercorrere i passi di Gabelli per documentare quanto e come sono cambiate le piante urbane. Gli studiosi hanno catalogato tutte le specie che crescono oggi nel centro storico bolognese, tra parchi, viali, marciapiedi, colonne e palazzi. E lungo il loro percorso hanno ritrovato anche l’eliotropio purpureo: da oltre un secolo il fiore peruviano continua a sbocciare, anno dopo anno, proprio nello stesso punto. Ecco cosa è emerso: il confronto tra le due mappature mostra che la flora urbana di Bologna è cambiata radicalmente. «Il riscaldamento del clima, i cambiamenti dell’architettura cittadina e il progressivo intervento dell’uomo sull’ambiente urbano hanno
www.unibo.it
Le specie
aliene sono a volte le uniche in grado di colonizzare spazi che altrimenti resterebbero vuoti, creando così habitat che possono favorire ad esempio i preziosi insetti impollinatori
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SCOPERTE | ricerche
Le specie che abitano il centro storico bolognese sono quasi triplicate, passando dalle 176 di fine Ottocento alle 477 di oggi; allo stesso tempo è però più che raddoppiato il numero di quelle aliene, passando dal 12% al 30% del totale TRA LE PIANTE INCONTRATE Camminando per le strade del centro di Bologna ci si può imbattere in una felce (Dryopteris filix-mas) che spunta dalla colonna di un portico, in macchie di Euphorbia prostrata tra le crepe dei marciapiedi, in famiglie di ciombolino comune (Cymbalaria muralis) sulle pareti dei palazzi, e in cespugli di bocca di leone (Anthirrinum majus) tra i mattoni rossi delle mura medievali. Oltre al già citato eliotropio purpureo.
Ciombolino comune (Cymbalaria muralis).
modificato in maniera profonda la biodiversità floristica bolognese – conferma Annalisa Tassoni, docente dell’Università di Bologna che ha coordinato lo studio – Un cambiamento che ha visto il moltiplicarsi di specie aliene, introdotte soprattutto come piante Albero di Giuda (Cercis siliquastrum) siliquastrum). ornamentali, a scapito di quelle native della zona, che si sono ridotte in modo significativo».
Vai allo studio pubblicato su Scientific Reports GLI AUTORI DELLO STUDIO Lo studio, come detto, è stato pubblicato su Scientific Reports con il titolo “Impact of climate change and urban development on the flora of a southern European city: analysis of biodiversity change over a 120year period”. Per l’Università di Bologna gli autori sono Annalisa Tassoni e Mirko Salinitro del Dipartimento di Scienze biologiche, geologiche e ambientali e Alessandro Zappi del Dipartimento di Chimica “Giacomo Ciamician”, a cui si aggiunge Alessandro Alessandrini dell’Istituto per i beni artistici, culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna.
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SPAZIO ALLE PIANTE ORNAMENTALI
Nel dettaglio, dai risultati della ricerca emerge che le specie che abitano il centro storico bolognese sono quasi triplicate, passando dalle 176 di fine Ottocento alle 477 di oggi; allo stesso tempo è però più che raddoppiato il numero di quelle aliene, passando dal 12% al 30% del totale. «Questi vasti cambiamenti sono legati probabilmente alla profonda trasformazione del centro storico di Bologna nell’ultimo secolo: la scomparsa delle aree coltivate e delle mura medievali, la cementificazione, le ampie ricostruzioni del secondo dopoguerra – spiega la professoressa Tassoni – Tutti questi eventi hanno portato alla scomparsa delle specie legate all’economia agraria di un tempo, come i cereali e gli alberi da frutto. In compenso l’introduzione su larga scala delle piante ornamentali, nei giardini e sui balconi, ha permesso a moltissime specie non originarie del territorio di diffondersi e radicarsi».
CHI SI ADATTA, RESISTE
L L’aumento delle specie aliene non è però necessariamente negativo. «Nei centri storici cittadini l’ambiente naturale è spesso quasi del tutto assente – commenta Mirko Salinitro, ricercatore dell’Università di Bologna e primo autore dello studio – In questi contesti le specie aliene sono a volte le uniche in grado di colonizzare spazi che altrimenti resterebbero vuoti, creando così habitat che possono favorire ad esempio i preziosi insetti impollinatori». A resistere sono insomma le piante – locali o aliene – capaci di sopravvivere in ambienti che, complice anche l’aumento delle temperature, diventano sempre più ostili.
SCOPERTE | sistemi
Distanziatori
green Barriere realizzate con le piante per rispettare il distanziamento sociale in modo sostenibile. L’idea della pistoiese Giorgio Tesi Group ha fatto il giro d’Europa ed è stata inserita tra i dispositivi per i quali è possibile accedere al credito d’imposta di Viola Delfino
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Per maggiori info: e notizie sono due: la prima www.giorgiotesigroup.it è che le piante possono essere e fiori, da utilizzare come considerate strumenti atti a distanziatori, personalizzabili mantenere il distanziamento per altezza, dimensione, struttura e condizioni sociale nel rispetto delle misure di ambientali. E chi le installa può accedere alle sicurezza anti Covid-19; la seconda è che per tali agevolazioni (Bonus Sanificazione, detrazione fiscale sistemi è possibile accedere al credito d’imposta previsto dal Decreto Rilancio (articolo 125, comma del 50%). L’idea di Giorgio Tesi Group ha riscosso un buon riscontro in tutta Europa, dalla Costa 2 lettera e). Ci riferiamo ai distanziatori green Azzurra alla Costa Smeralda, da Berlino a Napoli, ideati da Giorgio Tesi Group di Pistoia, che hanno da Bologna a Roma. Il progetto, infatti, è stato ottenuto il plauso del ministro per le Politiche presentato in Italia e nei 60 Paesi in cui il Gruppo Agricole Teresa Bellanova. Nello specifico, si tratta esporta le piante coltivate nei vivai di produzione di una linea di piante in molte varietà e misure di Pistoia, Piadena, Orbetello, Grosseto e San per realizzare barriere e spalliere in bar, ristoranti e attività ricettive: piante rampicanti, arbusti fruttiferi Benedetto del Tronto.
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SCOPERTE | vegetali/1
Le Cordyline sono apprezzate per la grande capacità decorativa delle foglie, un tocco di “design” naturale. Qui nuove varietà nate da selezioni di Cordyline australis e Cordyline banksii di Matteo Ragni
Eleganza in giardino
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olete vedere queste piante allo stato naturale? Allora, dovete recarvi in Nuova Zelanda, dove le Cordyline australis sono dei gagliardi alberelli sempreverdi, simili alle Yucca. Sono composte da un unico stelo protetto da una corteccia colore marrone chiaro e presentano una rosetta apicale di foglie verdi, lanceolate, lunghe fino a un metro. Le Cordyline sono apprezzate per la grande capacità decorativa delle foglie, che sono lunghe, colorate, dense e cuoiose e che assumono colori che vanno dal verde al rosa, rosso e bronzo. Queste caratteristiche hanno interessato molti ibridatori. Sono nate così numerose varietà, soprattutto negli ultimi anni, da selezioni di Cordyline australis e Cordyline banksii.
PIANTE DA “ARREDO” Le Cordyline sono piante capaci di arredare e decorare il giardino e i paesaggisti le usano spesso anche in giardini vicini al mare. È una pianta dalla grande capacità decorativa in giardino ma si deve bagnare e concimare regolarmente, proteggendole dai ristagni idrici e dal gelo.
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NUOVE SFUMATURE
La ricerca genetica ha enfatizzato il colore delle foglie, cercando le sfumature rosse e rosa. Abbiamo ottenuto così cultivar molto decorative come la Cordyline obtecta Superstar (‘Albatross’PBR), con fogliame rosso scuro, tendente al viola. Il fogliame è ampio e lucido. Superstar ha una vegetazione eretta e diventa alta circa 150 centimetri di altezza e 80 di larghezza in due anni. Sono state selezionate anche varietà più compatte dai colori sgargianti come la Cordyline australis Pink Star (‘TUS019’PBR), una varietà sorprendente con il fogliame variegato, rosa e rosso. Pink Star rimane compatta e diventa alta al massimo 70 centimetri e larga 50 centimetri. Pink Star resiste bene in pieno sole se abbondantemente irrigata e concimata. Interessante per la bella vegetazione verde brillante è la Cordyline australis Peko che ha la nervatura centrale rosa intensa, caratteristica che diventa più evidente sulle foglie nuove quando la pianta è in vegetazione.
Cordyline ‘Fantasy’.
IN BREVE • Nuove selezioni da Cordyline australis e Cordyline banksii • Le nuove cultivar enfatizzano il colore rosso delle foglie • Cordyline obtecta Superstar • Cordyline australis Pink Star • Cordyline australis Peko
Cordyline banksii ‘Electric Flash’.
Puoi trovare Cordyline da Vannucci Piante www.vannuccipiante.it
© Cristina Spinato.
Cordyline australis ‘Torbay Dazzler’.
Cordyline australis ‘Charlie Boy'.
Cordyline australis.
Cordyline australis ‘Red Comet’.
© Cristina Spinato.
© Cristina Spinato.
Cordyline ‘Dance Can Can’.
SCOPERTE | vegetali/2
Cultivar nuovissime, compatte e con lunghi periodi di fioritura. Le classiche ortensie ripensate per i giardini di oggi
Puoi trovare le nuove cultivar di ortensie da Arena Vivai
di Alessandro Coraggio TEMPO DI LETTU R A: 4 minuti
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on ha certo bisogno di presentazioni, l’Hydrangea, regina del giardino nell’800, prima ancora delle rose. Un genere molto usato sia come pianta da fiore che come pianta da giardino. Gli ibridatori si stanno dedicando a selezionare ortensie compatte e con lunghi periodi di fioritura.
www.arenavivai.com
Le nuove cultivar sono resistenti al freddo e possono essere coltivate in vaso, rispondendo così all’esigenza dei giardini e dei giardinieri di oggi. Una nuova idea di pianta per un mercato che cambia. Nuove piante che arrivano dalla tradizione per “nuovi” giardinieri.
novità dalla R HYDRANGEA PANICULATA ‘BABY LACE’ Compatta e fiorifera, produce masse di fiori bianchi densi e cremosi, in contrasto con il fogliame caldo, verde scuro. Questa nuova ortensia è molto robusta e non si rompe nemmeno sotto un acquazzone. Dopo sette anni, raggiunge un’altezza di un metro e una larghezza di 75 centimetri. Il momento migliore per potare è la primavera. Resistente alle malattie e al gelo, può essere piantata in ogni tipo di terreno; prospera al meglio in un luogo soleggiato.
H HYDRANGEA MACROPHYLLA ‘YOU&ME TOGETHER’ È un’ortensia “facile”: si possono potare i rami fino a 10 centimetri di lunghezza a febbraio e nello stesso anno si possono ottenere molti fiori. Il suo colore dipende dal livello di pH del terreno. Questa ortensia compatta ha un forte apparato radicale e steli robusti. Va piantata in terreno umido e ben drenato in pieno sole o in ombra parziale. Raggiunge i 120 centimetri di altezza e 80 centimetri di larghezza. I fiori di ‘Together’ cambiano attraverso le stagioni.
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R HYDRANGEA MACROPHYLLA ‘YOU&ME MISS SAORI’® Fiori sterili a doppio petalo con margini profondamente segnati di rosa, che si attenua andando verso il centro del fiore. Piacevole il contrasto con il fogliame scuro, che diventa bordeaux in primavera e in autunno. La ‘Miss Saori’ ha un lungo periodo di fioritura che inizia a giugno. Fiorisce anche sul legno del primo anno e diventa grande un metro per un metro. La posizione ideale è in pieno sole o semi-ombra.
Hydrangea macrophylla ‘You&Me Miss Saori’®.
tradizione P HYDRANGEA PANICULATA ‘SKYFALL’ È un arbusto deciduo con grappoli di fiori molto grandi, bianchi, che si colorano di rosa pallido e presentano grandi petali simili a giacinti. La pianta ha un habitus robusto e richiede poca manutenzione. Raggiunge i 120 centimetri di altezza e 70 centimetri di larghezza. Da sole o ombra parziale, non è esigente per quanto riguarda il tipo di terreno. Può essere potata in primavera.
H HYDRANGEA ARBORESCENS ‘GOLDEN ANNABELLE’ Grandi mazzi di fiori da luglio a settembre, che variano dal verde lime al bianco crema su fogliame variegato giallo verde-dorato e steli forti. ‘Golden Annabelle’ ha anche, al di fuori del tempo di fioritura, un alto valore ornamentale. Diventa alta circa 130 centimetri e larga circa 100 centimetri. Va posizionata al sole o all’ombra parziale in un terreno neutro. Può essere potata in primavera. N°023
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Il portamento appuntito di Mangave® Pineapple Express ricorda il ciuffo di un ananas. Le foglie larghe, verde scuro, sono lunghe e slanciate, con spiccate macchie marrone scuro, più pronunciate quando la pianta è coltivata in pieno sole. Un rivestimento ceroso conferisce alle foglie dei piacevoli riflessi verde menta.
SCOPERTE | vegetali/3
© Plantipp.
© Plantipp.
Mangave® Lavander Lady ha una rosetta colorata di sfumature di viola e verde salvia. Le foglie diventano completamente verdi con l’età formando un grazioso effetto bicolore e, alla luce diretta del sole, si colorano in modo più evidente.
Fortunata combinazione Dalle Manfreda e dalle Agave, ecco le Mangave®. Con forme scultoree e una colorazione delle foglie sempre diversa, sono facili da coltivare e non temono l’asciutto né il freddo di Alessandro Coraggio
Mangave® Mission to Mars ha una colorazione rosso intenso. Le foglie verdi spesse sono macchiate di rosso bordeaux. La pianta è costituita da una rosetta centrale di medie dimensioni con foglie strette simili a spade. Le foglie non sono molto spesse, sono flessibili e morbide, quindi questa Mangave® è facile da maneggiare e lavorare.
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amici e appassionati, fino ad approdare in Italia e Mangave® combinano il meglio delle alla fine degli anni Novanta dello scorso secolo. Da Manfreda con quello delle Agave, due quella prima intuizione Hans Hansen ha dato vita generi che appartengono entrambe alle serie successive, riuscendo a catturare la crescita alla famiglia delle Asparagaceae, e sono nate per un “incidente”, grazie veloce e la colorazione fogliare incantevole delle Manfreda e il portamento raffinato e resistente all’impollinazione incrociata involontaria in una dell’Agave. Da circa 10 anni lavora coltivazione di Manfreda. Questa ai Walters Gardens di Zeeland, nello prima pianta è stata trasmessa tra stato americano del Michigan, come Per maggiori direttore dello sviluppo di nuove informazioni varietà, dove ha potuto espandere la www.plantipp.eu/it/ sua passione per le Mangave®, riunendo una bella collezione di specie di Manfreda e un certo numero di Agave. Il valore principale di queste piante è la loro crescita, più rapida rispetto all’Agave, e la loro gamma di colori delle foglie: il rosso e il marrone in una ricca sovrapposizione di colori proprio dei geni delle Manfreda. Hanno bisogno di un contenitore capiente perché hanno delle radici forti. Se si bagnano regolarmente e se sono tenute al caldo crescono molto velocemente; se invece vengono lasciate in zone aride stupiranno con la loro grande capacità di resistere all’asciutto per molto tempo. © Plantipp.
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IL PRONTUARIO
Strategie di incasso
Una serie di suggerimenti concreti per risolvere il frequente problema della presentazione del conto e dell’incasso della somma dovuta. Una “tattica” che farà bene alla vostra attività di Nicolò Pensa
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a sempre, soprattutto per le piccole imprese del verde, la presentazione del conto e l’incasso del dovuto costituiscono un problema a volte poco valutato. È noto che il flusso di denaro che scorre in un’azienda è la sua linfa vitale, ogni entrata corrisponde a un’uscita e il ciclo si perpetua ogni settimana, mese o anno di attività. A parte fare i giusti conti per far tornare il tutto, occorre considerare che più tardi si incassa per un lavoro concluso, meno denaro abbiamo a disposizione, cioè manca la liquidità. Si ricorre allora al credito bancario, sotto varie forme. L’istituto di credito ci presta denaro sul quale paghiamo gli interessi, ovvero il costo di quel prestito; così facendo ci sembra che tutto fili liscio come l’olio, mentre, sebbene sia utile disporre di un credito bancario, se questo non viene inserito all’interno di un sano e ben programmato piano di gestione del denaro, a poco a poco si affacciano i guai, soprattutto se la stagione non è delle migliori climaticamente parlando.
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SPESE E RICAVI
e spese sono quasi certe (a parte imprevisti) e quantificabili anche giornalmente se fosse necessario, i ricavi sono invece previsti ma incerti. Lo sono perché un’azienda giardinistica ha l’obbligo, per la sua continuità, di raccogliere costantemente nuovi lavori che sostituiscano quelli conclusi o in chiusura. Se non facesse in questo modo avrebbe andamenti oscillanti con periodi di forte disponibilità di denaro e altri in cui questo manca pressoché totalmente. L’uniformare il flusso delle uscite con quelle delle entrate è spesso un’attività non gestita a dovere, per vari motivi: • chi deve fare i conti ed emettere fatture, presentare le stesse al committente, incassare, è sempre il “giardiniere”, entusiasta, ricco di energia e pronto a fare; • il suo tempo si disperde tra la realizzazione dello spazio a verde (sempre molto gratificante) e quello della gestione (certamente meno gratificante ma vitale);
La caparra ha funzione di garanzia, certo come l’acconto, non dà alcuna conferma che il cliente non possa cambiare idea,
ma in caso di problemi avrà un valore maggiore
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IL PRONTUARIO
Le spese sono quasi certe (a parte imprevisti) e quantificabili anche giornalmente se fosse necessario, i ricavi sono invece previsti ma incerti • se non raccoglie lavori, non produce reddito, per cui a volte è più importante il fare che l’incassare.
Ne consegue che questo stile imprenditoriale nel tempo può arrivare a minare le sorti economiche dell’azienda, creando non poche difficoltà.
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CLIENTI NON NEMICI
pesso il presentare il conto a un cliente appare come una sorta di violenza, di qualcosa di non corretto; in realtà è la paura che detta tale comportamento, la pausa del sentirsi dire ad esempio, “siete cari!”; oppure, “non avete lavorato bene”, ecc… Bene, occorre sempre superare le proprie paure. Il nostro cliente è abituato a vedersi presentare il conto: il meccanico, il piastrellista, l’idraulico, ecc, presentano un preventivo, svolgono il lavoro e presentano il dovuto. Sono pronti alla trattativa ma fermi sul loro obiettivo: portare a casa il ricavo; difficilmente rimandano la partita dietro promesse di pagherò o di pochi spiccioli dati quale compenso temporaneo.
Noi abbiamo bisogno del tutto, non del poco. La trattativa è innata in noi, trattiamo quando da giardinieri clienti visitiamo un vivaio per approvvigionarci di piante, oppure quando acquistiamo attrezzature, fa parte dell’uomo il trattare. Ma la trattativa è fatta di due parti ed entrambe hanno lo stesso scopo anche se opposto: il cliente non vuole darci tutto il denaro richiesto, mentre noi lo vogliamo eccome. Ed è qui che si instaurano le difficoltà; trattandosi di una paura, di una nostra debolezza rimandiamo la concretizzazione dei conteggi a domani, rimandiamo la presentazione del conto a domani, dell’incasso a domani, ma così facendo sviluppiamo il successo della nostra attività… domani!
PRENDERE IL TORO PER LE CORNA
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utto parte dalla strategia di presentazione del vostro operato e vendita del servizio di realizzazione o manutenzione a verde:
• avete un metodo, un sistema? • esso prevede che definiate sin da subito le condizioni di pagamento? • se la risposta è sì, bene; viceversa occorre costruirsene uno.
La presentazione delle condizioni di vendita sin dall’inizio è importante per definire il rapporto cliente-giardiniere nel modo più trasparente possibile: il cliente saprà come agite, quando gli presenterete il conto e come dovrà pagarvi, voi sarete consapevoli che nella presentazione il cliente ha ben chiaro cosa gli state offrendo e domandando.
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Certo non sempre il rapporto è così lineare, ma a parte casi critici, questo è il modo corretto di gestire il rapporto economico tra la vostra azienda e il cliente.
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CAPARRA O ACCONTO?
acconto è un anticipo di parte di una somma, che andrà a scalare il valore complessivo. L’acconto non garantisce che prima dell’inizio dei lavori il cliente non possa cambiare idea e quindi chiedere indietro il denaro con ovvi problemi. La caparra ha invece funzione di garanzia, certo come il primo, non dà alcuna conferma che il cliente non possa cambiare idea, ma in caso di problemi avrà un valore maggiore; nelle clausole si può decretare che se il cliente dovesse in qualche modo recedere o non dare seguito ai lavori, perde tutta o parte della caparra. Ecco come funziona fiscalmente: • l’acconto è soggetto all’emissione di fattura con Iva; • la caparra non è assoggettata a Iva nel momento in cui per accordo tra noi e il committente si richiede tale somma. L’Iva verrà pagata con l’emissione della fattura complessiva a termine dei lavori.
Importante: nelle clausole contrattuali è bene che sia citata la forma “caparra confirmatoria” o non l’acconto proprio per le ragioni di cui sopra.
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ARMONIA FINANZIARIA
he brutta parola! Indica solo, come già riportato, che entrate e uscite devono essere armonizzate al fine di disporre sempre una somma da gestire, anche per le sorprese.
Nel settore, di norma (aziende artigiane mediopiccole) s’incassa con una dilazione del credito compresa tra i 15 e i 25 giorni massimo, salvo accordi con il cliente. Se anche le uscite hanno la stessa cadenza, nessun problema, ma spesso si paga a pronti una spesa e si incassa ben oltre il periodo citato, perché oltre a tardare nella preparazione, presentazione del conto, si aggiunge ancora una dilazione; ma tutto questo porta a una perdita sul conto economico.
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IL METODO PER VERIFICARE
ome verificare quanto detto sopra? Ecco un metodo: crediti clienti (tutti gli incassi non conclusi) x 365 = giorni di dilazione concessa ai clienti. Totale vendite effettuate. Esempio; se la mia azienda giardinistica sviluppa un lavoro complessivo (vendite) tra realizzazione e manutenzione di € 185.000/anno e ho un credito verso clienti da esigere per lavori conclusi di € 13.500, i giorni di ritardo nell’incasso che concedo a quei clienti sarà di: (13.500/185.000) x 365 = 27 giorni che lascio al cliente per pagare. Se tale valore risulta superiore a quello che abbiamo ottenuto dai fornitori, avremo certamente ripercussioni finanziarie perché, oltre a non disporre di liquidità quando serve, avremo da pagare anche Iva, contributi ecc. senza avere denaro disponibile.
È
QUINDI?
il momento di affrontare il problema e risolverlo. Curate la vostra strategia di incasso, farà solo bene alla attività. “ad erba che spunta denaro incassato”, vecchio adagio dei giardinieri sapienti che sanno bene che quando il tappeto erboso appena seminato nasce, verde, vigoroso, è bene andare all’incasso, perché bastano due giorni senza irrigazione da parte del cliente per avviare contestazioni e incassi problematici. Buon lavoro!
La presentazione delle condizioni di vendita sin dall’inizio è importante per definire il rapporto clientegiardiniere nel modo più trasparente possibile 023
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L’OPINIONE
Il Giardiniere
sapiente «P di Anna Zottola
ietro, mi può aiutare? È urgente riordinare il giardino. Vorrei iniziare a coltivare l’orto. Voglio coltivare la varietà di zucchini Zodiac e la lattuga Brasiliana. Con i miei bambini vorrei anche far crescere in terrazzo il pisello nano». Pietro è il nome – di fantasia – di uno dei tanti giardinieri chiamati dai propri clienti durante il lockdown. Un periodo durante il quale molte persone, chi più, chi meno appassionate di giardinaggio, hanno scoperto nuovi desideri, e valorizzato nuove esperienze. Per esempio, come vivere – per più tempo, e meglio – all’aperto, e come trovare benessere nell’operare con le piante. Comportamenti diversi, che hanno visto abbinare, alle classiche pratiche del giardino, e della manutenzione del terrazzo, la coltivazione di ortaggi e piante da frutta. Non solo per impegnare meglio il tempo, ma per una scelta consapevole: quella di rendere più funzionali i propri
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spazi verdi, per scoprire – e gustare – i “risultati” prodotti con le proprie mani. Riviste e social hanno sostenuto con forza i lettori – “coltivatori” amatoriali o semplici “curiosi” del verde – a cercare nel proprio Giardiniere di fiducia un consulente versatile, in grado di conoscere vita, segreti e miracoli, di altre discipline “complementari” che appartengono al più ampio globo dell’Agricoltura. Nulla di nuovo, vorrei scrivere, soprattutto se pensiamo alla storia del Giardino. Ricordiamo lo sviluppo, nel Medioevo, dei giardini monastici, nei quali si accostavano specie con significato religioso alla coltivazione di erbe medicinali. Per arrivare, fino alla seconda metà del 1600, a quello che si ritiene uno dei parchi più belli del mondo, il Parco di Versailles. Il progetto e la realizzazione si deve all’ingegno, e alla competenza, del giardiniere architetto Le Notre che, da un terreno ingrato, riuscì a creare geometrici parterre coltivati a fiori e verzure, allo scopo di sorprendere i nobili ospiti di Luigi XIV, il Re Sole. Arrivando ai giorni nostri, assistiamo a moderne progettazioni di verde urbano, come il grande Orto-Giardino di City Life, che “trasferisce” la campagna nel cuore di Milano, per assolvere a importanti funzioni socio-ambientali. Le epoche e la storia talvolta ritornano. I nostri amati, o forse “santi” Giardinieri, dovranno sempre più – in futuro – ricercare tra i fornitori alcune varietà “esotiche” di ortaggi, per esempio l’antica varietà di Cetriolo limone o la miracolosa selezione blu di Pomodoro “J&L” ricca di antociani. Soprattutto, dovranno conoscere – e saper condividere con tutti i loro clienti – i consigli per una corretta coltivazione, tale da rendere unica, e ancora più gustosa, l’esperienza del consumo a tavola. Come sempre, il cliente ci metterà a dura prova, e questo ci conferma quanto scritto nello scorso numero: non interrompiamo mai la passione per lo studio e la ricerca.
2000-2020
da vent’anni coltiviamo la qualitĂ
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