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Uno studio condotto dall’Università di Bologna ha rivelato come sono cambiate le piante che crescono nel centro del capoluogo emiliano negli ultimi 120 anni. Le specie sono quasi triplicate ed è raddoppiato il numero di quelle aliene. A voi i dettagli di Irene Nuvola, foto di Alessandro Alessandrini
Bocca di leone (Antirrhinum majus).
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n interessante studio condotto da un gruppo di ricercatori dell’Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, poi pubblicato su Scientific Reports, rivista del gruppo Nature, ha rivelato come sono cambiate le piante che crescono nel centro del capoluogo emiliano negli ultimi 120 anni. Come? Mettendo a confronto un catalogo botanico di fine Ottocento con la nuova mappatura realizzata dai ricercatori stessi. Ecco qui per filo e per segno i dettagli emersi.
FLORA CAMBIATA RADICALMENTE
Partiamo dalla fotografia attuale: nel periodo preso in esame le specie verdi dentro la cerchia delle
Canale delle Moline, Bologna.
mura sono quasi triplicate. Ad aumentare però sono state soprattutto quelle aliene a discapito di quelle originarie del territorio. Ora facciamo un passo indietro. Nel 1894 al botanico bolognese Lucio Gabelli venne l’idea di creare un catalogo delle piante che crescono in città. Così iniziò ad attraversare in lungo e in largo il centro storico di Bologna – all’epoca ancora cinto dalle mura medievali – registrando le specie vegetali che incontrava sulla sua strada: quelle che animavano i giardini, quelle che crescevano ai bordi delle carreggiate, quelle che spuntavano tra le crepe dei muri. A un certo punto trovò persino un Heliotropium amplexicaule, un eliotropio purpureo, originario del Perù e arrivato fino al cuore dell’Emilia. Come detto, l’esperimento è stato
Biodiversità e sp 54
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