PROGETTAZIONE COSTRUZIONE GESTIONE E MANUTENZIONE PROFESSIONALE DEGLI SPAZI VERDI
giardiniere N° 032
IL
Gennaio – Marzo 2022
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In copertina Domenico Maschi di Idea Verde Maschi, nato e cresciuto tra le piante e i giardini
LA NUOVA RIVISTA PER IL GIARDINIERE FOCUS INNOVAZIONE Panoramica di prodotti pensati per agevolare il lavoro
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A
EDITORIA LE
Anno nuovo, vita nuova… O meglio, rinnovata. È con questo spirito che ILgiardiniere è pronto ad affrontare il 2022, per raccontare al meglio un settore in continua evoluzione, che dovrà essere pronto ad affrontare sfide importanti, da quelle legate alla sostenibilità a quelle che implicano la continua innovazione. E così IL giardiniere si sdoppia: giornale cartaceo più magazine digitale - IL giardiniere SMART SMART, con contenuti multimediali e inediti (primo numero a marzo). In tutto 11 numeri, per un’informazione sempre più puntuale. LA NUOVA RIVISTA PER IL GIARDINIERE
Ma le novità partono già dal numero che state leggendo, con l’introduzione di ben sei nuove rubriche. Andiamo con ordine. A pagina 8 una firma speciale, quella di Francesco Ferrini, professore di Arboricoltura e coltivazioni arboree all’Università di Firenze e presidente del Distretto Vivaistico-Ornamentale di Pistoia, con il suo “Glossario verde”: su ogni numero, la spiegazione di un vocabolo che ricorre tra i professionisti del verde, per fare luce sulle parole corrette e mettere in ombra quelle che creano scompiglio. E poi una spazio fisso dedicato a giovani e giovanissimi, “New generation”, che ci aiuterà ad avere uno sguardo verso il futuro. A pagina 18 trovate la testimonianza di Lorenza di Marco, una giovane architetta del paesaggio, che ci ha raccontato del nostro settore, del suo percorso e delle sue ambizioni, tra sensibilità e legame con la sua terra. Un’altra nuova firma è quella dello Studio Urka, composto dagli architetti del paesaggio Lavinia Raccah ed Edoardo Carconi, che si occupa di progettare e realizzare spazi esterni per committenza pubblica e privata. “Prima e dopo” il nome della loro rubrica, che con un approccio molto pratico, su ogni numero ci presenteranno una problematica e la soluzione adottata per risolverla. Andando avanti, poi, troverete uno spazio fisso dedicato ai libri, uno alla sostenibilità, uno al verde sociale. E queste sono solo le novità. Il prossimo appuntamento, a marzo, sarà con il primo numero de IL giardiniere SMART SMART, il magazine digitale, distribuito tramite newsletter, con contenuti diversi dalla rivista cartacea, che tratteranno temi pratici e con un approccio diretto: tema-soluzione (per riceverlo scrivi a: info@laboratorioverde.net). E allora, sulla scia di questo rinnovamento, vi auguro una buona lettura! di Francesco Tozzi
N°032
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© Sandro Degni.
LA RIFLESSIONE
LE DIMENSIONI NON CONTANO La semplicità è la forma della vera grandezza. di Sandro Degni
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Francesco De Sanctis
olti anni fa durante una riunione con alcuni giardinieri si cominciò a discutere su attrezzature varie, mezzi di trasporto e dimensioni dei lavori, e in maniera molto curiosa mi resi conto che tutto quello che era gigante faceva assumere al professionista un certo peso, al contrario lo faceva sentire poco più di un hobbista. Ovviamente da che parte stavo lo potete immaginare, da quella di chi a dispetto del “giga” preferiva il “mini” o comunque il piccolo e contenuto. Ricordo ancora l’appunto di un collega che mi disse che senza un grosso furgone non potevo nemmeno essere annoverato nell’olimpo dei giardinieri. Per un po’ di tempo ho creduto a questa fragile teoria, anche perché la formazione scolastica giardinieristica oltre a dare validi principi e basi per il futuro, a pensarci bene, faceva passare questo tipo di concetto: lavoroni grossi, mezzi grossi, strumenti grossi. Ma da ormai lungo tempo, per
me la semplicità è la vera forma di grandezza: la semplicità in giardino è la base per poter fare grandi realizzazioni e ottenere risultati eccellenti. Il concetto che esprime la frase less is more dovrebbe essere il punto di partenza di molti progetti: puntando su piccole realizzazioni, che molti reputano essere antieconomiche, dimostriamo la nostra capacità di visione futura di uno spazio verde, sia esso un giardino o un terrazzo. Quando affrontiamo un piccolo progetto non Q siamo meno bravi di chi realizza grandi spazi o progetti faraonici e quotati, anzi, dobbiamo avere la capacità di prevedere con margini di errore ridotti quello che accadrà in futuro. Si lavora di cesello. Insomma, è il fascino del micromondo, quando guardiamo nel microscopio restiamo sempre molto affascinati e stupiti di quello che riusciamo a vedere e non immaginavamo. Le dimensioni non contano: un piccolo spazio
Il Giardiniere deve uscire dall’ottica del “grande”, inteso spesso come unico momento edificante della propria professione, e accettare che per crescere, la realizzazione e l’interesswe verso piccoli spazi sono una vera e propria palestra formativa 6
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Il Giardiniere deve uscire dall’ottica del “grande”, inteso spesso come unico momento edificante della propria professione, e accettare che per crescere, la realizzazione e l’interesse verso piccoli spazi sono una vera e propria palestra formativa. Una delle difficoltà di molti giardinieri, per esempio, è l’incapacità di proporre ai clienti piante e fiori meno appariscenti per forme e colori, ma sicuramente più interessanti da un punto di vista della texture delle foglie, oppure per il profumo o, ancora, per la produzione di infiorescenze, bacche, spighe o pannocchie di dimensioni ridotte. E questo perché si tratta di particolari nascosti che vanno cercati, che possono essere notati solo sviluppando una certa curiosità. Pensate al fiore del calicanto, piccolo,
fiorito ancora nella stagione fredda e con la capacità di farsi sentire da una lunghissima distanza; o immaginate la Sarcococca, esempio palese che le dimensioni non sono così importanti; e, con orgoglio e presunzione, lo fa notare senza nessun problema, sfacciata come solo lei può essere. Lee dimensioni non contano, la natura ce lo insegna molto bene in tante occasioni quindi perché mai dovremmo sentirci superiori? Amate i piccoli spazi, giocate con loro, divertitevi a fare incastri e provare e riprovare, imparerete dai vostri errori e diventerete dei maestri quando, finalmente, avrete davanti il progetto della vostra vita: quello enorme, da affrontare con il camion gigante, usando attrezzi grandissimi. In fondo, in fondo, perché facciamo questo lavoro? Solo ed esclusivamente perché siamo rimasti dei giovani uomini e delle giovani donne che giocano con mille attrezzi senza che nessuno ci dica niente…
© Sandro Degni.
© Sandro Degni.
di qualche metro quadrato può diventare un capolavoro al pari di un grande terrazzo o giardino, ma questo dipende solo da noi; significa lavorare con piccoli accorgimenti, leggere modifiche, usare un pennello dalla punta fine che ci aiuti a dosare il colore invece che rovesciarlo tutto insieme per poi stenderlo in maniera grossolana.
GLOSSARIO V ERDE
pino domestico vs pino marittimo la confusione regna sovrana Su ogni numero, la spiegazione di un vocabolo N che ricorre tra i professionisti del verde. Per fare luce sulle parole corrette e mettere in ombra quelle che creano scompiglio di Francesco Ferrini
egli articoli dei quotidiani e un po’ in tutti i media, tradizionali o meno, si trova spesso citato il pino marittimo (Pinus pinaster) quando invece ci si riferisce al Pino domestico (Pinus pinea). Non solo, se digitate “pino marittimo” su Google, appare subito l’immagine del Pinus pinea insieme anche a quella del Pinus pinaster. Facciamo chiarezza.
Pino domestico s. m. [lat. scient. Pinus pinea] – Produce i pinoli, presenta pigne lunghe 8-15 cm, ovoidali e grandi, ed è un’icona del paesaggio mediterraneo con il tronco relativamente breve in natura e la sua caratteristica chioma globosa “a ombrello”, così bella da essere insignito dell’Award of Garden Merit da parte della Royal Horticultural Society. Pino marittimo s. m. [lat. scient. Pinus pinaster pinaster] – Molto diverso dal pino domestico, ha un portamento conicopiramidale e presenta l’ago più lungo e pungente, la pigna più piccola, stretta e allungata. È una specie che vive in climi più oceanici, potendo interessare areali più elevati, e spesso è utilizzato in vasti rimboschimenti. P Flora nell’affresco rinvenuto durante gli scavi archeologici dell’antica città di Stabiae, l’odierna Castellammare di Stabia, conservato al Museo Archeologico Nazionale di Napoli (fonte Wikipedia).
COME RICONOSCERLI In genere nel pino domestico la corteccia si presenta di colore grigio scuro, spessa e fessurata in colorazioni rossastre, mentre è spessa con grosse placche verticali e di colore più grigiastro nel pino marittimo. I due pini possono essere riconosciuti anche stropicciando gli aghi fra le mani e annusando l’odore emesso, che ricorda quello dei pinoli nel pino domestico, mentre è intenso e aspro nel pino marittimo.
Dèi in giardino di Sandro Degni Visto che ci stiamo lasciando l’inverno alle spalle, la prima divinità che andiamo a conoscere è Flora, la dea romana e italica della primavera. Dea che, secondo il poeta romano Ovidio, corrisponde alla figura greca di Clori. La mitologia racconta che un giorno, mentre Flora passeggiava per i campi, fu avvicinata da Zefiro, il vento della primavera, che se ne innamora immediatamente, la rapisce e la sposa. E come dono d’amore, le dà la possibilità di regnare sui fiori dei giardini e dei campi coltivati. Flora, in genere rappresentata con una ghirlanda di fiori sul capo, è legata all’immagine della freschezza e della rigogliosità. La dea, in antichità, veniva celebrata durante i Floralia, giochi a lei dedicati tra aprile e maggio, particolarmente allegri e lascivi.
COVER STORY
14
Giardinieri si nasce di Daniela Stasi
NEW GENERATION
18
Il cantiere
21
Le regole per fare “goal”
26
Nuove visioni
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Il territorio, trama e promessa di R Rachele Pozzato
di R Rachele Pozzato
Prima & Dopo. Paradiso in città
di Lavinia R Raccah ed E Edoardo Carconi
30
SOLUZIONI
di Valerio Pasi
Sottobosco urbano di R Rachele Pozzato
36
Energia e precisione
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Semplice come un’app
40
Modelli celebrativi
41
FOCUS INNOVAZIONE
45
Il colore della rinascita
46
Senza pensieri
47
La natura protagonista
48
Eleganza funzionale
50
In sicurezza, ma con stile
di M Margherita Wotton di Viola Delfino di IIrene Nuvola
di Anita Cavalli
di R Rachele Pozzato
di E Emma Colombo di Margherita Wotton di E Emma Colombo
di Margherita Wotton
gestione
SOMMARIO N°032
56
La redazione in classe
58
Per i sensi e per la memoria
60
L’importanza delle parole
62
Un tesoro per il terreno
66
A conduzione naturale
di Daniela Stasi e Francesco Tozzi di G Giovanna Cutuli di R Rachele Pozzato
testo e foto di F Federico Fagan di Daniela Stasi
N˚ 032 GENNAIO / MARZO 2022 DIRETTORE RESPONSABILE Francesco Tozzi / f.tozzi@laboratorioverde.net RESPONSABILE EDITORIALE Daniela Stasi / d.stasi@laboratorioverde.net
sCOPERTE
COLLABORATORI Jessica Bertoni, Lucio Brioschi, Edoardo Carconi, Anita Cavalli, Emma Colombo, Giovanna Cutuli, Sandro Degni, Viola Delfino, Federico Fagan, Francesco Ferrini, Stefania Medetti, Irene Nuvola, Valerio Pasi, Rachele Pozzato, Lavinia Raccah Margherita Wotton, Anna Zottola
68
Vibrazioni tropicali
70 72
Incanto cangiante di SStefania Medetti
75 76
PRODUZIONE E SEGRETERIA Katiuscia Morello / k.morello@laboratorioverde.net
Fioriscono e rifioriscono
PROMOZIONE E SVILUPPO Matteo Ragni / m.ragni@laboratorioverde.net Stefano Carlin / s.carlin@ laboratorioverde.net
di Margherita Wotton
L’uomo che pianterà gli alberi
Buono di natura
di Daniela Stasi, foto di R Rachele Pozzato
GRAFICA Testo&Immagine snc / testoeimmagine@fastwebnet.it
STAMPA Ciscra spa, Via San Michele 36, Villanova del Ghebbo (RO)
06
La riflessione
Flortecnica e vivaismo, periodico mensile registrato presso il Tribunale di Piacenza n. 275 del 8/03/1977 – n. R.O.C. 15/171. Spedizione Posta Target Magazine autorizzazione LOMBARDIA/00202/02.2014/CONV.
08
Glossario Verde
52 54
News a cur cura di Rachele Pozzato
78 80
AMMINISTRATORE UNICO Francesco Tozzi
Ieri & Oggi
SEGRETERIA GENERALE Katiuscia Morello
82
L’opinione
05
di Francesco Tozzi di SSandro Degni di F Francesco Ferrini
Libreria
Prontuario
di Jessica Bertoni di Anna Zottola
UNIVERSO IL giardiniere Chi siamo, cosa facciamo e le info utili per entrare in contatto con noi
e d i z io n i
Editoriale
DIREZIONE, REDAZIONE E AMMINISTRAZIONE Edizioni Laboratorio Verde srls, via E. Cosenz 35, 20158 Milano Tel. +39 02 4244 8445 info@laboratorioverde.net | www.laboratorioverde.net
rubriche
12
IN REDAZIONE Alice Nicole Ginosa
Laboratorio
verde
Casa editrice specializzata nei settori florovivaismo, garden e interior
Edizioni Laboratorio Verde srls edita i seguenti prodotti: • GreenUp • Flortecnica e vivaismo • Agenda del Verde • I Quaderni di greenup • Calendario del Verde Rappresentante e collaborazioni: • floorewall.com Edizioni Laboratorio Verde srls, titolare del trattamento dei dati relativi ai destinatari della presente pubblicazione, informa che le finalità di tale trattamento sono rivolte a consentire l’invio della presente rivista, e/o altre di propria edizione, allo scopo di agevolare l’aggiornamento dell’informazione tecnica, nonché alle operazioni necessarie alla gestione amministrativa e contabile dell’abbonamento. Edizioni Laboratorio Verde srls riconosce e garantisce ai medesimi destinatari i diritti di cui all’art. 7 del D.Lgs. 196/03.
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Le nostre firme
N° 032
IL
Gennaio – Marzo 2022
Sandro Degni
*
In copertina Domenico Maschi di Idea Verde Maschi, nato e cresciuto tra le piante e i giardini
Francesco Ferrini
Valerio Pasi LA NUOVA RIVISTA PER IL GIARDINIERE FOCUS INNOVAZIONE Panoramica di prodotti pensati per agevolare il lavoro
NOVITÀ + pagine + rubriche +
contenuti
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N°032
R giardiniere professionista di lunga data, esperto di terrazzi e spazi urbani R Professore di Arboricoltura e coltivazioni arboree all’Università di Firenze e presidente del Distretto Vivaistico-Ornamentale di Pistoia, accademico e divulgatore scientifico R agronomo specializzato principalmente in verde ornamentale e pianificazione del territorio per gli aspetti legati all’agricoltura e alle foreste
Sara Lavinia Raccah ed Edoardo Carconi R architetti del paesaggio, anime dello Studio Urka di Roma Anna Zottola R agronoma con esperienza di ricerca, docenza e gestione della Scuola di Minoprio; oggi si occupa di consulenza per progetti di formazione e sviluppo del verde
COV ER STORY
Domenico Maschi ha seguito le orme del padre e oggi è responsabile giardini dell’azienda di famiglia.
Giardinieri È il caso di Domenico Maschi, responsabile giardini dell’azienda di famiglia, la cremonese Idea Verde Maschi. Nato nella natura, il giardinaggio professionale non poteva che essere la sua strada maestra di Daniela Stasi TEMPO DI LETTU R A: 5 minuti
L
a voce di Domenico Maschi, anche se filtrata dal telefono, mi giunge subito come un vento calmo, di quelli che, in alta quota scacciano le nuvole, ma che ad altezza uomo, anziché scompigliare i capelli, hanno il potere di placare gli animi e di trasmettere una grande passione e professionalità. Ancora prima di iniziare l’intervista, ci tiene a dirmi che è giardiniere da sempre, che è nato tra le piante e le ha scelte come teatro per la sua vita professionale. Domenico, infatti, insieme alla sorella Mara (che abbiamo avuto il piacere di intervistare qualche mese fa per la rivista greenup, ndr) e al fratello Michele, rappresentano la seconda generazione di Idea Verde Maschi, l’impresa di famiglia fondata dal padre a Gadesco-Pieve
Chi è responsabile di un’impresa deve
valorizzare le competenze dei collaboratori e, in maniera specifica, seguire le predisposizioni di ciascuno 14
N°032
Delmona, in provincia di Cremona. L’azienda ha una fisionomia delineata e al suo interno propone attività ben diversificate, che vanno dal garden center ai mercati rionali (approfondimento nel box “Storia da raccontare”). Domenico, di formazione agronomo, è responsabile della parte di impresa che si occupa della manutenzione e della realizzazione di spazi verdi. Coordina una decina di giardinieri, muovendosi con competenza tra tutte le fasi di lavoro. Ecco cosa ci ha raccontato sulla sua visione del giardinaggio professionale. Domenico tu e i tuoi fratelli siete letteralmente “sbocciati” nella natura. Perché hai deciso di continuare l’attività di famiglia anziché prendere altre direzioni? La natura è sempre stata intorno a me, i lavori di giardinaggio hanno accompagnato e scandito tutta la mia vita, per me è stato un percorso naturale, non ho mai pensato di fare altro. Come definiresti il mestiere di giardiniere? Per me quello del giardiniere è il più bel lavoro che si possa fare. Certo, a volte ci si inzuppa, ma
Alcuni dei lavori realizzati da Idea Verde Maschi.
Per saperne di più visita il sito ideaverdemaschi.com
si nasce la possibilità di stare all’aria aperta è impagabile. Personalmente oggigiorno trascorro la maggior parte del mio tempo a gestire le squadre e a visitare i cantieri, sono poi miei collaboratori che svolgono fisicamente il lavoro di giardiniere.
Q è la tipologia di lavori di cui vi occupate Qual maggiormente? Ci occupiamo sia di manutenzione che di realizzazione. Giusto per fare degli esempi, curiamo la manutenzione del verde per un supermercato, una casa di riposo, un centro sportivo, alcune aziende e per numerosi privati che ci conoscono tramite il garden center. Anche la progettazione e la realizzazione sono una parte consistente del nostro lavoro: una delle mie collaboratrici fisse è una paesaggista, e mi avvalgo anche della collaborazione di un altro paesaggista libero professionista. Oltre alla progettazione in senso stretto, inoltre, ci occupiamo di una serie di altri lavori satelliti, dalle consulenze a studi di architettura a opere di forestazione e di compensazione ambientale.
V occupate solo di giardinaggio o anche Vi di lavori complementari, dagli impianti di irrigazione alla pavimentazione? La nostra scelta è di svolgere un lavoro di puro giardinaggio, ci occupiamo delle piante e della lavorazione del terreno. Per tutti i lavori STORIA DA RACCONTARE Il padre dei fratelli Maschi, fondatore dell’impresa di famiglia, ha mosso i primi passi nel lavoro vendendo sementi nelle cascine. Quando poi è cambiata la normativa in materia, ha avuto la lungimiranza di reinventarsi vendendo piante e fiori, prima nei mercati, poi aprendo il garden center e man mano ampliando l’attività. Oggi l’azienda conta anche 600.000 mq di vivaio di piante ad alto fusto e 500.000 mq di campi adibiti a monocoltura ed è attiva in ben quattro mercati rionali a settimana.
Lavorate solo nel cremonese? No, il nostro principale raggio di azione è collocato tra le province di Parma, Mantova, Brescia, Cremona e Piacenza. Ma ci muoviamo ovunque ci richieda la committenza: ci è capitato di seguire lavori importanti anche all’estero e in altre parti d’Italia. N°032
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COV ER STORY
Reputo che oggi ci sia sempre meno spazio per le improvvisate: con il crescere delle nuove varietà, ci vuole maggiore conoscenza delle piante, conoscenza che non si apprende in un giorno e che è un processo infinito Sei un giardiniere e vuoi raccontarci la tua storia? Scrivi a
Hai citato la conoscenza, che peso ha per te la formazione? È fondamentale, ci sono esempi positivi di scuole che formano giardinieri professionisti, ma sono ancora troppo poche. C’è ancora tanta storia da scrivere.
d.stasi@laboratorioverde.net
complementari ci avvaliamo di imprese con cui collaboriamo da anni. Per noi questo aspetto è importante, è una questione di competenza: ciascuno acquisisce esperienza e manualità nei lavori che fa quotidianamente, e per una questione di professionalità – e di rispetto nei confronti del cliente – è giusto rivolgersi a chi è specializzato in quella determinata attività. Secondo te come si evolverà in futuro il mestiere del giardiniere? Qual è la tua visione? Oggi, più che mai, è aumentato a dismisura il bisogno di verde, c’è molta più sensibilità. Ho una visione rosea per il futuro del giardiniere, anche perché le persone amano sempre di più le piante ma hanno sempre meno tempo per occuparsene; quindi la necessità di professionisti è sempre più impellente. Però, a fronte di un aumento del lavoro, il mestiere di giardiniere sarà sempre più schizofrenico: abbiamo perso la pazienza di aspettare l’evolversi delle stagioni, oggi siamo chiamati a intervenire ogni mese dell’anno con piantagioni e operazioni forzate. Ma anche in questi casi tutto sta alla professionalità del giardiniere, per far comprendere al cliente che le piante sono esseri viventi bisognosi di cure. Reputo che oggi ci sia sempre meno spazio per le improvvisate: con il crescere delle nuove varietà, ci vuole maggiore conoscenza delle piante, conoscenza che non si apprende in un giorno e che è un processo infinito.
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Cosa rappresenta per te idealmente essere un giardiniere? Essere un giardiniere significa avere la fortuna di dare vita ai progetti e ai sogni delle persone. Si tratta di una figura professionale sicuramente cambiata rispetto al passato: le normative sono aumentate, i corsi di aggiornamento tra cui poter scegliere sono molti e diverse associazioni stanno proponendo percorsi formativi decisamente interessanti. Per chi è responsabile di un’impresa di giardinaggio è importantissimo valorizzare le competenze dei collaboratori e, in maniera specifica, seguire le predisposizioni di ciascuno: all’interno del personale, infatti, c’è chi è più vocato a fare una cosa, e chi un’altra. Infine, essere un giardiniere significa anche passare del tempo dietro la scrivania, che è una parte integrante del lavoro. Q Quali sono le priorità nel giardinaggio professionale? L’estetica, il rispetto della natura, il L soddisfacimento dei desiderata dei clienti, la normativa, la salubrità e il benessere sul posto di lavoro, la sicurezza dei cantieri: sono tutti aspetti in egual modo importanti, che vanno a costituire l’alchimia del lavoro del giardiniere. Q Quali sono i tuoi punti di forza e quelli della tua azienda? La mia azienda è in grado di soddisfare qualsiasi esigenza, direttamente o tramite le aziende con cui collaboro. Inoltre, ho la grande fortuna di avere le piante in vivaio, e quindi di poterle far toccare con mano ai clienti: è già un’emozione scegliere la pianta, ancora prima di iniziare i lavori. Per quanto mi riguarda, m’impegno a creare il giusto mix nelle squadre affinché possano svolgere il lavoro al meglio.
NEW GENERATION
Il territ territo trama e pro Il passaggio generazionale è un momento cruciale in tutti i settori. Lorenza di Marco è una giovane architetta del paesaggio, che ci ha raccontato della sua professione, del suo percorso e delle sue ambizioni, tra sensibilità e legame con la sua terra di Rachele Pozzato
Un dettaglio del complesso sistema di aiuole tra il municipio e la chiesa di Pineto, realizzate come parte di un unico giardino e con intensi contrasti di colore.
TEMPO DI LETTU R A: 3 minuti
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orenza ha aperto le danze per questa nuova rubrica, New Generation, e lo stesso, ho poi scoperto in questa chiacchierata, aveva già fatto nel suo lavoro: riscoprire la sua terra grazie alla sua professione, e spesso viceversa.
Come è avvenuto il tuo incontro con il verde? Il mio percorso è stato molto naturale e spontaneo. Ero una bimba “atipica”, mi annoiavano la TV o i giochi classici, e papà era agronomo: il mio gioco preferito era andargli dietro, quindi al momento di decidere che strada prendere non ci ho dovuto
t torio,
o messa
pensare molto. Ho poi iniziato architettura, ma la mia attenzione già dai primi progetti era rivolta al mondo del verde. Mi è capitato di rifare da capo progetti perché prevedevano la potatura di un albero! La mia “famigliarità” con questo lavoro non è un caso. Dopo gli studi ho fatto una breve esperienza in uno studio, ma quasi subito mi sono buttata nel lavoro indipendente. Al momento cerco di collaborare il più possibile con i giardinieri, ho iniziato così. Piano piano ho iniziato a lavorare insieme ad architetti, ma mi sto instradando su vari fronti. Principalmente progetto giardini e terrazzi, ma il bello del mio lavoro è la varietà degli incarichi: con un’azienda agricola sto progettando i tracciati dei vigneti, questa occasione in particolare la devo alla mia zona. Sono originaria di Pineto, un piccolo paese vicino a Pescara, in Abruzzo: anche la provenienza ha inciso, perché la mia è una “città giardino”. Pineto è nata negli anni Trenta e prende il nome dalla pineta litoranea che un luminare aveva fatto piantare lì in quegli anni. L’attenzione al verde è un aspetto a cui sono abituata da sempre. La mia non è una professione molto richiesta qui, ai tempi dell’iscrizione all’albo qualche anno fa ero solo la seconda. Questo mi permette, quindi, oltre ad avere meno concorrenza, di applicare le mie competenze in aspetti satelliti di questo settore. Q è il tuo progetto dei sogni? Qual Nel mio progetto dei sogni non conta tanto l’imponenza o la grandezza, la dimensione non mi conforta più di tanto. Quello che sogno per la mia
L’IDENTIKIT
carriera, e un po’ penso di riuscirci, è avere un interlocutore sensibile, un cliente che mi permetta di esprimere la mia professionalità e competenza al 100%. Uno spazio di cui non mi Visita il profilo interessa l’estensione, ma fruibile da Instagram dello studio LAR un pubblico consapevole. Penso sia per più info! comune nel mio settore “combattere” con le richieste che arrivano dai clienti. Io cerco di far passare il messaggio che la realizzazione di uno spazio verde non deve ottenere solo qualcosa di bello, ma anche di utile. Il mio sogno lavorativo prevede una committenza che si fidi, oltre che del mio senso estetico, della mia attenzione agli ecosistemi e all’equilibrio naturale. Come ti vedi tra dieci anni? Tra dieci anni spero di essere proprietaria di un T vivaio. Mi piacerebbe moltissimo vedermi sempre più indipendente, sostenendo il mio lavoro e i miei progetti con piante prodotte da me. Il mondo del tuo lavoro è come te lo aspettavi, quando hai intrapreso questo percorso? L’università secondo me sotto questo aspetto non L aiuta molto: quando inizi poi a lavorare la realtà è sempre un po’ più ruvida. La mia fortuna è stato il lavoro di mio papà: grazie alla sua professione, crescendo, ho avuto modo di vivere l’ambiente da vicino, questo mi ha permesso di non ricevere nessun colpo forte. C’è ’è una differenza nell’approccio al lavoro della tua generazione di giovanissimi e quelle precedenti? Sicuramente icuramente sì. Non so se i miei coetanei condivideranno in toto, ma secondo me noi, della mia generazione, siamo un po’ più flessibili, elastici nei processi. Se un cliente cambia idea all’ultimo, per esempio, abbiamo la prontezza di ricontattare subito il
Lorenza Di Marco, 30 anni, architetto paesaggista. Studia Scienze dell’Architettura al Politecnico di Milano e, a seguire, Progettazione delle Aree Verdi e del Paesaggio al corso di laurea magistrale interateneo tra Università di Milano, Università di Torino, Politecnico di Torino e Università di Genova. Vive e lavora in Abruzzo, terra natìa, dove ha fondato lo studio di architettura del paesaggio LAR.
NEW GENERATION Uno degli ingressi principali di Masseria della Madonna a Pineto in fase di realizzazione, dove il paesaggio è definito da vigneti e oliveti.
professionali che hanno ancora competenze più generali, affinate magari con l’esperienza. Nel tuo caso, la giovane età è stato più un vantaggio o un ostacolo? Inizialmente, senza dubbio un ostacolo! Ti scavalcano con nonchalance perché sei giovane. La mia tattica consiste nel lavorare a testa bassa, consapevole delle competenze, della professionalità e delle conoscenze di cui sono dotata e che non smetto mai di cercare di aumentare. Cerco di mantenere sempre un clima di rispetto, anche quando è una fatica, e ho scoperto essere l’unico modo per farsi riconoscere dei meriti in questo settore, ma penso valga per tanti lavori.
Grandi vasi metallici definiscono una serie di spazi e utilizzi di questo terrazzo, rendendo la grande macchia di Lagerstroemia indica visibile anche dai punti più lontani del giardino in cui è immersa la villa.
fornitore e riorganizzare le cose, senza fossilizzarci come capita a colleghi più grandi. Mi capita di riscontrare in alcuni professionisti un po’ di rigidità, forse è questa la differenza sostanziale. Poi, per fortuna, noi facciamo parte di quella generazione che ha il lusso di scegliere il lavoro che vorrà fare, quindi gli studi a monte sono già piuttosto specifici, mentre spesso mi capita di trovare figure
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Che consiglio daresti a un giovane che vuole diventare architetto del paesaggio? La prima cosa da fare è chiedersi se c’è la sensibilità di base, l’attitudine che serve a fare questo lavoro. Non si può praticare con un approccio troppo commerciale. È un lavoro che spesso viene sminuito se messo in vetrina, cosa che capita facilmente con i social. Tanti si approcciano in questo modo sui social, ma sono hobbisti: noi siamo professionisti e il nostro lavoro non si può ridurre a un post o a una storia. Non cascherei troppo nell’aspetto comunicativo di questa professione: secondo la mia personalissima opinione, la cosa migliore è investire in cultura e formazione.
IL CANTIERE | tecniche
Scendiamo letteralmente in campo. E insieme a Fabrizio Ingegnoli, agronomo consulente per diverse società di calcio di Serie A e serie minori, vediamo l’approccio corretto per la gestione del tappeto erboso a uso sportivo di Valerio Pasi
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a tematica del tappeto erboso a uso sportivo, e in particolare a uso calcistico, è di grande interesse per i manutentori del verde. Vediamo quali sono le regole base e il tipo di specializzazione necessario per un corretto approccio con un’intervista a Fabrizio Ingegnoli, dottore agronomo libero professionista e consulente per diverse società sportive di calcio di Serie A e serie minori. Dal campo comunale al campo di Serie A ci sono grandi differenze, tuttavia possiamo trovare delle regole di base che li possono accomunare? Dal punto di vista infrastrutturale, tecnologico e climatico, in effetti, c’è molta differenza tra gli
stadi comunali e quelli utilizzati per il Campionato di Serie A, senza contare che spesso questi ultimi si avvalgono anche di sistemi di rinforzo (orizzonatle o verticale) alla vegetazione. Forse solo l’impianto di irrigazione è più o meno simile tra le due realtà. Una regola che li dovrebbe accomunare sarebbe la tempestività nello svolgere alcune operazioni di
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Un tappeto erboso è spesso accompagnato dal cartello “Vietato calpestare l’aiuola”, per un campo di calcio è esattamente il contrario:
“Fatto per essere calpestato”
Le regole per
fare “goal”
IL CANTIERE | tecniche Nelle foto le operazioni per realizzare il sistema di drenaggio. Secondo gli enti di riferimento, il top soil dovrebbe drenare a saturazione dai 150 ai 660 mm/ora come range.
manutenzione ordinarie, quali il ripristino post partita o allenamento, il taglio con raccolta, le pulizie del cotico e la corretta e attenta gestione dell’impianto irriguo nel periodo estivo. Tutti interventi di basso costo che nell’arco dell’anno si rilevano utili nella prevenzione sanitaria e alla qualità del prato. Se ogni stadio comunale destinasse più risorse alla gestione ordinaria del campo, piuttosto che riporre aspettative solo a operazioni straordinarie, sarebbe molto meglio e più efficace al manto erboso. Q Quali sono le maggiori difficoltà nella corretta manutenzione? Gli stadi sono spesso strutture architettoniche
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di rilievo, in cui nel catino interno non ci sono le condizioni ideali per lo sviluppo delle essenze prative sottoposte a calpestamento (poca luce e alta umidità). Il particolare microclima che si instaura all’interno del catino di uno stadio richiede l’impiego di prodotti agronomici specifici, macchinari dedicati, oltre a uno staff preparato ed esperto in grado di compilare piani biotecnici a stretto raggio temporale (non oltre i 14 giorni). Sempre di più, anno dopo anno, ci si aiuta con la sensoristica, in grado di rilevare in tempo reale valori climatici utili per effettuare una vera e propria “intelligence agronomica” finalizzata a limitare i danni da stress ambientale. Un’altra difficoltà negli stadi è dovuta alla necessità di limitare le operazioni con mezzi meccanici di grosse dimensioni e optare per mezzi a spinta manuale o walk behind per ridurre al massimo i compattamenti nello svolgimento delle manutenzioni, che inevitabilmente richiedono tempi più lunghi o più personale. Se devo trovare una difficoltà sopra tutte è quella che riguarda la reperibiltà di manodopera specializzata per il verde sportivo, il cosidetto “Giardiniere Sportivo”, termine che rende l’idea ma che, a mio parere, è improprio, perché in
GESTIONE ORDINARIA In un campo di calcio il tappeto erboso si taglia più di 100 volte l’anno, così i primi 20 mm di top soil si degradano nell’arco di quattro-cinque partite.
uno stadio non c’è bisogno di un giardiniere: è un contesto, infatti, in cui viene dato poco spazio alla creatività, e un giardiniere di creatività ne ha giustamente molta.
Le operazioni da svolgere sempre post partita o post allenamento, che si tratti di un campo comunale o di un campo utilizzato per il Campionato di Serie A: il taglio con raccolta, le pulizie del cotico e la corretta e attenta gestione dell’impianto irriguo nel periodo estivo.
Q Quanto è influente il substrato sulla durata del tappeto erboso e sulle caratteristiche del gioco? Un top soil per stadio è come l’asfalto per la Formula 1. Diciamo, il corretto bilanciamento tra velocità d’infiltrazione e ritenzione idrica è la chiave del successo. Nel luogo comune, un tappeto erboso è spesso accompagnato dal cartello “Vietato calpestare l’aiuola”, per un campo di calcio è esattamente il contrario: “Fatto per essere calpestato”. I carichi di gioco (calpestamento e trazione) insieme a numerosi passaggi meccanici (si taglia più di 100 volte in un anno!) degradano velocemente l’efficienza del top soil, fino a ridurlo a uno strato molliccio, salino e impenetrabile. I primi 20 mm si degradano nell’arco di quattrocinque partite!
Sotto il profilo prestazionale, il top soil influisce sul rimbalzo, sullo scorrimento della palla oltre che sulla trazione. Secondo gli enti di riferimento (USGA e STRI) il top soil dovrebbe drenare a saturazione dai 150 ai 660 mm/ora come range: vi assicuro che diversi prestigiosi stadi italiani drenano 500 mm/ora, se poi in realtà se non vengono mantenuti nel modo migliore, i primi 20 mm dopo cinque partite si riducono a un film organico quasi impenetrabile ad acqua e aria. Q Qualè il periodo più critico per il prato? Posso essere preciso: uno stadio in Pianura Padana con essenze microterme, soffre tra il 20 luglio e il 15 settembre, c’è di buono che in quel periodo le squadre non giocano spesso. Il periodo peggiore, a mio avviso, è durante i giorni piovosi di novembre e dicembre, è in quel lasso di tempo che si
LE PRIORITÀ • Manodopera specializzata nel verde sportivo • Prodotti agronomici specifici • Macchine dedicate • Redazione di piani biotecnici non oltre i 14 giorni • Utilizzo di mezzi a spinta manuale o walk behind
Se ogni stadio destinasse più risorse alla gestione ordinaria del campo, piuttosto che riporre aspettative solo a operazioni straordinarie, sarebbe molto meglio e più efficace al manto erboso N°032
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Il periodo peggiore per un campo di calcio è durante i giorni piovosi di novembre e dicembre.
distruggono i tappeti erbosi negli stadi (Genova, Torino, Milano e tutta la fascia padana da Alessandria a Udine). Un mix letale di impegni agonistici e piogge autunnali con scarsa forza di penetrazione determina la repentina discesa prestazionale del campo. In quel periodo si forma il “paciugo” destabilizzante per il top soil e per la tenuta degli scarpini, a ridosso dell’inverno la situazione peggiora fino a fine gennaio. Un campo in macroterme, cioè in
Un mix
letale di impegni agonistici e piogge autunnali con scarsa forza di penetrazione determina la repentina discesa prestazionale del campo
gramigna sia seminata che insediata con ibrido vegetazionale (Tifway 419, Latitude 36, Tahoma 31), ha due periodi critici, che si riducono proporzionalmente al ridursi della latitudine: la transizione estiva, cioè l’uscita della gramigna dalla dormienza fino alla chiusura della vegetazione pronta per l’uso calcistico, che comprende circa 70-80 giorni al Nord e 60-70 al Sud; la transizione autunnale, che consiste nel velocizzare la dormienza della gramigna per favorire la comparsa della specie microterma (loietti diploidi, tetraploidi, Loietti multiflorum westervoldicum, Poa trivialis, Poa pratensis, Poa annua, ecc) per ottenere il manto erboso autunno-primaverile. Quest’ultima si svolge sempre con il campionato in corso e si sfruttano le pause della nazionale. Spesso non si riesce a essere in tempo, così in televisione si vedono campi a macchie (spesso nei campi del Sud Italia).
CANTIERE | racconti
Elena Grandi, assessora all’Ambiente e al Verde nominata dal sindaco Sala a Milano, ci ha raccontato i progetti attuali e futuri per la gestione e la cura del verde nel capoluogo lombardo di Rachele Pozzato TEMPO DI LETTU R A: 4 minuti
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n queste pagine emerge quanto il denominatore comune dei prossimi interventi a Milano sia la necessità di rendere gli spazi verdi sempre più connessi tra di loro e accessibili a tutti. Insieme alla fruibilità, al primo posto della lista, ci spiega l’assessora all’Ambiente e al Verde del Comune, Elena Eva Maria Grandi, una manutenzione puntuale ed esperta perché il verde entri finalmente a pieno titolo nella rete dei servizi pubblici. Q è il futuro della figura del giardiniere nella Qual nuova visione del verde del Comune di Milano? Abbiamo fortemente voluto un grosso Abbiamo cambiamento: la manutenzione del verde ormai da molti anni è affidata a consorzi che partecipano a gare per prendere in carica gli interventi con contratti triennali, ma stiamo lavorando per far rientrare questi lavori in house. Sarà possibile grazie a MM Spa, una società interamente partecipata del Comune che creerà un comparto ad hoc di giardinieri e tecnici per farsi carico della manutenzione del verde. Questo comporterà un lavoro dell’assessorato che dovrà mantenere un ruolo di visione e progettazione, lavorando in sinergia con MM in una direzione ambiziosa: fare in modo che il verde e il paesaggio siano riconosciuti come una vera e propria infrastruttura.
Parco Ticinello a Milano.
Elena Eva Maria Grandi, assessora all’Ambiente e al Verde del Comune di Milano.
Faccio riferimento quindi a un verde sempre più connesso a Milano, tutela della biodiversità, depavimentazione dei suoli, connessione tra i parchi della cintura e quelli interni… Tutte azioni che fanno parte della visione dell’assessorato, che in parte c’erano già tra i programmi e le intenzioni delle giunte precedenti, ma che andremo certamente a implementare. I ruoli di professionisti come gli agronomi, i paesaggisti o i botanici saranno fondamentali. A questo vorrei che si aggiungesse la creazione di un vero e proprio tavolo scientifico del verde, a cui possano partecipare non solo professionisti del settore ma anche le varie realtà associative, con cui peraltro già il Comune collabora, e i cittadini stessi. Quello che ritengo sia importante in questa nuova visione del verde è il coinvolgimento della città, nel sentirsi sempre più proprietari di Milano. All’interno di valorizzazione e
Nuove
recupero delle aree verdi la condivisione degli spazi è fondamentale, e deve essere raccontata e svolta con criterio e attenzione. Oltre ai progetti più celebri, come ad esempio ForestaMi, sono in programma interventi pensati ad hoc per problematiche più specifiche del territorio milanese, come la qualità del suolo o il rispetto della biodiversità? Assolutamente sì, in parte già ricompresi in ForestaMi che si sta trasformando nel tempo: non è più un progetto di sola forestazione urbana, ma un collettore in cui immaginare interventi che riguardano innanzitutto il suolo. Lavoriamo in modo diverso: per esempio, una compensazione per l’eliminazione di quattro alberi può essere la depavimentazione di una rotonda in cemento che diventa drenante con prato e cespugli. Immaginare quindi il concetto di verde e spazio aperto con tutte le sue componenti. La permeabilizzazione del suolo è primaria, e lavoreremo in quest’ottica; non è il numero di esemplari, ma la tipologia, la qualità e la fruibilità a fare la differenza. U verde fruibile e con una manutenzione Un puntuale risolve molte problematiche di una città come Milano: dalla sicurezza alle ricadute su benessere fisico e psicologico dei cittadini. Nei prossimi cinque anni i principali progetti riguarderanno un po’ più la periferia? Già qualche anno fa abbiamo fatto una ricerca con una studentessa per la sua tesi di laurea su come il cervello reagisse diversamente quando ci si trova in mezzo a un parco piuttosto che tra palazzi e cemento. E alla luce di studi come questi sono stati ripensati moltissimi spazi a Milano. I progetti che stiamo portando avanti sono diversissimi tra loro: ci sono CityLife e la Biblioteca degli Alberi, ma ci sono anche gli interventi come quello al parco di Rogoredo, che restituisce qualcosa alla città. Quello che era il “fortino della droga” sta diventando un parco più esteso di Parco Sempione, con aree picnic per le famiglie e piste da mountain bike. Vogliamo pensare al verde sia come verde progettato, molto innovativo, sia al verde come parco naturale, con il recupero delle aree e la valorizzazione della
La direzione è ambiziosa: fare in modo che il verde e il paesaggio siano riconosciuti come
una vera e propria infrastruttura
biodiversità e di spazi già esistenti con un impatto e un costo diverso, in una modalità di intervento che ugualmente renda la città fruibile e accessibile per tutti. C’è poi per esempio anche il Parco Forlanini, o ancora quello delle Cave: vogliamo portare a una connessione tra il centro della città e le zone esterne, non solo in termini di collegamento ciclopedonale ma anche ecologico e di biodiversità. Un altro progetto a cui stiamo lavorando, ora in parte fermo per le perplessità anche dei cittadini, è un secondo lotto di interventi sul Parco Agricolo Ticinello che nasce come urbano, ma sfocia poi totalmente in un parco agricolo. Tanti poi sono i progetti finanziati con fondi europei, quindi dovranno essere messi “a terra” in tempi brevissimi per sfruttare al meglio tutte le risorse. ATTENZIONE ANCHE AGLI SVINCOLI AUTOSTRADALI Da quando ha preso avvio il progetto ForestaMi sono oltre 280.000 gli alberi già messi a dimora nel territorio della Città metropolitana di Milano. E nell’ambito di questo progetto recentemente sono diventate isole verdi anche gli svincoli autostradali: le prime aree individuate per la piantagione sono quelle di cintura Sud-Est e Sud-Ovest della città; complessivamente saranno messe a dimora 7.752 piante di differenti specie autoctone di cui 16 arboree e 18 arbustive. «Per la prima volta in Italia un nuovo modo di ripensare queste aree, non più spazi passivi di servizio ma polmoni verdi attivi, utili a migliore la qualità dell’aria e a salvaguardare l’ambiente», sostiene Elena Grandi.
Piantagione allo svincolo autostradale di San Donato.
visioni
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IL CANTIERE | prima&dopo
PARADISO IN CITTÀ TEMPO DI LETTU R A: 3 minuti
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l progetto riguarda un giardino privato a Roma, commissionato da una cliente in cerca di un’attenta progettazione che potesse risolvere le numerose problematiche esistenti. L’esposizione a Sud ha permesso l’impianto di specie erbacee e graminacee, quali: Pennisetum macrorum, Stipa tenuifolia, Echinacea spp. e Achillea spp.; nelle zone
in ombra invece specie quali: Helleborus orientalis, Dryopteris affinis e Anemone hybrida. Sono state inserite, quasi ovunque, specie a bassa necessità idrica, in modo da evitare un eccessivo utilizzo di acqua di rete, a eccezione delle zone in ombra. Il percorso è stato realizzato con un pavimento in grès effetto pietra, così da rendere il tutto più funzionale, rispetto alla situazione iniziale.
Presenza della sola acqua di rete comunale per l’irrigazione.
prima L’idea
Sentirsi sempre in vacanza. Questa l’idea alla base del progetto. Ecco, quindi, un arredo d’esterno bohémien e d’effetto che si unisce ad angoli di verde lussureggiante. Un’area solarium immersa tra le piante, una vasca idromassaggio, un bancone da bar, un’area pranzo annessa a una cucina all’aria aperta e per finire un’area living. Fantastico, non credete?
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Percorso in terra, molto poco funzionale al passaggio pedonale.
Numerose le problematiche esistenti, ma lo Studio Urka è riuscito a risolverle realizzando minimi interventi con il massimo risultato. Et voilà un giardino romano di Lavinia Raccah ed Edoardo Carconi che fa sentire sempre in vacanza
Per saperne di più sul progetto vai al sito studiourka.com
Attenta selezione di specie a bassa manutenzione e necessità idrica in grado di emozionare per la loro bellezza.
dopo Creazione di un giardino terrazzato con annessa realizzazione di un percorso pedonale.
GLI AUTORI Lo Studio Urka, composto dagli architetti del paesaggio Lavinia Raccah ed Edoardo Carconi, con base a Roma, si occupa di progettare e realizzare spazi esterni per committenza pubblica e privata. Tra i punti di forza: un’elevata creatività mista a una sapiente conoscenza tecnica e al non volersi mai accontentare di realizzazioni mediocri.
IL CANTIERE | progetto
Sottobosco Fare coesistere architettura e vegetazione: obiettivo reso possibile da Livingreen al primo piano della sede milanese di Zurich, con la creazione di uno spazio verde dove prima si trovava solo pavimentazione sterile di Rachele Pozzato TEMPO DI LETTU R A: 8 minuti
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a necessità era quella di creare uno spazio di cui poter fruire in diversi momenti: ritrovarsi con i colleghi, per un momento di relax, per lavorare in un ambiente più accogliente. È proprio in quest’ottica che è nato lo Zurich Garden, il giardino pensile della sede di Zurich a Milano, nel quartiere Maciachini, nell’area cittadina di nord ovest. È stato così pensato, progettato e realizzato uno spazio che potesse essere vissuto al massimo, sfruttando tutti i benefici di una pausa nel verde. A conciliare e rendere realtà queste necessità, l’intervento di Livingreen di Paolo Vezzali, su un progetto di Hortensia Garden Design.
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URBANO
Per saperne di più visita il sito livingreensrl.it
IL CANTIERE | progetto
MIGLIORIE NON SOLO ESTETICHE Come si sa, il verde pensile permette di rendere fruibile, trasformando da area sterile a verde, qualsiasi superficie: coperture, tetti, terrazzi, ecc… I vantaggi di queste realizzazioni sono molti, migliorano infatti l’immobile anzitutto dal punto di vista estetico, ma anche delle performance energetiche, grazie alla coibentazione dei volumi interni, che permette raffrescamento passivo estivo e mantenimento del calore in inverno.
Il primo piano della sede, prima della creazione del giardino.
I NUMERI • 10 giorni di lavoro • 8 professionisti della squadra Livingreen • 8 specie scelte • 240 mq di superficie complessiva • 85 mq di superficie verde
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OMBRA ISPIRATRICE
Ci troviamo al primo piano della sede, in uno spazio all’aperto coperto da pilastri, vicino all’accesso dell’auditorium. Proprio dall’ombra creata da questo portico è nata l’ispirazione, facendo di necessità virtù, di ricreare l’ambiente di un sottobosco: questo ha comportato le scelte botaniche, preferendo specie adatte a crescere anche in ombra, tra le quali si snoda un sentiero che sfocia in aree allestite con tavoli e sedie, per lavorare o ritrovarsi. Si tratta di un progetto glocal, poiché affianca specie autoctone a piante glocal “viaggiatrici”. Troviamo la Carex, propria dei sottoboschi che troviamo in provincia di Como, accanto a una specie tipica invece delle foreste russe come la Mahonia. Tra le altre troviamo poi la Convallaria dal Giappone, la Sarcococca dalla Cina e la Pachysandra dalla Corea, affiancate però a specie nostrane come la Vinca o la Dryopteris.
Installazione degli strati tecnici sulla pavimentazione impermeabile preesistente.
UN TOCCASANA PER IL PIANETA Il verde pensile permette di mitigare molti impatti antropici sull’ecosistema: 1) Ripristino del ciclo dell’acqua: con 33 cm di substrato, questi sistemi rilasciano il 10% di acqua, avvicinandosi così all’effetto di regimazione sul ciclo dell’acqua di una superficie vegetata a terra. 2) Riduzione dell’isola di calore urbana: è un sistema molto diffuso in città proprio perché permette di reintrodurre la vegetazione in aree densamente edificate. E le piante permettono di ridurre le temperature dell’ambiente circostante, grazie all’evapotraspirazione e al bilancio energetico, riducendo il rischio di formazione di ozono nei bassi strati e combattendo il mantenimento in sospensione delle polveri sottili. 3) Assorbimento di gas serra: grazie alla fotosintesi, il verde pensile sequestra dall’atmosfera anidride carbonica e nitrati riducendo così l’inquinamento e l’effetto serra. 4) Conservazione della biodiversità: allestendo verde pensile sulle superfici di edifici e costruzioni, si rimette a disposizione della flora e della fauna aree che altrimenti sarebbero gravemente compromesse dal punto di vista ecosistemico. Per essere un intervento davvero impattante è anche necessario, per esempio, prevedere l’utilizzo di piante autoctone e selvatiche, realizzando il verde pensile in modo da metterlo al servizio della connettività ecologica tra gli ambienti circostanti, come avviene per sovrappassi stradali o ferroviari.
L’IMPORTANZA DEL TERRICCIO
L’impianto a subirrigazione, installato sotto i pannelli e con il suo erogatore direttamente nella terra.
La scelta delle specie, in giardini pensili come questo, dipende anche dal peso che può sostenere la soletta: circa 310 chili per ogni metro quadro, corrispondono a 25 centimetri di terriccio di portata. Da questo dipende la scelta di realizzare un giardino estensivo, con prato o Sedum, piuttosto che uno intensivo con piante più grandi, fino ad arrivare ad alberi e cespugli. Nei giardini pensili il terriccio ricopre dunque un ruolo fondamentale, anche nella sua composizione: è detto tecnogenico, prodotto da una miscela di pomici, vulcaniti e
I cordoli in alluminio delle aree del giardino.
La messa a dimora delle piante.
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TRA I DESIDERI DEI CLIENTI E L’EQUILIBRIO DELLA NATURA Livingreen è nata nel 2016 dalla passione e dalla competenza di Paolo Vezzali, agronomo che, dopo anni come lavoratore dipendente, ha creduto nella realizzazione del suo progetto. Con lui collaborano progettisti e realizzatori, per creare giardini in cui desideri del cliente ed equilibrio della natura siano in armonia. Tutti specializzati proprio nel verde pensile, che realizzano più spesso per privati o, come in questo caso, portando a termine i progetti in aziende e imprese. Quelli di Livingreen sono giardini pensili certificati, con impianti di irrigazioni automatizzati e a risparmio idrico, o persino giochi illuminotecnici a supporto e implemento degli spazi realizzati.
torbe, creato appositamente. Si genera così un pH alcalino, poco indicato per piante acidofile, ma con una grande capacità drenante pur mantenendo umidità.
ZERO IMPROVVISAZIONE
La realizzazione di un giardino pensile incontra spesso criticità, specialmente nel campo della logistica: sono necessarie gru, diverse attrezzature e giorni di lavori anche solo per portare il materiale occorrente sul luogo del progetto. In questo caso, per esempio, il portico dove realizzare lo Zurich Garden si trovava al primo piano, dove è stato necessario trasportare tutto il materiale prima di avviare i lavori. Sulla pavimentazione impermeabile preesistente è stato poi possibile installare gli
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strati tecnici, i cordoli in alluminio delle aree del giardino e il terriccio, dove i giardinieri hanno successivamente messo a dimora le piante. Un altro aspetto fondamentale da tenere in considerazione per la realizzazione di giardini pensili sono gli scarichi d’acqua: i tetti sono generalmente pensati per smaltirla e si trovano quindi fori nella soletta o sui bordi. Sotto ai pannelli sta anche l’impianto di irrigazione, che ha poi il suo erogatore direttamente nella terra.
SOLUZIONI
T E C N O L O G I E . I N N O VA Z I O N I . I D E E
macchine
I PLUS • Raggio zero da 107 cm • Compatibile con Arc Lithium da 56 V • 12.000 mq con una singola carica • 72 Ah di capacità • Altezza di taglio da 2,5 a 10 cm • Tre opzioni di sfalcio • Ampio display LCD • Tre modalità di guida con quattro impostazioni • Ruote a profilo antiscivolo • La configurazione da 40 Ah si ricarica in due ore
ENERGIA
E PRECISIONE Z6, l’ultimo trattorino tosaerba a raggio zero Ego Power+, porta nel panorama delle macchine da giardinaggio molte innovazioni, con un occhio di riguardo all’ambiente. Da segnalare, la capacità di tagliare fino a 12.000 mq con una singola carica di Margherita Wotton
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l nuovo trattorino tosaerba a raggio zero alimentato a batteria di Ego Power+, in Italia distribuito come tutti i prodotti Ego in esclusiva da Brumar, si caratterizza innanzitutto poiché raggiunge le prestazioni di un tosaerba a benzina da 22 cv, grazie alla compatibilità con la piattaforma di batterie Arc Lithium da 56 V. Oltre alla potenza, la grande innovazione apportata
con lo Z6 è la durata delle batterie: grazie alla capacità fino a 72 Ah e alla tecnologia Peak Power Technology di Ego, con una singola carica si possono tagliare fino a 12.000 mq, consentendo peraltro di montare a bordo fino a sei batterie.
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Per la ricarica delle batterie, lo Z6 impiega un caricabatterie particolarmente veloce che consente di caricare contemporaneamente fino a 6 batterie ARC Lithium da 56 V. Una tipica configurazione da 40Ah si ricarica in sole due ore.
regolabili con una mano grazie all’impugnatura ergonomica. Il comfort è garantito anche dalla possibilità di personalizzare le impostazioni, oltre che dalle tre modalità di guida e dalla sospensione air-ride del sedile regolabile. Grazie alla sua funzione tre in uno, si hanno tre diverse opzioni per gestire lo sfalcio: scarico laterale, mulching o raccolta. Il trattorino è dotato poi di una scocca in acciaio con ruote a profilo antiscivolo, un gancio da traino per accessori come un rimorchio, e i fari a led di Ego. La macchina offre anche spazio per bevande e un vano per riporre i propri effetti personali e ricaricare lo smartphone.
SOSTENIBILITÀ ED EFFICACIA
Per saperne di più sullo z6, visita il sito egopowerplus.it
Q Questo nuovo modello Ego Power+ si configura, dunque, in linea con la produzione dell’azienda di macchine e attrezzature per il giardinaggio a emissioni zero, puntando sempre di più su innovazione e tecnologia per lavori professionali e risultati competitivi.
SINERGIE PER IL VERDE Cos’hanno in comune Ego Power+ e la Scuola Agraria del Parco di Monza, che si dedica alla formazione di professionisti del verde da quasi un secolo? In primissima battuta, il valore della sostenibilità. Le batterie realizzate da Ego sono infatti dotate di tecnologia brevettata ARC Lithium 56V, che genera una fonte di energia che eguaglia o supera le prestazioni degli utensili paritetici alimentati a benzina. Al contempo, elimina le emissioni dirette limitando l’inquinamento acustico, le vibrazioni e i problemi di salute collegati ad attrezzature a benzina, senza influenzare le prestazioni. È iniziata così una partnership e la Scuola ha integrato il suo parco macchine con una fornitura di utensili a batteria della gamma Professional-X di Ego, progettati per poter lavorare più a lungo e nelle condizioni più difficili. Queste attrezzature vengono poi utilizzate durante i corsi di giardinaggio dedicati ai professionisti: in particolare, al termine del corso di 600 ore di “Giardiniere professionista”, Ego ha condotto una
survey tra gli iscritti per sondare il livello di soddisfazione, che ha confermato una generale tendenza positiva, riscontrata già sul mercato.
Nelle foto alcuni esempi delle attrezzature date in dotazione alla Scuola Agraria del Parco di Monza.
SOLUZIONI
| tecnolog ie
Semplice come un’app Sevis 4.0 è il nuovo software di Florinfo per progettare il verde. Intuitivo come un’app per smartphone ma con la potenza di un’applicazione desktop di Viola Delfino
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l nome è una vera dichiarazione di intenti: Sevis 4.0 di Florinfo, sviluppato integralmente in Italia, è il nuovo software di progettazione del verde, pensato come se fosse un’app per smartphone. Quindi, è intuitivo e immediato, ma con le funzionalità di un’applicazione desktop. Sul mercato da metà febbraio, è pensato per soddisfare le esigenze di giardinieri e realizzatori del verde, e per tutti i
Software modulare e facile da usare.
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App-Like – che ricorda in tutto e per tutto un’app mobile – prevede che ciascuna videata abbia solo 10 comandi: è davvero impossibile sbagliare. La qualità e la professionalità sono invece garantite da una serie di accorgimenti tecnici: il modulo già integrato di preventivazione, abbinato al listino del verde; la nuova libreria di immagini in alta definizione; la classificazione di tutte le piante per nome botanico; oltre alla possibilità di ricerca rapida, di una pianta, di un oggetto o di un arredo, a favore di tempi di lavoro ridotti. Da segnalare, inoltre, la planimetria con acquisizione diretta in scala anche da satellite e il
nuovo modulo Irrigazione, tramite cui si può simulare in pochi minuti tutte le situazioni in modo da valutare l’impatto ambientale delle scelte progettuali, in termini di consumi e tempi di irrigazione (calcolati in automatico).
• Realizza render full hd in pochi minuti • Ha un’interfaccia simile a quella di un’app • Lavora anche in cantiere su un tablet • Crea planimetrie in scala • Progetta impianti di irrigazione sostenibili • Elabora preventivi rapidi
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LA PAROLA AGLI SVILUPPATORI Perché avete deciso di sviluppare Sevis 4.0? È nato dalle esigenze di giardinieri e realizzatori di giardini che ci hanno segnalato difficoltà nell’utilizzo di software per la progettazione tecnica, soprattutto quando l’uso non avviene quotidianamente o quando si deve presentare un lavoro in tempi brevi. E la strada da seguire ce l’hanno segnalata proprio loro, indicandoci che la soluzione ideale sarebbe stata quella di poter disporre anche su pc di un’interfaccia semplice come quella di un’app. Avendo noi già in distribuzione la Sevis App, specifica per la realizzazione del verde, abbiamo capito che la soluzione era già a portata di mano.
Come avete proceduto? L’app da sola non bastava, in quanto un tablet non ha la potenza di elaborazione per supportare le funzionalità richieste da un sistema completo di progettazione del verde. Occorreva quindi far diventare Sevis Desktop simil App, ovvero dotarlo di pochi e funzionali tasti, sintetizzare funzionalità complesse rendendole intuitive come in un’app. E con Sevis 4.0 ce l’avete fatta… Sì, grazie a oltre due anni di lavoro e all’utilizzo di tecnologie innovative. Il nuovo software si chiama Sevis 4.0 perché 4.0 rappresenta l’innovazione, il distacco dalle vecchie tecnologie e l’avvento delle nuove con un respiro mobile e web oriented.
SOLUZIONI
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Modelli
celebrativi TUTTO IN UNA SCATOLA Come tutti i modelli della serie Tavolozza, anche questi due nuovi prodotti speciali vengono forniti in una scatola contenente tutti gli accessori preinstallati, a eccezione del portatubo da inserire negli appositi fori; l’unica operazione da svolgere è l’allacciamento alla rete idrica. Bonfante ha pensato a tutto: qualora il punto acqua non sia montato su una base di supporto della serie Tavolozza, è previsto un kit di viti inox e tasselli a espansione (compreso nella scatola) per il fissaggio su base in calcestruzzo.
• Particolare lavorazione del tubo tondo • Prodotti in acciaio zincato a caldo • Verniciatura con polveri poliesteri termoindurenti • Portatubo in acciaio inox • Rubinetto in ottone cromato
Modello Bramante color sabbia.
Vuoi saperne di più sulla storia di Bonfante? Vai a pag. 78, potrai fare un tuffo nel suo ieri e nel suo oggi!
FOCUS
INNOVAZIONE I prodotti di tre aziende italiane che contribuiscono, nel concreto, a modificare il modo di lavorare, rendendolo più efficace e agevole di Anita Cavalli
D
al vocabolario Treccani, innovazióne: s. f. [dal lat. tardo innovatio -onis -onis]. – 1. a. L’atto, l’opera di innovare, cioè di introdurre nuovi sistemi, nuovi ordinamenti, nuovi metodi di produzione e sim. b. In senso concr., ogni novità, mutamento, trasformazione che modifichi radicalmente o provochi comunque un efficace svecchiamento in un ordinamento politico o sociale, in un metodo di produzione, in una tecnica, ecc. Ed eccoci al
nostro focus, con i prodotti di tre aziende italiane che, nel loro specifico segmento merceologico, consentono di modificare il modo di operare dei professionisti del verde. Sono: gli attrezzi a batteria per potatura firmati dalla friulana Archman; la soluzione ecologica per pavimenti esterni della veneziana Impertek; i nuovi dispositivi per latifoglie e resinose del sistema per endoinfusione Bitecare® della veneta Newpharm. Buona lettura e… Buon viaggio verso le nuove frontiere dell’innovazione.
SOLUZIONI
| focus innovazione
Dettagli che agevolano l’utilizzo L
a linea di attrezzi professionali a batteria agli ioni di litio firmata dalla storica Archman va ad aggiungersi alla serie di forbici manuali adatte a ogni tipo di potatura. Ecco qui una breve panoramica delle principali novità.
H POTATORE A BATTERIA CORDLESS Il peso di 1.900 g rende il potatore maneggevole, mentre la batteria agevola nei tagli sino a un diametro di 160 mm. La lubrificazione della catena è automatica. A favore della maggiore comodità, viene fornito in una valigetta e con la dotazione di due batterie e di un caricabatterie con due jack per la ricarica contemporanea di entrambe.
INFORMAZIONE PUBBLIREDAZIONALE
Tutte le info su: www.archman.it
H SVETTATOIO HELIUM+ Telescopico, con la testa orientabile e motore brushless, Helium+ è leggero, bilanciato e resistente. Tra i plus: il manico estendibile in alluminio anodizzato e verniciato a polvere ricoperto da una guaina protettiva e antiscivolo, che rende facilmente accessibili i punti più difficili da raggiungere fino a un’altezza di 5,5 m senza l’utilizzo della scala; la testa di taglio particolarmente compatta penetra facilmente tra i rami di fitta vegetazione senza impigliarsi ed è inclinabile e regolabile da entrambi i lati. Il corpo di taglio è stampato in nylon caricato con fibra di carbonio, mentre la corda è in Dyneema. La lama è rivestita in Teflon per ridurre l’attrito e lo sforzo di taglio, per impedire la formazione di ruggine e l’accumulo di sporcizia, e il diametro di taglio arriva fino ai 35 mm. Per afferrare i rami tagliati, l’attrezzo è dotato di un apposito gancio. Da segnalare, inoltre, che per affrontare i rami più piccoli, l’apertura di taglio può essere portata al 50%, consentendo un risparmio energetico in termini di autonomia della batteria. Quest’ultima è contenuta in uno zainetto indossabile con cintura e cinghia pettorale regolabili. Helium+ può essere fornito in due diverse dimensioni: corta (da 191 a 292 cm) e lunga (da 256 a 415 cm.).
H FORBICI A BATTERIA CORDLESS Con diametro di taglio progressivo da 25-30-35 mm, le forbici a batteria cordless sono fornite con due o tre batterie di ricambio estraibili, e caricabatterie con più jack per una ricarica in simultanea: sono dotate di display LCD per visualizzare la carica e le ore di lavoro. Leggere e quindi maneggevoli nell’utilizzo, presentano un’impugnatura adatta alla mano per rendere la presa sicura. Vengono proposte in una valigetta per essere riposte dopo l’utilizzo e possono essere fornite anche con un resistente fodero da cintura.
Nessuna traccia neLL´ambiente D
eckofix è il nuovo supporto di Impertek per pavimenti esterni sopraelevati installabile direttamente nel terreno. Sostituisce quindi le basi in calcestruzzo e garantisce un’ottimale planarità della pavimentazione grazie alla testa livellante: è pensato, in particolare, per le situazioni in cui non è possibile creare delle fondazioni o dei getti permanenti. Veloce da installare e facilmente rimovibile, V è la soluzione ecologica per la creazione di
passaggi pedonali, Scopri di più su www.impertek.it terrazzamenti, verande e bordi piscina, perché una volta rimosso non lascia alcuna traccia nell’ambiente e può essere completamente riciclato. Come tutti i supporti Impertek, anche Deckofix è prodotto da materie plastiche industriali controllate, riciclate e nuovamente riciclabili. I NUMERI INFORMAZIONE PUBBLIREDAZIONALE
Grazie al diametro di 170 mm, Deckofix è ideale per la posa con travetti da 120x200 mm. Ciascun supporto ha una portata di ben 800 kg ed è regolabile in altezza da 35 a 250 mm, con le apposite prolunghe può raggiungere altezze ancora superiori. Infine, la vite va in profondità nel terreno per 700 mm garantendo la massima stabilità. Resiste, infine, agli agenti atmosferici e alle temperature da -50 a +90° C.
SOLUZIONI
| focus innovazione
PER RESINOSE
Nutre e cura senza lesioni I
l metodo Bitecare® di Newpharm, di cui abbiamo parlato più e più volte sulle pagine della nostra rivista, permette di praticare l’endoinfusione, la nuova frontiera dell’endoterapia. Brevettato e sviluppato in seguito alle ricerche condotte dallo spin-off dell’Università di Padova PAN/De Rebus Plantarum, per iniettare la soluzione non prevede nessun foro ai danni del tronco, qualunque sia la specie: un ago di sezione lenticolare distanzia meccanicamente i tessuti vegetali per infondere nei vasi xilematici, collocati subito sotto la corteccia, la soluzione ad azione nutriente o antiparassitaria. Questo sistema non lascia alcun segno permanente sulla pianta poiché non si realizzano lacerazioni: dopo l’estrazione dell’ago bastano interventi mirati con la propoli.
La resina ha una funzione terapeutica per le piante, ma in endoterapia rappresenta un ostacolo perché causa un rallentamento nell’assorbimento del prodotto. Ed ecco che l’altra novità 2022 risolve proprio questo problema. Si tratta del dispositivo R.I.T.E. che, grazie a una strumentazione specifica, esercitando una leggera ma significativa pressione dall’esterno, permette al fluido di entrare nello xilema.
INFORMAZIONE PUBBLIREDAZIONALE
PER LATIFOGLIE
Più dettagli sul sito www.newpharm.it
Una delle novità 2022 è Bite® 2.2, brevettato e pensato per le latifoglie. Grazie a questo nuovo dispositivo è possibile eseguire trattamenti di endoinfusione sulle alberature a prescindere dalla loro altezza e dalla loro ubicazione. Tra i plus: monta il nuovissimo porta-ago in policarbonato, che può essere inserito rapidamente nel tronco anche attraverso un comodo martello di gomma, oltre che con la massa battente del percussore. Bite® 2.2 non necessita di elettricità e permette di ridurre il consumo d’acqua di oltre il 90% rispetto ai trattamenti di irrorazione.
SOLUZIONI
| tendenze
L’
incontro tra blu pervinca e sottotono rosso genera vibrazioni particolari, nuove, audaci. Che fosse proprio questo l’intento, lo ha di fatto chiarito poi Pantone Color Institute: Very Peri vuole essere portavoce del periodo storico che stiamo vivendo. Rinascita e vitalità, alla luce di consapevolezze tutte nuove, che ritroviamo nel risultato delle qualità calmanti del blu e della passionalità del rosso. Una tonalità ambasciatrice di una nuova prospettiva, in un mondo di cambiamenti senza precedenti: Very Peri ci invita a sperimentare, osare, essere creativi: nella vita, nel design e anche – e per noi, soprattutto – in qualsiasi progetto in cui fiori e piante possano essere protagonisti.
Il nome Hyacinthus deriva dal personaggio mitologico Giacinto, amato dal dio Apollo.
Vai su pantone.com per saperne di più
LE SPECIE IN PALETTE ◗ Lavandula ◗ Jacaranda ◗ Nemophila blu ◗ Wisteria ◗ Centaurea cyanus ◗ Hydrangea ◗ Hyacinthoides non-scripta ◗ Hyacinthus
Jacaranda è un albero della famiglia delle Bignoniaceae, originario dell’America centrale e del sud.
Il colore della
rinascita
Very Peri, codice 17-3938, è la nuance eletta dal Pantone Color Institute per il 2022. Che ne dite di proporlo ai vostri clienti sotto forma di pianta? Qui qualche idea di varietà
di Rachele Pozzato
SOLUZIONI
| dpi
SEMPLICE E SICURA Grizzly è una carrucola da abbattimento ad alto carico, composta da pulegge in alluminio montate su bussole autolubrificanti, con perni in acciaio e guance in alluminio. Il sistema di apertura è semplice e sicuro e avviene tramite una pressione sul perno superiore e una successiva rotazione di 90° della flangia anteriore.
A
ries Tree è il nuovo casco da lavoro di Climbing Technology per le attività di tree climbing. L’azienda, forte di 30 anni di esperienza nel settore, con le innovazioni applicate, conferma la sua attenzione nel processo di progettazione e produzione di dispositivi di sicurezza individuale.
A MISURA DI TREECLIMBER
Per maggiori info visita il sito climbingtechnology.com
La calotta resistente in ABS – la sigla dei tre monomeri di base impiegati per la preparazione: l’acrilonitrile, il butadiene e lo stirene – garantisce il massimo assorbimento in caso di impatto, inoltre sono presenti sul casco dei fori di ventilazione, che assicurano aerazione interna. Il design ergonomico, pensato proprio per usi prolungati, si aggiunge
Aries Tree, il nuovo casco da lavoro di Climbing Technology, unisce comfort e sicurezza: priorità per chi opera a grandi altezze di Emma Colombo
senza
PENSIERI
alla rete interna in cordura, posta sotto la calotta, per assicurare il massimo comfort. Aries Tree è stato progettato con un giro-testa facilmente regolabile con una sola mano, mentre la struttura del sottogola ne riduce il rischio di perdita durante la caduta, con una resistenza che supera i 50 daN. Per permetterne l’utilizzo in tutte le condizioni, sempre in sicurezza, sono anche presenti sul casco una clip porta-lampada e la sede per cuffie ad aggancio rapido. Giro-testa, sottogola e l’imbottitura sono totalmente rimovibili, lavabili e sostituibili. Il casco, disponibile in cinque diverse tonalità tra cui il giallo ad alta visibilità, risponde alle normative legate alla deformazione laterale all’utilizzo a basse e alte temperature, proteggendo dalla caduta di oggetti. AGGANCIO SICURO Climbing Technology presenta anche il moschettone XL-D, il connettore a base larga, in lega leggera, forgiato a caldo con ghiera a vite con chiusura tradizionale o ghiera automatica triplex. Entrambe le varianti, sono dotate del sistema di chiusura catch free che permette una maggiore fluidità durante le operazioni di aggancio e sgancio.
SOLUZIONI
| pavimenti
LA NATURA
PROTAGONISTA Rispondendo alle esigenze di mercato, che vedono in crescita la richiesta di legno per i progetti all’aperto all’insegna della sicurezza e della sostenibilità, Pircher ha fatto fruttare diverse collaborazioni con partner europei
I
di Margherita Wotton
l legno, specialmente nell’ultimo anno, sta vivendo un importante successo a livello mondiale. Complice la pandemia e le nuove esigenze di mercato, la sostenibilità è diventata ormai uno standard trasversale a sostanzialmente tutti i settori: il legno è balzato così in cima alle tendenze, anche e soprattutto per l’architettura e le realizzazioni outdoor.
QUALITÀ ED ESTETICA NELLE PROGETTAZIONI Per maggiori informazioni visita il sito pircher.eu
Pircher, storico gruppo altoatesino nel settore del legno, è tra le aziende che più hanno risposto a queste esigenze, offrendo soluzioni per le pavimentazioni da esterno che puntassero su qualità, resistenza,
sostenibilità e innovazione. Ha lavorato in questa direzione insieme ad aziende partner, ottenendo per esempio insieme alla svedese Organowood un legno modificato con silicio e senza sostanze nocive, resistente alle più difficili condizioni climatiche e interamente biodegradabile, ispirato al naturale processo di fossilizzazione. Insieme alla scandinava Kebony ha invece messo a punto un trattamento capace di modificare il legno tenero in legno ad alta prestazione in maniera naturale, in grado di replicare fedelmente i legni duri di origine tropicale. Ed ecco, infine, Bioline legno in larice dell’Alto Adige con cui Pircher propone una gamma completa di legno da esterno: pavimentazioni, rivestimenti, legno lamellare fino al prodotto finito per il giardino. LE PROPOSTE PER I PIÙ PICCINI L’azienda ha chiuso un accordo di collaborazione anche con Eibe, azienda tedesca specializzata nella progettazione e produzione di attrazioni e parchi giochi per bambini, realizzando attrezzature con materie prime rinnovabili in legno, che vanno a completare l’assortimento per il mondo outdoor.
SOLUZIONI
| arredo
ELEGANZA
FUNZIONA L I vasi della linea Elements di Teraplast sono inalterabili nel colore e resistenti al caldo e al freddo, pensati per giardini e terrazzi che richiedono estetica ed efficienza di Emma Colombo
P
er la realizzazione della linea Elements, i fattori costituenti sono stati versatilità e resistenza, aspetti a cui Teraplast da sempre presta molta attenzione per la produzione dei suoi vasi Made in Italy in plastica riciclabile.
DESIGN LINEARE I vasi quadrati Still presentano queste dimensioni: 38 cm (34 h) o 47 cm (43 h) cm.
Appartengono a questa nuova linea il vaso Still Appartengono e la fioriera Aqua: progettati con le medesime caratteristiche, ma uno di forma quadrata e uno rettangolare, dal design minimal. La linea essenziale rende entrambi i modelli adatti a qualsiasi spazio; resistenti e funzionali, sono inalterabili nel colore e resistenti al caldo e al
Scopri più informazioni sul sito teraplast.com
A LE
ED È SUBITO ORTO Gli orti domestici sono sempre più diffusi e di tendenza. A sostegno di progetti che prevedano la coltivazione di qualche ortaggio, frutto o pianta aromatica, Teraplast ha così realizzato Basilio, il supporto pensato proprio per realizzazioni come queste. Queste basi, resistenti e funzionali, sono compatibili con Still e Aqua, e come tutti i prodotti dell’azienda sono realizzati con plastica riciclabile. Dimensioni supporto: 61 cm (altezza) x 32 cm (larghezza).
Aqua, di forma rettangolare, è disponibile in due misure da 78 cm (33,9 h) o 98 cm (43,4 h).
freddo; pertanto, sono adatti sia per ambienti interni che esterni, dove possono essere lasciati in tutte le stagioni, senza temere i freddi più rigidi o gli agenti atmosferici. La gamma di colori propone sfumature che passano dalle più neutre e tradizionali, come terracotta, bianco o fog grey, arrivando fino a tonalità più accese e vivaci, come il color scarlet. La varietà permette di pensare questi articoli come parte integrante del progetto di terrazzi, giardini o dell’ambiente domestico, armonizzandosi con le tinte di fiori e piante.
OBIETTIVO PRATICITÀ
La vera novità di questi vasi, però, risiede nel sottovaso incluso da fissare a incastro: un dettaglio che evita l’annidamento di zanzare e altri insetti e permette di coltivare le piante senza sporcare. Il nuovo cassettone Aqua poi, è ancora più robusto e resistente grazie anche ai distanziali in ferro disposti al suo interno.
I COLORI • Bianco • Fog grey • Bruno • Antracite • Scarlet
SOLUZIONI
| abbigliamento
S
icure, di tendenza e a calzature antinfortunistiche e un confortevoli: questi costante impegno nell’innovazione. i requisiti che New Il risultato è una gamma di prodotti Balance ha voluto del tutto nuova nel panorama del Visita il sito unire nella nuova linea workwear: calzature comode, alla www.audes.com Industrial, distribuita sul mercato moda, prestanti grazie al background per più info italiano da Audes Group. L’azienda sportivo da cui nascono, e in linea con statunitense, con alle spalle una i più alti standard di sicurezza. New lunga esperienza in ricerca e sviluppo in ambito Balance Industrial è proposta in diversi modelli, di vestibilità, è riuscita a trovare l’equilibrio ideale con caratteristiche specifiche a seconda dei diversi tra i suoi elementi tradizionali, che affondano le contesti lavorativi. Ecco quelli più indicati per chi radici nel mondo dell’atletica, la sicurezza richiesta opera nel verde.
In sicurezza, ma con stiLe New Balance Industrial è l’ultima novità nel panorama delle calzature antinfortunistiche. Unisce comfort, sapienza tecnica e versatilità, tipiche dell’abbigliamento sportivo di Margherita Wotton SPEEDWEAR Ideale per chi lavora all’interno e all’esterno, i suoi punti di forza sono flessibilità, supporto e ammortizzazione. Con puntale e soletta rinforzati, Speedwear coniuga leggerezza e sicurezza.
ALLSITE
CONTOUR Con la sua suola esterna in gomma e la tomaia in pelle nabuk, unisce comfort e prestazioni performanti in un pratico stivaletto da lavoro. I sistemi e le tecnologie pensati per questo prodotto garantiscono una calzatura impermeabile, resistente alle abrasioni, oltre a offrire resistenza ai detriti esterni.
La calzatura passepartout per qualsiasi condizione climatica: l’innovativa tecnologia H2O proof per renderla idrorepellente, unitamente a una tomaia tanto leggera e flessibile quanto resistente. I materiali garantiscono stabilità e sicurezza senza appesantire.
NEWS DA L MERCATO
News PROROGA PER TRE ANNI Sarà certamente notizia nota la proroga del bonus verde decisa dal governo Draghi, ma è bene ribadirla. Approvato il rinnovo dalla legge di bilancio sarà dunque in vigore fino al 31 dicembre 2024, permettendo una detrazione del 36% sulle spese per interventi per migliorare gli spazi verdi. Ricapitolando i dettagli e le aree di interesse del bonus va ricordato che sono coperti tutti i lavori su balconi, terrazzi o giardini di aree private, impianti di irrigazione, riqualificazione del prato, grandi potature, la realizzazione di giardini pensili o la fornitura di arbusti. Il bonus copre anche le spese di progettazione, arrivando insieme agli interventi a importi fino ai 5.000 euro, ma esclude opere di manutenzione ordinaria e l’acquisto di forniture per la cura del verde. Info: www.gazzettaufficiale.it
CULTURA DEL PAESAGGIO
Al centro delle politiche del Paese e del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) è forte la volontà di rafforzamento dei valori ambientali, ed è proprio in questa direzione che si muove il finanziamento del Ministero della Cultura per il restauro e la valorizzazione di parchi e giardini storici. L’avviso si rivolge infatti a tutti i proprietari, pubblici o privati, di spazi verdi di interesse culturale, che potranno usufruire dei 190 milioni di euro previsti dal finanziamento per progetti che abbiano un elevato impatto sulla promozione dello sviluppo culturale, scientifico, ambientale, educativo, economico e sociale. L’obiettivo di questa iniziativa, e di altre sempre più numerose, è che parchi e giardini diventino sede di attività educative, diffondendo una rinnovata sensibilità ambientale e paesaggistica. Info: www.cultura.gov.it/giardini
MEDAGLIA D’ORO Il commissario europeo per l’ambiente, gli oceani e la pesca ha annunciato che per il 2022 la città europea del verde è la francese Grenoble. A valerle il titolo, il fermo impegno nel rendere l’ambiente più sano per i cittadini, con il primo piano per il clima adottato in Francia. Le politiche urbane messe in atto sono volte a ridurre l’inquinamento e a contrastare la perdita di biodiversità, anche abbassando le emissioni. L’augurio è che questa nomina, l’anno scorso aggiudicata dalla finlandese Lathi, incoraggi le città europee a beneficiare delle possibilità offerte dal Green Deal con misure che guardino all’ambiente e alla sostenibilità. Oltre al riconoscimento, infatti, le città vincitrici ricevono ogni anno fondi per implementare gli interventi a protezione dell’ambiente. Questo titolo, che viene assegnato da una giuria di esperti valutando 12 indicatori, permette di rafforzare l’attrattività di queste città e di accelerare le transizioni per diventare centri di sostenibilità. Info: www.grenoble.fr
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LUCE SULL’EXPORT, OMBRA SUI COSTI Gli ultimi dati ufficiali del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali sulla produzione ortoflorovivaistica del nostro Paese hanno confermato una tendenza anticipata da Myplant & Garden già a gennaio 2021: le restrizioni agli eventi e le chiusure a causa della pandemia e dei contagi hanno lasciato un’ombra sui costi dell’anno in corso. Nonostante questo, i segnali di ripresa sono stati forti ed evidenti nel mercato, riuscendo a tenere i ritmi di produzione e a contenere al massimo le perdite. Il settore florovivaistico è stato uno dei più colpiti durante la pandemia, eppure si è registrato un aumento del 33% delle esportazioni del Made in Italy nel primo trimestre del 2021. Secondo Myplant, piazza internazionale della filiera, a minacciare la ripresa del settore sarà l’impennata dei costi di produzione, con aumenti fino al 25% delle materie prime per imballaggi, energia, concimi, e i costi di trasporto. Info: www.myplantgarden.com
UNA PIANTA DA RECORD
GIOIELLI VISTA MARE
Si terrà a Genova dal 23 aprile all’8 maggio la dodicesima edizione di Euroflora, la manifestazione floreale nota in tutta Europa. A fare da cornice a particolari esemplari, geometrie floreali e profumi, saranno i parchi e i musei di Nervi: i giardini di oltre otto ettari affacciati sulla scogliera, la Wolfsoniana, la Galleria d’Arte Moderna e il Museo Raccolte Frugone. Il numero chiuso giornaliero, inoltre, testato già dal 2018, garantirà ai visitatori sicurezza e rispetto delle normative in vigore, mentre si continua a promuovere, dopo il successo delle scorse edizioni, una mobilità sostenibile da e verso la manifestazione grazie ai biglietti inclusivi di navetta e rete urbana. Info: www.euroflora.genova.it Render di uno scorcio di Euroflora 2022.
Una squadra di ricercatori nella Repubblica Autonoma del Tibet ha rinvenuto una nuova specie: si tratta della Begonia gigantica, della famiglia delle Begoniacee, ed è l’esemplare Il professor più grande di Daike Tian, begonia mai alla guida rinvenuto del team di ricercatori, fino a oggi in con la begonia tutta l’Asia. gigante. La gigantica cresce ad altezze comprese tra i 400 e i 1400 metri di altitudine presso i torrenti nelle foreste ed è stata avvistata recentemente nella contea di Mêdog, un’area rigogliosa e prolifera proprio di begonie. Questo esemplare in particolare misura una base di 12 centimetri e il suo fusto arriva a ben 3,6 metri di altezza. È stato registrato nel Guinness World Record, ma compare anche nella lista rossa dello IUCN, dove sono contenuti i nomi delle specie vegetali a rischio estinzione. Info: www.iucnredlist.org
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LIBRERIA
la rubrica di r sui libri più ve
MALERBE AMICHE In questa nuova pubblicazione di Aboca Edizioni si parla di biodiversità e futuro del Pianeta, partendo dallo studio delle piante infestanti a cura di Rachele Pozzato
GLI AUTORI Malerbe Amiche è scritto a quattro mani e nasce dalla collaborazione del fondatore di Aboca, Valentino Mercati, insieme a Stefano Benvenuti, professore ordinario di Agronomia e Sistemi Colturali Erbacei e Ortofloricoli all’Università di Pisa. Entrambi esperti noti e rispettati nel settore, autori e divulgatori, contano sui loro curricula moltissime pubblicazioni, oltre a una collaborazione ventennale tra Benvenuti e l’azienda Aboca in progetti mirati proprio alla sostenibilità di agroecosistemi gestiti con sistemi colturali biologici.
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ono proprio le “erbacce”, quelle che da decenni e decenni si combattono e si maledicono, a darci importanti lezioni sulla natura e l’ecosistema di cui noi uomini siamo parte integrante, tanto quanto le piante infestanti. In Malerbe amiche. La biodiversità e il futuro del Pianeta il punto di partenza sembra essere proprio questo: tutti i tentativi di eradicare queste specie ne hanno solo accresciuto l’aggressività, e così è diventato fondamentale imparare a conviverci. Chi coltiva con un approccio più sostenibile sa da tempo che diserbanti chimici e simili non saranno la soluzione: “Dopo secoli di storia dell’agricoltura è ormai chiaro che le infestanti vincono sempre!”, sosteneva lo studioso americano Dekker, ma anche recenti studi ci confermano che tante specie infestanti partecipano attivamente alle interazioni tra tutti gli organismi viventi. E per quanto a oggi ecosistema ed economia sembrano mondi inconciliabili, entrambi i termini derivano dal greco oikos, casa. Forse, con uno sguardo oltre il qui e ora, anche i processi colturali gioverebbero di questa nuova alleanza, raggiungendo un equilibrio biologico tra noi e tutte le altre specie viventi.
PERCHÉ LEGGERLO?
Vai al sito abocaedizioni.it per saperne di più!
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◗ Perché è di vitale importanza, per chiunque, capire quale direzione prendere per un impatto positivo sul Pianeta. ◗ Perché l’idea che l’agroecosistema sia predisposto alla sopravvivenza unicamente della coltura è innaturale, ed è necessario superare questa convinzione. ◗ Perché per salvaguardare gli ecosistemi bisogna entrare in armonia con la natura senza sconvolgerne gli equilibri.
GESTIONE formazione 1 in collaborazione con
LA REDAZIONE
S’intitola così il nuovo progetto che vede Edizioni Laboratorio Verde collaborare con la Fondazione Minoprio ITS. Un vero comitato di redazione composto da allievi, professori e nostri redattori, per raccontare il mondo del verde là dove si formano i professionisti del settore di Daniela Stasi e Francesco Tozzi
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on è un caso così ffrequente, ma conosciamo diverse persone che hanno scelto il proprio percorso di vita, la propria direzione professionale, grazie a un’esperienza svolta durante il periodo scolastico. Proprio così: chi ha giurato amore eterno al palcoscenico frequentando un corso di teatro, chi è rimasto folgorato dall’insegnamento di uno dei professori e ha deciso poi di passare dall’altra parte della cattedra; chi, ancora, scriveva per Per maggiori il giornalino della scuola e ha scelto di informazioni diventare giornalista. Ed ecco perché www.fondazioneminoprio.it siamo particolarmente emozionati per l’inizio di questa nuova avventura, perché quella che nasce come una collaborazione con la Fondazione Minoprio ITS, non è detto che diventi la bussola per qualche allievo, che lo orienti nel suo futuro. Stiamo parlando della “Redazione in
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Gli studenti che fanno parte del progetto “Redazione in classe”. In alto da sinistra: Alessia De Micheli, Giacomo Gatti, Alessandro Ferri; in basso, sempre da sinistra: Iris Cazzaniga e Maddalena Mercandalli.
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UN ALTRO PUNTO DI VISTA Elias Bordoli, presidente di Fondazione Minoprio ITS da dicembre 2021 ed esperto di comunicazione, sostiene con entusiasmo la nuova iniziativa: «I nostri studenti, da sempre abituati a mettere le mani nella terra, hanno una solida preparazione teorica e pratica, ma con questo progetto approfondiranno la conoscenza del mondo del verde, studiandolo da un punta di vista diverso, da osservatori, con l’obiettivo di comunicare una realtà in continua evoluzione».
IN CLASSE IL COMITATO DI REDAZIONE classe”, l’istituzione di un vero e proprio comitato di redazione composto da allievi e professori della Scuola di Minoprio, accompagnati da Edizioni Laboratorio Verde.
DOCENTI E ALUNNI INSIEME
Non si tratta della realizzazione del giornalino della scuola: i partecipanti – e già il fatto che sia un mix ben amalgamato di docenti e discenti la dice lunga sulla visione della Scuola – si cimenteranno con gli strumenti del mestiere giornalistico, imparando a destreggiarsi tra interviste, notizie, servizi, strumenti multimediali. Daranno vita ad articoli che, a seconda del tema e del target di riferimento, saranno poi pubblicati in uno spazio ad hoc sulle pagine dei nostri prodotti editoriali, comprese quelle della rivista IL giardiniere. Peraltro, aspetto decisamente apprezzabile è il coinvolgimento degli studenti sia dell’Istituto Tecnico Agrario, sia dell’Istruzione e Formazione Professionale, in un’ottica di mescolanza di competenze ed esperienze e di abbattimento di pregiudizi formativi.
UNA POSSIBILITÀ, UN’OCCASIONE
Quello della “Redazione in classe” ci sembra un buon percorso per diversi motivi. Innanzitutto,
Cinque i professori coinvolti: Daniela D’Alessandro, Barbara Fedrigo e Andrea Tomé, docenti di italiano e storia, Debora Piccolo, docente e vicepreside dell’Istituto Tecnico Agrario, oltre a Ignazio Perego e Stefania Cantaluppi, responsabili della comunicazione, ideatori del progetto. A seconda dei temi trattati, parteciperanno anche docenti delle varie materie tecniche. Cinque gli studenti-redattori: Iris Cazzaniga, Alessia De Micheli, Alessandro Ferri, Giacomo Gatti e Maddalena Mercandalli. A tutti piace leggere e scrivere, in particolare Maddalena sogna di insegnare a Minoprio, Alessandro sfoglia i quotidiani tutti i giorni e Iris ama, racconta, «trasformare quello che scrivo in immagini».
per la possibilità di sperimentare un’attività che, se pur non preveda le mani nella terra, è strettamente legata al mondo del verde: raccontare la filiera significa, infatti, imparare a conoscerla, osservarla, analizzarla. E appunto per chi studia a Minoprio non è detto che non si tratti di una delle modalità di scrivere il proprio futuro in connessione con quanto studiato. Non è tutto: ci sembra una buona idea anche perché consente di far conoscere il mondo del lavoro dai banchi di scuola, con le sue tempistiche, le sue dinamiche, le sue regole non scritte. Infine, è un’altra occasione per intrecciare ancora di più i nostri rapporti con la Scuola di Minoprio. Scuola che è stata il luogo dove alcuni membri della nostra redazione hanno capito chi sarebbero diventati da grandi. N°032
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GESTIONE | formazione 2 in collaborazione con
operatori del settore socioeducativo, ha indirizzato tutte le conoscenze e gli interessi della classe nella progettazione di uno spazio verde aggregativo in grado di generare il piacere di vivere all’aperto ad anziani affetti dal morbo di Alzheimer.
SIMBOLO DI INCLUSIVITÀ
Il lavoro, durato per l’intero percorso formativo, ha preso il titolo di SEMInCERCHI@, capace di trasmettere con immediatezza il disegno del guscio di una chiocciola. Un vero cerchio aperto, simbolo dell’inclusività, e della curiosità. SEMInCERCHI@ è un itinerario nel verde che vuole mettere in comunicazione gli anziani, quelli più fragili, con persone in quel momento del percorso più fortunate, come i giovani e i bambini, o semplicemente S’intitola SEMIinCERCHI@ il progetto per anziani affetti persone sane. La chiocciola è, per da Alzheimer presentato dai partecipanti alla seconda molti di noi, una via di comunicazione edizione del corso per Esperto in orti e giardini del benessere digitale quotidianamente utilizzata, ma è anche uno spazio a forma di anello che di Giovanna Cutuli secondo la ricerca scientifica riduce il disorientamento e aumenta la sicurezza in particolare degli ammalati di Alzheimer. Per il progetto, la classe dei ome già anticipato sui due corsisti si è divisa in tre gruppi, allo scopo di unire precedenti numeri de IL giardiniere, le diverse conoscenze e competenze acquisite nelle il corso per Esperto in orti e precedenti esperienze di studio e lavoro. giardini del benessere continua a AREE DIVERSE PER riscuotere successo. Proprio per FUNZIONI DI BENESSERE questo motivo, vista la novità nel campo formativo Tre principi – bellezza, spiritualità e salute – hanno T di questa nuova figura professionale riconosciuta ispirato i neo-progettisti, portandoli a individuare dalla Regione Lombardia (decreto-Dgr n.16004 una logica di progetto che li indirizzasse a realizzare del 18 dicembre 2020), vogliamo raccontarvi degli uno spazio verde articolato in aree diverse per esiti raccolti dalla seconda edizione conclusa con le funzioni diverse di benessere. La prima area è prove d’esame. quella cognitiva o area sensoriale, dedicata alle Il progetto didattico illustrato alla commissione proprietà sensoriali con l’obiettivo di stimolare i esaminatrice, composta da esperti del verde e
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Per i sensi e per la memoria 58
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sensi e il loro famigliare utilizzo. Vista e olfatto, gusto e tatto, sono stati richiamati dalla progettazione di parcelle a tema, con fiori e ortaggi, disegnati con il rispetto di un ciclo stagionale di coltivazione. Anche il senso dell’udito è stato introdotto grazie alla presenza di sonagli a vento e di uno xilofono. La programmazione di momenti di lettura di poesie classiche, accompagnanti da melodie musicali, ha lo scopo invece di richiamare alla memoria i racconti ascoltati in età scolare o note musicali famigliari. La seconda area è di tipo motorio. Uno spazio sufficientemente grande per poter svolgere elementari esercizi fisici all’aperto, o ancora più semplicemente un percorso confortevole nel verde per passeggiare e ridurre ogni eventuale fonte di stress. La presenza di mangiatoie per uccelli, da riempire di semi, può diventare un’operazione che fa sentire utile l’anziano. Così le iniziative di semina e trapianto degli ortaggi, in adatti cassoni predisposti per questa funzione, possono essere un’attività fisica,
e anche un efficace recupero della memoria su lavori forse svolti in età giovanile. L L’intero percorso SEMInCERCHI@ è stato progettato, inoltre, con aree di sosta, sia al sole, sia in posizione ombreggiata, per favorire il riposo in solitudine e, in altri casi, per promuovere, seppur guidati dagli operatori sanitari, anche nuovi incontri. Ora aspettiamo con curiosità e interesse i risultati della terza edizione del corso, conclusa da poco.
GIARDINO PER LA SALUTE La scelta di materiali per lo più naturali, le infrastrutture utili per la sicurezza e l’introduzione di piante con caratteristiche botaniche interessanti per le colorazioni, le forme e i profumi, hanno disegnato un nuovo modello di giardino della salute. Ecco alcune delle varietà scelte: Hibiscus syriacus syriacus, Macleaya microcarpa microcarpa, o papavero pennacchio, Philadelphus coronarius, Buddleja, Amelanchier ovalis ovalis, conosciuto come pero corvino, e Ribes rubrum. N°032
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GESTIONE | alberi
L’IMPORTANZA Andrea Pellegatta, presidente della Società Italiana di Arboricoltura, ci ha illustrato per filo e per segno lo Standard europeo di potatura e ci ha spiegato la rilevanza della traduzione in italiano di Rachele Pozzato TEMPO DI LETTU R A: 3 minuti
D
a gennaio è possibile leggere in italiano il testo dell’European Tree Pruning Standard: lo Standard europeo di potatura. Questo documento è uno degli esiti del progetto Technical Standards in Tree Work (TeST), a cui hanno preso parte diverse organizzazioni europee, tra cui la Società Italiana di Arboricoltura. Oltre a questo primo risultato, il progetto, finanziato dalla Commissione Europea nell’ambito del programma Erasmus+, prevede la stesura di altri due Standard: uno sul consolidamento, di cui i lavori sono già a buon punto, e uno sulla piantagione.
a questo panorama, per un problema culturale tanto quanto formale», sostiene Andrea Pellegatta, presidente della Società Italiana di Arboricoltura. «È È importante definire dei termini e delle attività, ed è anche il motivo per cui noi ci siamo impegnati nella realizzazione di questo Standard e per cui ci impegneremo altrettanto nella stesura degli altri due. Lo scopo della SIA è anche quello di fare cultura, uniformando il linguaggio del settore, e se ci si è riusciti a livello europeo lo faremo senz’altro anche a livello nazionale, oltre a definire in modo univoco quelli che saranno gli interventi».
VERSO UN LESSICO SPECIFICO
LA PRIMA TRADUZIONE
L L’obiettivo primario, per lo Standard sulla potatura così come per i prossimi, non è tanto quello di fornire indicazioni tecniche a interventi di questo tipo, quanto più quello di costruire un lessico specifico. La necessità di sopperire alla mancanza di un linguaggio comune nell’arboricoltura si è fatta sentire sempre più forte in Italia e negli altri Pesi europei, rendendo necessaria la creazione di una normativa, soprattutto linguistica, per definire e dare contorni sempre più netti a una scienza tanto giovane. «L’arboricoltura è una scienza di cui si parla nel nostro Paese da appena 30 anni, e il linguaggio è uno dei tasselli che mancano
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«Noi in particolare siamo stati i primi a tradurre lo Standard in lingua nazionale», continua Pellegatta, dando un messaggio ancora più forte nel sottolineare la necessità prioritaria di diffondere e rendere questo Standard un riferimento
A delle
PAROLE
univoco per gli operatori del settore. «Uno degli utilizzi più immediati sarà per esempio nei testi dei bandi dei Comuni italiani, ai quali, insieme ai soci dell’associazione, è già stata inviata una copia digitale della traduzione italiana del documento. È fondamentale che ci sia un’interpretazione univoca e unica delle richieste per i lavori e gli interventi, dando direttive comuni e allineando le varie tipologie di operazioni». Chiarezza e linearità, senza possibilità di fraintendimenti, sono anche al centro di interventi sempre più sicuri. «Le tecniche di cui si parla nello Standard non sono nuove, sono già utilizzate per la cura degli alberi – sottolinea il presidente SIA – Non si possono proteggere quindi, in modo assoluto, da operazioni dannose, ma è un importante primo passo per garantire chiarezza dove prima non c’era. Facendo riferimento a questo Standard le aziende applicheranno quanto richiesto nei bandi, cosa che a oggi non sempre succede». Si tratta così di una vera e propria definizione di un linguaggio, con la puntuale descrizione delle diverse tecniche di potatura; un’operazione nella quale sono stati decisivi gli interventi dei dottori forestali Paolo Pietrobon e Anna Barp, membri SIA e attivi ai lavori internazionali iniziati già nel 2019.
UN MODELLO NAZIONALE
Il vero scarto rispetto a documenti già redatti in passato sarà poi il riconoscimento istituzionale: a
questo l’associazione sta già lavorando in modo attivo, ritenendolo un passaggio fondamentale perché lo Standard funzioni. «Esistono già prodotti tecnici molto validi su queste tematiche, ma finché non sarà riconosciuto come unico non si potrà parlare di Standard – conclude Pellegatta – Serve diventi il modello nazionale, affinché si abbia un documento ufficiale di riferimento per le amministrazioni pubbliche e i lavori, uniformando un settore e una scienza in continua crescita». LE VERSIONI ITALIANE Lo Standard sulla potatura, dalla sua versione in inglese, è stato tradotto e adattato per la versione italiana, anche in questo caso ponendo al centro dei lavori le parole: la revisione è stata, infatti, esclusivamente linguistica poiché un adattamento dei contenuti non era necessario per le caratteristiche paesaggistiche italiane. Anche per i prossimi in uscita, sul consolidamento degli alberi per mettere in sicurezza i fusti e sulla piantagione, sarà fondamentale la condivisione delle procedure: l’approccio sarà quindi lo stesso, concentrato su linguaggio e univocità. N°032
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GESTIONE | sostenibilità
La biomassa è un serbatoio di sostanze organiche che, se trattate secondo determinati criteri, si rivelano utili ai fini nutrizionali per le piante. Ecco qui una guida tecnica per ottenerla in modo corretto testo e foto di Federico Fagan
un tesoro per
il terreno Q uando si parla di biomassa risulta facile per gli addetti ai lavori dare una definizione e una collocazione ma, per certi aspetti, occorre fare attenzione. In questo articolo cerchiamo di sfatare dubbi e di rispondere a eventuali domande.
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UTILE ALLE PIANTE E ALL’AMBIENTE
Dal punto di vista biologico la biomassa è tutto ciò che deriva de esseri viventi animali e vegetali; facendo riferimento alla biomassa vegetale possiamo dire che rappresenta lo scarto derivato dalle lavorazioni, ciò che viene eliminato durante le normali operazioni di routine come diradamenti, sfalci e potature. Queste sostanze rappresentano un rifiuto, ma se ben gestite, trattate secondo criteri specifici, possono risultare molto importanti e utili ai fini nutrizionali per altri vegetali e non per ultimo, al fine ambientale. Proprio a riguardo, la biomassa è veramente interessante, un serbatoio importante di carbonio, lo stesso elemento che troviamo nell’atmosfera,
in questo caso come gas legato con ossigeno per dare anidride carbonica, in quantità elevata e incontrollabile causa di inquinamento e surriscaldamento del Pianeta. Questo elemento importantissimo può essere reintrodotto nel suolo, reimmesso in ciclo. L’importanza di mantenere il carbonio nel suolo senza immetterlo nell’atmosfera è la soluzione che mette tutti d’accordo, sia sul piano nutrizionale che ambientale. Oltre al carbonio, nelle biomasse troviamo altri elementi prioritari per la vita, come l’azoto nelle sue diverse strutture, dallo ione nitrico alle più complesse forme amminoacidiche che compongono i tessuti, il potassio, il fosforo e altri ancora, ciascuno nelle diverse
LA DEFINIZIONE La definizione di biomassa assume un significato diverso in base al campo di applicazione, data dalla eterogeneità dei materiali, dalla provenienza e applicazione. Ci si attiene così agli attuali decreti in base all’utilizzo finale da perseguire: nella fattispecie, la biomassa impiegata per la trasformazione in compost, vede come riferimento il D.lgs 217 del 29 aprile 2006 “Revisione della disciplina in materia di fertilizzanti”; la normativa è stata adeguata a quella comunitaria in materia di fertilizzanti in osservanza di quanto disposto dal Regolamento (CE) 2003/2003.
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Foglie secche di acero, biomassa è anche espressione dei colori dell’autunno.
La biomassa è un ciclo, inizia con la vita di un vegetale e termina, seppure momentaneamente, con la propria morte, per poter ritornare a dare nuova vita di adsorbimento dell’umidità, riserva di ossigeno e regolazione del pH che, tornano disponibili nei terreni.
LAVORAZIONI SPECIFICHE
forme a seconda della localizzazione e del tipo di vegetale. Queste sostanze organiche hanno un ruolo di fondamentale importanza, se sottoposte a trattamenti e maturazione possono ritagliarsi un ruolo da protagonisti sul piano della fertilità. Infatti, possiedono caratteristiche nutritive nulla da invidiare ai concimi di sintesi, in più le capacità strutturali di sofficità, fonte di alimento per i microorganismi utili, capacità
È fondamentale distinguere un tipo di biomassa dalle altre e comprendere come poterla gestire al meglio ai propri fini. Ogni pianta, ogni vegetale che sia, va gestito in uno specifico periodo se si tratti di alberi piuttosto che siepi, cespugli, oppure in base all’altezza se si tratta di un prato. Il materiale va potato, tagliato, allontanato e, volendo, poi, reimpiegato: la valorizzazione di un tesoro così importante richiede delle lavorazioni specifiche, qualsiasi bravo giardiniere non consiglierebbe mai al proprio cliente di fiducia un utilizzo tale della biomassa, perché potrebbe essere fonte di patologie fungine e batteriche che metterebbero a repentaglio la sanità di altre piante. Le operazioni per arrivare ad avere la biomassa sicura e innocua sono poche e semplici, ma è importante eseguirle nel modo corretto (approfondimento nel box “Come ottenere Esempio di legname biomassa sana”.
triturato con biotrituratore.
PROCESSO IN TRE TEMPI
I microrganismi che trasformano la biomassa in sostanza organica utilizzano le sostanze contenute in sfalci, foglie, rami e tronchi: durante il processo, infatti, la temperatura aumenta gradualmente per l’effetto metabolico. N°032
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GESTIONE | sostenibilità
La valorizzazione di un tesoro così
importante richiede
competenze e lavorazioni specifiche per evitare la creazione di una biomassa non sana, fonte di patologie fungine e batteriche Possiamo suddividere il Biomassa viva tipica dei rivali che costeggiano le ciclabili cittadine, in questo caso platani processo in tre tempi. e carpini, da potare per evitare l’effetto “vela”. Durante il primo tempo avviene la e il 60%. Il ricorso all’aggiunta di acqua, nel caso demolizione di tutte le molecole più semplici: occorra, è indispensabile. zuccheri semplici, amidi, sostanze più facilmente Al termine del processo, la biomassa si può definire aggredibili e trasformate in energia da parte tecnicamente Sostanza Organica matura (S.O.), di questi organismi. Il cumulo risulta molto le temperature si assestano attorno ai 20°C, e caldo con temperature che oscillano tra i 55°C se ben avvenuto, non ci sono altre variazioni. I e i 60°C (fase termofila). I batteri termofili componenti di partenza non sono più riconoscibili, eliminano buona parte dei patogeni batterici e sinonimo di maturazione avvenuta: abbiamo fungini presenti, un’auto sterilizzazione operata ottenuto un prodotto sano, sicuro, da poter essere dalle elevate temperature. Nella seconda fase la utilizzato per la concimazione di altre piante. popolazione colonizzante la massa, non avendo più a disposizione sostanze semplici, causate dalle ATTENZIONE AI NUMERI alte temperature precedenti, vede lo sviluppo di In base al materiale di partenza abbiamo un batteri mesofili. La fermentazione si indirizza alle sostanze complesse come proteine e loro costituenti materiale finale specifico, con determinate amminoacidici, lipidi, acidi grassi, con temperature caratteristiche di pH e un diverso rapporto carbonio/azoto (C/N). R Ricordiamo che il pH più basse, attorno ai 35-40°C. Si arriva poi alla indica l’acidità o la basicità di una sostanza espressa terza e ultima fase con protagonisti i batteri dal cologaritmo decimale della concentrazione psicrofili, a temperature attorno ai 30°C con la degli ioni idrogeno (H+). Il rapporto C/N, invece, demolizione delle sostanze ancora più complesse è la percentuale tra il contenuto di carbonio come emicellulose, cellulose e lignine. organico e il contenuto di azoto organico presente Durante queste operazioni è importante il all’interno della sostanza organica del terreno. Il contenuto di umidità che deve oscillare tra il 50 rapporto, in definitiva, ci permette di determinare LE APPLICAZIONI la capacità della S.O. che viene interrata, di poter La Sostanza Organica può essere impiegata in molteplici utilizzi: liberare, e quindi mettere a disposizione delle dalla piantagione di alberi alla creazione di un prato. Prelevata piante, la frazione più o meno disponibile di e miscelata con terreno in ragione del 30% per la messa a dimora azoto necessaria alla loro crescita. Questo rapporto di alberature, si dimostra una pratica positiva. esprime inoltre il livello che esiste tra il contenuto Nel caso di realizzazioni di giardini è ottimale fra i 600 e gli 800 gr di glicidi o zuccheri (riferibili al carbonio C) e a metro quadrato: il materiale prelevato va distribuito il più il livello di proteine e sostanze azotate (riferibili omogeneamente possibile e interrato a una profondità di pochi all’azoto N). Se in partenza avevamo molto centimetri. Naturalmente è importante conoscere il pH del terreno in modo legname, ci troveremo poi con un materiale più da utilizzare il giusto compost dalla biomassa di partenza. acido rispetto a un materiale a base di sfalci.
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COME OTTENERE BIOMASSA SANA Prima di tutto occorre capire la provenienza, se si tratta di sfalci da prato è molto più semplice e veloce arrivare al nostro obiettivo in tempi brevi, diversamente se si tratta di legnami da potatura i tempi si allungano ed entrano in gioco alcune operazioni aggiuntive. Per gli sfalci è sufficiente accatastarli in cumuli in un’area predisposta (in ombra) dove periodicamente possiamo eseguire le operazioni di rimescolamento per ossigenare la massa e alimentare i batteri che trasformano la biomassa in sostanza organica, così da lì poco diventa matura. Per quanto riguarda la biomassa con materiali lignei, occorre procedere con una triturazione in modo da ridurne i volumi rendendo gestibile l’operazione e i tempi da parte dei microorganismi che via via popolano la sostanza.
Riguardo il rapporto C/N sarà più basso per gli sfalci attorno ai 15 circa, rispetto a biomassa legnosa con valori più alti, attorno ai 35.
CAPACITÀ DI REGOLAZIONE
Dalla S.O. di partenza si ottiene l’humus, sostanza ulteriormente metabolizzata da parte di batteri, funghi e attinomiceti presenti nella terra. L’humus rappresenta la parte più attiva del terreno in grado di interagire con le frazioni minerali e con la soluzione circolante, influenzando le proprietà fisiche e chimiche del suolo. La Sostanza Organica è quindi, una grande opportunità da sfruttare in virtù delle potenziali capacità di regolazione dei terreni: personalmente, ritengo che un terreno debba avere una buona riserva di questo tesoro, almeno il 4% per essere considerato “ben dotato”; quindi, le pratiche di reintroduzione e lavorazione sono necessarie. Utilizzando la biomassa, infine, si risparmia sull’irrigazione grazie a un maggiore trattenimento
dell’umidità e un graduale rilascio alle radici. Insomma, la biomassa è un ciclo, inizia con la vita di un vegetale e termina, seppure momentaneamente, con la propria morte, per poter ritornare a dare nuova vita.
L’AUTORE Figlio di agricoltori, con la clorofilla che scorre nelle vene, Federico Fagan è un agronomo mantovano, libero professionista dal 2012 a livello nazionale e internazionale con molta passione e determinazione. Specializzato in patologie vegetali e metodologie tecniche ecocompatibili, ha anche fondato Nature “from nature to nature”, azienda biotecnologica che realizza prodotti naturali di ultima generazione per la cura e prevenzione patologica delle piante. Collabora con
Il sottobosco indica lo stato in parte decomposto delle foglie.
Per conoscerlo da vicino vai al sito naturefagan.com
agronomi europei e centri di ricerca in Germania su tematiche di interesse dei suoli: Sostanza Organica, minerali, elementi chimici e minime lavorazioni. Federico, inoltre, è docente di corsi sull’agricoltura e, dal 2019, di percorsi formativi per giardinieri, per l’abilitazione a diventare Manutentore del Verde, presso l’ente provinciale mantovano For.MA. In queste pagine, emerge la sua grande passione per la scrittura e la fotografia di paesaggi naturali. N°032
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GESTIONE | pratiche
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a cura sostenibile del verde e microrganismi vivi, in grado di è una pratica consolidata rendere terreno e piante più resistenti ai Giardini di Castel e meno soggetti a malattie. La scelta Trauttmansdorff, a Merano. di curare il giardino rinunciando Più info al sito Pratica che, avvalorata a qualsiasi strumento fitosanitario, trauttmansdorff.it anche dal premio europeo “Ecological richiede grande perseveranza, Gardening 2021”, è finalizzata al competenze e capacità di sviluppare potenziamento della resistenza delle un’accurata manutenzione ecologica, piante e alla riattivazione del suolo nel totale oltre all’adozione di tecniche per tutelare la rispetto del concetto di “sostenibilità”. Vediamo biodiversità e chi popola gli spazi verdi. Bisogna insieme quali sono, nel concreto, i metodi adottati trovare il giusto equilibrio, accettare che qualche dai giardinieri del parco botanico altoatesino. pianta possa non avere un aspetto favoloso, pensando però che viva in armonia con l’ambiente COMPETENZA naturale.
E PERSEVERANZA
A Trauttmansdorff si utilizzano esclusivamente concimi organici, estratti vegetali, tè di compost
Bisogna accettare che qualche
pianta possa non avere un aspetto favoloso, pensando però che viva in armonia con la natura
L’IMPORTANZA DELLA DIVERSITÀ
Sul fronte del suolo, per far sì che sia vitale e ricco di microrganismi, è necessario proteggerlo dalle condizioni climatiche avverse o dall’inaridimento, per esempio, con uno strato di pacciame. Il compost e il tè di compost sono la soluzione ottimale per favorire la vitalità di un terreno: non solo forniscono sostanze nutritive utili alle piante,
I Giardini di Castel Trauttmansdorff sono un esempio di giardinaggio ecologico. Ecco i metodi adottati dai giardinieri nella quotidianità operativa di Daniela Stasi
A conduzione
naturale
ma incrementano il numero di microrganismi nel terreno e migliorano la struttura del suolo, grazie a un più elevato contenuto di humus. Infine, non possiamo non evidenziare l’importanza della diversità: differenti piante e diversi periodi di fioritura permettono di avere nettare e polline per nutrire gli insetti tutto l’anno. Gli insetti utili, invece, si utilizzano soprattutto nelle serre, ma
anche all’aperto svolgono il loro servizio: larve di crisopidi contro gli afidi, gli acari predatori (fitoseidi) contro i tetranichidi oppure diversi nematodi contro gli oziorrinchi, le larve di vari coleotteri come il maggiolino e i grillotalpidi. Da ricordare che, qualora in giardino non ci siano rifugi naturali a sufficienza, le case per gli insetti fanno il loro mestiere.
Concimi organici e preparati ricostituenti ➜ stimolano la produzione delle sostanze di difesa nelle piante, evitando l’insediarsi di funghi, batteri e parassiti; si possono impiegare i compost, i tè di compost, infusi, macerati e diversi concimi organici. Fertilizzanti per il suolo ➜ quelli che contengono funghi micorrizici aumentano la superficie delle
radici, consentendo alle piante di assorbire maggiori quantità di sostanze nutritive e d’acqua. Ricostituenti per le piante ➜ le sostanze di base con cui prepararli sono l’ortica, l’equiseto dei campi e l’aglio. Repellenti contro gli insetti nocivi ➜ gli oli essenziali di limone e arancio che, con il loro intenso aroma, tengono lontano i parassiti dalle piante.
Trattamento con preparati ricostituenti su Trachelospermum jasminoides.
© Alexander Pichler.
I PRODOTTI NATURALI DA USARE
SCOPERTE | vegetali Q SFUMATURE CHE EVOCANO IL MARE Ampie foglie azzurre che contrastano sia con le piante fiorite sia con quelle verdi, Dianella revoluta Blue Stream (‘ProquestD5’) è caratterizzata da una crescita vigorosa e verticale, oltre che dai fiori blu. Per un tocco selvaggio e moderno.
VIBRAZIONI
Per scoprire dove trovarle, contatta l’azienda e visita il sito web plantipp.eu
TROPICALI
Ecco le nuove proposte di Plantipp per il 2022. Varietà che strizzano l’occhio alle esigenze del mercato di Margherita Wotton TEMPO DI LETTU R A: 3 minuti
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lantipp, una delle prime agenzie di gestione delle royalty al mondo che recentemente ha comunicato la successione dei fratelli Kim e Peter alla guida dell’azienda fondata dal padre Reinier van Rijssen, presenta le novità del 2022. Il focus e l’intento sono quelli di conciliare le esigenze e le tendenze del mercato con le caratteristiche delle nuove varietà. Rientra in quest’ottica, per esempio, la nuova serie Buddleja davidii ‘Butterfly Candy’ che, grazie alla straordinaria fioritura, alla crescita contenuta e armoniosa, al contrasto tra le dense pannocchie di fiori e il fogliame, ha guadagnato diversi premi. In queste pagine vi presentiamo alcune altre novità, tutte protette da Plant Breeders’ Rights e gestite da Plantipp.
H EFFETTO GIUNGLA Cordyline Emerald Star (‘Broadswoard’): reminiscenze esotiche, look tropicale. Perfetta per un tocco di giungla nei giardini o sui terrazzi contemporanei e di design. Foglie lucide di un verde brillante, un sempreverde resistente fino a -5 °C.
R COME IL VELLUTO ROSSO Rigogliosa anche durante gli inverni più rigidi, l’Echeveria pulvinata Devotion (‘BCEC12001’) ha foglie vellutate bordate di rosso bordeaux intenso se lasciate al sole e al freddo dell’inverno. Una succulenta colorata di facile cura: richiede poca acqua e resiste fino a -10 °C se asciutta.
H ESPLOSIONE DI COLORI Mahonia Volcano (‘MYOY’) mostra una vera e propria “eruzione” di colore con i suoi fiori giallo-arancio, per un’atmosfera tropicale. A fioritura precoce, che fiorisce da ottobre a novembre, rimane compatta: cresce circa un metro di altezza e larghezza ed è delicata al tatto, senza le spine sulle foglie tipiche della specie. È sempreverde e resiste fino a -10 °C.
Q CONTRASTI CROMATICI E RESISTENZA I fiori doppi bianchi e luminosi di Gardenia Double Diamonds (‘Leefour’), che creano un grande contrasto con le foglie lucide di colore verde scuro, sono il punto forte di questa pianta. Dai fiori grandi e profumati, resistente al calore e alle malattie, vigorosa e adatta ai vasi: Double Diamonds sembra avere tutte le carte in regola, ed è anche più facile da coltivare rispetto a molte altre Gardenia.
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INFORMAZIONE PUBBLIREDAZIONALE
IL GIARDINIERE per Leonessa Vivai
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on c’è nulla da dire, ci sono piante dal fascino intramontabile. Una di queste è l’Hydrangea, maestosa ed elegante nella sua semplicità. Se vuoi proporre ai tuoi clienti nuove varietà di ortensie, Leonessa Vivai fa al caso tuo. Un esempio? La serie Rembrandt, caratterizzata da una fioritura continua per 150 giorni e abbondantissimi fiori su steli robusti che cambiano colore durante la stagione. Tre le varietà disponibili: Elegant Rosa, Rosso Glory e Vibrant Verde.
Q ROSSO GLORY ‘Rosso Glory’ produce abbondanti fiori globosi di lunga durata, prima verdi e poi man mano rossi.
R VIBRANT VERDE Verdi all’inizio dell’estate, i fiori dell’ortensia ‘Vibrant Verde’ diventano poi rosa al centro. Con l’avanzare della stagione, i bordi dei petali si accendono.
Q ELEGANT ROSA I fiori dell’ dell’Hydrangea Hydrangea Rembrandt ‘Elegant Rosa’ si aprono in verde lime per poi vestirsi di un delicato rosa. Ridiventano verdi per poi tingersi di rosa scuro in autunno.
L’azienda bresciana propone tre nuove varietà di Hydrangea della serie Rembrandt, con una fioritura costante per 150 giorni che cambia continuamente colore
INCANTO CANGIANTE UNA COLLEZIONE DA RECORD Leonessa Vivai vanta un’offerta vastissima di Hydrangea Hydrangea. Volete qualche numero? Pensate che solo di macrophylla da collezione (Lovely Hydrangea) ha prodotto circa 5.000 esemplari. E le new entry descritte in questa pagina dimostrano che l’assortimento è in continua evoluzione.
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Più info su www.leonessavivai.it
SCOPERTE | nuove professioni
L’uomo che pia n
gli alberi
AAA cercasi guardia forestale di città: il microforesting apre nuove frontiere nel panorama del verde, oltre che nuovi spunti e iniziative a sostegno di biodiversità ed ecosistemi in crescita di Stefania Medetti TEMPO DI LETTU R A: 5 minuti
C
ome in tanti altri settori, è Londra da fare da apripista per l’Occidente, anche per le nuove possibilità nel settore del verde. In particolare, Islington, il quartiere a nord della capitale noto per l’atmosfera elegante e vittoriana, ha deciso di accelerare sulle istanze ecologiche e ha invitato ogni complesso residenziale a nominare un tree warden. Si tratta di una sorta di guardia forestale di città, incaricata di individuare il posto migliore dove piantare nuovi alberi, tenere il polso della loro salute e segnalare eventuali danni. L’obiettivo è piantare
oltre 400 nuovi alberi ogni anno e aumentare la copertura verde del quartiere dal 25 al 30% entro il 2050. La svolta verde della zona non è un caso isolato, perché partendo dal Giappone le microforeste si sono imposte nelle principali città del mondo. La loro caratteristica principale, come indica il nome, è quella di occupare spazi ridotti. Anzi, ridottissimi, perché basta un lato di tre metri per dare vita a una mini-foresta ad alto tasso di localismo. Sì, perché il progetto utilizza esclusivamente piante e arbusti nativi che favoriscono la ripopolazione faunistica e offre una serie di vantaggi extra.
Poiché una microforesta è un vero e proprio ecosistema, si costruisce partendo dal basso con un sostrato di micorrize che permette alla natura di fare il suo corso
L’INVENZIONE DAL GIAPPONE
Una microforesta cresce dieci volte più velocemente, diventa trenta volte più densa ed è cento volte più ricca di biodiversità rispetto a quelle non native e alle monocolture LA DECLINAZIONE AMERICANA
La tendenza si è già estesa Oltreoceano, ne è un esempio il progetto della Los Angeles Park Foundation che, grazie alla L.A. Park Forest Initiative, ha dato vita a una microforesta con l’obiettivo di contribuire a compensare le emissioni cittadine di Co2, abbassare la temperatura durante l’estate, mitigare il rumore dei motori delle auto, educare i cittadini alle istanze del global warming e al piacere del verde. Il tutto con un budget lowcost. L.A. Park Forest Initiative calcola, infatti, che 25mila dollari sono sufficienti per l’acquisto delle piante e per la manutenzione nei primi due anni di vita, perché la microforesta cresce densamente e velocemente tanto da diventare un ecosistema
© Fonte: www.boscodiogigia.it
a nterà
Il movimento del microforesting deve i suoi natali ad Akira Miyawaki, un botanico giapponese, esperto di ecologia delle piante, specializzato in foreste naturali e professore emerito alla Yokohama National University. La formula di riforestazione di Miyawaki, scomparso lo scorso luglio, nasce da un’intuizione particolare. Analizzando la vegetazione attorno ai templi del Giappone, vegetazione protetta per via della sacralità del luogo, Miyawaki ha concluso che solo lo 0,06% delle foreste attuali sono indigene. La maggior parte, invece, è frutto dei principi di riforestazione. Il che significa che sono popolate da alberi che non sono né i più resistenti alle condizioni climatiche del Paese né i più adatti a rispondere alle sfide del cambiamento climatico. Utilizzando il concetto di “vegetazione naturale potenziale”, dunque, l’esperto giapponese ha sviluppato un metodo di ingegneria ecologica capace di ripopolare suoli molto degradati, disboscati e senza humus attraverso l’utilizzo di semi di alberi autoctoni pionieri e secondari per una piantagione particolarmente densa supportata da micorrize, sfruttando cioè l’associazione positiva fra i funghi e l’apparato radicale della pianta. Ma questa modalità di piantagione ha un vantaggio aggiuntivo che spiega il favore con cui viene accolta nei progetti di verde cittadino: le microforeste crescono molto velocemente (piantare gli alberi ravvicinati li obbliga a cercare la luce e dunque accelera la crescita) e, proprio per la loro natura e composizione, sono in grado di estrarre anidride carbonica dall’atmosfera fino a 40 volte più efficacemente rispetto alla piantagione dei singoli alberi, grazie a una maggiore densità di fogliame. Le microforeste apportano benefici aggiuntivi alla società, perché contribuiscono ad abbassare il livello di stress personale, riducono la pressione e migliorano il sistema immunitario delle persone.
maturo a tutti gli effetti nel giro di vent’anni. Un dato particolarmente sorprendente, se confrontato con i duecento anni necessari perché una foresta si rigeneri. Ma non è tutto, perché secondo
SCOPERTE | nuove professioni
I CONSIGLI AD HOC
1. Identificate le specie native con un sopralluogo nelle foreste locali; 2. nutrite il terreno con diversi tipi di biomassa e microrganismi locali (prelevati da una foresta); 3. quando la microforesta è diventata indipendente… È il momento giusto di farne nascere un’altra!
alcuni studi una microforesta cresce dieci volte più velocemente, diventa trenta volte più densa ed è cento volte più ricca di biodiversità rispetto a quelle non native e alle monocolture. Basta guardare a New York per rendersene conto. La città ha fatto da pioniera già quarant’anni fa ed è oggi considerata “la più verde tra le grandi città del mondo”. E non a caso, visto l’impegno per ripopolare la flora locale con alberi, arbusti e fiori autoctoni, offrendo una seconda vita a zone postindustriali e un habitat per api, farfalle e uccelli. DIAMO I NUMERI
500: le specie di animali e insetti che vivono in una microforesta superiore ai cento metri quadrati; 80: le specie di insetti uniche per ogni albero nativo; 1600: le specie di insetti a cui fanno da habitat 20 specie di alberi nel giro di 10 anni; 3: i chili di Co2 sequestrati all’anno, con una crescita di un metro quadrato di foresta; 6: in percentuale, quanto può migliorare la capacità di compensazione dell’anidride carbonica per ogni specie di albero aggiunta; 2,2: i chili di ossigeno puro per metro quadrato emessi dalla microforesta ogni anno; 150: i litri di acqua processati da un metro quadrato di microforesta durante un temporale; 30: le volte di cui si riduce il rumore grazie alla densità di piantagione; 6: i gradi in meno della temperatura a livello locale grazie a una microforesta.
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COME FAREBBE LA NATURA
Per ricreare un microcosmo in città, è sufficiente lo spazio di un campo da tennis: gli alberi sono piantati in modo molto ravvicinato (tre per metro quadrato) e casuale, proprio come farebbe la natura e nella più ampia varietà possibile – idealmente, infatti, occorrono trenta specie diverse per ricreare i ricchi livelli di una foresta. Poiché una microforesta è un vero e proprio ecosistema, si costruisce partendo dal basso con un sostrato di micorrize che permette alla natura di fare il suo corso. L’idea ha preso quota con la nascita di società dedicate alla riforestazione come SUGi - fondata da un exexecutive di Louis Vuitton (che ha coinvolto il brand
nel progetto) – che offre un’app per la realizzazione di microforeste e per partecipare a una community di creatori in tutto il mondo.
Visita il sito sugiproject.com per saperne di più
IL VERDE PER LA COMUNITÀ
Un aspetto importante del microforesting è la capacità del verde di aggregare le persone. I benefici sono moltissimi, per la socialità e per la sicurezza. Sia quando le microforeste nascono come movimento spontaneo di cittadini che si occupano di individuare il terreno, ottenere i permessi, sviluppare il progetto, raccogliere i finanziamenti, procedere alla realizzazione e alla manutenzione. Sia quando i cittadini beneficiano di una esistente, perché il verde aiuta chi vive in città a riconnettersi con la natura, favorisce la socialità degli spazi pubblici e questo si traduce in una maggiore sicurezza per i cittadini di ogni età e produttività per i lavoratori.
Il Tree warden è una sorta di guardia forestale di città, incaricata di individuare il posto migliore dove piantare nuovi alberi, tenere il polso della loro salute
e segnalare
eventuali danni
IL GIARDINIERE per Vivai Nord
Consulta il sito encoreazalea.it
L’abbondanza dei fiori bianchi di Ivory® regala poesia in ogni giardino.
Autumn Creach®, compatta dalla fioritura abbondante.
Fioriscono e rifioriscono
«A
bbiamo disponibili nuove varietà e abbiamo un reale e ottimo riscontro da parte dei giardinieri che le usano». Queste parole entusiastiche, pronunciate da Vittorio Consonni, uno dei responsabili di Vivai Nord, sono riferite alle azalee rifiorenti Encore®, contraddistinte da una fioritura abbondante e da colori vivaci in primavera, estate e autunno. Presenti sul mercato statunitense da oltre 15 anni, sono state impiegate in molti ambienti differenti, che ne hanno dimostrato non solo la capacità di rifiorire, ma anche la rusticità e la bassa esigenza di cura, a favore di notevoli effetti paesaggistici per le macchie multicolore in
INFORMAZIONE PUBBLIREDAZIONALE
PER RICONOSCERLE Oggi Vivai Nord vende le azalee Encore® in vaso brandizzato. Le ragioni sono due: dare valore a queste varietà e riconoscerne l’autenticità. Nella foto anche un esempio di etichetta con cui sono vendute, con tanto di foto e indicazione della varietà. Trasparenza a tutto tondo.
Sono le azalee rifiorenti Encore® di Vivai Nord, oggi disponibili in numerose nuove varietà. Qui qualche anticipazione giardini e parchi. Queste le nuove varietà: Autumn Creach®, fiore semidoppio e semplice di colore rosso; Autumn Fire®, dal fogliame verde scuro lucido, che diventa bronzo porpora in inverno, e fiori semidoppi rosso intenso; Bonfire®, dal fogliame verde brillante tutto l’anno, fiori semplici e semidoppi rosso fragola; Ivory®, fiori di un bianco puro come la neve; Jewel®, vigorosa, una delle più resistenti al freddo, con fiori rosa; Lily®, robusta dal portamento eretto, con fiori bianchi.
DA SAPERE • Tolleranti al pieno sole • Resistenti al freddo fino a – 20 °C • 4-6 ore di luce diretta per la crescita ottimale e la migliore fioritura • Preferibile la mezz’ombra per il pomeriggio delle stagioni più calde
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SCOPERTE | verde sociale
Alice è una delle giovani seguite dalla Fondazione La Comune, che oggi lavora nel verde, sia in serra sia nel nuovo negozio di fiori e piante milanese Fiori all’Occhiello.
Buono
di natura
Il verde fa bene sia a chi vive a contatto con l’ambiente naturale, sia come attività (anche) per soggetti con svantaggio psichico e sociale. Così, con gioia, da questo numero diamo voce in modo costante alle realtà orientate in questa direzione di Daniela Stasi , foto di Rachele Pozzato
TEMPO DI LETTU R A: 1 minuto
L’intervista a Giulia Stazzi, giardiniera assunta dalla Fondazione La Comune per insegnare le tecniche di giardinaggio a giovani con disabilità intellettiva.
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erde e sociale vanno a braccetto e, intellettiva. Nello specifico, l’impresa sociale, se si conoscono gli innumerevoli dopo aver fatto raggiungere alle persone seguite benefici psicofisici del primo, la totale autonomia – con la creazione di alloggi avvallati anche dalla scienza, non è in cui giovani disabili vivono insieme a coetanei certo difficile comprendere perché. normodotati, studenti o giovani lavoratori –, ha Noi de IL giardiniere vogliamo dare voce all’osmosi abbracciato un altro importante step, fondamentale di queste due dimensioni e proprio con questa affinché una persona possa dirsi realmente pagina di presentazione diamo il via a un nuovo autonoma: l’inserimento lavorativo. Ed ecco appuntamento fisso, che accompagnerà voi lettori l’affacciarsi al mondo del verde. Qui ci limitiamo su ogni numero. ad anticiparvi il lieto fine, sul prossimo numero Intanto vi spoileriamo cosa leggerete sul prossimo: coloreremo l’articolo di voci e risonanze. E a dirla il racconto della milanese Fondazione La Comune, tutta, i finali lieti sono più di uno. Innanzitutto, che si occupa di ragazze l’acquisizione di differenti competenze e ragazzi con disabilità nella filiera verde: dalla coltivazione Vuoi raccontarci una storia in serra e in campo, alla vendita di verde sociale? Scrivi a: nel primo negozio di piante e fiori d.stasi@laboratorioverde.net curato da giovani con disabilità intellettiva, Fiori all’Occhiello, in zona Porta Romana a Milano, fino alla realizzazione e manutenzione di giardini e terrazzi. Oltre a un riconoscimento importante anche per i professionisti del settore. Sono tre, infatti, le figure professionali coinvolte nel progetto, assunte da La Comune per seguire i ragazzi nei lavori e trasmettere loro le abilità richieste: una giardiniera, un vivaista e una fiorista, tutti di lunga esperienza.
IERI & OGGI
Fare le cose
per bene “N on è la più forte delle specie che sopravvive, né la più intelligente, ma quella più reattiva ai cambiamenti.” In questa celebre citazione di Darwin risiede lo spirito che ha ispirato la Bonfante per ben 70 anni, e che anima tuttora
CREATIVITÀ E RICERCA Nel corso degli anni la costante ricerca, unita alla creatività, hanno distinto Bonfante nel continuo sviluppo di nuovi prodotti nei settori più vari come: elementi di costruzione e di finitura per l’edilizia, botti in cemento per il vino, autobloccanti e prime recinzioni modulari, articoli da giardino.
Dino Bonfante, a guida dell’azienda. Nel settore outdoor dal 1952, la realtà di Crocetta di Badia Polesine (RO) progetta, produce e commercializza dal piccolo manufatto di arredo giardino alla più complessa struttura prefabbricata di arredo urbano. Le carte vincenti? L’innovativo ed efficiente ciclo gestionale di produzione, la continua ricerca e sviluppo di prodotti sempre nuovi, una logistica puntuale, una selezione di fornitori di qualità, una gestione oculata dell’amministrazione. Un percorso in salita, costellato di ostacoli e difficoltà, ma anche di obiettivi raggiunti, soddisfazioni e nuovi progetti. In queste pagine, i passaggi salienti.
Per saperne di più, vai al sito bonfante.com
ieri
1952. L’azienda nasce dalla maestria artigiana di Guido “Piero” Bonfante, e da subito si distingue per l’attenzione alla qualità e per l’innovazione in termini di design e creatività. 1955. Il primo prodotto che dà una forma concreta al concetto di arredo giardino: Vasagono, un particolare vaso esagonale realizzato in cemento. 1976. Piero Bonfante si ammala in modo grave e l’azienda passa nelle mani del primogenito Eddo, che la guida con
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successo fino al 1988, quando perde la vita in un drammatico incidente stradale. 1988. A soli 23 anni, Dino, il più giovane della famiglia Bonfante, assume la responsabilità dell’azienda insieme al fratello Francesco. L’impresa, anche se non è semplice, viene affrontata da Dino con la stessa determinazione messa 30 anni prima dal padre.
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oggi
a costante determinazione ha portato l’azienda a essere ciò che è oggi. Ma questo non sarebbe mai potuto accadere senza il vero cuore pulsante dell’azienda: il team Bonfante. Dietro ogni singolo prodotto ci sono l’artigianalità e la professionalità di persone che hanno creduto, e continuano a credere, in questo progetto. Questa grande forza permette di posare lo sguardo sempre avanti, verso il futuro. Così l’azienda, certificata ISO 9001 dal 2006, ha digitalizzato tutto il magazzino e il processo produttivo. In tempo reale, tramite uno smartphone, è possibile identificare un ordine, controllarne lo stato di avanzamento e la consegna, ottimizzando lo spazio in magazzino e tutte le fasi di lavorazione. Non solo, quest’anno l’azienda ha sviluppato un portale web per l’invio degli ordini, dedicato ai suoi circa 1.200 rivenditori autorizzati.
e domani?
INFORMAZIONE PUBBLIREDAZIONALE
Un vero motto per Bonfante, che nel 2022 compie ben 70 anni. Una lunga storia di innovazione stilistica, artigianalità italiana, passione e cultura. Ecco qui un tuffo nel passato, una sosta nel presente e una sbirciatina nel futuro
La parola del domani, è la stessa che ha sempre contraddistinto la Bonfante: cultura. Un termine che trasforma l’azienda in una vera famiglia unita intorno a valori che vanno oltre il mondo imprenditoriale. Dino Bonfante, supportato da tutto il team, è in prima linea nella valorizzazione culturale del territorio, in ogni sua forma: musica, arte, teatro, sport e attenzione per il sociale.
DETTO, FATTO!
La ricerca di smart solutions per la gestione degli ordini ha portato la Bonfante a ideare un sistema innovativo per l’arredo giardino: ferro e cemento in scatola. Ed ecco la linea Tavolozza, il punto acqua dal design minimalista fornito in una scatola contenente tutti i componenti preinstallati: il cliente finale deve solo pensare all’allacciamento alla rete idrica. Non è tutto: da anni l’azienda propone vari modelli di prato sintetico di alta qualità, data dall’elevata proprietà delle fibre con cui sono realizzati i fili d’erba e dal fondo in poliuretano. Al di là del prodotto, il servizio è attentamente monitorato, dalla selezione delle materie prime alla formazione degli installatori nel pre e post vendita. Anni ‘90. Nuova serie di fontanelle dal design originale, dalla struttura leggera e facilmente movimentabili grazie alla suddivisione in più componenti (Crocetta e Salvaterra), poi proposte in varie colorazioni e finiture. Nello stesso periodo è stata sviluppata la linea di arredo urbano con i primi elementi dalla struttura robusta e resistente (serie Maestosa). Nel frattempo si aggiunge alla cordata Aldo, il figlio primogenito di Eddo, aprendo così le porte alla terza generazione. Anni 2000. In seguito alla realizzazione di un secondo stabilimento produttivo, dopo anni di ricerche, sono state sviluppate le nuove linee di recinzioni modulari (Arianna, Exodus e Modulblok) ed è stata notevolmente ampliata la collezione di arredo urbano, giungendo negli ultimi anni a ideare e creare l’innovativa serie Globo che fonde gli elementi tradizionali con i moderni sistemi di energia alternativa. Questo progetto dimostra la sensibilità dell’azienda verso l’ecosostenibilità e l’attenzione
per un mondo sempre più green. Contestualmente, nella sede storica la produzione di arredo giardino in finitura lavato ha ceduto il passo alle nuove linee in pietra ricostruita riscuotendo un importante successo sul mercato.
Ti sei perso il prodotto creato per il 70esimo? Torna a pag. 40!
IL PRONTUARIO
COME PROMUOVERSI
ONLINE
Una breve guida per destreggiarsi con il web marketing e per riuscire a vendere i propri servizi anche nella grande rete di Jessica Bertoni
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ueste due pagine sono su carta stampata ma vi vogliono catapultare nei meandri del marketing online. Vi vogliamo dare, infatti, qualche spunto per vendere tramite il web. Mettete in conto che non si tratta di operazioni immediate, ci vuole tempo per imparare gli strumenti e le dinamiche dell’universo online, dinamiche che a differenza di ciò che può sembrare, sono tutt’altro che fulminee. Ma come si suol dire, l’importante è provare e riprovare. E prima o poi, i risultati arrivano.
COSTRUIRE IL FUNNEL DI VENDITA
Q
uando si naviga sul web o sui social media si è bombardati da messaggi pubblicitari. Il primo passo da fare è costruire un buon funnel di vendita. Di cosa si tratta?
• Un funnel di vendita è una serie di passaggi progettati per guidare i visitatori verso una decisione di acquisto; • i passaggi sono composti da asset di marketing che conducono alla vendita, ad esempio landing page ed e-mail; • i funnel di vendita possono aiutare ad automatizzare l’attività, perché contribuiscono a scalare e crescere rapidamente.
È scontato dire che per fare in modo di accaparrarsi un cliente, l’azienda deve aver lavorato per bene sulla propria brand awareness, ossia sulla notorietà del proprio marchio, della propria impresa. Solo così si rimane ben presenti nella mente della potenziale clientela. Occorre dunque lavorare su pubblicità online e passaparola.
Nel linguaggio marketing, un lead è una persona che ha dimostrato interesse nella proposta di un’azienda. Oggigiorno
per crescere è molto importante generare lead
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Per accaparrarsi un cliente, l’azienda
deve aver lavorato per bene sulla propria brand awareness, ossia sulla notorietà del proprio marchio, della propria impresa. Solo così si rimane ben presenti nella mente della potenziale clientela
GLI STRUMENTI DIGITALI SU CUI PUNTARE:
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PUBBLICIZZARSI SUL WEB
ue tra gli strumenti più utilizzati per fare pubblicità online sono: • •
Google Adwords; Facebook Advertising.
Su Google si cercano rimedi ai propri problemi, quindi occorre proporre il proprio servizio come soluzione al problema. Su Facebook si ricerca un momento di svago, dunque l’obiettivo è quello di stimolare il cliente e di saper trovare il “luogo” e il momento giusto per proporre l’acquisto del proprio servizio. Qui la domanda deve essere “stimolata” da un’immagine o video accattivante, attinente sì agli interessi dei clienti ma associato anche fortemente all’impresa, e da un copy (contenuto scritto) intrigante. Per questo è fondamentale capire come poter sfruttare sia il visual content sia lo storytelling.
L’
SI DEVONO GENERARE LEAD
utente di oggi non acquista in prima battuta, e voi lettori lo sapete bene. Rimanendo nella sfera online, per farlo ha bisogno di molteplici contatti con il sito web. Ecco, quindi, che gli obiettivi delle campagne pubblicitarie online devono essere: • attrarre il cliente; • farlo arrivare nella landing page dove si cercherà di acquisire la sua mail in cambio di un vantaggio (per esempio un’offerta appetitosa, come lo sconto sul primo acquisto).
A tal punto è facile comprendere quanto sia fondamentale entrare in possesso della mail.
◗ Google Adwords ◗ Facebook Advertising ◗ Landing pages per generare lead ◗ Funnel di vendita automatizzato e studiato nei dettagli
Nel caso in cui il cliente non fosse abbastanza interessato all’acquisto nel momento in cui atterra sul sito, avendo la sua mail, si potrà cercare di recuperare il contatto in seguito attraverso le newsletter. Quanto scritto finora, in un linguaggio marketing, significa generare lead. Cosa è un lead? È una persona che ha dimostrato interesse nella proposta di un’azienda. L’interesse può essere espresso in diversi modi: • tramite la condivisione dell’indirizzo e-mail o del numero di telefono; • mediante la richiesta di connessione sui social network (soprattutto Facebook, Instagram e LinkedIn).
Ricapitolando: per far crescere la propria azienda è molto importante generare lead. In ultimo, riecco un concetto che abbiamo sottolineato più volte sulle pagine della nostra rivista. Fate attenzione anche alle informazioni online che circolano intorno alla vostra impresa: i potenziali clienti normalmente prima di procedere con l’acquisto eseguono diverse ricerche. E non fatevi scoraggiare da eventuali recensioni negative: possono aiutare il brand in quanto possono stimolare le recensioni positive di altri clienti soddisfatti. In definitiva, il cliente è il vostro target e saper intercettare le sue caratteristiche, rintracciarlo tramite comunicazioni via mail e informarlo delle vostre promozioni, sono tre step importanti da ottimizzare. Non si deve sprecare nessun click! N°032
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L’OPINIONE
L
di Anna Zottola
a rosa. Una specie botanica forse troppo ordinaria e scontata? Non ha più nulla da comunicare? Non si può sottovalutare una delle piante la cui storia e curiosità sono tra le più antiche. La ritroviamo nell’antica Grecia nei poemi di Omero e Saffo. Viene descritta da Plinio il Vecchio come oggetto di passione da parte dei Romani. È spesso citata in letteratura ed è regalata alla pittura dei “grandi”, come Botticelli e Tiziano. Le rose hanno ispirato numerosi ibridatori per la nomenclatura delle nuove varietà: in passato venivano dedicate, senza distinzione di genere, a principi e principesse, cavalieri e monaci missionari; perfino oggi le denominazioni acquisiscono talvolta i nomi di personaggi della politica e del giornalismo, oppure del cinema e della moda, o semplicemente dell’amata consorte. Ma le rose, soprattutto, hanno origine da un’imprenditoria appassionata e qualificata, che dal 1700 in poi ha raggiunto importanti traguardi di ricerca a livello internazionale: un secolo nel quale la Compagnia delle Indie trasportava in Europa le novità di nuove varietà dalle profumate fragranze. I produttori ed esperti – definiti rodologi – hanno
progettato e prodotto per centinaia di anni numerose specie e cultivar, tuttora a disposizione. Si tratta quindi di una famiglia botanica tra le più ricche per biodiversità, con varietà diverse da consentire ai Giardinieri e ai propri clienti di possedere contemporaneamente un patrimonio antico, da comparare per qualità alle più moderne selezioni. Se volete approfondire, vi invito a leggere il recente libro Il romanzo della rosa. Storie di un fiore scritto, per noi del settore, dalla ben conosciuta Anna Peyron, vivaista piemontese e progettista di diversi giardini nei quali le rose sono sempre protagoniste. Un libro ricco di storie e leggende, ma anche di informazioni botaniche. Insomma, un testo dal quale possiamo percepire le infinite proposte che il mondo delle rose può fornire ai Giardinieri: le varietà cinesi, come la R. chinensis semperflorens, capostipite di numerose cultivar anche europee; le Galliche, forse le più antiche e quasi senza spine; le Botaniche come la R. virginiana o la R. pimpinellifolia; le Portland, rifiorenti e di robusto portamento; e ancora, le Damascene, anch’esse di origine orientale, con fiori doppi, e tanto profumate da essere utilizzate per l’estrazione di essenze. Davvero ricco il repertorio degli ibridi da tè, apprezzati per i fiori grandi, il portamento eretto e rigido, e l’adattabilità ai climi caldi. Altrettanta ricchezza tra i rampicanti dalle dimensioni impensabili come le cultivar di R. brunonii. Stupore e soddisfazione per le fioriture prolungate: dalle precoci, con la fioritura a marzo della R. xanthina ‘Canary Bird’ che regala fiori gialli singoli e rifiorenti, alle fioriture tardive, fino all’inverno della varietà ‘Blush Noisette’. Esuberanti e vigorose nel portamento, generose nei colori e profumi, romantiche e decorative, una personalità tale con la quale la storia può solo continuare.
LE ROSE
DEL GiardiniERE 82
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y LA CASA EDITRICE
DEL VERDE PROGETTAZIONE COSTRUZIONE GESTIONE E MANUTENZIONE PROFESSIONALE DEGLI SPAZI VERDI
giardiniere
RIVISTA TECNICO-PROFESSIONALE E DI AGGIORNAMENTO SULLE COLTIVAZIONI PROTETTE
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IL
Gennaio – Marzo 2022
N. 01/2022
STORIE AGRICOLE DI IMPRESE DELL’ORTO-FLORICOLTURA
Marketing
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In copertina Domenico Maschi di Idea Verde Maschi, nato e cresciuto tra le piante e i giardini
Floricoltura, la campagna europea per promuovere le vendite
All’interno 16 pagine dedicate: tecnologie, innovazione e sostenibilità
Case History
L’investimento di Cifo: nuovi concimi a basso impatto ambientale
LA NUOVA RIVISTA PER IL GIARDINIERE
FOCUS INNOVAZIONE Panoramica di prodotti pensati per agevolare il lavoro
NOVITÀ + pagine + rubriche +
contenuti
il racconto
L’IMPORTANZA DELLA PROGRAMMAZIONE PER ESSERE PIÙ COMPETITIVI E AFFIDABILI SULMERCATO
la vostra casa Edizioni Laboratorio Verde
è l’unica casa editrice di filiera, con prodotti specifici
per ogni target del florovivaismo e del gardening: produzione, retail,
professionisti e consumatori. Uno sguardo a 360° che ci rende il punto di
riferimento preciso e aggiornato nel panorama dell’editoria specializzata. Edizioni Laboratorio Verde è la casa editrice di chi ama e lavora con il verde: la vostra casa.
www.laboratorioverde.net