Russia, NATO e Ucraina in cronaca di Francesco Scarano
La questione ucraina:
uno ‘’scontro tra titani’’ dalle radici molto profonde.
N
egli ultimi mesi la minaccia di un incombente conflitto di portata internazionale ha attraversato l’intero globo terrestre incutendo timore ed agitazione da Oriente ad Occidente, in ogni civile atto ad informarsi di attualità. Il dramma di una possibile guerra è di particolar peso anche nel Vecchio Continente perché questo potrebbe tradursi in un rincaro delle riforniture di gas (basti pensare che l’Europa importa dalla Russia il 40% del suo fabbisogno di metano) ed in eventuali minacce militari dovute alla vicinanza del fronte alla nostra penisola (la distanza chilometrica Italia-Ucraina è grossolanamente paragonabile a quella esistente tra Val d’ Aosta e Sicilia). In realtà quello che attraverso i media appare essere un evento del tutto nuovo risulta avere radici storiche molto profonde che traggono sostentamento dall’ ‘’humus’’ della storia medievale. Per la Russia, infatti, l ‘ Ucraina è una ferita aperta già da tempo per svariati motivi. Innanzitutto l’Ucraina, e la capitale Kiev, è storicamente considerata la culla del popolo russo, essendo stata la capitale del primo Stato russo della storia, una monarchia esistita da fine 800 ad inizio 1200. Fino al 1991 l’Ucraina ha fatto parte dell’Unione Sovietica, cioè quel titano che ha sfidato gli Usa durante la Guerra Fredda, lo scontro tra capitalismo e comunismo atto a far emergere una superpotenza dominante a livello globale. Ai nostri giorni, inoltre, è facilmente intuibile quanto Russia ed Ucraina siano affini storicamente e culturalmente: la
lingua russa e l’ucraino sono abbastanza simili per morfologia e sintassi ed il russo è largamente parlato in varie regioni ucraine. A ciò si aggiunga che quando l’Unione Sovietica cadde nel 1991, l’Ucraina fu una delle prime repubbliche sovietiche a diventare indipendente. Da quella data essa riveste il ruolo di ‘’ Stato-cuscinetto’’ tra due superpotenze, una nazione che dovrebbe rimanere estranea ai due contendenti (Russia e Nato) per mantenere un equilibrio tra i colossi militari. Nel 1949 gli Stati Uniti diedero vita alla Nato, l’organizzazione del Trattato del Nord Atlantico, ossia un insieme di Stati alleati di cui fa parte anche l’Italia, che hanno la funzione di difendersi reciprocamente nel caso in cui uno dei membri fosse attaccato da un nemico esterno. Prima degli anni ’90 la Nato comprendeva Usa, Canada e molti Paesi dell’Europa occidentale ed il confine geografico tra blocco occidentale e blocco sovietico, la cosiddetta ‘’ cortina di ferro ’’, passava poco distante dall’ Ucraina. Dopo la caduta dell’Unione Sovietica gli Stati Uniti, approfittando dell’evento storico, hanno invitato a far parte della Nato dal 1997 quasi tutti gli Stati dell’ Europa orientale, compresi quelli che facevano parte dell’ URSS, arrivando addirittura a delegare a questi Paesi il
controllo attivo della Russia, sostenendoli economicamente e negli armamenti. Questo non ha fatto altro che inasprire ulteriormente i rapporti tra USA e Russia, dato che quest’ ultima si è vista gradualmente occupare il proprio ‘’uscio di casa ’’. Giungiamo così agli inizi degli anni 2000, quando un partito filoccidentale ha vinto le elezioni in Ucraina attraverso quello che alla storia è noto come ‘’rivoluzione arancione’’. Di tutta risposta la Russia ha alzato i prezzi del metano destinato ad Ucraina, così il vecchio Continente è stato costretto a progettare nuovi gasdotti che bypassassero l’Ucraina per giungere in Germania. Nel frattempo, dopo varie vicende, in
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