Musica oggi di Gabriele Biancardi
VASCO AL COMANDO
V
asco Rossi, un mito della musica e della trasgressione. Oltre centomila nell’Arena costruita per l’ evento che ha riaperto alla vita comunitaria e speriamo non al Covid. Bravo il sindaco di Trento Franco Ianeselli che, rischiando poco ha politicamente raccolto molto. Non tutto è andato bene ma tutto sommato :è andata bene! I conti poi si fanno a bocce ferme. E si pensa a futuri eventi “ridotti”. Come dicevano i nostri nonni: si facciamolo grande, ma non troppo. (W.P.) Abemus Vasco! E infine il “Comandante” ha fatto tappa a Trento. Lo aveva già fatto in anni in cui in pochi avevano avuto la voglia di vederlo. Primi anni 80, uno sparuto gruppo di rockettari della provincia ad ascoltare un cantante nemmeno tanto dotato dal punto di vista canoro. Ma la forza di Vasco non è nella voce, lui ha trovato quello che tanti suoi colleghi hanno cercato invano per anni e anni. La chiave. Esatto, quella che permette di entrare in simbiosi con chi ascolta, quella che scardina le serrature più
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augana
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recesse. Di fronte ai suoi testi, si aprono come nodi a fiocco. Sono diverse le generazioni che nelle canzoni del Blasco, si sono riconosciute, sono diventate colonna sonora di una vita intera. Il suo non è un concerto per nostalgici di un tempo che fu. No, la sua innegabile qualità è quella di saper fare da collante tra generazioni molto lontane, anche culturalmente
e di differenti estrazioni sociale. Nelle file di coloro che hanno affollato la “Music Arena”, (vedremo che fine farà), ci potevi trovare dall’avvocato di grido, al manovale, dal commerciante al dipendente pubblico. Ma lì, a cantare a squarciagola le sue canzoni, non ci sono 730 che tengano. Non ci sono proprietà immobiliari che contino. Importante è rivolgere lo sguardo verso il palco, grande come