Il personaggio di ieri di Andrea Casna
TULLIO GARBARI Un artista europeo di primo Novecento T
ullio Garbari, uno dei principali artisti trentini del Novecento, nasce nel 1892 a Pergine Valsugana. Era il fratello maggiore di Ezio e Mario con i quali condivideva l’amore per l’Italia e per l’irredentismo. Tra il dicembre 2019 e febbraio 2020 le sale del Palazzo delle Albere di Trento avevano ospitato una mostra dedicata proprio a Tullio Garbari dal titolo «Tullio Garbari. Primitivismo modernità». Vittorio Sgarbi, Presidente del Mart, scrisse che «la originalità dell’artista segna il punto di congiunzione tra primitivismo e modernità, senza alcuna indulgenza per le avanguardie, ponendosi in equilibrio fra le nuove riflessioni di Carlo Carrà su Giotto, il doganiere Rousseau, Alberto Magri, Lorenzo Viani. Tutti spiriti indipendenti, la cui autenticità è, letteralmente, originaria. Non è un caso che, con la parola ‘primitivo’, si indichi un mondo che non è solo quello dell’arte africana, che ispirò Picasso, ma anche quello delle origini della pittura moderna, tra Cimabue, Giotto e Duccio di Buoninsegna. Primitivi sono, in questa periodizzazione, i pittori del Trecento e del Quattrocento, il cui nitore e candore l’opera di Garbari riproduce, più per istinto che per ragione». Ma chi era Tullio Garbari? La sua fu un’istruzione ottima: negli anni 1903-1908 frequenta la Scuola Reale Elisabettiana di Rovereto, ad indirizzo tecnico e nell’autunno del 1908 si iscrive all’Accademia di belle arti di Venezia. È in questa fase che entra in contatto con alcuni giovani pittori dell’avvanguardismo novecente-
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sco. Erano giovani artisti, noti poi come Ribelli di Ca’ Pesaro, che volevano scardinare i principi della pittura accademica. Nel dettaglio si tratta di un circolo di artisti composto da: Umberto Boccioni, Teodoro Wolf Ferrari, Felice Casorati, Gino Rossi, Arturo Martini, Umberto Moggioli. Nel 1910 Garbari partecipa alla mostra di Ca’ Pesaro, per la quale viene incaricato di preparare il manifesto e l’anno successivo espone un dipinto alla prima mostra internazionale d’arte di Valle Giulia a Roma. La sua prima mostra personale a Trento è del 1912 nella sala della Filarmonica. La guerra e la morte del fratello Mario. Nell’agosto del 1914, da vero irredentista, fugge in Italia passando la frontiera clandestinamente come i fratelli Ezio e Mario. Nel maggio 1915 si arruola nell’esercito italiano, ma viene congedato nel luglio dello stesso anno perché malato di tifo. Durante la guerra si dedica all’arte e nel 1917 espone a Carrara. Il fratello Ezio prende parte a molti combattimenti sul Monte Valpiana, Monte Carbonile in Valsugana, Marter, S. Osvaldo, Broccon. Nel 1917 è comandante della compagnia complementare del Batt. Val Cismon, con la quale prende parte al combattimento sul Tomatico presso Feltre nell’ottobre 1917. Il 15 dicembre, ferito in battaglia, viene ricoverato all’ospedale militare di Treviglio (Bergamo). Il fratello minore Mario morirà suicida il 13 dicembre
Tullio Garbari - La siblla cumana (1930 - MART)
1917: «durante i combattimenti in Val Calcino (Monte Grappa), vistosi accerchiato e destinato ad essere fatto prigioniero -si legge sul portale 900trentino.museostorico.it - si uccide con un colpo di pistola, conscio del fatto che, una volta catturato, sarebbe stato giustiziato per alto tradimento». La fine della guerra e la morte a Parigi. Nel gennaio 1919, a guerra finita, torna a Pergine riunendosi alla famiglia. Gli anni dal 1919 al 1927 sono dedicati alla lettura e allo studio. Nel 1927 riprende a dipingere esprimendo dei caratteri completamente diversi, autonomi e indipendenti. Sempre nel 1927 espone a Milano, Amburgo, Berlino, L’Aia, Amsterdam e nel gennaio 1928 a Lipsia. Si dedica alla raffigurazione di scene di vita contadina e popolare. Lavora con assiduità fino alla morte, avvenuta improvvisamente a Parigi l’8 ottobre 1931, a 39 anni di età.