STORIE PER RICOMINCIARE S
4 La maestra Brigitta
6 Vorrei una scuola
7 Primo giorno di scuola
8 Un nuovo compagno
9 Dinosauri a scuola
10 Mattia nella lavagna
12 Timmi cambia scuola
13 Ogni giorno una sorpresa
14 Il Mago dei numeri
16 PAGINE STELLA Isadora
I L MONDO DEI BAMBINI
18 La bambina tutta verde
20 Non tutte le principesse
21 Il folletto della notte
22 Il bambino di fuoco
24 La bambina che amava la bellezza
25 Ercole: il più forte
26 Ridarelli, amici dei bambini
28 Che disgusto! CHE EMOZIONE !
30 Zitto!
31 Tutti diversi
32 Il sogno di Valentina
34 La supernonna di Camilla
35 Mattia e il nonno
Il
I L MONDO INTORNO A NOI
LA MA E STRA BRIGITTA
Legge l’insegnante
La maestra Brigitta dorme ancora.
Il suo gatto è preoccupato perché sa che oggi è una giornata molto importante per lei.
Deve svegliarsi immediatamente!
Finalmente sveglia, la maestra fa colazione e, dopo aver indossato il casco, vola verso la scuola in sella alla sua motoretta.
Sul portapacchi ha legato una pila di libri.
Arriva a scuola prima dei bambini per preparare una sorpresa fantastica: una biblioteca scolastica.
Dopo la lezione di matematica con la maestra Gabriella, finalmente arriva il momento dell’inaugurazione.
La maestra Brigitta è molto emozionata!
Ora i bambini possono entrare in biblioteca, curiosare tra gli scaffali, guardare bene i libri e sceglierne uno da portare a casa.
– Quando avrete finito di leggerlo, – spiega la maestra – lo riporterete a scuola.
Brigitta spera tanto che i bambini della sua classe diventino dei divoratori di libri… proprio come lei, e sa anche che la passione per la lettura è molto contagiosa !
PAROLE NUOVE
Biblioteca: luogo dove si conservano e si leggono i libri.
Contagiosa: che si trasmette, si passa agli altri.
ASCOLTO E… COMPRENDO
• La maestra si chiama: Giuditta. Brigitta.
• Come arriva la maestra a scuola?
• La maestra è emozionata perché: deve inaugurare la biblioteca. organizzerà una festa.
ASCOLTO E… IMPARO PAROLE NUOVE
“Divorare un libro” vuol dire: mangiare le pagine. leggerlo con entusiasmo.
ASCOLTO E… RACCONTO
A te piace leggere? Racconta.
VORREI UNA SCUOLA…
Vorrei una scuola per tutti i bambini perché diventino dei cittadini.
Vorrei una scuola che insegni a pensare, ma dove si possa anche giocare. Vorrei una scuola con tanti sorrisi, senza litigi o banchi divisi.
Vorrei una scuola che parli al cuore, una scuola fatta di amore.
LEGGO E… SCRIVO
E tu come vorresti la scuola?
• Vorrei una scuola
• Vorrei una scuola
• Vorrei una scuola
PRIMO GIORNO DI SCUOLA
Oggi è il primo giorno di scuola. Sono in seconda. Finalmente ho rivisto i miei compagni.
Siamo tutti un po’ cresciuti, a qualcuno, com'è capitato a me, è caduto un dente e i nostri sorrisi sono diventati più buffi. Ieri sera ero molto emozionato, ho preparato lo zaino e ci ho infilato anche un piccolo barattolo con alcune cose raccolte durante le vacanze: conchiglie, sassi di strane forme e un pugno di sabbia. Ho portato un po’ di estate con me e ho mostrato tutto ai miei amici, raccontando, con un po’ di fantasia, le mie avventure.
LEGGO E… RIFLETTO
Segna con una o più X.
Che cosa hai pensato la sera precedente al primo giorno di scuola?
Che bello, rivedrò i miei compagni!
Peccato! Sono finite le vacanze.
Sono emozionato/a.
Uffa! La scuola è faticosa.
Evviva! Imparerò cose nuove.
Speriamo sia arrivato un nuovo compagno o una nuova compagna.
UN NUOVO COMPAGNO
La scuola è iniziata, siamo in seconda. Tra i banchi vedo un nuovo compagno. La maestra lo presenta:
– Si chiama Luis, è straniero, ma comprende bene la nostra lingua. Cercate di farlo sentire a suo agio. Tutti si sono voltati a guardarlo, ma lui si è girato verso la finestra.
La maestra ha aggiunto: – Resterà con noi per poco, è un nomade. Sapete che cosa significa “nomade”?
Tutti si sono messi a bisbigliare.
Io ho immaginato una carovana nel deserto che porta carichi di merci.
Sono rimasto a fissarlo. Luis si è voltato e mi ha sorriso. È così che nascono gli amici.
G. Quarzo - A. Vivarelli, Amico di un altro pianeta, Einaudi Ragazzi
LEGGO E… COMPRENDO
• Come si chiama il nuovo compagno?
Leo. Luis
• Quando la maestra dice “Cercate di farlo sentire a proprio agio” intende:
farlo sentire bene, accolto.
farlo sentire il primo della classe.
• Con quale gesto nascono gli amici?
Un abbraccio.
Un sorriso.
PAROLE NUOVE
Nomade: chi non ha una casa fissa e si sposta da un luogo all’altro. Bisbigliare: parlare a bassa voce.
Carovana: insieme di viaggiatori che si uniscono per attraversare zone desertiche.
DINOSAURI A SCUOLA
È il primo giorno di scuola per Dino, un piccolo Diplodoco, ma il dinosauro è molto triste perché, per il suo collo lunghissimo, tutti i compagni lo prendono in giro. Mentre la maestra legge una storia, Sauro, un piccolo Oviraptor, esce dall’aula. La compagna
Stegosauro confessa: – A me ha detto che aveva fame e usciva a cercare qualche uovo.
Tutta la classe corre alla ricerca del piccolo finché Dino esclama: – Lo vedo! È laggiù, in cima a una palma.
Il piccolo Oviraptor non riesce più a scendere perché ha le vertigini. Ma Dino tende il lungo collo e il compagno si lascia scivolare fino a terra.
– Grazie, mi hai salvato! – esclama Sauro.
I dinosauri circondano Dino e applaudono. Da quel giorno nessuno lo prese più in giro.
LEGGO E… COMPRENDO
• Chi è Dino?
• Dino è triste perché:
i compagni lo prendono in giro. non vuole andare a scuola.
P. Gemme, La scuola dei dinosauri, PiemmeMATTIA NELLA LAVAGNA
A Mattia piace leggere, scrivere, ma più di tutto cancellare la lavagna. È l’importante incarico che gli ha assegnato la maestra. Un giorno, però, mentre manovrava con energia il cancellino, Mattia cadde dentro alla lavagna. Si ritrovò in una specie di pianura nera sulla quale crescevano alberelli bianchi. Mattia si avvicinò e scoprì che non erano alberelli ma lettere dell’alfabeto. Si fermò vicino a una “A” scritta in stampato maiuscolo, era tutta piegata ma il bambino la riconobbe. Era una lettera di Gianmarco, uno dei suoi compagni. Mattia la raddrizzò, poi corse avanti e indietro sistemando lettere e correggendo parole. Quando fu sicuro che la frase di Gianmarco era perfetta, spinse forte con il cancellino sulla pianura nera e si ritrovò di nuovo nella sua classe. La maestra chiese a Gianmarco di leggere la frase che aveva scritto alla lavagna.
– Mattia è il mio migliore amico – lesse il bambino.
– Bravo Gianmarco! – disse la maestra. – Non hai fatto nessun errore.
Mattia sorrise e pensò che un giorno o l’altro avrebbe fatto un altro giretto nella lavagna.
LEGGO E… SCRIVO
Mattia cade . Si ritrova in una ............................................................................................
Le lettere sono
Mattia sistema la .................................................................................................................................
LEGGO E… COMPRENDO
Quale frase ha scritto Gianmarco sulla lavagna?
LEGGO E… RACCONTO
Mattia ha aiutato un compagno e si sente felice. È capitato anche a te? Racconta .
TIMMI CAMBIA SCUOLA
La piccola Timmi durante l’estate ha cambiato casa e ora dovrà frequentare una nuova scuola. A causa di questo cambiamento Timmi è inseguita da pensieri tristi, ma ripensa a quello che diceva la maestra Violetta: – Lascia che i pensieri tristi ti attraversino la mente, non permettere che lì facciano il nido, falli volare liberi e soprattutto un pensiero alla volta! Allora, per distrarsi, la bimba pensa a come vestirsi il giorno dopo. Timmi non vuole qualcosa di vistoso così sceglie un paio di jeans, una maglietta e una felpa. Ora non resta che addormentarsi e in un minuto sarà già domani.
PAROLE NUOVE
Vistoso significa: che si nota molto. che nessuno ha mai visto.
LEGGO E… COMPRENDO
• L’espressione: “Non permettere ai pensieri tristi di fare il nido nella tua mente” vuol dire:
impedisci ai pensieri tristi di fermarsi nella testa. che anche gli uccelli fanno pensieri tristi.
LEGGO E… SCRIVO
Timmi si distrae dai pensieri tristi pensando ................................................................................................................
Sceglie
OGNI GIORNO UNA SORPRESA
Quando Alice torna da scuola tutti le chiedono:
– Come va? Che cosa hai fatto oggi di bello?
E Alice racconta storie fantastiche:
– Oggi è atterrato un disco volante nel cortile della scuola. Si è aperta una porticina e si è affacciato un extraterrestre. Aveva una tuta d’argento e due antenne sulla testa: “Kyrxkyrxkyrx?” ci ha domandato nella sua lingua. Noi abbiamo capito che voleva sapere dove si trovava.
“Sul pianeta Terra” abbiamo risposto e la maestra glielo ha scritto sulla lavagna.
– E poi? – le chiede la mamma.
– E poi doveva tornare a casa sua. “WHUUU”, ci ha detto, perché sul suo pianeta ci si saluta così. Allora la maestra ha scritto un grandissimo “CIAO”, perché sulla Terra ci si saluta così.
M. Vago, La scuola delle sorprese, Piemme
LEGGO E… COMPRENDO
Perché Alice racconta storie fantastiche?
Perché ha tanta fantasia e si diverte a inventare storie.
Perché è quello che le accade realmente a scuola.
LEGGO E… RACCONTO
Quando rientri a casa da scuola racconti tutto ciò che hai fatto o non racconti nulla perché non accade mai niente di speciale? Racconta.
IL MAGO DEI NUMERI
Roberto non amava la scuola, ma soprattutto odiava la MATEMATICA. Una notte sognò di trovarsi in un prato, si guardò intorno e vide su una foglia un signore abbastanza vecchio e piccolo come una cavalletta.
– E tu chi sei? – gli chiese Roberto.
– Sono il Mago dei numeri – rispose lo strano omino.
– La matematica? Tutte scemenze! – esclamò il ragazzino.
– I calcoli sono solo un modo per far passare il tempo. Con un balzo il mago scese dalla foglia e disse:
– Probabilmente quello che ti insegnano a scuola è noioso, mentre i numeri... sono magici.
Roberto non era convinto e chiese: – E che cosa hanno i numeri di magico?
– Caro amico, – rispose il vecchietto – di magico hanno che sono semplici.
Per cominciare ti basta una sola cosa:
l’UNO. Puoi farci quasi tutto.
Se i numeri grandi ti fanno paura allora comincia così:
1 + 1
1 + 1 + 1
1 + 1 + 1 + 1
… e prosegui fino al numero grandissimo che non sai neanche pronunciare, ma vedrai che puoi andare ancora avanti…
sempre più avanti, perché i numeri non finiscono. Sono INFINITI. Basta aggiungere sempre e solo uno.
Roberto restò a bocca aperta, nessuno mai gli aveva detto questa semplice e fantastica cosa. Da quella notte, per altre undici notti, il ragazzino sognò il piccolo Mago dei numeri che gli fece scoprire i segreti e le meraviglie dei numeri. Roberto così capì che non vi era nulla di noioso e che la matematica era una vera magia.
H.M. Enzensberger, Il mago dei numeri, Einaudi
LEGGO E… COMPRENDO
Il Mago dei numeri: fa delle vere magie. spiega le cose in modo semplice.
Roberto odia la matematica perché: quella che spiegano a scuola è noiosa. preferisce l’italiano.
LEGGO E… RACCONTO
Anche a te non piace la matematica o qualche altra materia? Perché? Racconta.
Isadora è una bimba un po’ speciale: è una fata vampira.
Una mattina il papà le dice: – Isadora, è giunto il momento che tu vada a scuola, anche le fate vampire hanno bisogno della scuola.
La mamma allora interviene: – Tu puoi scegliere se frequentare la scuola dei vampiri o quella delle fate.
Isadora è confusa. Si affaccia alla finestra e vede i bambini “umani” che vanno a scuola.
Alcuni sono bassi, altri alti, qualcuno è ordinatissimo e qualcuno molto trasandato.
Vede bambini paffuti e altri magrolini, ma la cosa bella è che nessuno ci fa caso.
La bellezza è nella diversità, proprio come le stelle in cielo, tutte diverse ma bellissime.
Allora Isidora corre dai genitori: – Ho deciso, andrò alla NORMALE SCUOLA
DEGLI UMANI.
La soluzione scelta dalla fata vampira fa sorridere i genitori.
È una soluzione strana ma Isadora è pur sempre “una bambina”.
1. Isadora è (riga 2):
A. una fata.
B. una bambina.
C. una fata vampira.
2. Isadora deve (riga 4):
A. andare a scuola.
B. uscire di casa.
C. fare sport.
3. Isadora si sente (riga 10):
A. felice.
B. confusa.
C. triste.
4. I bambini che vede sono (righe 13-16):
A. tutti uguali.
B. tutti diversi.
C. strani.
5. Trasandato (riga 15) significa:
A. elegante.
B. disordinato.
C. stravagante.
6. I bambini sono diversi come (riga 19):
A. i fiori.
B. le stelle.
C. i frutti.
7. Isadora sceglie (righe 22-23):
A. la scuola delle fate.
B. la scuola degli umani.
C. la scuola dei vampiri.
8. Indica la serie in cui tutte le parole sono scritte in modo corretto.
A. squola • sciegliere • belezza
B. scuola • scegliere • bellezza
C. scuola • sceglere • belleza
LA BAMBINA TUTTA VERDE
Legge l’insegnante
C’era una volta una bambina tutta verde. I genitori amavano moltissimo questo colore e anche la loro casa era completamente verde. Non soltanto i muri, le porte, le finestre ma anche tutto quello che c’era dentro. Tavoli, piatti, bicchieri, posate e spazzolini da denti. Fuori dalla casa c’era un bel giardino nel quale tutto era verde: l’erba, gli alberi e l’altalena. La bambina cresceva convinta che non ci fossero altri colori. Ma arrivò il momento di andare a scuola e i genitori erano un po’ preoccupati per ciò che la bambina avrebbe provato nel vedere i colori del mondo.
Quando arrivò il gran giorno, la mamma prese per mano la bambina e si incamminarono sul vialetto.
Allora la piccola si accorse che vi erano tanti tantissimi altri colori. All’inizio era un po’ disorientata ma poi si entusiasmò, le piaceva vedere il rosso così potente, il giallo così vivace, l’azzurro così tranquillo. E la bambina pensò che le sarebbe piaciuto portarsi a casa tutti quei colori, ma pensò anche che i genitori non sarebbero stati contenti di questa sua idea diversa. Allora provò a immaginare una soluzione che accontentasse tutti.
PAROLE NUOVE
Disorientata: che si sente incerta sulla strada da seguire, sulla scelta da compiere.
ASCOLTO E… SCRIVO
• Questa storia parla di una bambina tutta .
• La bambina pensava che non ci fossero .
• Quando la bambina uscì vide .
ASCOLTO E… RIFLETTO
Pensi che la varietà di colori renda tutto più bello o crei confusione?
ASCOLTO E… RACCONTO
Qual è il tuo colore preferito?
Ti piacerebbe un mondo solo di quel colore?
Racconta.
NON TUTTE LE PRINCIPESSE
Non tutte le principesse abitano in un castello.
Non tutte le fate hanno le ali.
Non tutti i pirati navigano su un veliero.
Non tutti i super eroi sanno volare o riescono ad arrampicarsi molto in alto.
Non tutte le sirene sanno nuotare.
Non tutti i cavalieri combattono i draghi.
Ma questo non significa che tu non abbia un regno da governare.
Apri la mente e troverai gli strumenti… per essere forte, intelligente, gentile, invincibile.
La tua fantasia e i tuoi pensieri creano immagini bellissime, sogni affascinanti che solo tu puoi decidere.
LEGGO E… COMPRENDO
Collega in modo corretto.
J. e L. Bone, Non tutte le principesse, Terre di Mezzo Editore … sanno volare. Non tutti i… … sanno nuotare.IL FOLLETTO DELLA NOTTE
Questa notte Itamar ha sognato di nuovo un folletto celeste, molto triste, con due occhi rossi e malinconici e delle corna storte. Itamar cercava di scappare via, ma il folletto lo seguiva e gli faceva ombra. Itamar si sveglia di colpo e urla, poi va dal suo papà e, piangendo, gli chiede:
– Perché quell’orribile folletto viene da me ogni notte?
– I folletti non esistono veramente, è solo un sogno –risponde il papà.
– Ma nel mio sogno il folletto è vero, vieni dentro il mio sogno e lo vedrai con i tuoi occhi.
– Ma non posso sognare il tuo sogno – spiega il papà.
– Allora il folletto è soltanto mio? – domanda triste Itamar.
– Penso proprio di sì – risponde il papà. – Ma io ti aiuterò a non averne più paura.
D. Grossman, Itamar, il cacciatore di sogni, Mondadori
LEGGO E… COMPRENDO
• Chi è Itamar?
Un bambino. Un signore. Un folletto.
• Chi ha sognato Itamar?
• Che cosa dice il papà a Itamar?
Che il folletto è solo un sogno. Che i folletti sono amici dei bambini.
IL BAMBINO DI FUOCO
Il bambino di fuoco scottava scottava. Sembrava sempre che avesse la febbre. Una sera, quando stava per addormentarsi, disse: – Mi sento la testa strana, ho i brividi, forse ho la febbre. Ma la mamma la febbre non gliela poteva misurare perché si bruciava e il termometro scoppiava. – Non dovresti nemmeno sapere cosa sono i brividi – gli disse. Lui invece la febbre l’aveva davvero, solo che la sua era una febbre fredda. La mattina dopo era diventato di ghiaccio.
La mamma, quando andò a svegliarlo, si spaventò moltissimo e insieme al suo papà telefonarono al dottore. Ma i dottori non sanno niente dei bambini di fuoco e della febbre fredda. Allora il suo fratellino si infilò tra la mamma e il papà e disse: – Perché non provate a scioglierlo?
E andò a riempire la vasca da bagno di acqua tiepida. Nella vasca il ghiaccio si sciolse e la febbre fredda passò.
Il bambino non diventò più di fuoco e quando uscì dalla vasca era un bambino di ciccia come il suo fratellino.
LEGGO E… RIFLETTO
Secondo te questa storia è: reale. fantastica.
LEGGO E… ORGANIZZO
Ordina le sequenze della storia: numera da 1 a 4.
LA BAMBINA CHE AMAVA LA BELLEZZA
C’era una bambina che amava le criniere dei leoni, le stelle cadenti, le file di formiche, i sette puntini neri delle coccinelle rosse. Amava guardare ogni cosa e quello che non c’era lo immaginava.
Amava la bellezza che era intorno a lei, il temporale, la grandine e le foglie secche.
Amava il buio, camminare nel bosco tra sciami di lucciole che le indicavano il sentiero. Amava accarezzare i lupi. Amava seguire i passi dei gatti, degli ippopotami ed era pronta ad arrampicarsi sulla giraffa più alta.
C’era una bambina che amava la bellezza del mondo e c’era il mondo intero che amava la bambina e la bellezza che era dentro di lei.
LEGGO E… SCRIVO
La bambina amava le criniere dei , le cadenti, le file di , i sette punti neri
delle
In ogni coppia segna la parola scritta in modo corretto.
E. Nava, La bambina che amava la bellezza, PiemmeERCOLE: IL PIÙ FORTE
Un tempo c’era un bambino che si chiamava Ercole e si poteva proprio dire che fosse il più forte di tutti. Nei primi tre giorni della sua vita era cresciuto in un modo tale che tutti quelli che lo vedevano rimanevano a bocca aperta per la meraviglia. Cresceva d’ora in ora e alla fine dei tre giorni era un piccolo gigante, grande , grosso e fortissimo.
Era anche parecchio furiosetto e spesso urlava e strepitava se le cose non andavano nel verso
giusto. Nella sua culla non ci stava più e avevano dovuto prendere il letto più grande che ci fosse nella casa. Il bambino diventò un ragazzo e le sue imprese diventarono famose in tutto il mondo perché Ercole vinceva il male difendendo i deboli. Per questo gli uomini parlano ancora di lui e lo ricorderanno sempre come un eroe.
LEGGO E… SCRIVO
Scrivi almeno tre qualità di Ercole.
LEGGO E… COMPRENDO
Ercole è ricordato:
perché era grosso. perché urlava. per le sue imprese.
L. Orvieto, Storie di bambini molto antichi, MondadoriRIDARELLI, AMICI DEI BAMBINI
Chi sono i Ridarelli?
Pochissime persone hanno visto i Ridarelli, perciò
è difficile sapere che aspetto hanno. Sono piccolissimi e molto pelosi. Il loro pelo cambia colore quando si muovono.
I Ridarelli si prendono cura dei bambini e sono bravissimi.
Come fanno a prendersi cura di bambini?
Li seguono dappertutto: a scuola, nei negozi, al parco. Dovunque vanno i bambini i Ridarelli sono sempre molto vicini.
Perché seguono i bambini?
Seguono i bambini per essere sicuri che i grandi li trattino bene. Genitori, maestri, zie, negozianti. Tutti i grandi.
Se qualcuno tratta male i bambini si becca il “trattamento Ridarelli”.
Che cos’è il “trattamento Ridarelli"?
La cacca sulla scarpa. I Ridarelli
lasciano un gran mucchio di cacca di cane dove passa l’adulto che ha trattato male un bambino.
I grandi si beccano il trattamento ogni giorno, magari anche due o tre volte al giorno fino a quando la smettono di trattare male i bambini.
LEGGO E… COMPRENDO
Segna con una X vero (V) o falso (F).
I Ridarelli...
sono piccolissimi e pelosi. V F
odiano i bambini. V F
seguono i bambini dappertutto. V F
si assicurano che i grandi trattino bene i bambini. V F
LEGGO E… ORGANIZZO
Quale informazione si può ricavare dal testo e quale no?
Metti una X per ogni riga.
Si può ricavare Non si può ricavare Di che colore sono i Ridarelli.
Perché i Ridarelli seguono i bambini.
Come i Ridarelli puniscono gli adulti che trattano male i bambini.
R. Doyle, Il trattamento Ridarelli, SalaniCHE DISGUSTO!
Leonardo una mattina si presentò sulla spiaggia da Ivan con un cappello e un secchiello.
– Oggi grande avventura: andiamo a caccia di granchi! – disse, e simulò un gesto con le dita delle mani. A Ivan vennero subito in mente i ragni ma non glielo disse e lo seguì. Si avvicinarono a uno scoglio e, all’improvviso, con un urlo di felicità, Leonardo trovò un granchio, lo fece camminare sulla paletta, poi lo infilò nel secchiello e lo mostrò a Ivan.
– Ecco il granchio più grande del mondo! –esclamò.
Ivan si sentì lo stomaco stritolare, la pelle della faccia che si tirava all’indietro in un’espressione schifata.
Leonardo si mise a ridere quando notò la reazione dell’amico e per tutto il pomeriggio giocò con il granchio.
Ivan mantenne la giusta distanza di sicurezza e non smise di provare una strana agitazione, come se un sasso molto pesante si fosse depositato proprio al centro della sua pancia!
A.
Pellai, Io più te fa noi, EricksonRICONOSCO LE MIE EMOZIONI
Quando provo DISGUSTO mi sento rabbrividire. Un peso mi opprime lo stomaco e il viso si contrae in una smorfia.
La tipica espressione che uso è “BLEAH!”.
LEGGO E… IMPARO A CONOSCERMI
Leonardo va a caccia di granchi mentre a Ivan i granchi provocano grande disgusto.
Ognuno ha i suoi gusti e alcune cose possono essere disgustose solo per te.
Colora le cose per cui provi più disgusto e poi disegnane un’altra, se c’è.
LEGGO E… RACCONTO
Ti è capitato di provare molto disgusto per qualcosa?
Racconta
ZITTO!
Io non voglio stare zitto la parola è un mio diritto. Non mi basta bisbigliare, ho bisogno di gridare: le parole per sapere, le parole per potere, le parole per giocare, le parole per amare, le parole per capire, le parole per agire…
Userò, perché mi piace, le parole… della pace.
IMPARO IN UN LAMPO
Quella che hai appena letto è una POESIA
Le parole dello stesso colore terminano con le stesse lettere e hanno lo stesso suono: si chiamano rime.
La poesia è composta da varie righe che si chiamano versi .
LEGGO E… SCRIVO
Prova a fare una rima con ognuna di queste parole.
CUORE VASO MANO
R. Bortone - V. Cercenà, Le parole per stare insieme, FatatracTUTTI DIVERSI
Lui è cinese e io italiano. Tu sei cattolica, lui musulmano.
Scarpette lucide o lacci sciolti, a tutti il diritto di essere accolti.
Una poesia è fatta di versi, come i bambini tutti diversi.
Ognuno e tutti siamo importanti, dobbiamo accoglierci tutti quanti!
LEGGO E… ORGANIZZO
Sottolinea con lo stesso colore le parole in rima.
LEGGO E… COMPRENDO
Questa poesia:
dice che bisogna rispettare la natura.
dice che tutti siamo importanti.
A. Sarfatti, Chiama il diritto, risponde il dovere, MondadoriIL SOGNO DI VALENTINA
Valentina ha la febbre e per oggi niente scuola. Gioca per tutta la mattina, ma di colpo si sente stanca e ha voglia di dormire. Si sdraia nel letto, si gira su un fianco, si addormenta e… comincia a sognare. Sogna di trovarsi in una casa in mezzo a un bosco.
Lei è malata e intorno al suo letto ci sono tanti animali. – Prendi questo… prendi questo… prendi questo… – le dicono una lepre, una volpe e una capra e le offrono un filo d’erba, il petalo di un fiore, una foglia d’albero… Tutti vogliono aiutarla a guarire, ma Valentina non sa chi ascoltare.
In quel momento entra una gatta e la lepre le chiede: – Tu cosa hai portato a Valentina?
– Niente, ma vorrei che mi lasciaste sola con lei, devo dirle un segreto.
La bambina chiede agli animali di uscire, un segreto è un segreto!
Gli animali escono e la gatta sale sul letto di Valentina e accosta il muso a un orecchio… a quel punto Valentina si sveglia e si accorge che Mery, la sua gatta, è saltata sul letto e le sta leccando un orecchio.
E il segreto? Svanito insieme al sogno!
A. Petrosino, Valentina è malata!, Piemme Junior
PAROLE NUOVE
Svanito: sparito.
LEGGO E… COMPRENDO
• Dove si trova la casa che sogna Valentina?
In città. In un bosco. In campagna.
• Quali animali arrivano?
Lepre, volpe, orso. Lepre, volpe, capra. Volpe, capra, scoiattolo.
• Chi le deve dire un segreto?
La gatta. La lepre. La volpe.
• Perché Valentina chiede agli animali di uscire?
Perché nessuno deve conoscere il loro segreto.
Perché non si fida degli animali.
LA SUPERNONNA DI CAMILLA
Nonna Virginia è la nonna di Camilla, non è una nonna come le altre. Lei è talmente vispa e sbarazzina da andare in giro con scarpe da ginnastica color arcobaleno. – Sono scarpe per camminare sulle nuvole! – dice sempre la nonna.
Un giorno Camilla è un po’ triste, ma la nonna le dice: – Preparati, su, che andiamo! –e si presenta con una sciarpa svolazzante.
– Dai, svelta, la vespa ci aspetta!
– La vespa??? – reagisce Camilla. – Lo sai che papà non vuole che tu guidi.
– Lo so benissimo – aggiunge nonna
Virginia. – Non ho più toccato il volante della macchina. Della mac-chi-na, perché si è sempre parlato della macchina, non della vespa! – Così le allunga il casco ed escono. Nel traffico la nonna si muoveva con destrezza e Camilla vede il panorama cambiare alla velocità della luce, con la stessa velocità volano via anche i suoi cattivi pensieri.
LEGGO E… RACCONTO
Anche tu hai un nonno o una nonna come la nonna Virginia? Racconta.
PAROLE NUOVE
Vispa: attiva, sveglia. Sbarazzina: vivace, birbante.
Destrezza: abilità.
F. Albertazzi, La supernonna di Camilla, PiemmeMATTIA E IL NONNO
Mattia e il nonno erano in campagna quando videro un cavallo bianco che pascolava.
Era dall’altra parte del fiume e sembrava molto grande.
– Ti piace? – chiese il nonno. – Diamogli un nome. Così giocarono a trovare un nome adatto. Ne dissero tanti, ma nessuno andava bene.
– Bianco, Bigio, Codone, Pegaso…
Ci provarono ancora un po’, poi rimasero in silenzio a guardare il cavallo.
– Brigante. Ti piace? – disse infine Mattia.
– È un bel nome per un cavallo – rispose il nonno.
Mattia si mise le mani alla bocca e gridò: – Ciao
Brigante! Mi senti?
Il cavallo alzò la testa bianca, drizzò la coda e la mantenne sollevata per qualche istante.
– Bravo, Brigante! – gridava Mattia correndo avanti e indietro.
– Ti ha certamente sentito, – disse il nonno prendendo per mano il piccolo – i cavalli hanno le orecchie buone.
Mattia e il nonno, Einaudi Ragazzi
LEGGO E… ORGANIZZO
Ordina le sequenze della storia: numera da 1 a 4.
Il nonno e Mattia provano a dare un nome al cavallo.
Mattia propone Brigante.
Mattia e il nonno vedono un cavallo in campagna.
Il cavallo alza la testa quando Mattia lo chiama.
R. Piumini,SAIF
Mi chiamo Saif. Ho sette anni e vivo in una piccola oasi del deserto.
I miei occhi sono luminosi come le stelle, la pelle è scura, i capelli lisci e neri. Sono magro e abbastanza alto per la mia età.
Indosso sempre un abito lungo che mi ripara dal caldo.
La mia famiglia possiede tanti cammelli e pecore.
Io e mia sorella siamo i guardiani delle pecore.
Le portiamo in posti dove c’è da bere e da mangiare,
Le portiamo in posti dove c’è da bere e da mangiare, e le proteggiamo dai lupi, dalle volpi e dai serpenti.
Questo è un compito molto importante e ne sono felice. Quando abbiamo finito il nostro lavoro andiamo alla tenda dove impariamo a leggere e a scrivere.
La tenda è l’unica scuola della nostra oasi!
K. Matsuoka, Amici nel mondo, Fatatrac
IMPARO IN UN LAMPO
Descrivere una persona vuol dire spiegare:
• com’è il suo aspetto fisico;
• qual è il suo abbigliamento;
• com’è il suo carattere;
• quali sono le sue abitudini
LEGGO E… COMPRENDO
Leggi e completa la descrizione di Saif.
Saif ha gli occhi spenti luminosi , la sua pelle è chiara scura ,
i suoi capelli sono ricci e neri lisci e neri .
Indossa una tuta un abito lungo .
Il suo compito è proteggere le pecore addestrare i cani .
DESCRIVERE… UNA PERSONA
ASPETTO FISICO
• Capelli: neri, biondi, castani, rossi, lisci, ondulati, ricci, corti, lunghi…
• Occhi: azzurri, verdi, marroni, neri…
• Viso: tondo, allungato, pallido, colorito…
ABBIGLIAMENTO
• Sportivo, colorato, curato, ordinato, stravagante…
CARATTERE E ABITUDINI
• Carattere: socievole, allegro, sognatore, generoso, tranquillo, timido…
• Abitudini: Fare sport, svegliarsi presto, accudire un animale, leggere prima di andare a letto...
Prova a descriverti con l’aiuto delle parole suggerite nello schema.
Nome
Aspetto fisico
Abbigliamento Carattere e abitudini
VIOLA E IL BLU
Viola è una bambina difficile: non ha paura di cadere quando va fortissimo in bici, preferisce arrampicarsi sugli alberi invece che giocare alle principesse e si arrabbia se gli adulti le dicono di non giocare a calcio con i maschi. Si chiama Viola ma le piace tanto il Blu. I colori li scrive con la maiuscola, perché dice che sono come le persone: ciascuno è unico.
Il Blu è il colore del mare, di Stitch e degli occhi della mamma.
Ogni tanto qualcuno però le dice che non può piacerle davvero il Blu: – Il Blu è dei maschi, a te deve piacere il Rosa, perché sei femmina!
Questa cosa Viola non l’ha mai capita del tutto e un giorno è andata dal papà e gli ha chiesto: – Papà, chi ha deciso che il Rosa è il colore delle femmine e il Blu quello dei maschi?
Il papà allora le ha raccontato una storia e le ha spiegato che tanto tempo fa non era così, il Blu era il colore delle femmine, perché rappresentava la tranquillità, mentre il Rosa quello dei maschi, perché è una sfumatura del Rosso, il colore dei guerrieri.
Nei quadri dei pittori antichi si può facilmente capirlo. Viola, contenta, ha abbracciato il papà ed è corsa a raccontare la storia a chi l’aveva sempre presa in giro.
M. Bussola, Viola e il Blu, SalaniLEGGO E… SCRIVO
Viola è preferisce
invece che . A Viola piace il colore ..................................... ma qualcuno le dice che è un colore ......................................................................................
LEGGO E… COMPRENDO
Che cosa fa il papà di Viola per rincuorarla?
Le racconta una storia vera.
Le racconta una storia fantastica.
Le dice di non ascoltare gli altri.
LEGGO E… RIFLETTO
• Secondo te è giusto prendere in giro qualcuno per i suoi gusti? SÌ NO
• Pensi che sia strano che Viola ami il blu e non il rosa? SÌ NO
Confronta la tua risposta con le altre date in classe.
COCCODRILLI A COLAZIONE
Caro Chariza, questa notte ho sognato che ero in Africa con te. In mezzo a un fiume di ippopotami, su una canoa azzurra come i fiori di rosmarino. Io davanti a remare, tu dietro a timonare e a farmi coraggio. Voi africani siete proprio matti: io in canoa con te non vengo più neanche in sogno! Sapessi quanti coccodrilli c’erano sulla spiaggia del fiume e tutti con la bocca spalancata.
La mia mamma mi dice sempre di non salire in macchina con uno sconosciuto, figuriamoci in canoa! Allora, quando mi mandi la tua foto? Non so neanche che faccia hai.
Ciao. Rispondimi presto.
Eugenia
Cara Eugenia, quanti erano i coccodrilli sulla spiaggia? In Africa bisogna essere molto precisi e calcolare sempre il pericolo. Ma se non sai che faccia ho, come fai a sognarmi? Inoltre i coccodrilli sono buonissimi.
Soprattutto la coda. Sanno di gambero e io li mangio a colazione. La prossima volta che andiamo in canoa però stai attenta agli ippopotami. Loro sì che sono cattivi.
A presto,
PAROLE NUOVE
Timonare: condurre, guidare una barca.
Chariza E. Nava, Coccodrilli a colazione, Giunti EditoreIMPARO IN UN LAMPO
Quelle che hai appena letto sono due lettere.
La LETTERA è un messaggio scritto da un mittente e inviato a un destinatario. Quella cartacea si spedisce attraverso le poste.
La lettera si può usare per raccontare le proprie esperienze, emozioni, i propri sentimenti oppure dare spiegazioni, fornire informazioni, fare richieste…
Oggi la lettera cartacea è spesso sostituita dalla e-mail.
LEGGO E… COMPRENDO
• Come si chiamano i due bambini che si scambiano le lettere?
Eugenio e Clare.
Eugenia e Chariza.
Elena e Chariza.
• I bambini si sono mai incontrati? SÌ NO
• Dove vive Chariza?
In Africa. In America. In India.
Scrivi il nome del mittente e quello del destinatario della prima lettera.
MITTENTE DESTINATARIO
DA GRANDE
Un giorno la mamma chiede a Filippo che cosa farà da grande. Mentre Filippo ci pensa, la mamma dice che, secondo lei, diventerà un bravissimo pianista.
– Chi, io? – dice Filippo.
– Sì, la tua musica diventerà famosa.
– No, No. Lui non vuole fare il pianista. Lui farà il medico come me! – esclama il papà.
– Chi, io? – dice Filippo.
– Sciocchezze, – dice suo fratello – Filippo vuole essere uno sportivo. Diventerà un campione del mondo.
– Ma io… veramente… – prova a dire Filippo. La mamma, il papà e il fratello di Filippo stanno litigando. Ognuno di loro vuole che Filippo diventi un pianista, un medico, un campione…
– Basta! – esclama Filippo. – Non farò né il pianista, né il medico, né il campione, ma… l’astronauta!
I. Paglia, Aiuto, i grandi!, Il Castoro
LEGGO E… COMPRENDO
Collega ogni persona con il lavoro che vorrebbe far fare a Filippo.
Mamma Fratello Papà
Sportivo Medico Pianista
LEGGO E… RIFLETTO
Ti sembra giusto che i grandi decidano per Filippo? SÌ NO
LEGGO E… RACCONTO
Hai mai pensato a quale lavoro ti piacerebbe fare da grande? Racconta.
DORY E L’AMICA SEGRETA
Il mio nome è Dory, ma tutti mi chiamano Birba. I miei fratelli non vogliono mai giocare con me, dicono che sono una bambina piccola. – Perché dite sempre che sono una bambina piccola? – mi lamento. – Perché parli da sola – dice Viola. – E fai i capricci – dice Luca. – E giochi con i mostri – aggiunge la sorella. Ma io non parlo mai da sola, parlo con la mia amica Mery, solo che nessuno la vede tranne me. Mery ha sempre voglia di giocare e pensa che io sia la migliore. Di notte dorme sotto il mio letto. Mi segue tutto il giorno e vuole fare ogni cosa che faccio io.
A Mery piace provare a rubare la bambola di Viola, afferrare i biscotti dall’armadietto in alto e cercare i mostri. La mia casa è piena di mostri. Quando li vedo cerco di avvertire Luca e Viola ma loro non apprezzano i miei sforzi.
LEGGO E… COMPRENDO
Segna con una X vero (V) o falso (F).
Dory ha un fratello e una sorella. V F
L’amica immaginaria si chiama Viola. V F
Solo Dory può vedere la sua amica. V F
LEGGO E… RIFLETTO
• Perché, secondo te, Dory ha un’amica immaginaria?
Perché è figlia unica. Perché così ha qualcuno con cui giocare.
• Chi, secondo te, prova a rubare la bambola di Viola?
Dory. L’amica immaginaria.
A. Hanlon, Dory fantasmagorica, Terre di Mezzo EditoreA TESTA IN GIÙ
Era una sera speciale, Joakim era solo in casa. All’improvviso una luce solcò il cielo e si sentì un gran baccano in giardino.
Joakim si affacciò alla finestra e vide una cosa molto strana: un ragazzino che penzolava dal melo appeso per i calzoni. Il bimbo scese le scale e si precipitò in giardino.
– Ciao, sono Mika – gli disse lo sconosciuto. – Tu come ti chiami? Perché sei a testa in giù?
Joakim era ancora più sbalordito: com’era possibile che un bimbo fosse piovuto dal cielo?
Così rispose: – Mi chiamo Joakim, ma in realtà sei tu che sei a testa in giù.
– Io sono appena arrivato su questo pianeta e quando due persone si incontrano e una è a testa in giù non è così semplice stabilire chi dei due sta nel verso giusto.
Ho viaggiato verso l’alto e ora mi ritrovo appeso al tuo albero.
Il primo incontro era stato molto strano ma Joakim non sapeva ancora quante cose avrebbe imparato dal bimbo piovuto dal cielo a testa in giù… o forse all’insù.
J. Gaarder, C’è nessuno?, SalaniLEGGO E… COMPRENDO
• Quando si svolge la storia?
Di sera. Di notte.
• Chi è Mika?
• Che cosa pensa Joakim?
Come può essere caduto un bambino dal cielo?
Come può un bambino aver fatto tanto rumore?
LEGGO E… RIFLETTO
L’incontro tra i due bambini vuole farti capire che la realtà cambia a seconda di come la si guarda.
• Secondo te un bambino vede il mondo come un adulto? SÌ NO
• Nella storia chi è al contrario?
Joakim Mika Nessuno.
Confronta le tue risposte con quelle dei tuoi compagni e delle tue compagne e discutetene insieme.
IL PICCOLO PRINCIPE E LA VOLPE
A un tratto il Piccolo Principe sentì una voce.
– Buongiorno – disse la volpe.
– Buongiorno – rispose il Piccolo Principe. Ma non vide nessuno. – Sono qui, sotto al melo – disse la voce.
– Chi sei? – domandò il Piccolo Principe.
– Sono una volpe – disse la volpe.
– Vieni a giocare con me – le propose il Piccolo Principe.
– Non posso giocare con te, non sono addomesticata.
– Che cosa vuol dire “addomesticare”?
– Vuol dire creare dei legami. Tu ora per me non sei che un ragazzino uguale a tanti altri e non ho bisogno di te. Neppure tu hai bisogno di me. Ma se mi addomestichi, noi avremo bisogno l’uno dell’altro.
Per favore, addomesticami – disse la volpe.
– Che cosa devo fare? – chiese il ragazzino.
– Bisogna essere molto pazienti… In principio tu ti siederai un po’ lontano da me, poi, piano piano, ti siederai più vicino.
Se tu verrai sempre alla stessa ora, io ti aspetterò e se farai ritardo io inizierò ad agitarmi, ma quando arriverai il mio cuore si riempirà di gioia.
1. Quale informazione si può ricavare dal testo e quale no?
Metti una X per ogni riga.
a)
b)
c)
Si può ricavare Non si può ricavare Quando avviene l’incontro.
Che aspetto ha il Piccolo Principe. Come finisce la storia.
2. Di chi è la voce che sente il Piccolo Principe (riga 2)?
A. Di un bambino.
B. Di una volpe.
C. Di una lepre.
D. Non si capisce.
3. Da dove proviene la voce che sente il piccolo Principe (riga 5)?
A. Sotto un pero.
B. Dietro un melo.
C. Sotto un ciliegio.
D. Sotto un melo
4. Il Piccolo Principe propone di (riga 9):
A. Mangiare insieme.
B. Giocare.
C. Conoscersi.
D. Fare una passeggiata.
5. Che cosa vuole dire “addomesticare” (riga 14)?
A. Creare legami.
B. Crescere.
C. Non avere amici.
D. Essere selvaggi.
6. Qual è la corretta successione delle azioni che il Piccolo Principe deve compiere per addomesticare?
A. Giungere alla stessa ora; sedersi un po’ lontano; sedersi più vicino.
B. Sedersi un po’ lontano; sedersi più vicino; giungere alla stessa ora.
C. Sedersi un po’ lontano; giungere alla stessa ora; sedersi più vicino.
D. Non viene specificata.
LA BAMBINA CHE ASCOLTAVA GLI ALBERI
Legge l’insegnante
La bambina che ascoltava gli alberi viveva in una piccola casa accanto a un parco tutto verde nel cuore antico della città.
A un tratto diventava seria e attenta come se ascoltasse qualcosa che solo lei poteva sentire. Nessun altro riusciva a sentire il respiro degli alberi come faceva lei. Nessuno sapeva comprenderne così chiaramente la voce.
Bisogna fare silenzio per capire ciò che gli alberi ti vogliono dire. Era un pomeriggio d’autunno e nel parco la bambina seguiva il suo cane, camminando senza pensieri sul sentiero crocchiante di foglie appena cadute. Si fermò sotto i rami di un noce e il noce le parlò:
– Cerca le cose difficili e nascoste, solo se cerchi le troverai – le disse.
La bambina tastò con il piede il tappeto di foglie finché non sentì qualcosa di duro e lo raccolse.
– Quello è il mio frutto – disse il noce.
– Dentro il guscio duro si nascondono i gherigli. Sono buoni e nutrienti: un regalo per te!
La bambina raccolse tante noci da riempirsi le tasche e a casa fece un dolce delizioso.
PAROLE NUOVE
Crocchiante: suono secco di cosa che si frantuma, si spezzetta.
ASCOLTO E… COMPRENDO
• La bambina della storia può ascoltare la voce: delle farfalle. degli alberi. del vento.
• Quando si svolge la storia: In inverno. In primavera. In autunno.
• La bambina raccoglie tante: noci. castagne. fragole.
• Qual è il finale della storia?
TOC TOC
Vi era una casetta piccolissima, con una sola porticina e sul tetto un’enorme antenna televisiva.
In quella casetta abitava un omino che non usciva mai: dalla mattina alla sera, seduto davanti al televisore, guardava ogni genere di trasmissioni. Non usciva mai perché diceva di avere tutto il mondo in casa. Un giorno sentì bussare alla porta, aprì e si trovò di fronte a qualcuno che disse:
– Permette? Posso entrare?
– Scusi, lei chi è? – chiese l’omino.
– Come, non mi conosce? Sono il Mondo!
Il Mondo era così diverso da come appariva in televisione che l’omino non lo aveva riconosciuto.
M. Argilli, Cento storie fantastiche, Editori RiunitiLEGGO E… COMPRENDO
• Qual è la casetta dell’omino?
LEGGO E… RIFLETTO
Le cose che si vedono in televisione o su internet sono sempre uguali alla realtà? SÌ NO
Preferisci: guardare il mondo in TV. scoprire il mondo passeggiando.
DALLA MIA FINESTRA
M̓affaccio alla finestra, E trovo il mondo intero...
C’è una casetta bianca e c’è un camino nero;
c’è un pezzetto di prato e un alberello verde;
c’è in alto in alto il cielo e l’occhio che si perde; vi passano le nuvole, la luna, il sol, le stelle…
Nel mio piccolo mondo, oh quante cose belle !
L. Schwarz, filastrocche.it
LEGGO E… COMPRENDO
• Le parole colorate finiscono nello stesso modo. Sono delle: sillabe. rime.
• Il testo che hai letto è: una poesia. un racconto.
LEGGO E… DISEGNO
Segui le indicazioni del testo e disegna il mondo che si vede dalla finestra.
CASA DENTRO E CASA FUORI
La casa-dentro e la casa-fuori hanno molte cose in comune. Nella casa-dentro, la tua casa, quello su cui cammini si chiama pavimento. Nella casa-fuori, il mondo, quello su cui cammini si chiama strada. Il pavimento e la strada vanno tenuti puliti allo stesso modo, per esempio, quando cammini nella tua abitazione, devi forse scavalcare bottigliette di plastica, mozziconi di sigarette, carte di caramelle e scontrini? In alcune città dove tutti sanno che il mondo è casa nostra, le strade fuori sono come i pavimenti dentro. Là è un piacere passeggiare.
V. Lamarque, Piccoli cittadini del mondo, Emme EdizioniAGENDA 2030
LEGGO E… DIVENTO GRANDE
Per poter vivere bene nel mondo e insieme agli altri basta rispettare delle semplici regole.
• Quale regola è fondamentale per mantenere le strade pulite? Non fare capricci per strada. Non gettare carte a terra.
• Quale regola è fondamentale per mantenere la cameretta in ordine?
Rimettere a posto i giochi dopo averli usati. Non giocare.
IL PRATO DELLE MERAVIGLIE
In un posto che non vi dico c’è un prato bellissimo. Il prato è pieno di erbe e di fiori di tanti colori. Quando arrivano le farfalle e le api anche il cielo si riempie di colori. Colori in terra, colori in cielo. Il prato è bello anche di notte perché in cielo si accendono milioni di stelle e sull’erba volano le lucciole con il lumino acceso. E poi sulla quercia c’è la civetta con i suoi occhi grandi e luminosi. Quando c’è la luna piena tutto è illuminato come fosse uno spettacolo.
LEGGO E… SCRIVO
• Di che cosa si parla nel testo?
• Quando il cielo si riempie di colori? ...........................................................................................................................
• Che cosa accade di notte?
• Quale uccello è sulla quercia?
M. Lodi, Favole di pace, TS EdizioniUNA GIORNATA ECOLOGICA
Vicino alla nostra scuola c’è un piccolo bosco, nel quale, non è possibile giocare o passeggiare. Infatti è stato trasformato in una discarica abusiva ed è sporco da non dire. E così nei giorni scorsi ci siamo detti: “Perché non dargli una ripulita?”.
– Se quel bosco fosse più decente mia madre ci potrebbe portare mia sorella e io potrei andarci in bici – ha detto Giulia. E così stamattina siamo partiti dalla scuola come una squadra di soccorso.
– Smettiamola di parlare e cominciamo –ha sbuffato Davide.
– Allora andiamo – ho detto io.
– Prima però infiliamoci i guanti.
Petrosino, A scuola con Valentina, Piemme Junior
AGENDA 2030
LEGGO E… DIVENTO GRANDE
PAROLE NUOVE
Discarica abusiva: luogo in cui vengono scaricati i rifiuti senza permesso.
Secondo te i bambini dove hanno gettato i rifiuti raccolti? Collega.
A.SONO VENUTA QUI PER CAMBIARE IL MONDO
Nata nel 2008, Catarina è una surfista
brasiliana che lancia un allarme in favore del suo oceano: – È troppo caldo, persino la sabbia è più calda di prima.
Catarina ha notato un corallo con dei punti bianchi: — Mio padre è un biologo e mi ha detto che i coralli bianchi sono coralli morti. Molti coralli sono morti a causa dell’aumento della temperatura dell’acqua e, con loro, sono spariti centinaia di pesciolini, crostacei e molluschi. Per Catarina è un grande dolore, perciò è scesa in campo.
– Sto ideando un progetto per recuperare questi coralli. È ancora all’inizio ma funzionerà.
LEGGO E… COMPRENDO
• Catarina è:
una surfista brasiliana.
una biologa.
• I coralli bianchi sono:
coralli rari. coralli morti.
• Che cosa ha ideato Catarina?
un progetto per raccogliere la plastica.
un progetto per recuperare i coralli.
C. Ruggeri, Green girls. Storie vere di ragazze dalla parte del pianeta, GiuntiLAMPI E TUONI
Una calda sera d’agosto uscii con mia madre per andare in cantina. Il cielo era nero senza nemmeno una stella. All’improvviso una raffica di vento ci investì. – Facciamo presto – disse la mamma e aprì la porticina. In quel momento arrivò fino a noi il rombo di un tuono. – Il temporale, affrettiamoci! –disse la mamma. In quell’attimo il cielo si riempì di tanta luce e tutta la cantina fu illuminata. Subito corremmo verso casa. Volavano dappertutto foglie strappate agli alberi, il cielo si accendeva e si spegneva e la voce cupa dei tuoni rimbombava tra le enormi nuvole nere. Io ero incantato da quello spettacolo: non avevo mai visto un temporale di notte, così grande, così misterioso.
RICONOSCO LE MIE EMOZIONI
Lo STUPORE è un’emozione che avverto quando vedo o sento qualcosa che non mi aspettavo, qualcosa di straordinario! Quando provo stupore non parlo perché non trovo le parole giuste. I miei occhi sono spalancati, le sopracciglia sollevate e la bocca semiaperta in un “OOOH”.
M. Lodi, Il cielo che si muove, Editoriale ScienzaLEGGO E… IMPARO A CONOSCERMI
Il protagonista del racconto è stupito dallo spettacolo di un temporale grande e misterioso.
Colora la cornice con le cose che ti provocano più stupore e poi disegnane una tu.
LEGGO E… RACCONTO
Ti è capitato di provare un grande stupore vedendo o ascoltando qualcosa?
Racconta.
L’ISOLA ROSA
L’isola aveva la forma di una barca. Al centro c’era una gobba e le rocce scendevano confusamente verso la spiaggia. Sui due fianchi c’erano pareti di roccia, alberi e un pendio ripido. Davanti c’era un pendio più dolce, ricoperto di alberi con chiazze rosa. In fondo la pianura era invasa dalla giungla di un colore verde cupo. Laggiù, dove l’isola finiva nell’acqua, c’era un’altra isola: una roccia quasi staccata, una scogliera di corallo. La scogliera sembrava uno scarabocchio fatto nel mare da un gigante. All’interno l’acqua era azzurro chiaro come la coda di un pavone, e si vedevano le rocce e le alghe come in un acquario; al di fuori il mare era blu scuro.
IMPARO IN UN LAMPO
Per descrivere un luogo occorre:
• usare i nostri sensi direttamente, se ci troviamo in quel luogo, oppure ricorrere all’immaginazione o alla memoria, per raccogliere informazioni : colori, odori, forme, suoni...
• decidere un ordine per procedere: dall’alto verso il basso; da sinistra a destra; da ciò che è in primo piano a ciò che è sullo sfondo... o viceversa;
• aggiungere tante qualità alle cose descritte.
W. Golding, Il signore delle mosche, MondadoriDESCRIVERE… UN LUOGO
LEGGO E… COMPRENDO
• Qual è l’isola rosa?
Osserva la foto e prova a descrivere il paesaggio raffigurato.
In alto
In basso
A destra ...........................................................................................................................................................................................................................
A sinistra
Profumi
Suoni
UN MARE DI PLASTICA
Samuel e il suo compagno stanno tornando da scuola quando inizia un violentissimo temporale.
I bambini si riparano sotto una tettoia, ma l’acqua ormai allaga tutte le strade.
Samuel inizia a lamentarsi, ma il suo amico lo ferma: – Guarda là!
Trascinate dall’acqua torrenziale, ci sono decine e decine di bottiglie vuote che viaggiano veloci: – Quanta plastica! Adesso finirà tutta in mare!
Dobbiamo fare qualcosa! Lo sai che negli oceani si sono formate delle grandi isole di plastica? – grida Samuel.
– Ma noi cosa possiamo fare? – chiede l’amico. Samuel è determinato: – Prima di tutto possiamo raccogliere tutte le bottiglie che troviamo, poi possiamo riutilizzarle, ho in mente un progetto.
PAROLE NUOVE
Torrenziale significa:
che scende con la forza di un torrente.
che si alza come una torre.
Non pensando più alla pioggia, i ragazzini si precipitano in un negozio lì vicino per prendere dei sacchetti e cominciano a raccogliere le bottiglie, tantissime bottiglie.
Poi Samuel spiega all’amico il suo progetto: costruire una zattera. Così legano con una corda robusta decine e decine di bottiglie chiuse dai loro tappi.
– È perfetta! – esclamano insieme.
– Appena il temporale sarà terminato andremo a provarla.
AGENDA 2030
LEGGO E… DIVENTO GRANDE
La plastica che finisce in mare è molto pericolosa per la vita di tutti gli esseri viventi.
• Ti è mai capitato di gettare in mare qualche rifiuto? SÌ NO
• Quale azione è corretta se sei fuori casa e hai dei rifiuti da gettare?
Conservi i rifiuti in una busta finché non trovi un contenitore.
Se non c’è un cestino puoi gettare i rifiuti dove vuoi.
• Per “isola di plastica” si intende:
un’isola dove le case e gli alberi sono fatti di plastica.
tantissimi rifiuti in mare che formano un’isola.
R. Köhler, Possiamo cambiare il mondo, MondadoriA
UN ELEMENTO PREZIOSO
La mamma mi ha detto che l’acqua è molto preziosa, più preziosa perfino dei diamanti e degli smeraldi. Tutti gli esseri viventi hanno bisogno dell’acqua; senza acqua si seccherebbero le piante, gli animali morirebbero e anche gli uomini non potrebbero vivere. Dove abito io, piove spesso e l’acqua scende lungo i fiumi e si riposa nei laghi; quando fa molto freddo, si trasforma in neve o in ghiaccio… ma è sempre acqua! Quando l’acqua poi arriva al mare, diventa salata. Nel mare vivono i pesci e le alghe. È proprio vero: l’acqua è preziosa per tutti.
LEGGO E… SCRIVO
L’acqua è indispensabile alla vita.
Rifletti e scrivi in quali modi usiamo l’acqua.
AGENDA 2030
LEGGO E… DIVENTO GRANDE
L’acqua è un bene che non va sprecato.
Segna con una X i comportamenti sbagliati.
IL NOME DEI GIORNI
Tantissimo tempo fa i giorni non avevano un nome: si chiamavano tutti “Giorno”. Oggi era Giorno, domani era Giorno, ieri era Giorno e si faceva una grandissima confusione.
Il re che regnava al Nord chiamò l’astronomo Boccadoro e gli disse: – Sapiente, bisogna dare un nome ai giorni.
– Bene, mio re, ma quanti? – rispose Boccadoro.
– Pensaci tu, che sei astronomo – disse il re. L’astronomo iniziò a pensare: prima ebbe l’idea di dare ai giorni il nome dei suoi fratelli e sorelle, ma non gli piaceva. Poi provò con il nome dei frutti, ma sembrava tutto una marmellata.
Allora tentò con i colori, le erbe, le pietre, ma nessuna soluzione gli sembrò ragionevole. Il povero Boccadoro restò sveglio tutta la notte finché, verso l’alba, triste e rassegnato, alzò il viso al cielo, vide le stelle, la Luna e i pianeti che conosceva così bene e un’idea gli attraversò la testa velocissima:
– Chiamerò i giorni come la Luna e i pianeti!
lo scienziato che studia le stelle e i pianeti.
Quando il re lo mandò a chiamare Boccadoro disse:
Un giorno si chiamerà Lunedì, come la Luna; un altro Martedì come Marte; uno Mercoledì come Mercurio; un altro Giovedì come Giove; un altro Venerdì come Venere e gli ultimi due Saturdì e Soledì.
– Mi piacciono questi nomi! – esclamò il re. Saturdì e Soledì sembrano nomi strani, ma in quel regno del Nord esistono ancora.
• Che cosa chiese il re a Boccadoro?
Da che cosa l’astronomo prese il nome dei giorni?
Quali nomi sembrano strani? A quali giorni corrispondono?
ROSSO ROSSINO
Io e il mio pesciolino siamo praticamente uguali: io ho i capelli rosso ciliegia con un piccolo ciuffo marrone e sulle guance ho tanti puntini rossi. Rossino, il mio pesce, è come una fragola matura ma non ha tanti puntini, ne ha solo uno sulla punta della pinna destra. E come si muove bene tra le piccole alghe e la casetta che gli ho costruito una domenica! Rossino me lo ha regalato mio zio, è stato amore a prima vista. Da quando è arrivato Rossino la mia vita è cambiata… solo Rossino mi capisce, mi guarda con i suoi occhioni e ha sempre tempo per me.
Parliamo tanto, a modo nostro. Quando vuole dire di sì, salta dritto dritto verso il cielo. Quando ha fame, fa il morto sul pelo dell’acqua , quando poi è molto felice, fa le bolle a più non posso.
Che solletico se infilo il dito dentro! Una notte ho sognato che dalle pinne gli spuntavano due minuscole braccia, con le mani e anche le dita. Poi le gambe e… insomma diventava un bambino proprio come me.
PAROLE NUOVE
Sul pelo dell’acqua significa: appena sotto l’acqua sulla superficie dell’acqua
LEGGO E… COMPRENDO
Segna con una X vero (V) o falso (F).
• Rossino è un uccellino. V F
• Rossino sembra una fragola. V F
• Rossino è un regalo del nonno. V F
• Rossino e il bambino si capiscono. V F
• Nel sogno a Rossino spuntano gambe e braccia. V F
LEGGO E… RACCONTO
Tu hai un animale che vive con te?
Se non lo hai, ti piacerebbe averne uno? Racconta.
E. Orlandini, Rosso Rosso. Clic!, La Spiga EdizioniLA CICALA E LA FORMICA
Era una splendida giornata estiva e mentre la cicala cantava allegramente, la formica trasportava con fatica le provviste nel magazzino. La cicala sorrideva sdraiata pigramente su una foglia, godendosi il sole, e dopo un po’ disse alla formica: – Lavori troppo!
– Non ho scelta, ho tanto da fare, devo raccogliere il cibo per l’inverno – rispose la formichina. – L’inverno sembra lontano ma arriverà presto e se non lavori ora soffrirai il freddo e la fame.
La cicala rise e si mise a cantare. Arrivò l’inverno, gli alberi si spogliarono e la neve ricoprì tutto.
LEGGO E… COMPRENDO
Al calduccio, nella sua casetta, la formica riposava tranquillamente con le sue provviste accumulate.
La cicala, al freddo, si riparava dietro una foglia, ma aveva fame e andò a bussare alla porta della formica.
– Aiutami, ti prego.
La formica rispose: – Entra a riscaldarti e aspettami mentre preparo la cena, ma ricordati di essere più previdente la prossima estate.
Colora di rosa le qualità della cicala e di verde quelle della formica.
sfaticata IL MONDO INTORNO A NOI
LEGGO E… RIFLETTO
Che cosa insegna questa storia?
canterina
Che è giusto non pensare al lavoro: ciò che conta è divertirsi.
Che bisogna pensare prima a ciò che potrebbe accadere e impegnarsi per superare i momenti difficili.
Anche tu, come la cicala, pensi solo a divertirti? SÌ NO
generosa superficiale 69
Esopo, FavoleMILO
Giulia aveva sempre desiderato avere un gatto, ma la mamma non era d’accordo: – I gatti lasciano peli dovunque e poi sono una minaccia per divani e tende! – diceva.
Per il suo compleanno la mamma le diede un biglietto e le disse: – Ora sei grande, hai 7 anni e sai leggere.
Giulia lesse il biglietto: “Il tuo regalo ti aspetta fuori la porta, abbine cura”.
Giulia non stava nella pelle, corse ad aprire la porta e vide una scatola con dentro una soffice pallina bianca e grigia.
Il micino miagolava, aveva gli occhi dolci e verdi, il nasino rosa e i baffi lunghi.
– Ora sei il mio gatto e io la tua padroncina
– disse prendendolo in braccio. – Il tuo nome sarà Milo.
LEGGO E… SCRIVO
• Chi è Milo?
• Di che colore è il suo pelo? ..........................................................
IMPARO IN UN LAMPO
Per descrivere un animale è utile seguire uno schema e spiegare:
• com’è il suo aspetto fisico;
• Come sono gli occhi? ........................................................................
• Come sono il nasino e i baffi? ...................................................
• qual è il suo comportamento;
• quali sono le sue abitudini .
DESCRIVERE… UN ANIMALE
ASPETTO FISICO
• Pelo/pi ume/mantello: nero, a macchie, variopinto, ispido, corto, lungo, morbido, folto, lucente, viscido, squamoso…
• Occhi: azzurri, verdi, marroni, neri, chiari, scuri, vivaci, vispi, allungati, piccoli…
• Orecchie: a punta, arrotondate, lunghe, piccole, grandi...
• Zampe: grosse, sottili, forti, corte, lunghe…
• Coda: lunga, corta, arricciata, arruffata…
COMPORTAMENTO
• Tranquillo, vivace, feroce, giocherellone, docile…
ABITUDINI
• Che cosa mangia, che cosa ama fare, come dorme…
Osserva la foto e prova a descrivere lʼanimale raffigurato con l’aiuto delle parole suggerite nello schema.
Animale
Pelo / piume / mantello
Occhi
Orecchie
Zampe .....................................................................................................................................................................
Coda .....................................................................................................................................................................
I PORCOSPINI
Due porcospini, in una notte buia e fredda, cercano in tutti i modi di scaldarsi. Man mano che si avvicinano scoprono che il freddo diminuisce, così si avvicinano moltissimo e finiscono per pungersi a vicenda. Allora, spaventati, si allontanano, ma di nuovo il freddo li assale. I due porcospini hanno paura di ferirsi e aspettano distanti, ma il freddo è così intenso che ben presto i due animali abbandonano ogni paura e si avvicinano di nuovo. Si pungono ancora e fuggono lontani. Ripetono più volte l’esperimento di avvicinarsi e a poco a poco capiscono che esiste una distanza che permette loro di scaldarsi e di non pungersi. Così, vicini, ma rispettosi l’uno dell’altro, i due porcospini vincono il freddo e sopravvivono.
A. Schopenhauer, Parerga e paralipomena, Adelphi
LEGGO E… RIFLETTO
È giusto, secondo te, lasciare agli amici la libertà di stare un po’ lontani? SÌ NO
LEGGO E… RACCONTO
Ti è mai capitato di litigare con qualche amico perché volevi stargli troppo vicino e giocare solo con lui? Racconta.
I CUCCIOLI SONO VIVI!
Un cucciolo non si compra come un giocattolo: si adotta! Adottarlo vuol dire prendersi la responsabilità della sua crescita, della sua salute e anche della sua felicità. Proprio come fanno i genitori con i loro bambini. E, come i genitori, dobbiamo imparare ad avere pazienza con i cuccioli che abbiamo adottato, amarli anche quando fanno i capricci, quando danno fastidio e quando preferiremmo che ci lasciassero in pace. Prima di adottare un cucciolo dobbiamo pensare ai momenti in cui ci creerà problemi: in vacanza, in viaggio, di notte (non tutti gli animali dormono quando vogliamo farlo noi!)
M. Gomboli, Cuccioli, Fabbri EditoriLEGGO E… COMPRENDO
Colora le affermazioni giuste.
Con i cuccioli bisogna essere pazienti.
Puoi trattare un cucciolo come vuoi.
I cuccioli mangiano quando vuoi.
I cuccioli dormono quando vuoi.
Anche i cuccioli creano problemi.
I cuccioli sono esseri viventi.
I cuccioli sono giocattoli.
UNA STRANA AMICIZIA
Mix era un gatto anziano e cieco, un tempo amava arrampicarsi sugli alti ippocastani ma ormai non poteva più farlo. Un giorno scoprì un topo che viveva nella libreria del suo giovane padrone. Mix lo fermò con una zampa ma poi lo lasciò andare. Prima di lasciarlo gli disse: – Dimmi come sei fatto.
Allora il topo si presentò: – Signor gatto sono un bel topo, bello morbido e tiepido. Ho la pelliccia marrone chiaro con una striscia bianca, la coda sottile e il naso rosa.
Sono un topo messicano e vivo nel tuo appartamento ma senza intenzione di disturbare.
Da quel giorno nacque una grande amicizia. Il topo raccontava a Mix tutto quello che vedeva fuori dalla finestra e il gatto lo ascoltava attentamente. Il topo riportò ai suoi occhi una felicità mai dimenticata.
RICONOSCO LE MIE EMOZIONI
Quando mi posso fidare di qualcuno mi sento al sicuro e prendo coraggio. Il mio viso è disteso e mi sento rilassato. Posso provare FIDUCIA verso gli altri, come Mix che si è fidato del topo, ma anche verso me stesso/a e le mie capacità.
LEGGO E… IMPARO A CONOSCERMI
i comportamenti che indicano fiducia.
Non affidare le cure del proprio animale a qualcun altro.
LEGGO E… RACCONTO
Racconta di quella volta, se c’è, in cui ti sei fidato di qualcuno. Che cosa è successo?
Raccontare un segreto. Prestare un gioco. Coprire il quaderno mentre si scrive.IL PRIMO CANE
I lupi non si avvicinavano mai alla caverna della tribù di Silka, perché avevano paura del fuoco. Ma ce n’era uno più coraggioso degli altri: era un lupo grigio con due piccole macchie scure sulla fronte. Era stato cacciato più volte dagli uomini ma era sempre ritornato. Silka aveva solo sette anni e come tutti i bambini aveva paura dei lupi. Un giorno che era uscita con gli altri a raccogliere bacche e frutta, si era ritrovata sola fra gli alberi del bosco. Mentre cercava la strada giusta, da dietro un cespuglio uscì il lupo che aprì la bocca ma, invece di azzannarla, le leccò una mano. Silka allora accarezzò l’animale e tornarono insieme verso la caverna. Quando gli altri componenti della tribù li videro arrivare urlarono spaventati. Ma incredibilmente, sotto gli occhi di tutti, il lupo si scagliò contro una iena che si preparava ad assalire la bambina. I due animali lottarono ferocemente, poi la iena si ritirò e il lupo, ferito a una zampa, si accucciò al fianco della bambina. Il capo tribù ordinò che il lupo venisse portato nella caverna e curato. Gli uomini lo nutrirono e quando fu guarito l’animale non volle più lasciare la tribù. Silka lo chiamò Hata, che nella sua lingua voleva dire “Amico degli uomini”. Fu il primo lupo che diventò cane.
1. I lupi non si avvicinavano alle caverne perché avevano paura (riga 3):
A. degli uomini.
B. delle iene.
C. del fuoco.
D. del buio.
2. Chi era Silka?
A. Un ragazzo.
B. Un uomo.
C. Una bambina.
D. Non si riesce a capire.
3. Silka era uscita per (riga 12):
A. raccogliere bacche e frutta.
B. raccogliere fiori.
C. giocare.
D. andare a prendere l’acqua.
4. Il lupo salvò Silka da (riga 20):
A. un altro lupo.
B. un cacciatore.
C. una iena.
D. un cane.
5. Si scagliò (riga 20) significa:
A. si avvicinò.
B. si accucciò.
C. si lanciò.
D. si tuffò.
6. Hata, nella lingua della tribù, significava:
A. bestia.
B. amico dei lupi.
C. amico degli uomini.
D. cacciatore.
7. Per ogni nome indica se è di animale o di persona.
Nome di animale Nome di persona
IL GIARDINIERE DEI SOGNI
Legge l’insegnante
In una terra con un nome che nessuno conosce, c’era una casetta dove abitava un omino, talmente vecchio che non ricordava più quanti anni avesse. Portava un buffo cappello, un cespuglio bianco come barba e sul nasone un bel paio di occhiali che ballavano mentre l’omino scriveva a macchina una pagina di un racconto. Quando finì di scrivere, l’omino prese la pagina e iniziò a camminare in cerca di un posto adatto. Quando lo trovò, scavò una piccola buca e sotterrò la pagina.
Ogni giorno tornava lì per prendersene cura e dopo giorni e giorni dalla terra spuntò “qualcosa”.
Passarono altri giorni e quel qualcosa diventò un albero bellissimo. Le sue foglie erano pagine e pagine di racconti.
L’omino, felice, iniziò a raccogliere tutte le pagine e le portò a casa. La mattina seguente si mise a cucire le pagine e quando erano abbastanza le foderava con una bella copertina. Quando ebbe finito, l’omino liberò i suoi libri. Le pagine sembravano ali e i libri volarono su oceani e deserti, poi, giunti in città, si fermarono. Arrivarono in una vecchia biblioteca, dove un bimbo curiosava tra gli scaffali. Il bimbo vide uno dei libri cuciti dall’omino e lo portò a casa. Nessuno sa che storia raccontava quel libro, ma il bimbo lesse fino a sera e quando si addormentò la storia continuò nel sonno, proprio come accade quando le storie provengono dalla terra con un nome che nessuno conosce.
ASCOLTO E… COMPRENDO
• Dove abitava l’omino?
In una terra con un nome che nessuno conosce.
In una terra lontana.
In una terra del Nord.
• Chi tra questi è l’omino?
• Che cosa faceva l’omino?
Coltivava alberi.
Scriveva a macchina.
Dormiva e sognava.
ASCOLTO E… ORGANIZZO
Ordina le sequenze della storia: numera da 1 a 5.
Un bimbo prende un libro dell’omino e lo legge.
L’omino sotterra la pagina.
L’omino cuce le pagine e crea dei libri.
I libri volano e si fermano in una biblioteca.
Spunta un albero che al posto delle foglie ha le pagine.
ASCOLTO E… RACCONTO
Ti è mai capitato di sognare un’avventura fantastica?
Racconta.
L’ELFO DELLA BUONANOTTE
Il sole sta tramontando. La notte scende su Borgo Felice , un villaggio molto speciale, abitato da animali e creature di ogni tipo. Grandi e piccini si salutano e rientrano nelle loro case perché è l’ora dell’elfo cantastorie, l’Elfo della Buonanotte. Come ogni sera, quando tutte le luci si spengono, lui percorre le strade e va di casa in casa a raccontare bellissime storie e a suonare con il suo flauto magico. In un attimo la notte si riempie di racconti fantastici, di storie di magia, di dame e cavalieri, di castelli, pirati e tesori e mille altre avventure. Tutti, in silenzio, ascoltano l’Elfo, poi piano piano scivolano nel sonno e dormono sereni e tranquilli nei loro lettini! – Buonanotte! – sussurra l’Elfo e va a dormire anche lui.
LEGGO E… SCRIVO
Completa con le parole del brano. Quando la .......................................................... scende sul villaggio di ...................................................................................................., per le strade e nelle case passa un che racconta e suona il
. Tutti lo ascoltano e dormono e .
IMPARO IN UN LAMPO
Rileggi l’esercizio completato. La storia è più breve, ma contiene tutti gli elementi importanti del racconto che hai letto. Questa storia più breve è un RIASSUNTO.
A. Casalis, Storie da 1 minuto per sognare, Dami EditoreMAMMA LEA DAL PARRUCCHIERE
Mamma Lea stamattina si è recata nel salone di Topino il parrucchiere. Ha deciso di cambiare acconciatura e dice a Topino: – Vorrei una pettinatura un po’ diversa dal solito! Topino si mette subito al lavoro. Spazzola e bigodini e mamma Lea si ritrova in testa una montagna di riccioli.
– Carini, ma pensavo a qualcos’altro… qualcosa che faccia colpo sulle mie amiche! – commenta mamma Lea.
E così Topino si rimette all’opera. Dopo un po’ ecco la nuova acconciatura: una bella frangetta, liscia liscia. La cliente non è ancora soddisfatta: vuole qualcosa di veramente originale.
È tardi e il parrucchiere deve sbrigarsi.
– Ho ciò che fa per lei, signora! – esclama. Ecco fatto! Ora mamma Lea non può lamentarsi: ha in testa un bel ciuffo verde… di sicuro molto originale!
A. Casalis, Storie da 1 minuto per sognare, Dami Editore
LEGGO E… COMPRENDO
• Mamma Lea vuole: una pettinatura elegante. una pettinatura diversa.
• Come finisce la storia?
UNA SCATOLA PER TRE
Uto e Leo sono amici. Ogni giorno portano su, sulla collina, due scatole di cartone nelle quali si nascondono.
Certe volte sono astronauti, pirati o re, ma sempre, sempre sono grandi amici. Navigano, corrono, saltano, volano, chiacchierano e ridono. A Uto piace questo gioco a due.
Un lunedì incontrano un altro bambino: ha una scatola e vuole unirsi a loro, si chiama Samu. Uto si sente strano e, una sera, distrugge la sua scatola e la riduce in pezzi.
Leo e Samu qualche volta passano a chiamarlo ma Uto non vuole giocare con loro, anche se gli manca Leo. Un giorno Uto sente la voce di Samu: – Abbiamo una cosa per te, vieni fuori!
scatola, ha un sacco di cose attaccate, scintillanti e sventolanti come aquiloni, e poi ha le ruote. Dentro ci sono perfino biscotti e limonata, è meravigliosa! Così l’enorme scatola viene trainata sulla collina.
Ora i tre bambini giocano insieme e a Uto inizia a piacere il tempo trascorso che chiamano la loro Samu-Leo-Utitudine.
L. Sarah, Sulla collina, GiralangoloPAROLE NUOVE
Scintillante: molto
luminosa, luccicante.
Sventolante: che si muove al vento.
È una scatola, ma è molto più di una semplice
IMPARO IN UN LAMPO
Un racconto può essere realistico quando narra fatti reali, cioè accaduti o che potrebbero accadere.
Fantastico quando contiene elementi di fantasia.
Ogni racconto è diviso in tre parti: inizio, sviluppo, conclusione o fine.
LEGGO E… COMPRENDO
Osserva le strisce colorate accanto al testo.
Lo sviluppo è la parte più: lunga. corta.
Questo racconto è: realistico. fantastico.
Collega in modo corretto.
Uto e Leo imparano a giocare insieme
Uto sono grandi amici
Samu vuole giocare con gli altri
Uto, Leo, Samu rompe la scatola
IL TOPO CHE MISURAVA I FULMINI
C’era una volta un topolino del bosco che aveva paura dei lampi e dei tuoni, anche se la mamma se lo teneva vicino al riparo nella tana.
Un giorno il vecchio zio Topobigio, che era mezzo scienziato, gli spiegò: – Il fulmine è una scarica elettrica che si forma in cielo e dà origine al lampo e al tuono, ma il lampo arriva prima del tuono perché la luce corre molto più veloce, perciò è inutile avere paura. Ma la paura non svaniva e fu il fratellino a risolvere la questione: – Perché non misuriamo il fulmine? – gli disse. – Se contiamo il tempo che passa tra il lampo e il tuono possiamo scoprire quanto lontano è caduto. Così i fratellini si misero a contare: – Uno… due… tre… eccolo! Uno… due… tre… quattro… cinque… sei… lontanissimo!!!
Avevano inventato un nuovo gioco: il gioco del temporale. Fu così che il topolino che aveva paura di lampi e tuoni diventò un esperto misuratore di fulmini.
M.L. Giraldo, Billi Acchiappapaura, LibríLEGGO E… ORGANIZZO
• Leggi attentamente il racconto e colora
le strisce laterali: verde inizio, arancione sviluppo, rosso conclusione.
• Questo racconto è: realistico. fantastico.
LA PIZZA GIGANTE
Un bel giorno in piazza si fece la pizza, esattamente una pizza gigante. Caio, un buongustaio, ebbe questa idea e col megafono disse: – Ci vuole la farina, l’acqua, l’olio, il lievito, il sale.
Gli ingredienti furono portati con camion e botti.
Poi Caio disse: – Ora bisogna impastare e stendere la pasta.
Tutti quanti si diedero da fare: grandi e piccoli, ovviamente dopo essersi lavati i piedi.
Alla fine la pasta fu piatta e tonda, grande come la piazza.
Allora ci vollero milioni di pomodori e ottocentomila mozzarelle.
Gli uomini più forti portarono la pizza in cima al vulcano per farla cuocere. Caio misurò il tempo di cottura e gli uomini riportarono la pizza in piazza. Ciascuno ebbe la sua fetta.
La pizza era squisita!
– Bravo, Caio! – gridarono in coro: – Che ideona!
G. Campello, La pizza gigante, Emme Edizioni
LEGGO E… ORGANIZZO
Ordina le sequenze: numera da 1 a 4.
Impastare e stendere la pasta.
Far cuocere la pizza.
Preparare gli ingredienti per la pasta.
Aggiungere pomodoro e mozzarella.
LEGGO E… COMPRENDO
Segna con una X l’affermazione che NON è vera.
La pizza era gigante.
La pizza fu portata sul vulcano.
Non tutti riuscirono a mangiare la pizza.
LA CANZONE DEL GATTO MAMMONE
Questa è la canzone del gatto mammone. Se ne vedi uno non far confusione. Il gatto mammone ha l’occhio lucente, se gira di notte spaurisce la gente. Il gatto mammone ha la coda parlante, chiunque lo sente poi fugge distante. Ma io so un segreto del gatto mammone: se un cane gli abbaia diventa fifone.
LEGGO E… COMPRENDO
Qual è lo scopo di questa poesia?
Far paura. Divertire. Far sognare.
Sottolinea con lo stesso colore le parole che fanno rima tra loro.
LEGGO E… SCRIVO
• Chi è il protagonista di questa poesia? .......................................................................................................................
• Quando esce il gatto mammone?
• Di che cosa ha paura il gatto mammone?
M.L. Giraldo , Filastrocche scaccia paura, GiuntiUNA FETTINA DI SOLE
Una volta non c’era la Luna.
Di giorno c’era il Sole, più luminoso che mai.
E di notte non c’era niente al di fuori del buio.
Di giorno la gente doveva mettersi gli occhiali con le lenti scure per non restare accecata dalla luce abbagliante. Se qualcuno se ne dimenticava, se dimenticava a casa gli occhiali scuri, non riusciva neanche ad aprire gli occhi. Non si poteva andare avanti così!
Aiutaci, Sole! – disse la gente.
Il Sole ascoltò, cercò un’idea e la trovò.
Tagliò dalla sua pancia luminosa una fettina sottile sottile, luminosa anche lei, ma meno di lui.
Quando venne l’ora del tramonto, prima di andar via, il Sole appese la fettina nel cielo della notte.
LEGGO E… COMPRENDO
Osserva i disegni e scrivi di quale parte del racconto fanno parte: scegli fra inizio , sviluppo , conclusione .
G. Campello, È autunno. Una storia al giorno, Edizioni ELDRAGOPAPÀ E LO GNOMO
Come ogni saurodì, il giorno corrispondente al venerdì, Dragopapà va a raccogliere le noci per la sua famiglia.
Lo gnomo Franz, che ha commesso delle azioni malvagie ed è stato allontanato dalla valle di Dragolandia, lo segue con brutte intenzioni.
Dragopapà è un po’ ingenuo e ad un tratto vede sei noci di coccus già mature; infila la zampona nel buco dell’albero per scuoterlo, ma resta impigliato nella trappola ideata dallo gnomo.
Il povero Dragopapà è disperato: – La prego, signor Franz, non mi faccia fare tardi o mia moglie si arrabbierà con me!
Ma Franz è spietato, lo lega a un palo e lo stringe fino a fargli promettere obbedienza.
Poi sale in sella al drago e ordina di dirigersi al vulcano Erebus. Secondo una leggenda, ai piedi di questo vulcano cresce un’erba
magica: quando i draghi la mangiano possono emettere fiamme dalla bocca, ma da secoli quest’erba è proibita a Dragolandia.
Franz vuol far mangiare l’erba al povero Dragopapà per combattere contro gli gnomi e diventare il loro re.
Il buon drago, però, quando si accorge delle malvagie intenzioni di Franz, con una virata improvvisa, lancia in aria lo gnomo nero che fa un gran ruzzolone, poi vola via verso casa.
T. Wolf - P. Holeinone, Draghi, Dami Editore
Ingenuo: che si fida degli altri, semplice.
Emettere: mandare fuori, cacciare.
Virata: cambiamento di direzione.
PAROLE NUOVEIMPARO IN UN LAMPO
In ogni racconto ci sono dei PERSONAGGI ( Chi? ) che possono essere reali o fantastici. Il personaggio più importante si chiama protagonista .
LEGGO E… COMPRENDO
• Questo racconto è: realistico. fantastico.
• Chi è il protagonista di questa storia?
LEGGO E… SCRIVO
• A quale giorno corrisponde il saurodì?
• Dove vive Dragopapà?
• Da chi viene catturato Dragopapà?
• Che cosa vuole lo gnomo dal drago?
• Come finisce la storia?
CANE E GATTO
Al tempo delle cose antiche cane Candido e micio Michele erano grandi amici.
Se ne andavano in giro per cortili, strade e campagne, correndo e giocando. Se trovavano da mangiare lo dividevano a metà. Ogni tanto per gioco cane Candido e micio Michele facevano la lotta, rotolando insieme sui prati abbaiando e miagolando e si divertivano un mondo.
Un giorno, dopo aver fatto la lotta, si fermarono e si accorsero che non potevano staccare le code perché si erano annodate.
– Ahi! Ahi! Ahi! Adesso cosa facciamo? – disse il cane.
– Proviamo a tirare un po’ – disse micio Michele. Tirarono, tirarono forte, tirarono fortissimo ma purtroppo i due non sapevano che, tirando, un nodo diventa ancora più stretto.
– E adesso come facciamo? –dicevano piangendo.
Il cane provò a sciogliere il nodo con i denti, il gatto provò con le sue unghie e la cosa alla fine riuscì, ma in maniera dolorosa.
Con le code mordicchiate e spelacchiate, cane Candido e micio
Michele riuscirono a separarsi. Rimasero un po’ fermi, poi si guardarono ma non avevano più amicizia e neppure simpatia. Se ne andarono uno di qua e uno di là e da quel momento furono grandi nemici.
R. Piumini, Storie per Einaudi RagazziIMPARO IN UN LAMPO
In ogni racconto c’è un TEMPO ( Quando? ) che spiega quando è accaduta la storia.
A volte il tempo non è precisato ( C’era una volta, tanto tempo fa…), altre volte è precisato e può durare poco ( Una mattina, una notte…) o tanto ( Durante molti mesi, nel corso di cinque anni…).
LEGGO E… COMPRENDO
• “Al tempo delle cose antiche” vuol dire: tanto tempo fa. al tempo dei nonni.
quando le cose erano vecchie.
• Il tempo di questa storia:
è precisato. non è precisato.
• Questo racconto è: realistico. fantastico.
• Questo racconto vuole spiegare:
perché il cane e il gatto sono nemici.
perché il cane morde e il gatto graffia.
LEGGO E… SCRIVO
• Chi sono i protagonisti di questo racconto?
• Che cosa facevano insieme?
• Perché si ritrovano con le code annodate?
• Come provano a sciogliere il nodo? ...............................................................................................
chi le vuole,LA POSTA DELLE CONCHIGLIE
Il papà di Lilia esplora i mari con il suo sottomarino giallo.
Vivono insieme nel grande faro in un paese del profondo Nord.
Quando il papà va via per le sue esplorazioni, la bimba è molto triste e ogni mattina corre sulla scogliera cercando di avvistare il sommergibile.
Di solito non vede nulla e sussurra dentro una conchiglia: – Dove sei, papà? Quando torni? – poi lancia la conchiglia in mare e la vede affondare.
La tristezza dura a lungo.
Dopo ogni viaggio il papà porta a Lilia una conchiglia: sono tutte diverse e il faro è pieno di conchiglie e di storie che il papà le racconta.
Le conchiglie diventano il mezzo per lanciare i messaggi. Lilia ha inventato “la posta delle conchiglie” per sentire il papà più vicino e sconfiggere la tristezza.
La piccola però è tanto orgogliosa del suo papà che misura il mare, conta pesci, animali e piante e scrive tutto sul suo prezioso quaderno.
RICONOSCO LE MIE EMOZIONI
K. Crabeels, Il canto della balena, SinnosLEGGO E… IMPARO A CONOSCERMI
Lilia, per sconfiggere la tristezza, ha inventato la posta delle conchiglie.
Tu che cosa fai per allontanare la tristezza?
Colora il tuo comportamento, o aggiungilo se manca.
Mangio un dolce.
Scrivo sul mio diario segreto.
Penso a qualcosa di bello.
Ascolto le mie canzoni preferite.
Disegno.
LEGGO E… RACCONTO
Ti sarà capitato qualche volta di sentirti triste. Per quale ragione?
Come hai allontanato la tristezza?
Racconta.
PAURA DI VOLARE
Tutti gli uccellini del bosco hanno imparato a volare.
Solo Piccolo Gufo se ne sta fermo sul ramo, con le ali chiuse.
Durante la sua passeggiata, Tartaruga passa sotto l’albero e vede Piccolo Gufo con gli occhietti tristi.
– Ciao, Piccolo Gufo! Perché te ne stai fermo? – Perché ho troppa paura di cadere.
– Macché! – dice Tartaruga. – Con un po’ di esercizio vedrai che ce la farai anche tu.
Ma Piccolo Gufo non ne vuole sapere.
Allora Tartaruga si mette a pensare.
– Io conosco un metodo infallibile – dice infine.
– Prova a dire ABRACADABRA!
È una parola supermagica. Dilla mentre apri le ali, e vedrai che riuscirai a volare.
Piccolo Gufo tenta ma dice “ABICIDABRA” e cade di sotto. Arriva Topino e poi anche Riccio, ma sembra che ogni volta, anche pronunciando la parola giusta, non ci sia nulla da fare. Allora gli amici gli dicono:
– Devi pronunciarla con gli occhi aperti e con tutto il fiato che hai in gola.
Piccolo Gufo risale sul ramo.
Si concentra. Apre gli occhi, sbatte le ali, prende un respiro profondo e grida:
– ABRACADABRAAA!
Stavolta prende il volo. Vola e vola felice:
Yuhuuuu! Ma è bellissimo!
M.L. Giraldo, Prova a dire Abracadabra!, CameloZampa
IN UN LAMPO
Ogni racconto si svolge in un LUOGO ( Dove? ) che può essere reale (città, mare, montagna…) o fantastico (bosco incantato, regno delle fate…).
LEGGO E… COMPRENDO
• Dove si svolge questa storia?
• Chi è il protagonista di questo racconto?
Un topo.
Un piccolo gufo.
Una tartaruga.
• Chi sono gli altri personaggi?
Tartaruga e topino.
Tartaruga e uccellini.
Topolino e uccellini.
• Quale parola deve pronunciare Piccolo
Gufo per volare?
ABICIDABRA.
ABRACADABRA.
IL MARE NERO
Tantissimi anni fa in Giappone viveva un ricco mercante molto avido.
Un giorno vide uscire dal mare dei pescatori di perle con una borsa piena di perle.
Il mercante pensò: “Quanta ricchezza c’è in fondo al mare! Se io potessi scendere laggiù, e starci molto tempo, chissà quante perle potrei prendere.
Diventerei l’uomo più ricco del Giappone”. Così, dopo aver venduto tutti i suoi averi, si recò dal grande mago Gon Guong e gli chiese:
– Mago, come potrei stare nell’acqua senza respirare?
Il mago, dopo aver chiesto al mercante tutti i soldi che aveva, lo portò in cima a una scogliera e gli disse di guardare giù, gli diede una spinta e il mercante sprofondò.
PAROLE NUOVE
Avido: che desidera tante cose.
Nel mare si trasformò in un mostro verde e nero, che non aveva bisogno dell’aria. Subito si mise a cercare perle e ne trovò mille in poco tempo, ma quando provò a uscire dal mare, si accorse che non poteva stare sulla terra perché era diventato una creatura marina. Allora si disperò e pianse ma Gon Guong se n’era andato. Così resto per sempre in fondo al mare e quando i pescatori si tuffavano, per vendetta il mostro schiacciava grosse seppie e colorava il mare di nero.
LEGGO E… SCRIVO
Completa con le
date.
In viveva un .
Un giorno vide dei con una borsa di .
Allora si recò da per poter restare nell’acqua senza .
Il mago lo trasformò in un e nel raccolse molte perle, ma quando provò a uscire non poteva stare più sulla .................................................... perché era diventato una marina.
Così restò per sempre in al mare.
LEGGO E… COMPRENDO
Colora il nome proprio di persona.
Mago Mercante Gong Guong Uomo
R. Piumini, Storie in un fiato, Einaudi RagazziLE STELLE CADENTI
Era una bella notte di luna piena. Due mammut innamorati guardavano le stelle tenendo intrecciate le proboscidi. D’un tratto, una scia luminosa illuminò il buio della notte.
– Guarda, una stella cadente! – disse Gnuk.
– Dove, dove? – domandò Kuda.
– Là, è passata di là – Disse Gnuk indicando un punto nel cielo.
– Non l’ho vista – disse Kuda delusa. – Però tu che l’hai vista puoi esprimere un desiderio. Gnuk stette un attimo in silenzio a occhi chiusi, poi esclamò: – Fatto!
– Che cosa hai chiesto? – domandò Kuda curiosa.
– Non posso dirtelo altrimenti ciò che ho chiesto non si avvera.
E fu così che i due mammut innamorati rimasero a fissare il cielo.
LEGGO E… SCRIVO
• Quando si svolge la storia?
• Chi sono i protagonisti della storia?
• Dove si svolge la storia?
• Che cosa vede il piccolo mammut?
LEGGO E… RACCONTO
Si dice che quando si vede una stella cadente bisogna esprimere un desiderio, lo sapevi? Quale desiderio vorresti esprimere?
Racconta .
S. Bordiglioni, Storie prima della storia, Einaudi RagazziINCUBO
– Aiuto! – urla Enrico. Un incubo si è coricato nel suo letto, un grosso incubo verde e peloso.
– Chiudi quella bocca! – protesta l’incubo. Mi hai svegliato.
– Ma che fai qui? – chiede Enrico. – Di solito ti corichi sotto il mio letto e non mi lasci dormire.
– Sono stufo, c’è un sacco di polvere sotto il tuo letto. Adesso tocca a te dormire lì sotto, forza! Enrico non ha scelta. Scivola sotto il letto e lui, che di solito non riesce a prendere sonno, si addormenta immediatamente. Ma a notte fonda viene svegliato da delle urla: – Aiuto! c’è un mostro sotto il mio letto!
l’incubo che piange. Allora Enrico esce e abbraccia l’incubo: – Non avere paura – gli dice
– ci sono qua io. Ed ecco che si addormentano insieme, Enrico e il suo incubo.
B. Friot, Ricette per racconti a testa in giù, Il Castoro
LEGGO E… COMPRENDO
Collega in modo corretto.
Non vuole dormire sotto il letto per la polvere.
Va a dormire sotto il letto.
Si addormenta subito. Piange.
LEGGO E… RACCONTO
Hai mai avuto un incubo? Racconta.
MAGARÌA
A Lullina piaceva camminare per la campagna con il nonno che le spiegava tante cose e le raccontava favole inventate apposta per lei.
Un giorno la piccolina sembrava un po’ pensierosa e il nonno le chiese cosa avesse.
Lullina, dopo un po’ di resistenza, disse tutto d’un fiato: – Stanotte ho fatto un sogno. È spuntato un uomo piccolo piccolo, tutto vestito di giallo e mi ha detto un segreto... Mi ha detto la magarìa per far scomparire qualcuno.
Il nonno sorridendo le disse:
– Non ci pensare, sono fantasie.
La piccola però, che non riusciva a tenere segreti, continuò: – Bisogna dire sette parole mammalucchigne e si scompare. Per ricomparire, bisogna che qualcuno dica altre sette parole.
Il nonno allora chiese se le ricordava.
Lullina ci pensò un po’, incrociò le braccia e disse: – Fiririri, boreró, parapuzio, stonibó, qua non sto. E scomparve.
PAROLE NUOVE
Magarìa (stregoneria) e mamalucchigne (magiche) sono due parole del dialetto siciliano
Il nonno non credeva ai suoi occhi e si mise a cercare per tutta la campagna. La sua piccolina era sparita e lui non conosceva le altre sette parole. Era disperato e stanco, ma poiché le favole non finiscono mai male, Lullina gli apparve come un’ombra e gli suggerì le parole, ma erano le stesse e non fu Lullina a ritornare ma si ritrovarono insieme in un posto che non sapremo mai.
A. Camilleri, Magarìa, Mondadori
LEGGO E… COMPRENDO
Questo racconto è:
realistico.
fantastico.
una descrizione.
Segna con una X vero (V) o falso (F).
• Il nonno e la bambina sono in campagna. V F
• Lullina ha sognato un omone giallo. V F
• Lullina sa mantenere i segreti. V F
• Le sette parole fanno scomparire. V F
• Le parole per ricomparire sono le stesse. V F
• Il nonno e Lullina si ritrovano. V F
UNA CLASSE FANTASTICA
C’era una volta (si fa per dire) un gruppo di bambine e bambini che erano venuti al mondo nello stesso paese e nello stesso anno.
Per questo motivo li misero insieme nella stessa classe e li affidarono a un maestro.
In principio era un gruppo di quindici bambini, ma poi ne arrivarono tre da altri paesi e diventarono diciotto.
Una specie di famiglia.
Il maestro li faceva parlare e li ascoltava attentamente.
Un giorno disse:
– Io da voi imparo ogni giorno tante cose.
I bambini pensavano che fosse uno scherzo perché la gente crede che i maestri a scuola ci siano per insegnare, non per imparare.
Piano piano capirono che, proprio come i bambini,
anche il maestro certe cose non le sapeva fare bene, per esempio cantare, scoprire le cose piccole, inventare giochi.
I bambini avevano più fantasia del maestro.
Fu una scoperta bellissima. Per tutti gli anni che passarono insieme, il maestro e i suoi 18 alunni, con tutte le loro diversità e le loro abilità, lavorando sempre in gruppo, diedero vita a progetti bellissimi.
LEGGO E… SCRIVO
• Per quale motivo le bambine e i bambini furono messi nella stessa classe?
• Che cosa disse il maestro un giorno? ...................................................................................................................................................................
• Che cosa crede la gente?
• Che cosa il maestro non sapeva fare bene come i bambini?
LEGGO E… ORGANIZZO
Quale informazione si può ricavare dal testo e quale no?
Metti una X per ogni riga.
Quanti erano gli alunni.
Il nome del maestro.
Quanti anni passarono insieme.
Come lavoravano.
Si può ricavare Non si può ricavare
M. Lodi, La mongolfiera, Einaudi RagazziIL GATTOLAIO
In una strada un po’ storta c’era la bottega di uno strano signore. La specialità dell’uomo era quella di creare il gatto perfetto per ogni bambino.
Aveva una serie di barattoli con tutti gli ingredienti necessari: furbizia, morbidezza, caratteraccio, musi di tante forme, peli a più non posso. Un giorno entrò un bambino e consegnò al gattolaio un foglietto tutto stropicciato, dove c’era un disegno del gatto che desiderava.
L’uomo combinò gli ingredienti e alla fine uscì un gatto identico a quello del disegno: era un gatto strambo, anzi strambissimo, ma il bambino deluso scappò via lasciandolo lì.
All’ora della chiusura il gatto strambo fuggì via, raggiungendo la casa del bambino.
Il piccolo piangeva tra le braccia della mamma: – Voglio il mio Pallino, –diceva – nessun gatto gli somiglia.
La mamma lo consolava: – Pallino non tornerà più, ma puoi trovare un nuovo amico.
LEGGO E… COMPRENDO
• Come finisce la storia?
In quel momento il gatto strambo accarezzò con il suo muso la gamba del bimbo che si girò meravigliato: – Ehi, sei proprio tu? Poi gli scoppiò un sorriso, lo accarezzò e lo portò in casa.
Il gattolaio, che guardava da lontano, pensò che anche quella volta aveva creato un gatto perfetto.
S. Nosella, Il gattolaio, Terre di Mezzo Editore
LEGGO E… SCRIVO
• Chi sono i personaggi della storia?
• Dove si trova la bottega del gattolaio?
• Quando si svolge la storia?
• Che cosa crea il gattolaio? .....................................................................................................................................
• Perché il bambino scappa via?
PAGINE STELLA
PRIMA RIFLETTO SUL TITOLO
Dal titolo di questo brano, secondo te, stai per leggere: un racconto realistico. un racconto fantastico.
IL MANGIASOGNI
Nella Terra di Sonnonia dormire era la cosa più importante. La principessa Pisolina, figlia del re e della regina, non voleva mai andare a letto.
Aveva paura di prendere sonno perché faceva sempre brutti sogni. Il re e la regina erano preoccupati.
Chiamarono tutti i dottori del regno ma nessuno sapeva come fare. Allora il re si mise in viaggio e interrogò tutte le persone che incontrava. Cammina cammina, il re a un tratto vide qualcosa che luccicava e fu sorpreso nel vedere che era un omino con una bocca grandissima.
L’omino disse al re che aveva fame, ma il re non aveva nulla con sé. L’omino rise perché non aveva fame di pane e burro o cose simili.
Lui era un “MANGIASOGNI”.
Il re non credeva a quelle parole, ma l’omino scrisse su un foglio una strana filastrocca e disse al re di correre da Pisolina per farle leggere quella formula magica. Così fu fatto.
Da quel giorno Pisolina, prima di addormentarsi, ripeteva la filastrocca.
La principessa dormiva serenamente e il Mangiasogni gustava contento i brutti sogni.
M. Ende, Fiabe e favole, Mondadori Junior
1. Come si chiama il paese della storia:
A. Sonnina.
B. Sonnonia.
C. Sassonia.
D. Sognona.
2. Pisolina era:
A. la regina.
B. la madre del re.
C. la figlia del re.
D. una maga
3. Pisolina non voleva:
A. andare a letto.
B. mangiare.
C. uscire dal castello.
D. andare a cavallo.
4. Nella frase "Il re interrogò tutte le persone che incontrava", la parola "interrogò" si può sostituire con:
A. catturò.
B. punì.
C. osservò.
D. interpellò.
5. Il re:
A. trovò un’erba magica.
B. chiamò una maga.
C. incontrò un omino.
D. incontrò uno stregone.
6. L’omino aveva:
A. grandi mani.
B. grandi occhi.
C. una grande bocca.
D. un grande naso.
7. Il Mangiasogni aiutò il re perché:
A. era generoso.
B. voleva del denaro.
C. aveva fame di sogni.
D. aveva fame di cibo.
8. Cancella in ogni gruppo la parola intrusa.
a) brutti
strane
b) contento
c) dormire
re
letto
sogni
omino
magica
principessa
interrogò • incontrava
AUTUNNO NEL GRANDE BOSCO
Nel Grande Bosco è tutto in fermento: è arrivato . Scoiattolo raccoglie le nocciole, alcune le
AUTUNNO Scoiattolo
conserva nella tana, altre le va a vendere.
Al mercato del Bosco ci sono tante cose buone per tutti i gusti: mirtilli, miele, uva, tante castagne e noci. Il signor
Riccio vende le sue marmellate ai frutti di bosco, preparate
Molti animali si affrettano ad acquistare le provviste per l’inverno, altri vanno in cerca di legna per i loro camini.
Mamma Tasso cuce cappelli e sciarpe di lana per i suoi piccoli. Tutto deve essere pronto prima che arrivi il freddo.
Il grande libro delle stagioni, Dami Editore
con i colori dell’autunno.
LA FOGLIA GIALLA
La guardi con occhi spalancati
La credi una farfalla.
Invece è l’autunno
E lei una foglia gialla
V. Lamarque, Poesie per un gatto, Mondadori
AUTUNNO
Dove vanno le foglie rosse che il vento stacca dagli alberi?
Volano e passano: il brusio del vento
è tutto quello che resta dell’autunno.
G. Pompolini, Antiche liriche giapponesi, Nuova Editrice Spada
PAROLE NUOVE
Brusio: leggero rumore.
LEGGO E… RIFLETTO
• Che cosa hanno in comune le due poesie?
Descrivono le foglie in autunno.
Parlano del vento.
MORTINA
Mortina è una bambina zombie che vive a Villa Decadente.
Le è proibito farsi vedere dagli altri: potrebbero spaventarsi.
Ma un giorno le sembra l’occasione giusta: è la notte di Halloween. Mortina senza doversi travestire esce in cerca di bambini mascherati. Presto li trova e timidamente chiede se può unirsi a loro.
– Come ti chiami? – le chiede una bambina vestita da strega.
– Mi chiamo Mortina – risponde la piccola zombie.
Tutti si presentano e poi iniziano a giocare e a mostrare scherzi mostruosi.
– Tu cosa sai fare? – le domanda la mummia.
Mortina si stacca la testa dal collo, la fa saltare e poi la riprende e la rimette a posto.
Tutti la guardano con occhi spalancati, cala il silenzio, poi il piccolo lupo mannaro grida: – Ma tu sei uno zombie vero!!! Questa è una cosa spettacolare!
I bambini esultano e abbracciano Mortina, che non arrossisce perché non può farlo.
Da quel giorno la bimba può portare i suoi amici a Villa Decadente: avere un’amica zombie è davvero una cosa speciale!
B. Cantini, Mortina, MondadoriAUTUNNO
LEGGO E… SCRIVO
Chi è Mortina? .......................................................................................................................................................................
Perché Mortina non esce mai?
Quando Mortina trova il coraggio di uscire?
Che cosa fanno i bambini quando scoprono che Mortina è uno zombie?
LEGGO E… DISEGNO
Disegna e colora Mortina.
INVERNO NEL GRANDE BOSCO
L’ INVERNO nel Grande Bosco non si fa aspettare: dalla vecchia quercia sono cadute tutte le foglie, il vento le ha spazzate via e ora inizia anche a nevicare.
Mentre Topina e Topino approfittano della prima nevicata per fare un bel pupazzo, nonno Talpa non ha nessuna ragione per uscire dalla sua calda tana, ha tutto quello di cui ha bisogno e ha già preparato l’albero di Natale.
Papà Orso sveglia i suoi piccoli perché lo zio fornaio ha bisogno di legna.
Gli orsetti prendono lo slittino e vanno a raccoglierla.
Zio Orso li premia con una grande pizza.
LEGGO E… DISEGNO
Colora con i colori dell’inverno.
T. Wolf, Il grande libro delle stagioni, Dami EditoreTUTTO È NEVE
D’incanto tanti fiocchi dal cielo.
Nevica sul bosco, sugli alberi, sulla terra.
Piano piano tutto si nasconde.
E tutto è neve,
Tanta neve bianca, bianca, bianca.
A. Huber Kono, Poesie, Emme Edizioni
LEGGO E… SCRIVO
Dove nevica?
Che cosa accade piano piano?
LEGGO E… RIFLETTO
Questa poesia cosa ti trasmette?
Tranquillità. Paura. Tristezza.
BABBO NATALE
Un largo pantalone con bretelle e camicione, una giacca grande e grossa di una stoffa tutta rossa! Due stivali neri e alti per camminare e fare salti, i guanti fatti di lana regalati dalla Befana, un sacco assai resistente per non lasciare fuori niente! Indovina indovinello: è un signore proprio bello, la sua barba è naturale, sì è lui… Babbo Natale!
LEGGO E… SCRIVO
Il pantalone è
La giacca è
Gli stivali sono ......................................................................................................................................................................
I guanti sono ..........................................................................................................................................................................
Il sacco è
La barba è
INVERNO
CARNEVALE
L’Imperatore del Carnevale
gridò ad Arlecchino:
“Son vecchio, sto male!
Più non sopporto né frizzi né sono stanco di tanti schiamazzi
Volle le maschere tutte riunite e disse serio: “Udite, udite!
Questo ho deciso: regola uno che dentro al Regno non rida nessuno.
Ma non basta! Punto secondo: niente veglioni in tutto il mondo, e a chi si azzarda a fare una festa, verrà subito tagliata la testa!
E ora arriviamo al punto terzo: cari signori, è tutto uno scherzo!”
M.L. Giraldo, Rime per tutto l’anno, Giunti
PAROLE NUOVE
Schiamazzi: rumori confusi di voci o versi di uccelli.
LEGGO E… RACCONTO
Ti piace fare scherzi a Carnevale?
lazzi , ”. il ora terzo: tutto Racconta. LE STAGIONI E LE FESTE
PRIMAVERA NEL GRANDE BOSCO
Nel Grande Bosco c’è aria di festa: la PRIMAVERA è tornata! Le coccinelle sono intente ai preparativi per una grande serata, sono arrivati anche dei parenti da lontano.
C’è chi suona, chi cura i fiori, chi tinteggia la propria casa, c’è anche chi fa il primo bagno nel laghetto.
Gli uccelli stanno preparando un concerto, sono tornate anche le rondini: ognuno ripassa la sua canzone preferita. Finalmente arriva la sera della grande festa. Il coro intona dolci canzoni e tutti gli abitanti del Grande Bosco ascoltano incantati: che musica!
LEGGO E… DISEGNO
Colora con i colori della primavera.
T. Wolf, Il grande libro delle stagioni, Dami EditorePRIMAVERA DI PACE
Quando torna la primavera nel cielo scompare ogni nuvola nera.
I prati si coprono di fiori, è bello abbracciarci, riempire il mondo dei nostri colori.
La primavera invita a sperare che qualcosa possa cambiare, e un giorno poter gridare:
“Sulla Terra non c’è più la guerra!”
LEGGO E… RIFLETTO
• Qual è il messaggio di questa poesia?
La primavera è una stagione triste.
La primavera porta speranza.
• Che cosa invita a sperare?
Che nel mondo spuntino i fiori.
Che nel mondo non ci sia più la guerra.
L’UOVO DI JACOPO
Per la Pasqua il papà regalò a Jacopo un bellissimo uovo. Jacopo gridò dalla gioia e si lanciò subito sull’uovo, ma il papà lo bloccò: – Eh, no, Jacopo, non essere impaziente! Per romperlo dovrai aspettare fino a domani!
– Ma io voglio vedere la sorpresa! – protestò il bambino.
Il papà mise l’uovo in alto sulla credenza. Jacopo non si arrese. Spostò una sedia, ci salì sopra, raggiunse l’uovo e lo tirò verso di sé, ma gli sfuggì di mano e cadde a terra. Jacopo spacchettò l’uovo e si trovò davanti a una deliziosa montagna di scaglie di cioccolata.
Il bambino non guardò neanche quale fosse la sorpresa, ma subito iniziò a mangiare i dolci pezzetti.
Dopo una mezz’oretta dell’uovo restava solo la carta… e ora che poteva fare? Prese della carta di giornale e la appallottolò. Ricompose un fiocco con il nastro giallo e sistemò l’uovo al suo posto.
Arrivò il giorno di Pasqua e il momento di aprire l’uovo. Quando Jacopo sciolse il fiocco e aprì la carta colorata, i genitori spalancarono gli occhi.
Poi guardarono Jacopo aspettando una spiegazione.
Il bambino allora disse: – Beh! che c’è? Tutti sanno che nell’uovo di Pasqua c’è la sorpresa.
S. Bordiglioni, Un attimo prima di dormire, Einaudi Ragazzi
LEGGO E… COMPRENDO
• Jacopo disse che voleva aprire l’uovo: per la sorpresa. per la cioccolata.
• Quando l’uovo si ruppe pensò: alla sorpresa. alla cioccolata.
• Jacopo ricompose l’uovo con: una palla di carta di giornale. una palla di gomma.
LEGGO E… RACCONTO
A te interessa di più la cioccolata o la sorpresa delle uova di Pasqua? Racconta.
ESTATE NEL GRANDE BOSCO
Anche nel Grande Bosco ormai è arrivata la stagione del caldo. Il sole splende nel cielo e tutti cercano sollievo all’ombra degli alberi.
I castori hanno lavorato per tanti mesi: hanno segato tronchi e ora li portano verso il fiume.
Vogliono fare una sorpresa ai loro amici per l’arrivo dell’ ESTATE: una splendida piscina!
Appena pronta, tutti corrono al fiume.
Tasso ha portato un canotto, Marmotta e Topino salgono sulle anatre.
I castori fanno i bagnini: bisogna stare attenti, non tutti sanno nuotare bene come le rane!
C’è chi prende il sole, chi mangia il gelato e chi fa i tuffi. Che magnifica ESTATE!
T. Wolf, Il grande libro delle stagioni, Dami Editore
LEGGO E… DISEGNO
Colora con i colori dell’estate.
CLASSE 2 a
• Letture
• Riflessione linguistica
• Matematica
• Storia • Geografia • Scienze • Ed. civica
ISBN 978-88-468-4372-2
• LIBRO DIGITALE: volumi sfogliabili, esercizi interattivi, audiolibri, tracce audio, libro liquido, video animati delle storie, video per la corretta grafia e percorsi semplificati stampabili (www.gruppoeli.it/libridigitali).
• KIT DOCENTE: guida alla programmazione, guida alla valutazione, percorsi semplificati, alfabetiere e poster.
Risorse didattiche online (www.gruppoeli.it/altuofianco).
CONFIGURAZIONI CLASSE 1 a
A) stampato maiuscolo
• Quaderno dell’accoglienza
• Metodo stampato maiuscolo
• Quaderno per il passaggio dallo stampato al corsivo
• Letture
• Matematica A
• Storia • Geografia • Scienze • Ed. civica
B) quattro caratteri
• Quaderno dell’accoglienza
• Metodo quattro caratteri
• Quaderno di scrittura nei 4 caratteri
• Letture
• Matematica B
• Storia • Geografia • Scienze • Ed. civica
CLASSE 3 a
• Letture
• Riflessione linguistica
• Matematica • Scienze
• Storia • Geografia • Ed. civica