maggio 2021
Da racconti e parabole insegnamenti e consigli attuali in ogni tempo
Julie Chenay et le chien de Victor Hugo, Sénat, par Arsène Garnier
I cani, dalla Bibbia ai Vangeli
“L’abbaiare lontano di un cane che ci riporta con il pensiero a luoghi cari e ben noti fornisce la più bella prova dell’immortalità dell’anima”. Soren Kierkegaard
Bibbia e Vangeli sono pagine remote di un diario che ha la magia di realtà sempre attuali. Specchio di giorni remoti eppur vivi in pensieri e parole testimoniano vicende che elevano la labilità della cronaca a valori di significato. Animate da genti ed animali che ancor oggi nella semplicità del racconto paiono attuali fanno del cane il custode
Racconti e testimonianze solo in apparenza dimenticate e che continuano ad avere valore di riferimento. Un saggio di Lorenzo Bortolin e le riflessioni di don Pierluigi Plata confermano l’importanza del cane nei progressi della civiltà di un’attualità (per noi così remota che si fatica a non farla sconfinare nella leggenda), a cui secoli e secoli donano il fascino della storia che diventa maestra di vita proprio come affermava Cicerone: “Non sapere che cosa sia accaduto nei tempi passati, sarebbe come restare per sempre un bambino. Se non si fa uso delle opere delle età passata, il mondo rimarrà sempre nell’infanzia della conoscenza” (Cicerone). Così nella Bibbia (il nome non significa niente più che libro dei libri perché raccoglie scritti e testimonianze di epoche diverse in 47 libri del Vecchio testamento), le differenti descrizioni di episodi in cui il cane è protagonista stanno a testimoniare le conoscenze e convinzioni dell’epoca. Perché gli antichi ebrei - ma è comportamento dif-
fuso presso molti altri popoli - non andavano oltre il riconoscere al cane l’utilità per la guardia alle abitazioni ed al bestiame, l’insostituibile lavoro di sorveglianza delle greggi e l’aiuto sempre determinante nella caccia. Non c’era, com’è anche intuitivo supporre, una selezione di razze ma una scelta per predisposizioni e mansioni tantoché da esemplari da guardia si facevano discendere cani che avevano le prerogative dei genitori proprio come accadeva anche per la caccia e la sorveglianza delle proprietà, prerogative che saranno poi al centro dell’attenzione del romano Plinio il Vecchio e di numerosi altri attenti osservatori della natura e possono essere riassunte nella definizione coniata nel Seicento e relative a prerogative e dimensioni che “il simile si deve unire con il simile”. 50