Rassegna Stampa Dolomiti UNESCO | Marzo 2021

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Investitori russi sul Giau: «70 camere e una piscina» COLLE SANTA LUCIA Settanta camere, due ristoranti, una piscina interna e una esterna, un parcheggio sotterraneo, cento addetti, trecentosessantacinque giorni di apertura all'anno. Questi i numeri che descrivono sinteticamente il piano di recupero dell'ex albergo Enrosadira del passo Giau che prevederebbe la nascita di un hotel 5 stelle luxury. A monte, un investimento da 20 milioni di euro da parte di una società russa e 24.500 metri cubi di volume distribuiti fra tre edifici con due piani fuori terra e tutto il resto sotto. A presentare lo studio di fattibilità alla popolazione, sabato sera nell'ex scuola del paese, gli architetti che fanno capo allo studio di fama internazionale Milan Ingegneria che da due anni sta approntando tutte le verifiche del caso per dar vita a un progetto che rispetti al massimo il delicato contesto ambientale e paesaggistico. LA PRESENTAZIONE «Il promotore dell'iniziativa - ha spiegato l'architetto Benedetta Abbottoni - nei suoi giri tra le amate Dolomiti si è innamorato di passo Giau. E nel vedere l'ex albergo Enrosadira nel pesante degrado in cui si trova ha iniziato a cullare il sogno di ristrutturarlo. Ha così commissionato uno studio di mercato, sulla base di domanda e offerta, per comprendere quale struttura ricettiva mancasse in zona: ne è uscito un hotel 5 stelle luxory che non andrebbe a sovrapporsi alle forme di ospitalità esistenti. I ruderi esistenti, dopo anni di abbandono, risultano irrecuperabili e va quindi prevista una nuova struttura organica con la realtà circostante. Resterebbe aperta tutto l'anno e darebbe da lavorare in maniera continuativa a un centinaio di persone tra ristorazione, pulizie, giardinaggio, manutenzione. Inevitabili, al contempo, le ricadute positive sull'indotto. Non sarà un'isola con vita a sé: al contrario avrà costanti legami con Colle. Ad esempio, pensavamo di attivare un bus navetta elettrico che faccia la spola tra il Giau e il paese più volte al giorno. La gestione sarà affidata a una delle società più importanti al mondo nell'ospitalità di questo livello». L'ITER A ripercorrere le prove di rinascita dell'ex Enrosadira è stato l'architetto Pollazzon: «Questo edificio dei primi anni 70 con 16 camere è chiuso da molti anni. Dopo un tentativo di valorizzazione da parte di una società non andato però a buon fine, dal 2010 è completamente abbandonato. E prima vari atti vandalici, poi Vaia e ora di recente le copiose nevicate hanno contribuito a renderlo definitivamente degradato e pericoloso. L'idea è di dar vita, su tre quote diverse, ad altrettanti blocchi in pietra, espressione delle formazioni rocciose tipiche della morfologia dell'area, caratterizzata da massi erratici dell'era post glaciale. A valle sono previsti i corpi che ospiteranno le camere mentre più a nord quello dei servizi. Personalmente ritengo questa iniziativa molto importante per il territorio perché potrà diventare un polo attrattore e trainante per la crescita di Colle e dintorni». «Si tratta di un progetto - ha aggiunto l'ingegner Maurizio Milan, titolare dell'omonimo studio nonché docente universitario - che riserva il massimo riguardo all'ambiente circostante nonché alla cultura locale. Rispetto al terreno ci alzeremo di due piani, circa 6 metri. Molto si svilupperà nel sottosuolo, come ad esempio il parcheggio o i locali di servizio. Stiamo pensando, tra le altre cose, all'interramento della linea elettrica. Inoltre, faremo ricorso a fonti energetiche naturali. Siamo in fase di fattibilità, da elaborare assieme, aprendoci a un confronto con Amministrazione e comunità. Inoltre va ricordato che la Soprintendenza, a tutela del paesaggio, avrà sempre e comunque l'ultima parola». GLI INTERVENTI «Ciò che vorremmo - ha sottolineato il sindaco di Colle Santa Lucia, Paolo Frena - è che questo progetto, che va a inserirsi in un ecosistema fragile e delicato, sia all'insegna di equilibrio, sostenibilità e armonia. Rispettoso dei nostri aspetti antropologici. Non vorremmo mai, tanto per capirci, forme di speculazione che Colle negli anni 80 ha purtroppo conosciuto molto bene. Tanto più in previsione delle Olimpiadi». «Colle - ha sottolineato l'assessore Maurizio Troi - ha necessità di migliorare la qualità del proprio turismo e con essa la rete dei servizi che ne potrà nascere». Tra il pubblico condivisa la bontà del progetto, per le ricadute positive che ne avrebbe per la comunità e il territorio in termini turistici e commerciali. Ma non sono mancate perplessità, come ad esempio l'impatto dei 24.500 metri cubi previsti rispetto agli attuali 4mila. E poi delle richieste: «L'edificio, una volta realizzato, deve restare albergo e non deve diventare residence con appartamenti». Da parte dei progettisti la rassicurazione che «l'accordo di programma con il Comune sarà chiaro e ben definito».

STRUTTURE OBSOLETE IN ALTA QUOTA Corriere delle Alpi | 14 Marzo 2021 p. 18 Cemento in alta quota e strutture obsolete Mappati tutti i ruderi


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