Occhi che ridono e connessioni che piangono - Grazie, prof. Al termine di una giornata lunga e faticosa, dedicata allo svolgimento dei colloqui dell’Esame di Stato, il mio telefono cellulare riceve questo messaggio Whatsapp. Dopo averlo aperto, mi rendo conto che esso mi è stato inviato da una studentessa che ha sostenuto la prova orale poche ore prima, superandola brillantemente. Non riesco a cogliere immediatamente il significato di quel ringraziamento, visto che le ho rivolto alcune domande relative a un testo letterario che abbiamo affrontato in classe nel corso della prima metà di questo sfortunato anno scolastico, esattamente come ho fatto con tutti gli altri suoi compagni, senza alcuna eccezionalità. Dapprima, mi sento un po’ imbarazzato nell’intraprendere una conversazione privata (non mi era mai capitato, infatti, così come non avevo
nemmeno acconsentito a dare l’avvio ai cosiddetti “gruppi Whatsapp di classe”, ritenendo che ciò che dovrebbe essere utilizzato per finalità didattiche sia destinato, rapidamente ed inevitabilmente, a degenerare nel ben noto cazzeggio… Tuttavia, dato l’inizio del lockdown, esperienza inedita e traumatica per ognuno di noi, e vista la sintonia instauratasi con la classe quinta, composta da ragazzi maturi e responsabili, ho deciso di accettare, fiducioso, la loro proposta! Dopo ben due giorni d’attesa, ça va sans dire, il gruppo ha iniziato a pendere verso il previsto trastullo...), dopodiché ho pensato che la ragazza, oramai, ha concluso il proprio percorso scolastico e quindi, per lei, a questo punto, rappresento solamente un ricordo (sebbene molto recente, e si spera gradito). Le chiedo il motivo della sua gratitudine, avendole riservato un trattamen-
STEFANO MARTINI Docente di Lettere
Lockdown: zaini lasciati dagli studenti che non sono potuti rientrare a scuola
LA SCUOLA AI TEMPI DEL CORONAVIRUS
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