C’è scuola e scuola È proprio vero che non si finisce mai di imparare. In un terzo millennio che sembra tanto progredito quanto solido ed inespugnabile ad eventi come una pandemia, il mondo intero ha fatto i conti con una nuova problematica: COVID-19, termine che fino a pochissimo tempo fa non esisteva nemmeno e che ora sembra assillarci fino a non volerci dare più tregua. È un vero e proprio ossimoro questo 2020 così imprevedibile, nel quale corpuscoli grandi appena una manciata di centesimi di millesimi di millimetro stanno repentinamente ridisegnando un globo grande milioni di chilometri quadrati. Come potevo reagire quindi ad un problema di queste “dimensioni”? Possono esistere molteplici soluzioni, ma ritengo che la più utile sia mettere in campo una delle peculiarità dell’essere umano: sfruttare l’occasione per continuare ad apprendere. L’intelligenza è la capacità di adattarsi
al cambiamento sosteneva Stephen Hawking: fate caso a quanto queste parole risultino attuali in un momento storico così rilevante che muterà il corso degli eventi futuri. E la scuola che ruolo può assumere in tutto ciò? Essa non è altro che il mezzo attraverso cui possiamo imparare a far fronte alle sfide che la vita ci sottopone. Che storia, la scuola! Penso che noi tutti durante i giorni di lockdown abbiamo sentito la mancanza di almeno un aspetto della nostra scuola: il caffè al mattino, un sorriso al vicino di banco, un ciao veloce strappato sui corridoi, il trillo dell’ultima campanella, la festa dell’ultimo giorno! e chi più ne ha più ne metta: emozioni che neanche la didattica erogata a distanza è riuscita a sopire. Fare scuola, lo sappiamo, non significa solamente studiare: scuola è passione e impegno, è sorrisi e incontri, è desideri e sogni e in questo periodo abbiamo veramente capito che tutto ciò non è per nulla scontato. Ciononostante,
FEDERICO GRIGOLETTI Studente
LA SCUOLA AI TEMPI DEL CORONAVIRUS
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