Posso circolare con la mia Vespa?
ANCHE QUEST’ANNO, SCATTANO I BLOCCHI DELLA CIRCOLAZIONE PER L’INQUINAMENTO, MA LE AMMINISTRAZIONI LOCALI SI MUOVONO
Ma cos’è il PM 10? La sigla significa Particulate Matter o Materia Particolata, e sta a indicare delle piccole particelle, presenti nell’atmosfera, il cui diametro aerodinamico (ovvero il diametro di un’ipotetica sferetta di densità uguale a 1g/cm3 ugualmente veicolata dall’aria)
è uguale o inferiore a 10 µm, ovvero 10 millesimi di millimetro.
Situazione inquinamento
Secondo Legambiente, nel Belpaese sono ben 44 le città che superano il limite europeo dei 35 giorni di sforamento dei livelli delle polveri sottili. L’aria peggiore la troviamo nella Valle Padana, ma problemi seri ci sono anche nelle aree metropolitane di Roma e Napoli, a Firenze, in Puglia a cominciare da Taranto, e sulla costa sud est della Sicilia. E qui scattano i blocchi. Qualcuno ferma le moto a 2 tempi solo per qualche mese, altri praticamente
tutto l’anno. Ma basta fare pochi chilometri, perché le regole cambino e si rischi di violare qualche divieto.
Sanzioni
Ricordatevi poi che le multe sono pesanti: da € 163 a € 658 e, se si viene “pizzicati” a inquinare un’altra volta, entro i due anni successivi, scatta anche la sospensione della patente da 15 a 30 giorni. Dal momento che non esiste una regola generale, ogni comune può adottare le sue limitazioni.
Pertanto vi consigliamo di informarvi prima di rischiare una sanzione. Abbiamo riportato solo alcune città, quelle più significative. Il problema è che chi deve intraprendere un viaggio, attraversando più capoluoghi o regioni, deve fare ricerche sui territori per i quali intende passare.
MILANO
Stop Euro 0 tutto l’anno, 24 ore su 24 in tutta la regione. Sono esclusi i veicoli di interesse storico o collezionistico
AVVELENATI
e i veicoli con più di vent’anni e dotati dei requisiti tecnici previsti dall’articolo 215 del decreto n. 495 del 16 dicembre 1992, in possesso di un documento di riconoscimento redatto secondo le norme del Codice tecnico internazionale della Fédération Internationale des Véhicules Anciens (FIVA), rilasciato da associazioni di collezionisti di veicoli storici iscritte alla FIVA o da associazioni simili.
TORINO
Dal 15 gennaio 2007, nei 35 Comuni piemontesi più inquinati, tutte le autovetture Euro 0 ed Euro 1 diesel e quelle Euro 0 benzina si fermeranno definitivamente dal lunedì al venerdì, almeno 5 ore al giorno per il traffico privato, almeno 3 ore al giorno per
DAL PARTICOLATO DUE MODELLI
Due modelli di Vespa a confronto, in primo piano una 50 Euro 0 cui è vietata la circolazione, dietro una moderna 4 tempi catalizzata che può tranquillamente circolare.
il traffico d’impresa. Questa norma ovviamente vale anche per i ciclomotori ed i motocicli Euro 0 immatricolati da più di dieci anni. Sono però esclusi dal divieto i veicoli regolarmente iscritti nei registri dei veicoli storici.
BOLOGNA
Dal 2 ottobre al 31 marzo 2018, dal lunedì al venerdì e nelle domeniche ecologiche, 5 novembre e 3 dicembre 2017, 7 e 14 gennaio, 4 febbraio e 4 marzo 2018) dalle 8.30 alle 18.30 sono in vigore le limitazioni alla circolazione. Il provvedimento non si attua nelle giornate festive del 4 ottobre, 1 novembre, 8, 25 e 26 dicembre 2017 e del 1° gennaio 2018. Sono esclusi i veicoli iscritti nei registri dei veicoli storici.
D’altra parte non si può non ammettere che i vecchi motori 2 tempi emettano parecchio fumo, lo si nota ai raduni.
VENEZIA
È vietata la circolazione di ciclomotori e motocicli Euro 0 a due tempi dalle 8.30 alle 18.30. Non abbiamo trovato nessuna deroga per i veicoli storici, anche se alla recente fiera di Padova, l’ASI ha stretto un accordo con il Comune per l’introduzione di una deroga per i veicoli iscritti ai registri.
FIRENZE
Se si amano i modelli Vintage, tutti Euro 0, in parecchie regioni, per circolare, è necessario iscriverle a un Registro storico.
Divieto di circolazione dalle ore 8.30 alle ore 12.30 e dalle ore 14.30 alle ore 18.30 nei centri abitati. Sono esclusi veicoli storici esclusivamente nell’ambito di manifestazioni purché in possesso dell’Attestato di storicità o del Certificato di Identità e Omologazione. Il documento dovrà essere tenuto a bordo del mezzo ed esibito a richiesta delle autorità preposte al controllo.
Dal momento che non esiste una regola generale, ogni comune può adottare le limitazioni che ritiene opportune, ma che creano molta confusione.
GENOVA
Non ci sono restrizioni o blocchi, infatti pochi sanno che Genova, oltre a essere la città italiana con più moto per abitante è anche quella con meno auto per ciascun residente di tutta Italia. L’ordinanza soprannominata “anti Vespa”, cioè il blocco dei motocicli Euro 0 anche storici, è stata sospesa.
ROMA
Dal 20 novembre 2017 fino al 31 ottobre 2018 è vietata la circolazione degli autoveicoli a benzina Euro 2 all’interno della ZTL “Anello Ferroviario” dal lunedì al venerdì, a esclusione dei giorni festivi infrasettimanali. Gli orari sono dalle 7,30 alle 12,30 e dalle 16,30 alle 20,30. Le moto storiche possono circolare tutti i giorni.
NAPOLI
Il blocco del traffico è in vigore a Napoli dal 2 ottobre 2017 e andrà avanti fino al 31 marzo 2018 con le stesse modalità degli anni precedenti.
Nello specifico, ci sarà il divieto di circolazione dei veicoli Euro 0 su tutto il territorio cittadino nei seguenti giorni ed orari: lunedì, mercoledì e venerdì dalle 9.00 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 16.30. Sono esentati i veicoli intestati e con a bordo chi risiede in Regioni diverse dalla Campania.
E allora come circolare?
L’unica salvezza per le Vespa due tempi Euro 0 è quella dell’iscrizione ai Registri Storici dell’FMI oppure
MA DANNOSO
Anche in fase di revisione, la fumosità può essere un problema, d’altra parte è una caratteristica normale dei motori 2 tempi.
dell’ASI. Una Vespa con più di 20 anni, e in un buono stato di conservazione, può ottenere l’attestato di veicolo storico da questi registri. Come abbiamo visto, col tesserino del registro storico in tasca in molti comuni è possibile circolare in barba ai divieti. Come spesso accade, però, ogni amministrazione fa un po’ quello che vuole. Insomma, l’esenzione non è generalizzata in tutta Italia: bisogna per forza leggersi i singoli regolamenti per capire se le Vespa d’epoca sono esentate.
Quel fumo e odore che tanto piace ai nostalgici, è ormai proibito in tutto il territorio italiano.
3 amici a Montlhéry
SONO PARTITI IN TRE PER PROVARE L’EMOZIONE DI UN GIRO SULLA PISTA DOVE, NEGLI ANNI ‘50, LA PIAGGIO CONQUISTÒ 17 INCREDIBILI PRIMATI
Come vi avevamo anticipato nel numero scorso, abbiamo seguito l’impresa di tre amici, Marco Fumagalli, Carlo Bozzetti e Paolo Zanon, che si sono recati in Francia per rivivere le emozioni di una pista entusiasmante, soprattutto per noi. Ecco, infatti, che cosa ci ha raccontato Marco…
COM’È NATA LA SQUADRA
«Sono venuto a conoscenza su Facebook del raduno Autodrome Italian Meeting organizzato dal Vespa Club Paris e dal Vespa Club France, e mi sono subito iscritto. Dopo al-
cuni giorni, ho chiamato Paolo per informarlo che ci sarebbe stato questo evento, e gli ho chiesto se voleva venire con me, il posto c’era sia per lui che per un’altra Vespa. A pochi giorni dalla partenza poi, mentre raccontavo alla sede del Vespa Club Milano dell’imminente avvenimento, il Presidente Carlo Bozzetti mi ha chiesto se c’era un posto anche per
IL MIRACOLO OLTRE
Una delle copertine della rivista Sport Moto, il settimanale ufficiale dei corridori motociclisti Italiani ai tempi dei mitici record francesi.
Il circuito, nato nel 1924, è dotato di una splendida soprelevata. La Vespa non poteva permettersi di scalarla, però faceva lo stesso la sua bella figura.
lui e mi ha spiegato che gli avrebbe fatto piacere venire come semplice passeggero, per assaporare l’aria del circuito. Gli piaceva l’idea di quel luogo storico, che era stato teatro di record vespisti clamorosi».
COME TERRORISTI
«E allora, pronti, via! Pensavo che il viaggio (in furgone) sarebbe stato più pesante e noioso, dovevamo affrontare circa 900 km per arrivare a destinazione, invece tra una chiacchiera e l’altra è passato velocemente. Una volta arrivati a destinazione, telefoniamo al nostro contatto, Delphine Nadjar, per capire se ci sarem-
BRIVIDI
IN CURVA
mo visti la sera, ma lei ci informa che sarebbe arrivata da Grenoble solo la mattina del giorno dopo. A questo punto, abbastanza stanchi, chiediamo informazioni per andare a cena nei pressi della casa dove soggiornavamo. Non potevamo certo muoverci con il furgone, che si portava sulle spalle il carico di una Vespa 6 giorni e della mia Sport Rossa, più sedie, tavolo, tanica, attrezzi, e ovviamente i libri del Paolo. Oltretutto un furgone con targa italiana, nei pressi di Parigi, con 3 ceffi come noi, dava nell’occhio. Potevamo essere scambiati per terroristi».
PAOLO SULLA
VESPA SPORT
FREDDO E GUAI
«La mattina seguente arriviamo al circuito con una temperatura invernale, circa 4 gradi. Mi avvicino alla segreteria per cercare di capire come vengono distribuiti i pass e i turni per l’ingresso in pista e mi accorgo con
RIVISTE
D’EPOCA
GIGANTESCA UN’ONDA
mia grossa sorpresa che nell’elenco in ordine alfabetico non c’eravamo né io né Paolo. Maschero il panico rincuorando Paolo, che conoscendolo era già abbastanza nervoso vedendo lo squallore decadente del posto, che poteva anche essere interpretato come “conservato”. Riusciamo comunque a risolvere abbastanza bene con i pass e ci comunicano che abbiamo a disposizione 4 turni da 20
minuti l’uno, categoria solo motociclette, per cui io e Paolo decidiamo di entrare subito al primo turno».
COME MAZZONCINI
«Entriamo in pista, un misto di moderno/nuovo con varianti, curve abbastanza strette e un lungo rettilineo, poi si prende la parte vecchia. C’è la soprelevata, che è un vero e proprio
muro. Rispetto a quella di Monza è molto più alta e anche più larga. A occhio direi che possono viaggiare 5 auto affiancate. Chiaramente, con la Vespa riusciamo a “scalare” la soprelevata solo di pochi metri, perché per salire e rimanere in cima al muro, si deve viaggiare a circa 240 Km/h… Girare sul quel cemento misto ad asfalto dove aveva girato il grande Mazzoncini, ci fa riflettere e provare grandi emozioni».
TANTE EMOZIONI
«Tra un giro e l’altro, Paolo ci racconta qualche aneddoto dell’epoca, e così lo squallore del posto passa in secondo piano. Personalmente mi sento soddisfatto dopo un turno e cedo la mia Vespa Sport rossa a Paolo e lui fa guidare la Vespa 6 giorni
UNA 6 GIORNI IN PISTA CON
LA SUA
HA DETTO GRINTA
a Carlo, in modo che anche lui possa vivere le emozioni di girare su una 6 giorni in quella pista che fu in passato teatro di battaglie irripetibili tra Vespa e Lambretta. Il giorno dopo la manifestazione lo trascorriamo in auto, sulla strada del ritorno, parlando di quanto la Vespa abbia lasciato il segno un po’ in tutti i campi motoristici e storici, di quanto fascino ci ha tramandato e di quante emozioni è ancora in grado di regalare».
MOMENTI PREZIOSI
Tante emozioni per i tre amici, merito di Marco che li ha coinvolti e che ha portato la sua Vespa Sport a correre sulla famosa pista. Sono stati momenti preziosi per Paolo che finalmente è riuscito a visitare un luogo che ha spesso nominato nei suoi libri dedicati alla storia della Vespa, e che gli sono costati grandi e non facili ricerche. Ma anche per Carlo è stata un’occasione indimenticabile: ha girato con una Vespa rara, e mentre lo faceva, forse pensava al presidente del Vespa Club Milano Renato Tassinari, che nel 1950 aveva festeggiato i successi guadagnati su quella
pista. E lì, lui, che è l’attuale presidente del VC lombardo, si è goduto la pista dove Mazzoncini e poi Tassinari si erano coperti di gloria.
I TRE AMICI
AL RITORNO
CAMBIO IN SELLA
LA CHIAVE SUL MANUBRIO
ALLO SPORTELLINO
Vista dal lato sinistro, a differenza della normale Special, si nota subito lo sportellino simile a quello del motore, ma senza feritoie. All’interno si trovavano due batterie da 6 V collegate in serie per avere i 12 V.
Giro la chiave e via…
PUNTANDO SU UN PUBBLICO
FEMMINILE, E SEGUENDO LA MODA
DELL’AVVIAMENTO ELETTRICO, LA
PIAGGIO LANCIÒ LA 50 ELESTART, CHE
ORA È DIVENTATA PIUTTOSTO RARA
Bisogna dire che ai suoi tempi ebbe poco successo. Parlando di scocca Small Frame anni ’60/’70, questa fu la prima e unica Vespa dotata di avviamento elettrico. In totale ne furono prodotti poco più di 7.900 esemplari, di cui solo
433 della terza serie, l’ultima produzione, ora rarissima. Insomma, è una delle Vespa prodotte nel minor numero di esemplari. In pratica, pochi di più della ricercatissima e altrettanto rara 90 SS. Chissà se un domani arriverà alle stesse quotazioni?
L’AVVIAMENTO ELETTRICO
Nel modello dell’Elestart fu ricavato un vano con uno sportellino simile a quello del motore, nella pancia sinistra, dove trovavano alloggio due batterie da 6V ciascuna, collegate in serie per raggiungere i 12 volt che permettevano l’avviamento del motore. Per ricarica c’era uno statore Bosch da 12 V-70w, oggi difficile da trovare, che faceva anche da dinamotore per l’avviamento del propulsore. Anche la bobina di marca Bosch, per mancanza di spazio, era esterna, a differenza della normale Special.
MANCA
QUALCOSA...
Da questa parte, a un primo colpo d’occhio sembra una normalissima Special, ma un occhio attento noterà che manca la leva dell’accensione.
QUASI)
TROPPO PESANTE
Questo modello non si presenta con la classica leva d’avviamento e, per mettere in moto, basta girare la chiave posta sul manubrio. Una particolarità di questo motore è che il carter presenta un tappino che chiude il foro predisposto per la leva d’avviamento. Il tappino non è pressofuso ed è fissato da un fermo elastico. Lo scarso successo fu anche perché questa Vespa, penalizzata dall’aumento di peso delle batterie, passava dai 69 kg della versione normale ai 75 della versione Elestart e questo influiva negativamente sulle prestazioni. Per il resto era uguale a una normale Special.
CONTACHILOMETRI CLASSICO
LE SUE PARTICOLARITÀ
La Elestart segue come particolari e differenze le 3 serie della Special. Sul manubrio troviamo il commutatore a chiave con 3 posizioni:
0 – arresto;
1 – accensione motore e predisposizione ai servizi;
2 – avviamento motore. È presente anche una spia a gem-
ma rossa che si accende nella posizione 1 della chiave e ai bassi regimi, tipo il minimo. Sul manuale uso e manutenzione, era indicato che se la spia rimaneva accesa anche a regimi più alti, bisognava recarsi in un’officina autorizzata Piaggio per un controllo all’impianto elettrico. Se, una volta spento il motore, si lasciava inavvertitamente la chiave sulla posizione 1, dopo poco la Vespa non
andava più in moto e non rimaneva altro modo che spingerla. Ricordo che avevo un’amica con l’Elestart, e spesso dovevo aiutarla a spingere la Vespa perché non partiva, cosa non comoda per una ragazza che, oltretutto, era anche piuttosto esile. La Elestart è stata prodotta in 3 serie, quella che vedete in queste pagine è una seconda serie conservatissima di un collezionista lombardo. La Vespa ha subito solo una bella ripulita e una controllata al motore, che è perfettamente funzionante.
CLASSICO CONSERVATO
Ecco il copriventola originale ricambio NOS, messoci gentilmente a disposizione dal lettore Ciccio Livieri, molto diverso dagli altri modelli e non facile da reperire.
LE TRE SERIE
Prima serie
Sigla telaio V5A3T motore
V5A3M – 3 marce e ruote da 9”. Prodotta dal 1969; dal n° 1.001 al 1972 n° 5.708.
Seconda serie
Sigla telaio V5B2T motore
V5A3M – 3 marce e ruote da 10”. Prodotta dal 1972 n° 1.001 al 1975 n° 3.667.
Terza serie
Sigla telaio V5B4T motore
V5B4M – 4 marce e ruote da 10”. Prodotta dal 1975 n° 1.101 al 1975 n° 1.533.
L’ADESIVO DEL CONCESSIONARIO
Elestart:
Gianluca Festa ci ha aiutato a spiegare come funzionava l’avviamento elettrico. Il sistema consisteva nel convertire il gruppo statore-volano dell’alternatore in un motore elettrico abbastanza potente da far girare l’albero motore, avviando quindi il propulsore.
PARTI IMPORTANTI
LE SIGLE
LO SCHEMA
le caratteristiche e le componenti del motoreTeleruttore, relè e bobina Bosch. Sempre il teleruttore e il relè originali visti da diverse angolazioni.
IL VOLANO
Il volano con il suo disegno particolare che componeva il dinamotore: macchina dinamoelettrica convertitrice a corrente continua, avente un solo induttore e due avvolgimenti indotti distinti che, con l’induttore, funzionano uno da motore e uno da generatore.
VOLANO MAGNETE
Qui sopra e a destra: volano-magnete smontato dal volano.
CORONA E SPAZZOLE
Corona sul carter e spazzole per l’avviamento.
IL MOTORE
Ecco il motore con il grosso volano/statore e la grossa bobina Bosch, dal 1969 in poi, sempre posizionata all’esterno.
Il motore con la differente copriventola e il volano massiccio che contiene il dinamotore per l’avviamento.
Corradino d’Ascanio e la 50 Special
Ebbene sì, l’inventore della Vespa su una 50 Special. Il Vespino 50 del 1963 è considerato l’ultimo progetto dell’ingegnere abruzzese Corradino d’Ascanio, andato in pensione dal 1961, a 70 anni, ma attivo come consulente alla Piaggio fino al 1965.
Nel 1959 era entrato in vigore il nuovo codice della strada, in cui si stabiliva che solo i ciclomotori 50 cc, con potenza massima di 1,5 Cv, potevano circolare senza targa. Il conducente doveva avere compiuto 14 anni e poteva guidarla senza patente.
L’ingegner d’Ascanio decise di scavalcare il vincolo normativo creando appunto un “Velocipe-
FU L’ULTIMO PROGETTO DELL’INGEGNERE ABRUZZESE. AVEVA 70 ANNI ED ERA GIÀ IN PENSIONE, MA CONTINUAVA A LAVORARE E AD ANDARE SULLA SUA CREATURA
de a Motore” (M1) e progettando così la sua ultima Vespa.
UN’ALTRA GRANDE IDEA
La nuova 50 fece il suo debutto in società al 38° Salone della Moto di Milano, tenutosi dal 3011 al 09-12 del 1963. Nato a Popoli (Pe) il 1° febbraio 1891, prima della sua morte avvenuta il 6 agosto 1981, fece a tempo a sedersi sull’evoluzione del suo Vespino, la fortunata 50 Special, su cui fu fotografato. Abbiamo recuperato una sua intervista sulla Domenica del Corriere del 16 settembre 1976, in cui ripercorre la storia della Vespa. L’ingegnere è ritratto a bordo di una Special, che potrebbe essere una terza serie a 4 marce. 30 anni prima, dalle sue mani ed ingegno, era nata la Vespa. Nell’anno dell’in-
tervista, la grossa novità, era la sportiva 125 Primavera ET3.
CAROSELLO IN TV
Erano gli anni del boom delle pubblicità televisive, e Piaggio investe molto in tv, ma le sue campagne sulla carta stampata ottengono grande successo grazie a slogan che ancora oggi ci ricordiamo. Il più famoso è “Chi Vespa mangia le mele, chi non Vespa no”, dove “mangiare le mele” aveva
molto astuti…
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GIANFRANCO
MONTALDI (UN CAMPIONE)
Bianco e nero e a colori
UNA VITA PASSATA SULLA VESPA, MA ANCOR OGGI CONTINUA A VIAGGIARE E A MACINARE
CHILOMETRI IN MOTO CON UN PIÙ MODERNO PIAGGIO MP3…
SPLENDIDI 85 ANNI
Franco non cessa mai di stupire. Lo incontriamo spesso alle rievocazioni dove arriva con il suo MP3, sempre sorridente e disponibile a chiacchierare.
ALL’AUDAX DELLA
VALPOLICELLA
Franco corre ancora (con meno ambizioni di prima, si capisce), ma quest’anno, con il suo MP3, ha preso parte anche all’Audax della Valpolicella.
Quella di Franco (ama farsi chiamare così) è una passione nata da bambino sulle gambe del papà appassionato di moto. Nato il 7 ottobre 1932, 85 anni portati benissimo, lo incontriamo spesso alle revocazioni. Arriva con il suo MP3, sempre sorridente e disponibile a chiacchierare e a raccontarti aneddoti con la sua bella parlata veneta.
UNA GRANDE CARRIERA
La sua carriera vespistica iniziò negli anni ’50. Infatti, Franco debuttò come pilota il 16-17 giugno ’51, con i colori del Vespa Club Vicenza, disputando il primo Audax Vespistico 1000 km, vinto da Bruno Romano, con partenza e arrivo a Brescia. Franco corse con la Vespa 125 del padre, tutta di serie, che lo riportò sano e salvo a casa. A distanza di tanti anni non si ricorda con quale piazzamento arrivò. L’esperienza però non dovette andare tanto male, perché fu ripetuta nel ’53, dove vinse una fiam-
mante Vespa 125, che era stata messa in palio. Fu la prima tutta sua, con cui poteva così correre senza la paura di rovinare la Vespa del papà. Nel ’53 e ’54 gareggiò nell’Audax Vespistico delle Dolomiti. Per motivi promozionali, all’epoca la Piaggio invitava i Vespa Club ad iscrivere i loro piloti anche in gare di regolarità. Infatti anche in queste competizioni Franco fece vedere il suo talento.
LUI NON MOLLA!
Si arriva così alla gara sul Circuito dei Tretti, vicino a Schio. Questa volta la Piaggio partecipò con una decina di GS ufficiali, e una andò appunto a Franco, ma gli arrivò, però, solo il giorno prima. Ma lui era… lui.
E infatti ci prese subito la mano e inanellò una serie di successi. Nel 1957 partecipò al Giro dei tre Mari, come oggi niente furgone, tutto in Vespa fino a Napoli arrivando nono. Partecipò a svariate gimkane, molto diffuse allora e frequentate anche da piloti importanti. Pioggia, vento, freddo e chilometri non lo spaventano anche ora che ha 85 anni portati benissimo, lo incontriamo spesso alle rievocazioni dove è sempre accolto con entusiasmo dagli altri partecipanti, che lo salutano per quello che è: un indimenticabile campione.
SEMPRE IN SELLA
Eccolo all’arrivo dell’Audax del Friuli: pioggia, vento, freddo e chilometri non lo spaventano mai! E ogni volta viene accolto con entusiasmo e affetto dagli altri partecipanti.
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Sergio Dri La vita in Vespa (tanti anni fa)
SONO PASSATI PIÙ DI QUARANT’ANNI DA QUANDO RICOPRIVA L’INCARICO DI PRESIDENTE DEL VESPA CLUB
UDINE, GIRANDO L’ITALIA IN SELLA ALLA SUA VESPA GS 150
S
ono passati quarant’anni da quell’incarico, eppure parlare della sua esperienza gli fa ancora illuminare gli occhi. Lui è Sergio Dri, friulano classe 1933, che a cavallo tra i primi anni ’60 e la metà degli anni ’70, ha presieduto il club di Udine, quando la Vespa era uno dei mezzi più utilizzati per spostarsi e viaggiare. È stata la Gimkana Città di Udine organizzata a settembre a farlo riavvicinare al mondo Vespa e a convincerlo a riaprire l’album dei ricordi. L’Officina del Vespista l’ha incontrato per farsi raccontare
SERGIO A VENEZIA
Trasferta al Lido di Venezia per il vespista Dri (in tuta bianca) insieme ad altri appassionati friulani.
le storie di un’Italia che non c’è più, dove la passione per la Vespa era qualcosa di epico.
UN BEL GRUPPO
«Eravamo un bel gruppo all’epoca –racconta Dri – e praticamente ogni fine settimana partecipavamo a un raduno. Non ci si spostava in furgone, come avviene in molti casi oggi, ma sempre e solo in Vespa».
Sveglia in piena notte, anche alle 4 del mattino, per raggiungere, con la sua Gs, le mete dei raduni: Venezia, Verona, Vicenza, addirittura Vipiteno. Decine di vespisti friulani in viaggio che, quando andava bene, avevano solo un’automobile di supporto. «Nell’auto, se c’era, si caricavano i bambini e qualcosa da mangiare. Noi invece viaggiavamo sempre in Vespa: ricordo ancora le avventure per raggiungere Vipiteno».
E non era un caso se il club di Udine, città defilata dal resto d’Italia, spesso si aggiudicava il trofeo riservato a chi percorreva più chilometri.
OGNI DOMENICA UN’USCITA
«Prima di me – racconta Dri – il club era guidato da Guerra, poi arrivai io. Eravamo in tanti, ci davamo da fare: tutto merito della passione. Ogni domenica organizzavamo un’uscita: se non c’era un raduno ci ritrovavamo per stare insieme. Compravamo i polli la sera prima, li cucinavamo e
poi si partiva». Tolmezzo, Verzegnis, Tarvisio: poco importava quale fosse la meta prescelta. L’importante era condividere lo spirito vespistico e trascorrere una giornata in compa-
TANTI TROFEI
La vecchia bacheca del Vespa Club Udine con i tanti trofei conquistati e con i manifesti della gimkana.
IN SELLA ALLA GS
Sergio Dri in sella alla sua Vespa Gs durante una delle tante manifestazioni organizzate dal Vespa Club Udine.
gnia degli amici e soprattutto della Vespa. Tra i ricordi più belli di Dri, la sfilata davanti all’Arena di Verona indossando la tuta bianca, oppure il raduno al Lido di Venezia.
«Ci muovevamo sempre in colonna –continua – era davvero uno spettacolo vederci in strada. Con noi c’erano anche molte donne. Ricordo bene che ci giocavamo i trofei con i Marzotto».
I LAMBRETTISTI
Aneddoti indelebili quelli di Dri, che affiorano uno dopo l’altro guardando le vecchie fotografie, ingiallite dal tempo, ma vivide come se fossero state scattate qualche giorno fa. Purtroppo, ciò che resta della presidenza di Sergio Dri è contenuto in un cassetto. «Il materiale del club era conservato in un garage ma poi è sparito tutto – ricorda con un pizzico di rammarico – le coppe, le fasce, i labari del club. Non so dove possano essere finiti. La nostra sede, all’epoca, era in via Grazzano».
LA GIMKANA
DI UDINE
Un’immagine d’epoca dell’archivio di Sergio Dri mostra alcune fasi della gimkana che il locale Vespa Club organizzava a Udine.
Le sfide alle gimkane (epiche quelle organizzate ai piedi del colle del Castello, a cui assistevano centinaia di spettatori), la ‘guerra’ con i lambret-
I VECCHI
BOLLINI
tisti («Sono sempre stati invidiosi di noi vespisti», confida Dri con un pizzico di orgoglio), le gare di regolarità, i personaggi che spiccavano come Pinat o Della Morte…
LA FINE E IL NUOVO INIZIO
Poi i raduni sono diventati sempre più rari, gli appassionati sono diminuiti e anche a Udine il club ha dovuto chiudere i battenti. Non senza sofferenza. «Le cose stavano cambiando – confessa Dri – abbiamo dovuto mollare anche noi».
Per fortuna la ruota ha continuato a girare e, dopo il periodo di difficoltà, il Vespa Club Udine è risorto, tornando a essere un punto di riferimento per i vespisti friulani. Grazie anche alla passione di uomini come Sergio Dri, che hanno vissuto appieno il trasporto per la Vespa, tramandandolo alle nuove generazioni!
UN PREMIO
DAL PRESIDENTE
IL FASCINO DELLA
PARTENZA
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AL RADUNO
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SPECIALI E DA COLLEZIONISMO
Basta registrarsi su: www.catawiki.it/vespe
e caricare il lotto indicando: modello, cilindrata, anno, numeri di telaio e motore completi, indicare
se conservato o restauro (breve descrizione dei lavori) - indicare se ha documenti regolari per la circolazione - allegare 20-25 foto almeno - (sfondo neutro - luce naturale - all’ombra).
Indica nel riquadro messaggio all’esperto che appare prima dell’invio del lotto “OFFICINA DEL VESPISTA - NON PER LA VENDITA”.
IN 9 MESI
Vespa
UN CAPOLAVORO 90
(La prima Small Frame targata)
INIZIA UNA NUOVA ERA: ALLE PANCIUTE
VESPA SI AFFIANCANO LE VESPINE A SCOCCA PICCOLA, MOLTO AGILI NEL TRAFFICO E PRATICHE DA PARCHEGGIARE
Il giorno primo dicembre 1963, alla prima Vespa 50 si affianca, inizialmente solo per i mercati esteri, la Vespa 90 (che è praticamente uguale). È considerato l’ultimo progetto dell’Ingegnere Corradino d’Ascanio, che era già in pensione dal ‘61, ma che collaborava ancora come consulente. Abbiamo trovato questo esemplare, un V9A1T 1964, che è stato restaurato da Matteo Giovannelli, che l’ha acquistato l’8 dicembre 2016 a Chiavari, ad un prezzo che non fa testo, perché ha preso solo il telaio, la forcella, il parafango, il fanale e il manubrio. Ma prima di osservare in profondità questo restauro, vediamo alcuni particolari della Vespa 90.
DETTAGLI TECNICI
Questo modello ha lo stesso motore del Cinquantino, solo aumentato di cilindrata e con i rapporti cambio allungati. Le prestazioni
sono davvero modeste, solo 3,6 Cv per una velocità massima di poco superiore ai 60 km/h. Il motore oscilla su silentblock in gomma. Il carburatore è un Dell’Orto con diffusore da 16 mm ed è posizionato all’interno del telaio e collegato al propulsore tramite un lungo collettore di aspirazione. Il cambio rimane a tre marce. Di serie, nella parte superiore del manubrio, è allog-
giato un piccolo tachimetro-contachilometri scala 80Km/h. Il faro posteriore è più grande e di diverso disegno, dotato di luce stop. Le ruote, da 10 pollici, sono fissate ai tamburi con quattro bulloni con serraggio conico, del tipo utilizzato in campo automobilistico. I profili delle pedane sono in gomma e dello stesso materiale sono i piccoli cunei che le mantengono in posizione.
Le due esterne sono fissate alle estremità con due rivetti incorporati nel profilo. La sella monoposto, blu scura, è fissata a una piastra triangolare che fa anche da coperchio per il contenitore porta-attrezzi in plastica. Come optional si può avere una sella biposto. La scritta sullo scudo è di color blu scuro, così come la sella.
È PARTITO
DA NIENTE (O QUASI)
RESTAURATORE
SERIALE
MANCANTI
Con pazienza, cercando sul Web e alle mostre scambio, il nostro amico è riuscito a trovare i pezzi mancanti.
TELAIO A
FERRO VIVO
PEDANA
DA BUTTARE
POCA FORTUNA
Da un punto di vista storico, questa era la Vespa più utilitaria tra i modelli targati. Non ebbe molto successo commerciale, perché circa un anno dopo, uscì la 125 Nuova, la “mamma” della Primavera, più performante e con il nuovo telaio unificato. Ma vediamo a questo punto com’è andato questo restauro…
PEZZI ORIGINALI
Malgrado le molte difficoltà, l’esperienza decennale di Matteo Giovannelli in fatto di recuperi di Vespa è stata sufficiente per arrivare al risultato finale, che però ha
significato circa 9 mesi di lavori sottratti al tempo libero. La vera difficoltà è stata recuperare le parti originali che mancavano. Il telaio aveva bisogno di molta cura, Così, dopo averlo sabbiato, è stata sostituita la pedana e la salita verso lo scudo. Però sono stati recuperati e riutilizzati la scritta anteriore originale che era sul telaio, la serratura Neiman e il cavalletto del tipo sottile. I pezzi mancanti più importanti Matteo li ha acquistati (originali) su internet e alle fiere di mostra/scambio. Così, con pazienza, ha trovato il fanale anteriore Siem, la plastica del fanale posteriore anch’essa Siem, i cerchioni, i mozzi e il serbatoio.
LA PEDANA
NUOVA
Poi è stata saldata una nuova pedana e parte della salita dello scudo.
LA VERNICIATURA DEL TELAIO
Successivamente è stata preparata la carrozzeria. Per riportarla al suo splendore, è stato utilizzato il fondo color nocciola 3000M. Poi, ultimata la preparazione, è stato verniciato il telaio, forcella compresa, con il colore originale azzurro MaxMeyer DuralitCar codice 1.298.7220. Acquistati i ricambi necessari per completare il restauro, la Vespa è stata montata con cura e precisione in tutti i suoi dettagli. La scritta “Vespa 90” è stata verniciata con il Blu Scuro mentre i cerchi/mozzi in grigio alluminio.
DAPPERTUTTO
Fondo anche a tutte le altre parti da riverniciare.
ANTIRUGGINE
Si è provveduto a dare il fondo antiruggine sulla scocca.
LA CARTEGGIATURA
Un’attenta carteggiatura è servita a eliminare ogni parte difettosa, prima della preparazione alla verniciatura.
LO SPORTELLINO
Eccola la visuale dalla parte dello sportellino motore, pronta per la verniciatura.
AZZURRO
MAXMEYER
Ottimo risultato in carrozzeria, nel suo azzurro MaxMeyer 1.298.7220, unico colore disponibile per questo modello.
IL MOTORE
Il motore originale, che mancava all’acquisto, è stato totalmente rifatto da Matteo, in ogni sua parte e con ricambi originali.
IL RESTAURO DEL MOTORE
COLLAUDO
LE STRISCE
MOTORE DELLA PEDANA
Veniamo al motore, che mancava. Il V9A1M è stato acquistato il 9 dicembre 2016, sempre a Genova, da un contatto del venditore del telaio. Era completamente smontato e mancante di alcune parti difficili da trovare, perché aggiornate per i modelli successivi, come ad esempio il piattello porta ganasce con fori da 6 mm e il filtro aria in metallo per il carburatore dell’Orto 16/16. Cilindro, testa, pistone e albero motore sono ancora originali e mantenuti in ottimo stato. Così come statore, volano e albero marce con la crociera a 2 griffe. Matteo ho fatto pallinare i carter ed ha assemblato personalmente il blocco motore, provandolo su un apposito supporto prima di montarlo sul telaio.
QUANT’È COSTATO?
La spesa sostenuta per eseguire il restauro si aggira intorno ai 3.000 €. Ora, la Vespa 90 ha raggiunto le altre 8 Vespa di Matteo, che ha iniziato nel 2007 con una PK 50 S, e ora ha iniziato un progetto di restauro di una GS 160 davvero affascinante. E così, non si ferma più e continua a restaurare Vespa sempre più belle e interessanti.
OCCHIO
ALLA MARMITTA
COME NUOVA PEDANA
LA SCRITTA
COPRIVENTOLA
E IL FARO IN TINTA
La scritta sullo scudo nel suo colore blu e il faro originale trovato in una mostra scambio.
La 90 aveva il copriventola in tinta con la carrozzeria.
IL FARO
FORCELLA POSTERIORE
la forcella deve essere in tinta con la scocca.
CONTACHILOMETRI CLASSICO
La 90 era dotata di serie di contachilometri con fondo scala a 80 km/h.
Il faro posteriore rispetto alla 50 è più grosso e dotato della luce dello stop.
SOTTO LA SELLA
Sotto la sella lunga, troviamo la vaschetta senza coperchio, il cui fermo si avviterebbe nel foro centrale ora vuoto.
PINASCO TROPPI GIRI AL MINIMO
Ragazzi sto cercando di carburare un 19 su gruppo Pinasco montato su una vb1, ma rimane alto di giri al minimo. Consigli?
Luigi Maddaloni
Ciao Luigi, se la tua Vespa rimane alta di giri probabilmente ha un problema di trafilaggio aria nel motore, dal collettore, dall’innesto carburatore o altro. Verifica innanzi tutto questa situazione, se è tutto montato correttamente potresti essere magro di getto del minimo e quindi dovrai intervenire sostituendo quello attuale con uno di maggiore portata.
Pinasco, comunque, sta realizzando un kit carburatore specifico per il tuo motore, che non richiede nessun tipo di modifica e garantisce il massimo delle prestazioni.
KIT PX 125
Qual è la massima cilindrata dei vostri kit per PX 125? Mi fate una configurazione di cosa devo montare? Avete anche una marmitta apposita? Grazie
Giovanni CagnoniCiao Giovanni, per i motori 125PX la nostra massima cilindrata è 190cc che si ottiene con il classico gruppo termico 177cc in versione corsa 60mm (in pratica la corsa lunga).
Se desideri il top di gamma, ti consigliamo il kit art. 26360010 che comprende il gruppo termico Pinasco con booster allo scarico e albero dedicato.
A questo kit puoi aggiungere i seguenti prodotti Pinasco:
• Carburatore 26 VRX-R con cornetto di aspirazione art. 25294902.
• Frizione Touring (rinforzata) art. 25090500.
• Primaria 23/64 art. 25270928.
• Accensione Pinasco Flytech (anticipo variabile) art. 25356846.
• Airbox art. 25070130.
• Marmitta Touring art. 25560823.
Se volete raccontarci i vostri dubbi e i vostri problemi o avete bisogno del consiglio di Pinasco, da oggi potete scrvere anche a noi all’indirizzo mail: redazione@officinadelvespista.it
KIT FAROBASSO SU APE?
Ho un’Ape 150 AC1 del 1956, mi chiedevo i kit motore per Farobasso da voi prodotti si possono montare, e quali? Cambio per esempio?
Antonio FoderaroCiao Antonio, per montare il gruppo termico “Farobasso” devi verificare le seguenti misure:
1) la corsa deve essere 57mm;
2) l’imbocco della canna del cilindro nel carter deve essere almeno 64.8mm +/- 0.1mm;
3) l’interasse dei prigionieri deve essere uguale a quello del carter VM1 e VL1. Se tutto corrisponde, il gruppo termico che ti consigliamo è l’art. 26031000, “piston port”, oppure l’art. 26031001 versione lamellare (disponibile da aprile 2018).
KIT GTS 300 (NUOVO MODELLO)
Esistono kit motore per GTS 300 (parlo del nuovo modello automatico)? Marmitta a espansione?
Giovanni Demagistris
Ciao Giovanni, il GTS 300 è un motore 4T, la marmitta a espansione, nel senso stretto della parola, è solo per motori 2T. Esistono vari modelli di marmitte performanti per GTS 300 ma non sono a espansione. Per quanto riguarda i gruppi termici, esistono vari gruppi termici in commercio, anche se la loro sostituzione è generalmente complicata e onerosa.
125 PRIMAVERA
Ho appena comprato una nuova 125 Primavera 2017, vorrei montare un kit per renderla più performante, cosa mi consigliate come configurazione? Cordiali saluti.
Michele GiustizianoCiao Michele, innanzi tutto ti consigliamo di sostituire il variatore originale con un Pinasco. Questo componente cambierà in maniera radicale l’erogazione e il piacere di guida. Non solo, se vuoi guidare in maniera confortevole il tuo scooter, ti consigliamo anche la sostituzione degli ammortizzatori originali con i Pinasco idraulici a doppio effetto. Sono ammortizzatori regolabili che puoi configurare secondo il tuo stile di guida viaggiando da solo o con un passeggero.
• Ammortizzatore anteriore art. 25441011.
• Ammortizzatore posteriore art. 25441012.
Hot Rod
L’ (50ino vintage style)
VI AVEVAMO ANNUNCIATO SUL
NUMERO
SCORSO DUE CINQUANTINI CON TUNING DIFFERENTI. ECCOVI IL PRIMO, DALL’ASPETTO RAT STYLE, E L’ALTRO LO TROVATE A PAGINA 50!
idea di costruirsi una Vespa tutta sua, è nata a Paolo Cremonesi perché sentiva l’esigenza di realizzare un mezzo che richiamasse le bellissime Hot Rod & Rat Rod Americane, senza però stravolgere completamente l’originalità del design della Vespa.
Paolo è partito con qualche pezzo che già possedeva, come il telaio e il cilindro, ma era poco e soprattutto gli mancava l’esperienza per mettere mano alla meccanica. Pertanto si è rivolto all’amico Francesco Bruni, un vero “mago” quando si tratta di sporcarsi le mani sul motore della Vespa. Così, avendo già a disposizione qualche pezzo. i due amici si sono detti: «Perché non provare a creare un’elaborazione che “spingesse” forte sull’ormai conosciutissimo 130 Polini?». Il risultato è stato qualcosa di davvero strabiliante…
IL MAGO FRANCESCO BRUNI
DETTAGLI SPECIALI
COME È FATTO
Cilindro 130 Polini rifasato
Albero DRT spalle piene rivisto
Volano e statore Vespa HP
Carter motore barenato e lavorato con raccordatura per aspirazione
lamellare
Collettore aspirazione MRT
Carburatore Dell’Orto VHSH 34
valvola piatta
Campana Polini 27/69
Frizione Polini
Cluster terza e quarta corta DRT Espansione GF PROJECT
Ammortizzatori bitubo regolabili a gas (anteriore e posteriore)
Impianto frenante anteriore a disco
TUTTO “A MANO”
Grimeca per cerchio pieno
Cerchi da 10 pollici con copertoni spalla bianca
Pompa freno anteriore di derivazione
Gilera Typhoon montata su manubrio
Primavera 125 senza stravolgere la linea originale del mezzo
Serbatoio olio - freno derivazione moto da cross
Tubo aeronautico in treccia
derivazione moto stradale
Contachilometri Sip per manubrio et3/Primavera
Modifiche impianto elettrico 12V a corrente continua
Sella di derivazione custom/bobber con molle anteriori e posteriori dedicate
Creazione sistema di ribalta della sella per poter intervenire sul carburatore
Porta-ruota di scorta artigianale per ruote da 10”
ANNI ‘50
Anche il porta ruota di scorta è artigianale, ispirato ai modelli degli anni ’50, e contiene una ruota da 10” con cerchio chiuso.
Faro posteriore di derivazione custom/bobber con porta targa artigianale in acciaio
Gas rapido derivazione Ducati Monster
Portapacchi posteriore artigianale
MANUBRIO DELLA PRIMAVERA
digitale SIP.
MOTORE PAZZESCO
Il motore è il fiore all’occhiello di questo modello, potentissimo e dall’erogazione incredibile.
POMPA DEL FRENO E GAS RAPIDO
ESTERREFATTI
Dopo molte ore di studio, di lavoro e di messa a punto, è venuto alla luce un motore che ha lasciato esterrefatti anche gli stessi progettisti, che mai si sarebbero immaginati di vedere un 130 Polini girare in quella maniera. Soddisfatti della motorizzazione, sono passati al resto e, con una spesa per la realizzazione del prototipo completo di circa € 1700, hanno
RIBALTARE LA SELLA
In questa foto si vede il sistema per ribaltare la sella, che si fissa con quel pomello centrale in mezzo alle 2 molle. Ribaltandola si accede al vano carburatore.
tirato fuori il modello che potete ammirare in queste pagine.
NON PROPRIO CONFORME
Paolo ci precisa che molti pezzi li aveva già in magazzino, che alcuni li ha acquistati di seconda mano e poi sistemati o modificati, e che altri invece li ha dovuti comprare nuovi. Ci sono voluti circa tre anni per realizzare que-
sta Vespa, ma d’altronde è comprensibile, perché ci lavoravano nel tempo libero e né l’uno né l’altro sono dei professionisti. Ora che il mezzo è ultimato, l’idea di Paolo sarebbe quella di affittarlo a qualche negozio per allestire la vetrina o per qualche mostra o evento, perché circolare in strada con quel motore non proprio conforme alle normative, è davvero piuttosto rischioso.
AMMORTIZZATORE E FRENO
MOTORE POLINI 130CC
L’espansione GF Project lascia immaginare le prestazioni del motore Polini 130 cc.
COSA VUOL DIRE HOT ROD?
In italiano, hot rod si potrebbe tradurre bielle roventi, ma in realtà il termine si riferisce ad auto (ma adesso anche a moto e Vespa) che spesso sono storiche e sono state molto modificate. Le auto come quella della foto, erano alleggerite, abbellite e il motore veniva modificato per avere più potenza. Ora, anche la Vespa di questo servizio offre un’altra versione più aggressiva e grintosa del proprio fascino intramontabile.
LA SCRITTA SULLO SCUDO
America in Ciao
UN TITOLO STRANO! CHE SIGNIFICA “AMERICA IN CIAO”? FORSE UN VIAGGIO CON IL MITICO CINQUANTINO DELLA NOSTRA GIOVINEZZA? OPPURE
UN MESSAGGIO SUBLIMINALE?
Vai a fondo e scopri che… America in Ciao è proprio un viaggio di circa 7.000 km, da Chicago a Los Angeles su due vecchi motorini restaurati. Perché due? Perché Henry, il figlio, e Alessandro Favre, il padre, 22 anni il primo e 56 il secondo, hanno deciso di fare questa pazzia della durata di un mese e mezzo partendo da Aosta per ritornare in Italia allo scadere del 45° giorno.
Chiediamo a Henry le motivazioni di questo viaggio in una parte del mondo dove il Ciao non è conosciuto e neppure utilizzato:
«È la voglia di viaggiare lentamente – ci risponde con un sor-
GIRO DI PROVA
Giro di prova dei due protagonisti. Li rimproveriamo… e il casco?
riso. – L’opportunità di gustarsi il viaggio, di parlare con il negoziante del momento, di godere del paesaggio, di fare un’esperienza unica, nuova e soprattutto lenta. Deve essere un viaggio e non un trasporto. Cinque mesi di preparazione per i motorini trovati nel fienile, e chiamati semplicemente Giallo uno e Giallo due.
Come li avete attrezzati?
«Sono cinquantini originali con alcuni accorgimenti, tra cui la mancanza dei pedali, un cupolino, ruote con battistrada alto…».
Difficoltà per le pratiche?
«Un po’ di difficoltà per la spedizione, lo sdoganamento, l’assicurazione e le pratiche burocratiche classiche richieste dagli Stati Uniti».
Perché il papà?
«Il papà mi ha sempre appoggiato in tutte le mie scelte, mi ha aiutato nei miei precedenti viaggi (Scozia, Francia, Giro d’Italia, Norvegia e altri ancora) e nella preparazione dei mezzi. E poi è sempre il papà».
E il papà che ne pensa di questo figlio intraprendente e di questo viaggio, interessante ma anche massacrante?
«Io – risponde – sono stato coinvolto inconsapevolmente da mio figlio e mia moglie… Forse perché non ci vuole avere tra i piedi per un mese e mezzo. – ride. – Sarà sicuramente un viaggio impegnativo ed entusiasmante, sperando di non avere problemi, vista la mia età non proprio giovane. A me bastava anche solo arrivare fino a Jesolo! Il figlio è favoloso e un po’ fuori di testa, come la madre, ma responsabile e maturo. Ha organizzato tutto lui, il viaggio, le soste, i documenti, tutto».
UNA FESTA PER
LA PARTENZA
Si torna quindi alla festa organizzata per un saluto prima della partenza: ci sono amici da molte parti d’Italia e in particolare un gruppo del Vespa Club Ribelli di Agrate Brianza, giunti in Ciao fino ad Aosta facendo in 8 ore i 200 km di strada, tra la nebbia e il freddo della pianura. E, tra tanti, c’erano il mitico Vigo Vespa, appena tornato da un viaggio in solitaria di circa 11.000 km da Rovigo al Kazhakistan e ritorno, e anche Augusto Gaudino del Giro d’Italia in Vespa. Amici e parenti, musica e balli. Una grande serata. Arrivederci alla festa del vostro ritorno, Giallo uno e Giallo due. A presto, cari lettori, vi terremo aggiornati.
UNA FELPA CHE
SARÀ STORICA
D
oppio anniversario per un raduno speciale. Il 15 ottobre scorso il CMEF (Club Moto d’Epoca fio-
IL RITROVO
Doppio Compleanno
DOPPIO ANNIVERSARIO PER UN RADUNO SPECIALE ORGANIZZATO DAL CLUB MOTO D’EPOCA FIORENTINO E I FESTEGGIAMENTI UFFICIALI PER I 50 ANNI DEL CIAO AL MUSEO PIAGGIO
rentino) ha organizzato una bella manifestazione per festeggiare i 50 anni dalla presentazione del Ciao e i 30 anni dalla nascita dello stesso club toscano. La partecipazione è stata numerosa ed entusiasta: circa 60 mezzi, dei quali una trentina erano Ciao. Ma si sono visti anche Boxer, Sì, Vespa, due Moto Guzzi, un Formichino Rumi e altri (tra i partecipanti anche 4
UN PO’ DI NEBBIA
Inaspettatamente un po’ di nebbia avvolgeva la città, ma non ha certo spaventato i partecipanti.
appassionati di Reggio Emilia e uno di San Marino). Ma vediamo come è andata la giornata…
Partenza con una nebbia inaspettata da Piazzale Michelangelo a Firenze alla volta di Pontedera, naturalmente su strade statali, con una sosta a San Miniato per l’aperitivo offerto da uno dei più vecchi club toscani, il Club Moto Storiche Toscane. A seguire la festosa carovana un “carro scopa”, che però non è stato necessario, grazie alla grande affidabilità dei mezzi Piaggio. Anche i ciclomo-
ESEMPLARI
AFFASCINANTI
Belli e tenuti benissimo gli esemplari che hanno partecipato all’evento.
tori, infatti, nonostante gli anni, hanno percorso i circa 70 chilometri senza alcun inconveniente e finalmente sotto un bel sole. La data del raduno coincideva proprio con la presentazione del Ciao, cinquant’anni fa (avvenne nel 1967, a bordo di una lussuosa nave da crociera nel porto di Genova). All’arrivo al Museo Piaggio, i partecipanti hanno trovato i responsabili aziendali che hanno messo a disposizione il museo per una visita personalizzata e per un pranzo davvero speciale. Non capita spesso di mangiare su tavoli apparecchiati in mezzo a Vespa, Ciao e Ape di tutte le epoche…
Al termine, anche i racconti di un collaudatore, dipendente Piaggio dal 1976 al 2011, che ha svelato tutti i segreti dei test di affidabilità sostenuti dall’azienda di Pontedera prima di mettere in commercio i vari scooter e ciclomotori. Insomma, è stato un bellissimo raduno pieno di ricordi, ma anche della voglia di godersi ancora questi mezzi indimenticabili.
TRICOLORE
LA SOSTA
PER L’APERITIVO
AL MUSEO PIAGGIO
Parata all’interno del cortile del Museo Piaggio, dove si sono tenuti i festeggiamenti ufficiali per l’anniversario del Ciao.
VESPACCESSORI
NOVITÀ DAL MERCATO DI OPTIONAL E GADGET PER
PERSONALIZZARE LA VOSTRA AMATA VESPA
1 Contachilometri scala 120 Km/h
Avete un Vespino 50 con motore molto “pepato”? Non vi basta il fondo scala originale da 50Km/h e neanche quella da 80 Km/h, ecco trovata la soluzione. Con questo contachilometri non avrete mai più problemi. Da vespamaniastore.it € 45,00.
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Se non vi basta lo spazio nel bauletto della vostra Vespa (PX , ma anche 50 o 125 Small Frame), ecco allora una pratica borsa da applicare allo sportellino. Da vespamaniastore.it € 39,99.
3 Mai senza
Non devono mancare mai sulla vostra Vespa, ecco il kit attrezzi, del tutto simile all’originale, con cui si può smontare quasi com-
4 Una riserva di miscela in più
Mini taniche da un li tro brevettate in Germania per contenere qualsiasi tipo di combustibile per autotrazione, nella massima sicurezza, secon do le severe normative europee. Diametro della bocca di aper tura 25 millemtri (può essere tranquillamente riempita presso qualsiasi pompa di benzina). Da vesparicambisud.com
5 Calendario 2018 da non perdere
Ormai è diventato un calendario da collezione. Anche quest’anno, come tradizione, è pronto quello del 2018. Come averlo? Sem plice. Basta fare un ordine sul sito e conviene, perché è in omaggio. La protagonista di questo calendario è una Vespa 125 del 1953 conservata. Da vesparicambisud.com
6
Sella sportiva per i vostri tuning
Sella Vespa Small Frame sport. Si monta su tutte le Vespa 50-125 Primavera, ET3, 50, 90
7
Contachilometri SIP scala Km/h 140
Contagiri con contachilometri SIP 2.0
adattabile a modelli Vespa: 50 SS, 90 SS,125 Primavera, ET3, 125 GTR, 125 TS, 125 Super, 150 Sprint Veloce, 150 Super, 180 e 200 Rally. Caratteristiche scala 140 (km/h/mph), contagiri 14.000 (Umin/rpm), colore quadrante nero, cifre bianche, digitale e analogico, con 20 funzioni. Da vesparicambisud.com € 175,00.
8
Cupolino sportivo vintage
Fa parte di una nuova gamma di cupolini realizzati in materiale di colore fumé scuro con spessore 3mm, ideale per la stagione estiva o per chi desidera avere una protezione minima dall’aria. Completo di attacchi in metallo con doppio trattamento anti corrosione: zincatura e successiva verniciatura.
Dimensioni: H 160mm x L 500mm; produzione italiana. Da motocicliamo.it a € 45,00.
VINTAGE &CO
CONTINUA LA NOSTRA RICERCA DI CURIOSITÀ VINTAGE. TRA GLI ACCESSORI PER MODELLI VESPA, NE ABBIAMO SCOVATI DI NUOVI E CURIOSI, UTILI A CHI CERCA OGGETTI D’EPOCA ORIGINALI…
COPRINASELLO
Avete un 50 prima serie o una 90 da personalizzare? Allora, questo coprinasello fa proprio al caso vostro. Arriva direttamente dagli anni ‘60.
CORNICI TARGA
Direttamente dagli anni ‘80, queste cornici targa in plastica bianca. Bellissime quelle con il motivetto della famosa canzone di Enzo Jannacci “Vengo anch’io… NO TU NO!!”.
GRIGLIA LUCE PER FARO BASSO
Molto bella questa griglia per Faro Basso. Notare la finitura e i particolari.
UN’INSEGNA SPECIALE
Amate le insegne luminose?
Questa è davvero bella e d’effetto.
CLACSON STORICO
Restauro conservativo?
Eccovi accontentati con un bel
SCOOTERCLAX
Divertitevi con questo ScooterClax, dal suono simpatico dell’epoca, che potrete tenere sempre a portata di mano.
LA LATTA ESSO
Una bella latta Esso per gli amanti del genere,
MANOPOLE VINTAGE
Sempre per un restauro conservativo, manopole vissute dell’epoca.
Info: nadiasauca@yahoo.it
50ino Tecno Style (una R da pista)
COME ANTICIPATO A PAGINA 38, ECCO
QUI L’ALTRO TUNING, CIOÈ IL SECONDO
CINQUANTINO, QUESTA VOLTA INTERPRETATO IN CHIAVE
TECNOLOGICA E DA PISTA
GABRIELE ARRIGO
Il proprietario di questa Vespa è il sardo Gabriele Arrigo, precisamente di Porto Torres (SS), tesserato del Vespa Club Sassari.
Quando abbiamo visto questa Vespa ci ha subito attirato il colore azzurro metallizzato opaco e la linea elegante e pulita. Il suo proprietario è il sardo Gabriele Arrigo, tesserato all’appena nato Vespa Club Porto Torres, il club della sua città, in cui si sono riunite oltre 50 Vespa, che hanno così formato il loro Club “50 Special”. Ecco che cosa ci ha raccontato sulla sua Vespa del 1976, per l’esattezza una 50 R seconda serie. Tutto il lavoro fatto è stato eseguito nel corso di 2 anni, anche perché molte delle soluzioni applicate sono state realizzate da zero, quindi provate più volte prima
BEL COLORE E LINEA PULITA
Anche se l’anteriore è stato profondamente modificato, grazie ai tamburi originali, la sua linea rimane classica e
MODIFICHE ANTERIORI
FARO “ANGEL EYES”
PANCIA ALLARGATA
La pancia laterale sinistra è stata leggermente allargata, questo per evitare che la grossa espansione toccasse la scocca.
È interessante la posizione della targa, applicata all’attacco della sospensione posteriore, tra l’altro, con ammortizzatore Carbone regolabile.
TARGA LATERALE
IL TELAIO
Quando Gabriele l’ha acquistata, la Vespa si presentava abbastanza sana di carrozzeria ma, visto il tuning che aveva in mente di realizzare, ha dovuto rinforzare tutta la parte posteriore utilizzando una classica barra/tondino di ferro saldata tutta intorno al bordo interno.
Anche l’anteriore è stato rinforzato, inserendo dietro lo scudo una barra/tondino. Mentre la pancia laterale di sinistra, dove per intenderci passa l’espansione, è stata leggermente allargata, in modo da evitare che lo scarico toccasse la scocca.
FORCELLA E FRENI
Le modifiche estetiche e tecniche più significative riguardano l’avantreno, nello specifico la forcella e lo sterzo. Al posto della sua originale forcella, ne è stata recuperata una di un vecchio Piaggio Quartz appartenuto a uno zio. A questa forcella, Gabriele ha tagliato il canotto superiore, saldandogli poi quello di una Vespa 50 Special. In questo la sua Vespa ha una forcella più prestante con un biscotto simile alle Vespa più grandi, che permette di montare un freno a disco. Gabriele ha adottato il freno a disco Malossi, mentre come pinza, al posto dell’originale, ha optato per quella Stage S6R/T a 4 pistoncini.
CENTRALINA SOTTO SELLA
Al posto della vaschetta, troviamo le bobine con centralina, che sono state posizionate all’interno della scocca.
Il grosso carburatore Dell’Orto VHSH 30 VS è posizionato all’interno della scocca. In alto, si intravede anche la centralina elettronica.
AMMORTIZZATORE E PARAFANGO
L’ammortizzatore è quello Malossi RS24/10 a gas (costo circa € 495). Per non stravolgere troppo l’estetica vintage, ha dovuto acquistare il Kit che realizza artigianalmente la ditta Mavsp, che comprende il piattello e un tamburo opportunamente modificati per ospitare il freno a disco. Tutti questi interventi hanno portato a realizzare un parafango specifico, tagliato e saldato per adattarlo al meglio a quel tipo di forcella e all’ammortizzatore. I cerchi sono tubeless, senza camera d’aria sia davanti che dietro, e montano gomme Sava da 3,50/10 Soft - Race a miscela morbida.
MANUBRIO SHOCK
Come si può vedere, il manubrio è stato profondamente modificato, per adottare leve racing, pompa freno Grimeca e gas rapido.
FANALINO POSTERIORE
Bello il fanalino posteriore americaneggiante con la scritta stop. Si notano anche i due tamponi neri anti caduta, uno vicino alla pedivella, l’altro al supporto targa.
FORCELLA ANTERIORE
Un’altra inquadratura della forcella anteriore dotata di freno a disco e parafango ampiamente modificato.
50INO TECNO STYLE
TELAIO
IL TAGLIO DEL PARAFANGO
DUE ANNI DI LAVORO
LO STERZO
Passiamo ora allo sterzo, ne è stato adattato uno a faro tondo, che è stato tagliato e a cui è stato saldato il supporto porta leva del freno anteriore, con spazio per la pompa freno Grimeca, recuperata fortunosamente da una moto. Per finire, Gabriele ha aggiunto il gas rapido Domino. Per rendere omogeneo il manubrio dalla parte della manetta cambio, ha adattato un tubo con porta leva, in modo da inserire i due bilancieri in alluminio da ambo le parti. Le manopole invece sono Domino. Il faro anteriore è a doppio led, stile “angel eyes”, ed è stato realizzato artigianalmente.
DETTAGLI BEN STUDIATI
MOTORE
DA 140 CC
Il motore ha una cilindrata di circa 140 cc, qui si vede il collettore della Parmakit.
L’ESPANSIONE QUATTRINI
La grossa espansione M3XC Quattrini, che ha portato ad allargare leggermente la pancia laterale sinistra.
La sella è quella da corsa in ABS. Il faro posteriore è in stile chopper, con il dettaglio della scritta “stop” in metallo nella metà superiore. Anche il porta targa, posizionato lateralmente è in quello stile ed è ricavato da una piastra in acciaio che è stata agganciata all’ammortizzatore posteriore, di marca Carbone e regolabile. Come su una vera moto sportiva, sono stati anche inseriti dei tamponi anti caduta, che servono appunto per proteggere organi meccanici e carrozzeria. Il colore è un bel blu opaco Maserati, rifinito con vernice trasparente sempre opaca, mentre le rifiniture e i bulloni sono in nero opaco. Le guaine sono di un bel rosso vivo.
IL MOTORE
Per il motore, Gabriele è partito da un carter originale e immacolato, che una volta ripulito e impallinato (cioè sabbiato), è tornato come nuovo. A quel punto si è rivolto a Fabrizio Rocca, uno dei miglior preparatori italiani e moderatore del forum et3.it con il nome di “Cristin”. La lavorazione di Fabrizio è stata complessa: sono stati barenati e allargati i travasi per inserire un gruppo termico Quattrini da 140 cc. Nello specifico, si tratta di un M1 D56 con albero dedicato, frizione doppia molla rinforzata Polini, campana 120, e cambio a 4 marce con 3/4 ravvicinata. Il collettore è Parmakit, carburatore VHSH 30 VS Dell’Orto con ulteriore gas rapido FRT. L’espansione e la M3XC sono Quattrini. Inoltre è stato adottato un carterino della frizione con la leva lunga per agevolare l’apertura della molla frizione. Infine, Gabriele ha unito un’accensione Polini con una Vespatronic, in modo da crearne una ancora più performante. Le bobine con centralina sono state posizionate all’interno della scocca, al posto della vaschetta porta oggetti, tramite una staffa agganciata con i bulloni della sella.
L’ALIMENTAZIONE
Per favorire l’alimentazione del carburatore è stato adottato un rubinetto fast flow nel serbatoio, che una volta applicato è stato isolato con la Tankerite, un prodotto – ci cui abbiamo già parlato in passato – che riveste l’interno del serbatoio evitando così la formazione della ruggine. Per ultimo, è stato fresato leggermente il braccio del motore, per consentire di adottare la gomma Sava Soft - Race da 3.50/10”, che così non va toccare il carter.
Particolare della leva e pompa Grimeca del freno a disco,recuperata da una moto. Il gas rapido Tommaselli non è stato utilizzato, perché si è preferito un Domino.
PINZA STAGE S6R/T
50INO TECNO STYLE
KIT MAVSP
Per non stravolgere troppo l’estetica vintage e per inserire il tamburo originale, Gabriele ha preso il kit realizzato artigianalmente dalla ditta Mavsp, che comprende il piattello e un tamburo opportunamente modificati per ospitare il freno a disco.
IL GRANDE
LAGO SALATO
Il Bonneville Speedway è un circuito ricavato in un antico lago salato, nello Utah. È molto famoso, per i record assoluti di velocità su terra che vi sono stati conquistati.
A Bonneville in Vespa
PORTARE 3 VESPA ANNI ’50 IN AMERICA SUL LAGO SALATO NON È
UN’IMPRESA DA TUTTI I GIORNI, MA
TRE CAMPIONI CI HANNO PROVATO E HANNO OTTENUTO UN BEL SUCCESSO
Marco Fumagalli, Marco Quaretta e Mauro Pascoli, imprenditore leader nei ricambi di Vespa d’epoca, hanno sempre sognato di portare la Vespa in America. L’idea era nata a Marco Fumagalli qualche anno fa e ne
avevamo già parlato, perché il primo tentativo era andato male a causa di una pioggia a catinelle che aveva reso il terreno impraticabile. L’anno scorso, però, le Vespa sono diventate tre, con l’aggiunta di quella di Mauro Pascoli. Ma facciamoci raccontare dall’ideatore di questa impresa come è andata.
Tre Vespa diverse…
«Alla fine siamo pariti con tre Vespa, derivate da modelli differenti. La 965 di Mauro è un 1951, ha la sella diversa ed è una 125 (come la 924), mentre la
TUTTO COMINCIA
923 è una 98. I motori sono differenti anche se derivano da quelli di serie. La 923 e la 965 hanno monoblocchi e cambi originali, rispettivamente del 1953 e del 1951, la 924 ha il motore di una 6 giorni».
Perché Bonneville…
«Qualche anno fa ho visto il film lndian, la storia di Burt Munro, partito dalla Nuova Zelanda per andare a
DA QUI FUMAGALLI
Marco Fumagalli all’arrivo della pista sul lago salato, questa volta il terreno è ok e si potranno fare i lanci.
Il Gus Gus di Fabio Montani, con cui realizzò il record del 2011, con la velocità di 483,377 Km/h a Bonneville. È lui che ha ispirato questa spedizione.
Bonneville, alla caccia del record di velocità con una moto. La voglia di andare, anche solo per vedere questa Week of Speed e far parte di una piccola schiera di persone che hanno camminato sul sale, era tanta ma non ho mai trovato l’occasione giusta. Poi un giorno mi chiama l’amico Fabio Montani, per chiedermi se avevo una Vespa anni ’70 da vendergli. Venne a Seregno, e durante il pranzo in un locale stile USA anni ’50 i monitor trasmettevano Bonneville. Sapevo che
DESTINAZIONE USA
Mauro era stato sul Lago Salato con una autovettura missile, il Gus Gus, e aveva conquistato un record, così mi venne l’idea e la buttai lì: ma andare a Bonneville con una Vespa? Da li è partito tutto. Ma subito il primo stop, infatti il referente dell’organizzazione del settore motociclette ci rispose che
non era possibile partecipare con la Vespa. Una delle regole da rispettare è la misura della ruota, 15 pollici. Di conseguenza, la Vespa non può ottenere un record secondo il loro regolamento. Però lo può fare se rispetta le regole come sidecar, dove la misura minima della ruota è 10 pollici».
NEL CONTAINER
SULLA SPEEDWAY IN CAMION
Costi e iscrizione
«L’iscrizione costa circa 300 dollari, ma per poterti iscrivere devi essere socio della SCTA e il costo è di 150 dollari. Poi ovviamente ci sono tutti i costi per la spedizione, che certamente non sono bassi».
Ruoli nel team
«È giusto ricordare il Team Dafne al completo! A Bonneville, sul Lago Salato, eravamo…
■ Io e Mauro Pascoli: conduttori di veicoli altamente performanti.
■ Marco Quaretta: preparatore/direttore tecnico/restauratore.
■ Peter (Johnny Rapina): Fotografo.
■ Roberto Zecca (Zac): partito come turista, ma subito arruolato come meccanico.
■ Andrea e Matteo Perlini, padre e figlio: amici tutto fare, da autista a avviatori a spinta al momento della partenza.
■ Loretta e Raffa: addette al merchandising.
VILLAGGIO UN PICCOLO
Il campo base dei nostri amici ha preso forma, a sinistra le Vespa e a destra il Gus Gus.
CONTAMINARE IL SALE
IL PIENO
Per prima cosa si provvede, con molta cautela, a fare il pieno di carburante.
lacciato il casco, se hai il braccialetto di spegnimento automatico e se i guanti sono allacciati. Poi si allontana parlando alla radio comunicando numero di gara e categoria. Li legge sul veicolo, ti fa segno di abbassare la visiera del casco e ti indica la direzione verso il traguardo. La prima volta non avevo mai guidato una Vespa vestito con tuta in pelle e tutta l’attrezzatura,
e non avevo mai guidato un sidecar a tutta velocità, per quel che può andare. Calcola che il terreno è un po’ scivoloso, tipo neve per intenderci, ma non regolare come ci si immagina, direi pieno di buche e scie generate dai concorrenti partiti prima di te. Per fare un altro esempio, che forse rende più l’idea, è come correre con una Vespa sulla sabbia umida».
GLI ULTIMI
CONTROLLI
Da casa ci hanno seguiti:
■ Marco Interdonato: carrozziere.
■ Vincenzo Marciano: battilastra.
■ Domenico Moretti: telaista motociclistico».
La prima volta (e chi la scorda più!)…
«Ti trovi a dover fare tante cose insieme, mai fatte prima! Senza averle provate. Ti prepari con tuta, casco etc, con un sole caldo da scioglierti (all’ombra si stava bene). Al momento della partenza vera e propria, il commissario ti fa dei segnali come se fossi un pilota di caccia al decollo da una portaerei, controlla se hai al-
OPERAZIONE PROIBITA
Vespe al traino, un’operazione vietatissima per regolamento. Ci ha confidato Marco Fumagalli che se fossero stati già iscritti, rischiavano la squalifica.
TRE AMICI
SPONSORIZZATO L’IMPRESA
Sensazioni indescrivibili
«La prima volta che mi sono lanciato in pista non mi sono reso conto di quello che stavo facendo. Ma mi sono divertito un mondo, anche se andavo adagio. Non avendo il contachilometri, guardavo di fianco, verso la mia macchina di appoggio (distante circa 200 mt) e cercavo di capire (a orecchio) sentendo il motore e (a occhio) guardando il terreno a che velocità stavo andando. Gli altri riferimenti visivi sono talmente lontani che non
ti danno nessuna sensazione. Ci sono dei coni che delimitano la pista, ma sembrano dei puntini arancio. Dalla partenza al cartello del primo miglio mi sembrava una eternità, e poi ne dovevo percorrere un altro per avere il riscontro cronometrico. Quasi al cartello del secondo miglio c’era la torretta di controllo dei commissari e cronometristi. Dopo l’arrivo erano tracciate delle strade di rallentamento e di avvicinamento alla macchina di appoggio, per ricaricare il tutto e tornare al box/container o alla partenza. Lungo la strada del rientro, ci si fermava a una roulotte dei cronometristi i quali, una volta avuto il numero di gara, ti stampavano il tempo consegnandoti lo scontrino, in quante copie volevi. Le volte successive,
loro vedevano anche le precedenti a video, ti facevano i complimenti per aver migliorato oppure ti chiedevano che cos’era successo. Insomma erano abbastanza interessati e avevano un’aria amichevole».
Un pizzico di sfortuna
«Due lanci sono stati abortiti per problemi tecnici. Una volta la Vespa si era ingolfata e non andava più su di giri. Così, per evitare di spingere per 200 metri, bardato come un astronauta, ho preferito curvare in direzione della nostra auto di appoggio, sono sceso tenendo il gas con la sinistra aperto e correvo a fianco della Vespa che continua ad andare. Per fortuna non si è spenta. L’altra volta invece
C’ERA ANCHE QUANTO HA
UN GILERA FATTO LA 924?
SCONTRINO
SULLA DAFNE 965
Mauro a bordo della sua Dafne 965 di 125 cc si prepara anche lui al suo primo lancio sulla pista salata.
C’ERANO
ANCHE LE MOGLI
SI PARTE
DA QUI
Ecco il fatidico punto di partenza. Malgrado l’apparenza il sale non crea una superficie piatta, ma assomiglia vagamente alla neve.
A BORDO DELLA
DAFNE 923
sono stato più sfortunato e ho dovuto spingere. Alla fine, sono arrivato stanco morto, il tutto perché si era staccato il filo della candela. D’altra parte non puoi fermarti in mezzo alla pista e bloccare gli altri concorrenti che sono in coda ad aspettare che tu la liberi per partire. A proposito, noi siamo sempre andati sulla pista “Rookie” da 3 miglia… D’altro canto, per passare alla pista successiva, un po’ più lunga, mi sembra che dovevi fare almeno 120 miglia».
La vita sul lago…
«Arrivavamo la mattina presto, avevamo la macchinetta del caffè, alimentata dal generatore, riallestivamo il nostro “villaggio”: tende, sedie e tavolini. La sera non puoi lasciare niente fuori dal container ad eccezione dei veicoli, che devono restare
su di un telo in modo da preservare il sale se dovessero perdere liquidi (olio, benzina). Noi poi legavamo tutte e tre le nostre Vespa con delle cinghie e le ancoravamo con grosse viti da carpentiere avvitate nel sale. Infatti sul lago il vento è molto forte e rischi di non trovare più niente, pertanto le zavorravamo così e le coprivamo con dei teli. Per quel che
riguarda il pranzo avevamo l’aiuto di un altro team italiano, il “Gus Gus”, con il quale ci eravamo accordati prima di partire. Loro avevano un camper e un paio di cuochi improvvisati, che in quelle condizioni andavano benissimo. Per bere avevamo portato delle ghiacciaie da casa. Noi compravamo le bottiglie e loro portavano il ghiaccio, venduto
IL MOTORE
DELLA 6 GIORNI
MARCO
IN AZIONE UNICO!
UN MOMENTO
in sacchi da 15 kg in tutti i benzinai o supermercati. La sera, dopo aver smontato e riposto tutto nel container, andavamo a fare la spesa un po’ a turno e si rimontava il tavolo con sedie nel cortile del tipico motel americano. Cucina da campo, camper e barbecue, pasta e carne e si faceva amicizia con tutti gli ospiti del Motel. Tra il Motel a Wendover e il lago salato c’erano circa 10 minuti di auto e, da quando lasciavamo l’a-
sfalto per il salire sul sale e arrivare al container, ce n’erano altrettanti».
È solo l’inizio…
«Torneremo sicuramente. Abbiamo molte idee, chiaramente sempre inerenti il mondo Vespa e Piaggio. Cerchiamo compagni di avventura per abbattere e divedere il costo della spedizione, che è importante. Abbiamo fatto amicizia con il team
Speed-ITA che ha partecipato con un Gilera 50, e anche loro la pensano come noi: più siamo meglio è. Nel container infatti potrebbero entrarci almeno dieci veicoli».
Un gruppo predestinato
«Vorrei aggiungere che le persone che hanno collaborato a questa idea erano tutte in qualche modo legate a me, al mondo Vespa e a Bonneville senza saperlo e senza che ci conoscessimo da prima. Il lattoniere, Marciano, ha nella sua officina una macchina che è stata a Bonneville qualche anno fa. Se l’è trovata in casa per varie vicissitudini e mai più si sarebbe immaginato di creare ancora qualche cosa che sarebbe andata laggiù. Marco Interdonato era già conosciuto da qualche collezionista nell’ambiente Vespa come carrozziere bravo e affidabile. Una volta che ci siamo conosciuti, mi ha mostrato delle fotografie della mia Vespa 6 giorni, ex di Roberto Donati, quando era da lui perché fosse sistemata e verniciata. Ho raccolto anche un po’ di storia oltre ad aver conosciuto una bella persona, come la figlia Marta. Marco Quaretta invece è un amico di lunga data. Mi era stato presentato da Mauro Pascoli e ci conosciamo dal 2002, ma – si vede subito – tutti i componenti di questa spedizione erano come predestinati a vivere un’avventura simile, in amicizia e con grande passione».
SUL PICK UP
Scoperto che era vietato trainare le Vespa, si è provveduto a caricarle su un grosso pick up americano.
Le Dafne sono state costruite appositamente per questa manifestazione. Notare lo scudo stretto e molto bombato, opera delle mani dell’esperto battilastra Vincenzo Marciano.
FATTE APPOSTA UN’ICONA
DEL MADE IN ITALY
Dopo tanta fatica, un po’ di riposo anche per loro. Ecco le Vespa coperte da teli e ancorate al sale tramite grosse viti, perché di notte il vento sul lago salato è fortissimo.
ALLEGRIA
GLI ULTIMI
OGNI SERA
UNA FESTA
Il cibo made in Italy ha davvero conquistato tutti e ogni sera, a cena, c’era qualche nuovo ospite.
ITALIANI A CACCIA
D’altra parte non capita di trovare tutti i giorni una bella compagnia di italiani a caccia di record!
Cagna la Castagna
NATA QUASI PER SCHERZO NEL 2002 DALL’IDEA
DI UN SOCIO DEL VESPA CLUB COMO, SOCIO ANCHE DELL’ASSOCIAZIONE COMODALBASSO, ORMAI È UN APPUNTAMENTO FISSO
Quest’anno è stata la 16° edizione organizzata da 4 associazioni: il Vespa Club Como, il Club 2Cv Sempre Carichi e le due associazioni che beneficiano dei guadagni: la Comodalbasso e la cooperativa Sociolario. Durante la giornata, i tanti volontari, circa 40, hanno preparato caldarroste, polenta con lo zola e hanno offerto grigliate, vin brûlé e torte.
E MOLTO VISITATO
Lavorando con grande impegno dalle 7 del mattino fino a sera.
TANTI CLUB AMICI
Come ci racconta il Presidente Gianluca Cesana, per questa iniziativa è stato indispensabile il lavoro di tanti volontari. «I costi cerchiamo di ridurli al massimo – ha detto – grazie agli sponsor commerciali e privati che ci regalano la legna, ci stampano le locandine
gratis, ci offrono la colazione la mattina al bar e ci donano le torte da vendere. Per noi del Vespa Club Como è ormai diventata la nostra festa annuale, più della cena sociale di Natale. Anche se dobbiamo lavorare tutto il giorno, lo facciamo divertendoci e ritrovando quasi tutti gli attivisti del club che durante l’anno girano per raduni. Cerchiamo di coinvolgere anche i Vespa Club a noi vicini che passano sempre a trovarci. Quest’anno
sono intervenuti Varese, Cantù, Bulciago, Bregnano, per gli “ufficiali”, più il grande Domenico del Giro d’Italia in Vespa. Poi sono arrivati gli Amici della Cascina di Samarate e Vespanostra dalla Germania per gli “indipendenti”. Spe-
ro davvero di essermeli ricordati tutti, se così non fosse mi scuso».
GIOCHI MEDIEVALI E MUSICA
Come ogni anno, la castagnata si svolge in un viale lungo le mura della città vecchia, di fianco al chiosco di un socio del Vespa Club. Normalmente sarebbe uno spazio
ZTL, ma viene concesso solo per l’occasione dal Comune di Como a titolo gratuito. Quest’anno, per intrattenere la gran quantità di visitatori, si sono aggiunti dei simpaticissimi giochi medievali e un DJ per la musica.
INTERNAZIONALE SI ARRIVA IN VESPA IL
SEMPRE CARICHI
Gaiarine in…Vespa!
UN GRUPPO DI AMICI SI È RITROVATO A GAIARINE, A BORDO DI FANTASTICHE VESPA D’EPOCA, E LE LORO FOTO IN BIANCO NERO CI AIUTANO A RIVIVERE GLI ANNI ‘50
Come ogni quarta domenica di ottobre, a Gaiarine (Treviso) anche quest’anno si è ripetuta la tanto attesa “Festa della Zucca”, occasione per associazioni, negozianti e residenti di mettersi in gioco, abbellendo le vie del paese con spettacoli e coreografie suggestive.
Reduce dalla vittoriosa partecipazione alla manifestazione “Perla del Veneto”, il Vespa club Aviano, insieme a un gruppo di amici, ha preceduto le associazioni nella parata di apertura. Uomini e donne, vestiti come negli anni ‘50, hanno
attraversato in sella alle loro Vespa le vie del paese, suscitando stupore e simpatia lungo tutto il tragitto.
UN TUFFO NEL PASSATO
Fatte le foto di rito in Piazza Vittorio Emanuele II, i vespisti si sono poi spostati in via San Liberale, dove l’ottima cornice storica ha permesso di ricreare scene di vita comune che riproducevano usi e costumi di quegli anni. La rappresentazione di una gara vespistica vecchio stile ha preso forma in poco tempo. Si sono infatti viste le sue fasi salienti, dalla punzonatura ai vari controlli
dislocati lungo il percorso, naturalmente con assistenti di gara, piloti e figuranti vestiti a tema.
PRANZO ALLA FRASCA
Come per ogni manifestazione che si rispetti, il pranzo ha rappresentato il momento di maggiore convivialità. Si è svolto presso la “La Frasca”, fedele ricostruzione di un’antica trattoria ricavata all’interno di una vecchia abitazione. Qui, grazie all’opera di abili cuoche, si sono potuti gustare piatti tipici veneti accompagnati da ottimi vini rossi. La giornata è corsa
veloce, i piloti in gara hanno dato spettacolo finché non è arrivato il buio e la festa si è conclusa.
UN PIZZICO DI NOSTALGIA
Per tutta la giornata, si è respirata l’aria d’altri tempi e i più anziani non sono riusciti a nascondere un pizzico di nostalgia. Tutti quelli che hanno partecipato a questo evento si sono immedesimati nella loro parte con un’inaspettata naturalezza, che è stata colta da abili fotografi e che resterà impressa nei loro numerosi scatti, a ricordo della bellissima giornata.
IL PARROCO! VIVA
VESPA IN GARA
IN GRAN
SEMBRANO VERI
150 VESPA
Monteisola in Vespa
PARTECIPARE A UN RADUNO DI VESPA SU UN’ISOLA NON È COSA DI TUTTI I GIORNI. ECCO PERCHÉ L’EVENTO
ORGANIZZATO DAI CLUB SEBINO E SARNICO
A MONTEISOLA, HA AVUTO COSÌ TANTO SUCCESSO
Più di 150 vespisti hanno attraversato a bordo di una chiatta il lago d’Iseo per raggiungere l’isola lacustre più grande d’Europa e “conquistarla” in sella alle loro Vespa. La seconda “Attraversata del lago d’Iseo in Vespa con tour a Monteisola” si è svolta domenica 24 settembre. Doppia la partenza del tour: gli appassionati vespisti della sponda bergamasca del lago si sono mossi da Sarnico, quelli della sponda bresciana, invece, da Sale Marasino. Due territori, un’unica passione.
LA BELLEZZA DI MONTEISOLA
Dopo le iscrizioni di rito, il gruppone si è ritrovato alla partenza della chiatta da dove è salpato alla volta di Monteisola. Sotto un tiepido sole, i vespisti hanno raggiunto in due tranche l’isola e sono così partiti per il giro turistico, tra le stradine a strapiombo sul lago e le chicane tra le case di quelli che fino a qualche decennio fa erano piccoli villaggi di pescatori. Panorami mozza-
fiato e borgate inerpicate in stile ‘presepe’ caratterizzano questo luogo ancora poco conosciuto, ma che anche grazie a “The Floating Piers”, il ponte sospeso sull’acqua dell’artista Christo, sta diventando sempre più noto al grande pubblico.
E POI… TUTTI A TAVOLA!
Dopo il tour, il serpentone ha potuto assaggiare alcuni prodotti
tipici dell’isola, e cioè il salame di Monteisola e le bruschette all’olio del Sebino. Rientrate sulla terraferma, sempre a bordo di una chiatta, le Vespa si sono dirette nella vicina Sulzano, al Lido Pistakkio, per il pranzo a base di una delle specialità di questo territorio: lo spiedo bresciano preparato dalla onlus “Chei del spet”.
SPECIALE UN RADUNO
LO SBARCO
Ecco il momento in cui le Vespa toccano di nuovo terra: da qui comincia il giro turistico di Monteisola alla scoperta delle bellezze locali.
1° Gimkana Città di Udine
UNA MANIFESTAZIONE DI ABILITÀ E DI AGILITÀ, CHE TRADOTTA IN GERGO VESPISTICO VUOL DIRE UNA “GIMKANA”.
L’APPUNTAMENTO È STATO CURATO DAL VESPA CLUB DI UDINE
ANNI ‘60
Un’immagine della fine degli anni ’60, quando il Vespa Club Udine organizzava la gimkana in piazza Primo Maggio. Bei tempi e bei ricordi!
Di Alessandro Cesare
Sull’asfalto di piazza
Primo Maggio sono arrivati decine di appassionati chiamati a mettere in mostra la propria destrezza su una Vespa. A essere rappresentati, oltre al club di casa, sono stati i sodalizi di Fiume Veneto, Porcia, Spilimbergo, Monfalcone, Ramandolo e Napoli.
L’evento, patrocinato dal Comune di Udine e valido come 3ª
Prova Campionato Gimkana Vespa Fvg, è stato suddiviso in due manche. Tre le categorie ammesse: small (Vespa strette tipo 50 Special, Primavera, ET3), Large (Vespa scocca larga tipo Px, Rally, Sprint) e squadre (formate da tre piloti dello stesso Vespa Club).
E DESTREZZA AGILITÀ
GIANLUCA
GRAZIE AGLI
ORGANIZZATORI
I VINCITORI
Questo il podio della categoria Small: primo Massimo Sist (Vespa Club Fiume Veneto) con 1.26; secondo Riccardo Ros (V.C. Porcia) con 1.28.931; terzo Renzo Ros (V.C. Porcia) con 1.29.346. Per trovare il primo vespista del club di Udine bisogna scendere fino all’ottavo posto con Carlo Colloredo.
Per la categoria Large, primo posto per Gianluca Serpe (Vespa
Club Napoli) con 1.49.003; secondo per Alessandro Bertogna (V.C. Monfalcone) con 1.57.362; terzo per Angelo Tramontina (V.C. Spilimbergo) con 2.02.272.
UN EVENTO IMPORTANTE
Questo evento, che il Vespa Club Udine ha avuto il merito di riportare alla luce, fino agli anni ’70 riempiva la piazza principale di Udine, richiamando centinaia
di appassionati. L’auspicio è che possa tornare a essere un appuntamento fisso della stagione vespistica, anche perché le evoluzioni delle Vespa tra i pali stretti sono state molto apprezzate dal pubblico presente, attirato in piazza anche dalla mostra statica realizzata in loco. Soddisfatti gli organizzatori, con Il presidente del Vespa Club Udine, Fabio Ieronutti, che ha dato appuntamento al 2018.
INCONTRIAMOCI
IL
CALENDARIO COMPLETO DI RADUNI E MANIFESTAZIONI PER VESPISTI IN COLLABORAZIONE CON
GENNAIO 2018
6-7 gennaio Firenze (FI)
20° Cimento Invernale del Vespista Firenze.
6-7 gennaio Marina di Massa (LI)
35a Edizione AutoMotoBici d’epoca - Mostra Scambio al Coperto. Centro Sportivo via Repubblica 116. Tel.: 3285405547 sarasota@hotmail.it
13-14 gennaio Arezzo (AR)
Classic Motors - Mostra
10-11 febbraio
Rimini (ex Pesaro)
46a Mostra Scambio
Automotociclo d’Epoca. Fiera di Rimini (ingresso EST). Tel.: 3471844267 - 0541731096. Info: mostrascambiorimini@ gmail.com www.museomotociclo.it
10-11 febbraio
Modica (RG)
Modica Old MotorsRagusAutoStory, la Mostra Scambio di auto, moto e ricambi d’epoca. Saranno presenti diversi espositori per ricambi Vespa. Tel: 3394996162 - 3391741185
scambio. Arezzo Fiere e Congressi. Via Spallanzani 23.
27-28 gennaio
Ferrara (FE)
Auto e moto del passato. Salone d’Inverno OFF ROAD. Ferrarafiere. info:autoemotodelpassato.com
26-28 gennaio
Melilli (SR)
5a Mostra Scambio auto e moto, ricambi d’epoca. Centro commerciale Conforma. Tel.: 3397269688 - 3333570610
FEBBRAIO 2018
16-18 febbraio
Segrate (MI)
69a Mostra-Scambio Novegro di auto, moto, ciclo, ricambi e accessori d’epoca.
Segreteria: via Novegro. Tel.: 02 70200022
24-25 febbraio
Bassano del Grappa (VI)
Mostra scambio presso Bassano Expo. Tel.: 3484154659
Info: motorexpoclassic@libero.it
24-25 febbraio
Isola Vicentina (VI)
Prima Mostrascambio Isola
Vicentina - presso Impianti Sportivi in Via Vallorcola. Tel.: 0444 977719
Info: www.rallyclubisola.it
segreteria@rallyclubisola.it
Da questo numero troverete questa interessante rubrica utilissima per noi Vespisti. Una rubrica che crescerà durante l'anno e che vuole essere un punto di riferimento per avere sottomano tutti gli indirizzi utili del mondo Vespa.
ro gruppo Facebook nella sezione file, per consentire una rapida consultazione ovunque voi vi troviate.
Da questo numero troverete questa interessante rubrica utilissima per noi Vespisti. U b i h à d l' h l punto di riferimento per avere sottomano tutti gli indirizzi utili del mondo Vespa tro gruppo Facebook nella sezione file, per consentire una rapida consultazione ovunque voi vi troviate enti tutto l'anno sia sulla rivista che sul file PDF sul gruppo Facebook, gruppo molto attivo e onta più di 17 000 iscritti
enti tutto l'anno sia sulla rivista che sul file PDF sul gruppo Facebook, gruppo molto attivo e nta più di 17.000 iscritti.
Chi è interessato a comparire in questa rubrica, può prendere contatti con noi scrivendo una mail a: redazione@officinadelvespista.it
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Scarico classico
Nuovo design, lavorazione
Per Faro Basso dal 1953, Struzzo, ACMA dal 1954,
“CIAO IO SONO…”
MANDATECI LE VOSTRE LETTERE, TESTIMONIANZE, DOMANDE E SUGGERIMENTI! SCRIVETE A: REDAZIONE@OFFICINADELVESPISTA.IT
Un saluto, e grazie di tutto
Ci ha scritto da Siena Federico Botti: “Sin da piccolo ho sempre collegato la Vespa a mio babbo... Ma non “la vespa” in generale, ma “quella Vespa”, di quel preciso colore, con quell’esatto, imperfetto rumore, sporca, scortecciata dai sassi della strada a sterro che portava a casa nostra... Per me non è mai esistito altro motociclo degno di nota: ho avuto altri motorini, ho preso la patente per la moto, ma niente da fare, il suono delle marce che entrano con quel “clock” unico era sempre nelle mie orecchie. E anche da piccolo, per me, quando c’era da andare in Vespa dalla nonna era una festa, mi sentivo grande. Portarmela a casa il giorno dopo il funerale di mio babbo, guidarla, bestemmiare quando il cambio faceva cilecca ed entrava la terza anziché la seconda, assaporare nuovamente il “clock” che mi ricordavo dalla mia infanzia, penso sia stato il modo migliore per portare avanti la memoria di mio babbo. Ciao babbo, quando ero piccolo mi hai portato tanto in giro, adesso è il momento di restituirti il favore.”
Qui sopra: la Vespa del papà di Federico ancora perfettamente conservata e solo da pulire. A sinistra: Federico bambino, felice su quella stessa Vespa.
S.O.S. VESPA I MODELLI PUBBLICATI
I MODELLI
Regoliamo i cavi dei freni, smontiamo le ruote
Controlliamo la candela – sostituiamo lampadine
Faro Basso 125, cambio gomme – dove sono i numeri telaio – i cerchi giusti delle 50
50 Special smontiamo il mozzo anteriore, come fissare targhetta FMI o ASI, affrontare revisione, cosa controllare prima di comprare
PX pulire filtro aria e carburatore
pedale freno 50 sportellino piccolo, impariamo a pulire il carburatore (con disegno tecnico dettagliato del carburatore)
revisione gruppo termico, revisione faro anteriore vespa 50
LO FACCIO IO TUTORIAL MANUALI DI O.D.V. (MONOGRAFICI SU UN MODELLO)
N° 1 – Tutte le Vespa 50 (dalla 50 1963 alle Special)
N° 2 – Tutte le Vespa targate (90, 90SS, 125N, 125 Primavera, ET3)
N° 3 – Tutti i modelli PX (dai senza frecce alla T5)
N° 4 – Le Large Frame Sportive anni ’70 (150 Sprint, Sprint Veloce, 180 SS, 125 GTR, 125 TS, 180 Rally e 200)
N° 5 – Tutte le serie PK (dalle 50 alle 125 comprese le automatiche)
N° 6 – Tutte le GS (Dalla VS1 -2-3-4-5 e 160 1° e 2° serie)
N° 7 – Tutte Faro Basso 1° Parte (dal Paperino alle Cambio a Bacchetta)
N° 8 – Tutte Faro Basso 2° Parte (dal Cambio a filo fino alla ultima serie compresa la 6 Giorni)
N° 9 – Tutte le SS (dalla 50 SS, 90 SS e 180 SS)
N° 10 – Tutte le soprannominate (La VL Struzzo e la VB1 Gs dei poveri)
N° 11 – Tutte le Rally (dalla 180 alla 200 serie per serie)
N° 12 – Motore al 2% La VBA, le 2 serie VBB e le 6 serie della 125 VNB
N° 13 – Vespa GL, Sprint e Sprint Veloce
N° 14 – Vespa 50 Ott.-Nov. 2016
N° 15 – Le Vespa 50 Special 2016
N° 16 – La 125 Primavera e la ET3
N° 17 – La 125 Large Frame GT, GTR e TS
N° 18 – La nuova linea PX 1977/2017
N° 19 – Vespesse le 125 Sport Faro Basso, 150 e 160 GS, 180 SS, 50SS e 90SS
N° 20 – Matricolari e Codici Colore
N° 21 – Lampade a Led, più luce alla tua Vespa - Kit freni a disco, miglioriamo la frenata
RESTAURO
La mia prima Faro Basso tanto desiderata…
NON PERDETE
IL PROSSIMO NUMERO: SAREMO IN EDICOLA IL 28 FEBBRAIO
CIGRA 2003
Bimestrale- prezzo di copertina 5,90 € www.sprea.it - redazione@officinadelvespista.it
Via Torino, 51 20063 - Cernusco sul Naviglio - Tel. 02924321
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Cigra S.r.l.
Socio Unico
Amministratore unico: Luca Sprea
Su questo numero hanno collaborato: Alessandro Pozzi (testi e foto), Contenuti srl (coordinamento), Andrea Ferreri (redazione), Vincenzo Perrone (redazione), Massimiliano D’Affronto (8x8 srl - grafica)
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