Gioco News Magazine May 2022 - Rivista Gioco News maggio 2022

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speciale politica

VALERIO GALLO [PH. WILLIAMSESPORTS]

Esports, una crescita continua, ma manca professionalità

di Daniele Duso

D

opo gli sviluppi del settore degli ultimi anni, dopo il boom legato alla pandemia e l’interessamento del Coni e di molte aziende sponsor, la scena esportiva italiana è molto cambiata. Rimangono tanti tasselli da sistemare, ma già rispetto al periodo prepandemico la situazione sembra molto diversa, con la nascita di competizioni nazionali, il consolidamento di organizzazioni importanti e la conferma di grandi campioni ormai identificabili anche al di fuori dalla nicchia del gaming. Ma quanto è cambiato effettivamente questo settore può dirlo solo chi lo vive quotidianamente, per questo abbiamo realizzato un’inchiesta, che verrà pubblicata integralmente a inizio maggio su Esportsmag.it, raccogliendo le voci dei protagonisti, giocatori, imprenditori e altri professionisti del settore, chiedendo loro com’è, oggi, lavorare negli esports, in Italia. Conferma che “il settore è in continua crescita da un punto di vista di numeri, audience e di interessamento da parte dei partner” Federico Brambilla, presidente e co-fondatore del team exeed, uno dei più attivi in Italia, capace di stringere accordi con aziende come Adidas, Red Bull, Lg, Open Fiber, Corsair. “Fare esports oggi in Italia – spiega - è un attività lavorativa a tutti gli effetti, ma solo pochi riescono a farlo perché quella che manca più di tutto è una professionalità a 360 gradi”. Anche Fabio Battista, co-founder di Pro2Be, la prima agenzia di esports management in Italia, sottolinea che “siamo in crescita e che si sono create sempre più figure professionali che lavorano a tempo pieno in questo settore. Un esempio

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GIOCONEWS #05 MAGGIO 2022

sono squadre di calcio come la Roma che hanno assunto un proprio esports manager o chi come noi ha creato la propria azienda buttandosi completamente in questa avventura. L’ambiente di lavoro è sicuramente diventato più attento e preciso, la crescita si nota soprattutto negli eventi dal vivo dove chi non è riuscito in questi anni a fare uno step in avanti a livello di professionalità inizia a subirne le conseguenze sia dai player che dagli addetti ai lavori. E non nascondo che ci sono ancora molti margini di miglioramento”, conclude. In leggera controtendenza Fabio Cucciari, Ceo del team Reply Totem, secondo il quale “l’esport in Italia è ancora agli albori. Sicuramente la pandemia ha velocizzato il processo di sensibilizzazione e di presa di coscienza del settore da parte di moltissime persone, soprattutto i genitori, ed è un passo avanti importantissimo per il nostro ecosistema, che vede nell’allargamento della community gaming un punto focale per la crescita delle aziende. L’avanzamento del nostro settore ha anche portato il Coni ad interessarsi di più al nostro settore, e questo non può che essere un bene a lungo termine per avere un ambiente che possa essere sostenibile per aziende e privati che vogliono investire. Una regolamentazione che porterebbe giovamento sia ai giocatori che avrebbero più opportunità e tutele, sia alle aziende che avranno più facilità e più supporto nell’organizzazione di eventi. Oggi si può vivere di esport

Nell’inchiesta realizzata da Esportsmag.it in occasione della Festa del Lavoro le parole degli addetti sulla dimensione degli sport elettronici, oggi, in Italia ma è necessario disporre di specifiche competenze ed essere mentalmente elastici, capaci di adattarsi, perché si tratta di un settore in continua evoluzione ed attento alle mutevoli esigenze dei più giovani”. Pensa che il mondo degli esports sia evidentemente cambiato Gianluca Matelli, presidente di una realtà ancora diversa, quella dell’Asd Sportivamente, che rappresenta la Carrarese Esports. “Ma è solo la punta dell’iceberg”, spiega. “Fare esports attualmente è un’attività lavorativa, ma per pochi. Ci sono ottime prospettive che lo diventi per molti, soprattutto per i players, ma perché questo succeda è fondamentale che gli esports entrino nell’elenco delle discipline riconosciute dal Coni, e a quanto pare dovremmo esserci. Questo passaggio è fondamentale per far sì che i players possano essere ricompensati con compensi sportivi, come avviene, per fare un esempio, con i calciatori dilettanti”. Che il settore stia crescendo e che ci sia “più consapevolezza riguardo alla figura del pro player o del talent” è invece il pensiero di una top player come Elena “Hevnokat” Coriale, la gamer di Fifa più forte in Italia, secondo la quale “da anni all’estero è un lavoro così come il pro player viene considerato un atleta, delle volte anche da un punto di vista normativo. In Italia se vai in giro a dire che sei una videogiocatrice professionista può purtroppo capitare di non essere ‘ben visti’ per usare un eufemismo. Ci sono ancora alcuni stereotipi da superare, allo stesso tempo sono fiduciosa perchè se ripenso anche alla mia personale carriera si sta migliorando di anno in anno”.


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